Disclaimer:I personaggi sono miei ed ho il diritto di farci quello che mi
pare
Giochi per adulti
di Ljlith
Parte 5/?
Mi
allontano controvoglia dall’appartamento di Kayvon e mentre cammino per
quelle strade semi sconosciute cerco di trovare un senso a quello che ho
fatto…
Mi sono reso sì conto di essermi innamorato di lui, ma ogni innamorato di
solito cerca di conquistare la persona amata, di poter condividere con lei
ogni giorno, minuto ed ora della propria vita..
Allora perché invece di lottare per averlo solo per me, fuggo da lui…
Perché non sono capace di fare una cosa tanto semplice come confessargli i
miei sentimenti
Dopotutto lui ha detto di essersi innamorato di me solo ieri sera e
nonostante io conosca già quello che prova per me, nonostante io sappia già
di avere delle buone possibilità, me ne vado…
Non tento neppure…
Non è da me una reazione del genere….
Solitamente mi butto a capofitto anche nelle imprese più disperate, anche
dove è palese la mia inferiorità e tutto sembra darmi per perdente
dichiarato…
Vinco sempre.
Perché, ora che ho trovato ciò che voglio, ora che ho la possibilità di
avere senza troppi sforzi quello che desidero me ne allontano?….
Quello che provo forse non è così intenso da essere vero e proprio
amore?…
ma l’angoscia che sento perché non posso vederlo, il dispiacere che non
voglio ammettere di provare per la sua infelicità…
un’infelicità provocata probabilmente da un altro…
Le miriadi di sensazioni che mi travolgono quando lo guardo, quando mi
parla, basta la sua presenza a farmi sussultare di gioia, mi scalda il cuore
la sua sola esistenza…
Sono emozioni che personalmente non ho mai provato prima d’ora, ma sono
quelle descritte da tutte le persone a cui ho chiesto quello che provano
essendo innamorate…
E se questo non è amore cosa potrebbe essere?…
Una qualche malattia, un male profondissimo, un sortilegio che mi mangia le
viscere, le carni e che mi brucia l’anima….
Può essere così doloroso l’amore?
E se il dolore è solo anche in minima parte la controparte di quello che mi
aspetterebbe di dolcezze e gioie quanto può essere unico e magnifico questo
sentimento?…
Immerso in questi pensieri ripercorro in senso contrario il dedalo di strade
che mi ha portato fino a casa sua e che ora mi riporterà nella zona del
locale, dove potrò riprendere la macchina per tornare a casa..
Dove forse potrò chiarirmi le idee…
Più mi avvicino al Black Wall, più la possibilità di chiarire i miei
sentimenti mi sembra vana…
Mi guardo attorno in cerca della macchina, cercando di ricordarmi il luogo
dove l’ho parcheggiata, la vedo poco più in là di una Mercedes
argentata, deve essere un modello nuovo perché non lo conosco…
Le passo affianco incuriosito da una novità che non mi aspettavo, conosco
piuttosto bene le macchine e di questo tipo non ne avevo mai vista una…
Ha una linea piuttosto morbida ma ben definita, arrotondata… mentre sono
concentrato a guardare questo gioiellino mi sento toccare ad una spalla..
Solitamente mi accorgo se qualcuno mi si avvicina…
Sta volta ero distratto e mi volto incuriosito…
Rimango letteralmente a bocca aperta
Di fronte a me Kayvon mi fissa con oggi grandi e velati di lacrime, ha il
fiatone ed indossa ancora il pigiama….(^^U)
Lo afferro per le spalle per tenerlo in piedi, sembra che debba cadere da un
momento all’altro, non sembra proprio in grado di reggersi sulle gambe da
solo…
Lui tentenna, continua a guardarmi e alza la mano destra verso di me
Incuriosito la guardo e vedo che stringe dentro al pugno un foglietto..
Ha tutta l’aria di essere il biglietto che gli ho lasciato io sul telefono
Abbassa lo sguardo un momento, apre la mano e con l’aiuto dell’altra lo
apre davanti ai miei occhi, alza il foglio di più e torna a fissarmi con
uno sguardo che definire risoluto è dir poco.
Ripreso un poco di fiato riesce a chiedermi: “Perché?”
…Rimango inebetito dalla domanda e da tutto quello che vuole o potrebbe
significare la sua richiesta..
Abbasso gli occhi in cerca di una risposta appropriata una risposta che
evidentemente le mie scarpe non sanno darmi…
Rialzo piano lo sguardo fissandolo sui suoi occhi e gli chiedo riluttante
”Come perché?
Cosa intendi sapere esattamente di quello che ti ho scritto, cosa ti ha
fatto correre fino a raggiungermi?”
Lui sembra pensare a che parole usare per rispondermi, evidentemente le sta
soppesando per scegliere quelle giuste, oppure neppure lui sa cosa
esattamente voleva sapere con quella domanda..
Mi rendo conto che stiamo attirando gli sguardi di parecchi curiosi e decido
così di trascinarlo via da tutti quelle occhiate indagatrici, lo prendo per
una mano e lo porto fino alla mia macchina, gli apro la portiera dalla parte
del passeggero e gli faccio segno di salire.
Lui sposta lo sguardo da me alla mia macchina, non capisce cosa mi sia
successo tutto d’un tratto.
Lo guardo con dolcezza e gli dico solo:”Ti riporto a casa, se vuoi
possiamo parlare là..”
Lui si guarda attorno e probabilmente solo ora si rende conto di essere al
centro dell’attenzione dei passanti ed arrossisce violentemente.
“Va bene…” e s’infila velocemente in macchina.
Chiudo la portiera mentre lui si accomoda sul sedile del passeggero, faccio
il giro della macchina passandovi di fronte e mi accomodo davanti al
volante, mi volto e lo osservo mentre si rannicchia su se stesso, sembra
quasi che si stia rimpicciolendo, è tenerissimo…
Accendo la macchina e l’avvio sulla strada senza nessuna esitazione, c’è
poca pochissima gente in giro in macchina la domenica mattina, in un attimo
siamo sotto casa sua.
Trovo un parcheggio poco distante dalla palazzina e lascio la macchina
posteggiata in modo da non dover far manovra per riprendere la strada nel
senso giusto per tornare a casa mia.
Chiudo la macchina e lo raggiungo con una mezza corsetta.
Adesso sembra quasi intimidito dalla mia presenza, riprende a camminare
dirigendosi a testa bassa verso il suo appartamento e io lo seguo
silenziosamente pensando già alle possibili risposte che dovrei dargli,
alle domande che potrebbe farmi, a come impostare il discorso, a valutare
l’ipotesi della “dichiarazione”…
Non so se ne sarò capace, non so nemmeno se avrò la possibilità di dirgli
quello che provo..
Che lo amo è giusto che lo sappia, ma non so se sarò in grado di trovare
l’occasione e il momento giusto per farlo..
Apre la porta e io lo seguo all’interno dell’appartamento… mi chiudo
la porta alle spalle e mi dirigo al divano, dando un’occhiata veloce
intorno, sono appena andato via e naturalmente è ancora tutto com’era
quando ho lasciato la casa…
“Allora… perché mi hai scritto quel biglietto? Cosa volevi dire
esattamente?”
Mi volto stupito e ricambio il suo sguardo: “Diretto al dunque, eh?”
“Sì, voglio sapere”
“Cosa esattamente? Quale punto del mio messaggio vuoi che ti chiarisca?”
Lui apre il foglio e lo osserva per qualche istante, sembra rifletterci su
poi rialza lo sguardo e lo punta di nuovo su di me…
“Perché mi hai lasciato il tuo cellulare? Ma soprattutto perché te ne
sei andato a quel modo?”
“Perché sarei dovuto rimanere? Tu eri stanco o forse depresso.
Questo non lo so, so solo che non mi volevi attorno, volevi stare da solo e
io me ne sono semplicemente andato…
Era questo che volevi no?”
Lui sposta lo sguardo sulle sue mani posate sulle ginocchia, evidentemente
ritornando con la memoria a quello che era successo una mezz’oretta fa
circa, cercando di ricordare cos’era esattamente successo quando ci
eravamo visti l’ultima volta.
La lunga pausa che sta facendo può voler dire solo una cosa, che
evidentemente si è reso conto che può aver dato esattamente l’idea di
voler stare da solo e che la mia reazione può essere stata più che logica.
Sul suo viso però stanno passando varie espressioni, è combattuto da
qualcosa, forse non si è ancora reso conto che ho glissato la sua domanda
riguardo al numero di cellulare…
Non credo proprio di poter scampare alla richiesta di spiegazione a tal
riguardo, ma per lo meno ho ancora un po’ di tempo per poter stabilire
come impostare il discorso…
Le tattiche che mi vengono in mente sono molte, tutte plausibili, ma tutte
fin troppo scontate…
Non mi piace pianificare i discorsi, solitamente lascio tutto all’intuito,
a quello che mi detta il momento, la mente, la situazione…
Lui si alza improvvisamente dal divano e si dirige verso l’angolo cottura,
si guarda attorno in cerca di qualcosa, poi sposta lo sguardo verso di me e
guarda sul tavolino che mi trovo di fronte.
Torna a sedersi sul divano, cerca un bicchiere tra la miriade di pietanze
che sono posate sul tavolo e lo riempie di spremuta di succo di pompelmo.
Se lo porta alla bocca e beve il contenuto a piccoli sorsi.
Vedo il suo pomo d’Adamo salire e scendere e vengo quasi ipnotizzato da
quel movimento lento e costante..
Il mio sguardo sale alla sua bocca e al rivoletto di succo che gli sta
tracciando un percorso umido e profumato che scende verso il collo e ancora
giù, piano verso la maglietta chiara che indossa a mo di pigiama…
Deglutisco immaginando il succo percorrergli ogni singolo muscolo,
carezzargli la pelle per lasciargli addosso la sua traccia dorata,
allettante e seducente.
Posa il bicchiere sul tavolino e provocatorio si passa la mano per
asciugarsi, seguendo la scia che la goccia ha lasciato sul suo
bellissimo corpo, senza distogliere lo sguardo dal mio…
Possibile che questo ragazzo cambi così repentinamente il suo carattere?
Prima dolce, poi deciso, quindi dolcissimo e poi diventa spudorato..
Dio! Se non mi sta provocando ora!
Non so proprio che cosa fare!
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