NOTE: dovrebbe essere un 'seguito' di Fili
Intrecciati, spero che sia abbastanza comprensibile anche per chi non l'ha
letto. Se volete un riassunto sono a disposizione.
E poi i personaggi non sono miei, non mi appartengono, e mi diverto solo un
sacco a infilarli in queste situazioni assurde!
Fuoco oscuro
di Dhely
Parte 10/?
Un
disastro. Un immane, terribile disastro, questo era l'unico modo in cui
riusciva a pensare alle ultime due settimane. E non si sentiva affatto una
persona propensa ad assumere un atteggiamento drammatico di fronte alle
piccole disavventure di tutti i giorni. Quella non era una disavventura
semplice . . e comunque non era affatto *piccola*!
Ryo gettò di lato il telecomando incrociando le braccia dietro il capo
lasciandosi cadere sul divano. Lasciare Shin, la scoperta che Seiji era
malato e il suo lasciare Touma, il fine settimana alle terme e poi Shin . .
dio, Shin! Bello sexy e . . sfacciato! Quante volte erano già finiti a
letto? Tre volte, più o meno, ma il suo giovane compagno, fuori dalla
stanza, continuava a comportarsi come se non ci fosse nulla tra loro.
Dormiva ancora da Touma, lo stuzzicava ad ogni momento lasciandolo sempre a
bocca asciutta, di fronte alle sue proteste si era sempre limitato a
stringere le spalle scrollando via ogni domanda e ogni pretesa con un gesto
elegante.
Ok. Semplicemente non doveva più andarci a letto ! Gli avrebbe dimostrato
che sapeva controllarsi, e non sarebbe più successo quello che era capitato
l'ultima volta, e la volta prima ancora . . *non* sarebbe bastato un sorriso
sensuale e una mossa particolare per farlo capitolare . . mica era uno
smidollato! Quando prendeva una decisione, era quella! Si coprì gli occhi
col dorso delle mani facendo un profondo sospiro distrutto. Voleva crederci,
*doveva* crederci . . anche se anche solo l'immagine sbiadita di quel
dannato sorriso riusciva a fargli scorrere il sangue più fluido nelle vene
. . e soprattutto in una ben precisa frazione del suo corpo . .
Per lo meno Seiji si era deciso a rimettere piede fuori dalla sua stanza.
Aveva ripreso a mangiare e a uscire di casa quando c'erano meno possibilità
di incontrare qualcuno. Si stava semplicemente rifiutando di rivolgere loro
la pur minima attenzione se non fosse stato strettamente necessario. Non era
una cosa che potesse fargli bene, si ricordava come stava, quando avevano
trascorso insieme quei due giorni da soli alle terme, ma Seiji era
testardamente convinto di non voler nessuno fra i piedi e lui . . bhè, Ryo
si sentiva già assolutamente incapace di risolvere i propri di problemi,
cosa avrebbe potuto fare per lui? Forse ci sarebbe voluto l'intuito e la
presenza gentile di Shin, ma visto che era 'insieme' a Touma non era
decisamente una buona idea. E Touma, quel testone!
No, no, no! Doveva concentrarsi su un problema per volta, così magari aveva
qualche possibilità di risolverlo. Magari. Shin era un grattacapo mica da
ridere. Insomma . . era convinto di essersi innamorato di lui e se Shin
continuava a fare così . . la civetta?! Si passò le mani fra i capelli
tirandoseli irritato. Dove poteva andare a sbattere la testa? Per di più in
quel giorno Shuu era ritornato a casa a salutare i suoi genitori e non
sarebbe tornato fino a lunedì, Seiji era rinchiuso, muto, in camera sua e
Ryo era solo a dover fronteggiare i due novelli piccioncini che non
smettevano di ridere e sghignazzare e civettare in giro per casa
sbattendoglielo ben in faccia!
Basta! Adesso si sarebbe concentrato, avrebbe ritrovato una parvenza di
sicurezza in sé stesso e avrebbe *parlato* a Shin. Sì, gli avrebbe solo
parlato e gli avrebbe detto che così non si poteva andare avanti, che lui
non reggeva, che c'era Seiji malato, che Touma non poteva continuare a fare
come se stesse bene e lui . . bhè, lui era innamorato, e se non . .
"Ryo!"
Una voce gentile e sorridente. Ryo saltò a sedere come se gli avessero dato
una scudisciata sulla schiena. Shin era sulla soglia della sala con un
giacchino leggero appoggiato sulle spalle che copriva appena una maglietta
verde azzurra che faceva da meraviglioso contrappunto ai suoi occhi
luminosi. Ryo riuscì a non perdersi nella contemplazione appena in tempo.
"Sì Shin?"
Dio, era così bello . . gli si avvicinò indicando leggermente la porta che
aveva alle spalle.
"Dobbiamo andare a fare la spesa, che dici se al posto di andare
semplicemente al supermercato ne approfittiamo del fatto che è sabato e
andiamo al centro commerciale? Ho voglia di vedere un po' di gente, le
vetrine e magari comprare anche qualcosa di stupido! Di solito aiuta
l'umore! Ti va di venire? Mi farebbe molto piacere . . "
Non è che dovesse dirglielo due volte. Nel giro di mezzo secondo Ryo decise
che era abbastanza vestito per accompagnarlo, che mica era scemo a farsi
scappare un'occasione del genere, si domandò che santo dovesse ringraziare
per un'opportunità simile e cercò di ricordarsi dove diavolo avesse
appoggiato la giacca di jeans. Sorrise a Shin e a tempo di record si trovò
fuori, in cortile, la jeep era accesa e pareva stare aspettarli. Bene, bene
. . da solo con Shin un intero pomeriggio . . in mezzo alla folla, così non
gli sarebbero venute strane idee di chiudersi in stanza con lui, ma almeno
avrebbero potuto parlare.
Sorrise entusiasta salendo al posto accanto all'autista mentre Shin era
girato intorno all'auto. Lui e Shin . . lui e Shin . . avrebbe potuto urlare
dal . .
"Ciao Ryo. Sei venuto, allora . . "
Un sorriso sornione, un paio di occhi color blu notte che scintillavano
divertiti. La portiera dietro di lui sbattè.
"Hai visto, Touma, che è venuto?"
Ryo sprofondò sul sedile della jeep con il cuore avvolto nello
sbigottimento più assurdo. Cosa ci faceva lì Touma?! O meglio: perché
Touma era sempre in mezzo ai piedi?!
^^^^^
Tre ore e mezzo dopo avevano fatto tutta la spesa che serviva, l'avevano
stipata nel bagagliaio della macchina ed erano rientrati a gironzolare fra
le vetrine del centro commerciale. Un incubo.
Era un incubo, sì, e Ryo si domandò per la duecentesima volta perché
quella mattina non si fosse svegliato e perché, nonostante tutti gli sforzi
che faceva, non riuscisse a svegliarsi. Touma e Shin camminavano a mezzo
passo da lui, sempre vicini, spalla contro spalla, ridevano per ogni
scemenza e gli avevano pure detto che era un musone senza senso
dell'umorismo! A lui!
Lui aveva un ottimo senso dell'umorismo solo che in quel frangente s'era
nascosto!
Ok, era molto più semplice di così, era solo che non sopportava che Shin
si aggrappasse al braccio di Touma e gli sorridesse in quel modo, non
sopportava vedere Touma prendere Shin per la vita e stringerselo accanto,
non li sopportava quando si guardavano negli occhi, quando le loro mani
giocavano piano l'una con le dita dell'altra. Non lo sopportava! Loro lo
sapevano e lo facevano apposta! Ovvio . . non poteva essere diversamente . .
anzi, non *voleva* fosse diversamente perché, altrimenti voleva dire che
stavano . . amoreggiando *davvero*! L'idea gli parve insostenibile e la
cancellò immediatamente dal cervello.
"Guarda! Hanno aperto una nuova gelateria! - fu la voce di Shin a
svegliarlo da quei torvi pensieri - Ho proprio voglia di un gelato!"
Touma si voltò di tre quarti verso di lui.
"Hey Ryo, ti va?"
Lui si scosse nelle spalle mugugnando un no. Voleva andare a casa. Se
proprio dovevano fare i piccioncini lo facessero chiusi in camera loro,
dannazione!!! Non li aveva ancora visti baciarsi, ma poco ci mancava! Sentì
un nodo chiudergli lo stomaco e si strinse nelle spalle. Almeno adesso con
qualcosa da mangiare sarebbero stati zitti!
Shin gli si avvicinò con un enorme cono bianco e azzurro. Il suo gusto
nello scegliere il gelato era sempre qualcosa di incredibile.
"Vuoi assaggiare Ryo?"
Gli sorrise per quanto potè.
"Cos'è? Crema e . . ?"
Lui sorrise.
"No! Puffo e panna cotta! Non ti va?"
Ryo scosse il capo vagamente disgustato.
"No grazie! Non voglio morire avvelenato."
Shin finse un broncio che si volatizzò all'arrivo di Touma con un bicchiere
di carta e una cannuccia.
"E' un posto decisamente carino, non trovi?"
Ma se c'erano stati per tre secondi e mezzo!
"Vero, le ragazze che ti servono sono molto cortesi! Che hai preso
Touma? Un frappè?"
"Gusto Big babol. Aveva un colore troppo bello!"
Ryo iniziò a comprendere le timide affermazioni di Seiji sui gusti per lo
meno 'particolari' di Touma. Coma diavolo si faceva a ingoiare una cosa
simile? Color rosa violento, dolciastro e . . . Shin pareva pensarla in
tutt'altro modo.
"Ma dai! Delizioso! Non l'ho visto!"
Touma sorrise e gli porse il bicchiere.
"Mi fai assaggiare il tuo?"
Che razza di tono stava usando?! Ryo si sentì i capelli ritti in piedi,
sinceramente non avrebbe potuto stupirsi se, lì in in mezzo a tutti Shin si
fosse slacciato i pantaloni e. . deglutì con forza a vedere il gelato da
quei colori improponibili accostato alle labbra di Touma, e lui . . al
sollievo che, almeno, stava assaggiando il *gelato* si sovrappose subito la
terribile sensazione di avere un coltello piantato nello stomaco.
Vide la lingua di Touma, lenta, leggera, sfiorare appena la superficie
morbida del gelato, come a tastarne la consistenza, la cremosità al tatto,
poi socchiuse appena la bocca per inghiottirne una piccola quantità mentre
fissava Shin dritto negli occhi che tremava appena nell'infilarsi in bocca
quasi metà cannuccia.
Ryo vide il liquido rosa finirgli in bocca mentre le sue labbra si
chiudevano sul piccolo cilindro di palstica trasparente, scivolando
lentamente verso l'alto, gli occhi piantati in quelli di Touma, un sorriso
che condividevano loro due soli. L'ultimo sorso, una goccia rosa si
intravide sul bordo delle sue labbra, lui se la leccò via con grazia poi
rise.
"Delizioso, Touma. La prossima volta lo prendo anch'io!"
Ryo sentì la rabbia montargli dentro e si allontanò a grandi passi.
Doveva calmarsi. Non era possibile, tutto quello era . . un incubo. O un
errore. O uno scherzo crudele . . o insomma, dannazione, qualcosa! Qualsiasi
cosa! Purchè non fosse quel che sembrava! E *non* sembrava assolutamente
niente! No! No! No! Adesso li avrebbe presi da parte e avrebbe ricordato
loro che erano in un luogo pubblico e certe cose non si facevano . . e lui
lo diceva solo per . . per l'onore dei samurai, ecco! Già! Per il resto,
nella loro stanza potevano fare quel diavolo che avevano voglia!
*Facevano* già quel diavolo che avevano voglia! Ryo avrebbe voluto
strapparsi i capelli dalla frustrazione ma riuscì a trattersi, si limitò a
fumare la propria rabbia cercando di evitare di mordere la gente che gli
passava a tiro. Come odiava Touma! E odiava pure Shin! E odiava soprattutto
se stesso! Come aveva potuto ficcarsi in un casino simile?!? Perché si era
fatto convincere a venire a quel dannato centro commerciale? Sentì, alle
sue spalle, Shin e Touma che ridacchiavano scambiandosi battute su un
soprammobile esposto in una vetrina e iniziò letteralmente a vederci rosso.
Idiota! Idiota! Idiota! Avrebbe dovuto stare a casa cercando di parlare con
Seiji, vedendo se poteva fare qualcosa con lui . . almeno il suo sforzo al
massimo sarebbe stato ricambiato con un'occhiata algida e una scrollata di
spalle unita a una porta che gli veniva sbattuta in faccia, ma non *quello*!
E poi lui era il capo, era suo compito tenere insieme il gruppo e invece . .
oh dannazione! Non riusciva neppure a tenere insieme la sua vita, figurarsi
quella degli altri!
Quasi urlò a sentire una mano sottile posata sulla spalla.
"Hei, Ryo? - la voce gentile di Shin gli ghiacciò immediatamente
qualunque pensiero e proposito di battaglia, anzi, li fece addirittura
evaporare sul colpo. - Non correre così. Touma si è fermato a una vetrina
. . ma si può sapere che hai?"
"Ni . . niente . . solo che . . - deglutì passandosi una mano fra i
capelli.
Touma stava contemplando un negozio di cristalli mentre Shin era lì davanti
a lui, una mano in tasca, con l'altra a tenere il cono che leccava con lenta
meticolosità . Ryo si accorse di avere la gola riarsa, e le gambe che
tremavano e improvvisamente aveva un caldo terribile. Forse avrebbe dovuto
prendere qualcosa di fresco anche lui . . - Solo che . . pensavo . . abbiamo
lasciato a casa Seiji da solo . . "
Shin abbassò appena il capo.
"Avresti potuto chiedergli di venire con noi. "
Sottinteso: io non sono geloso di Seiji.
Altro sottinteso: in stanza sua non credo potrei metterci piede
Ulteriore sottinteso: dopo tutto sei stato *tu* a passarci insieme un fine
settimana tutti da soli spersi in un luogo appartato!
Ryo deglutì.
"Sì, ma poi ho pensato . . bhè, lui e Touma . . "
Shin scosse il capo.
"Touma dice che lo odia ma non fa che pensare a lui. Non credo che tu
possa non esserti accorto che è ancora innamorato."
"Anche Seiji è ancora innamorato!"
Shin sorrise appena.
"Bhè, da come si è comportato non sembrerebbe, per lo meno comprendo
che Touma non ci creda."
"Ma c'è un equivoco!"
Ryo s'era improvvisamente accalorato. Molto meglio parlare dei problemi
altrui che non dei propri, e poi, se Touma fosse ritornato insieme a Seiji,
Shin sarebbe rimasto solo! E sarebbe ritornato da lui! Doveva assolutamente
lavorare per sistemare le cose!
"Certo che c'è un equivoco, ma . . - e qui lo sguardo di Shin divenne
quasi assassino - credo che ognuno deve risolvere gli affari personali in
proprio.
Ho sempre notato che la gente che infila il naso in affari che non la
riguardano causano solo dei problemi."
Ryo si sentì il fiato incastrato in gola, si limitò a scuotere il capo con
fare rassegnato. Ok. Se proprio dovevano parlare solo delle cose proprie . .
"Shin, senti . . io . . io pensavo . . a noi."
Non riuscì a dire altro, si limitò a pregare che Shin avesse tanto buon
cuore da non fingere di non capire a che si stesse riferendo. Lo vide
sorridere, gentile.
"Andiamo, Ryo, ancora con questa storia!"
"E' una cosa importante per me. E credevo . . credevo che lo fosse
anche per te!"
Silenzio. Lo vide pulirsi le dita con il fazzoletto di carta prima di
gettarlo in un portarifiuti lì accanto poi un nuovo sorriso.
"Senti, questa storia sta diventando surreale. Ti ho detto che non sono
più arrabbiato con te, cosa vuoi ancora?"
Ryo grugnì un insulto che riuscì a soffocare in uno sbuffo.
"Voglio che ritorniamo insieme."
Punto. Ecco, gliel'aveva detto, chiaro e tondo. Gliel'aveva sbattuto in
faccia e adesso non poteva rispondergli più con i suoi soliti giri di
parole. Un sì o un no, ma almeno che fosse chiaro!
Shin socchiuse appena gli occhi, passandosi una mano fra i capelli.
"Non lo so, Ryo, non lo so. Non so se ho voglia di essere accantonato
di nuovo quando ti venisse una nuova fiamma."
Ryo sospirò.
"Allora credi che Touma sia tanto più . . 'stabile' di me? L'hai detto
tu che è ancora innamorato di Seiji!"
Shin sorrise, sincero.
"Ma io non sono insieme a Touma! Se lo fossi non ti permetterei mai di
mettermi le mani addosso, per chi mi prendi? Ci stiamo semplicemente . .
divertendo, io e lui. Credo che ce lo meritiamo, no?"
Ryo sbattè le palpebre incredulo. Certo che aveva pensato a quello, un
ripiego consolatorio per entrambi, ma aveva sempre creduto che fosse una
cosa istintiva, non razionale . . insomma, non riusciva a pensare che quei
due si fossero guardati e si fossero detti: hei! siamo rimasti soli, le
persone di cui eravamo innamorati ci hanno mollati e allora perché non ci
facciamo compagnia tra di noi?! Era assurdo! Shin?! No, no! Non era
assolutamente possibile! Shin non era così calcolatore!
Bhè, non che uno dovesse essere così *tanto* calcolatore per arrivare a
quella soluzione, ma a Ryo pareva che non fosse una cosa possibile. Vide
Shin sorridere voltandosi verso Touma che stava avanzando lentamente.
"Allora, hai visto qualcosa di carino?"
"Nha! Sono dei ladri! I prezzi qui sono gonfiati, anche se avevano dei
pezzi notevoli. - sospirò- Scusate se vi ho fatto aspettare."
Ryo ringhiò, frustrato.
"Potevi metterci tutto il tempo del mondo!"
Per quel che gl'importava! E non era affatto geloso! Shin aveva deciso di
divertirsi sotto il suo naso? Bene! Che lo facesse pure! Lui non si faceva
mica mettere in crisi da così poco! E se aveva risposto male a Touma non
era perché era geloso ma solo perchè . . bhè . . iniziava a essere stufo
di quello stupido centro commerciale, di quei negozi, di tutte quelle
persone e soprattutto di Touma e Shin che se avessero potuto si sarebbero
saltati addosso strappandosi i vestiti e . . e . .
Shin prese Touma per un braccio tirandolo verso un negozio di abbigliamento.
"Guarda To'! Staresti benissimo con quel completo! Non è vero Ryo?"
Ma perché diavolo non lo lasciavano in pace? Lui odiava andare in giro per
negozi di abiti! E poi . . abiti di pelle! Shin stava indicando un completo,
i pantaloni scamosciati tagliati sul gambale fino in vita e tenuto insieme
da dei lacci di cuoio, la giacca abbastanza lunga, a mezza coscia, sotto una
maglietta attillata blu notte e sullo scollo appena accennato brillava una
collana attaccata al collo del modello, di piccole perle argentate. Quei
pantaloni erano . . un insulto, ecco! Un insulto alle coronarie di chiunque
potesse essere interessato a Touma. Ryo si immaginò Shin vestito così e il
sangue gli andò alla testa.
"Mh mh . . "
Touma si infilò le mani in tasca.
"Bello, hai ragione, ma . . "
"Dai dai! Non fare il noioso che c'è già Ryo che oggi col suo
entusiasmo rischia di farci morire dalle risate! - un'occhiata acida, poi un
nuovo sorriso al ragazzo che aveva al fianco - Voglio vedere come stai
vestito così! Entra a provarlo, per favore! E poi lo sai che è
scientificamente dimostrato che fare spese fa bene all'umore?"
Ovviamente Shin l'ebbe vinta, cosa che gli riusciva anche abbastanza spesso
in quell'ultimo periodo. Ryo si sedette su una poltroncina di pelle nera e
lucida in quel negozio in cui i cento faretti puntati verso ogni angolo
facevano un caldo sahariano mentre Shin stava appena fuori dal camerino con
gli abiti in mano a chiacchierare e ridere, ogni tanto sbirciava oltre la
tenda e si lasciava andare in commenti che Ryo ringraziò di non cogliere
del tutto.
Che posto odioso! Che posto orribile e noioso e . . voleva tornare a casa,
subito, immediatamente! Avrebbe voluto essere un bambino per mettersi a fare
i capricci. Come potevano pretendere che avesse un altro approccio quando
aveva di fronte Shin che andava in visibilio per Touma vestito con l'abito
visto in vetrina e che continuava a dire cose come 'ma ti sta troppo bene!',
'ti fa un sedere che è una favola!', 'devi assolutamente prenderlo, sembra
fatto per te!', 'quei pantaloni poi! Sei irresistibile!'. Era *vero*, gli
facevano un sedere favoloso, ma questo non era un buon motivo per urlarlo a
tutto il negozio e mangiarselo così con gli occhi!
Una commessa sopirò scoccandogli uno sguardo significativo poi gli si
avvicinò.
"Su quel modello starebbe bene questa cintura . . "
Oh, bene! Le cose sembravano che si sarebbero allungate! Avrebbe potuto
uccidere quella noiosa impicciona? Anzi, meglio gli avrebbe lasciato il
numero di telefono di Touma con la promessa di farlo uscire con lei purchè
li lasciassero uscire dal negozio e tornare a casa . .
Shin, invece, parve assolutamente entusiasta della cintura. E non solo di
quella.
Quasi due ore dopo Ryo riuscì a varcare di nuovo la solgia di quel dannato
negozio, stavolta in direzione opposta. Shin aveva voluto che Touma provasse
metà delle cose in vetrina, e quasi tutto quello che avevano dentro, era
rimasto entusiasta e colpito da un paio di completi, tre paia di pantaloni,
una cintura, cinque magliette, le aveva fatte provare a Touma, a volte si
era anche infilato nello spogliatoio con lui e gli aveva fatto comprare
tutto.
Per sé si era limitato a una camicia, una maglietta col collo alto, un paio
di pantaloni che Ryo si domandava come facesse a respirarci dentro . . però
erano meravigliosi e il suo sedere . . ahhh . . Bhè, insomma, avevano
svaligiato il negozio visto che sicuramente s'era scordato di qualcosa.
Touma sorrideva porgendo il bancomat alla commessa
"Dovrò lavorare per tre mesi per guadagnare quel che ho speso
qui!"
Shin rise e lo prese sotto braccio per uscire.
"Peccato che tu non ti sia preso nulla! C'era quella giacca rossa che
mi sembrava inventata per te!"
Disse a Ryo. Lui si strinse nelle spalle. Ne aveva fin sopra i capelli, non
ne poteva più. Voleva andare a casa. *Doveva* andare a casa o si sarebbe
messo a fare qualche stronzata di certo!
Saliti sulla macchina Ryo si mise al fianco di Touma di nuovo, non avrebbe
retto a vederli ancora fianco a fianco, e ringraziò mentalmente l'abitudine
di Touma di guidare con la radio accesa, almeno chiacchierare era più
difficile.
Dopo pochi minuti Shin allungò una mano a sfiorare la spalla di Touma.
"Hey, che ne dici se stiamo fuori a cena? Ho saputo che hanno aperto
una nuova pizzeria, poco lontano da qui."
Ryo cercò di opporsi ma Touma semplicemente rise e mise la freccia.
"Ok, è da un secolo che non ceno fuori!"
La tortura pareva non essere ancora finita. Ryo era sul punto di mettersi a
piangere.
^^^^^
Touma appoggiò il bicchiere sul tavolo sorridendo di fronte al riso
cristallino di Shin. Quel ragazzino dalla faccia d'angelo era assolutamente
terribile, aveva passato tutto il pomeriggio a tormentare Ryo e, onore al
merito, il loro capo aveva sopportato tutto con poco stoicismo, ma almeno
era arrivato vivo alla fine della giornata. Se qualcuno gli avesse chiesto
perché aveva accettato di aiutare Shin in quel piano crudele cosa avrebbe
potuto rispondere? Bhè, Ryo se lo meritava in pieno e poi almeno lui era
ritornato sui suoi passi. Sospirò amareggiato.
Ovvio, Ryo non era un bastardo dal cuore di ghiaccio come . . come
chi-sapeva-lui! Perché Ryo si era *accorto* di aver fatto una stronzata
grande come una casa a mollare Shin e stava facendo davvero di tutto per
cercare di recuperare la cosa. Che i suoi fossero tentativi assolutamente
ridicoli era un conto, ma almeno ci stava mettendo tutto il suo impegno.
Seiji invece non sollevava neppure più il capo quando si incrociavano per
sbaglio! 'Sto stronzo!
Scosse appena il capo mettendosi in piedi.
"Vado in bagno un attimo voi chiedete il conto?"
Era ora di tornare a casa, Ryo non sarebbe resisito ancora per tanto e
l'ultima cosa che voleva era prenderle dal loro capo fumante per la gelosia.
In effetti gli dispiaceva un po', ma erano affari di Shin, e lui era certo
che non fosse ancora abbastanza. Se non lo sapeva lui . .
Il posto era piccolo e carino, appena inaugurato. I bagni sapevano ancora di
nuovo, c'era un lieve sentore di vernice fresca, se uno ci avesse fatto
attenzione. Aveva delle salette molto accoglienti, per quanto fosse una
pizzeria e si poteva avere una specie di intimità se si avesse voluto.
Istintivamente si ritrovò a pensare che avrebbe potuto portarci Seiji . .
se avesse trovato un buon motivo per invitare a cena un suo compagno d'arme
che non lo salutava neppure, ovvio!
Che schifo di situazione! Che schifo di vita . . Si asciugò le mani con un
gesto secco e vide, con la coda dell'occhio, la porta del bagno aprirsi a
far entrare un altro uomo. Niente di strano, era un locale pubblico, quello.
Già, nulla di strano se non fosse stato che lo sconosciuto si mise a
fissarlo con insistenza. Touma represse un ringhio battagliero e si voltò
lentamente. Aveva più o meno la sua età, e sì . . anche a lui pareva di
conoscerlo . . chi era? Corrugò la fronte appena nell'istante in cui
l'altro parve ricordarsi il suo nome.
"Ashiba! Ashiba Touma vero? Sono Nik! Ti ricordi quel pomeriggio al
planetario?"
Touma tese la mano con un piccolo sorriso. Certo che se lo ricordava, quando
aveva portato Seiji al planetario, all'uscita si erano fermati al bar che
era nel giardino della struttura e quel ragazzo si era seduto al loro tavolo
con un suo amico, con la scusa di fare conoscenza. Quello stupido nome
occidentale su un viso palesemente giapponese gli aveva fatto una strana
impressione e non se l'era affatto scordato.
"Certo che mi ricordo. Come sta Tokichi?"
Il suo amico. Che stessero insieme era ovvio lontano tremila chilometri, ma
loro si erano presentati così e a Touma non interessavba un accidente della
vita privata altrui. Lo vide scrollare le spalle con una strana sfumatura
negli occhi.
"Tokichi? Oh . . è andato. - un gesto vago della mano con una sorta di
noncurante disinteresse, poi i suoi occhi neri si puntarono su di lui in una
maniera rapace - E il tuo compagno? Seiji? Non sei venuto qui con lui se no
l'avrei visto nel locale. Non è uno che passa inosservato, quello"
Touma cercò di sorridere ma sentiva il volto contorto in un'espressione
poco amichevole. Non voleva pensare a Seiji, ma peggio di quello, non voleva
assolutamente parlare di Seiji a quel . . quello sconosciuto! Si ricordava
*molto* bene del modo in cui quel Nik aveva guardato Seiji per tutto il
tempo che erano stati con loro e non gli era piaciuto . . proprio come non
gli piaceva ora mettersi a parlare con lui. Di Seiji!
"No, non c'è. Sono qui con . . con amici."
Sentì chiaramente il suo sguardo fissarsi sulle mani e improvvisamente si
rese conto di quanto si sentisse *nudo* senza l'anello al dito.
"Oh, interessante . . "
Touma s'infilò con rabbia le mani in tasca.
"Già. Adesso devo andare che mi stanno aspettando."
Silenzio finchè non si appoggiò alla porta.
"Hei, questo vuol dire che Seiji . . quello schianto di ragazzo è
libero?"
*Schianto di ragazzo*? Chi cazzo credeva di essere? Non poteva rivolgersi a
Seiji in quel modo! Touma si voltò lentamente di tre quarti verso di lui
cercando di mantenere la calma. In fondo Seiji l'aveva mollato, se lo
ricordava? L'aveva mollato da stronzo, che gl'importava di cosa pensassero
gli altri? Cosa gliene fregava se questo bellimbusto iniziasse a farsi
viaggi su di lui?
"Già, da quel che ne so."
Lo vide sorridere.
"Meraviglioso. Mi chiedo come hai potuto lasciarti scappare uno così,
ma . . almeno adesso . . bhè, scusami se ti ho infastidito ma, dopotutto .
. bhè, Seiji merita, no?"
Touma gli scoccò un ghigno prima di ritornare al tavolo. Per quel che
gliene importava poteva *ammazzarsi* di seghe a pensare a Seiji, tanto era
assolutamente impossibile che si interessasse di un rifiuto come quello.
Seiji era un altro livello. Se non era per lui, perché doveva accontentarsi
di uno come Nik?
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