Ciao a tutti! Ecco la seconda parte della mia prima PWP. Doveva essere un’unica fanfic, ma poi chissà quando l’avrei finita, questa però è una NC-17. Riprende esattamente dalla fine della prima, con Sendoh e Mitsui… I personaggi sono sempre di Inoue-San. Sperando che alle omonime squadre di basket e hockey non dispiaccia. Non ho fini di lucro, mi diverto solo a fantasticare sui bellissimi ragazzi di Slam Dunk.
Gelosia parte II di ChiBi
Ormai non capivano più nulla e non ricordavano neppure di trovarsi in palestra, ma sfortunatamente per loro non tutti se n’erano andati…
“Ma c’è ancora qualcuno negli spogliatoi?” Chiese il coach al vice capitano dello Shohoku. “Non lo so, siamo rimasti qui solo noi, credo” rispose questi, riferendosi anche ad Hanamichi. “Ultimamente ho pensato più allo studio che al basket e lui vuole esercitarsi ancora con i tiri da tre punti, perciò pensavamo di restare ancora un po’. “D’accordo, ma non più di una mezz’oretta. Avete giocato una grande partita, sarete stanchi.” “Cosa? Il grande genio stanco? Ma quando mai!” disse Sakuragi avvicinandosi. Il coach e Kogure trattennero una risatina: sapevano che Hanamichi faceva sempre il buffone per non rivelare che in realtà è molto timido. Però da quando c’era lui, in squadra regnava sempre il buonumore. “Oh oh oh! Affido a voi la palestra ragazzi!” “Stia tranquillo, signor Anzai!” disse Kogure al coach e poi, rivolgendosi ad Hanamichi, “Ti andrebbe uno one-o-one?” “Certamente! Il grande genio del basket non rifiuta mai una sfida!” “Bene, ma prima vado a prendere il borsone che ho lasciato nello spogliatoio.” “E io nel frattempo controllo che sia tutto a posto in palestra.”
Mentre si avvicinava allo spogliatoio della sua squadra, a Kogure parve di sentire delle voci. Ma chi poteva essere ancora sotto le docce? Che un suo compagno di squadra si stesse sentendo male? Ora sentiva dei forti gemiti [Così Mitchi impari a chiudere l’acqua! NdChiBi] e riconobbe, seppure arrochita, la voce del suo migliore amico, Mitsui. Alzò il passo e quando arrivò allo spogliatoio ed aprì la porta, si trovò davanti una scena così imbarazzante che rimase impietrito: il suo Hisashi – perché Kogure era sempre stato innamorato di lui, anche se non ne aveva mai fatto parola con nessuno – nudo sotto la doccia con un altro uomo! E come ci davano dentro tutti e due! Non sapeva se essere più scioccato dal notare che pure Mitsui era gay o dal fatto che il suo amante non era un compagno di squadra o che quest’ultimo fosse… ma chi era? Gli ci volle un po’ per mettere a fuoco il volto e poi pensò Possibile? Sendoh? - Coi capelli all’ingiù chi lo riconoscerebbe? – In effetti lui è l’unico così alto (a parte i soprannomi che Hanamichi dà a tutti) a non sembrare un gorilla. Kiminobu non riusciva proprio a muoversi da lì per lo shock: il porcospino era riuscito a fregarli il ragazzo prima che lui riuscisse a trovare il coraggio per dichiararsi; e quei due amanti focosi, che non si erano neppure accorti della sua presenza, continuavano con i gemiti, le carezze… Sendoh continuava a spingere con forza dentro Hisashi, che lo lasciava fare!!! Il vice capitano non ne poteva più di quello spettacolo doloroso per lui e, senza farlo apposta, disse ad alta voce “Mitchi! Ma… Ma tu e Sendoh state…” I due piccioncini si ripresero dallo stato di annebbiamento dei sensi, in tempo per capire che erano stati scoperti da Kogure e che questi c’era rimasto molto male. Automaticamente Mitsui si voltò verso la voce appena sentita e vide Kogure in lacrime scappare in fretta e capì di non essere solo un amico per lui. “Oh no, Kimi-kun!” Con un rapido movimento si staccò dal suo amante e stava già per oltrepassare la soglia e correre dietro al suo migliore amico, a cui sapeva di dovere una spiegazione, quasi dimenticandosi di Akira, che però trovò il modo di bloccarlo lì per qualche secondo “Ehi, Vuoi andargli dietro nudo come un verme? Almeno mettiti questo” e gli lanciò un asciugamano, ma in modo nervoso, come se gli stesse tirando uno schiaffo, ma il suo amore si sbrigò a legarselo in vita senza notare il disappunto del porcospino, mentre di nuovo andava verso la porta… “è così importante per te?” Hisashi si girò verso di lui… “Kogure è così importante per te? Stavamo facendo l’amore, puoi parlare dopo con lui, no?” “Si che è importante per me, non posso perdere altro tempo, devo chiarirmi ora con lui. Non hai visto che mi ama?” “Ma ti amo pure io Hisashi! Ti amo da impazzire! Ti ho dato tutto me stesso, mi sono concesso a te anima e corpo, ho accettato pure di… essere passivo con te nonostante il dolore lancinante e nonostante non fosse quello il mio ruolo…” “Lo so, ma lui è l’unico vero amico che ho, non posso permettermi di perderlo.” “Cosa? Non puoi permetterti di perdere Kogure?! Significa che ti sembrerebbe peggio che perdere me? Mitchi! Se esci da quella porta ti lascio!”. Mitsui rimase impietrito nel sentire quelle parole, pensando un attimo a quale fosse la decisione da prendere perché non voleva perdere entrambe le persone a lui più care. Ma perché sto qui a pensare? Io so cosa devo fare, cosa è meglio! “Mi spiace Akira, proprio non posso perderlo.” Rispose con un fil di voce l’ex teppista al suo bel giocatore del Ryonan prima di uscire dallo spogliatoio, sapendo di porre la parola fine alla sua travagliata storia d’amore e di sesso. Akira sentì una fitta trafiggergli il cuore e il mondo crollargli addosso: era innamoratissimo di Hisashi Mitsui, eppure l’aveva mollato! o era lui quello mollato? Gli sembrò di non capire più nulla: neppure un minuto prima era unito col suo ragazzo nel bel mezzo di un amplesso ed ora tra di loro era finita, forse per sempre. Anzi, di sicuro per sempre: se anche il suo Mitchi se ne fosse trovato pentito e fosse tornato da lui, come avrebbe potuto dargli nuovamente piena fiducia? Nulla sarebbe più stato lo stesso. Ed al pensiero di aver perso per sempre il ragazzo che amava, la vista gli si annebbiò subito per le lacrime che iniziarono a scorrere copiosamente, si sentì mancare le forze e si sedette per terra, quindi pianse a dirotto.
Mitsui cercava ancora di raggiungere Kimi-kun - come lo chiamava lui - ma lo incontrò per primo Hanamichi. “Kogure! Cos’è successo? Sembri stravolto!” disse il rossino, per poi pentirsi di non riuscire mai a tenere la bocca chiusa non appena notò che Kogure tremava e stava per scoppiare a piangere. “Non andiamo in palestra?” disse per cercare di distogliere il suo amico da qualunque cosa l’avesse turbato, ma il vice capitano lo prese per un polso facendogli quasi male e lo trascinò via, lontano dalla palestra. “NO! Di là c’è Mitsui che si sta scopando Sendoh!” “Eh?” Hanamichi credeva di aver capito male: figuriamoci se Kogure poteva usare quel linguaggio, o quasi spezzare un polso ad un amico! Però aveva detto Mitsui… ma certo! Come aveva fatto a non capirlo prima che quello ne era cotto? A pensarci un attimo era così evidente! Bastava un nonnulla, anche un semplice canestro di Mitsui che a Kogure brillava lo sguardo… E poi cos’altro aveva detto? Sendoh?… “Il porcospino? Intendi dire che Mitsui sta con il porcospino? E che… proprio in questo momento… si stanno dando alla pazza gioia in palestra?” “No, sotto la doccia.” “Apposta dopo alcune partite diceva di doversi riprendere dal fiatone e che avrebbe fatto la doccia per ultimo!…” Kogure scoppiò a piangere; ed un Hanamichi ancora scosso lo abbracciò, senza più dire una parola, per permettere al suo amico di sfogarsi liberamente. “Io lo amavo, lo amavo, Hanamichi! È dalle scuole medie che non riesco a pensare a nessun altro! È per giocare con lui che ho iniziato a fare basket, poi quando si è fatto male al ginocchio ho proseguito, nella speranza che lui ritornasse a giocare e quando ho visto che era diventato un teppista ci ho sofferto ma non mi rassegnavo. Non sai che felicità per me quando l’ho sentito dire che voleva cambiare vita e ritornare a giocare a basket! Aspettavo di capire se potessi avere una possibilità o se invece mi avrebbe disgustato prima di farmi avanti. Ma… sigh! ma… come ha fatto il porcospino a fregarmelo? Non mi sarei mai aspettato di vedere una scena del genere: dovrei essere felice per lui se ha il ragazzo, lo so, però poteva dirmelo che si era fidanzato, se davvero mi considera il suo migliore amico.” Hanamichi non sapeva proprio cosa dire al suo amico per tirarlo su di morale, pure lui non avrebbe mai creduto di potersi trovare a dare consigli sull’amore, l’unica cosa in cui tutti sapevano che lui non era un campione, perciò si limitò a stringerlo ancora più forte tra le sue braccia e a dirgli una frase forse un po’ scontata ma che fa sempre piacere sentirsi dire. “Kiminobu, sei un ragazzo dolce e splendido, vedrai che se è destino tutto si sistemerà: intanto sai già che non ti disprezzerebbe, no? perché anche lui è gay, e poi il porcospino avrebbe tutto da invidiare a te, non c’è nemmeno bisogno del paragone. Se Hisashi è intelligente se ne accorgerà e sono sicuro che verrà subito da te." “Ma io non credo che l’aspetterò più; non sai com’erano affiatati sotto quella doccia, l’uno dentro…” Hanamichi gli posò un dito sulla bocca per zittirlo, pensò che era meglio non fargli ricordare la scena che aveva appena visto. “No, non parlare in questo modo! ora sei sotto shock, ma devi promettermi che non ci rimuginerai sopra, perché ti faresti solo del male e tu non meriti affatto di soffrire. D’accordo?” Kogure rimase colpito dalle parole e dalla sensibilità di Hanamichi, tanto che finalmente sentì le sue lacrime iniziare ad asciugarsi e, desideroso di godere appieno della protezione e della consolazione che il rossino gli stava offrendo, lo baciò dolcemente sulla bocca. Quel bacio era piaciuto a tutti e due, lo capiva benissimo, perciò prese una decisione “Hanamichi, mi aiuteresti a dimenticarlo?… Ora! Facciamo l’amore? Hanamichi divenne tutto rosso in volto: e chi l’avrebbe mai immaginato che dopo tanti rifiuti da parte delle ragazze avrebbe avuto una proposta del genere dal vice capitano della sua squadra? Rimase per qualche secondo a riflettere: non sapeva perché, ma gli veniva da dire di sì; forse pure lui aveva bisogno di sentire qualcuno accanto a sé, però non era gay, non lo era mai stato. Inoltre non aveva esperienza proprio di niente (Vabbè, di sicuro neanche Kogure!)! e se non ne fosse stato all’altezza?… ma poi guardò gli occhi imploranti dell’amico, pensò al dolcissimo bacio che si erano appena scambiati che, doveva ammetterlo, gli era piaciuto moltissimo – e chissà che non sarebbe stato bellissimo anche fare l’amore con Kiminobu – e pure lui prese la sua decisione. “Si, va bene.” Disse arrossendo ancora di più, mentre invece vedeva rasserenarsi l’amico “Ma non possiamo mica farlo qui, per terra!” Ora era l’altro quello tutto rosso: non ci aveva pensato! Allora gli disse “Vieni”, lo prese per mano e lo portò in quello che era stato lo spogliatoio del Ryonan.
Ad Hanamichi sembrò di rischiare un infarto per l’agitazione, infatti gli venivano in mente soltanto delle complicazioni [Ma lasciati andare! L’hai detto anche tu che Kimi-kun è un ragazzo molto dolce e che magari sarà bello fare l’amore con lui. O ti stai tirando indietro? NdChiBi; Ma che dici? Mo ti faccio vedere io di cosa sono capace, EHEHEH! NdHana]. “Kimi, io però non ho preservativi con me.” A questo non ci aveva pensato nessuno, però non avevano mai neppure pensato che l’avrebbero fatto, rassegnati com’erano al vedere che nessuno li voleva. “Beh, nemmeno io… Però per me non c’è problema: siamo entrambi sportivi e poco esperti, insomma per me prima quello è stato il primo bacio…” Il primo bacio? – pensò Hanamichi! Ehi, ma è stato il primo bacio anche per me! Certo che ci stiamo rifacendo in fretta delle delusioni amorose! “…non possiamo avere malattie…” Proseguì Kogure. “No, non è questo che intendevo dire! - o mio Dio! Ma come posso spiegarmi senza rischiare che fraintenda - è solo che… insomma uno di noi deve… ecco… subire – ehi, ma sto parlando proprio io? – e con quello forse farebbe meno male…” “Non lo so… anch’io ho paura, però non hai motivo di preoccuparti: se non te la senti posso… Oh, insomma, è meglio se non ci pensiamo molto, no?” “Si…” ma il numero 10 dello Shohoku sembrava comunque poco convinto. “Hanamichi, solo se vuoi.” “Si, si, non mi tiro indietro! Ma non avrei mai pensato ad un maschio… a noi…” Kogure comprese che doveva prendere lui l’iniziativa se davvero voleva fare in modo di dimenticare Mitsui. Lasciò la mano di Hanamichi, chiuse la porta e, anche lui imbarazzatissimo, si parò davanti al rossino. Hanamichi gli si avvicinò, lo abbracciò ben stretto; subito dopo anche l’altro gli mise le braccia intorno al collo, costringendolo ad abbassarsi un po’ per avvicinare le proprie labbra… Stavolta il bacio fu davvero intenso e passionale: nessuno avrebbe mai creduto che quello fosse per entrambi solo il secondo. Poi il rossino urtò gli occhiali e fece per toglierli al suo amico “Posso toglierti gli occhiali? Potremmo farci male con quelli.” “Solo che poi non vedo quasi niente… tranne se non mi stai proprio vicino…” Hanamichi sobbalzò non appena il suo senpai gli si strinse ancora di più per guardarlo negli occhi così da vicino da sentirne il fiato senza bisogno di baciarlo. Specialmente perché si rese conto che non sentiva solo quello! C’era un certo rigonfiamento nei suoi pantaloni… “Non avevo mai visto bene i tuoi occhi: sei davvero incantevole Kimi-kun.” E ripresero a baciarsi sempre di più, fino a sentire quasi di perdere i sensi… Il rossino urtò qualcosa col polpaccio e capì che era una panca, allora si fece indietro per poggiarvisi, ma il suo dolce amico, comprendendo la cosa al volo, si staccò dalle sue labbra e dal suo abbraccio e, poggiandogli una mano sul petto lo fece sedere, dopodiché si sfilò la maglietta, mostrando il suo corpo perfetto e, con fare voluttuoso, la gettò per terra. Hanamichi ora davvero non sapeva più cosa aspettarsi: quel pomeriggio stava accadendo tutto ciò che avrebbe sempre ritenuto impossibile. L’unica soluzione era lasciarsi andare senza pensieri. Kiminobu appoggiò di nuovo una mano sul petto dell’imbambolato Hanamichi, facendolo stendere sulla panca, gli sollevò la maglietta quanto bastava per baciare i suoi addominali scolpiti, poi abbassò pantaloni e boxer al rossino che gemette subito dall’eccitazione e, cosa che davvero nessuno avrebbe immaginato, prese in mano il membro già duro di Hana, lo accarezzò, lo baciò e infine lo prese in bocca tutto in una volta. “AAAHHHHH!” fu quanto riuscì a dire la povera matricola subendo quel dolce supplizio. “Kimi KIMI!! Così non resist…” non fece in tempo a finire l’ultima parola che sentì solo il suo corpo svuotarsi per l’eccitazione dentro la bocca prima vergine del suo amante”. “Kimi, ma tu mi hai fatto… un pompino… però è stato bello” aggiunse mentre con i gomiti si alzava per raggiungere l’altro, ancora chino su di lui a cercare di ingoiare tutto. Gli prese il volto con una mano, gli passò il pollice sulle labbra con su ancora delle tracce di sperma, quindi lo attirò a sé baciandolo avidamente. Vederlo così bello, così disinibito e saperlo SUO lo fece impazzire dal desiderio. Hanamichi si alzò in piedi, si liberò di tutti i vestiti e li gettò lontano, tanto per il momento non gli importava nulla di recuperarli, si chinò a sfilare pantaloni e boxer da Kiminobu e, senza quasi rendersene conto si ritrovarono sdraiati uno sull’altro. Pensò che ora toccava al tensai dimostrare di essere tale e, sebbene insicuro su come comportarsi per godere senza far soffrire il suo amico pensò Vediamo se lì dietro è molto stretto. Allora, mentre si baciavano, notando che pure l’altro era eccitatissimo, lui iniziò a toccare quella piccola apertura dove, sapeva, fra poco si sarebbe fatto strada. Ed inserì piano un dito sentendo gemere il bel ragazzo sotto di lui, lo mosse un poco all’interno – ma com’era stretto! – sentendo l’altro iniziare a tremare di piacere, poi pensò di estrarre il dito e di dare anche lui un po’ di sollievo al ragazzo più minuto, staccando le labbra dalle sue per posarle sul membro turgido e succhiarlo un po’. Ma non doveva certo farlo venire – era solo per distrarlo dal dolore che di sicuro avrebbe provato non appena si fossero uniti! Il vice capitano inarcò la schiena e gemette quando Hanamichi, continuando a succhiargli lentamente il pene, inserì due dita in lui. “Hanamichi, ti prego, voglio sentirti dentro di me!” Finalmente erano pronti tutti e due! Tolse le dita dalla fessura di Kogure, si stese sopra di lui, lo baciò dolcemente con la lingua e poi si fermò un attimo a contemplare quel volto bellissimo, quel corpo perfetto e quegli occhi languidi, mai condivisi con nessuno, gli aprì leggermente le gambe e lo penetrò. “AHHH!!!! Hanamichi! Mi fai male, mi fai male!” “Vuoi che esco o che mi fermo un poco?” “No. NON USCIRE! CONTINUA” “Ma ti farà più male…” “NO! Io ti voglio, Continua!… Ah, Ah… Baciami!” … … “ahhh! Ora non fa più tanto male.” “Ti piace?” “Siii.” “Oddio, Kimi, sto per venire! Sto per…” Anche stavolta il rossino dovette lasciare la parola a metà. “Sai, Kimi – disse ansimando – sei davvero un porco! Mi farai impazzire…” Ora invece non potè continuare la frase perché Kiminobu lo baciò improvvisamente come per ringraziarlo del bellissimo sogno che gli aveva permesso di realizzare. “Però potrei innamorarmi davvero…”
OWARI?
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