Disclaimer:I personaggi sono miei ed ho il diritto di farci quello che mi pare

Giochi per adulti

di Ljlith

Parte 4/?


Mi sveglio con la luce del sole che batte sul mio viso attraverso le persiane chiuse, la sensazione di pace e benessere che stò provando è del tutto nuova per me…
Mi volto a pancia sotto ed affondo il viso nel cuscino, contento del dove e del quando in cui sono, ignorandoli completamente…
Vorrei tornare a dormire, a sognare qualcosa che ormai si è perso col sonno…
Un rumore mi distoglie da questi pensieri…
Mi giro di nuovo mettendomi a sedere sul letto, mi guardo intorno e scopro di non essere a casa…
Mi ritorna in mente la sera precedente e cercando il mio nuovo amante con lo sguardo non lo vedo da nessuna parte.
Ecco, lo sapevo, lui starà frugando tra le mie cose per scoprire come mi chiamo, chi sono, per potermi tormentare all’infinito per il futuro…
Mi alzo controvoglia e mi dirigo verso la porta che da sul corridoio, la apro piano e scruto fuori per vedere se lo trovo, per scoprire cosa stà facendo e rimango di stucco…
È vicino al divano, in piedi vicino ad un tavolino su cui c’è un telefono… le sue mani sono posate sulla cornetta come se la volessero spingere giù, più giù a soffocarla all’interno dell’apparecchio.. 
Ciò che mi ha colpito non è la scena in sé, ma l’espressione disperata sul suo volto e le lacrime che continuano ad inondargli il viso…
Torno sui miei passi, per non farmi vedere, mi stendo di nuovo sul letto e tossisco per fargli sapere che sono sveglio, in modo che possa ricomporsi, in modo che io non debba fargli anche da confessore.. 
Non sono suo amico e tra l’altro non né sono nemmeno capace… 
Tutt’al più potrei ascoltarlo mentre si sfoga ma tra le mie doti quella di dare consigli almeno decenti non è proprio contemplata..
Sento dei rumori di là, evidentemente la mia tattica ha funzionato.
Mi alzo, apro le imposte e mi stiracchio piacevolmente alla luce del sole…
Dopotutto quello che gli succede non sono nemmeno affari miei.
Torno alla porta e la apro come se nulla fosse, mi guardo attorno, ma non lo vedo…
Perplesso mi dirigo al salottino e passando davanti alla porta del bagno mi rendo conto che lui è là dentro…
Sento scrosciare l’acqua, probabilmente si sta sciacquando il viso…
Tiro dritto senza nemmeno rallentare il passo..
Mi dirigo verso la cucina in cerca di qualcosa da mettere sotto ai denti, non c’è nulla di meglio di una bella colazione abbondante dopo aver fatto sesso
Non credo lui abbia già mangiato, mi volto in cerca di qualche antina che ispiri cibo e solo ora mi accorgo che sul tavolino davanti al divano c’è preparata una colazione per due…
Direi più per cinque a vedere la roba che c’è sopra…
C’è di tutto su quel tavolo, dal caffè ai biscotti, dalle uova sode al pane tostato, succo di frutta, marmellata…una colazione all’inglese…
Non conoscendo i miei gusti avrà deciso di fare un po’ di tutto e quello che mi ha preparato mi fa sentire più affamato di prima…
Mi siedo sul divano e mi guardo attorno nervoso. 
Ho una fame da lupi, ma l’unica cosa che posso fare per ringraziarlo di una colazione del genere è per lo meno aspettare che mi raggiunga per mangiare assieme…
Aspetto un paio di minuti, con lo stomaco che ormai è passato a sonori ruggiti di impazienza, poi sento la porta del bagno aprirsi..
Non mi volto e continuo a guardare sul tavolino…
“Ti ho aspettato, vieni mangiamo assieme!” gli dico, mentre lui si siede accanto a me sul divano.
Mi volto a guardarlo e noto che ormai i segni del pianto se ne sono quasi andati, se non avessi visto il suo volto rigato dalle lacrime probabilmente avrei pensato di avere davanti un viso assonnato…
Solo la faccia di uno che si è appena svegliato..
Lui tenta di dissimulare facendo l’allegro, come se fosse una mattina come tutte le altre, ma i suoi occhi lo tradiscono 
Sono bui, spenti, sembra di guardare gli occhi di una statua di cera 
Completamente svuotati, inespressivi…
“Non ho fame…”
“Vorrai scherzare! Devi aver fame! Aspetta ti riempio io il piatto!” e senza dargli nemmeno il tempo di ribattere, gli piazzo davanti un piatto da far paura, pieno all’inverosimile ….
Lui sgrana gli occhi e fa una faccia talmente buffa alla vista di quel piatto che gli scoppio letteralmente a ridere in faccia
Kayvon si volta verso di me, prima incredulo per la mia reazione, poi facendo il finto arrabbiato…
Senza volerlo sono riuscito a sciogliere la tensione che si avvertiva e l’ho distratto almeno un po’ dai suoi problemi…
Mai stato capace di tirare su di morale la gente, e invece con lui…
“Ridi, ridi…”mi fa lui
“Piuttosto.. non ti sembra il caso di vestirti?..” e mi lancia un’occhiata piuttosto provocante….
Lo guardo simulando una serietà che fatico a credere ”Cosa vorresti farmi con quello sguardo?”
La mia voce si è fatta bassa, ma evidentemente lui non ha intenzione di tornare a “giocare” con me o forse non se la sente e basta…
Si volta distogliendo i suoi occhi dai miei, la sua voce torna ad avere quella punta di tristezza che prima era riuscito a nascondere
“Scusa ma sono stanco, torno a letto, se vuoi stenderti un po’ c’è il divano, mangia quello che vuoi, i tuoi vestiti sono in bagno, se hai bisogno della doccia…”e qui la sua voce trema un po’- “sai dov’è… scusa ma sono davvero distrutto..”
Si alza e fa per andare verso la camera da letto, poi si ferma, i suoi occhi sono puntati verso il pavimento, fa una brave pausa poi conclude “puoi rimanere qui a mangiare se vuoi, il mio compagno non tornerà fino a lunedì…” riprende a camminare, passa la soglia della camera e si chiude la porta alle spalle
Ormai la fame mi è passata, provo solo una sensazione di disagio, mi sento come se non fossi più io…
Mi stendo sul divano e metto un braccio sugli occhi come a ripararmi dalla luce..
Ho bisogno di pensare, sul cosa fare, su tante cose, su tutto quello che mi è successo fin’ora e soprattutto sulle sensazioni che mi provoca Kayvon
Non ho mai conosciuto un ragazzo così complesso di carattere, ha un sacco di sfaccettature, è un po’ di tutto ma rimane indescrivibile nonostante tutti questi suoi volti….
M’intriga molto, sa essere timido ma anche audace, persino sfacciato e poi torna ad avere l’aspetto di un bambino, m’incuriosisce sopra ogni dire, ma forse non è solo questo…
Ho notato che quando sono con lui anch’io cambio.. 
Sembra quasi una danza la nostra, lui cambia ed io mi adeguo cambiando a mia volta per stargli dietro, per raggiungerlo…
Chissà….
Sono parecchio confuso…
Mi alzo con calma, nessuno mi corre dietro oggi, è sabato e posso prendermela con calma, visto che tra l’altro la prossima settimana ho preso le ferie 
Niente di che, non ho intenzione di viaggiare, le ho prese solo per staccare un po’ dal lavoro, per rompere la routine e direi che fin’ora ci sono riuscito egregiamente…
Mi guardo intorno per decidermi sul da farsi e punto sul bagno per una doccia rigenerante…
Apro la porta e noto subito che ha risistemato già tutto, la doccia è tornata pulitissima, i miei vestiti sono piegati minuziosamente sul mobile in cui ci sono le salviette e il suo accappatoio è tornato al suo posto…
Vado verso il box doccia, faccio scorrere la porta ed accendo l’acqua per dosare la temperatura, entro quando è bella cada e mi chiudo la porta alle spalle…
Ora che sono dentro il ricordo di quello che è successo qua dentro mi assale, mi stò eccitando e non va bene… giro la manopola da calda a fredda e mi faccio raffreddare i bollori dal getto…
Il contatto con l’acqua fredda mi calma e mi provoca forti brividi ma la cosa mi lascia del tutto indifferente, basta un piccolo gesto e riporto l’acqua a temperatura decente per una bella doccia…
Mi lavo frettolosamente, sciacquandomi bene dal solito doccia schiuma al muschio bianco, senza nemmeno lavarmi i capelli…
Esco dalla cabina e mi asciugo velocemente, meglio non rimanere a lungo in quel bagno…
Butto l’asciugamano nel cesto per la biancheria e, non riuscendo a fermarmi, indosso l’accappatoio di Kayvon…
Me lo avvolgo attorno, inspiro il suo profumo, lo stringo forte al mio corpo, mi lascio carezzare da quella spugna morbidissima e lentamente lo sfilo per rimetterlo al suo posto, lo abbandono appeso alla parete a malincuore e gli volto le spalle per vestirmi, per non averlo continuamente sotto gli occhi…
Finisco di vestirmi attento ai particolari come al solito, lascio l’ultimo bottone della camicia aperto e mi sistemo i capelli con un pettine che probabilmente appartiene a lui, che lui usa tutti i giorni, lo rimetto con cura al suo posto e mi accorgo che stà diventando un’ossessione…
Non è mai successo…
Non deve succedere ora…
Non deve succedere punto e basta!
Esco velocemente dal bagno senza nemmeno curarmi di chiudere la porta dietro di me e mi dirigo alla porta di casa per uscire, ma poi mi blocco, mi volto verso il tavolino dove c’è quel maledetto telefono e mi avvicino all’apparecchio…
Di fianco al telefono c’è una rubrica e la sfoglio per cercare un numero..
Lo trovo in seconda di copertina, annotato con una grafia lineare e semplice di fianco alle parole ”Numero di Casa”…
Prendo un foglietto di carta da un blocchetto e una penna proprio lì di fianco alla rubrica e mi segno il suo numero di telefono, scorro l’agenda fino alla K nella speranza di trovare un numero che sarebbe molto più utile..
Ma lì non c’è nulla, nessun numero di cellulare, nessun Kayvon tra i nomi…
Mi infilo il foglietto nel portafoglio e sul blocchetto lascio il mio numero di cellulare con un breve messaggio: Ti lascio il mio numero, se hai bisogno chiamami, mi sono trovato davvero bene con te, vorrei rivederti ancora ma dipende da te naturalmente…
Non so che ti sia successo ma spero che passi tutto
“Eric” 0000/00000000(una bella serie di zeri visto che nn avevo voglia di sbattermi a sparare numeri a caso^^U)
Lascio il foglio in bella vista posato proprio sul telefono di casa. 
Lo guardo un po’ stupito da me stesso, stò facendo un mare di sciocchezze, ma è anche vero che mi sono innamorato di Kayvon e devo per lo meno cercare di rimanere in contatto con lui…
La coscienza di quella verità mi colpisce come un fulmine a ciel sereno, ho formulato quel pensiero schiettamente…
Probabilmente sapevo già da molto di essermi innamorato di lui, ma non volevo accettarlo e il mio inconscio mi ha svelato la verità solo in questo modo…
Alzo gli occhi verso la porta che ci separa e lentamente mi avvicino, la apro piano e guardo dentro…
Vedo solo una figura sotto le lenzuola, prima di stendersi ha richiuso le imposte, probabilmente aveva anche mal di testa, chissà quanto deve aver pianto…
Mi avvicino silenziosamente a quella figura e gli osservo il viso nascosto dalla penombra..
È tornato ad essere un bambino, ma il suo viso ha anche un’espressione corrucciata, delle lacrime si stanno asciugando sulle sue guance, ha continuato a piangere fino ad addormentarsi…
Mi chino su di lui, gli scosto una ciocca di capelli e gli poso un leggerissimo bacio sulla fronte, lui non se ne rende nemmeno conto, non fa nessun movimento, meglio così…
Mi rialzo e mi allontano da lui, chiudo lentamente la porta attento a non  fare il minimo rumore, voglio lasciarlo dormire, dopo un bel pianto è quello che ci vuole…
Mi dirigo verso la porta e passando davanti al tavolino lancio un’occhiata al foglietto…
Mi domando se sia giusto lasciargli quel messaggio, probabilmente sarebbe più giusto stracciarlo ed andarmene come faccio sempre, senza lasciare alcun segno del mio passaggio, ma stà volta voglio rischiare, dopotutto starà a lui decidere se chiamarmi o no…
Tento di aprire la porta di casa ma è chiusa a chiave.
Rimango un attimo interdetto poi mi ritorna alla mente la sera precedente, quando andando verso al cucina l’ho visto posare delle chiavi sul bancone che divide il cucinino dal salotto…
Vado a vedere se ci sono, trovatele le afferro e torno alla porta, né provo un paio e al terzo tentativo trovo la chiave giusta, la faccio girare nella toppa e fatta scattare la serratura apro la porta e la richiudo alle mie spalle…
Mi allontano così, silenziosamente dalla casa della prima persona di cui mi sono innamorato in tutta la mia vita, forse perdendola per sempre…



 
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