Note 1: la storia è un
AU e i personaggi sono OOC.
Note 2: in questa ff le relazioni e i matrimoni omosessuali sono accettati.
Nota 3: alcuni personaggi, però, sono di mia invenzione.
Note 4: per il momento è PG, ma più avanti diventerà NC-17.
Nota 5: perdonatemi per gli eventuali errori grammaticali, di ortografia e di
battitura che sicuramente ci saranno.
DISCLAMER: i personaggi non sono miei ma di T. Inoue. Per la storia e il
titolo invece ho preso spunto da un romanzo di Christine Dodd, autrice di
romanzi rosa. Io non ci guadagno niente.
Fuoco di
passione
parte IV
di Andromeda87
Hanamichi era andato all’orfanotrofio, per
cercare l’orfano adatto per la farsa di Lord Rukawa. E mentre osservava
l’ansioso gruppo di orfani riuniti intorno a lui nel refettorio, ripensava a
Lord Rukawa e al suo comportamento. Si, era bello, ricco e nobile. Si, il suo
sorriso poteva ammaliare perfino gli uccelli sugli alberi. No, non gli
importava.
Hanamichi ricordò di aver osservato Rukawa a Kensington Place e di averlo
giudicato un giovane vanitoso con un’alta opinione di sé. Non era cambiato.
Uno dei ragazzini cominciò a cantare con voce dolce ed elevata. Era molto
dotato, e con la debita istruzione avrebbe potuto diventare un ottimo
cantante, ma sebbene Lord Rukawa non mostrasse interesse per il suo orfano,
Hanamichi riteneva di sapere quel che voleva: un ragazzo forte.
Un istitutore responsabile e ben pagato doveva cercare di procurargli quel che
desiderava, così ignorò il ragazzo dotato di talento, e anche le bambine, che
sedevano sulla scala coi visetti premuti tra le colonnine della ringhiera.
Peccato, perché Hanamichi aveva un debole per i bambini respinti e non amati.
Li capiva a meraviglia.
Mentre Hanamichi osservava i bambini, che si accapigliavano per essere scelti
da lui e finalmente abbandonare quel orribile posto, il suo sguardo si posò ai
margini del gruppo. Un bambino di circa dieci anni si teneva indietro rispetto
agli altri, osservando la confusione con occhi nocciola troppo grandi per il
suo affilato visetto sporco. I sudici capelli scuri ricadevano sulle palle,
indossava una specie di grembiule e stringeva in mano una scopa. E mentre il
gruppetto dei facinorosi nascondeva il suo corpicino, Hanamichi pensò che era
pateticamente magro.
Alzando la voce, chiese alla direttrice dell’orfanotrofio, Mrs Fallow:- E quel
bambino?-
La direttrice apparve sorpresa.- Non è un bambino?-
M a i bambini aveva sentito e cominciarono a sghignazzare. Inavvertitamente,
Hanamichi l’aveva trasformato in uno zimbello. Gli fece segno di avvicinarsi,
e mentre veniva verso di lui, capì.
Il ragazzo era una ragazza. Quello che sembrava un grembiule era in realtà un
vestito stracciato. Dalle maniche le spuntavano i polsi sottili e l’orlo era
stato tirato completamente giù, lasciando però intravedere le caviglie coperte
dalle calze. Hanamichi non sapeva perché avesse i capelli corti, ma il taglio
aveva creato altri malintesi, altra derisione. La povera bambina era prossima
alle lacrime e stava lottando per non mostrare agli altri come l’avevano
ferita. Hanamichi capiva. Ricordava bene i brutti anni della sua infanzia
quando tutti lo deridevano per i suoi capelli rossi e l’incredibile
goffaggine. Era stato al centro di molti scherzi, alcuni anche crudeli, che
avevano fatto di lui un insicuro. Poi tutto era cambiato quando si era
trasformato in un bel cigno. Avrebbe voluto dire alla bambina che molto presto
i ragazzi che prima la deridevano, avrebbero fatto di tutto per uscire con
lei, come era accaduto a lui, ma non poteva promettere bellezza, sicurezza o
forza di carattere. Così Hanamichi chiese:- Come ti chiami, piccola?-
- Catrine, signore.- il bambino si inchinò.- Catrine Hunter.
- Quanti anni hai, Catrine?-
- Otto.-
Otto? Aveva otto anni. Nonostante la sua patetica magrezza, era alta e
prometteva di diventar ancor più alta. Non c’era da meravigliarsi che teneva
le spalle abbassate. Hanamichi moriva dalla voglia di confortarla._ Da quanto
tempo sei all’orfanotrofio, Catrine?-
La stanza era silenziosa adesso mentre tutti ascoltavano quello che stavano
dicendo.
- Da più di un anno, signore- rispose Catrine.- Da quando i miei genitori sono
morti di febbre.-
- Ah.- Contrariamente agli altri bambini che Hanamichi aveva incontrato lì,
questa si esprimeva in maniera forbita, e adesso capiva perché.- Sei stata
malata anche tu?-
- Si. Signore.-
Ciò spiegava il taglio dei capelli: tutti sapevano che i capelli lunghi
minavano le forze, per cui in caso di febbre la prima cosa che si faceva era
tagliare i capelli. Hanamichi le rivolse un confortante sorriso.- Ebbene,
Catrine Hunter, mi scuso per averti scambiata per un ragazzo.-
- Davvero?- Rapida come un serpente, Cat afferro un orecchio del ragazzo che
aveva parlato, e glielo torse, facendolo cadere su un ginocchio.- Perlomeno
non sono un ladro. Restituiscilo.-
Hanamichi osservava la scena sbigottito.
- Oh, oh, oh.- il ragazzo afferrò la mano di Cat.
Cat ignorò il dolore.- Restituiscilo.-
La colpì
Lei tese il braccio in tutta la sua lunghezza, si scostò e gli torse di nuovo
l’orecchio. Infine il ragazzo frugò nei pantaloni e tirò fuori l’orologio
d’argento di Hanamichi.
Una grande rabbia pervase Hanamichi. Perso nei suoi pensieri non si era
accorto che il ragazzo lo aveva derubato. Si sentiva proprio un idiota. Il
giorno prima derubato da un comune ladro e oggi derubato da un ragazzino
L’unica cosa di suo padre che ancora possedeva. Che vergogna. Non c’erano
dubbio stava proprio perdendo colpi, era il momento di darsi una svegliata,
soprattutto visto il suo nuovo lavoro. Cat lasciò andare il ragazzo, ma
qualcosa nell’espressione di Hanamichi rivelava la collera inespressa che
provava, perché lui fece cadere l’orologio e se la diede a gambe.
Cat afferrò l’orologio prima che finisse a terra e lo pulì con il vestitino.-
Se avete un fazzoletto, signore, potete riporvelo finché non vi sarà possibile
ripulirlo per bene dopo che è stato nei suoi pantaloni.-
Hanamichi si servì del fazzoletto per prendere l’oggetto che Cat gli stava
porgendo. Cat sussultò come se si aspettasse uno schiaffo, Hanamichi si fermò
e guardò la folla silenziosa intorno. Odiavano Cat. Era diversa sia nel modo
di esprimersi che nell’aspetto, e adesso con quell’atto li aveva fatti
apparire tutti come dei ladri. Chissà se Cat sarebbe stata punita per la sua
buona azione? Probabilmente, si. Prendendo l’orologio, Hanamichi se lo infilò
nel taschino. Poi deciso disse:- prendo questa.-
Gli occhi di Cat erano tondi e lucidi.
Tra gli orfani si levò un gran mormorio.
- Questa?- Mrs Fallow non riuscì a nascondere lo sdegno.- Siete venuto per un
ragazzo!-
Cat perdette la sua espressione raggiante, e guardò da Mrs Fallow a Hanamichi.
- Ho cambiato idea.- disse ancora più sicuro Hanamichi.
Mrs Fallow, però, non desistette.- Cat non va bene per voi. E’ insolente e…e
orgogliosa. Crede di essere migliore degli altri.-
- Si, ho vista- disse bruscamente Hanamichi mentre apriva il portafoglio.-
Credo che abbiate detto tre sterline per un orfano sotto i dieci anni.-
- Per un maschio!-
Hanamichi sapeva che la donna non avrebbe ceduto facilmente. Ma non gli
importava. Trapassandola con un’occhiataccia, disse:- Le bambine costano meno.
Così facciamo due sterline.-
- No- gracchio Mrs Fallow.- Cinque sterline. Cinque per questa piccola
sfacciata.-
Hanamichi infilò tre sterline nella mano grinzosa di Mrs Fallow e, nonostante
i dinieghi, le sue dita si chiusero avidamente sulle monete.- Tre sterline,
come stabilito.- Prendendo per mano Cat, la condusse verso la porta. Mrs
Fallow si precipitò dietro di loro.- Vi pentirete. La riporterete fra un
giorno, lamentandovi di lei.-
Cat spalancò la porta esterna come se nella nebbiosa aria mattutina
l’spettasse la libertà. Mentre Hanamichi saliva gli scalini, rivolse a Mrs
Fallow il più gelido dei sorrisi.- Allora avrete l’indubbio piacere si dirmi “
vi avevo avvertito”.-
Continua….
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