Disclaimers... c'è ancora bisogno di farli? Tanto
lo sanno tutti che i personaggi di Slam Dunk sono di Inoue e guai a chi glieli
tocca!
Gioco di
squadra di
Greta
Era stanco. Gli allenamenti erano stati duri, come sempre quando si avvicinavano le gare importanti, e quel
gorillone di Akagi aveva urlato tutto il tempo come se loro non fossero che un branco di sordi... Davvero non ce la faceva più, era così a pezzi da non riuscire a tirare fuori neanche una delle sue stupide battute... ma forse stavolta era una fortuna: non aveva voglia né di ridere né di prendere pugni... Alzò lo sguardo: la maggior parte della squadra era buttata per terra, in cerca di fiato, invece qualcuno continuava a correre a canestro, a saltare, a fare, sempre, maledettissimamente sempre, centro!
Ma ormai molta della rabbia che Sakuragi aveva provato per l'abilità... la bravura... diciamo pure la 'classe' di Kaede Rukawa, era totalmente scomparsa. Rimaneva l'ammirazione, ma soprattutto un sentimento più profondo, più personale, che lo aveva inizialmente sconvolto per potenza e profondità, e poi lo aveva gettato nella disperazione più profonda quando, quasi subito, dimostrando a se stesso di non essere, in fondo, proprio e completamente un
do'aho, aveva capito che sarebbe stato solo fonte di sofferenza. Sapeva infatti che la Kitsune, come amava ancora chiamarlo, non avrebbe mai ricambiato quei suoi inaspettati sentimenti, che anzi, se li avesse conosciuti, lo avrebbe disprezzato ancora più di quanto già non facesse...
Scosse la testa... non doveva lasciarsi andare! Già i compagni di squadra, e soprattutto gli amici dell'Armata Sakuragi avevano intuito che c'era qualcosa che non andava in lui, che qualcosa lo turbava... doveva assolutamente riprendere a comportarsi come sempre...
Si alzò in piedi: doveva mostrare a tutti di essere sempre lui, il solo, grande Tensai del Basket mondiale. Si chinò per afferrare Miyagi per un braccio
"Forza nanerottolo, e tu Mitsui... aiutatemi a far vedere a quella stupida Kitsune che cosa sa fare il grande Genio del Baket: un due contro due. Venti punti..."
Gli altri due non erano affatto entusiasti dell'idea: prima di tutto erano stanchi, in secondo luogo sapevano bene come sarebbe finita se quei due fossero entrati in contatto. Bastava un niente per scatenare una rissa furibonda, e non era bello dover poi curare i lividi di quello stupido rossino, capace, anche davanti all'evidenza di un KO lampante, di sostenere di aver vinto...
Scossero la testa, ma si alzarono, sapevano anche che quando quello sciocco si metteva in mente qualcosa era quasi impossibile farlo tornare indietro.
"Rukawa, questo deficiente, non contento degli allenamenti, vuole sfidarti per un due contro due... dì che devi andare a casa... ti prego!" provò a dire, speranzoso, Miyagi.
Rukawa stava insaccando in quel momento un tiro da tre. Non osservò neanche la parabola perfetta del pallone, sembrava già certo che sarebbe entrato, e si girò verso i tre compagni.
"Accidenti, è entrata... " mormorò Mitsui.
Lo sguardo di Rukawa fu gelido, sembrava dire 'ne dubitavi, forse?', ma le sue labbra non commentarono. Era già proiettato verso la sfida... già, forse questo era un suo punto debole: non riusciva a tirarsi indietro davanti ad una provocazione...
Guardò Sakuragi, che sotto quello sguardo glaciale faticò a non arrossire e a non distogliere i propri occhi, e disse, con il solito tono categorico
"Io e Miyagi, tu e Mitsui. Si arriva a venti..."
Il rossino riuscì a recuperare un po' del proprio sangue freddo:
"Preparati a perdere, stupida Kitsune, il grande Genio non ti farà vincere... non è ancora nato chi può battermi!" e gli strappò il pallone dalle mani cominciando a palleggiargli davanti.
Ma Kaede Rukawa, il frigorifero vivente, non rimase fermo. Quel pel di carota era così ingenuo, che rubargli la palla era come rubare le caramelle a un bambino... quasi quasi non dava neanche soddisfazione!
"Ehi... baka kitsune ridammelo!" urlò Sakuragi quando si ritrovò senza niente in mano.
"Non ti ho detto che potevi prenderla...."
Mitsui e Miyagi si guardarono rassegnati: non sarebbe stato diverso da tutte le altre volte!
La gara fu lunga, non perché il risultato fosse dubbio, infatti la squadra Rukawa-Miyagi vinse per 20 a 12, ma perché tra un punto e l'altro ci furono le previste risse tra Sakuragi e la Kitsune. Il rossino non riusciva a resistere: quando sentiva il corpo di Rukawa così vicino al proprio, il suo profumo riempirgli le narici, non riusciva a smettere di cercare il fallo, di buttarsi su di lui fino a cadere insieme... a volte si chiedeva come l'altro potesse non accorgersi che le loro risse non erano che una scusa per poterlo toccare...
Ma Rukawa rimaneva imperturbabile. Per lui non c'erano che i canestri, la concentrazione che metteva nel gioco era impressionante: il ragazzo che si addormentava sul banco, in classe, e quello che correva sul parquet sembravano due persone distinte, senza niente in comune. Kaede Rukawa viveva per il Basket, e tutto il resto non esisteva!
Questa consapevolezza feriva Sakuragi, anche se, allo stesso tempo, lo rassicurava quando immaginava l'oggetto della propria passione fare gli occhi dolci a qualcun altro... infatti si era scoperto passionale e geloso... e a volte pensava che se qualcuna di quelle stupide ammiratrici che tormentavano il 'suo' Kaede durante partite e allenamenti si fosse avvicinata a meno di 10 metri sarebbe stato capace di darle un pugno a mandarla all'ospedale... Questo nuovo lato del proprio carattere lo stupiva e lo avviliva... il grande Tensai si era fatto catturare, e non era in grado di sottrarsi alle catene di quello stupido volpino!
"Allora Sakuragi, non vieni a farti la doccia? E' tardi, dobbiamo chiudere..." le parole di Mitsui lo risvegliarono dai sogni ad occhi aperti.
Era sempre più imbarazzante stare insieme negli spogliatoi. Ultimamente aveva cercato di evitare di cambiarsi contemporaneamente al volpino. Nonostante il grande desiderio che aveva di vederlo... e vederlo mentre faceva la doccia era una delle cose più belle... rischiava troppo: spesso si era scoperto incapace di distogliere lo sguardo, e a volte si era verificato anche qualche 'spiacevole' effetto collaterale! Non era il caso, in quella situazione già complicata, aggiungere altre occasioni di tensione...
Quando Hanamichi entrò negli spogliatoi, l'altro aveva quasi finito di lavarsi. Rukawa uscì dalla doccia avvolgendosi nell'accappatoio, e Hanamichi fece appena in tempo a catapultarsi sulla propria borsa nell'affannosa ricerca della sua tuta, per riuscire ancora una volta ad evitare che gli altri si accorgessero del rossore diffuso che gli tingeva le guance... Il volpino era davvero troppo bello: i capelli bagnati gli ricadevano scomposti sulla fronte, mentre il viso era soffuso di un tenue colore rosato, a causa del vapore della doccia. Gli occhi, poi, irritati dal sapone, erano lucidi, liquidi... dolci come gli occhi di un bambino... Hanamichi riuscì a ricomporsi, e si spogliò sempre dando le spalle al compagno di squadra. Poi si precipitò nella prima doccia libera. Solo sotto il getto dell'acqua riuscì a respirare normalmente... Oddio, quella situazione non poteva andare avanti per troppo tempo! Era una tortura... ma come fare a porvi fine?
Si avvolse in un enorme asciugamano prima di uscire dalla cabina, poi si sedette sulla panca e cominciò a guardarsi intorno. Tra gli altri, alcuni erano già pronti, altri stavano ancora asciugandosi. Rukawa, inaspettatamente, stava già per uscire. Hanamichi rimase attonito ed abbagliato, quando riuscì a trovare il coraggio di guardarlo: aveva indossato un paio di pantaloni blu scuro, di taglio sportivo, ma che denotavano ottima fattura, e sopra aveva un maglione a coste inglesi beige da cui spuntava il colletto aperto della camicia celeste. Non era solo Sakuragi, però, a fissarlo attonito. In genere Rukawa indossava, al più, un paio di Jeans con una felpa, quando lasciava la palestra... perché quella sera si era vestito da damerino?
Il primo a riprendersi fu il sempre gentile Kogure:
"Rukawa, stai davvero bene vestito così..." gli disse, meritandosi un'occhiataccia da Mitsui, che proprio in quel momento aveva finito di infilarsi il frusto giubbotto di cuoio sopra i Jeans strappati... Rukawa lo guardò più gelido del solito e non disse niente, ma Sakuragi non poté resistere, con il tono più insopportabilmente canzonatorio che riuscì a tirar fuori dalla gola reticente, disse:
"La Kitsune ha un appuntamento... chissà quale scorfana sarà riuscito ad abbagliare... ecco perché oggi giocava da schifo!" e poi ridacchiò
sguaiatamente.
"Questo non mi ha mai impedito di batterti" rispose l'altro senza neanche prendersi la briga di alzare la voce.
"Che stai dicendo! Oggi il grande Tensai ha deciso di lasciarti vincere perché altrimenti avresti avuto per una settimana una faccia da funerale multiplo.." e sghignazzò di nuovo, mentre il groppo in gola diventava sempre più grande.
Non furono che pochi istanti e si ritrovò contro il muro, con le mani di Rukawa che gli stringevano le braccia in una morsa.
"Idiota!"
"Attento, potresti sgualcirti i vestiti... che direbbe poi la tua fidanzata.." riuscì a mormorare Sakuragi, cercando di trattenere le lacrime.
L'altro lo lasciò andare:
"Hai ragione, non vali neanche la fatica di picchiarti!"
Perché, perché tra loro finiva sempre così? Più lo amava e meno riusciva a parlarci! Certo, parlare con quella stupida volpe muta non era affatto facile... al limite quello riusciva a ringhiare... però... possibile che l'unico contatto fra loro dovesse essere la conseguenza di un'offesa?
Improvvisamente si sentì bussare alla porta dello spogliatoio.
"Posso entrare?"
"Sendo, che ci fai tu qui?" chiese Kogure sorpreso.
Ma il giocatore del Ryonan non gli rispose direttamente.
"Kaede... sei pronto? Dai, è già tardi..." disse guardando Rukawa.
Guardando?? Guardando un corno! Quello se lo stava mangiando con gli occhi! Sakuragi era completamente sconvolto... quel... quella stupida volpe si era tutta acchittata per uscire con quel brutto porcospino?! Stava lì che li guardava inebetito, mentre gli altri due, insieme, uscivano dalla palestra.
"Non era necessario che mi venissi a prendere fin dentro lo spogliatoio..." mormorò il ragazzo bruno.
Sendo ridacchiò: "Cos'è, ti ho messo in imbarazzo?"
"Akira, non cominciare..." gli rispose l'altro a bassa voce.
"Già, tanto non c'è niente da ricominciare... devo rassegnarmi, vero? Non c'è posto per me nella vita di Kaede Rukawa..." mormorò quasi più a se stesso che all'altro.
Rukawa non disse niente. Era passato ormai un anno da quando Akira gli si era dichiarato, uscivano spesso accenni alla cosa, e il tutto non era più così imbarazzante come lo era stato all'inizio.
Sendo aveva cercato di convincersi che le preferenze dell'amico fossero 'tradizionali', e che questo fosse l'ostacolo fra loro. Una volta ne avevano parlato seriamente, e lui non aveva voluto credere all'altro che gli diceva di non sapere se preferire gli uomini o le donne, ritenendo che fosse più la persona che il suo sesso a poterlo fare innamorare. Era comodo non volergli credere, perché in questo modo Sendo poteva illudersi di non poterlo fare innamorare perché la 'natura' dell'amico, qualcosa quindi di insuperabile, si opponeva alla realizzazione di quell'unione, e non una propria inadeguatezza.
"Stai molto bene, stasera... al club farai stragi!"
"Mph" grugnì l'altro, mostrando la scarsa considerazione sia per il club che per le persone che lo frequentavano.
"Dai, non fare così... così per un po' i nostri genitori ci lasceranno in pace... ci andiamo, ci facciamo vedere, e poi ce ne andiamo in un pub. Ti piace il programma?" Akira sorrise. Era una ragazzo solare, l'opposto del compagno, e gli piaceva che questa giovialità riuscisse a scalfire, anche se poco, la dura corazza dell'altro.
"Mi sembra che abbia deciso tutto tu..."
"Sono stato bravo, vero?" e Sendo scoppiò a ridere.
Sakuragi era roso dalla gelosia. Perché diavolo Rukawa era uscito con Sendo? Che diavolo potevano avere da dirsi quei due.... certo, se fosse uscito con una ragazza sarebbe stato peggio... peggio? No! Rukawa non poteva avere interesse per quel pallone gonfiato del porcospino! Certo, il giocatore del Ryonan era bravo, e costituiva un continuo stimolo per la Kitsune, ma non poteva... non doveva esserci altro!
Erano ormai due ore che i suoi pensieri giravano intorno a quei due... doveva fare qualcosa oppure sarebbe diventato matto!
Decise di chiamare Kogure. Tutto sommato era l'unico che avrebbe potuto dargli retta alle nove e mezza di sera!
Fortunatamente Kiminobu accettò di vederlo. Decisero di andare a bersi una birra, ovviamente Sakuragi aveva parlato di analcolici, altrimenti Kogure non si sarebbe mai fatto vedere, e così dopo neanche mezz'ora erano seduti in un locale.
"Devi avere qualcosa di importante da dirmi, per costringermi a uscire nonostante il compito di inglese di domani!" esclamò Kogure, scaldandosi le mani intorno alla tazza colma di cioccolata bollente (retaggio di Lady Oscar.. lo so!)
"No... in realtà volevo solo uscire un po'. Sono giorni che non faccio che allenarmi... avevo bisogno..." si grattò la testa con la mano. Non era da lui mentire... non ci riusciva.
"Sakuragi... non hai bisogno di fingere con me... c'è qualcosa che non va in te, da qualche tempo... non è che, per caso, hai voglia di parlarmene?" Kogure gli sorrise dolcemente. Era proprio da lui cercare sempre di aiutare un amico!
"No... no! Ma che dici? Io sto benissimo!" e di nuovo quella risata forzata, che ultimamente aveva sostituito quella allegra e piena dei mesi precedenti.
Kogure scosse la testa. Sakuragi si dimostrava ancora una volta un testardo! Ma lui non era un
*do'aho*, pensava di aver capito quale fosse il problema dell'amico, e decise di insistere.
"Come va con Haruko? E' un po' che non me ne parli..."
Sakuragi emise un sospiro di sollievo. Haruko!
"Beh... non è che lei mi si fili parecchio... sta sempre appresso a quel deficiente del frigorifero..." mossa abilissima... meglio far sembrare che la sua aria triste fosse dovuta alla cinquantunesima delusione!
Kogure lo guardò incerto, poi riprese:
"Non è l'unica a stargli dietro..."
Sakuragi rise, cioè emise di nuovo quel fastidioso suono stridulo:
"Già... le tre sceme del fan club!"
"No, in realtà non alludevo a loro..."
"Cosa... cosa vuoi dire?!" Sakuragi tornò immediatamente serio: cosa aveva visto il quattr'occhi che a lui era sfuggito?
"Beh... non so se lo hai notato, ma Sendo sta sempre nei paraggi quando c'è Rukawa... tu spesso vai via presto dagli allenamenti... io devo rimanere per chiudere e spesso lo vedo che viene a vedere Rukawa che fa gli ultimi tiri..." Kogure si interruppe...
"Ma.. ma c-che s-stai d-dicendo? Sendo e Ru-Rukawa sono... sono d-dei r-ragazzi!" Sakuragi era sconvolto... ovviamente non per il motivo che aveva detto, ma perché Kogure gli confermava un suo timore, perché voleva sapere cosa aveva capito l'altro, perché era suo dovere scandalizzarsi....
Kogure sorrise:
"Ti stupirai di sapere di non essere l'unico Tensai della squadra, Hanamichi, perché anch'io mi ero accorto che sono due ragazzi..." il quattr'occhi dimostrava di avere anche dello spirito!
"E... e non ci trovi niente di strano?!" Sakuragi doveva chiederlo, doveva riuscire a superare il disagio che gli provocava affrontare l'argomento, ma la reazione del suo amico era stata così inaspettata...
"Veramente no".
Dopo aver recuperato la mascella che gli era caduta sul tavolo, aver finito in un sorso la birra grande che aveva ordinato, e averne agguantata un'altra, riprese la discussione:
"E... e pensi che loro..." a questo punto pendeva dalle labbra dell'altro.
"Beh, non saprei... però non mi sembra che Rukawa lo ricambi... Anche Mitsui dice..."
"Che c'entra Mitsui?!" lo interruppe bruscamente il rossino.
A questo punto Kogure arrossì, abbassò gli occhi e un sorriso imbarazzato gli si disegnò in volto.
"Prima mi hai chiesto se trovassi qualcosa di strano nella relazione tra due ragazzi... beh, io non posso trovarci qualcosa di strano, perché..." ormai era paonazzo.
"Perché?" Sakuragi continuava a dimostrare tutta la propria tontaggine.
"Beh, io e Mitsui... da un anno..." riuscì a mormorare Kogure.
"Cosa??!!!" urlò Sakuragi facendo voltare verso di loro tutta la gente del locale. Si era anche mezzo alzato dalla sedia... fortunatamente lo sguardo stupito e rattristato dell'amico lo indusse a ricomporsi.
"Tu... tu e MITSUI???!!" bisbigliò attonito.
"Già. Ti sembra così strano?" stavolta era lui a fare la fatidica domanda.
Sakuragi rimase qualche istante in silenzio. Onestamente non era stupito del rapporto in sé, quanto dal fatto di non essersene mai accorto, e dal fatto che i due erano suoi amici, che vedeva tutti i giorni, e non i protagonisti di un film. In un istante quel mondo che lo attirava ma che stentava a considerare reale gli era arrivato ad un passo. Sorrise:
"No, non è strano che LUI si sia innamorato di te, ma TU, tu come fai a sopportare quella testa calda!?"
Kogure gli sorrise di rimando:
"Ti evito i particolari." si divertiva un po' a sconvolgerlo, in genere non era sua abitudine provocare gli amici, ma una volta tanto era divertente! "Sì, te li evito... però sa essere davvero..." e lo sguardo divenne assente, mentre ricordava le mille attenzioni di Hisashi...
Sakuragi era imbarazzato e felice. Era bello vedere quello sguardo sognante negli occhi dolci di Kogure... e chissà... chissà se un giorno anche lui sarebbe riuscito a provocare tali reazioni nel volto di un certo moretto...
Kogure si riprese:
"Comunque stavamo parlando di Sendo e Rukawa..."
Come sempre, quel nome gli provocò una scarica lungo la schiena. Sakuragi si mise in difesa:
"Mi stavi raccontando l'impressione di Mitsui..."
"Beh, Mitsui pensa che Rukawa non stia ancora pensando seriamente a Sendo, che sia troppo preso dal basket... però..."
"Però?"
"Ritiene che siano una bella coppia... e che Sendo sia la persona adatta per il nostro campione!"
"Che... che c-cosa? E perché mai quell'idiota di un porcospino dovrebbe essere adatto per Kaede?.."
"Kaede?" chiese sorridendo Kogure, ma Hanamichi non lo ascoltava, troppo infervorato nel proprio discorso:
"... quel deficiente con il sorriso sempre stampato su quella faccia ebete! Spero che Rukawa abbia un po' più di buon gusto!"
"E soprattutto, visto che stiamo dando per scontato che preferisca gli uomini alle donne, che gli piacciano quelli con i capelli rossi..." sussurrò Kogure dolcemente.
Sakuragi si bloccò, paralizzato dalle parole dell'amico.
"ma... m-ma... MA COSA STAI DICENDO?!" accidenti a quella stupida Kitsune... ora tutti lo avrebbero deriso...
"Sta calmo, Hanamichi. Pensi davvero che io non ti capisca dopo quello che ti ho raccontato?"
"Ma io non ho mai detto di... di.."
"Non ce n'era bisogno, ce ne eravamo già accorti. Io e Mitsui..."
"Ma che palle che siete! Per fortuna che vi siete trovati..." borbottò il rossino seccato. Intanto prosciugò il terzo bicchiere di birra, poi riprese:
"Ok, hai ragione. Non so per quale motivo... ma... ma quel cretino, idiota, presuntuoso, glaciale...."
"Bellissimo, misterioso, intrigante, affascinante, super-campione..." proseguì per lui il quattr'occhi.
Sakuragi gli lanciò un'occhiata di fuoco.
"Ricorda che tu hai Mitsui..."
Kogure rise:
"Non ti preoccupare, non cambierei... Mitsui è così..."
"Basta! Sei venuto per aiutarmi, non per rompermi con Mitsui!" ormai Sakuragi era quasi ubriaco.
"Ok, ok..." si interruppe preso da due persone che stavano entrando nel locale in quel momento.
"Hanamichi... Hanamichi!" esclamò in agitazione.
"Che vuoi adesso?" rispose l'altro bruscamente, specchiandosi nel liquido chiaro.
"Sendo e Rukawa..."
"Vuoi piantarla di associare i loro nomi? Non hai proprio un minimo di delicatezza!"
"Stanno entrando in questo momento!" spiegò l'altro preoccupato.
Il rossino si girò di scatto.
Eccola la coppia d'oro di Kanagawa che faceva ingresso nel locale.
I due ragazzi raggiunsero un tavolo in fondo alla sala. Si sedettero uno di fronte all'altro e ordinarono.
Rukawa era bellissimo: i capelli scuri e gli occhi blu notte risaltavano sulla carnagione pallida. Inoltre l'aria calda del locale aveva diffuso un leggero rossore sulle gote gelate.
Sendo gli stava parlando, ridendo di qualcosa, come al solito. Rukawa sembrava di buon umore, per quanto possa dimostrare buon umore un freezer...
"... sei incredibile, quella era la figlia di Ottonashi, il proprietario della famosa casa farmaceutica! Lei ti parlava e tu rispondevi a monosillabi.... Finché non te ne sei proprio andato a metà di un suo discorso..." e continuò a ridere.
Rukawa rispose con un'alzata di spalle. Non si era mai molto preoccupato di non ferire le persone con il proprio atteggiamento.
Adesso era un po' stanco. Non gli faceva piacere dover soddisfare quelle esigenze sociali... ma il padre raramente gli chiedeva qualche sacrificio, così si era sentito obbligato a partecipare. E poi il fatto che ci fosse anche Sendo lo rendeva meno pesante.
Sendo ordinò per tutti e due.
"Va bene una coca, no?" gli disse dopo che la cameriera ebbe raccolto l'ordinazione.
"Mph"
Sendo si perse a guardare i suoi lineamenti. Rukawa sembrava duro e allo stesso tempo delicato. Aveva le movenze sinuose di un gatto, la stessa aria allo stesso tempo indolente e attenta...
"Akira, piantala!"
Il giocatore dello Shohoku si era seccato dello sguardo insistente dell'amico, e così aveva deciso di riprenderlo. Sendo rise e distolse gli occhi. Improvvisamente la sua attenzione fu attratta dagli occupanti di un tavolo non troppo lontano.
"Kaede, ma quelli non sono il do'aho e Kogure?"
Il compagno si voltò lentamente. Sì, erano loro, e Sakuragi sembrava strano... rosso in viso e agitato. Gli voltò di nuovo le spalle e cominciò a sorseggiare la propria bibita.
Akira continuava invece ad osservare quei due. Si era accorto benissimo degli sguardi insistiti che il rossino rivolgeva al loro tavolo... a Rukawa a dir la verità.
Decise di tenere per sé quella osservazione. Non aveva voglia di suggerire concorrenti quando ancora, fortunatamente, non erano conclamati.
"Hanamichi, andiamo via, domani dobbiamo andare a scuola... abbiamo bisogno di dormire..."
L'altro alzò le spalle:
"Davvero hai bisogno di dormire? Non è che vuoi andare da Mitsui?" e cominciò a ridere sguaiatamente.
Kogure arrossì:
"Sta zitto! Ti sentiranno tutti..." l'amico era completamente ubriaco, ci mancava solo che cominciasse a dare spettacolo... magari uscirsene con quello che gli aveva confidato!
Hanamichi si fece improvvisamente triste:
"Kogure, non sai come mi senta a vederlo così indifferente..."
L'amico gli sorrise.
"Ti capisco. Anche per me è stato duro, prima di capire che Hisashi mi ricambiava... beh, è stato un periodo terribile!"
"Ma poi è finita bene..." mormorò Sakuragi amaramente.
"Non buttarti giù. Non ho mai visto Rukawa interessato a una ragazza..."
"Se è per questo, è interessato solo al basket!" e scoppiarono entrambi a ridere.
Rukawa si voltò sentendoli sghignazzare. Che diavolo avevano quei due da ridere tanto? Ma che gliene importava a lui poi?
"Akira, ho sonno..."
"Vuoi che ti porti a letto?" gli rispose il porcospino, sorridendo maliziosamente.
In risposta ebbe uno sguardo inceneritore.
"Ok, scherzavo. Vuoi che andiamo via?"
"Mph"
Dal Juke Box partì una vecchia canzone. Era già un po' di tempo che l'area libera del locale veniva usata come pista da ballo da alcuni ragazzi e ragazze. Adesso però, a interrompere la sequenza di canzoni rock, era partita la dolce 'Careless Whisper'e alcune coppie cominciarono ad abbracciarsi dolcemente.
A Sakuragi girava la testa. Forse aveva davvero ecceduto con l'alcool!
Però era davvero bella quella canzone... una volta, quando era molto piccolo, si era svegliato di notte e aveva scoperto i suoi genitori ballare teneramente abbracciati sulle note di quel motivo.
Gli spuntarono le lacrime, ma furtivamente se le asciugò con il dorso delle mani.
"Hanamichi, dai, andiamo..." lo implorò Kogure.
"Aspettami un momento... devo fare una cosa..."
Kogure sospirò rassegnato.
Sakuragi si alzò, barcollante. Dovette appoggiarsi al tavolo per non cadere, ma riuscì a riacquistare l'equilibrio.
Con passo incerto si avvicinò al tavolo di Rukawa e Sendo.
"Ehi Kitsune, come è andato il tuo appuntamento..." urlò dando una manata violentissima sulla spalla del moretto.
"Do'aho. Sei ubriaco" rispose l'altro respingendogli il braccio.
"No, non è vero! solo un bicchiere... hic! Ehm... scusa" voltò volutamente le spalle al giocatore del Ryonan "Allora ti diverti?"
"Fin quando non sei arrivato."
"La solita Kitsune! Dai, vieni..." lo strattonò per un braccio, costringendolo ad alzarsi.
Sendo si sollevò dalla sedia:
"Che cazzo vuoi, scimmione? Lascialo!"
"Vaffanculo. Togliti dai piedi, porcospino idiota"
Rukawa nel frattempo li guardava gelidamente... ma che cavolo stavano facendo quei due? E poi quel deficiente lo teneva stretto per un braccio...
Sakuragi riportò l'attenzione sull'oggetto dei suoi sogni.
"Vieni" e lo trascinò sulla pista da ballo.
"Lasciami, idiota, che cavolo stai facendo..."
Ma Sakuragi lo aveva abbracciato e si dondolava su di lui al ritmo lento della canzone.
Rukawa divenne paonazzo... poi cercò di divincolarsi da quella stretta micidiale, ma il suo compagno non lo lasciava... era una strana sensazione quella di sentire il corpo di quel deficiente così vicino al proprio...
Tutti li stavano guardando... Rukawa riuscì finalmente ad allontanarsi assestando un pugno nello stomaco del rossino... alcune ragazze cominciarono ad emettere risolini isterici vedendolo così vicino, così bello...
Tutto questo contribuì a mandare in bestia Sakuragi, che con un ultimo strattone brusco riuscì a riattirarlo a sé... i loro visi si ritrovarono a pochi centimetri... e il rossino non seppe resistere... uno scatto in avanti e le sue labbra furono su quelle dell'altro... i loro respiri uniti...
Durò poco... un pugno nello stomaco... una ginocchiata dove fa più male... parole accompagnate da uno sguardo di odio mentre una mano veniva portata a pulirsi la bocca:
"Sei un verme, do'aho!"
E poi un altro pugno, un altro sguardo, altre parole:
"Scordatelo, scimmia... non sei degno di lui!"
Una notte insonne... i postumi di una sbornia... fosse stato solo quello! Sakuragi fissava il soffitto e ripensava a quello che aveva combinato... Un bacio, fugace, ma che gli aveva dato modo di confermare tutti i propri sogni su quella bocca tanto agognata... Sì, una bocca morbida, profumata... se solo fosse durato di più... se solo fosse riuscito a fargliela dischiudere... E poi quel corpo attaccato al suo... bruciava al solo ricordo... ma poi era giunto quel gesto di disgusto... quelle parole di disprezzo...
E Sendo... sempre tra i piedi, appiccicato a Rukawa come una sanguisuga! Si girò nel letto... avrebbe cercato di scusarsi... non poteva finire tutto così...
Sicuramente sarebbe stato duro... umiliante... doverlo affrontare... ma doveva farlo. Non avrebbe resistito ancora con quell'ultima immagine nella mente.
Rukawa era arrivato a casa. Ovviamente non c'era nessuno ad attenderlo. La mamma non la ricordava quasi più, era morta in un incidente stradale quando lui non aveva che sei anni, e il padre, per vincere quel dolore che lo aveva dilaniato, si era gettato nel lavoro, trascorrendo la quasi totalità del proprio tempo tra Tokio e New York. Ma non era un padre assente. Kaede sapeva quanto il padre gli volesse bene, però sapeva anche che solo quell'attività frenetica, quel lavoro di alta responsabilità lo avevano salvato dal suicidio.
Era stanco. Non gli piacevano gli avvenimenti mondani, e poi Sendo a volte era snervante. Si versò del succo d'ananas in un bicchiere e si andò a sedere sul divano, accese la televisione. Sì, Sendo si ostinava a non capire... Con un sospiro pensò che il giorno seguente avrebbe avuto il compito di Storia... ma, forse avrebbe dovuto studiare... Scosse la testa... studiare a quell'ora! Come diavolo gli era venuto in mente...
Lo sapeva, si conosceva. I tanti dialoghi con se stesso lo avevano portato ad una piena conoscenza delle proprie reazioni: stava cercando ogni scusa per evitare di pensare a cosa era successo con quel demente di Sakuragi. Ma perché?
Quella scimmia rossa lo aveva trascinato sulla pista, aveva cercato di ballare con lui. Rukawa chiuse gli occhi... forse aveva provato qualcosa di particolare? No, non gli sembrava. Aveva sentito il calore del corpo dell'altro, ma il desiderio era stato solo allontanarsene il più possibile. E quel dannato bacio? Sakuragi aveva schiacciato le labbra sulle sue... era stato un bacio violento, aveva sentito la lingua del rossino premere contro i propri denti. Tentazione di rispondere? No. Solo una improvvisa pena, un bruciore agli occhi... poteva significare qualcosa? Non lo credeva... provava solo rabbia per quel demente ubriaco e spudorato... cosa aveva fatto? Aveva cercato di umiliarlo oppure era realmente innamorato di lui? Era davvero ubriaco, era davvero solo ubriaco?
Era questo che lo faceva andare in bestia... il non sapere come interpretare quel gesto... il non sapere come reagire...
Il giorno seguente, a scuola, Sakuragi fece di tutto per evitare Rukawa. Ovviamente cercava di osservarlo, ma sempre senza farsi scorgere. Cercò di evitare anche Kogure.. davvero non aveva voglia di parlare di quello che era successo, ma soprattutto aveva paura di perdere quel po' di coraggio che era riuscito a racimolare per affrontare il volpino.
Arrivò tardi agli allenamenti, in modo da potersi cambiare con comodo, da solo, senza la necessità di sostenere quello stupido ruolo di sbruffone che si era ritagliato.
Uscendo dallo spogliatoio quasi si scontrò con Kogure. Il quattr'occhi gli sorrise dolcemente, poi gli strizzò l'occhio mormorandogli un 'in bocca al lupo'.
Hanamichi arrossì. Era stato ingiusto a non volergli parlare, quella mattina, però... però sapeva di essere in una situazione così delicata che sarebbe bastato poco per scappare a casa e far finta che nulla fosse successo.
Gli allenamenti andarono come al solito, anche se la verve di Sakuragi era notevolmente sottotono. Pochi scherzi, forzati, e parecchia fatica. La manager della squadra e Akagi lo guardavano soddisfatti: possibile che l'insopportabile rossino stesse finalmente maturando?
Kogure e Mitsui erano invece un po' preoccupati: speravano che le cose si risolvessero per il meglio, che per Kogure significava una folgorazione di Rukawa e un romanico happy end, mentre per Mitsui che i due si chiarissero e tornassero a comportarsi come prima, e che Sakuragi ricominciasse a spronare la squadra.
E Rukawa? Rukawa correva, tirava, faceva punti su punti...
"Partita!" urlò Akagi.
I giocatori furono divisi in due squadre. Sakuragi si ritrovò nella stessa della Kitsune, ma questo non modificò il suo modo di comportarsi. Tra loro c'era l'indifferenza più completa, e del resto questo era tutt'altro che insolito, nonostante l'obiettivo della squadra dovesse prevalere sui rapporti personali. Comunque vinsero, del resto Kaede Rukawa non avrebbe mai accettato una sconfitta!
Tutti si diressero verso gli spogliatoi. Tutti tranne il volpino, che rimase per il solito allenamento supplementare. Sakuragi si lavò e vestì lentamente. Quando ebbe finito, era rimasto solo nella stanza.
Anche attraverso la porta chiusa continuava a sentire i rimbalzi del pallone sul parquet. Rukawa era ancora là, instancabile. Il rossino respirò profondamente e chiuse gli occhi: doveva raccogliere tutta la propria forza di volontà per affrontare quel pezzo di ghiaccio, anche perché sapeva che questi non gli avrebbe dato il minimo aiuto...
Raccolse il borsone da terra e rientrò nella palestra...
Rukawa stava provando i tiri da tre... tutto sembrava semplice quando aveva il pallone tra le mani. Recuperò la sfera e tornò a tirare, allontanandosi ancora dal canestro. Centro, di nuovo.
Si asciugò il sudore con la fascetta che portava intorno al braccio e si girò per cercare il pallone più vicino... e lo vide. Il rossino non se ne era andato, era lì che lo osservava...
Rukawa si chinò a raccogliere la palla e fece un altro tiro... canestro.
"Ti devo parlare" Sakuragi aveva tentato di far uscire una voce sicura, burbera, e invece gli uscì un suono un po' stridulo.
Un altro tiro, un altro centro.
"Mi stai ascoltando?"
Di nuovo nessuna risposta.
Hanamichi stava cominciando ad alterarsi.
"Insomma, ti sto parlando!" urlò strappandogli il pallone di mano.
"Che diavolo vuoi, ancora, do'aho?" il tono era basso, gelido, arrogante.
Sakuragi si allontanò immediatamente, voltandogli le spalle.
"Baka! Io... io volevo... insomma, volevo scusarmi per ieri sera..."
"Davvero!? Beh, l'hai fatto. Ora vattene" e riprese a tirare.
"Idiota di una Kitsune! Non ho finito..." si interruppe per raccogliere le idee, poi riprese "Io non so cosa mi sia successo... insomma non avrei mai fatto una cosa simile!"
Rukawa provò un altro tiro. Era stranamente triste... si sentiva... si sentiva come derubato di qualcosa...
"Insomma, dovevo essere proprio ubriaco... ecco, sì, ero ubriaco."
"Ho capito, ora puoi andartene." Sorrise, era sicuro che Sakuragi avrebbe detto di essere ubriaco.
Il rossino rimase a fissarlo per qualche istante, poi raccolse la propria roba e si diresse verso la porta. Appena prima di varcarla si fermò. Non si girò, ma un desiderio inarrestabile di chiarezza, e forse un po' di ingenuità, lo portarono ad esclamare:
"No, non è vero..."
C'era un silenzio che si sarebbe potuta sentire volare una mosca. Rukawa si bloccò proprio mentre stava per insaccare l'ennesimo tiro impossibile.
"Non è successo perché ero ubriaco... In un modo o nell'altro sarebbe successo comunque... prima o poi"
Ci fu un attimo di silenzio, poi le parole più difficili:
"Ti amo, stupida Kitsune, anche se a te non importa niente di me, anche se, oltre ad odiarmi, ora ti farò anche ribrezzo. Non posso evitarlo, mi è successo di innamorarmi di te, e non sai quanto sia stato difficile ammetterlo anche con me stesso..."
Rimase fermo, senza voltarsi. Solo il rumore di un nuovo tiro del compagno, rumore che gli spezzò qualcosa dentro perché simbolo dell'indifferenza di Rukawa, lo portò ad abbandonare tristemente la palestra.
Rukawa interruppe l'allenamento. Quello scimmione rosso aveva detto di amarlo... no, non se lo era immaginato, lo aveva detto davvero. Doveva essere costato molto a quello sciocco ammettere una cosa simile, soprattutto quando 'l'altro' era il suo peggior nemico!
Era stata una dichiarazione diversa da quella di Sendo, molto più sofferta. Rukawa si sentiva triste, non a disagio, o imbarazzato, o stupito... Cosa gli stava succedendo? Abbassò la testa sulle ginocchia: fino a poco tempo prima la sua vita era stata semplice, ordinata... partite e allenamenti. E ora cosa volevano tutti da lui? Scosse la testa, si alzò. Fece un ultimo tiro, perfetto... come sempre. A volte si sentiva un robot, aveva paura di essere privo di sentimenti. Ma non quella sera... quella sera qualcosa si era smosso, anche se non sapeva ancora cosa.
Hanamichi camminava lentamente verso casa. Ebbene, si era dichiarato. Non era stato facile, però aveva detto la verità. Questo lo faceva sentire bene. Certo, se quel baka lo avesse corrisposto sarebbe stato meglio, ma una strana eccitazione, uno strano ottimismo gli fece alzare la testa. Si asciugò le ultime lacrime e guardò le stelle che illuminavano il cielo limpido: per la prima volta da quando aveva scoperto in sé quello strano sentimento, era convinto di poter raggiungere lo scopo. Se aveva avuto il coraggio di confessare i propri sentimenti, avrebbe avuto anche la forza di costringere quell'altero moretto a corrisponderlo, magari permettendogli di conoscere le proprie migliori qualità... Come poteva pretendere che Rukawa lo amasse se il massimo della propria affettuosità era stato chiamarlo freezer, baka, volpe spelacchiata? Ce l'avrebbe fatta... e nella notte silenziosa si sentì echeggiare il suo grido liberatorio:
"CE LA FARO'! IO SONO IL TENSAI !!!!!!!!"
In realtà i giorni successivi furono piuttosto strani: nonostante il proposito di Hanamichi di avvicinarsi gradualmente a Rukawa, le cose andarono diversamente. Agli allenamenti era così più facile stargli lontano, osservare la perfezione delle sue mosse dalla ragguardevole distanza di mezza palestra, che il tentativo di farsi conoscere meglio fu sospeso.
Gli altri membri della squadra si accorsero però che qualcosa di strano stava succedendo: quello scimmione di Sakuragi non rideva e scherzava quasi più con loro, invece si impegnava molto negli allenamenti. Stava diventando 'responsabile', e forse in questo modo perdeva una delle sue grandi doti: la capacità di far sembrare semplici le cose, riuscendo a convincere anche gli altri.
Anche Rukawa si era accorto di questo cambiamento. Sinceramente non sapeva se associarlo a quello che era successo tra loro, però era contento che il rossino si impegnasse di più, che affrontasse più seriamente gli allenamenti, anche se un po' sentiva che gli mancava l'atteggiamento sbruffone di quel
do'aho.
I giorni passavano e si avvicinava il campionato studentesco. Le sedute in palestra erano sempre più dure, e la vita di tutta la squadra ormai si esauriva nel basket. Una sera Hanamichi uscendo dallo spogliatoio fu colpito sulle gambe dal pallone sceso dal canestro. Lo raccolse, e girandosi vide che era Rukawa che stava tirando.
Il moretto si bloccò, Hanamichi cercò di conservare il sangue freddo e gli lanciò la palla. Poi si avviò verso l'uscita.
"Sakuragi..." era strano... non lo aveva neanche chiamato do'aho! Hanamichi si voltò stupito.
"Ti stai impegnando molto... ne sono contento..."
"Non lo faccio per te!" replicò burbero, anche se in realtà era felice delle parole di quella volpaccia.
"Lo so, ma hai trovato la strada giusta per diventare un vero giocatore di basket... solo..."
"Solo?"
"Non diventare troppo serio... non si addice ad un do'aho!" e tirò verso il canestro.
"Baka kitsune!" Hanamichi recuperò in un attimo il vecchio atteggiamento "Il Tensai sa essere serio quando deve e esilarante quando è il momento! Critiche da un freezer... stupida kitsune silenziosa..." e uscì dalla porta continuando a borbottare.
Rukawa accennò un impercettibile sorriso... Era contento che quello stupido scimmione non avesse perso del tutto il suo carattere estroverso... di volpi silenziose ne bastava una!
Intanto Hanamichi era al settimo cielo... Rukawa gli aveva fatto dei complimenti! E poi aveva detto... beh, non proprio detto ma si capiva comunque, che gli piaceva il suo carattere estroverso! Rise... forse sarebbe riuscito a mettere la volpe in trappola!
"Domani comincia il campionato" Akagi e Ayako avevano radunato la squadra per le ultime raccomandazioni "Ci sono molte squadre forti, lo sappiamo, ma se pensiamo di essere inferiori a qualcuno, possiamo anche evitare di presentarci. Io sono sicuro che siamo in grado di battere chiunque..." fu interrotto da Sakuragi che urlò: "Certo! Nessuna di loro può vantare l'unico Tensai del Basket mondiale!" ma una sventagliata della manager riuscì a riportare il silenzio.
"...allora, dicevo che possiamo farcela. L'unica cosa che raccomando è il gioco di squadra, sempre!"
La squadra rispose con l'urlo rituale, poi andarono tutti a cambiarsi.
Sakuragi si sentiva stranamente nervoso. Di partite ne avevano giocate tante, ma queste erano le più importanti. Uscì dallo spogliatoio per ultimo. Trovò Rukawa ancora ad allenarsi.
Lo vide saltare... volare verso il canestro e rimase lì, come imbambolato. A risvegliarlo fu la voce fredda dell'altro:
"Un uno contro uno, do'aho?" lo sfidò.
Hanamichi lo fissò stupito. Era dalla dichiarazione che non si era più avvicinato a Rukawa tanto da poterne sfiorare il corpo.
"Il Tensai ti umilierà..." rispose digrignando i denti.
Cominciarono a giocare. Il rossino stava miseramente perdendo. Aveva troppa paura di toccare quella pelle diafana per giocare seriamente.
"Se marcherai così Sendo, è totalmente inutile che scendiamo in campo! Insomma, vuoi cercare di togliermi questa palla?!" il moretto cominciava ad alterarsi. Non gli piaceva quell'atteggiamento da parte di un giocatore di basket.
"Te la sei voluta!" il rimprovero, unito al ricordo di quel viscido verme di Sendo, riuscì a scuoterlo.
La partita divenne seria. Ovviamente il risultato non fu mai in discussione, però ora era più difficile per Rukawa segnare i punti.
Ad un certo punto, nel mezzo di un tentativo di blocco, caddero tutti e due sul parquet. Rukawa sotto e Sakuragi sopra.
Il rossino non seppe resistere alla tentazione di quel corpo immobilizzato dal proprio... con le dita scostò i capelli dal volto del compagno... poi scese con le labbra sul collo bianco e sottile. Non gli importava che l'altro si accorgesse della sua ingombrante eccitazione, non voleva vedere quale espressione si fosse disegnata su quello splendido volto...
Rukawa era scioccato, perché non lo allontanava, perché lasciava che quella bocca gli facesse provare quei brividi... ma alla fine si riprese:
"Hanamichi... ti prego... lasciami..." gli mormorò nell'orecchio.
"Perché... non posso... ti amo" gli bisbigliò l'altro infilandogli le mani sotto la maglietta.
"Do'aho! Smettila... io..."
"Anche tu mi ami... non mentire!" il rossino era ormai completamente partito.
La kitsune gli allontanò il viso con le mani:
"Ascoltami... facciamo finta che tutto questo non sia mai successo..."
Sakuragi si drizzò in piedi, aveva le lacrime agli occhi:
"Già, è più semplice, vero?" stava soffrendo come mai gli era capitato in vita sua "Sei un vigliacco, Kaede Rukawa, e la tua paura la stai facendo scontare a me..." gli voltò le spalle, lasciando la palestra silenziosa.
"Forse. Forse hai ragione, do'aho..." mormorò Rukawa, ormai solo.
Il torneo cominciò il giorno seguente. I primi turni non furono molto impegnativi, anche se Akagi continuò a lamentarsi, come al solito. Ma quello che lui vedeva e che agli altri sfuggiva, ingannati dai facili successi, era che mancava quel gioco di squadra che lui aveva tanto raccomandato.
Lo Shohoku sembrava una squadra composta solo da individualità. Nonostante il tentativo di
Riyota e di Mitsui di dare un gioco organico, non appena la palla raggiungeva le mani di Rukawa o di Sakuragi si assisteva al più classico degli 'uno contro tutti'. Contro le squadrette non era un problema, ma ormai si era ai quarti di finale, e solo questo non sarebbe bastato per portare a casa la vittoria.
Ayako, al margine del campo, osservava l'allenamento. Era la sera precedente allo scontro con il Toryo. Il liceo Toryo aveva presentato una squadra che aveva colpito tutti per il gioco spumeggiante, e quindi costituiva un ottimo banco di prova per saggiare le potenzialità dello Shohoku... e Ayako era preoccupata. Ovviamente dal punto di vista delle individualità, le due squadre non erano confrontabili, ma l'entusiasmo e l'unione che c'erano nel Toryo, era parecchio tempo che non si vedevano nello Shohoku... Per un momento fu distratta da uno dei soliti canestri di Rukawa… era un peccato anche per lui, per la sua crescita, pensò la manager. Il giocatore ideale doveva giocare 'in' un gruppo e 'per' la squadra... così invece rischiava di fornire sterili prove di virtuosismo. Se solo lui e Sakuragi fossero riusciti ad andare un po' più d'accordo! Ayako non poté che scuotere la testa... che caratteri impossibili avevano quei due!
Comunque entro poche ore avrebbe saputo quali erano le capacità e le possibilità della squadra. Non restava che aspettare...
Gli spalti della palestra erano gremiti. La stragrande maggioranza del pubblico era a sostegno dello Shohoku, ma anche il Toryo aveva una buona rappresentanza.
La partita cominciò tra le urla delle ragazzine impazzite per la stella dello Shohoku, il glaciale numero undici, Kaede Rukawa.
Erano già schierati in campo quando Sakuragi si permise di lanciare un'occhiata al proprio compagno: eccolo lì, sicuro come sempre, tranquillo come se la gara non lo riguardasse... Eppure durante il gioco diventava un'altra persona, pronto a scattare felinamente su ogni palla.
Le grida di quello stupido fan club cominciarono a far arrabbiare il rossino: era possibile che non si stancassero mai? Era mai possibile che non si decidessero a lasciarli in pace?
La partita entrò subito nel vivo, e dai primi attacchi si vide che il Toryo non aveva alcuna intenzione di fare lo sparring partner. Lo Shohoku riuscì a non farsi distanziare solo grazie ai micidiali attacchi di Rukawa, anche perché il resto della squadra appariva un po' frastornato. Mitsui tentava spesso il tiro da tre, anche perché era un modo per scavalcare la difesa avversaria sempre ottimamente piazzata, ma spesso li falliva, e Sakuragi in difesa veniva regolarmente superato. Sotto di cinque punti a tre minuti dalla fine, il terrore si dipinse negli occhi di Akagi: possibile che tutto dovesse finire così? Che tutti i loro allenamenti portassero a questa figura miserrima? Guardò i compagni di squadra: spauriti, frastornati, incapaci di reagire. Solo Rukawa giocava come sempre, ma come sempre era Rukawa che giocava per Rukawa, senza aiutare gli altri, senza essere aiutato dagli altri.
Improvvisamente il giocatore migliore del Toryo cadde malamente a terra per un contrasto di Mitsui. La smorfia di dolore e le mani premute sul ginocchio fecero capire subito che la sua partita era finita. Senza quel compagno, e ormai in debito di ossigeno, i giocatori del Toryo dovettero rallentare il ritmo. Lo Shohoku rimontò, e vinse con uno scarto di tre punti.
Quando la sirena decretò la fine del match, nessuno di loro ebbe il coraggio di esultare: non avevano meritato quella vittoria, erano passati alle semifinali sull'infortunio di un avversario... Scuri in volto non si scambiarono una parola, e due giorni dopo ci sarebbe stata la semifinale con il Kainan....
"Che succede, Kaede?"
Il moretto, scuro in volto, era davvero abbattuto.
"E' stata una partita vergognosa, abbiamo giocato da schifo..."
Sendo rise:
"Non essere tragico. L'ho vista, la partita. Sei stato bravissimo, come sempre!"
"Sono stanco di essere bravissimo da solo..."
"Non puoi pensare che tutti possano giocare come te!"
"Non è questo che intendo. Akagi e Ayako hanno ragione, io gioco per me, non per la squadra. Avremmo potuto battere il Toryo di 20 punti, e invece fatichiamo perché giochiamo sull'individualità. Tu... voi non giocate così."
"E' anche tanto che giochiamo insieme... Ora sei stanco, probabilmente non capisci che l'unico errore è stato aver sottovalutato la partita, con il Kainan questo non potrà accadere, e tornerete a giocare alla grande, così potremo incontrarci in finale..." e Sendo appoggiò il braccio intorno alle spalle dell'amico.
Rukawa non lo respinse. Aveva bisogno di un amico, di qualcuno con cui parlare... o forse che potesse comprendere anche i suoi silenzi.
"Senti, Kaede... ma con Sakuragi come stanno le cose? In campo vi ignorate..." Sendo aveva paura nel fare quella domanda, ma preferiva sapere.
"E' un do'aho."
"Un do'aho innamorato di te?" Sendo sorrideva, ma gli si stava stringendo il cuore nel pronunciare quelle parole.
"E' un impulsivo, non bisogna dar peso alle cose che dice!"
"Non sottovalutare mai i sentimenti di una persona..."
"Cos'è, mi spingi tra le sue braccia, adesso?" Kaede mormorò gelidamente.
"Sai bene che non potrei, però se uno come la scimmia rossa dice di amarti, deve essere proprio cotto. Non è il tipo da accettare un sentimento del genere con facilità..."
"E' quello che mi ha detto."
"E poi accetta un altro consiglio: cerca di capire anche cosa provi tu...."
Rukawa si voltò stupito a guardare l'amico: possibile che fosse così evidente la propria confusione? Ma Sendo non gli lasciò possibilità di replica.
"Forza, un uno contro uno, campione. Non ti lascio tornare a casa in queste condizioni!"
Rukawa gli sorrise. Perché non si era innamorato di Akira, lui sì che sarebbe stato un compagno ideale!
La sera della semifinale la palestra era stracolma. Tutti i ragazzi della scuola si erano fatti un dovere di andare a sostenere i compagni impegnati nel torneo.
Chiusi nello spogliatoio, i giocatori aspettavano il momento dell'ingresso sul campo.
"Ragazzi, non mi fate sprecare il fiato... cerchiamo di giocare bene: possiamo anche perdere, ma non voglio più vedere una partita come quella contro il Toryo!" Akagi riprovò a spronarli.
Mentre raggiungevano il campo, Ryota si avvicinò a Rukawa:
"Ieri ti ho visto giocare con Sendo, giù al campetto del parco... spero che tu no gli abbia rivelato i nostri segreti di gioco!" e rise come un cretino.
Sakuragi, che era lì vicino lo sentì, e non poté fare a meno di rivolgere a Rukawa uno sguardo furente, ma la volpe non disse niente a nessuno dei due. Stava per cominciare la partita e stavolta ogni loro errore sarebbe stato castigato... e invece lui doveva vincere!
La partita cominciò, purtroppo, sulla falsa riga della precedente. Stavolta, però, sebbene costretti ad inseguire, i giocatori dello Shohoku mostrarono più carattere. Rukawa e
Ryota orchestrarono delle belle azioni in contropiede e Sakuragi riuscì ad avvicinarsi di più alla zona di attacco... anzi, ad un certo punto Rukawa, probabilmente per sbaglio, gli fornì un bellissimo assist per una schiacciata che scatenò l'entusiasmo del pubblico. Il rossino si voltò verso il compagno per ringraziarlo, ma no poté perché questi gli dava le spalle, già preso dalla nuova azione di gioco.
A venti secondi dalla fine lo Shohoku era sotto di un punto: Mitsui riuscì a recuperare la palla all'attacco del Kainan... i secondi passavano... Rukawa era placcato, Sakuragi sembrava più libero... era un rischio, ma Mitsui decise di passarla a lui...
Il pubblico tratteneva il fiato, Ayako chiuse gli occhi, mentre Akagi malediceva mentalmente il giorno in cui il rossino era stato accettato in squadra.
Quello che tutti sapevano, infatti, era che Sakuragi avrebbe rischiato il tutto per tutto, da solo, anche se si fosse trovato in difficoltà.
Hanamichi, completamente inconsapevole del panico che stava causando, si avvicinò al canestro. Due giocatori avversari erano su di lui... evitò il primo, ma il secondo era parato proprio tra lui e il tabellone... forse se fosse riuscito a beccare proprio quel piccolissimo angolo... ma sì, il tensai poteva farcela e tutto il pubblico avrebbe capito chi era il grande campione... Si preparò al tiro, e proprio quando la palla stava per lasciare le sue mani sentì che stava sbagliando... che il tiro era impossibile e che lo sapeva... sentì il compagno, 'quel' compagno, dall'altra parte del campo e decise in un attimo. Si passò la palla dietro la schiena e lo smarcò... Ora non gli restava che ammirarlo, insieme a tutti gli altri...
La volpe afferrò il pallone, si liberò facilmente del difensore avversario... saltò, leggero come una farfalla, e... insaccò.
La sirena finale fu coperta dal boato del pubblico... erano in finale! Lo Shohoku aveva superato il fortissimo Kainan!
Tutti i compagni furono sopra a Rukawa, per festeggiare. Anche Sakuragi ricevette parecchi complimenti, ma il vero campione era l'altro, e anche lui ne era consapevole... Si avviò prima di tutti nello spogliatoio, e non aspettò nessuno per andare a casa.
Era contento, aveva capito cosa era il gioco di squadra, e nello stesso tempo era un po' malinconico... Avrebbe voluto anche lui festeggiare l'amico, ma troppe cose si erano incrinate tra di loro. Si scoprì a rimpiangere i tempi dei pugni e degli insulti... ora poteva ammirarlo solo da lontano.
Chissà, magari quella sera la Kitsune avrebbe festeggiato con Sendo...
Rukawa si voltò cercando il compagno di squadra. Lo vide dirigersi verso lo spogliatoio. Quando riuscì a raggiungere le docce Sakuragi non c'era più...
Voleva ringraziarlo, e invece quello stupido scimmione non gliene aveva dato l'occasione.
Si lavò e vestì in fretta. I capelli erano ancora umidi mentre pedalava velocemente sulla strada buia.
Era arrivato... la casa doveva essere quella. Suonò il campanello.
Hanamichi era stanco... chi diavolo poteva essere, proprio quella sera? Svogliatamente raggiunse il portone. Aprì e... si ritrovò davanti proprio la persona a cui stava pensando!
"Che diavolo vuoi, kitsune!"
"Do'aho..."
L'inizio non era certo dei più promettenti!
"Insomma?"
"Beh... sono venuto a ringraziarti per... insomma, sei scappato dopo la partita! Volevo dirti che lo so che per te non è stato facile lasciarmi quell'ultimo tiro..."
"Sapevo che non ce l'avrei fatta, dalla mia posizione. Dovevamo vincere, tutto qui... si chiama 'gioco di squadra ' "
"Lo so. Comunque grazie" Rukawa tremava dal freddo, i capelli erano ancora umidi, e se fosse rimasto ancora all'aperto si sarebbe preso una bella influenza...
"Vabbè, ciao. Ci vediamo domani..." mormorò, incapace di rivelare che quello non era l'unico motivo per cui lo aveva inseguito fino a casa, ma Sakuragi lo tirò dentro per un braccio.
"Sei proprio un baka kitsune. Hai i capelli bagnati... vieni ad asciugarli..." vedendo l'altro arrossire, aggiunse: "Non ti preoccupare, non ti violenterò..."
Rukawa si liberò di sciarpa e cappotto e seguì l'altro nel soggiorno. La casa era piccola, ma carina. Rispecchiava abbastanza il carattere esuberante del proprietario, tutta piena di manifesti colorati e di riviste e cd sparsi su tutti i mobili.
"Non far caso al disordine... non mi piace far le pulizie..." non riuscì a terminare la frase perché si ritrovò le braccia dell'amico che lo stringevano da dietro, mentre baci leggeri gli si posavano sul collo...
Sakuragi non poteva credere a quello che stava succedendo. Si voltò sempre rimanendo nell'abbraccio di Rukawa, e lo guardò negli occhi. Aveva paura di lasciarsi andare, aveva paura di un'altra delusione:
"Dovremo dimenticare anche questo, dopo?" chiese con tono falsamente ironico.
"Smettila, do'aho..." e stavolta il bacio fu sulla bocca, lungo, appassionato....
Il rossino aveva represso per troppo tempo la propria passione, così non seppe resistere. Prese fra le braccia l'amico e lo portò sul divano. Gli si stese sopra e cominciò ad esplorare con le mani quel corpo meraviglioso, mentre con le labbra lo riempiva di piccoli baci.
"Ti amo, Kaede" si stupì nel non sentire una replica adeguata, ma rialzando lo sguardo verso il viso della volpe, vide che questi stava sorridendo.
"Che diavolo hai da ridere durante un attacco romantico-passionale del mitico tensai?" chiese spazientito.
"Do'aho. E' che forse dovremmo rivedere alcune cose..."
"Per esempio?"
Con un colpo di reni, Rukawa ribaltò le posizioni...
"Anche a me piace stare sopra..."
Il rossino scosse la testa... gli era sembrato troppo semplice!
"E poi non sono sicuro se preferire te o Sendo..."
"Brutto bastardo! Vattene immediatamente!" gli urlò Hanamichi, trattenendogli, però, saldamente i polsi.
"Ma forse potremmo fare un tentativo, che ne dici?" continuò Rukawa, chiudendogli la bocca con la propria.
Hanamichi stava impazzendo. Non credeva che potesse essere così bello stare con quella volpaccia spelacchiata...
"E quando ti saresti accorto di essere follemente innamorato del Tensai?" gli chiese per provocarlo.
"Innamorato? Non mi sembra di aver mai detto di esserlo..." era troppo divertente provocare quella scimmietta rossa!
"Smettila di prendermi in giro!" Sakuragi adesso era proprio arrabbiato!
"Allora non fare domande idiote. A un certo punto ho capito che non ti consideravo proprio disgustoso... " dovette parare un diretto al viso, ma continuò "Comunque il coraggio per riconoscere che non mi dispiacevi..."
"...che mi ami..."
"...che non mi dispiacevi, questo coraggio me lo ha dato Sendo. Dovresti ringraziarlo" e lo baciò di nuovo.
"Ok, lo ringrazierò dopo che lo avremo battuto in finale!"
"Ok".
Si dedicarono ancora per parecchio tempo a coccole e carezze, poi Hanamichi si alzò.
"Dove diavolo vai, do'aho?" gli chiese Rukawa, rimanendo sdraiato sul divano con la camicia ormai completamente slacciata.
"Avevamo lasciato qualcosa in sospeso, non ricordi?" il rossino armeggiò con lo stereo poi afferrò le mani dell'altro costringendolo ad alzarsi.
"Mi concedi l'onore di questo ballo?" gli chiese scherzosamente, sebbene un certo rossore gli si diffondesse sul viso. Partirono i primi accordi di 'Careless Whisper'.
Kaede sorrise, e i due ragazzi cominciarono a ballare tenendosi dolcemente abbracciati.
Fine
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