Pairing: HanaRu! ^^ Rating: un po’ di angst… Note: POV …lo scoprirete alla fine! In corsivo le parole della canzone. Disclaimers: i psg sono di Inoue (ç__ç) ormai è chiaro. Anche se il narratore l’ho creato io, e lo amo moltissimo. La canzone è di Gigliola Cinguetti, risulta introvabile, ma io la trovo meravigliosa. Nella fic è come se la cantasse Hana! Dediche: buon compleanno Kia! Centomiliardi di questi giorni! Grazie per le fic meravigliose che scrivi e grazie per l’ispirazione che mi dai! Spero ti piaccia! Un bacionissimo! Marty
di Marty Forse sarò così Un ragazzo solo in qualche ristorante
Chissà se domani ti sveglierai da quest’incubo, e ti ritroverai in un futuro diverso, in cui non è successo nulla di tutto questo. Forse domani ci sarà per te una carriera come giocatore di basket, una macchina americana, una casa grande, magari con il giardino. Potrai andare a mangiare fuori tutte le sere, senza preoccuparti di quanto ti costi. Ti accoglieranno con un sorriso, i camerieri dei ristoranti più esclusivi, si inchineranno di fronte a te accompagnandoti al tuo tavolo mentre le donne nella sala ti mangeranno con gli occhi, chiedendosi perché sei sempre solo.
Io che ne ho amate poche E conosciute tante Che ancora adesso la memoria si spezza
Già, perché nel tuo domani non c’è una donna, una ragazza, una moglie, un’amante. Non c’è. Non ci sarà. È l’unica certezza che hai. Ed è per questo che ora ti trovi in queste condizioni. Se solo non avessi rifiutato Haruko, se solo non le avessi detto la verità… Ora sarebbe tutto diverso. Potresti essere seduto in caffetteria con l’Armata, sghignazzando delle tue ultime trovate e sparando a zero sulla maledetta kitsune surgelata. E mentre stringi la mascella per trattenere un gemito di dolore, ti chiedi se ne valga davvero la pena. Se rinunciare a tutto quello che avevi per stringere tra le mani un pugno di sabbia sia stata una scelta saggia.
E si ferma anche il cuore Pensando a che fantastico profumo ha una pelle con un buon odore
Ma tanto lo sai, che non avresti potuto comportarti diversamente. Lo sai che non avrei sopportato un altro giorno nella finzione. Come sai anche che il dolore a cui mi sottoporrai sarà cento volte maggiore. Hai paura per me, lo so. Ma non devi. Sono forte, non come quello di tuo padre. Ti seguirò in tutte le tue scelte. Ma ora smetti di pensare al presente,e torna a sognare il futuro. O il passato. Quel passato in cui il profumo del suo bagnoschiuma mentre si fa la doccia mi percuote nel profondo, riempiendo i tuoi sogni di fiorellini bianchi che hanno la stessa fragranza, e provocandoti un sorriso.
Forse sarò così Ma non lo posso sapere Forse sarò così…
Forse ti lascerai crescere la barba, inizierai ad usare anche tu bagnoschiuma alla vaniglia e taglierai i capelli. Diventerai uno di quegli uomini che dentro mantengono vivo il bambino che sono stati, per non perdere mai di vista le cose belle che agli altri scivolano addosso perché troppo distratti per vederle. Forse scoprirai che ti piace portare la cravatta, e diventerà un complemento indispensabile del tuo guardaroba… Un movimento inconsulto provoca uno sfregamento della pelle viva dei tuoi polsi con le corde che ti legano le mani, strappandoti un lamento soffocato. No, decisamente non metterai mai una cravatta, neanche nelle serate di gala. Magari invece che un giocatore di basket diventerai manager o allenatore di una tua squadra, che porterai fino ai campionati nazionali, incitandoli a dare sempre il massimo, a spingersi fino al proprio limite cercando costantemente di superarlo. Come hai fatto tu in ogni cosa della tua vita. Mi sento orgoglioso di te, sai? Non ti sei mai arreso, hai difeso le tue scelte senza remore una volta fatte. E anche oggi non ha fatto eccezione. Ti hanno detto cose orribili, eppure non hai ceduto di un millimetro. Non hai abbassato lo sguardo nemmeno quando era appannato dal sangue che ti colava lungo lo zigomo. Sei rimasto in piedi finché non ti hanno colpito alle spalle.
Forse sarò così O non avrò nemmeno il tempo d’invecchiare
Il tuo terrore più grande è di perderti nello scorrere degli anni. Hai visto tuo nonno dimenticarsi di voi, di suo figlio e suo nipote, che erano le sue gioie e la sua luce. Lo hai visto non riuscire neanche a svegliarsi per andare in bagno, lo hai visto impiastricciarsi la faccia con la minestra che gli colava dall’angolo della bocca, gli hai visto le mani tremare tanto da non essere in grado neanche di spazzolarsi i capelli. Hai corso con tuo padre per le strade di Kanagawa alle quattro del mattino per trovarlo quando è uscito da solo, incontrandolo poi sotto casa sua che cercava di aprire il portone con le chiavi della macchina. E io ho provato un dolore indescrivibile a questa scena. Perché avevo paura che perdessi quello che per te è importante, ma ancora di più avevo paura di dimenticare come pompare il sangue che ti tiene in vita. Non mi avresti mai incolpato di niente, lo so. Ma una morsa mi ha attanagliato quando sei andato a trovare il nonno in ospedale. Era attaccato ad una macchina, perché il suo corpo non sapeva più come respirare. Infatti spesso hai detto che preferiresti morire a testa alta, nel fiore degli anni, senza rimpianti o rimorsi, piuttosto che ridotto ad una larva che ormai non ha più nulla di umano.
Per poi non ricordarmi quasi più che cosa andavo a cercare Che forse era qualcosa di bello Che è andato via in un’ora Ed è strano, proprio strano dirlo adesso Mentre lo cerco ancora
Il tempo che scorre trasforma i ricordi in foschia sottile, in cui spesso non si riescono più a distinguere i volti, le mani, i sorrisi di chi ci ha già lasciato o, per meglio dire, non è mai stato con noi. A questo stai pensando vero? Al fatto che potresti dimenticarti di lui. Di questo sentimento che mi sta esplodendo dentro. Pensi a quest’euforia che mi fa aumentare il ritmo, che ti fa brillare gli occhi quando ne parli o lo guardi. Guardavi. Un’ora fa. Ma ora è tutto diverso. E ti senti uno sciocco, perché hai avuto bisogno di morire per capire quello che io ti gridavo da tanto tempo. Chi è l’unica persona a cui voglio essere donato. Finalmente ti è chiaro, in un attimo dilatato all’infinito, mentre ancora cerchi di riordinare le idee e le emozioni che ti trasmetto. Continui a cercare dentro te le impronte di questo sentimento, vuoi ricompormi e rimettermi in sesto. Ma io sto bene! Davvero, Hana, io sto benissimo. Lui è con me. Non puoi vederlo, ma io l’ho avuto accanto fin dal primo momento. Ho custodito gelosamente ogni istante che avete passato insieme, ogni sguardo ed ogni battito di ciglia, ogni espressione per quanto impercettibile me la sono marchiata a fuoco addosso. Mi hai fatto male, cercando di estirpare tutto questo. Ma devi averlo capito, e me ne rallegro, perché non sapevo più che inventarmi pur di farti avvicinare a lui e sentirmi, così, finalmente completo.
Forse sarò così Ma non lo posso sapere
Apri gli occhi piano, e mi chiedi cosa fare. Non lo so, amico mio, non lo so. Non so se quella piccola gioia tornerà mai ad illuminarti. Non so se il graffio profondo che mi hanno fatto un giorno sparirà. Non so se tornerò a fidarmi di qualcuno. Non so se recupererò la mia solita cadenza e ti permetterò di tornare come prima.
Forse sarò così
Ma, soprattutto, non so se riuscirò a sintonizzarmi di nuovo; è come se uno strato di ghiaccio ti stesse ricoprendo lentamente, invitandoti al sonno, all’oblio. E vorresti abbandonarti al niente, chiudere gli occhi, non pensare più: ti aspetti che te lo impedisca, come tante volte ho fatto, ma non ne ho la forza. Non ora. Il tuo cervello si scollega, decidendo di lasciargli fare quello che vogliono con te. Io sono troppo stanco e provato per fare resistenza, tu hai rinunciato già da un po’. E allora, lascio che tu ti arrenda.
E guardo in faccia questo tempo che si muove svelto fuori e lento dentro di me Che per quanti danni ha fatto non ha spento il mio sorriso non ha scelto da sé
Come in trance, non capisci più cosa sta succedendo. Chi è quest’ombra che ti si avvicina? Cosa vuole da te? Ha un ghigno cattivo sul viso, sembra che voglia metterti paura. Ti strappa via la maglietta della divisa, già malridotta e macchiata, e tutto quello che sento è un po’ di disappunto all’idea di doverne comprare una nuova. I tuoi pantaloncini sono finiti chissà dove, e tu ti ritrovi nudo e vuoto di fronte a lui. Che ti prenda pure, se ci tiene tanto. Tanto prima o poi qualcuno lo avrebbe fatto comunque. E mentre il suo corpo si spinge sgraziatamente nel tuo, e una lacrima che neanche senti ti scivola lungo la guancia tumefatta, sorridi. Perché sai che non sarebbe mai stato “lui” a farlo, e quindi per te non ha importanza. Così come non ne ha per me. È come se in qualche modo non avessi nulla da proteggere, e quindi quanto sta accadendo non ti riguarda affatto. In fondo, ho lasciato che ti spegnessi su questi cartoni, e quindi la colpa non è solo di questo maledetto. Ma anche mia.
E se mi ha messo le mani addosso Lo ha fatto senza dolore Io ti capisco e non ti tradisco Povero stupido giovane vecchio cuore
Cerchi di parlarmi, di farmi capire che non ce l’hai con me e che non mi ritieni responsabile. Non stai soffrendo, sai bene che il dolore che senti è il mio; ma non viene dalla violenza che stai subendo, bensì dalla consapevolezza di essere solo. Sai che sarà questo il tuo futuro. Successo. Denaro. Potere. Tutto questo, solo per te. Ed è questo che fa più male, lo senti, non è vero?
Ed il sentirmi le mani addosso Lo accetto senza timore Io ti nascondo nel mio profondo Povero stupido giovane vecchio cuore
Chiudi gli occhi e la tua mente vola con me. Mi hai lanciato in orbita, nei mille sogni e fantasie che hanno popolato le tue ultime settimane. Non vuoi che in me rimanga niente di tutto questo. Non vuoi che perda la capacità di amare. Sai che domani ti servirà, come ti serviranno la fiducia nel prossimo e il sorriso sincero che doni a chi ne ha bisogno. E tutto questo, posso dartelo solo io. E hai paura che dopo oggi non ne sarei più capace. Sai bene che, senza di me, diventeresti come tuo nonno. Solo che non ci sono macchine che tengano in vita i sentimenti.
E quando non sarò più qui A stropicciare questi panni
Un grido disperato. Non lascerò che continuino, non glielo permetterò. Ti ho colpito, ho ritrovato la mia forza e tu l’hai sentita. È quell’arma segreta che tiro sempre fuori quando tutto sembra perduto, perché so che ha un potere quasi illimitato. Ti ho scagliato contro il tuo orgoglio. E come indemoniato ora ti contorci cercando di strappare gli stracci annodati che ti bloccano le braccia, e con uno sforzo sovrumano li tranci di netto. Certo, ora le tue mani grondano sangue, ma sei libero. Perché gli schifosi hanno dovuto slegarti le gambe per fare i loro comodi.
Io sarò andato via così Che ancora avevo diciassette anni
Ce l’hai fatta. Sei fuori di lì. I tuoi assalitori sono stesi al suolo, alcuni incoscienti, altri rantolano qualcosa, ma non ti importa. Non mi hanno spento. Ce l’abbiamo fatta. La polizia starà arrivando, meglio che ti defili se non vuoi essere sottoposto a un lungo interrogatorio che mi obbligherà a vivere tutto ciò da cui mi hai preservato finora. È stata dura; ho rischiato grosso, lo so, ma ne è valsa la pena. Sono salvo, e il sorriso può tornare ad affacciarsi sul tuo viso abbronzato.
Forse sarò così Seduto a riposare su un gradino delle scale
E così eccoti di nuovo qui. La palestra. Quasi un altro mondo, vero? Sembra passata un’eternità da quando l’hai lasciata l’ultima volta. Hai latitato ben una settimana, perché non volevi che vedendo le tue condizioni qualcuno potesse capire quello che è successo. Non capisco perché ti ostini a nascondere quello che senti. Non riuscirò a contenere questo sentimento ancora per molto, finirà per traboccare.
Pensando come sempre dentro me Che c’era il trucco e non vale
Gli allenamenti sono finiti ed io sto bene Hai avuto l’ennesimo one-on-one con Rukawa, che com’era prevedibile ti ha battuto (anche se con notevole sforzo devo dire) ed io ho potuto bearmi delle emozioni che tutto questo mi ha provocato. Come mi beo ora delle tue espressioni e delle imprecazioni tra i denti con cui cerchi di convincerti che ha barato, il maledetto ha barato, certo, altrimenti non avrebbe mai potuto battere il Genio! Mi sento pieno di energia e voglio che questa giornata finisca nel modo giusto. Ti spingo verso di lui, e tu ti ritrovi con i suoi occhi piantati addosso, mentre aspetta che tu dica qualcosa.
In qualche buffa capriola saprò Se è stato un viaggio o una gita
Voglio che gli parli. Voglio che quest’ansia sparisca. Non ti lascerò nei guai, se dovesse andare male, ti sosterrò come sempre. Ti prometto che non mi lascerò abbattere, qualsiasi cosa accada. Devi (e devo) sapere se c’è una possibilità. Se quell’incubo di solitudine si realizzerà o se una mano bianca verrà a stringere la tua per accompagnarti in questo viaggio così insidioso che chiamano futuro. Non balbettare, non ostentare una sicurezza che non hai! Sii te stesso. Se prova per te quello che provo io per lui, non ti vuole diverso da come sei. Io non cambierei di lui neanche una virgola, lo sai, lo senti, mentre accelero il ritmo per darti forza.
Ma fino a quel momento ci sarò Perché ci sarà vita
Non dice niente. È vero che anche tu non sei stato chiarissimo, ma dovrebbe aver capito. Stranamente ha il capo chino e gli tremano impercettibilmente le spalle. Non so come interpretare questi segnali, ma il panico mi dilaga dentro e non riesco a non trasmettertelo. Comincio a sentire una fitta al centro, mentre i secondi passano inesorabili. Solo. È questa la parola che ti rimbomba in testa. E non riesco ad allontanarla, ora, anche se vorrei dirti che io starò con te e non ti lascerò mai.
Forse sarò così Ma non lo posso sapere
Ti volti ed esci dalla palestra con la schiena curva. Non è detto che non troverai nessuno con cui dividere la tua vita! In fondo, sei ancora un ragazzo, e magari c’è qualcuno che ti aspetta negli anni a venire. Non devi abbatterti, ma alzare la testa e guardare avanti. Spesso si possono avere sorprese inaspettate. Coraggio, aumenta il passo e torna a casa. Poi ti farò sfogare un po’.
Forse sarò così…
Un sassolino ti ha colpito in testa. Tu ti volti furioso gridando non so che spaventose ritorsioni, ma ti blocchi appena ti accorgi che ho dato un balzo. Lui è davanti a te, con le guance rosse per la corsa. Ti abbraccia senza parlare. Mi scaldo, mi sento leggero e se potessi vorrei attraversare il suo petto per fondermi con lui… Ma questo spetta a te. Io accelero, godendomi questa sensazione meravigliosa. Sono pronto. Voglio essere suo. È lui, ne sono sicuro, è lui l’unico che può avermi. Ma tu esiti. Sai che una cosa del genere è senza ritorno. Ma io accelero ancora, per farti capire che lo voglio, che ne ho bisogno, e ne hai bisogno anche tu.
E allora…
Gli prendi le mani e te le stringi al petto, proprio sopra di me. Apre i palmi per sentire meglio la melodia che sto suonando per lui. “Lo senti?” gli chiedi. La sua nuca corvina annuisce lentamente. Tu sorridi. Poi con la mano libera gli sollevi il mento perché possa specchiarsi nelle pagliuzze dorate dei tuoi occhi. Avvicini le tue labbra alle sue e sussurri “è tuo, solo tuo, appartiene a te” per poi unirle in un bacio tenero e pieno d’amore. Quell’amore che ho coltivato per tutti questi mesi aspettando il momento in cui glielo avresti donato. Mi tiene ancora tra le mani. Il suo petto sussulta, mentre cerca le parole giuste per risponderti. Poi ci rinuncia e, accarezzandoti il petto deposita un bacio proprio alla mia altezza. “Ti amo” ci bisbiglia.
Stiamo a vedere…
* OWARI *
Che ne dici, Kieranina? Ti piace? ^^ beh, io ci ho messo il cuore! Ancora auguri!
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