Gensomaden Saiyuki

di Selphie


Il caldo, quella mattina, era veramente insopportabile. Nonostante stessero percorrendo una strada di montagna, l’afa opprimente faceva mancare il respiro. Sanzo poi, nei suoi abiti cerimoniali, stava sudando il doppio. Goku era stranamente tranquillo, forse proprio a causa di quella calura. Il povero bonzo sbuffò: non aveva un giornale da leggere e non poteva rimproverare la scimmia…non ci voleva proprio! Sperava almeno di incontrare qualche demone un po’ troppo turbolento, almeno avrebbe avuto qualcosa da fare. Hakkai, invece, certi problemi proprio non se li poneva, tanto lui doveva guidare!
Anche Gojyo era pensieroso. Si chiedeva se tutta quell’umidità non avrebbe finito per portare un bel diluvio. In cuor suo non se lo augurava proprio perché, quando pioveva, l’umore di Occhi Suadenti, che già in condizioni normali era pessimo, peggiorava ulteriormente, ed era quindi indicato non avvicinarsi a lui per nessuna ragione, se si voleva continuare a vivere.
Ad un tratto la jeep beccò una buca, e Sanzo venne quasi sbalzato fuori dalla vettura.
-Questa è stata l’ultima goccia!- sbraitò, inviperito.
-Mi dispiace, Sanzo! Non avevo intenzione di…- tentò di scusarsi Hakkai, sentendosi in colpa per l’accaduto.
Un grugnito del monaco lo fece tacere subito.
-Occhi Suadenti, vedi di portare pazienza. Verso sera arriveremo in città.- annunciò Gojyo, tentando di calmare il bonzo.
Il resto del viaggio, bene o male, trascorse senza intoppi, e al tramonto la jeep fece il suo ingresso nel centro abitato.
L’espressione annoiata di Goku sparì all’istante, e lo stupore si dipinse sul suo volto. I suoi meravigliosi occhi dorati si spostavano in continuazione. Infatti erano arrivati in una vera città, non uno dei soliti villaggi: locali, alberghi, insegne colorate erano un po’ ovunque. Il demone scimmia non aveva mai visto nulla di simile in vita sua.
-Sanzo, guarda! Hai visto quante luci?- chiese Goku.
-Taci, scimmia!- sbraitò Sanzo, colpendo il demonietto col ventaglio.
-Cattivo! Manesco, incazzoso e psicopatico!- si lamentò il demone scimmia.
Hakkai, l’unico che era rimasto tranquillo per tutta la durata del viaggio, ignorando completamente il trio di pazzoidi (già, perché ora si era aggiunto anche Gojyo, a far cagnara), si diresse verso un albergo che, a prima vista, sembrava abbastanza decente.
-Ehi, Sanzo! Ti pare che vada bene questa locanda, o preferisci qualcos’altro?- chiese rivolto al bonzo, che aveva appena finito di picchiare Gojyo.
-Va bene, tanto pagano i Sanbutsu Sheen!- affermò Sanzo, estraendo da una tasca della veste una specie di carta di credito dorata.
-Allora è deciso!- esclamò Hakkai.
Detto questo, il demone fermò la macchina e scese sul marciapiede, subito imitato dagli altri. Subito dopo la vettura sparì, sostituita da Hakuryu, il piccolo draghetto di Hakkai.
-Come ti senti, Hakuryu? Tutto bene?- si informò il demone.
-Kyuuuuuuu!- fu l’allegra risposta del draghetto.
Il quartetto fece il suo ingresso nell’albergo, e Sanzo chiese se c’erano camere disponibili. La receptionist, molto gentilmente, gli spiegò che le uniche stanze rimaste erano due matrimoniali. A malincuore, il bonzo le prese.
-Io sto con Hakkai!- affermò Gojyo.
-Che cosa? E per te io dovrei dormire nello stesso letto con questa stupida scimmia idiota? Ma dì, cosa ti sei fumato stamattina?- sbraitò il monaco, mentre pensava che quella non doveva affatto essere la sua giornata fortunata.
-Comunque sia…avete qualche proposta interessante per stasera? Sinceramente non ho molta voglia di restare chiuso qui. Potremmo andare a fare un giro, no?- propose Hakkai.
-Per me va bene…chissà quante belle ragazze ci sono qui in giro…- rifletté il kappa.
-Ma siete impazziti? Non ho nessuna intenzione di muovermi da qui. Con queste vesti mi riconoscerebbe perfino un cieco, e per quel che mi riguarda, oggi non è proprio la giornata migliore per mettersi a benedire le persone o per impartire loro qualche “importante” regola di vita!- sbuffò Sanzo, il cui unico desiderio in quel momento era quello di farsi un sonnellino in un bel letto caldo, e di non svegliarsi fino al giorno dopo.
-Nessun problema, Occhi Suadenti! Ti presto io qualcosa da metterti, anche se so già che non ti starà bene quanto a me!- si offrì Gojyo.
-Tu devi essere pazzo. Tsk! Ti pare che potrei mettermi addosso i tuoi abiti? Il solo pensiero mi fa rivoltare lo stomaco.- lo provocò il bonzo.
-Maledetto bonzo corrotto! Come osi…- cominciò Gojyo.
-Smettetela subito! Sanzo, ti presto io una camicia e un paio di pantaloni.- decise Hakkai.
-Tsk!- commentò il biondo monaco.
-Che bello, che bello! Sanzo viene con noi in città! Evviva!!!- gioì Goku.
-Hai anche il coraggio di esultare, baka saru?- gli urlò dietro il mezzo demone.
-Taci, pervertito di un kappa con le antenne da scarafaggio!- berciò Goku.
-Come mi hai chiamato, scimmia idiota?-
-Scarafaggio rosso! Scarafaggio rosso!-
-Adesso ti prendo, maledetto!!!-
-Provaci!-
-FINITELAAA! Ci stanno guardando tutti, brutte sottospecie di fenomeni da baraccone! Volete una dose di piombo?- minacciò, pistola alla mano, Sanzo (ormai sempre più convinto che la sfortuna lo stesse perseguitando).
A quell’urlo allucinante i due demoni si bloccarono di colpo e così, ristabilito l’ordine, tutti si avviarono verso le camere.
Goku, impaziente come suo solito, strappo la chiave di mano a Sanzo e aprì la porta. Sbirciando all’interno scoprì una stanza, non molto grande, arredata con gusto. Una grande finestra faceva penetrare gli ultimi raggi del sole, regalando all’alloggio un’atmosfera magica. Un letto matrimoniale era addossato a una parete, mentre al centro della camera c’era un piccolo tavolinetto decorato da un centrino candido. Dall’altra parte della stanza si trovavano un piccolo armadio ed una porta che conduceva al bagno.
Il demone scimmia si catapultò nell’alloggio, seguito da Sanzo, che chiuse la porta.
-Senti, scimmia: sia ben chiaro che non ho intenzione di dividere il MIO letto con te. Quindi cerca una sistemazione. Mettiti sul tappeto, dormi seduto sul tavolino, schiaccia un pisolino in bagno ma il letto è MIO!!!- chiarì subito il bonzo.
-Ma non è giusto, Sanzo! Sei cattivo, cattivo e brutto! Perché non posso dormire con te?- frignò Goku, e sembrava veramente molto dispiaciuto.
-Perché mi dai già abbastanza noia durante il giorno, figuriamoci sopportarti anche di notte. Saresti capace di lamentarti per la fame anche mentre dormi! Tsk!- affermò Sanzo.
Queste parole per il piccolo demone furono più dolorose di una pugnalata. Senza nemmeno rendersene conto si voltò e corse fuori dalla stanza con le lacrime agli occhi.
Il monaco non si mosse. Questa volta ci era andato giù pesante, aveva proprio esagerato. In fondo Goku gli aveva solo chiesto un letto per dormire. Ma che stava andando a pensare?!? Non era stato lui a decidere di stare in camera con la scimmia, tsk! Che si arrangiasse, aveva già abbastanza cose a cui pensare.
Contemporaneamente Goku era uscito dall’albergo e si era messo a camminare per la città, in preda alla più nera disperazione. Perché Sanzo lo aveva trattato in quel modo? Si rendeva perfettamente conto di non essere un tipo tranquillo, sapeva che a volte faceva un po’ troppo baccano, ma non lo faceva apposta e poi lui la notte dormiva…e in fondo si trattava di una sera soltanto! E mentre pensava, le lacrime scendevano dai suoi occhi e gli bagnavano il viso, scivolando giù fino al collo della sua maglia, inzuppando anche quello.
E fu proprio a causa del velo di lacrime che gli offuscava la vista, che il ragazzino non si accorse che c’era qualcuno sulla sua traiettoria, e andò a sbattervi contro, cadendo poi all’indietro.
-Ehi tu, vedi di stare più attento!- lo ammonì una voce familiare.
Goku alzò gli occhi da terra, se li asciugò alla bell’e meglio con la manica della maglia e sbatté le palpebre un paio di volte, in modo da schiarirsi la vista. Davanti a lui, in piedi con le mani sui fianchi stava Kougaiji, che pareva non averlo riconosciuto.
-Che…sniff…che ci fai tu qui?- chiese Goku, con la voce ancora un po’ tremante.
-GOKU????- Kougaiji era un pelino sconvolto.
-…sniff…-
-Ma che ti prende? Stai piangendo?- gli chiese il principe, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi,
-Io non sto…sob…piangendo!- esclamò Goku, afferrando la mano del principe, e alzandosi.
-Non sei bravo a raccontare bugie! Che ti è successo?- si informò Kougaiji.
-Niente…niente di importante…-
-Senti, mi pare che tu non sia in grado di combattere: propongo una tregua, eh?-
-Se va bene a te…-
-Sei sicuro di non voler parlare di quello che è successo?-
-Ecco…Sanzo mi detesta!-
-Non dire stupidaggini! E perché mai dovrebbe detestarti?-
-Beh, in albergo le uniche camere libere erano quelle matrimoniali…e Sanzo mi ha detto di trovarmi un posto per dormire, perché voleva riposarsi e secondo lui io gli avrei dato fastidio…l’ha detto con cattiveria!- si sfogò Goku, che stava per rimettersi a singhiozzare.
-Shhh! Calmati! Se va bene si sarà anche già pentito di quello che ha detto! Lo andiamo a cercare?- propose Kougaiji.
-Va bene…ma tu che ci fai qui?- chiese Goku.
-Sto cercando quella sciocca di mia sorella. Stavamo facendo un giro in compagnia di Yaone e Dokugakuji quando, ad un tratto…sparita!- spiegò il principe, prendendo Goku per mano.
Non sapeva spiegarsene il motivo, ma quel ragazzino gli sembrava così indifeso in quel momento…
-Però…però non capisco dove siamo! Mi devo essere perso, non mi sono nemmeno curato di guardare dove andavo!- osservò Goku.
-Beh, cerchiamo qua intorno! L’albergo di cui mi parlavi non deve essere troppo lontano.-
*******
-Sanzo, ci sei?- urlò Hakkai.
Il monaco ci stava mettendo un’eternità per cambiarsi, accidenti a lui.
-E che diamine! Un momento, no?- sbraitò quello, irritato come mai era stato prima.
-Guarda che se non ti dai una mossa rischiamo di non trovare più Goku!- replicò Hakkai, mantenendo la calma.
Già, Goku…chissà dov’era…chissà se stava bene…chissà se lo aveva perdonato per la cattiveria che lui gli aveva detto…Goku…la visione di quegli occhi dorati colmi di lacrime non lo abbandonava nemmeno un istante…come aveva potuto essere tanto cattivo? Sanzo era in preda ad una vera e propria crisi: non era mai stato così male. Lui con il suo stupido orgoglio e la sua maledetta arroganza! Se il giovane demone non avesse più voluto saperne di lui gli avrebbe dato ragione. Aveva una gran voglia di piangere, ma si trattenne: non voleva che gli altri lo vedessero debole.
Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e uscì dal bagno. Hakkai e Gojyo, che erano seduti sulla sponda del letto, non poterono non rimanere piacevolmente sorpresi: Sanzo indossava una camicia candida, un po’ troppo grande per lui, e un paio di jeans sbiaditi e strappati qua e là. Ai piedi portava un paio di comunissime scarpe da tennis bianche.
-Caspita, come stai bene! Ehi, Occhi Suadenti, hai intenzione di far strage di cuori, stasera? Guarda che non è un comportamento che si addice a un bonzo serio come te!- scherzò Gojyo.
-Vuoi morire subito?- ribatté Sanzo.
-Trovo che tu stia bene, Sanzo. Allora, andiamo? Sennò chi lo trova più, il nostro Goku?-
Così i tre uscirono. La confusione che regnava in strada era incredibile: ragazze molto poco vestite, famigliole in passeggiata, bambini urlanti che giocavano a rincorrersi, comitive di amici e mercanti che strillavano nel tentativo di richiamare più gente possibile.
Presero a camminare, guardandosi bene intorno: Sanzo sapeva che Goku, se anche li avesse visti, non sarebbe loro corso incontro; era troppo orgoglioso per farlo. Sarebbe toccato a lui avvicinarlo e scusarsi.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando sentì una mano posarglisi sulla spalla e una voce di ragazzina urlare…
-Pelato Saaaaaaanzo!!!! Ti ho trovato, finalmente!!!-
-Lirin? E tu che ci fai qui?- domandarono in coro i tre ragazzi, alquanto sorpresi.
-Ho sentito il tuo profumo, Pelato Sanzo, così ti sono venuta a cercare. Non è che avresti qualche Nikuman qui con te?- chiese Lirin speranzosa.
-Tieni, vatteli a comprare!- la liquidò il monaco biondo, mettendole in mano alcuni spiccioli.
La piccola demone ringraziò e corse verso una bancarella, tornando cinque secondi più tardi, carica di Nikuman.
-Ecco, sono tornata! Posso venire con voi? Mi sono persa! Per piacere!- supplicò.
Sanzo fece un paio di calcoli: se Lirin era lì con loro, allora anche Kougaiji & Company dovevano essere nelle vicinanze, e questo voleva dire (al 99,9%) battaglia! Comunque acconsentì, e il quartetto riprese la marcia, alla ricerca di Goku.
Ad un tratto la demonietta prese ad annusare l’aria, sotto lo sguardo sconvolto di Sanzo, Hakkai e Gojyo.
-Che ti prende, Lirin?- chiese quest’ultimo.
-Sento…l’odore di Kougaiji ma…ci deve essere qualcuno che non conosco con lui perché sento anche un altro profumo…- spiegò.
E detto questo si mise a correre trascinando Sanzo per un braccio, inseguita a ruota dagli altri due demoni.
Le osservazioni di Lirin erano esatte, perché trovarono Kougaiji, e quest’ultimo era in compagnia di…Goku!
-Go-goku! Cosa diamine stai facendo tu con Kougaiji???- domandò Gojyo.
Il ragazzino non rispose. Lanciò una furtiva occhiata a Sanzo, che però era intento a menare il kappa con l’immancabile ventaglio. Quando ebbero finito di pestarsi, si misero in guardia, imitati da Hakkai. Accortosi di questo, Kougaiji disse…
-Sentite, ho trovato Goku che vagava per strada e gli ho proposto una tregua, e questo vale anche per voi quindi…che ne dite di andarcene tutti insieme a berci qualcosina in un locale?-
-Ottimo! Sarà l’occasione giusta per rimorchiare qualche bella pupattola bisognosa d’affetto!- esclamò Gojyo soddisfatto.
-Per me va bene.- acconsentì Hakkai.
-Se proprio ci tenete…- sospirò Sanzo.
In realtà l’idea non gli dispiaceva, al contrario di quello che dava a vedere: se gli fosse riuscito di beccare Goku mentre era solo, ce l’avrebbe sicuramente fatta a chiedergli scusa. Si era accorto di come il piccolo demone lo stava guardando, quei meravigliosi abissi dorati velati dalla tristezza…però non vi era traccia di risentimento, e questo lo incoraggiava molto.
Chiacchierando del più e del meno, quasi non fossero neanche stati nemici, Sanzo e gli altri si incamminarono verso un bel localino, la cui insegna colorata attirava subito l’attenzione. Fuori del pub c’era un bel giardinetto con delle panchine, illuminato da alcune lanterne arancioni.
-Io rimango un po’ qui. Vi raggiungo tra poco.- dichiarò Goku, mogio.
-Va bene, ma fai presto!- gli raccomandò Hakkai.
-Anch’io me ne sto un po’ qui, ho voglia di fumarmi una sigaretta.- disse Sanzo.
-Fai come vuoi, Occhi Suadenti!- gli rispose Gojyo.
Lirin, Kougaiji, Hakkai e Gojyo entrarono nel pub, lasciando Goku e Sanzo da soli. Il demonietto si sedette sulla panchina, e rimase lì per un po’ a fissare il vuoto, con lo sguardo vacuo. Poi il bonzo si accomodò accanto a lui e prese a fissare il cielo.
-Senti Goku…mi dispiace tantissimo per quello che ti ho detto e per come ti ho trattato. Ti giuro che quelle cose non le ho pensate, è solo che mi sono svegliato con la luna storta. Ti prego, perdonami!- disse, prendendo una mano di Goku tra le sue. Il ragazzino si girò, gli occhi pieni di lacrime.
-Dimmi Sanzo, tu mi vuoi bene almeno un pochino?- chiese il demone.
-Ti sembrano domande da fare? Certo che te ne voglio, baka saru!-
-Davvero Sanzo???-
La risposta che gli diede il bonzo fu un bacio velocissimo sulle labbra. Le guance di Goku si tinsero di rosso. Sanzo lo fissò un attimo, poi lo abbracciò forte. Il demone non capiva cos’erano tutte queste dimostrazioni d’affetto da parte del monaco, non ci era abituato: solitamente dal ragazzo non riceveva altro che ventagliate e minacce di morte se non fosse stato buono e zitto, il tutto condito dall’immancabile appellativo di stupida scimmia. Nonostante questo, non si sentiva a disagio, anzi. Si strinse più forte al petto del bonzo, e rimase lì, in silenzio, a farsi coccolare dal suo Sanzo, colui che lo aveva liberato e fatto rinascere.
-Tutto bene, Goku?- chiese il monaco, preoccupato dal silenzio del ragazzino.
-Sì, adesso va tutto bene. Mi sei mancato tanto, Sanzo!-
-Ti sono mancato?-
-Sì, da quando sono scappato non ho fatto altro che pensare a te, mi mancavi…-
-Anche tu, Goku. Sono stato tanto in pensiero per te, ogni secondo mi chiedevo dov’eri, la tua espressione ferita mi tormentava.-
-Ti prometto che non scapperò mai più!-
-Tsk, figuriamoci se è vero!-
-Guarda che sto parlando sul serio!!!-
Sanzo posò una mano tra i capelli di Goku, e prese ad accarezzargli la testa, passando le sue dita affusolate tra le morbide ciocche castane. Il demone scimmia chiuse gli occhi per godersi meglio tutte quelle attenzioni che il biondino gli stava dedicando, poi alzò il viso e lo avvicinò a quello del ragazzo, circondandogli il collo con le braccia.
Il bonzo si impose di resistere ma la tentazione era troppo forte: neanche tre secondi dopo si stavano baciando. Sanzo non si era mai sentito meglio in vita sua, finalmente aveva capito che il suo attaccamento a Goku era qualcosa di più di semplice affetto; probabilmente aveva amato quel visetto, quegli occhioni dorati, quel suo comportamento infantile fin da quando lo aveva preso con sé, ma era troppo orgoglioso per poter ammettere a se stesso di aver bisogno di qualcuno, e aveva sempre represso questo sentimento d’amore. Anche Goku era felice: la persona alla quale più voleva bene al mondo era lì con lui e gli stava dimostrando di amarlo.
Poi Sanzo si staccò, a malincuore, dal suo demonietto.
-Stiamo facendo tardi, è meglio andare: dopo chi li sente, gli altri, se non arriviamo?- disse, alzandosi.
-Sanzoooo! Ti prego, stiamo qui un altro poco! Per favoooooreeee!- piagnucolò Goku, che non aveva nessuna voglia di entrare.
-No!-
-Per piaceeeeere!-
-Ti ho detto di no, baka saru!-
-Saaaaanzoooo, che ti costa?-
-Falla finita! Ho detto di no, e no rimane!-
-Cattivo! Sei sempre il solito!- concluse Goku, facendo il broncio.
Era talmente carino con quell’espressione arrabbiata sul suo visino abbronzato, che Sanzo non seppe dirgli di no un’altra volta, così tornò a sedersi e si prese Goku sulle ginocchia.
-Sanzo, ti voglio bene, tanto bene, così tanto che non puoi nemmeno immaginarlo!-
-Anch’io, Goku.-
*******
-Vuoi darti una mossa, maledetto bonzo corrotto?- urlò Gojyo dalla strada.
-Arrivo, razza di kappa pervertito!- gli rispose quello, affacciandosi dalla finestra della stanza.
Strano, mancava anche la scimmia all’appello! Sicuramente era ancora su con Occhi Suadenti…chissà cos’era successo quella notte…già, perché la sera prima, al pub, tutti avevano visto il bonzo e la scimmia in atteggiamenti molto affettuosi. Infatti, visto che quei non si decidevano a entrare, Kougaiji era uscito a controllare e li aveva beccati. Facendo finta di niente era tornato dagli altri e li aveva avvertiti, così si erano tutti catapultati fuori per godersi lo spettacolo, stando ben attenti a non farsi scoprire (altrimenti sarebbero stati ridotti come colapasta dalla pistola del bonzo corrotto).
I pensieri e i ricordi di Gojyo furono interrotti dall’arrivo di Sanzo e Goku. Il monaco, però, non indossava la sua veste cerimoniale, bensì gli abiti della sera prima.
-Non ti sei cambiato, Sanzo?- chiese gentilmente Hakkai.
-No, fa troppo caldo! Già così mi pare di stare in una sauna.- sbuffò, insofferente.
Il quartetto salì sulla jeep, Hakkai mise in moto e partirono.
-Ehi, Sanzo! Cos’avete combinato stanotte, tu e la scimmia?- chiese maliziosamente Gojyo, accendendosi una sigaretta.
-Cosa stai insinuando?- gli chiese il monaco, arrossendo un po’.
-Ah ah! Sei anche diventato rosso! Dai, racconta. Tanto non ci scandalizziamo!-
-Ma cosa ti sei messo in testa, razza di idiota?-
-Guarda che vi abbiamo visti, ieri. Tu e Goku, su quella panchina…-
-Taci, se non vuoi morire all’istante!-
-E dai, che ti costa?-
-Guarda che io e la scimmia, stanotte, non abbiamo fatto proprio un cavolo, a parte dormire, razza di kappa idiota!-
-Saaaaaanzoooo! Sto morendo di fame!- frignò, come di consueto, Goku.
-Ecco! Siamo alle solite.- osservò Hakkai, accelerando, mentre sul sedile posteriore si scatenava la solita cagnara.
-ADESSO VI AMMAZZO!- urlò Sanzo esasperato.
-Non cambieranno mai, quei tre!- concluse Hakkai sospirando, mentre si lasciavano alle spalle la città, in quella limpida mattinata estiva.
OWARI



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