Ciao a tutti questa è
la prima su Slum Dunk che pubblico, perciò siate buoni.
Serie: Slum Dunk
Paring: RuHana
Note 1: la storia è un AU e i personaggi sono OOC.
Note 2: in questa ff le relazioni e i matrimoni omosessuali sono accettati.
Nota
3: alcuni personaggi, però, sono di mia invenzione.
Note 4: per il momento è PG, ma più avanti diventerà NC-17.
Nota 5: perdonatemi per gli eventuali errori grammaticali, di ortografia e di
battitura che sicuramente ci saranno.
DISCLAMER: i personaggi non sono miei ma di T. Inoue. Per la storia e il
titolo invece ho preso spunto da un romanzo di Christine Dodd, autrice di
romanzi rosa. Io non ci guadagno niente.
Fuoco di passione
parte VII
di Andromeda87
Con i modi
sbrigativi dell’insegnante, Sakuragi disse:- Se è tutto, signori, togliamo il
disturbo. La nostra orfanella ha bisogno di un bagno.-
- No- borbottò Cat mentre veniva trascinata fuori dalla porta.
Il silenzio il silenzio che si erano lasciati alle spalle si protrasse mentre
Rukawa e lord Anzai le seguivano con lo sguardo.
Poi lord Anzai disse:- eccellente carattere in un uomo. E di bell’aspetto, per
di più.-
- Si.- Rukawa non si era reso conto che la vista di suo nonno era così
peggiorata.
Dall’ingresso sentirono parlare Akira, e sembrava disgustosamente allegro.- I
miei saluti, Mr Sakuragi. Chi mai può essere questa signorina?-
- Questa è Cat. Cat, questo è il cugino di lord Rukawa, Mr Sendoh.-
Kaede udì il bisbiglio di saluto di Cat.
Una bambina. Poteva immaginare quello che Akira stava pensando dopo aver
sentito la storia di Kaede a proposito del duro ragazzo di strada che ammirava.
Rukawa si avvicinò alla porta e mentre l’istitutore e la bambina salivano le
scale, guardò torvo Akira.- Credevo fosse un bambino.- Il suo tono sfidava
Akira a contraddirlo.
E Akira, il bravo Akira, finse che fosse assolutamente normale per Rukawa
commettere un simile errore.- Si, capisco come può essere accaduto.- Indossava
un soprabito e aveva un mantello in mano.
Osservandolo Kaede chiese:- stai andando da qualche parte, cugino?-
- Ho alcune commissioni da fare e sta piovendo di nuovo.- Rispose Akira senza
alcun evidente risentimento.
- Prendi la carrozza.- Gli disse Rukawa.
- Non supponevo..- Rispose allora Sendoh.
-Lascia perdere le supposizioni- disse Rukawa- non voglio che tu debba
tribolare. Mi rendo conto che stai lavorando per me in via di favore.-
La voce di Lord Anzai riecheggiò dallo biblioteca.
- Chi sta lavorando per te, ragazzo?-
Akira sbiancò.- C’è qui tuo nonno?-
- Ti prego- farfuglio Rukawa.- Non dirgli niente.-
Akira annuì, poi mentre Rukawa indietreggiava, entrò nella biblioteca. Rukawa
guardò nell’atrio e vide Mito fargli cenno che qualcuno avrebbe seguito Sendoh.
Soddisfatto , Rukawa tornò nella sua biblioteca, da suo cugino, e dal suo
amato nonno e alla sua scrivania dove c’era posato il falso libro dei conti.
Akira stava davanti a lord Anzai, stringendo l’ombrello.- Signore che piacere
vedervi! Non sapevo che sareste venuto.-
- Nessuno lo sapeva.- Lord Rukawa tese la mano.- Alla mia età sorprendere i
parenti, è forse l’unica cosa elettrizzante che posso ancora fare.-
Akira gli strinse la mano, ma in maniera molto goffa, come se soffrisse di un
enorme disagio.- Un’inaspettata e piacevole sorpresa sia per Rukawa che per
me.-
Rukawa aprì la scrivania e con simulata scaltrezza, fece scivolare il libro
dei conti in un cassetto . Poi infilò la chiave in tasca.
Akira osservava ogni mossa.
- Così stai lavorando per Kaede adesso- asserì lord Anzai.- Credevo lavorassi
come precettore per Lord Takato, per preparare suo figlio maggiore per
Oxford?-
- Si, signore. Lavoravo per lui, ma ho lasciato quel posto perché ho pensato
che era ora che mi rendessi utile nell’azienda di famiglia.-
- Te ne sei andato mentre stavi preparando quel ragazzo per Oxford e sei
venuto a lavorare nell’azienda di famiglia?- Lord Anzai si rivolse a Rukawa,
che stava osservando affascinato.- Ragazzo, non possediamo ancora una banca?-
- E’ così- rispose Rukawa.
- Tu detesti le cifre- continuò il vecchio, rivolgendosi di nuovo a Rukawa.-
Hai sempre sostenuto che non ti saresti mai occupato di quest’attività-
- Ehm.- Lord Anzai gli lanciò una lunga occhiata, poi esibì un largo sorriso.-
Meglio per te, figliolo. Sono lieto che ti sei unito a noi.-
- Grazie, signore- rispose Akira- per quanto tempo avremo il piacere di averla
con noi?-
- Ho deciso di accettare l’invito di Kaede a trascorrere un po’ di tempo con
lui a Londra. Pensavo di recarmi allo United Service Club, per vedere se c’è
ancora qualcuno dei miei vecchi amici con cui parlare del mondo finanziario e
di come sia andato tutto a rotoli da quando noi siamo troppi vecchi per
occuparcene.- Lord Anzai sorrise.
Rukawa vacillava tra giubilo e sgomento. Sebbene vedesse sempre con piacere
suo nonno, temeva che fosse venuto perché sospettava qualcosa. E Rukawa
sperava con tutto il cuore di sbagliarsi.
- Signore- disse Akira - sono sicuro che i vostri amici saranno lieti di
vedervi e di informarvi sugli ultimi pettegolezzi. Spero di vedervi spesso,
signore.-
- Si- lord Anzai tirò indietro la mano e congedò Akira.- So che hai cose più
importanti da fare che salutare un vecchio. Va ora, parleremo più tardi.-
- Con piacere, signore. Dato che siete appena arrivato, immagino desideriate
trascorrere un po’ di tempo con vostro nipote.- Detto questo s’inchinò a
entrambi e uscì frettolosamente, troppo frettolosamente secondo l’opinione
critica di Rukawa.
- Non mi chiama più “zio”, mi chiama “signore”, e quando parla con te di me,
mi chiama “tuo nonno”.- Disse lord Anzai.
- Sembra perfettamente consapevole di essere il nipote di vostra sorella,
signore. Possiamo averlo trattato come un amato parente, ma per gli altri è
sempre stato solo una parte della famiglia.- Gli rispose Rukawa.
- Non c’è niente di più pericoloso di un uomo che permette alle sensazioni
degli altri di formare il suo carattere. Qualcosa non Va. Non va assolutamente.-
Disse lord Anzai.
Rukawa avrebbe voluto che il nonno se ne accorgesse prima, quando avrebbe
potuto risolvere la situazione.- Sono sicuro che non c’è niente da
preoccuparsi.-
Lord Anzai girò la testa e lo guardò.- Non trattarmi con condiscenda, ragazzo.
Sono vecchio, non stupido.-
- No, signore. Scusate.- Disse Rukawa.
- Faresti meglio a tenerlo d’occhio.- Disse lord Anzai.
Naturalmente Rukawa ne conveniva, ma non poteva confessare perché.
- Ma forse è per questo che l’hai assunto, eh?-
- Siete molto astuto, signore.- disse Rukawa mentre si spostava il camino.
All’improvviso lord Anzai disse:- E’ un persona energico.
- Chi…Oh.- Che ogni conversazione dovesse concentrarsi su di loro? Pensò
Rukawa.- Chi, la bambina o l’istitutore?-
- Il giovane uomo che stai corteggiando.- Disse lord Anzai.
- Quale giovane uomo?- Chiese Rukawa.
- Il tuo grazioso istitutore.-
- Via ,un momento, nonno…-
- Quale altra ragione avresti per adottare un bambino? Sei un libertino, ma
non sceglieresti mai un uomo di buona famiglia come amante. Così desideri
ovviamente avere quest’uomo in casa tua per poterlo corteggiare a piacimento.-
Disse lord Anzai.
- Alludete a Mr Sakuragi? Al volerlo sposare?-
Le congetture di lord Anzai stavano confondendo Rukawa.
Dunque questa era la ragione per cui lord Anzai non l’aveva interrogato sul
suo improvviso gesto filantropico. Credeva che Rukawa volesse fare di Mr
Sakuragi suo marito! Assurdo.
- Un uomo come quello non prenderebbe mai un uomo come te senza una certa
persuasione.- Lord Anzai scosse il dito.- Dovrai impegnarti a fondo per
conquistarlo.-
Rukawa cercò di uscire al meglio dall’imbroglio, ma non riuscì a dire altro
che:- Non la voglio!-
- Allora che diamine fa un ragazzo di famiglia rispettabile a casa tua?-
- Lo sto…studiando.- Un ottima scusa.- So che presto dovrò sposarmi, e poi
insieme a mio marito scegliere il bambino che un giorno sarà il mio erede, e
ho una lista di quello che voglio in un marito.-
- Davvero?- Lord Anzai tossì, o ridacchiò?- Parlami di questa lista.-
- Ve la mostrerò.- Avvicinandosi alla scrivania Rukawa sfogliò tra le carte
finché non la trovò:- In realtà si tratta di requisiti basilari. Dovrebbe
essere di buona famiglia. Questo è scontato. E dovrebbe avere un forte senso
di ciò che è proprio, conoscere i doveri di un padrone di casa, essere
intelligente e, naturalmente, flessibile e vivere per compiacermi.-
Lord Rukawa lo fissò, poi chiese:- perché non compri un collie?-
- Perché non si ha soddisfazioni in una camera da letto con un collie.-
- E che mi dici dell’amore?- Chiese lord Anzai.
- Oh, posso farlo innamorare di me.- Rispose Rukawa.
- Potresti far innamorare dite qualsiasi uomo, Eh?-
Rukawa si strinse nelle spalle.- Ogni uomo dev’essere esperto in qualcosa,
nonno.-
- Anche Mr Sakuragi? Credi di poterlo veramente far innamorare di te?-
- Se volessi anche se preferirei che non rendeste note le mie intenzioni.-
- No, naturalmente! La sorpresa è indispensabile. Ti attieni ancora a quello
stupido e vecchio proposito di non innamorarti?-
- Non ho mai conosciuto un uomo che mi abbia fatto desiderare di rinunciare
alla mia decisione.-
- Se fosse successo, saresti fuggito a gambe levate. Sono vecchio e ormai vivo
di vecchi ricordi, ma tu sei vivo e se ti decidessi a sposarti, quando sarai
vecchio anche tu avrai dei bei ricordi. A proposito di vecchi ricordi,
rammenti quel famoso incidente alla festa della duchessa di Kart a Kensington
Palace..- Disse lord Anzai.
- No!- Urlò Rukawa.
I denti di lord Anzai brillarono in un sorriso:- sei sempre stato restio ad
ammettere di essere stato a palazzo quella sera e di non aver assistito alla
favolosa esibizione dov’eri esattamente? In giardino?-
Rukawa non voleva parlarne, ma sapeva meglio di chiunque altro che quando il
nonno cominciava a ricordare era impossibile fermarlo.
- Si- disse Rukawa- ero in giardino, a cercare di fare amicizia con alcuni
ragazzi.-
- Ah, si.- Lord Rukawa annuì saggiamente.- E’ desiderio di ogni giovane fare
nuove conquiste.-
- A diciassette anni, soprattutto.-
- Che notte è stata- osservò all’improvviso lord Anzai.
- Quale notte?- chiese Rukawa.
Allora lord Rukawa ridacchiò.
- Oh. Quella notte.-
- C’era il vecchio re William, contro la sua volontà, naturalmente, dato che
detestava Sua Grazia di Kent.-
- E chi non la detesta? Anche Sua Maestà detesta sua madre.- sbotto Rukawa.
- Si, certo. Un vero scandalo, questo. Ma non si può biasimare la nostra
giovane sovrana. Sua Grazia era, è, direi, pungente, e con assai poco
interesse per la figlia se non come principessa ereditaria.-
- Ricorda quel che ti dico, il principe Alberto le farà riconciliare.-
- Alberto ha ragione. Sono passati i tempi in cui un monarca poteva fare quel
che vuole. Che una ragazza si sia allontanata dalla madre non fa una buona
impressione.- Concluse lord Anzai.
Rukawa era più che disposto a parlare della regina Vittoria, della sua
situazione politica, e di qualsiasi altro affascinante argomento, ma era
difficile distrarre lord Anzai.
- Eppure che avrebbe mai pensato, quella notte di undici anni fa, che sarebbe
stata regina, si sarebbe sposata e sarebbe diventata madre così presto?- Lord
Anzai spinse indietro la testa e chiuse gli occhi come se stesse vedendo la
scena anche ora.- Ricordi? Re William a capo di una lunga tavola, la duchessa
di Kent all’altro, e tutti noi in mezzo che cercavamo di impedir loro di
venire alle mani.-
- Non mi era ancora permesso pranzare con gli adulti, nonno.- Ma Rukawa
ricordava, perché lui come tutti gli altri ospiti di Vittoria, aveva potuto
mescolarsi agli invitati nel salotto del secondo piano. Poi, quando i genitori
erano andati a tavola, erano stati mandati a mangiare in un’altra stanza.
Rukawa aveva diciassette anni allora. E con lui oltre alla futura regina,
c’erano altre due ragazze, carine si, ma niente di che. Poi c’erano anche tre
ragazzi, due erano molto carini, ma il terzo era una vera bellezza. Aveva
all’incirca quindici anni, con profondi e luminosi occhi nocciola e capelli di
un meraviglioso rosso. Aveva cercato di essere carino con lui, ma lui si era
comportato come se fosse un essere spregevole da cui guardarsi, e si era
ritirato in un’altra stanza. Arrabbiato, Rukawa aveva condotto gli altri due
ragazzi in giardino dove, in un momento di rabbia, aveva deciso di vendicarsi
di quello stupido, e di fargli prendere uno spavento.
- Sua Grazia aveva organizzato i fuochi d’artificio, così la servitù lasciò le
tende aperte.- Lord Rukawa sorrideva affettuosamente.- Grazie a Dio, o non
avremmo forse mai assistito a quella magnifica scena.-
- Grazie a Dio- gli fece eco Rukawa, insincero.
- Sei geloso di non averla vista. Ed eri in giardino. Avresti dovuto alzare
gli occhi, ragazzo!-
- Stavo male, ho preso un cavallo e sono tornato a casa.- Rukawa si attenne al
racconto che ripeteva da undici anni.
- Non importa. La nebbia avrebbe potuto impedirti di vedere. Turbinava come un
fuoco fatuo al di là delle finestre.-
- L’umidità copriva tutto- ammise Rukawa.- La pergola. Il tetto. E il
davanzale che dava sulla stanza dove un ragazzo, il bel ragazzo ospite della
casa, si stava spogliando per andare a letto…-
- Quel giovanotto procurò il genere di divertimento per il quale non si può
pagare. Penzolando da un gancio rotto, davanti alle finestre della sala da
pranzo, a testa giù, i pantaloni strappati.- Lord Anzai si interruppe per
scoppiare a ridere. Poi aggiunse:- Scalciando con la gamba libera. E quel
grande sedere che brillava come una luna piena nella luce delle candele.-
Altra risata.
Rukawa sorrise fingendosi divertito.
- E quando cominciò a girare, vedemmo anche tutte le costellazioni.- Lord
Anzai si battè la coscia e rise del suo spirito.
- Che buffo- osservò Rukawa
- Si. Ti assicuro, ragazzo, quella cometa aveva una lunga coda.-
Rukawa avrebbe voluto coprirsi la faccia.
Continuando a ridere, lord Anzai scosse la testa.
- Quella rompiscatole della duchessa gridava sconvolta, ma lo notai, come
tutti, che non si mosse fino alla fine dello spettacolo. E il re faceva
battute divertenti…battute divertenti…”Questa è la prima volta che vedo una
luna piena in una notte nebbiosa”.-
- Re William ha sempre usato le parole- osservò Rukawa.
- Non è stato un gran re né un gran spiritosone, ma i giornali riportarono la
frase e diedero un’infinità di versioni di quel ragazzo che penzolava a testa
in giù.-
Lord Anzai puntò un dito verso Rukawa.- Sai che ho
raccolto tutti quegli articoli e li ho conservati?-
- No, non lo sapevo.- Rispose Rukawa.
- Non abbiamo mai scoperto chi fosse quel giovane.-
Rukawa si raddrizzò un po’ di più.- Credevo aveste detto che era ovviamente un
mattacchione di umili origini.-
- Lo disse Sua Grazia e altri ripeterono la stessa cosa, ma io ti dico,
ragazzo, che sotto le code della camicia che gli nascondevano la faccia e
rendevano impossibile riconoscerlo…-
Rukawa si sentì morire.
- Scorsi di sfuggita la giacca e qualcosa di più. Prima che cadesse lo guardai
bene. La giacca era fatta da un buon sarto.- Lord Anzai guardò dritto negli
occhi di Rukawa.- Se non avessi preso il cavallo e non fossi tornato a casa,
avrei pensato che fossi tu.-
Continua….
Ringrazio tutte per i vostri commenti e per l’apprezzamento
nei confronti della mia fic. Spero di non deludervi con il seguito.
A presto.
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