I personaggi di Slam Dunk appartengono, purtroppo, a Takehiko Inoue, alla I.T. Planning e a tante altre persone ancora. Questa fic è scritta per puro divertimento personale e non a scopo di lucro, ecc. ecc. ecc.


FROZEN

4. Due tipi assurdi

by Sanae

” Ehi ! Saku……..ragi……….” 

 Haruko tentò invano di richiamare l’ attenzione dell' amico, che le sfrecciò di fronte diretto verso l’ ingresso della scuola senza nemmeno lanciarle un' occhiata.

 

 -Io lo ammazzo quello…..     -

      Sei monotono.

 

-Lo ammazzo!!!!    -

 

Con un brusco movimento si fermò di fronte a Sendo,   ansimante.

 Il suo sguardo pieno di rabbia si fissò negli occhi stupiti del giocatore del Ryonan, che si voltò verso di lui con un moto di sorpresa.

 E si ritrovarono uno di fronte all' altro.

 Inconsapevoli rivali di una battaglia forse già persa in partenza.

  

 

Avversari lo erano sempre stati, sul campo.

 Per una qualche oscura ragione Sakuragi aveva provato fin dal primo momento un' istintiva antipatia nei confronti di quel saccente presuntuoso che non sapeva far altro che ridacchiare.

 Dal' istante in cui era entrato nella loro palestra, sorridente e rilassato. In ritardo, come se della loro amichevole non gliene fregasse praticamente nulla.

 Con una tale faccia da schiaffi, poi !

 Ma cosa accidenti aveva da ridere sempre?    Sembrava avesse un crampo alla bocca!!

 Il giocatore più forte, eh?!

  Questo era ancora tutto da vedersi !

 

 

Voleva batterlo.

 DOVEVA batterlo.

 Era come una necessità. Sentiva di doverci riuscire a qualsiasi costo.

 Sconfiggerlo era l'unico modo per-….

  L' unico modo per cosa?

 Non lo sapeva.

 Ma se lo sentiva fino al fondo dello stomaco, questo bisogno insopportabile di levarlo di mezzo, umiliarlo, batterlo in campo sotto gli occhi di tutti.   Di fronte ad Haruko, all' allenatore Anzai, a quei quattro scemi dei suoi amici.

 Di fronte a Rukawa…..

 

 

* Sendo. Io ti annienterò.*

 Lo aveva detto quasi senza pensarci.

  Quella frase gli era uscita dalle labbra in modo così naturale da sorprendere perfino se stesso.

 E da allora non desiderava altro che riuscire a sconfiggerlo.    Mentre aumentava ogni giorno di più un inspiegabile desiderio di riempirlo di botte ogni volta che se lo trovava di fronte!

 Se Akagi non lo avesse fermato, l' altro giorno….    Quant' è vero dio l' avrebbe ammazzato sul serio quello stronzo!!!

 Con che coraggio osava ripresentarsi di fronte alla loro scuola??!!!

 Se ne stava tranquillo di fronte a lui., il bastardo.

 Con le spalle poggiate al pilone della sua scuola, e le mani in tasca.

 E con addosso le stesse labbra che appena un giorno prima avevano osato toccare, e superare…..  un limite inviolabile!!

 Davanti ai suoi occhi!

 Le stesse! Maledette! Schifose labbra che per qualche istante erano rimaste lì.

  Ferme.

 Appoggiate.

  Non solo.       Premute.

 Addosso.                  Alle sue.

 

 

Quell' immagine.  Fissa nella testa.

 Lo aveva tormentato per tutta la notte.

 E quelle labbra avevano addirittura il coraggio di ripresentarsi di fronte  a lui !

 Senza timore.

 Lievemente dischiuse per la sorpresa, forse.

 Pronte a far crollare definitivamente anche l' ultimo briciolo di autocontrollo che gli era rimasto.

  

- Ma cosa gli prende?…..-

 Sendo ricambiava quello sguardo fisso su di lui.

  Erano cattivi, quegli occhi.  Irati.     Furiosi come non li aveva mai visti.

 Facevano paura…..

E non riusciva a capire.

 

 

Perché tutto quell' odio che traboccava dal suo sguardo?  

Lo sapevano tutti che Sakuragi era un attaccabrighe, collerico, violento e casinista.  Sempre pronto a menar le mani con chiunque, solo per il gusto di farlo.

Si prendeva in continuazione con i suoi amici, con i compagni di squadra, perfino con l' allenatore.   Aveva menato perfino lui, ieri. E ci aveva riprovato la mattina nel campetto.

Senza la minima ragione.

In fondo era quasi divertente vederlo saltar su come una furia ogni minuto.

Come scassatimpani vanaglorioso era divertente da morire!    Si infiammava per un nonnulla, facendolo sempre sbellicare dalle risate.

Lo trovava simpatico….

Lo aveva trovato davvero divertente, quando gli si era piazzato davanti con quella cresta rossa da galletto e quell' aria da grande genio, sputandogli in faccia quella sentenza di morte.

* Sendo. Io ti annienterò*

Che scemo….

Era solo un principiante.

Anche se di stoffa da vendere ne aveva parecchia, su quello non c' erano dubbi.

Un talento naturale.

E il fatto che fosse ancora così inesperto era il particolare più divertente.

Oh dio, che risate che si era fatto alla loro prima amichevole, sfidandolo apertamente e stuzzicando quella sua vanagloria infinita!   Era il giocatore più spassoso che avesse mai conosciuto.

Non si era mai divertito così tanto in una volta sola!

In fondo gli piaceva, quel matto.   Aveva le doti, il carattere e la grinta giuste per arrivare lontano.

E poi francamente…..   era troppo uno spasso!!    Avrebbe giocato con lui anche solo per il divertimento di sentirlo sbraitare e brontolare contro il mondo intero.

Che tipo….

Anche se a esser del tutto sinceri un difettuccio fastidioso che l' aveva….       Non sapeva mai starsene al posto giusto, quando era il momento!!

Sempre tra i piedi, accidenti !

 

 

Sarebbe stato da ridere anche quell' incontro imprevisto all' ingresso della scuola, probabilmente; se Hanamichi non si fosse portato dietro quello sguardo furente, sconosciuto.

Immobile e violento. Tanto da trasfigurare quel viso fino ad ora sempre così divertente, buono…..

Non riusciva quasi a riconoscere il suo solito avversario, in quegli occhi trasformati dalla rabbia, a stento contenuta da violenti fremiti di tutto il corpo.

E quello sguardo…. 

Non smetteva di fissarlo con odio.

Un odio puro, e penetrante.

Mai nessuno era riuscito solo con lo sguardo a fargli desiderare di….       Scappare….

Eppure era quello che sentiva nelle gambe, e nello stomaco.

Per qualche istante pensò solo di mettersi a correre, ed allontanarsi da quegli occhi roventi di una rabbia a lui sconosciuta.

E tanto spaventosa da far correre i brividi…..

 

Scosse la testa, cercando di convincersi che fosse veramente sempre lo stesso, il ragazzo che si ritrovava di fronte in quel momento.

Anche con quello sguardo.

In fondo l' unico problema era fargli capire che non ce l' aveva con lui.

Che non era l' per attaccar briga con quello scemo!

Lui voleva solo vedere Rukawa.

” Senti me Sakuragi. Io-…….”

 

STA’  LONTANO DA LUI !!!”

 

C-cosa?…..

Quell' urlo uscì dalla sua gola come una forza liberatoria.  Senza che servisse anche un solo soffio di ragione, per lasciarla andare.

Aveva aspettato anche troppo che quel bastardo si decidesse a smettere di fissarlo come un ebete, ed aprisse quella sua boccaccia schifosa e lurida!!

Maledetto!

E al diavolo tutto!!

Non glie ne importava più nulla, in quel momento, di trovare una ragione a tutta quella rabbia!!  Perché bisogna sempre trovare una spiegazione per tutto?!!

-Non voglio!!

 Non voglio che questo stronzo si avvicini mai più a Rukawa!!

E allora?!!     C' è qualcosa di sbagliato??! Di anormale??!

No che non c' è!!!! -

Sakuragi continuava a fissarlo con odio. Il corpo fremente ed i pugni serrati.

Il respiro sempre più affannoso.

E al diavolo tutti i perché!

Tutte le dannate spiegazioni e scuse che ogni volta doveva inventarsi !

-Sta’ lontano da lui, maledetto bastardo!!    Non ti azzardare mai più a mettergli le mani addosso! Non…..    -

 

Sendo era rimasto immobile, a bocca aperta. Paralizzato da quella voce, tanto forte da fracassargli le orecchie, e tanto violenta da farlo tremare. Ancora.

E non ne capiva il senso.  Non ne aveva colto le parole, ma solo l' impatto, l' intonazione.

Aveva sentito solo un grido.

Un urlo di sfida e di rabbia libero da ogni freno.

 

 

-Co- cosa?….    -

Non fece in tempo questa volta, ad evitare il pugno diretto sul suo viso.  Perché non lo vide.

Quelle nocche dure e forti di piantarono in mezzo alla sua bocca. Proprio in mezzo….   Scaraventandolo a terra.

Si portò il dorso della mano sul labbro sanguinante, intontito.

E il liquido rosso e caldo inizio a scorrere copiosamente lungo il polso, raggiungendo la manica rivoltata della sua camicia bianca.

Sollevò lo sguardo verso il suo aggressore, che lo fissava a sua volta., con il pugno stretto davanti al petto. E sempre lo stesso sguardo…..

 

 

 "VATTENE!!”

 

 

Urlò ancora.

E ancora una volta Sendo non riuscì a capire.

 

Guardava stupito e stordito quegli occhi ardenti d’ odio. Senza riuscire a credere che potessero appartenere all’ Hanamichi Sakuragi che conosceva…

Ma perché?

Cosa gli aveva fatto per poter essere odiato così? Improvvisamente?

Doveva spiegargli che non era lì per lui.

Doveva fargli capire che-…

Aprì ancora la bocca per parlare, avvertendo un dolore secco e pungente lungo taglio profondo che quel pugno gli aveva aperto sul labbro inferiore.

” ……G-guarda che io volevo solo-…..”

Non gli permise di finire.

Sakuragi non aveva bisogno di spiegazioni.

” Volevi checcosa, eh?!!     Volevi CHI ?!!!!    Vattene a volere chi accidenti ti pare!!

Ma non quello stupido volpino!!!”

 

Allora era questo…

Lo sguardo spaesato di Sendo si tramutò in un sorriso amaro e divertito, al suono di quelle parole. Ed i suoi occhi smisero di fissare con timore quelli torvi e roventi di Hanamichi.

Oh, adesso era fin troppo facile capire.

Che stupido. 

Come aveva fatto a non pensarci subito?

Era sempre stato così schifosamente evidente.

Gelosia.

Era gelosia, quella.

E anche particolarmente forte, accidenti !

-Quasi mi fa saltare gli incisivi, questo imbecille!-   pensò tra se e se mentre sulle sue labbra doloranti spuntava un sorrisetto ironico.

Prima di quel pungo non si sarebbe mai neanche lontanamente immaginato di poter avere a che fare con un rivale.

Maschio.

Sakuragi poi !

Che andava continuamente sbraitando ai quattro venti il suo odio profondo per Rukawa!

Già….

Però andava anche in giro a dire di esser un grande genio del basket……

-Impara una buona volta a fare due più due, caro il mio Sendo!..-   pensò facendo leva sul braccio per alzarsi da quella imbarazzante posizione 'al tappeto', e sollevando gli angoli della bocca in un sorriso sempre più deciso. Ed irritante. 

" Checcazzo ridi ! Brutto stronzo!"

Non fece in tempo a sollevarsi, perché Hanamichi si precipitò addosso a lui ,afferrandolo per il colletto della camicia e sbattendolo con forza ancora lungo disteso per terra.

Era una furia.

Quel bastardo aveva pure il coraggio di mettersi a ridere!!

 

Ma Akira non smise di ridere.

Nemmeno imprigionato in quella presa rabbiosa e violenta, e folgorato da quello sguardo fiammeggiante.

Non aveva più paura adesso.

Non di uno sciocco geloso marcio, che non aveva nemmeno il coraggio di ammetterlo.

Il suo sorriso calmo e sereno rimase puntato contro il viso stravolto dell' avversario.

Accompagnato da uno sguardo canzonatorio, e un po' pietoso.

Peggiore del peggiore degli insulti.

.

” Bastardo!!!     Maledetto!!         Azzardati ancora una volta a toccarlo e ti giuro che-!!!……"

Quel dannato sorriso si allargò ancora, sempre più vicino alle guance infuocate del suo avversario.

Gli occhi di Sendo si socchiusero divertiti, come incuranti della stretta ormai soffocante che le grandi mani di Hanamichi stavano esercitando sul colletto della sua camicia.  E sul suo collo.

Quasi non respirava.

Ma quella scenata era troppo spassosa.

Quello scemo troppo divertente.

Sollevando un braccio da terra ed infilandolo in mezzo a quella stretta poderosa, Akira appoggiò con delicatezza l' indice sulla fronte di Sakuragi, premendola poi leggermente all' indietro con una leggera spinta.

 

 

" Sei geloso, genio?"

 

 

Sussurrò con quel poco di fiato che gli lasciava la morsa del rivale, ed allargando ancora quel suo sorriso irritante. 

Hanamichi trattenne il fiato, spalancando gli occhi.

Si tirò di scatto all' indietro, senza mollare la presa sul collo dell' altro ragazzo.

L' ira. L' odio. La rabbia furiosa.

C' erano ancora tutte nello sguardo che puntò in quello di Sendo.

Ma c' era anche una profonda confusione.

E paura.

Paura di accettare finalmente quel 'perchè' che fino ad ora si era così ostinatamente rifiutato anche solo di considerare. 

E quel bastardo adesso…  glielo sputava in faccia come se fosse normale. Ovvio.

Irrimediabile.

   Sei geloso?

” Sta' zitto……"

Sibilò tra i denti, vibrante d' indignazione, confuso. Stringendo quel colletto fino a far mancare per qualche istante l' aria al suo prigioniero.

 

"Io t'ammazzo……”

POW .

Un cazzotto violento, improvviso.  Ancora su quella bocca sanguinante.

E la testa di Sendo ruotò violentemente da un lato per il colpo, lasciando scorrere dalla bocca un sottile rivolo di sangue, che scese a macchiare il marciapiede sotto di lui.

STONK..

Un colpo ancora, sulla mascella.  Che rovesciò la sua testa sul lato opposto, con un unico gesto.

Le labbra bruciavano come l' inferno. La mascella, ancora un po' dolorante per i pugni di ieri, tornò a tormentarlo con un dolore lancinante, improvviso.

Solo avvertendo quella fitta sul viso, e sentendo l' aria imprigionata nei suoi polmoni da quella stretta sempre più ferma, Sendo si accorse che non poteva far nulla per impedire che continuasse a colpirlo, e a soffocarlo…..

Le sue braccia come paralizzate, non riuscivano nemmeno a mettersi tra il suo volto e quei pugni sempre più forti che lo colpivano uno dopo l' altro. Ogni volta più veloci.

Lo colpì in viso a sua volta. Facendo appello a tutte le sue forze.

Ma la stretta non diminuì, ed arrivò un altro cazzotto come risposta, che gli fece sbattere la testa contro il terreno.

Accidenti se era forte…..

Lo aveva immaginato, vedendo che salti e che falli assurdi di sfondamento era capace di fare, quel matto.

Ma non pensava che sarebbe riuscito immobilizzarlo in quel modo…. Impedendogli di tentare qualsiasi reazione.

Lo stava strozzando….

Per un attimo pensò che forse lo avrebbe ammazzato davvero.

Lì di fronte alla sua scuola.   Ammazzato di pugni e di testate.

Se ne leggevano di casi simili sui giornali, non sarebbe certo stata la prima volta che un teppista balordo si lasciava prendere la mano.

Ma un altro pugno, ben piazzato sulle sue labbra ormai quasi tumefatte, gli fece ricordare il motivo.   Il motivo per cui si stavano picchiando come due pazzi, di fronte ad una scuola.

E gli venne da ridere….

Una risata forte e squillante uscì dalle sue labbra, mentre con un colpo di reni si sollevava verso il suo avversario, allentando la stretta sul suo collo, ed afferrando a sua volta la maglietta di Sakuragi proprio sotto il suo mento.

E gli rise in faccia, per qualche istante, smorzando con la mano libera l' ennesimo cazzotto che giunse comunque a colpire la sua guancia destra.

Lo guardò negli occhi poi, sempre sorridente.  Leccandosi via dalle labbra il sangue che le ricopriva ormai quasi completamente.

 

" Te l' ho già detto una volta, pivello.  Se davvero vuoi annientarmi, dovrai fare molto più di questo."

 

Sakuragi tornò a stringere con forza il bavero dell' avversario, lanciando una fiammata di rabbia contro quello sguardo sorridente di sfida, e sentendo le stretta del giocatore del Ryonan rafforzarsi a sua volta sulla sua maglietta.

 

"Io ti annienterò Sendo. Fosse l' ultima cosa che faccio…."

 

Si fissarono negli occhi, a lungo.

Seduti sul marciapiede come due idioti.

E chissà per quanto avrebbero continuato quell 'assurdo duello di sguardi, se Sendo non avesse notato con la coda dell' occhio che quella scena assolutamente ridicola aveva uno spettatore…

 

Voltandosi di lato con un gesto improvviso, il ragazzo inquadrò perfettamente l' alta e silenziosa figura che se ne stava in piedi a pochi metri da loro, appoggiato al pilone d' ingresso con le braccia incrociate, ed uno sguardo tanto serio quanto distaccato.

-Merda!….   Ma di tutte le persone al mondo proprio lui !……-

Seguendo lo sguardo spaesato del rivale, Hanamichi si girò a sua volta, incontrando il viso impassibile del suo compagno di squadra.

E il respiro gli morì in gola….

 

Quando Rukawa sentì su di se gli occhi sconvolti dei due ragazzi si sollevò lentamente dal pilastro, infilandosi le mani in tasca e fissandoli a sua volta.

-Che idioti.   -

Non riusciva proprio a venirgli in mente altro, vedendo quei due scemi seduti in terra che si afferravano per il colletto, pieni di lividi e di sangue come teppistelli di bassa lega.

Il suo sguardo solitamente inespressivo si tramutò per qualche istante in un’ occhiata carica di rimprovero e di disprezzo.

E Sakuragi lo avvertì fin dentro le ossa, quello sguardo sprezzante, tentando di soffocare nello stomaco un sordo tremito d’ angoscia.

Non voleva ricordare.

Ma aveva già visto altre volte il disprezzo dipinto in quegli occhi neri…….  Anche quella mattina. In una palestra vuota e fredda fatta di sogno, eppure così reale da farlo svegliare urlando.

*Devi lasciarci in pace*.

Quelle parole attraversarono la sua mente come un lampo.

Ed il suo sguardo terrorizzato si fissò su quella bocca sempre così silenziosa, che le rare volte in cui si schiudeva sapeva sempre far male.

Più di ogni altra.

 

-No! Non dirlo !

Non-…..  -

Rukawa fece un passo verso di loro, posando l' occhio sulle loro ferite ancora sanguinanti.  Tutte sul viso.

Sembrava incredibile che esistessero degli attaccabrighe così irriducibili.

E chissà per quale scemenza si erano menati, questa volta.   Magari perché il porcospino aveva un colore di calzini che non piaceva troppo a quell' idiota.

Ma cosa avevano poi da fissarlo in quel modo, tutti e due?

Erano loro gli scemi.

Facendo spallucce e voltandosi di lato, Rukawa aprì leggermente la bocca.

Per parlare.

” Idio-….”

 

” Eva bene! VA BENE !!!”

Urlando con tutto il fiato che aveva in gola, Sakuragi si sollevò da terra con un balzo, parandosi davanti al suo compagno di squadra, il quale indietreggiò di un passo, quasi spaventato da quel salto improvviso, e dall' espressione sconvolta ed incomprensibile con cui il ragazzo lo fissò negli occhi.

-Non voglio sentirlo! Non dire nulla!!  -

Il suo corpo vibrava dalla testa ai piedi….non riusciva a frenarlo in alcun modo….

Non gli importava più di Sendo, né della figuraccia che aveva fatto, né del naso sanguinante che faceva scorrere sulla sua bocca un liquido caldo e doloroso.

Voleva solo che Rukawa tacesse….

Si sarebbe strappato le orecchie pur di non sentire ancora quella dannata frase!!!

Ancora dalle sue labbra…..

 

” Va bene ! Ti lascio in pace!!    Non c’ è bisogno che ti scaldi tanto, maledetto volpino!!”      urlò contro il viso stupito ma calmo del compagno.

-Scaldarmi?   -

Hanamichi fissò quel volto per alcuni secondi, intensamente.

Quelle labbra immobili.  E quegli occhi neri che non riusciva mai a decifrare….  Mai a portare addosso a sé come avrebbe voluto…..

-Sei una stupida, stupida volpe!    -

Si voltò di scatto, allontanandosi a grandi passi da quel dannato marciapiede.

Perché non voleva pensare. E il solo averlo accanto lo costringeva a farlo.

Sempre.

 

-Sei contento adesso?! Sei soddisfatto?!!!

Ti sto lasciando in pace, visto???!!

TI STO LASCIANDO IN PACE!!!

 

………..M- merda…………      -

 

 

Rukawa non disse nulla.

Un' espressione ancora lievemente sorpresa aleggiava sul suo viso, lasciando le labbra dischiuse ad osservare il suo esuberante compagno di squadra che si allontanava a passo di marcia.

-Sì, adesso ne sono sicuro.

L’ ho sempre sospettato, ma ora ne ho la conferma definitiva…..

Quello è proprio idiota.      -

 

Idiota, sì.

Anche se in realtà non lo aveva mai pensato veramente.

Era solo un po' scemo, in fondo….

 

Lo guardò allontanarsi e sparire dietro l' angolo, ed ancora una volta si accorse che non sapeva il perché.

Ancora una volta si ritrovò a non capire il comportamento di quel ragazzo.  Così come non lo aveva mai capito, fin dal loro primo incontro.

Quello strano, violento e rumoroso teppista dai capelli rossi, che un giorno qualunque gli si era piazzato davanti, sulla terrazza della scuola, scrutandolo come se fosse una specie in via di estinzione. E prendendolo a pugni senza quasi sapere il suo nome.

Senza motivo.

 

Eppure aveva  del talento, accidenti a lui.

Ne aveva da vendere, e Rukawa lo aveva capito subito, vedendolo alle prese con Akagi in palestra, lo stesso giorno di quella inspiegabile scazzottata.

Goffo, imbranato, e completamente digiuno di qualsiasi regola o tecnica.

Ma cavoli…..    Un ' elevazione sorprendente, un ' agilità fuori della media, ed un' istinto da canestro davvero raro.

Lo aveva visto arrabattarsi in campo una sola volta e già lo aveva capito, che era lui……  

L' avversario che stava aspettando da molto tempo. Quello con cui finalmente sarebbe stato emozionante battersi, e nient' affatto scontato vincere.

Uno forte, agile, veloce. Esattamente come lo era lui.

Forse un pizzico di più, accidenti!

- Io non so saltare così in alto…..-   La prima cosa che aveva pensato, guardando quella testa rossa tentare in quel modo assurdo di ostacolare Akagi nella sua azione a canestro.

Ed era la prima volta.

Era la prima volta che incontrava qualcuno che possedesse un talento simile a quello che aveva lui stesso.

 

Fino a quel momento gli avversari che si era trovato di fronte non erano mai stati alla sua altezza.    Sempre così mediocri, bassi, oppure privi del minimo senso del gioco.      Una vera tristezza battersi con chi non è al tuo livello, e non lo sarà mai.

Si sentiva ostacolato, rallentato da quegli avversari così insipidi che non riuscivano a tirar fuori da lui tutta la grinta che aveva.  Perdeva ogni senso il miglioramento, quando anche al livello attuale lui era il più forte.  Senza la minima ombra di dubbio.

 

E poi…..

Finalmente qualcuno diverso.  Alto, combattivo, rapido, con un' elevazione micidiale.

Vederlo saltare e scattare lo aveva elettrizzato.   Emozionato forse per la prima volta in vita sua, di fronte ad un giocatore della sua stessa età.

-Accidenti a lui!!-

Lo aveva emozionato, sì. Ma anche riempito di rabbia.

Quell' idiota era talmente privo anche della minima esperienza da farlo incazzare solo a guardarlo!

Tutto quel talento sprecato per lo meno da dieci anni!!   Dieci anni si era perso per strada quell' imbecille!  A far stronzate con i suoi amici teppisti, invece di accorgersi delle potenzialità che aveva!!

Se solo non avesse perso tutto quel tempo, adesso sarebbe stato al suo stesso livello.

Sarebbe stato veramente il suo avversario ideale. 

Il suo uomo da battere…..

E invece?

Non solo aveva già sprecato così tanto tempo prezioso, ma continuava imperterrito a fare lo spaccone ed il deficiente, invece di mettersi sul serio a lavorare!!!

Idiota.

Che altro si poteva dire?

L' unica piccola consolazione era quella sua straordinaria capacità di apprendimento.  Migliorava ad una velocità sorprendente, giorno dopo giorno.

E lui osservava con muto interesse i suoi anche più piccoli passi avanti.

Lo spronava, a modo suo, stuzzicando quell' orgoglio che sembrava smisurato.   Perché voleva a tutti i costi che tirasse fuori la sua classe, e la smettesse una buona volta di pensare solo a fare imbecillaggini !!

Voleva il suo avversario, dannazione!

E lo voleva presto.

 

Quel ragazzo era nato per stare in campo.

Esattamente come lui…..

 

 

Eppure, nonostante fossero così simili, spesso non riusciva a capirlo.

Quegli attacchi continui, quelle frasi sprezzanti e tutti quegli insulti, sempre e solo contro di lui.

Non li capiva.

Senza motivo una pallonata.

Senza motivo una risata sprezzante ed un insulto gratuito.

Senza motivo un dito puntato contro, ed una dichiarazione di odio eterno.

Sembrava che l' unico scopo di quell' idiota fosse quello di irritarlo, e stuzzicarlo fino all' esasperazione, invece di  concentrarsi su un allenamento serio!!

Gli faceva rabbia, doveva ammetterlo.       E non era affatto facile… farlo arrabbiare……

Gli faceva rabbia perché aveva un talento straordinario. E perdeva il suo tempo ad insultare lui, o chiunque altro, invece di concentrarsi sulle sue doti e coltivarle.

 

E poi……  

Gli faceva rabbia perché non lo capiva.

Non capiva nessuna  delle reazioni che quel ragazzo aveva nei suoi confronti.

Si ritrovava sempre di fronte quel viso, una volta infuriato,  poi urlante,  e poi strafottente, spudoratamente borioso oppure incavolato.    Sempre così eccessivamente espressivo, al contrario del suo.

Ma di ognuna di quelle emozioni così forti non comprendeva la ragione.

E soprattutto non capiva….. perché fossero per lui.

 

 

Rimase immobile, a fissare quella testa rossa che spariva rapidamente dietro l' angolo.

Ancora una volta incapace di decifrare il suo comportamento.

Poi scosse la testa, rassegnato. Passandosi le dita tra i capelli nerissimi ed abbassando lo sguardo sulla cinghia allentata della sua sacca sportiva.

Era inutile scervellarsi.

Ed anche piuttosto faticoso, francamente.

Con un colpo deciso strinse il laccio sulla spalla, facendo scorrere la fibbia nera per una decina di centimetri. Poi si voltò lentamente, incamminandosi lungo il marciapiede nella direzione opposta in cui era sparito da qualche istante Sakuragi.

Si fermò dopo qualche passo, quando il suo sguardo incontrò quello di Sendo, ancora seduto in terra a pochi metri da lui.

Il giocatore del Ryonan era rimasto lì fermo, a fissarlo in silenzio.  E a pensare alla bella figura che doveva aver fatto, facendosi trovare praticamente sdraiato per terra a farsi pestare da quello scemo.

Il suo sguardo sostenne senza timore quello di Rukawa, che lo fissò a sua volta per qualche istante, scuotendo poi la testa ancora una volta.    Sempre più rassegnato.

-Ma tutti a me gli idioti devono capitare….-

Un sorriso compiaciuto spuntò sulle labbra del giocatore del Ryonan, mentre osservava quei ciuffi neri sfregare dolcemente la fronte chiara di Rukawa.

-Adoro quel tuo sguardo sai?   Quasi pietoso per noi poveri mortali…. He -

Kaede rimase per qualche istante incerto, posando lo sguardo sulla vistosa ferita ancora sanguinante che attraversava il labbro inferiore di Sendo per tutta la sua larghezza.

Era solo un taglio. Poteva anche alzarsi da solo.

Così pensando riprese a camminare nella direzione presa, superando l 'avversario senza nemmeno salutarlo con un cenno del capo.

-Come al solito! 

Non ti smentisci mai, eh Rukawa?-    sorrise Sendo sollevandosi rapidamente da terra, e raggiungendo l' altro ragazzo con un agile balzo in avanti.

"Aspetta. Ti accompagno."   esclamò poi con voce allegra, mettendosi a camminare accanto a lui con un' andatura leggermente barcollante.

-Cavoli… Certo che me ne ha dati di pugni, quel bastardo!

Dovrò rifarci un discorsetto, prima o poi….-

Kaede rallentò l' andatura, voltandosi a guardarlo con aria interrogativa.

"Mi accompagni dove?"  disse dopo qualche istante di assoluto silenzio, in cui fissò con diffidenza il volto sorridente e pesto del ragazzo al suo fianco.

Certo che ne aveva proprio buscate, da quell' idiota…..

Le labbra ancora sanguinanti di Sendo si schiusero in un largo sorriso, pochi istanti prima di pronunciare la risposta.

 

  

"Dove vuoi."

 

 

***

 

 

Camminavano da un bel pezzo ormai, l’ uno accanto all’ altro. Senza scambiarsi una sola parola.

Non che nessuno dei due avesse una gran voglia di parlare, in realtà….    

Vicino a Kaede, Sendo non trovava mai nulla di intelligente da dire, e neanche sentiva il bisogno di farlo.   Era sufficiente guardarlo, e sentirlo, per star bene.

Come in campo.

Anche senza una parola, tutti gli sguardi erano per lui.

 

Rukawa si fermò per qualche istante di fronte ad un semaforo ancora rosso, fissando dritto davanti a se, per poi riprendere a camminare apparentemente assorto nei suoi pensieri.

Sembrava che il mondo intero sparisse, attorno a quel ragazzo. Come se nulla al di fuori di ciò che frullava nella sua bella testa nera potesse avere una reale importanza.

Ed era un atteggiamento contagioso….. 

 Il giocatore del Ryonan distolse lo sguardo dal viso del compagno per qualche secondo, cercando di focalizzare la sua attenzione su qualcos' altro.   Tipo il marciapiede, o un palo della luce.

Qualsiasi cosa pur di evitare di fissare ancora a lungo quel volto. E quelle labbra……

Ogni volta che gli occhi si posavano su quel morbido rilievo situato tra il suo bel naso dritto ed il suo mento scolpito, la ferita ancora aperta nella bocca bruciava più forte, come per ricordargli che al meno per quel giorno avrebbe dovuto dire addio a tutti i suoi allettanti propositi….

Passandosi quasi con rabbia la lingua sul labbro inferiore ancora dolorante e gonfio, Sendo si guardò intorno cercando di provare un minimo di interesse per il luogo che stavano attraversando.

La strada era diritta e silenziosa. Rari i passanti.

Quella zona della città sembrava quasi disabitata, a quell' ora del pomeriggio.

-Ma guarda che bel parco!   -  pensò tra se e se il giocatore del Ryonan, allungando lo sguardo fino ad un ampio spiazzo verde, con tanto di alberi, recinti per cani ed altalene per bambini.  Peccato che anche quello fosse completamente deserto.

Tutto era deserto, in quel posto.

Sendo tornò a guardare il ragazzo che camminava al suo fianco, il quale continuava ad avanzare lentamente, sempre con gli occhi fissi di fronte a sé.

Sembrava non accorgersi nemmeno della sua presenza.

-Vorrei sapere a cosa pensi, campione…….   -   Sospirò lievemente, col sorriso sulle labbra.

 

" Te le ha suonate per bene, quello scemo, eh?"

Il suono di quelle parole lo fece sobbalzare.

Rukawa aveva parlato con voce lenta, continuando a fissare il vuoto.

"C-come? Ma no! Che sciocchezza! Hahaha.!!"    Esclamò con una risatina ancor prima di pensare alla risposta, cercando di nascondere il tremolio della voce.

Quasi non ci credeva che proprio Rukawa gli avesse rivolto la parola per primo.

Il cuore gli era saltato in gola come a un ragazzino….

 

" Non avevo voglia di fare a botte con quel matto, tutto qui. L' ho semplicemente lasciato sfogare. Hehe!   Non è poi così terribile come si dice in giro!"        Continuò cercando di darsi un' aria disinvolta, mentre un dolore lancinante alla mascella gli ricordava ancora una volta che…..         Sì, era proprio terribile come si diceva in giro…….

Trattenendo involontariamente il fiato Sendo si voltò di nuovo verso il suo interlocutore, scontrandosi nuovamente con la sua espressione assorta e distaccata.

Non si era scomposto di una virgola.   Però stava aprendo di nuovo le labbra, per parlargli, e questa era già una grande conquista.

" Cosa ci facevi davanti alla nostra scuola?"

Bella domanda!

Il petto di Akira ebbe un altro sussulto, e sentì i muscoli del collo irrigidirsi uno per uno, lentamente ma inesorabilmente.

La risposta gli sgusciò dal petto fin sulla punta della lingua.   Ma si bloccò pochi istanti prima di essere formulata.      

Perché era la risposta più ovvia, più diretta, più vera. Ma anche la più difficile da dire…..

Le sue dita si strinsero inconsciamente sul ruvido tessuto interno delle tasche, e gli occhi si abbassarono a contare le mattonelle di quel marciapiede liscio e silenzioso.

Poi si sollevarono di nuovo, con un profondo sospiro, perché non era da Akira Sendo tirarsi indietro di fronte ad una sfida.

E quella domanda lo era.

 

Uno sguardo nuovamente sicuro ricambiò quello di Rukawa, che si era voltato verso il compagno in attesa di una risposta che tardava ad arrivare.

" Volevo vederti."

Il sopracciglio destro di Kaede si sollevò lievemente verso l' alto, descrivendo qualche solco sottile sull' ampia fronte nascosta dalle sue ciocche nere, e disegnando sul suo viso un' espressione interrogativa, quasi incuriosita.

" Perché?"  domandò poi con l' aria più incosciente e sincera del mondo.

 

Perché??!!!

Oh dio…..

Le labbra di Sendo si aprirono in un sorriso dolcemente disperato, e rassegnato.   L' ingenuità di questo ragazzo era disarmante.

E attraente oltre ogni limite….

La lingua passò ancora sulla ferita, con un gesto istintivo. E il dolore non riusciva più a sentirlo.

Il suo cuore perse un colpo, improvvisamente.  Proprio mentre gli occhi tornavano a sfiorare quelle labbra dischiuse.   Vicine.

Un fremito improvviso corse lungo la schiena, liberando anche l' ultima esitazione che si annidava ancora nella mente.

 

-E adesso?…….      -

 

 

     Adesso.


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