Note 1: la storia è un AU e i personaggi sono OOC.
Note 2: in questa ff le relazioni e i matrimoni omosessuali sono accettati.
Nota 3: alcuni personaggi, però, sono di mia invenzione.
Note 4: per il momento è PG, ma più avanti diventerà NC-17.
Nota 5: perdonatemi per gli eventuali errori grammaticali, di ortografia e di battitura che sicuramente ci saranno.
DISCLAMER: i personaggi non sono miei ma di T. Inoue. Per la storia e il titolo invece ho preso spunto da un romanzo di Christine Dodd, autrice di romanzi rosa. Io non ci guadagno niente.


 


 

 

Fuoco di passione

 

di Andromeda87

 


 

Il maggiordomo l’annunciò con aria grave che si addiceva a un uomo della sua età e della sua condizione.
- Lord Rukawa, Mr Hanamichi Sakuragi dell’Esclusiva scuola per istitutori e istitutrici è qui.-
Rukawa alzò lo sguardo dalle carte che stava leggendo a lui per fissare con aria critica il signore che stava avanzando nel suo grande studio tappezzato di libri. Un fuoco ardeva nel camino, candele brillavano nei candelabri posati tutt’attorno alla stanza, i pesanti tendaggi di velluto erano tirati sulle alte finestre per lasciar entrare la luce, ma la giornata grigia e nuvolosa rendeva difficile osservare tutti i particolari del suo aspetto. Tuttavia il profumo di lavanda lo colpì mentre si dirigeva speditamente verso di lui. Poi il cerchio di luce della candela attorno alla scrivania lo colpì e, per la prima volta in quindici giorni, lord Rukawa tirò un sospiro di sollievo. Miss Ayako gli aveva indubbiamente procurato l’istitutore che rispondeva ai suoi bisogni. Arcigno, privo di attrattiva, ma non così vecchio da spaventare il bambino. E Miss Ayako aveva effettuato questo miracolo un giorno prima della data di scadenza. Non aveva mai dubitato del potere del denaro.
Alzandosi, disse.- Mr Sakuragi.- Poi lo esaminò come se fosse un allievo recalcitrante e lui il suo precettore.
Alzando il binocolo, Rukawa ricambiò il favore. L’uomo stringeva in una mano una brutta e consunta borsa da viaggio e un ombrello nero dal manico in legno scolpito. L’abito violetto mostrava macchie umide causate dalla pioggia, ma l’uomo ostentava un petto muscoloso e una vita ben delineata. Portava occhiali sfumati, notò Rukawa, segno di vista debole e studio eccessivo. Il colorito era esangue e le labbra pallide. I capelli scuri toccavano le spalle. Rukawa abbassò il monocolo e sedette.- Può darsi che facciate a caso mio- osservò.
Lui annuì e senza aspettare di essere invitato a farlo, sedette nell’antiquata poltroncina davanti alla sua scrivania.- Stavo per dire la stessa cosa.-
Rukawa faticò a non scoppiare a ridere. Gli ricordava suo nonno, un signore che non era stato disposto a sopportare l’arroganza di qualcuno così immeritevole come un nipote trentenne. Il suo divertimento evaporò. Perché stava facendo questo proprio per suo nonno. Per suo nonno, la banca e il nome della famiglia, che non doveva risentirne della debolezza di suo cugino…e che non meritava di essere deriso. Strinse i pugni a quel pensiero.- Immagino abbiate referenze.-
- Naturalmente.- Infilando una mano nella capace borsa, tirò fuori tre fogli scritti fitto fitto e glieli porse.- Ho nove anni di esperienza con bambini, e come vedete, ho lavorato per ottime famiglie in diverse contee attorno Londra.-
Lui diede una rapida occhiata alle lettere. Dicevano tutti che Mr Sakuragi insegnava ai bambini con straordinaria abilità. Non gli importava. Gli importava soltanto che rispondesse alle sue esigenze.- Immagino che Miss Ayako vi abbia edotto sulle mie necessità.-
- Si.- Mr Sakuagi posò la borsa ai suoi piedi.- Devo comprarvi un orfano e farne vostro compagno.- Uhm. Messa così, non sembrava orribile.
- Perché possiate vincere - guardò tutto intorno nella biblioteca lussuosamente arredata- una scommessa, o qualcosa del genere, che vi renderà ancora più ricco.-
Questo sembrava orribile. Profondamente risentito per l’implicito rimprovero, si alzò in piedi. Ma lui alzò una mano.
- Risparmiatevi la vostra facile indignazione, milord. Contrariamente ad altre persone di mia conoscenza, capisco che prestanti giovani aristocratici, al pari di vecchi canuti mercanti, possano provare il piacere del possesso. In realtà, definirei tali caratteristica parte dell’onorato modo di vivere inglese.- Sorrise con un pizzico di umorismo.-
Il lord fissò immobile l’uomo irritante davanti a lui. Quella maledetta Miss Ayako era riuscita, con la sua disapprovazione, a far apparire la sua missione più concreta di questo vecchio scapolo con la sua approvazione.
Ma decise di sorvolare e di tornare al suo scopo. Alzando il candelabro dalla scrivania, girò attorno all’uomo e gli illuminò il viso. Lui abbassò gli occhi, le narici strette per lo sdegno, o forse lo sgomento. Perché Sakuragi non era un vecchio come aveva pensato inizialmente. Né severo come gli era sembrato dapprima. Era semplicemente un uomo poco attraente, senza prospettive matrimoniali e, forse, ansioso di buttarsi tra le braccia del primo uomo o della prima donna disponibile.
Più specificamente tra le sue braccia.
Un semplice test avrebbe dimostrato che si sbagliava…
O che aveva purtroppo ragione. Sovrastandolo, ostentò il genere di sicurezza virili che gli uomini disperati, come Sakuragi, sembravano trovare estremamente affascinante, e attese che alzasse lo sguardo. Infine lo alzò, ma se era rimasto colpito, non lo diede a vedere.- Vi dispiacerebbe posare il candelabro, milord? La luce è molto forte e temo che possiate versare cera sul mio quasi miglior vestito.
- Il vostro quasi miglior vestito? E’ così bello - mentì con disinvoltura - che credevo fosse il migliore.-
- Indosso quello migliore alla domenica, milord. Quando, come ogni uomo cristiano, vado in chiesa.-
Un rimprovero, un rimprovero alla sua condotta dissoluta.- Allora dipende dall’uomo che lo indossa creare l’illusione di impareggiabile bellezza.-
Ignorando la sua elegante figura, Hanamichi infilò la mano nella borsa ai suoi piedi e tirò fuori un libro e incominciò a leggere.
- Molto probabile.-
Uhm. Non sembrava sarcastico, né particolarmente colpito dal suo charme. Che stesse fingendo disinteresse, o era veramente il vecchio inacidito di cui aveva bisogno? Posando il candelabro, sollevò un fianco sulla scrivania e si chinò su di lui.
Increspando le labbra, risucchiò in dentro le guance.
- Capisco.-
Lui sorrise con accattivante, seppur simulato, interesse.- Ma mi sto domandando quale rimorso proviate voi, Mr Sakuragi. Un bell'uomo, nel fiore degli anni, non sempre desidera prendersi cura dei figli degli altri. Ne vorrete certamente dei vostri.-
- Quello che voglio io- lo aggredì- non deve interessarvi, milord. Il vostro unico interesse dev’essere per il mio carattere e per la mia efficienza. Tuttavia... Penso che sarebbe meglio se vi sposaste.-
- Gli uomini come voi la pensate tutte allo stesso modo. Ed è anche esattamente quello che mi ha detto Sua maestà.-
- L’unione matrimoniale, mi è stato riferito, concede agli uomini come voi uno sfogo per quelle sconvenienti passioni che vi affiggono. Ma immagino che abbiate poco tempo per soddisfare le richieste della regina.-
- Mi ha concesso tre mesi.-
- Tre mesi per diventare rispettabile?- lo guardò e rise, amaramente con sdegno.- Anch’io lo trovo ingiusto. Si, non vi resta altra possibilità che portarvi in casa un bambino, perché nessuna donna e nessun uomo sani di mente sposerebbe un uomo come voi senza prima essere stato corteggiato e rassicurato sulla vostra fedeltà.-
Lui si raddrizzò all’improvviso.- Nessun uomo e nessuna donna mi respingerebbero.-
- State scherzando, milord. Forse sulle donne avete ragione, ma sugli uomini non credo proprio.-
- Non esiste uomo al mondo che non possa essere sedotto da una bella faccia, un titolo o una fortuna, e senza presunzione posso dire di possedere tutte le tre le cose. Sul serio, Mr Sakuragi. Vi siete mostrato resistente alla seduzione, ma se vi offrirsi il matrimonio?-
- Questa è un'ipotesi stupida. Anche se fossi l’uomo più bello del mondo non mi offrireste di sposarvi. Gli uomini come voi sostengono di essere guidati dalla passione, ma se fosse vero, vi sposereste per piacere e non per dovere.-
- Ma se fosse la passione a condurmi a voi, mi accettereste per quello che sono.-
- Gli uomini come voi non amano mai dal profondo del cuore, quelli belli sono anche peggio, perché viziati.-
- Allora mi accettereste per il titolo.-
- Provengo da una famiglia nobile. So che un titolo non conferisce onore, costanza o integrità.-
Deliberatamente, Rukawa interpretò la parte del serpente nel giardino dell’Eden, e offrì l’irresistibile mela.
- allora mi accettereste per la mia fortuna.-
Esitò.
Come sapeva avrebbe fatto.- Ah!- Prendendosi il ginocchio tra le mani, si appoggiò all’indietro e lo osservò con soddisfazione.- Avevo ragione.-
Hanamichi lo guardò e lui vide qualcosa nel suo viso, che bloccò la sua risoluzione.
- Vi sbagliate. Mi sono astenuto dal fuggire con qualcuno degli uomini che mi ha proposto di sposarlo, e non rinuncerei ai miei sogni per una vita con voi.-
- I vostri sogni devono essere grandiosi.-
- Non grandiosi, ma miei.- Alzandosi, si passò la borsa sul braccio.- E basta con quest’inutile discussione.-
- Si.- Non riusciva a credere di essersi lasciato trascinare in una simile situazione, e con una creatura così brutta e sgradevole.- Avete capito quel che dovete fare?-
- Vi troverò un orfano e lo condurrò qui. Dato che immagino che il bambino debba avere un certo comportamento, lo istruirò….-
Rukawa scivolò dalla scrivania e si scostò.- In fretta.-
- Si. In fretta. Allora…procederemo come desiderate.-
- Acquisterete il bambino entro la fine del giorno.-
- E’ mezzogiorno passato, milord. Mi sistemerò nella mia stanza e oggi mi occuperò dei preparativi per l’aula scolastica. Domani troverò il bambino.-
Prendendo Sakuragi per il braccio, Rukawa lo dirottò verso la porta.- Allora è tutto stabilito. Allora dite alla governante di sistemarvi nella camera accanto alla classe. Se no sarà di vostro gradimento, apportate le migliorie che desiderate.- M a un colpo alla porta impedì ad Hanamichi di rispondere.
- Avanti - disse Rukawa.
Mito, il maggiordomo che era assai più di un maggiordomo, entrò e annunciò:- milord, Mr Akira Sendoh.-
Suo cugino aveva infine risposto alla chiamata.
Rukawa e Mito si scambiarono occhiate soddisfatte; adesso il loro piano poteva procedere.
- Tolgo il disturbo- disse Sakuragi col tono sbrigativo di un maestro.
- Si.- Rispose il conte.
Uscendo il lord e Sakuragi incontrarono Sendoh nell’ingresso.
- Un nuovo maggiordomo, Kaede?- Akira osservò con molta attenzione Mito allontanarsi.- Credevo che non avresti mai mandato in pensione il vecchio McCutcheon.-
- E’ andato a trovare sua figlia in questo momento- mentì Rukawa.
Scorgendo Sakuragi, Akira disse:- dispiace, signore, non vi avevo visto.-
Sakuragi fece un segno di saluto a sua volta, e Rukawa pensò con amarezza che probabilmente Akira incontrava la sua approvazione. Sendoh era più grande di Rukawa di un anno, ed erano entrambi molto belli, a parte per i suoi orribili capelli che lo facevano sembrare un porcospino. Della famiglia, Akira aveva ricevuto tutta la sincerità, la determinazione e l’intensità di sentimenti.
Chi avrebbe mai pensato che proprio quelle qualità l’avrebbero condotto alla rovina?
- Milord, chi è questo giovanotto?- Chiese Sakuragi, con la voce ridondante di approvazione.
- Mio cugino, Mr Akira Sendoh. Akira, questo è…l’istitutore.-
- L’istitutore?- Akira apparve stupito.
- L’istitutore.- Che pensasse quel che voleva.
Ma l’uomo puntò il suo ombrello verso Rukawa come un precettore che richiama all’ordine il suo allievo.
- Lord Rukawa, qual è il mio nome?-
- Cosa? Cosa?- La guardò duramente. Appariva quasi minaccioso, e con stupore, i lineamenti rivelavano una traccia di bellezza. Guardò meglio. Bellezza sbiadita.- Siete Mr Sakuragi. Perché?-
- Non dimenticate mai più il mio nome.-
Sbalordito, Rukawa la fissò mentre s’inchinava a Sendoh.
Akira sorrise, ricambiando l’inchino.- Non vedo l’ora di incontrarvi di nuovo, Mr Sakuragi. L’uomo che riesce a chiamare mio cugino all’ordine dev’essere un uomo eccezionale.-
Sakuragi sorrise con approvazione. E’ questo urto terribilmente Rukawa, e se la sua vita non fosse stata così aggrovigliata, l’avrebbe licenziato prima che la farsa incominciasse davvero. Ma sapeva che trovare un altro istitutore coi suoi requisiti sarebbe stato impossibile, e così strinse i denti vedendo come Akira riscuotesse l’approvazione di Sakuragi. Un’approvazione condivisa dal resto della famiglia; anche il suo adorato nonno aveva sempre portato Sendoh a esempio. Come un luminoso esempio che Kaede avrebbe dovuto seguire.
- Abito qui adesso, Mr Sendoh, e sarà un piacere approfondire la nostra conoscenza.- Hanamichi si rivolse al maggiordomo.- Mr Mito, vorrei vedere la governante. Subito.- E si allontanò dietro i maggiordomo.
- E’ uno strano tipo.- Akira concentrò la sua attenzione sul cugino.- Ma non più strano di te. Un istitutore, cugino?-
Rukawa ripetè la storia che aveva inventato per coprire la sua improvvisa e sospetta filantropia.- Sto per adottare un orfanello, un ragazzo che ho incontrato per strada.
Akira lo fissò come se non fosse sicuro di aver sentito bene.
-Il coraggio e la risolutezza del ragazzo mi hanno conquistato.-
- Coraggio e risolutezza.- Sendoh abbassò lo sguardo con un sorriso di disapprovazione .- Naturalmente.-
Rukawa capì di essere partito col piede sbagliato. Fin dall’infanzia avevano sempre avuto un carattere molto diverso. Infatti a differenza di lui Akira era stato lo studioso, quello che si era laureato con lode, quello per cui tutti prevedevano un brillante futuro. Ma poi, invece, aveva cambiato comportamento. Non che avesse molta importante per lui; ma come capo della famiglia, Kaede non poteva permettere che il loro nome e la loro onorata reputazione venissero trascinati nel fango. Ma ciò nonostante, aveva deciso di sapere perché. Così con un affetto contrastante con ciò che provava realmente per il suo stupido cugino, si avviò verso il confortevole gruppo di poltrone attorno al fuoco.- Siediti, Akira.-
Sendoh si lasciò cadere lentamente in una poltrona gli occhi azzurri guardinghi.
E colpevoli. Maledizione perché Kaede non l’aveva notato prima?
Rispose alla propria domanda. Perché non vedeva Akira da mesi. E non gli era mancato, né gli era passato per la mente di dover controllare le sue azioni. Akira era figlio di un vicario, per carità! Avrebbe dovuto essere onorevolmente al lavora da Lord Jershow per preparare il suo erede per Oxford, non impegnato in attività criminose!
A pensarci Kaede provava il desiderio di scuoterlo fino a fargli ritrovare il buonsenso e poi rimandarlo dal nonno. Ma qualcuno doveva scoprire i dettagli dei reati di Akira, conoscere i nomi dei suoi complici, e soprattutto del capobanda, e affrontare il problema. Quel qualcuno era Kaede. Così sedette nella poltrona di fronte al cugino e con aria seria disse:- Ho una proposta da farti.-
Se possibile, Akira divenne ancora più cauto:- Tu?-
- C’è un problema alla banca.- Rukawa soppesò le parole con cura, scegliendole ad effetto.- Non posso rivolgermi che a un membro della famiglia. Ho bisogno che tu venga a vivere con me. Che lavori per me.-
Akira fece per parlare, ma Kaede alzò la mano.- Ti prego, ascoltami. So che hai già un posto- Akira era stato licenziato, ma Rukawa fece finta di non saperlo- e non deporrà a tuo favore andartene, ma mi trovo in una terribile situazione, con infauste conseguenze.-
- Tu, cugino?- un vago sorriso aleggiò sulle labbra di Akira.
- Francamente, so di non poterti chiedere in buona fede di rinunciare al tuo lavoro per me, ma faccio affidamento sul tuo affetto per il nonno.-
Il sorriso di Akira scomparve.- Perché un tuo problema dovrebbe riflettersi su Lord Anzai?-
- Perché la banca è di mio nonno. L’ha fondata lui, ci ha lavorato anche dopo averla affidata a mio padre, mi ha preparato dopo la sua morte. So che detesti le cifre e la finanza, e so che hai giurato che non te ne saresti mai occupato, ma mi auguro che il tuo affetto per il nonno possa avere il sopravvento sulla tua avversione.-
Eccola di nuovo. La colpa, lì perché Kaede la vedesse. Possibile che Akira non avesse pensato a come il suo crimine si sarebbe ripercosso su Lord Anzai? O non si faceva il minimo scrupolo?
Quando Akira non rispose subito, Rukawa continuò:- Lo so. Dirai che il nonno non è veramente tuo nonno, ma un prozio. Tuttavia credo che tu gli sia affezionato, e anche se lui non ne parla mai gli devi la tua educazione.-
- Si- rispose Akira.- Devo tutto a tuo nonno. Se giudicherò il tuo problema in banca così grave come sostieni tu, allora naturalmente ti aiuterò.-
- Non potrebbe essere più grave- rispose Kaede.- Come sai, stampiamo le nostre banconote per la distribuzione del Norkfolk.-
Akira annuì. Probabilmente non osava aprir bocca per paura che gli uscisse una confessione.
Così Akira Rukawa raccontò a Sendoh quel che sapeva già.
- Qualcuno sta falsificando le nostre banconote.-
 
Continua….