Ciao a tutti questa è la
prima su Slum Dunk che pubblico, perciò siate buoni.
Serie: Slam Dunk
Paring: RuHana
Note 1: la storia è un AU e i personaggi sono OOC.
Note 2: in questa ff le relazioni e i matrimoni omosessuali sono accettati.
Nota 3: alcuni personaggi, però, sono di mia invenzione.
Note 4: per il momento è PG, ma più avanti diventerà NC-17.
Nota 5: perdonatemi per gli eventuali errori grammaticali, di ortografia e di
battitura che sicuramente ci saranno.
DISCLAMER: i personaggi non sono miei ma di T. Inoue. Per la storia e il
titolo invece ho preso spunto da un romanzo di Christine Dodd, autrice di
romanzi rosa. Io non ci guadagno niente.
Fuoco di
passione
parte I
di Andromeda87
Era il giorno più bello del
mese, il giorno di paga.
Hanamichi Sakuragi fece gioioso un saltello mentre tornava verso casa. La
strada residenziale londinese era buia a causa della pioggia, lui era
infreddolito e spossato. Ancora una volta aveva cercato di insegnare alla
piccola Yumi Dagport a suonare Twinkle, Twinkle, little star al pianoforte, ma
poi aveva riscosso tranquillamente la paga del mese dalla madre della bambina.
E aveva anche ottenuto, dopo una piccola discussione, quanto gli spettava
dalla aristocratica Lady Fhill. E infine aveva impartito la sua lezione di
ballo al figlio di lord Hagg e - mentre eludeva le palpate dal figlio e la
proposta di una vergognosa relazione da parte del padre - si era assicurato la
sua paga senza offendere nessuno dei due spregevoli gentiluomini.
Si, il lavoro di un istitutore era difficile e talvolta ripugnante, ma il
giorno di paga lo rendeva accettabile, e mentre tagliava attraverso il sudicio
vicolo ingombro di immondizia, Hanamichi offrì il suo viso alle gocce di
pioggia e scoppio a ridere. Improvvisamente si fermò incespicando. Sentì una
punta acuminata nella schiena e una voce aspra ringhiare:- Signore, datemi il
borsellino e può darsi che vi risparmi la vita-
Hanamichi si irrigidì, il cuore gli batteva forte. L’oggetto era … un
coltello! Un ladro gli teneva un coltello alla schiena. Avrebbe potuto
trafiggerlo. Rischiava di morire. Voleva sottrarle il denaro. Il coltello lo
punzecchio, e l’uomo strillo nel suo orecchio, con l’alito che puzzava di gin
e tabacco:- ho detto, datemi il borsellino. E non fingete di non averlo. Vi ho
visto pagare quelle belle fragole al fruttivendolo -. Hanamichi strinse la
borsa con la spesa. Stava piovendo a dirotto. Non c’era in giro anima viva;
chiunque con un po’ di buon senso era già corso a casa a sedersi davanti al
fuoco e riscaldarsi i piedi. Solo lui era per strada, facile preda di questo
ladruncolo che voleva rubargli i soldi faticati con tanta fatica. La lama lo
punzecchio di nuovo e l’uomo gli strinse il braccio abbastanza forte da
lasciargli il segno. - Siete stupido? Ho detto: datemi il denaro o vi ucciderò
-.
Lo pervase un senso di frustrazione. Frustrazione, rabbia e disperazione. Il
coltello affondò maggiormente, attraverso il cappotto e la giacca.
- Lasciate che ci pensi - rispose lui in tono brusco.
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Miss Ayako era seduta nel suo studio a lavorare,
quando
sentì bussare alla porta di ingresso. Ovviamente avrebbe aperto il
maggiordomo, che però aveva l’ordine di accompagnare immediatamente da lei
qualsiasi cliente. Quando il maggiordomo condusse da lei il nuovo cliente,
Ayako rimase ammutolita per la sorpresa. Il gentiluomo, vestito all’ultima
moda, era meravigliosamente, languidamente, seducentemente affascinante. Alto
e slanciato, indossava un vestito blu scuro che metteva in risalto la sua
meravigliosa pelle chiara. I capelli neri corti incorniciavano alla perfezione
il suo meraviglioso viso. I suoi occhi blu era freddi, ma un’acuta
intelligenza operava dietro impenetrabili profondità. Poi la sua attenzione si
incentrò su Ayako. Non aspetto il maggiordomo gliela presentasse, ma si
inchinò brevemente. - Miss Ayako immagino?
Ayako provò immediata apitatia per lui. - Si, e voi siete..?
- il conte Kaede Rukawa - dichiarò Miyagi e solo chi lo conosceva bene poteva
dire che l’arroganza del conte lo esasperava.
Il conte non prestò attenzione alla contrarietà del maggiordomo, né rimase ad
osservare l’inchino di Ayako. Si diresse invece nello studio, pensando che la
donna lo seguisse.
Naturalmente cosi avvenne, e Myaghi si mise di guardia accanto alla porta.
- In che cosa posso esservi utile, milord?- Ayako si avviò verso la sua sedia
dietro la scrivania.
Accomodandosi in una poltroncina davanti a lei, Lord Rukawa dichiarò: - Ho
bisogno di un istitutore.
La porta di ingresso si aprì di nuovo e si richiuse dolcemente. Ayako sperava
fosse Hanamichi, perché stava piovendo ed era quasi buio. Era preoccupata per
l’amico e comproprietario dell’Esclusiva scuola per istitutori e istitutrici,
in giro giorno dopo giorno per le strade di Londra a svolgere lavori che
permettevano alla scuola di sopravvivere durante i cruciali primi mesi.
Ma Ayako non osò distogliere l’attenzione dal suo cliente, un vedovo con figli
immaginava. - Desiderate assumere un istitutore e siete nel posto giusto.
Forniamo solo i migliori. Quanti bambini avete?
Lui s’impenno all’indietro come fosse offeso. - Mio Dio, non ho nessun
bambino!-
Ayako si arrestò nell’atto di sedersi. - Milord?-
- Non capite, signora? Ho bisogno anche di un bambino.-
Continua……
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