NOTE: dovrebbe essere un 'seguito' di Fili
Intrecciati, spero che sia abbastanza comprensibile anche per chi non l'ha
letto. Se volete un riassunto sono a disposizione.
E poi i personaggi non sono miei, non mi appartengono, e mi diverto solo un
sacco a infilarli in queste situazioni assurde!
Fuoco oscuro
di Dhely
Appendice
E'
bello, l'ho sempre pensato, ma ora. . è bello. Socchiudo gli occhi, forse
per non permettergli di vedere il piacere che mi trasmette, solo così, solo
guardarlo spogliarsi. Steso al centro del letto, già nudo, inclino un poco
il capo e lo guardo spogliarsi, impacciato. Emozionato. Touma è dolce, nei
gesti infantili, nell'impigliarsi nella maglietta, nell'emergere a poco a
poco dai vestiti: sempre nuove porzioni di pelle, più ampie, più
dettagliate.
E' lì che comincia il nostro amarsi, in quei gesti, nel mio aspettare
immobile. Uno dice sesso, e sono corpi avvinghiati, sudore, umori, odori
forti, rumori soffocati. No, il sesso, almeno per noi, è uno sguardo che
incontra un altro sguardo di là di un tavolo, e scoprirvi, sospettarvi un
desiderio. E' l'ombra di un sorriso che sa di un sì. E' la mente, questo
strumento pericoloso e perfetto, che comincia a colmarsi di penombra, di
particolari di corpi, di queste porzioni di pelle che mi accendono e mi
quietano.
Tutti sostengono che io sono bello, è vero. Non sono così ipocrita da non
ammetterlo. Guardatemi: la proporzione, l'equilibrio delle forme, i muscoli
delineati, la pelle serica che li ricopre.. ed è morbida, tanto morbida che
io stesso indugio nell'accarezzarla, e ne provo piacere. Non mi sorprende
che lui provi piacere a sfiorarla, che altri desiderino imitarlo. .
Ma io trovo "lui" bello. . lui, con il corpo forte quanto il mio,
ma più duro e aspro. Lui che sembra non provare alcun piacere nella cura
del sé, nell'attenzione al valorizzarsi ma anzi, è trascurato e leggero.
Lieve e disordinato si presenta a chiunque, stupito scuote il capo, allarga
un poco gli occhi nella sorpresa di un complimento, quasi fosse un peso, un
colpo inaspettato che non è riuscito ad evitare. Lo trovo bello e
desiderabile, le sue mani, la sua pelle contro la mia. .
Non mi piace l'amplesso in sé.. non mi piace lo scambio d'umori, gli odori,
i sapori del sesso. . non mi sono mai piaciuti. Credo che non mi piaceranno
mai.. Allora perché Perché steso al centro di questo letto fremo? E
desidero? E lo guardo impaziente? Cosa c'è di diverso in lui? Cosa mi porta
a sperare di riuscire a chinarmi sul suo sesso? A bere il suo seme? A
sentire la sua bocca accarezzarmi? Il mio corpo farsi umido per la sua
saliva? Eppure è così, questo è quello che mi colma al punto che
dischiudo le labbra e un sospiro mi sfugge.
Solleva il capo e mi guada arrossendo: nella fretta ha cercato di togliersi
i jeans prima di sfilarsi le scarpe. . ora è seduto a terra che cerca di
liberarsi piedi e gambe. Deve avere pensato che quel sospiro fosse
d'esasperazione. . Gli sorrido e lui arrossisce di nuovo. Ecco, ora crede
che l'abbia perdonato o peggio, scusato. Perché non mi stanco? Della sua
apertura? Della sua assenza di mistero?
Perché *è* misterioso. . fin dall'inizio, fin da quando ci siamo
conosciuti.
Appare così disarmante, così spontaneo che è automatico non porsi
domande, accettare. Pensare che, semplicemente, lui è fatto così.
E' stato così per anni nella mia mente. Poi ho capito, come gli specchi
d'acqua in cui si riflettono le stelle. Ed è semplice vedere le stelle
riflesse . . e non accorgersi, non capire . . e nessuno che alza gli occhi
verso il cielo, quel cielo che è il suo elemento. Ogni giorno è così, ci
si ferma all'azzurro e non ci si ricorda quasi di tutte le stelle, le
galassie, e i mondi che sono oltre quell'azzurro. . L'azzurro ci basta. A
noi bastava, bastava averlo intorno, vicino.. poi ho capito, poi l'ho
guardato. Ho cercato di guardare. Non è semplice, è facile distrarsi, come
quando si guarda il cielo, facile cercare di avere uno sguardo complessivo,
cercare l'insieme e perdersi su un particolare. . e sono particolari così
meravigliosi: costellazioni, comete, soli, stelle. . Giorno dopo giorno sono
stato colpito dal mistero, e mi sono trovato legato a lui, come quando ci si
scopre di fronte ad un oggetto, un paesaggio, in immobile ed estatica
osservazione. . e non si voleva, non si aveva in mente di sostare, eppure. .
eppure non si è potuto fare altrimenti.
Non so perché, ma sono qui, al centro di questo letto, e aspetto, e sono
felice di vederlo alzarsi in piedi, soddisfatto della sua nudità, per un
attimo perfettamente soddisfatto e dimentico di me, poi si volta, mi guarda.
Ed è in estasi. Freme e si tende, trattiene il fiato, è in adorazione, e
lo odio quasi per il suo sublimarmi, per il suo modo di amarmi, tanto
pesante, tanto vischioso e . . semplice. Come spiegare? Quelle vecchie donne
che s'incontrano nelle processioni, e mormorano versi di un latino
incomprensibile, e firmano con una croce . . Ha lo stesso sguardo per un
momento. Come se fossi la statua di un santo e non avessi carne e sangue.
Sollevo allora le braccia e mi tendo. Novello S. Sebastiano. Mi tendo
afferrandomi un polso nella mano e inarcando il corpo, nudo e splendente,
invocando quasi le frecce, le ferite che portano. Rabbrividisce. Lo vedo
tremare visibilmente, e aprire e chiudere rapidamente le mani in un gesto
continuo e ossessivo, mentre contrae le natiche e tende il sesso verso di
me. Si passa la lingua sulle labbra e gli occhi scintillano. . più dei
miei, molto più dei miei.
E' incredibile, sì, un sogno. E' qui, e non è la prima volta.. e non sarà
l'ultima. Soprattutto non sarà l'ultima, dovrebbe rendermi meno impaziente
quest'idea, ma non è così. Non è mai così. E faccio bene, perché com'è
iniziata può finire. No, non m'illudo, so che non durerà per sempre. Non
dura nulla per sempre. . spesso è solo un'illusione. Ma almeno questa
seconda triste prospettiva è esclusa, lui è qui. E io resto sempre
sconvolto dalla cosa. . Perché? E' così difficile, accettare e basta?
Sì, scusate, ma sì.
Perché non si può amare senza paura? Io non ci riesco. . o meglio, riesco
solo quando sono nel suo corpo, ecco, lì non ho paura. . ma non dura per
sempre. . già. Non dura per sempre.
Che bello che è. Vorrei avere la forza di chiamare gli altri, radunare
delle sedie, mostrarlo. Perché così non è solo bello. E' più che bello,
è perfetto. In questa stanza illuminata solo dalla luce dei lampioni che
entra dalla finestra, dalla luce della luna, delle stelle. . E' proprio
perfetto, splendente. Come un astro. Seiji è come un sole . .
Lo amo, e il mio cuore si stringe, sono qui, voglio fottere, e mi viene da
piangere per quanto amo questo ragazzo meraviglioso, il suo corpo, il suo
sorriso. . Il petto si carica di un peso che soffoca, il cuore batte colpi
dolorosi, lenti e pesanti, o forse troppo rapidi, stilettate. Amare è
doloroso? Vorrei chiederglielo, vorrei, ma non oso. Non amiamo allo stesso
modo, con la stessa forza, sì, con la stessa intensità, pure, ma non nello
stesso modo. Quindi non mi può rispondere. Ma non è importante. Non credo
almeno.
Penso che sia bello. Beh, lui mi dice sempre che sono masochista. Sorrido,
mi siedo sulla sponda del letto, gli sfioro la gamba, lui china un poco il
capo, apre gli occhi, mi guarda. Non sorride. E' molto serio. . compito. E'
una parola che mi porta alla mente piccoli alunni seriosi. Mi fa sorridere
di nuovo, non cambia espressione. .
Iniziare è sempre difficile. E' che non sono mai proprio certo che lui
abbia voglia. . cioè non riesco a dare per scontato che il suo farsi
trovare nudo al centro del mio letto significhi proprio che ha voglia di
fare l'amore . .
Vi può suonare scemo ma se lo vedeste. . è come. . vergine. Ecco, è come
qualcuno che non sa bene cosa aspettarsi e di sicuro non è convinto che sarà
una cosa piacevole. Mio compito è convincerlo del contrario. . ogni volta.
E non mi dispiace. . solo che iniziare è difficile.
Non che sia un grosso scoglio, ma comunque è una fatica che non ho mai
avuto con altri amanti . . solitamente ero io al centro d'attenzione e
carezze, ora è come se tutto fosse esterno, se il centro del mio piacere si
trovasse al di fuori del mio corpo, e mi ci vuole un po' a sintonizzarmi. Mi
stendo vicino a lui, che continua semplicemente a guardarmi, in attesa.
Che faccio? Lo bacio!
Mi tendo e lo bacio sul collo, le spalle, il petto. Mi sposto un poco e
cerco di resistere alla tentazione di impossessarmi della sua bocca. Ho
sempre l'impressione che si stanchi immediatamente, che una carezza, un
tocco, un bacio se protratto o continuato lo porti soprattutto alla noia,
che è la morte di ogni desiderio, ogni piacere. Io verrei solo a baciarlo,
mi piace la sua bocca, mi piace da impazzire, il mio sogno erotico, beh, uno
del centinaio di sogni erotici che ho su di lui, è quello di trovare una
posizione comoda per entrambi e baciarci fino a non venire, o ad esserne
sfiniti. Banale, ma sincero. Solo che so che se c'è una cosa che odia è
proprio la banalità, e poi lo capisco, non sono scemo, se indugio contro la
sua bocca, nella sua bocca, lui si sfila via e china il capo rendendosi
irraggiungibile. E restare li boccheggiando stordito, a mezz'aria, cercando
uno sguardo che non trovo, beh. . se posso evitarlo.
Quindi mi dedico alla sua pelle, il suo corpo. Anche qui con dei limiti,
nulla d'esplicito, con lui, non c'è mai nulla d'esplicito, credo che dentro
di sé coltivi la certezza che le parole spoglino di naturalezza il gesto, e
a letto la naturalezza è tutto. In realtà è tutto fortemente studiato.
Passo le giornate ad immaginare ogni carezza, la durata, l'intensità, la
successione. In effetti molte situazione nascono e muoiono nella mia mente.
Sono piuttosto fissato, lui è stupito, ma cosa posso farci se è diventato
il mio passatempo preferito! Tanto poi le cose non vanno mai come immagino.
Lui non è una statua, solo che ci vuole un po' di tempo. E' come
addormentato.
Ecco, torno sul suo collo, la parte più tenera e delicata, quella appena
sotto l'orecchio, la sfioro solo con le labbra, poi l'assaggio, con la punta
della lingua. Ripeto il gesto e lui s'inarca, il suo fianco mi colpisce
spingendomi via, mi volto un poco, senza separare davvero le mie labbra
dalla sua pelle. Sorride, gli ho fatto il solletico. I suoi occhi lanciano
lampi di fastidio, ma il sorriso è sincero. Le sue mani sottili e fresche
sono su di me, mi sfiora le spalle, circonda il collo, si stringe, poi
corrono già lungo i fianchi, saggia le natiche, le stringe un attimo e
raggiunge il sesso. Ogni tocco una scarica che mi fa boccheggiare. Tutto
troppo rapido, la mente si annebbia, lo spingo via sollevandomi facendo
perno su un ginocchio che ho sistemato tra le sue gambe.
Mi guarda perplesso, uff, non ha ancora capito che mi piace metterci tempo,
non è un discorso di piacere. Il mio piacere me lo prendo! Cavoli se me lo
prendo! No, è più, l'opportunità. Quel suo corpo la cui sola vista mi fa
urlare. Vorrei avere ore, giorni, per amarlo, per assaggiarlo, per
conoscerlo come mai nessuno lo conoscerà. Ma come dirglielo? Mi sistemo tra
le sue gambe, mi chino in avanti, sostenendomi su una mano, con l'altra gli
accarezzo il petto, seguo la linea dei muscoli, uso solo la punta delle
dita, poi premo il palmo, forte, sui suoi capezzoli, che sono piccoli e
perfetti, perle di carne che riesco a stringere tra le labbra mentre il suo
petto si fa arco e il suo sesso da segni di vita contro la mia pancia. Lo
tengo lì, lo stuzzico con la lingua mentre cerco un equilibrio più stabile
sulle gambe e libero l'altra mano, lo blocco tenendogli giù il fianco.
L'unico rumore che sento sono leggere variazioni del suo respiro, ma ormai
ho un orecchio da musicista, un quarto di respiro trattenuto e so dirvi
quanto è intenso il suo piacere, quanto di esso turba il suo sesso. Il
difficile è mantenere il sufficiente distacco, il mio corpo, ora, il mio
peggiore nemico. Vorrei che tenesse quelle dannate mani ferme, e invece non
fa che stringere, afferrare, scuotere, saggiare, conficcare. . Io scarto
come un puledro cercando di rimandare, di trattenere. Insomma!
Altro che battaglie! Questa è la peggiore! Non voglio venire! No! Voglio
sentirlo contorcersi, voglio sentire il suo seme caldo sul mio corpo, sulle
mie dita. . nella mia bocca. Voglio il suo piacere. Quando viene è come se
l'orgasmo passasse da lui a me, mi sento bene, mi sento. . meravigliato, in
presenza di un miracolo. E voglio quel miracolo, voglio la consapevolezza
che ciò nasca dalle mie mani. Poi potrà esserci il mio piacere, ma quello
è accessorio.
Mi rendo conto di essere qui per lui, solo per lui. Di essere affamato,
assetato di lui. Mi piego un poco. E gli mordicchio il fianco. Finalmente
ride, sul serio. Mi afferra la testa tra le mani, mi tira verso di sé, mi
bacia.
Ecco. Voi non capite, ma lui, ora vive.
Qui, solo qui, qui tra le mie braccia, lui è. . lui è "lui".
Un lui che voi non incontrerete mai, di cui non conoscerete mai lo sguardo,
il colore della pelle, il tono della voce, la luminosità degli occhi.
Questa è una persona che conosco solo io, che io amo. Questo essere
bellissimo, incredibile, che vive qui, tra le mie mani, le mie braccia,
grazie alle mie carezze, i miei sforzi, i miei baci. E che voi mai non
incontrerete. Qui, proprio qui egli nasce e muore, nello spazio ristretto
che è delimitato dal mio corpo e dall'apertura dei miei arti. Io lo faccio
nascere, io lo uccido in un grido che lui soffoca contro la mia spalla, o il
mio petto, o il mio sesso. E di tutto questo, di tutta questa meraviglia voi
non ne saprete nulla. E posso anche star qui a parlarvene per ore, ma non
riuscirete mai nemmeno lontanamente ad immaginare, mai sognerete. . Ora è
B-E-L-L-O ma in un modo per cui non esistono parole. . E che dire della sua
voce? Che solo io posso ascoltare in questa tonalità, calda e roca,
sussurrata e dolce. E gli altri che lo paragonano al ghiaccio. . E i suoi
occhi? Come posso non esserne fiero? Di questa luce divertita, quasi stupita
di se stessa, mentre la mia mano sfiora finalmente il suo sesso, mentre mi
chino e l'accolgo nella mia bocca e lui socchiude un poco le palpebre e
nonostante questo riesco ancora a scorgerla quella luce! La sua pelle ora è
calda! E' vibrante! Soffusa di un rossore lieve, lucida per il sudore che le
da un sapore che la rende ancora più gradevole per la mia bocca e la mia
lingua.
Le sue mani si animano, il suo corpo si anima, perde la sua compostezza ma
non la sua grazia, ed è forte la stretta delle sue gambe mentre cerca di
spingermi a possederlo. Ci metto un attimo a prepararlo, poi allargo un poco
le ginocchia, lo afferro appena sotto le braccia e lo tiro verso di me e
sfrutto il peso del suo corpo per penetrarlo. Gli strappo un grido ma è un
attimo, facendo perno sulle mie gambe piegate lascio che sia lui a stabilire
ritmo e modo per farmi venire mentre le sue braccia mi circondano le spalle
e la sua testa si posa vicino al mio orecchio, per sussurrarmi frasi dal
ritmo spezzato che vanno a tempo con i colpi sonori che sento fin su nel
ventre. Vengo con un piacere tanto intenso da stordirmi, si sfila da me con
un suono liquido e un gemito soddisfatto, mi fa cadere in avanti e io lo
lascio fare tranquillo.
Il fresco del lubrificante è solo una parentesi e poi è dentro di me.
M'inarco un attimo cercando di farlo penetrare più a fondo possibile, il
mio sesso esausto che si struscia insensibile contro le lenzuola.. poi non
resisto e mi contorco sotto un piacere che non riesco nemmeno a capire da
dove arrivi e mi trovo schiacciato dal suo peso, gli occhi che si aprono e
chiudono e il respiro di un maratoneta che ha tagliato il traguardo.
Sono felice.
Ecco, è finita, eppure non mi sembra, ora che mi stringo a lui, che le mie
braccia lo circondano, che il mio petto è premuto contro la sua schiena e i
nostri cuori paiono urlare dai nostri corpi per salutarsi, parlarsi, felici
di essersi ritrovati.
Eppure non è successo niente. Abbiamo fatto l'amore, quante volte succede?
A quanti?
Eppure per me è tutto, tutto.
Non solo l'atto, no, tutto ciò che c'è prima, tutto ciò che c'è dopo. E'
il suo girarsi tra le mie braccia, sorridermi, cercare il mio sguardo, il
mio sorriso. A volte penso che lui sia la mia ragione di vita.
E' stupido, per ciò che sono, per quel che sono, per chi sono. Io so che
certe cose sono solo illusioni, io non credo nei sogni, nei miracoli. Sono
ben in grado di distinguere un riflesso dalla realtà.
Ma voglio credere, voglio credere che in realtà qui non è successo niente,
che questa sia la normalità, la mia normalità. Questo corpo che stringo,
che mi stringe. Questo piacere che si protrae, anche se è già dietro di
noi, già passato. Voglio credere, d'avere qualcuno, da stringere. E che mi
dia piacere, e calore. Qualcuno da cui, semplicemente, lasciarsi amare, da
amare. Credere che anche per me sia possibile. Amare. E che non verrò
condannato per questo. Che non sto infrangendo nessuna regola, nessun dogma,
nessun codice.
Che questo momento passerà, e io mi sentirò ancora così. In pace Che non
ne verrà alcun dolore.
Voglio essere consumato da quest'abbraccio. Tra queste braccia voglio
appassire, e sarà, semplicemente, dolce, il passare del tempo, se sarò
qui.
Apro gli occhi e sorrido. Touma combatte contro il sonno. Gli occhi gli si
chiudono e poi li apre di scatto ma è uno sguardo pesante e un po' vuoto
quello che mostra. Dovrei essere forte, questo genere di cose non dovrebbe
tentarmi, dovrei riuscire a rinunciarvi con facilità. Dovrei tendere a ben
altro che questo ragazzo, questo mio compagno. Ma mi trovo imprigionato,
dalla sua semplicità, il suo sorriso, le sue parole - Dormi pure se vuoi
Mi guarda sorpreso, come se fosse stupito che me ne sono accorto. Sorrido di
nuovo, oddio, lo faccio fin troppo spesso quando sono con lui. Ma cosa ci
trovo? Si china in avanti, e preme forte la fronte contro la mia spalla,
sbadiglia, poi mi bacia il collo. Frega un piede contro i miei, cerca le
coperte a tentoni e copre entrambi. Si accoccola contro di me ed emette un
incrocio tra un gemito e un sospiro che suona molto soddisfatto.
Ecco, un nuovo sorriso, e non lo so che cosa ci trovo, ma mi sento bene. Mi
sento davvero bene Lui canticchia, in pratica dorme, ma canticchia contro la
mia gola . .Il cielo in una stanza . .
Lo scuoto un po': vorrei che si spostasse, che smettesse di torturare quella
povera canzone, che continuasse ad abbracciarmi per l'eternità.
Poi la sua mano raggiunge il mio sesso -Piantala!
Mugola, il traditore! La sua mano mi stringe, mi circonda, mi tasta come se
dovesse assicurarsi di qualcosa. Non mi va assolutamente di ricominciare!
Domani mattina devo alzarmi presto per gli allenamenti . . e . . Ok,
un'altra volta sola. Una sola.
Non si stacca dalla mia spalla, mi rendo conto che da quella posizione può
guardare comodamente giù, vedere la sua mano, il mio sesso che scorre tra
le sue dita. Non so perché ma l'idea mi eccita tremendamente. Soffoco un
gemito e lo lascio fare. Chiudo gli occhi e affondo il viso tra i suoi
capelli che sono folti e morbidi e sanno di balsamo, un odore dolce che si
perde nell'odore forte del nostro sperma mischiato, di sudore, di sesso. Mi
sfugge un gemito acuto che poi si ripete, di nuovo e di nuovo, quasi
frammentato -Canta il mio uccellino. . - Lo sento a fatica tra il mio
piacere che monta, mi tendo affondando le mani nelle sue spalle. Lui ha
premuto forte la bocca contro la mia gola e succhia, succhia come un dannato
mentre la sua mano mi strappa altro seme, altro piacere. Un piacere che si
mischia al dolore che mi da la sua bocca, che succhia come se volesse
strapparmi la coscienza. E per un attimo mi pare che succeda davvero, perdo
un po' i sensi, magari solo un attimo ma per un istante mi sento privo di
forza, di qualsiasi energia. . eppure mi muovo subito, mi appoggio e lui è
tanto teso che basta quel contatto per farlo gemere.
-No- Lui dice, e io gli do retta, vorrei farlo venire ma mi sento troppo
stordito per oppormi, forse più tardi. O domani. E bello pensare che potrò
farlo domani, che c'è un domani in cui farlo.
-Lo sai che mi da fastidio!
Rido.
E' vero, lo so, ma non resisto alla tentazione di dargli piacere, se non
fosse impossibile andrei avanti per tutta la notte, ma ogni volta pare
indebolito, stanco, tremendamente stanco. E non voglio fagli male, è
l'ultima cosa che voglio. . anche se forse. . che pensiero gradevole . .
-Non ci pensare nemmeno-
Arrossisco. Ogni tanto l'essere tanto legati è imbarazzante.
-Mi trovi d'accordo. Ora mettiti tranquillo e buono e vediamo di dormire!
-Guastafeste . . - Mi limito a borbottarlo, come mi scalda il cuore la sua
risata divertita! Si stringe e io sento il cuore farmi una capriola nel
petto. La sua pelle brilla bianca nella luce della notte. Vorrei che durasse
per sempre, che questo letto fosse circondato da una bolla che lo isolasse
dal resto del mondo. E' strano, ma non temo la noia, l'isolamento. L'idea di
rimanere per l'eternità solo con lui non mi spaventa. E' un pensiero di una
semplicità e una bellezza terrificante.
Ma cosa farei se lo perdessi? Come sopravvivrò alla sua perdita? Ricambio
forte l'abbraccio e decido di non pensarci. Infondo è inutile, inutile. Il
corso degli astri è immutabile. Non ci sono risposte -Ti amo
Spero che non senta il pianto, che non lo avverta nella voce. Perché ho
sempre voglia di piangere quando glielo dico. Non per la tristezza, o la
gioia. Solo che è un'emozione troppo forte e da qualche parte spinge per
uscire.
-Anch'io ti amo-
Alle orecchie di chiunque suonerebbe distaccato e distratto nel dire questa
cosa.. io so che nulla gli pesa di più che dirmelo. Che non l'ha mai detto,
mai, a nessun altro. Stringo la sua mano, le nostre braccia, le nostre
gambe.. tutte mischiate, tanto che potrebbe essere difficile dire quale sono
le mie e quali le sue.
-Domani ti sveglio?
Mi volto e lo guardo, i suoi occhi che cercano i miei, e sono splendidi.
Vorrei chiedergli se ha intenzione di farmi impazzire, se lo sente, quello
che mi fa, come mi riempi il cuore. Come sono felice. Sorride, un po' più
freddo rispetto a prima, ma è ancora il "mio" lui.
-Sei un perfetto coglione, sappilo, tienilo a mente-
E scoppio a ridere, e una lacrima scivola giù, a me. . A me! Una lacrima
che lui non vede, per fortuna, che non saprei proprio da dove ho tirato
fuori, ma è lì che corre giù lungo la mia guancia. Premo il volto sul
cuscino e l'asciugo e mi tendo e a sorpresa lo bacio, su una guancia.
-Ora dormi, non puoi continuare a tenermi sveglio!
Ma mi abbraccia di nuovo, e so che passeranno ore prima che si convinca a
mollarmi.. Domattina dovrò fare esercizi supplementari per sciogliermi i
muscoli, e non mi pesa, l'idea non mi pesa. Eccomi, io, io innamorato. Ho
quasi la tentazione di andare a dirlo alla mia famiglia. Di cercare di
spiegarlo a loro, loro che hanno cercato con diligenza e pazienza di
uccidere qualsiasi possibilità di una tale eventualità. . e invece..
Eccomi.
Innamorato, di un mio compagno d'armi! E ne rido, e ne piango. E non credo
di essermi sentito più.. completo.
E perfetto.
E pronto.
E sono felice.
Respiro i nostri odori mischiati, e mi metto d'impegno per addormentarmi
-Non sono un coglione . .
La voce viene da qualche parte, lì, di fianco al mio orecchio. Lo stringo,
che posso fare?
-No, non sei un coglione. . Ma ti sembra che io vada ad innamorarmi di un
coglione?
-Non voglio che tu ti allontani da me. . non voglio perderti -Voglio
dormire!
-Per favore. .
Vorrei riderne, ma la conosco quella paura, è la stessa che ho io.
-Non ci perderemo, non ci perderemo mai. Potremmo essere divisi. . dalla
nostra vita. . ma non ci perderemo mai.
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original Fictions
|
|