DISCLAIMER: I personaggi di Fb appartengono sfortunatamente alla loro autrice Natsuki Takaya ... sigh, ma almeno Kyo lo vorrei tutto per me >_________________<
NOTE: Attenzione ... la fic che qui segue contiene qualche spoilerino riguardo ai prossimi numeri del manga^^;; Inoltre ... beh, ho inventato di sana pianta i legami tra Yuki e la sua famiglia - a parte il fratello, ovvio (per dove sono arrivata con l'anime, non si sa ancora nulla dei genitori ... gomen -_-)
Inoltre scusatemi per i continui salti da una persona all'altra ... sono incasinata, lo so ;___;
Please ... commentate e siate spietati >_<
RINGRAZIAMENTI: a Shun che mi ha aiutata coi suoi commenti e consigli ... grazie cucciola^*^




Gatto e topo

di Sakura


"Aah!! Maledizione ... possibile che faccia tutto questo caldo?" andava
sbraitando Kyo per tutta la casa.
"Baka neko! Smettila di agitarti tanto e vedrai che il caldo passerà ..."
fece, flemmatico come sempre, Yuki. Ecco il modo migliore per far saltare i
nervi a Kyo ...
Il ragazzo sbattè con violenza la mano sul tavolino, cui era appoggiato il
topo, e fece rovesciare la tazza di thè verde che si era preparato: Kyo
avrebbe voluto dire qualcosa per ribattere alle parole del rivale, ma si
sentì quasi in colpa per il disastro che aveva combinato. Era pronto anche a
sentirsi rimproverare come al solito da lui, e invece ...
"Ahh ... guarda cos'hai fatto!" Yuki si alzò in piedi, ripulì il disastro e
se ne andò filato in cucina, senza quasi badare al ragazzo, pronto a una
nuova sfida. Kyo si girò, nella direzione verso cui era andato il topo:
certo che era strano che gli avesse rivolto quelle misere parole ... e pure
con un tono piatto, senza il solito astio che contraddistingueva le sue
'conversazioni' con lui. Non era la prima volta che si comportava in quella
strana maniera: era ormai da qualche giorno che ignorava il gatto e ogni sua
mossa, fatta anche solo a disturbarlo.
"Sarà forse il caldo che lo getta in questo stato ..." pensò poco convinto
Kyo.
E intanto, sdraiatosi per terra, si accorse che in fondo quel maledetto topo
aveva ragione: steso lì, immobile, quella terribile sensazione di afa
opprimente si faceva sempre più leggera e meno presente nella sua mente in
continua agitazione.
E, quando una deliziosa arietta si fece sentire nel soggiorno di casa Soma,
il gattino non riuscì più a resistere al sonno, che lo prese senza che lui
se ne accorgesse.

SOGNO
E' così strano ... l'atmosfera qui è lugubre e pesante. Vago senza meta in
questo mondo a tinte oscure: è la prima volta che faccio un sogno del genere
... la prima da quando ero bambino. Eppure ... credevo che questi incubi non
mi avrebbero più tormentato ...
Cammino e cammino ancora: so che se dovessi fermarmi mi capiterebbe qualcosa
di terribile ed io sarei alla completa mercè di un ignoto pericolo ...
D'un tratto, percepisco un brusio di gente, che si fa sempre più forte e
angosciante: ma sopra queste voci concitate, scandalizzate, spaventate ...
ecco che si fa strada un debole singhiozzo.
E ancora un gemito, strozzato e solitario, mi trafigge il cuore, come una
fredda lama spietata.
Ma dov'è? Dove sei?
Mi giro alle mie spalle e poi tutto attorno, ma il nulla mi avvolge. E quel
brusio si fa sempre più assordante, ma anche più chiaro alle mie orecchie di
gatto: riesco a distinguere più voci di donne e uomini. Sono voci che
discutono qualcosa di importante ... di una persona particolare ...
"E' terribile ..."
"Cosa possiamo fare?"
"Mostro! Mostro! E' solamente un mostro ..." la voce di una donna,
intercalata da un pianto nervoso.
"Deve vivere lontano da noi ..."
"Sì, lontano ..."
"Lo dimenticherò. Devo dimenticarlo ..." ancora quella voce di donna.
Perchè? Chi dovete dimenticare? Chi dovete allontanare da voi?!
Se solo potessi, mi metterei a urlare ... sono così simili alle voci della
mia infanzia ... solo che so che stavolta non sono io la persona cui si
riferiscono. Chi è allora?
Quel pianto solitario di un bimbo ...
Sento che quella voce proviene da un punto di fronte a me: comincio a
correre in direzione della voce . i passi si fanno sempre più difficili e
pesanti, ma non posso mollare, non ora!
Una piccola luce in quell'oscurità ... la stessa direzione della voce ... Mi
avvicino, ora lentamente, quasi con timore.
Eccolo lì: una minuscola figura di bambino che piange, sola e abbandonata.
Mi sembra di rivedere me stesso . solo, abbandonato . disprezzato per ciò
che sono .
Forse dovrei dire qualcosa ... ma non sono quello che ha la parola giusta al
momento giusto. Spesso, invece, rischio di dire, anche con rabbia, ciò che
nemmeno lontanamente penso.
Accidenti a me! Sono proprio una frana quando ho a che fare con le persone.
Anche solo con un bimbo.
"Chi sei?" è lui ad accorgersi della mia presenza e a prendere la parola.
"Io ... io ..." maledizione, che gli dico?
Lui si volta, probabilmente incuriosito dalla mia indecisione.
Quegli occhi ... quell'espressione ... sono inconfondibili.
"Yuki..." mormoro allibito.
Lui mi guarda: un barlume di sorpresa negli occhi.
"Io non ti conosco ... ma forse ... è meglio così ..." la sua voce infantile
ha un tono così impersonale e distaccato da provocarmi un brivido lungo la
schiena.
"Perchè ... meglio ...?" riesco a mormorare.
"Quando la gente mi conosce, finisce sempre per odiarmi. Anche tu ..."
La sua voce non cambia, mentre dice queste parole. Solo gli occhi sembra
abbiano preso un'espressione malinconica, così lontana da quella che
dovrebbe essere quella di un bimbo.
Forse a noi tutti è proibito essere spensierati almeno nell'infanzia ...?
La stessa identica espressione che ho avuto anch'io per molto tempo, fino
all'arrivo di Kazuma-sama (1)... e a volte anche dopo...
"Io ..."
Cosa vuoi dire, Kyo? Hai qui di fronte il tuo eterno nemico, la persona a
causa della quale tu sei quello che sei ... dovresti rinfacciargli le sue
colpe, tutta la tua rabbia e frustrazione. Perchè non dici nulla?
Perchè non riesci nemmeno ad alzare la voce con lui? Ti fa pena?
Oppure ne hai paura?
"Lo so ... io sono un mostro ... me lo ripetono tutti. Devo essere una
persona davvero cattiva ... se anche mio fratello mi ha allontanato da sè
..."
Solo ora, a quelle parole, il suo visetto sparuto si contrae in una smorfia
di dolore e gli occhi prendono a brillare della luce riflessa nelle sue
lacrime, cocciutamente trattenute.
Non ho idea del perchè, ma mi accuccio accanto a lui e allungo timidamente
una mano, nel tentativo di sfiorare quella testolina: è così triste e solo.
Mi domando se nella sua vita ci sia stata almeno una persona su cui abbia
potuto contare, se sia stato fortunato come lo sono stato io ad incontrare
il mio maestro e padre.
Yuki si scosta da me e mi guarda con espressione sorpresa, gli occhi
spalancati: forse non si aspettava questa reazione da me. Ma nemmeno io,
ora, riesco a capire il perchè di questa mia improvvisa dolcezza nei suoi
confronti.
Poi, all'improvviso, dietro di me tornano quelle voci assordanti ... quelle
presenze ignote e impersonali che parlavano con rabbia e disprezzo del
bimbo. Mi volto. Sento dentro di me, per la prima volta, una rabbia nei
confronti loro, di ciò che rappresentano e hanno rappresentato per me . e
per lui . e poi il senso di protezione per il piccolo Yuki scatta in me,
come se fosse la reazione più normale a questo mondo.
Mi alzo in piedi e rabbioso mi metto a gridare.
"State lontani da lui! Non vi permetterò di toccarlo!"
La rabbia mi esplode dentro, ma, come se fossero esseri spettrali, quelle
figure oltrepassano il mio corpo, come vento gelido li sento toccarmi il
cuore e poi trapassarmi, come se fossi fatto di sola aria. Mi volto verso di
loro, cercando di afferrare le loro braccia, trattenerli dall'avvicinarsi a
lui ... ma ciò che le mie mani afferrano è il nulla.
Quelle presenze si protendono verso Yuki e lui, con sguardo quasi vacuo e un
sorriso triste, mi guarda e abbassa lo sguardo.
"Yuki!!!!!"
FINE SOGNO

YUKI
Sono giorni che mi sento così male ... sarà stato per quella telefonata?
Dubito fortemente.
Non m'importa nulla di lei ... nè di quello che possa aver detto.
Lei e le sue belle parole ...
Lei e le sue scuse ...
Non ne basterebbero nemmeno mille per avere un mio perdono ... il male che
mi ha fatto lo so solo io ... tutto ciò che c'è di sbagliato in me, è anche
colpa sua ...
Perchè allora sto così male? E' come se sentissi un grande vuoto dentro di
me ... come se mi rendessi conto solo ora che ... che qualcosa mi manca, mi
è sempre mancato ...
Tutto questo non mi mette nemmeno in condizione di ribattere agli sproloqui
di quel baka ... diavolo, prima ha fatto una faccia, quando non gli ho dato
filo: era buffo con quell'espressione! Forse perchè sono sempre abituato a
vederlo arrabbiato con me ... beh ... non sempre però. Già, proprio come
quella volta ...
Quella nottata di pioggia, quella rivelazione così scioccante ... era la
prima volta che lo vedevo così ... la prima volta, eppure lo sapevo. Sapevo
che c'era qualcosa ... che c'era un motivo per cui quel braccialetto lo
accompagnava in ogni momento del giorno e della notte ... in fondo tutti
sanno come va a finire la storia ... il suo tragico finale, la maledizione
...
Non so se sia stato un bene che io scoprissi il suo segreto: era qualcosa
che lui non voleva mostrare a nessuno e invece è stato costretto a rivelarsi
davanti alle ultime due persone cui voleva farlo.
E' stato doloroso per lui ... si è rivelato più fragile di quel che credessi
... mi ha ... aperto gli occhi davanti alla mia condizione.
Ho cominciato a capire il motivo del suo odio nei miei confronti, ma ancora
non riesco a capacitarmi del suo testardo desiderio di entrare a far parte
ufficialmente del clan dei Souma ... io è tutta la vita che cerco di
scappare da quella gabbia creata solo per tenere sotto controllo ognuno di
noi ... le nostre esistenze e le nostre emozioni ...
E lui continua imperterrito a tentare e tentare ...
Non te ne rendi proprio conto? Perchè non vuoi dare ascolto a tutte le
parole e ai fatti di cui noi tutti siamo testimoni? Non ti basta vedere come
Akito ci tratta, come ci tiene legati indissolubilmente a sè?
Non ti capisco ... non riesco proprio a capirti ...

"Yuki!" Un grido ... la sua voce angosciata che mi chiama per la prima volta
per nome.
Scatto subito, non ho idea del perchè. Il suo richiamo non dovrebbe aver
alcun effetto su di me, e invece ...
Arrivo nel soggiorno e Kyo è seduto a terra, ansimante, e fissa un punto nel
vuoto: è molto pallido e delle gocce di sudore gli imperlano la fronte.
"Cosa ... cosa succede?" balbetto io, fissandolo con sguardo interrogativo.
Lui si volta verso di me e fissa i suoi occhi nei miei: lucidi e persi, mi
osservano con un'espressione indecifrabile. Poi abbassa lo sguardo, rosso in
volto: si deve essere reso conto di aver urlato il mio nome.
"Niente!" replica secco e si alza, lasciando subito la stanza per rintanarsi
in giardino.
E' strano ... non è da lui reagire in quel modo. E poi perchè mi ha chiamato
per nome? Con un tono quasi disperato ... ma è forse stata solo la mia
impressione, sì. Perchè mai avrebbe dovuto usare un tono del genere per
chiamarmi, invece del solito ... arrabbiato,ironico, battagliero. E' davvero
strano e ... il ripensare a quell'espressione, come ferita, me lo rende
quasi tenero, per un breve attimo.
Mi siedo al tavolo, cancellando dalla mia mente quelle sensazioni così
singolari che ancora mi turbinano nella testa, senza darmi modo di
concentrarmi sul libro che stavo leggendo.

***
"Souma-kun ... sei qui!" la voce di Tooru fece sobbalzare il ragazzo,
immerso nei propri pensieri.
"Ah ... Tooru-kun ..." le sorrise, un pò forzatamente, preso alla sprovvista
dalla sua improvvisa entrata.
"E' ora di preparare cena ... potresti avvertire Kyo-kun? Non lo trovo da
nessuna parte ..."
Yuki spalancò gli occhi a quel nome e sentì il cuore battergli con certa
foga nel petto.
"Che strano" si disse. "Perchè mai sentire il suo nome mi fa quest'effetto?"
"Sì ... vado io ... credo di sapere dov'è andato ..." rispose esistante il
ragazzo.
"Benone! La cena sarà pronta fra una mezzoretta ... mi raccomando, non
tardate ..." e la ragazzina uscì dalla stanza canticchiando allegramente.
Yuki si alzò sospirando: ormai non aveva scelta, doveva proprio mettersi
alla ricerca di quel baka! Uscì direttamente in giardino, infilandosi le
scarpe, a portata di mano.
L'aria si era fatta più fresca e piacevole e le cicale, con il loro ritmico
canto, allietavano la serata estiva. Il ragazzo seguì il percorso abituale
che egli faceva per arrivare al laghetto, immaginando che il gatto si fosse
diretto proprio in quel luogo. La strada dalla casa allo specchio d'acqua
era piuttosto breve e, dopo qualche minuto, potè sentire il dolce profumo di
ninfea, portato dal vento, giungergli alle narici. Inalò quella piacevole
flagranza e sorrise tra sè: era una sensazione che aveva sempre adorato,
così come quella del muschio selvatico.

***
Arrivò ai bordi del laghetto e si guardò attorno: notò poco più in là gli
abiti del ragazzo, ma di lui nessuna traccia.
"Ma dove diavolo si sarà cacciato quel baka!" mormorò tra sè un pò
scocciato.
Uno strano rumore proveniente dall'acqua, proprio ai piedi del ragazzo, lo
fece accucciare e con espressione stupita, avvicinò il viso alla superficie
del lago. Bollicine d'acqua che provenivano da chissà dove e che si facevano
sempre più insistenti e numerose.
E poi ..
Non riuscì proprio ad evitarlo.
Risalì troppo in fretta e comparve davanti ai suoi occhi così velocemente
che non riuscì a scansarsi ed eludere quelle labbra.
Labbra che cercavano nuovo ossigeno e che invece avevano incontrato altre
labbra, sorprese, nuove e inaspettatamente calde. Yuki si tirò subito
indietro, soffocando un gemito di stupore con la mano, che, prontamente,
aveva raggiunto quelle labbra, ora tremanti.
Kyo aprì gli occhi un secondo dopo e, accortosi di ciò che era successo,
arrossì violentemente e abbassò lo sguardo, tentando di riprendere il
respiro, più per l'emozione che per lo sforzo.
"Scu-scusa ... non sapevo ..." borbottò dopo un attimo il gatto, sempre con
gli occhi abbassati.

YUKI
Accidenti ... ma che ... che diavolo ha fatto??
Non è possibile ... mi ha baciato, quello stupido di un gatto! Ma dove
diavolo ha la testa a volte? Il mio primo bacio ... dato a uno stupido che
non è mai attento a quel che fa! Mi chiede scusa e si giustifica con un 'non
sapevo'?! Ma che razza di scusa è questa? Sento le lacrime salirmi agli
occhi ... mi sento come se avessero superato quella barriera di intimità che
mi circonda. Mi sento indifeso ... proprio di fronte a lui ...
E ora che fa? Esce dall'acqua ... ed è pure completamente nudo! Che razza di
cretino!
Come se non fossi già abbastanza imbarazzato. Mi si avvicina lentamente con
una strana espressione negli occhi e io mi ritrovo a tremare come una
foglia: i muscoli come intirizziti non rispondono ai miei comandi, rimango
lì, seduto e immobile ad aspettare nemmeno io so cosa. Chiudo gli occhi ...
ho come l'impressione di sapere cosa succederà e d'improvviso mi sento come
uno di quegli assurdi personaggi dei romanzetti sconci di Shigure.
"Scusami tanto ... non era ... davvero mia intenzione ... baciarti ..." le
sue parole, tristi e gentili mi colgono impreparato. Riapro lentamente gli
occhi e vedo davanti a me la sua figura, cosparsa di gocce d'acqua che
brillano alla luce del sole del tramonto ... il colore simile a quello dei
suoi capelli e dei suoi occhi, che ora mi fissano imbarazzati.
Perchè ho pensato subito che sarebbe successo qualcosa di inaspettato, che
sarebbe sfuggito subito al mio controllo? Ho davvero una così bassa
considerazione di lui?
"Non ... non importa ..." mormoro distogliendo gli occhi dai suoi. Mi sento
avvampare, quando sento il suo sguardo ancora fisso su di me.

KYO
Accidenti a me! Questa volta ho combinato davvero un bel guaio ... come
potevo sapere che lui era proprio sopra la superficie d'acqua dove sono
riemerso?
Che sorpresa ... anche se, devo ammettere, non mi è dispiaciuta molto ... Ad
essere del tutto sincero, mi è davvero piaciuto quel bacio ...
Forse sto impazzendo, forse i miei ormoni stanno correndo troppo oggi,
oppure è quel sogno e quei pensieri che mi fanno quest'effetto ... Però ho
ancora, intenso, il desiderio di baciare di nuovo quelle labbra ...
Maledizione! So che non posso, anche perchè, se lo facessi un'altra volta,
riceverei un pugno in pieno viso e, stavolta, a ragione. Così me ne esco con
la cosa più improbabile che poteva uscirmi dalla bocca.
"Che ne dici di fare un bagno? Oggi ha fatto davvero caldo ... l'acqua è
perfetta ..."

Yuki osservò esterrefatto Kyo: ma si rendeva conto di quello che era appena
successo? O forse, per lui non era così importante? Forse, pensò il topo,
era lui ad essersi fatto troppi problemi per quel semplice bacio. In fondo
non era nulla, no? Nulla di nulla, continuava a ripetersi in testa il
ragazzo, non riuscendo a capire, che quel suo continuo negare era come un
invito a credere il contrario.
Un desiderio nascosto, si fece strada in lui ... si stava addirittura
dispiacendo che Kyo non avesse fatto quello che aveva immaginato nella sua
fantasia, non troppo fervida comunque.
E poi ... fare un bagno ... che richiesta assurda!
"Ma io ... non ho il costume ..." fece a mezza voce il ragazzo, con aria
tremendamente innocente.
Kyo si alzò e diede le spalle al coetaneo, che a quel movimento aveva
abbassato ancora lo sguardo, sempre più rosso in viso: pareva che il gatto
non avesse un gran senso del pudore.
"Non ce n'è bisogno!" e si gettò nuovamente in acqua con un tuffo.
Perchè gli sembrava che quelle parole appena pronunciate avessero un sottile
velo di malizia? No, non era da lui usare un tono simile, specialmente nei
confronti del topo.
Questi se ne stava ancora un pò sbigottito sulla riva, dimentico
dell'avvicinarsi dell'ora di cena. Che doveva fare, ora? Seguirlo senza
farsi troppi problemi, oppure andarsene e lasciarlo da solo?
Forse non ci pensò troppo, perchè un attimo dopo si stava spogliando di ogni
abito, con timidezza, guardandosi ogni tanto attorno per paura di essere
colto di sorpresa, mentre da poco lontano arrivavano i rumori degli sprazzi
d'acqua prodotti dal gioioso e infantile nuotare di Kyo.
Privo d'abiti, entrò lentamente nell'acqua, trovandola tiepida e rilassante:
s'immerse poi del tutto, lasciandosi andare sott'acqua con la testa, per poi
riemergere subito, quando percepì accanto a sé una presenza. Ovviamente era
Kyo che, preso da un'euforia incontrollata, era venuto a prenderlo per
condurlo verso il centro del laghetto: gli sorrise e senza una parola gli
prese una mano, iniziando poi a nuotare un pò goffamente dove l'acqua era
più profonda. Yuki non disse una parola ma si lasciò guidare dal ragazzo, in
attesa di vedere cosa avrebbe ancora fatto: era la prima volta che lo vedeva
comportarsi così con lui. Per una volta nessuna lotta, nessuna parola di
troppo a dividerli.
Solo le sue allegre risate a fargli da compagnia e quella carica che era
riuscita a contagiare anche lui. Si ritrovarono a spruzzarsi d'acqua come
dei bambini, facendo risuonare quel luogo di risate che, chiunque li
conoscesse avrebbe stentato a credere.
Dopo che Yuki aveva, per l'ennesima volta, mezzo affogato Kyo con gli
spruzzi, il topo si ritrovò solo, l'altro ragazzo scomparso chissà dove.
"Ehi ... baka neko!" fece con un tono, per una volta, scherzoso. Ma non vide
nè sentì nulla. Si girò su se stesso ma non vi era alcuna traccia visibile
dal ragazzo.
Poi, tutto d'un tratto, si sentì trascinare sott'acqua e, quando riaprì gli
occhi, vide un Kyo vittorioso che gli girava attorno con uno sguardo
divertito e, ancora una volta,  malizioso. Yuki stette al gioco e con uno
scatto veloce cercò di afferrarlo a un braccio, mancando però il bersaglio e
finendogli, inevitabilmente, tra le braccia.
Lo sfiorarsi della loro pelle ... l'eccitazione crescere e poi, l'impulso di
Kyo fu più forte di lui: lo attirò nel suo abbraccio e lo strinse forte a
sè, mentre l'altro ragazzo non reagiva . sorpreso, paralizzato . ma, in
qualche modo, piacevolmente colpito.
Tornarono in superficie, ancora abbracciati; l'ombra della sera era ormai
calata sullo specchio d'acqua e con difficoltà essi riuscivano a vedere i
propri volti.
"K-Kyo ..." balbettò Yuki in preda ai tremiti per l'eccitazione che pian
piano lo stava prendendo.
"Non dire nulla ...ti prego ... rimaniamo ancora un pò così ..." sussurrò
l'altro nell'orecchio del ragazzo, stringendolo ancora più forte, facendo
scorrere le sue mani sulla schiena con tocco leggero e delicato.
Yuki, dal canto suo, lasciava fare a quelle mani che, sempre più ansiose e
voraci lo toccavano negli angoli più segreti del suo corpo, e ansimava, in
preda a una sempre maggiore eccitazione.
Quando poi le mani del gatto toccarono con foga il suo membro, ormai in
piena erezione, un gemito di stupore e piacere uscì dalle sue labbra,
stringendosi con più forza al corpo ormai caldo di Kyo che a quella reazione
reagì con un brivido: forse, si era reso conto di quello che stava facendo e
così, di colpo, si fermò.
"Scusami ... oddio, scusami ..." e con un singhiozzo nascose la testa tra il
collo e la spalla del ragazzo.
Questi, stupito, rimase per un poco interdetto, poi, per la prima volta,
mosse una mano verso quella di Kyo e, afferratala con delicatezza, la
riportò dove si era staccata: il gatto sussultò e stette ancora fermo.
Accostò la sua bocca all'orecchio dell'altro e sussurrò col fiato mozzo.
"Baka neko ... non fermarti ..."

YUKI
Non so cosa mi sia preso, ma so per certo che, se si stacca da me ora ...
ora che lo desidero anch'io così tanto, potrei non perdonarglielo.
Dopo un attimo di esitazione torna ad accarezzare la mia erezione, delicato,
forse troppo delicato ... sento che se continua così potrei venire prima del
tempo, e non è nei miei piani. Gli prendo così i polsi tra le mani, in modo
non troppo forte, e mi immergo nell'acqua con la testa, scivolando con la
bocca semiaperta sul torace, accompagnando quel gesto con le carezze delle
mie mani, di nuovo libere, su quel corpo che piano piano si rilassa sotto il
mio tocco. Sorrido tra me: non credevo di avere un tale effetto su di lui.
Il sapore della sua pelle si mescola a quello dell'acqua: faccio una smorfia
di disappunto. Avrei voluto sentire il calore della sua pelle, quel dolce
sapore modellato solamente dal sole estivo ... chissà quando avrò un'altra
occasione per sentirla nuovamente sotto di me ...
Distolgo la mia mente da quei pensieri e mi abbasso ancora di più, fino a
giungere all'altezza della sua virilità, già molto eccitata: avvicino il mio
viso ad esso, chiudo gli occhi e ne bacio la punta. Sento Kyo fremere di
impazienza, ma non è ancora il momento: così abbassa le sue mani sul mio
capo e mi accarezza i capelli, passando le dita fra ogni ciocca, passando
improvvisamente da semplice gioco a un sensuale passatempo. Continuo a
baciarlo e sento pian piano il contorcersi delle sue dita impazienti,
crescere ad ogni minuto che passa.
Ed io sono completamente perso ... in me ... in lui ... nel suo corpo, nelle
sensazioni che esso mi da . ogni pezzo della mia razionalità si è
polverizzato . ho mandato al diavolo tutto e tutti per questo.
Ci siamo solo io e lui ... non siamo più gatto e topo ... non siamo più Kyo
e Yuki ... non siamo più nemmeno rivali . siamo solo due . amanti? È questo
che siamo? Più ci penso, più la mia mente geme . e scaccia ogni pensiero che
possa distogliermi da lui.
Torno in superficie, per prendere fiato e riappropriarmi della sua bocca, ma
quando lo faccio lui si stacca subito da me e strofina il viso tra il mio
collo e la spalla, facendo le fusa: quanto è vero quando dicono che il gatto
è l'animale più sensuale!
"Andiamo a riva ..."
Un sussurro ... lieve, delicato, un sospiro dolce sulla mia pelle . un
comando e io obbedisco, senza una parola.
Faccio appena in tempo a sedermi sulla sponda erbosa del laghetto, che Kyo è
sopra di me, le sue labbra incollate alla mia pelle: saggiano, mordicchiano,
succhiano ogni centimetro di me e io non posso che dare fiato al piacere che
mi scuote, mi risveglia da ogni cosa, dal naturale assopirsi dei sensi.
Piego il capo all'indietro e soffoco un gemito, il suo nome.

KYO
Dolce di vaniglia . soffice come neve . liscia come la pelle di un bimbo .
È una continua scoperta, questa pelle lattea e sensibile: trema e la sento
esultare intimamente, è un piacere il solo vederla reagire timida ai miei
tocchi.
Yuki è silenzioso, quasi inerme a tutto ciò: poi un gemito soffocato e
percepisco chiaramente il mio nome. Alzo lo sguardo, staccandomi a
malavoglia dalla mia fonte delle mille meraviglie e porto il mio viso
all'altezza del suo. Ha gli occhi semi aperti, lucidi, languidi . non ha
idea di che effetto mi faccia tutto questo.
Mi abbasso su quelle labbra, le bacio delicatamente e di nuovo struscio il
mio viso contro quella guancia diafana, cercando il suo calore, il suo
profumo . voglio che diventi parte di me, non voglio dimenticare, non voglio
che quando tutto sarà finito, le cose tornino a ciò che erano prima .
Allungo la mia mano lungo il suo corpo e trovo la sua: l'accarezzo, dito per
dito, mi soffermo sul suo palmo ancora umido e poi intreccio le mie dita
alle sue . le mie forti e decise, le sue delicate e quasi fragili, ma così
calde.
Apro la bocca e la mia testa formula qualcosa che non avrei mai pensato di
dire: non a lui, non a un'altra persona . a nessuno mai.
"Ti amo ."
E a quelle parole i miei occhi, beffardamente, si abbandonano, lasciando
scorrere giù, lungo le guance, e poi sull'angolo del suo zigomo, due piccole
lacrime.
Perché l'ho detto . perché ho lasciato che mi vedesse piangere .
nuovamente?!
Odio tutto questo . odio mettermi a nudo, davanti a chiunque, davanti a
lui . ricorda Kyo, lui è e rimarrà sempre il tuo nemico, colui che ti ha
costretto alla tua condizione di reietto, di colpevole .
Colpevole di cosa? Essere quello che sei? Non l'hai scelto tu .
Come lui non ha scelto di essere quello che è . come te, così lui . legati a
un destino che non è vostro e che avreste rifiutato, se solo vi si fosse
data la possibilità.
Perché dare la colpa a lui . perché dare la colpa al topo, quando Yuki è .
null'altro che se stesso. Yuki e basta. Il topo, ciò in cui lui si
trasforma . quella è solo una faccia, è e non è Yuki.
Yuki è la persona che giace sotto di te, ora . che geme e sospira e
arrossisce e prova piacere . solo ed unicamente per te.
E questo mi basta. Non m'importa di null'altro ora . solo io e te, su questo
prato immenso.

Una mano raggiunse il viso di Kyo: indecisa, tremante, delicata, troppo
delicata.
Yuki si fece coraggio, un coraggio che credeva di non avere, e passò le dita
su quella scia brillante e umida, con timore quasi riverenziale.
Non sapeva.
Non riusciva ad ammetterlo a se stesso.
Come poteva essere? Come poteva dirgli una cosa del genere, dopo tutto
quello . dopo tutto .
No, era solo un'allucinazione . aveva sentito qualcos'altro . doveva aver
sentito qualcos'altro. Non poteva ammettere . accettare . immaginare .
desiderare così tanto da lui. Era solo un sogno, o un semplice scherzo del
caldo, non c'era altra normale spiegazione.
Kyo non poteva . era assurdo . innaturale . impossibile . come poteva
avergli detto di amarlo?
Era troppo, era un bel sogno . un bellissimo sogno . ma sogno rimaneva.
Come poteva il semplice Yuki sperare di sentire quelle parole così dolci,
pronunciate solo per lui, solo per il semplice e insignificante ragazzino
qual era?
"Cos'hai detto?"
Un altro mormorio . aveva bisogno di sentirlo ripetere . le sue orecchie
dovevano di nuovo udire quella voce e sentire la sua verità. Aveva bisogno
di sapere . niente illusioni, niente vane speranze. La sola e unica verità.
Kyo rialzò lo sguardo a fatica su di lui: gli occhi sfuggenti, abbassati,
timidi e terribilmente innocenti in quel suo gesto.
Aprì la bocca, per ripetere ciò che la sua mente aveva detto, con tanta
semplicità e ingenuità, tutto in uno slancio. Eppure . la voce, quella voce
faticava a uscire.
Aveva paura? No . era semplicemente terrorizzato. Dire 'ti amo' a qualcuno
non era cosa da poco. Dirlo a Yuki non era cosa da poco . era una tragedia,
uno scherzo del destino.
Da nemico ad amante? Perché tutta questa tortura . la persona che aveva
sempre odiato e ora era la prima a ricevere il suo dono d'amore. Non aveva
senso tutto quello.
Non aveva senso, eppure . dire quelle tre parole gli sembrava, ora, la cosa
più giusta che potesse fare in tutta la sua vita.
"Yuki ." le parole riuscirono a farsi strada, nella sua mente, nella sua
bocca, nel breve spazio che ora li divideva. "Io ti amo".
L'aveva detto, ripetuto davanti a lui. Ai suoi occhi grigi, alla sua
espressione un po' perduta.
Sentiva lo stomaco contrarsi, eppure la sua mente risuonava di un grido di
liberazione, selvaggio, innalzato verso tutto il suo essere.
Eppure .
Quegli occhi, dapprima socchiusi e caldi, si spalancarono su di lui: panico,
sorpresa . puro terrore.
Yuki fece un brusco movimento col bacino e Kyo si ritrovò seduto a terra,
silenzioso, mentre il ragazzo si ritraeva su se stesso, chiudendosi nel suo
stesso abbraccio, soffocato da quelle parole, dal loro più profondo e intimo
significato.
Come . come poteva?!

YUKI
Scuoto il capo, in preda ai brividi di freddo: il sole è tramontato e
un'aria che prima non c'era si sta impossessando di ogni mio muscolo. E
ora . ora che non c'è lui a riscaldarmi .
"No Kyo ." dico in un sospiro che si perde col vento.
Eppure i suoi occhi mi dicono che ha sentito . che le mie parole non si sono
perdute. Si spalancano, colti dalla paura e un senso di sperdutezza che mi
sorprendono per l'intensità. Poi, si chiudono in piccole fessure . allunga
il braccio davanti al viso, tentando di nascondersi a me e piange.
Lo sento dai singhiozzi trattenuti, da quel tremare spasmodico del suo
corpo, da quelle perle che cadono a più riprese sull'erba, bagnandola come
se fosse pura rugiada.
Mi sento male . io l'ho respinto con durezza e ora mi sento male: sono
davvero uno stupido.
Ma come può piangere per ciò che ho detto . fatto?
Non può amarmi, è tutto un sogno, una presa in giro. Non lo merito, non
merito tutto questo.
Eppure l'ha detto. Perché l'ha detto .
"Perché, Kyo?" getto fuori con un grido straziato, complice delle lacrime
che ora anche io riesco a versare. Quanto tempo è passato . quanto
dall'ultima volta che ho avuto la forza . il coraggio per versarle per
qualcuno . per me stesso . quando?!
Lo guardo e vedo che abbassa il braccio: il suo viso stravolto dalle lacrime
è lo spettacolo più terribile. più delle parole che non riesce a dirmi . più
di ogni gesto che vorrebbe rivolgermi .
"Perché ." ripeto e mi avvicino a lui, al suo viso arrossato e dallo sguardo
sperduto.
Rimane in silenzio e io faccio altrettanto . attendo solo una risposta, solo
una sua parola. Lo voglio sapere, voglio capire perché io . perché noi .
"Yuki ." i suoi occhi brillano e lui li richiude. "Non posso amarti? Mi
disprezzi, mi odi? Certo, io sono il gatto . lo stupido gatto". Ironia, una
lama che trafigge perfetta la carne. Dolore, strazio . "Io sono lo stupido
gatto . però questo stupido gatto ti ama. È un male? Tu credi che ti abbia
odiato, ma ti sbagli . io odio il topo . anzi . il gatto odia il topo, ma .
Kyo ama Yuki ." un sorriso lieve e struggente sulle sue labbra pallide.
Dio, mi sento morire.
"Perché . mi ami?"
Più ripeto queste parole, più risuonano sciocche dentro la mia testa:
sciocche e inutili.
"Perché sei Yuki . sei tu e nient'altro. Sei la persona che ho sempre
bramato d'essere . non perché sono geloso di te . ma perché ti amo. E poi .
se non ci amiamo noi, l'un l'altro . chi potrà mai amarci a questo mondo?"
sospira e riapre gli occhi, ancora più lucidi, ancora più persi e disperati.
Mi stai chiedendo qualcosa Kyo . qualcosa che è così grande . immenso e
soffocante. Nemmeno riesco a immaginare quanto possa essere difficile tutto
ciò.
È una consapevolezza . una scelta . un cambiamento.
È ribaltare me stesso, tutto ciò che sono stato fino ad ora.
Gettarsi nel vuoto, senza nulla, ad occhi chiusi. Con la sola speranza di
essere tratti in salvo da braccia amorevoli.
"Io ." esito. Esito perché non so, è troppo, troppo difficile.
Eppure è così facile . basterebbe dire di sì e tu ed io non saremmo più gli
stessi.
Diversi, cambiati . irriconoscibili, ma forse, non saremmo più soli.

Un sorriso, lieve, quasi impercettibile andò a posarsi su quelle labbra
rosee e sottili; gli occhi si illuminarono, una luce nuova, viva,
speranzosa, decisa.
La decisione era presa . ora doveva suggellare tutto quello e davanti a sé
stava il contratto . e il contrattatore.
Si sentiva timido, eppure desideroso . era strano provare due sensazioni
così opposte per la stessa persona.
Eppure non riusciva più ad esitare, a tirarsi indietro, a evitare quegli
occhi, quello sguardo penetrante e in attesa.

YUKI
Allungo le mani verso il viso di Kyo e ne sfioro i lineamenti con un dito:
le sopracciglia, gli zigomi delicati, la sottile linea del naso e infine
quella bocca della quale mi riapproprio con una voracità che non mi
riconosco.
Mordicchio il labbro inferiore ed ecco che apre subito la strada alla mia
lingua, che si intrufola con foga, cerca con disperazione e infine trova. Ed
è allora che la mia mente si abbandona, per sempre, fino alla fine,
lasciando finalmente spazio a tutti i miei sensi che si perdono in quel
calore meraviglioso.
Sembrerebbe un gioco, di bimbi innocenti . ci  rotoliamo nell'erba, le risa
mezze soffocate dal bacio . le risa come i mugolii che non riesco a
trattenere.
La mano di Kyo si fa strada lungo il mio fianco, così delicato da farmi
venire la pelle d'oca: sale e scende con un solo dito, rendendomi
estremamente nervoso.
"Kyo ." mormoro staccandomi per prendere fiato, la mia voce quasi roca.
"Pazienta ." e sorride gioioso e ammiccante.
Sospiro rassegnato, ma la mia scontentezza viene cancellata con il veloce,
ma sicuro gesto di una mano: sussulto e mi sento avvampare, il mio corpo
sembra essere in preda alle fiamme di un drago, e Kyo che svetta su di me,
con un sorriso vittorioso e quasi soddisfatto.
Ed ecco che la sua mano comincia a scorrere lentamente sulla mia erezione,
le sue dita che giocano su di essa .
Kyo sembra incontentabile: mi lascia libero il respiro per scendere sul mio
petto . baci, semplici carezze che paiono volermi tranquillizzare, senonchè
la sua bocca, mio eterno tormento, si appropria di un mio capezzolo, turgido
e tremante. Quelle labbra che baciano .. quella lingua che lappa ogni
centimetro di pelle . quei denti che tormentano . e quegli occhi che non mi
abbandonano nemmeno per un istante. E io che non posso fare altro che
guardarli, stregato da quella lucida lussuria.

KYO
Ho avuto la mia risposta . ha suggellato il contratto e si è donato a me . e
io a lui.
Non immaginavo di essere capace di tanto . il mio corpo è uno strumento di
piacere per lui e per me, attraverso di lui . è il mio essere gatto a
rendermi così? Credo di non avere più alcun dubbio.
La mia mano, ormai cullata in un movimento ipnotico, si muove con lui,
perduto in me . e io perduto in lui.
Senza che ce ne accorgiamo, il movimento si fa più veloce, serrato,
spasmodico: il suo viso imporporato si contrae, si getta all'indietro, il
respiro mozzato come il mio .
Viene con un gemito, il viso si rilassa, un sorriso solare lo accoglie e
sospira dolcemente, passandosi la lingua sulle labbra, con un gesto
innocente, sì, ma che riesce a farmi perdere un battito.
Mi avvento di nuovo su quelle due striscie ormai rosse e tormento di nuovo
quella bocca, mai sazio del suo sapore di fragole mature, del suo calore,
della sua anima che riesco a sfiorare solo in quel modo.
Lo abbandono di nuovo ansimante, e torno a finire ciò che ho abbandonato
impietosamente: prendo tra le mani i suoi glutei e, senza più una parola,
faccio scorrere la mia lingua lungo il suo membro, raccogliendo il frutto di
ciò che è stato, inebriandomi del profumo di sesso che egli emana.
E i suoi gemiti tornano a scuoterlo con più foga: sento le sue mani
affondare tra i miei capelli, stringersi a scatti, ogni volta che il
movimento si fa più lento.
Quando ogni traccia del suo succo è scomparsa, mi lascio andare a una cosa
che non avevo mai fatto, almeno non da essere umano: lancio un lungo e
profondo miagolio, quello che i gatti usano quando sono in calore. È come
una dichiarazione che si fa, al mondo intero, di quanto sia forte il nostro
desiderio di un compagno.
Yuki è il mio compagno . è il mio amante. è solo ed esclusivamente mio. E
questa possessione, mi rende euforico e ancor più eccitato.
Abbasso la bocca sul suo membro, di nuovo fremente, e affonda nella mia
bocca, bollente, quasi febbrile: le mie labbra si poggiano su quella pelle
proibita e risalgono . la sua voce perduta in frasi incoerenti, intermezzate
da grida di puro piacere. Continuo a questo modo, finchè riempie la mia
bocca di sé . e io accolgo, saggio e ingoio.

YUKI
Mi sento completamente in balia di me . di lui . e non c'è sensazione al
mondo più appagante di questa. Il suo corpo su di me ha come l'effetto di un
archetto su un violino . riesce con semplici tocchi e creare una melodia
fatta di emozioni che non ho mai neppure immaginato di poter provare.
È perfetto . è appagante . Kyo è tutto questo.
Ecco che si alza a sedere e torna a guardarmi, quegli occhi profondi e
chiari che nulla riescono a nascondere; una goccia d'acqua gli cade da un
ciuffo di capelli sulla spalla e giù, lungo il suo torace che si alza e si
abbassa in fretta, sempre più in basso, verso il suo ventre.
Solo allora mi accorgo di essere stato l'unico a godere di tutta questa
magia, di questo appagamento dei sensi: ha pensato prima a me che a se
stesso, prima al mio piacere . ma il suo?
Mi alzo a sedere e lui mi guarda titubante.
"Kyo . sdraiati ."
Non faccio in tempo a finire di parlare che sono già su di lui, i nostri
corpi che aderiscono fino allo spasimo, la mia bocca ormai padrona di quel
collo sinuoso e sottile . e di quel petto sul quale lascio una scia,
luminosa come la via lattea .e sempre più giù, dove la sua eccitazione mi
aspetta per essere soddisfatta.
E così io faccio . ripeto attraverso i miei gesti quelle sensazioni di puro
piacere che egli mi ha dato poco prima. Lappo come se avessi tra le mie
labbra la cosa più dolce; lascio piccoli baci sulla sua punta bagnata e
lungo tutto il suo membro; faccio mia la sua virilità . ascolto il suo
piacere e mi lascio travolgere da ogni sensuale particolare.
Solo quando mi giunge la sua voce, l'incantesimo si spezza e mi risveglio da
quel mio stato ipnotico.
"Yuki . adesso, non posso più ."
Zittisco la sua bocca con un bacio . i nostri sapori uniti, mescolati,
diventano un tutt'uno. Mi perderei in essi, se un altro e più forte
desiderio non stesse richiamando entrambi: non è necessario alcuno sguardo,
so cosa significa tutto ciò.
Ma ora che il grande passo è ormai lì per essere compiuto definitivamente,
mi assale un'ansia che mai avrei creduto di provare: per la prima volta,
abbraccio Kyo, stretto e violento, e nascondo il mio viso sul suo petto,
mentre il corpo non fa altro che tremare spasmodicamente.
Sento le sue braccia accarezzarmi le spalle, le sue labbra che si poggiano
sulla mia testa, delicate e timide.
"Vuoi che ci fermiamo?" la sua voce è tranquilla, non arrabbiata e stizzita
come pensavo. Lascia andare un sospiro e sento che mi culla lentamente:
d'improvviso è come se mi ritrovassi in quel bambino solo, circondato da
giochi, ma abbandonato da ogni affetto.
Mia madre non mi ha mai cullato, lo so . mia madre . ogni madre che ha la
disgrazia di avere un figlio maledetto, non potrà mai abbracciare il proprio
bimbo senza incorrere nella trasformazione.
Mi domando, per la prima volta, cosa debba aver provato lei in tutti questi
lunghi e difficili anni: non giustifico il suo comportamento, perché mi ha
comunque abbandonato . ma forse anche lei ha sofferto molto, dopotutto.
"Kyo . è così terribile abbracciarmi?" mi aggrappo con più forza al suo
corpo, cercando di trattenere lacrime impotenti che mi pungono gli occhi con
inaudita violenza.

KYO
Ho come l'impressione di sapere cosa sta pensando: e solo ora torna ad
occupare la mia mente quel sogno che ha dato inizio a tutto questo. Abbasso
il mio viso e bacio la sua fronte dolcemente, accarezzando quei capelli
morbidi e ancora umidi, confortando con lievi tocchi quella pelle ormai
asciutta, costellata di alcuni ciuffi d'erba.
Non ho potuto abbracciare il bambino Yuki, ma almeno ora non ho tra le mani
un sogno, ma questa dolce e malinconica realtà che tenta di nascondere tutto
quel dolore che ci accomuna. Quella domanda mi ha preso di sorpresa, eppure
sarei dovuto aspettarmela: è come se il sogno stesse lentamente continuando,
qui nella realtà .
"Non potrei desiderare altro, Yuki ." sussurro in preda a una dolcezza che
fatico a riconoscermi. "Potrei tenerti fra le mie braccia in eterno, se solo
tu lo volessi ."
"Grazie ." dice in un sospiro disperato e io non posso fare altro che
prendere il suo viso tra le mani e sfiorare con le labbra la sua bocca,
delicato come avessi tra le mani puro cristallo.

"Anche . anche se loro dicevano che tu eri un mostro, io non ." le parole
gli si mozzarono nella gola, tremando quando si accorse di aver dato sfogo a
tutti i suoi pensieri su quell'incubo che l'aveva scosso oltremodo. "Tu
sei . splendido, dolce. sei Yuki e basta. Non devi più prestare ascolto a
ciò che la nostra famiglia dice . loro non capiranno mai" e, con queste
parole, Kyo strinse i denti con forza, un senso di impotenza, di
frustrazione a travolgerlo.
"Kyo, che dici?"
La voce di Yuki si levò un po' frastornata, stupita da quelle strane parole:
si alzò a sedere di fianco al ragazzo e prese a fissarlo aspettando la sua
risposta.
Kyo avvampò a quello sguardo lucido e innocente, rivolgendo la propria
attenzione alle mani che nervosamente avevano preso a tormentare alcuni
ciuffi d'erba davanti a sé. C'era una strano senso di timidezza che gli
impediva di raccontargli quel sogno . eppure era così semplice, non aveva
nulla da temere, no?
Chiuse gli occhi e cominciò a raccontare con voce bassa e malferma, a volte
tremante, il sogno che pareva così lontano ora, mentre risaliva solo a un
paio di ore prima. Yuki seguiva con silenzio quelle parole: ad ogni parola
del ragazzo, ad ogni rivelazione, ad ogni triste sospiro ch'egli emetteva,
ad ogni emozione che traspariva dal suo animo, Yuki si sentiva sciogliere il
cuore e le membra.
Sentiva quelle emozioni, che detestava, mettersi a nudo, lasciarsi andare
prepotentemente; le lacrime, come un fiume in preda alla corrente, pungere
di nuovo i suoi occhi e vincere la loro innaturale e crudele resistenza.
Fu così che lo ritrovò Kyo quando riaprì gli occhi, conclusosi il suo breve
racconto. Sobbalzò per quella vista a lui completamente nuova e cercò di
riparare goffamente ciò che riteneva una sua grave colpa.
"N-no . non piangere Yuki ." esclamò lui e con una mano accolse il suo viso
bagnato, cercando di cancellare le tracce del suo dolore, un dolore che
riusciva a penetrare anche lui.
"Sono contento ." mormorò d'un tratto Yuki.
"Ma . se stai piangendo?!"
"Non ci sono solo lacrime di tristezza . le tue parole, ciò che volevi fare
per me. credi che possano passare inosservati ai miei occhi? Nessuno ha mai
tentato di proteggermi dalle loro parole." disse lui con un sorriso
malinconico, e un singhiozzo trattenuto.
"Ma era solo un sogno ." la delusione, nel profondo della sua voce.
Un dito sottile e diafano raggiunse le sue labbra, andando a chiuderle in
una dolce ammonizione. Il topo scosse la testa e abbracciò teneramente il
gatto.
"Per me è importante. non sai quanto ." e suggellò, con un bacio casto,
quelle labbra.
E dopo quel tenero scambio di effusioni, il desiderio tornò a impossessarsi
di entrambi: i loro corpi così avvinghiati l'uno all'altro, le loro virilità
che si accarezzavano, quasi inconsapevoli di ciò cui li stava portando.
Kyo trascinò di nuovo a terra Yuki, si riappropriò del suo collo e tornò a
stuzzicare quella pelle tanto sensibile che non dava segno di voler smettere
di tremare, sotto di lui.
E le mani di Yuki, sempre più ansiose, che si artigliavano ai glutei del
compagno, spingendolo a strusciarsi con sempre più vigore contro di sé,
mentre, guidato dall'istinto, apriva le proprie gambe, dando modo al
compagno di comprendere il suo desiderio.
"Ne sei .sicuro?" disse ansimando l'altro, memore della reazione improvvisa
di poco prima.
"Baka . secondo te?"
Per la prima volta Kyo sentì un sorriso sorgergli spontaneo . e dire che
quel baka era una cosa che riusciva sempre a fargli perdere il controllo,
per farlo affondare nella rabbia più pura. Ma ora il tono, così dolce . la
situazione, tutt'altro che spiacevole . Yuki, il suo Yuki .
Scivolò lentamente verso il basso, provocando un mugolò esasperato dal
ragazzo, che egli prese per una risposta più che positiva alla sua domanda.
Con delicatezza, sollevò le gambe del ragazzo sulle sue spalle, accompagnato
da un movimento lento e sensuale del bacino di Yuki, nervoso e
insoddisfatto.
Kyo accarezzò il ventre del ragazzo, strappandogli un nuovo gemito e
facendogli esclamare ancora un 'baka', con voce ormai malferma.
Poi, con un movimento fluido, ma deciso entrò dentro di lui, strappando da
lui un piccolo grido di dolore, seguito da una lacrima e dall'irrigidimento
di tutto il suo corpo: Kyo si bloccò, allungando una mano verso quella del
ragazzo che l'afferrò stretta a sé, con fiducia, allentando poi, man mano
che il dolore svaniva, la sua presa.
Il corpo di Yuki si rilassò e Kyo diede inizio alla loro danza, lenta e
sinuosa: era lui, il gatto, a guidarlo e il suo istinto felino traspariva da
ogni movimento, perfetto come il muoversi di un'onda, passionale come se
fosse un innato amante .
La sua mano libera salì fino al sesso del compagno, massaggiandolo a ritmo,
facendolo esultare di piacere con sospiri ormai privi di qualsiasi freno.
Vennero assieme, un grido, ancora un miagolio basso e lungo dalle labbra
semi aperte di Kyo, prima di abbandonarsi sopra il corpo dell'altro, il capo
sul suo cuore martellante, appena accarezzato dal respiro di Yuki che non
perse tempo e lo avvolse nel suo abbraccio, con un sorriso estatico e gli
occhi brillanti e vivi.

***
Fu solo quando l'oscurità li avvolse completamente e le stelle presero a
brillare sopra le loro teste, che Yuki riaprì gli occhi e chiamò in un
soffio il compagno.
"Kyo, svegliati! Siamo in ritardo! Tohru-kun mi aveva detto di rientrare
presto!"
Come tutta risposta, Kyo strofinò il naso sul collo del ragazzo,
lasciandogli un piccolo bacio, prima di tornare a giacere nel suo languido
abbraccio.
"Avanti".
Nessuna risposta.
"Dai, Kyo ."
Ancora nulla.
"Ehi, micetto ." tentò infine, sorridendo furbescamente a quel nomignolo che
già aveva scelto per lui.
Solo allora, gli occhi scuri di Kyo si riaprirono su di lui, un piccolo
broncio sulle labbra.
"Micetto, no!"
Yuki gli sorrise di rimando e ripetè quell'epiteto, mentre si trascinava da
sotto il corpo abbronzato, a prendere i suoi vestiti sparpagliati lì
accanto.
Kyo mormorò qualcosa tra i denti, ma non riuscì a replicare con giusta
verve: si rivestì velocemente e si avventò poi sulla schiena dell'altro
ragazzo, mordicchiando con non troppa gentilezza il collo indifeso.
"Ahia!"
"Niente micetto! Solo gatto, chiaro? Non sono più un cucciolo ." e fece
scorrere le mani sul petto dell'altro, ridacchiando divertito, ma ricevendo
solo un piccolo pizzicotto sulle mani troppo ansiose dal topo.
Si voltò verso l'altro e gli afferrò una mano.
"Niente storie . ora torniamo a casa, che si staranno chiedendo che fine
abbiamo fatto!"
"Penseranno a un'altra lotta, immagino ." sospirò con aria abbattuta Kyo.
"Che pensino ciò che vogliono." disse l'altro facendo spallucce. "A me
interessa solo ciò che pensi tu .".
Kyo arrossì e fu così che Yuki riuscì a trascinarlo senza troppi sforzi
verso casa, lanciandogli spesso brevi ma intense occhiate che l'altro non
esitava a cogliere, con un sottile piacere nel cuore.

Gatto e topo . da sempre nemici, per innato antagonismo, per un'antica
leggenda, per semplice natura. Eppure quella stessa natura . quella stessa
leggenda millenaria che li aveva divisi, non poteva negare a se stessa che,
spesso, il cuore di due persone non riesce a sottostare alle leggi che gli
vengono imposte, senza una ragione, o uno scopo.
Tutto è gettato al vento, ogni regola cancellata, per far posto ai soli
sentimenti, unica ragione che guida le persone verso il proprio destino e la
propria felicità.

1- precettore e padre adottivo di Kyo^_^ (anche lui che bel personaggio
;___;)




Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions