Come potete notare
questa volta i ragazzi si sono rifiutati di fare il siparietto con
me^^;;;….da quello che ho capito hanno messo su uno sciopero contro le mie
idee sadiche….chissà cosa vogliono insinuare! (lo sai benissimo!-___-
NdTutti) Come al solito i personaggi di questa fic non appartengono a me ma
al loro rispettivo creatore (siiiighhh peccato!ç_ç)….e di questo, mi sembra
di notare, sono molto contenti!^^;;;
[…..] sono i
dialoghi telepatici di Schu.
Freihet und
gewissen
parte V
di Miyuki
Da quando i Weiss
avevano accettato la missione di proteggere i loro ex-nemici, le cose
avevano cominciato a muoversi nel verso giusto. Erano passati alcuni
giorni e la loro abitazione era stata trasformata in un vero e proprio
centro operativo.
Nel soggiorno erano stati
stesi dei futon in modo che i tre Schwartz potessero riposare più
comodamente ed era stato posizionato un tavolino con sopra un computer
all’ultima avanguardia per Nagi. Ovunque si potevano trovare carte e
documenti riguardanti la Zerstőrung che erano stati raccolti negli anni da
Manx e Birman.
I dossier delle persone
scomparse e reclutate dall’organizzazione erano stati studiati fin nei
minimi dettagli ed erano serviti per individuare le zone più colpite dalla
Zerstőrung e per segnarle su una cartina ingrandita del Giappone che era
appesa al muro. Ormai si potevano contare più di duecento vittime tra la
popolazione giapponese e quasi il doppio tra quella straniera. E tutto
questo rientrava nel giro di circa vent’anni….più si andava in dietro nel
tempo con le ricerche più quella lista sembrava allungarsi.
I Weiss si alternavano
per tenere aperto il negozio mentre facevano ricerche sul campo nella
speranza di ottenere qualche informazione utile a smascherare il covo di
quei criminali e l’individuo che controllava le fila di quei soldatini
senz’anima. Nagi, invece, passava tutto il suo tempo davanti al computer,
aiutato appena possibile da Omi.
Nessuno di loro era
ancora riuscito a mettere piede nella vecchia abitazione degli Schwartz a
causa delle guardie di sorveglianza che erano state poste vicino e dentro
l’edificio dal commissario di polizia. Forse credeva che i colpevoli si
sarebbero fatti vedere nuovamente sul luogo del delitto.
Ken si era appostato ogni
notte sui tetti dei palazzi vicini per osservare la situazione, i turni
delle guardie, quante erano e dove si trovavano. Presto sarebbero entrati in
azione.
Per quanto riguardava
Farfarello e Schuldich, invece, si sentivano un po’ messi da parte. Nessuno
dei due riusciva a sopportare l’idea di non poter fare nulla per rendersi
utile e di dover restare sigillati in casa. Farfarello ovviamente non lo
dava a vedere perché era nella sua natura non mostrare apertamente i propri
sentimenti, la sorpresa era stata Schuldich.
Da lui ci si sarebbe
aspettati una qualche reazione, invece niente. Dopo quel tremendo articolo
letto sul giornale, il ragazzo si era chiuso in sé stesso. Era sempre serio,
cosa impensabile per chi conosceva il rossino, e scuro in volto, parlava
poco e se ne stava spesso seduto a far nulla fissando il vuoto. Ormai i suoi
amici non sapevano più cosa fare per farlo reagire in qualche modo…..non
erano neppure certi che si sarebbe ripreso. Il dolore che aveva provato era
stato troppo grande. Solo volendolo lui stesso avrebbe potuto uscire da quel
baratro senza fondo chiamato disperazione.
Così, anche quel giorno,
scese la sera. I Weiss tornarono come sempre verso l’ora di cena dopo aver
chiuso il negozio. Aya entrò in casa per primo, con la sua solita
espressione seria sul volto ma senza più lanciare commentini sprezzanti ai
loro ospiti. In qualche modo aveva accettato la loro presenza e la
situazione in cui si trovavano e si era autoimposto di non ‘forzare troppo
la sorte’, come aveva detto una volta Farfarello, specialmente con Schuldich.
Il tedesco non era
decisamente nelle condizioni di subire la sua rabbia repressa per quello che
era successo in passato ed ora che era a conoscenza dell’intera storia, non
poteva fare a meno di nutrire una certa simpatia, quasi comprensione, nei
suoi confronti. Ovviamente non lo dava a vedere, ne andava della sua
reputazione.
Subito dopo entrarono Omi
e Youji chiacchierando tranquillamente di qualcosa tutto loro e chiudendosi
la porta alle spalle. Di Ken nessuna traccia.
“Ehi ragazzi! Scusate la
domanda ma dov’è finito Ken?” chiese Manx alzando lo sguardo dalla rivista
che stava leggendo.
“Se né andato un paio di
ore fa dal negozio per andare a controllare una cosa, un informazione credo.
Ha detto che ci raggiungeva a casa…non dovrebbe tardare ancora molto.”
rispose Youji.
“Lo aspettiamo per cenare
oppure no?”
“Mah, io direi di
cominciare! Sto morendo di fame!” e aggiunse in tono suadente “E poi non
vedo l’ora di assaggiare le squisitezze preparate da te!”
“Sempre il solito!”
sospirò la povera ragazza.
“Veramente ho aiutato a
cucinare io” disse improvvisamente Farfarello, smontando subito l’umore del
biondino.
“Ehm….credo di non avere
più tanta fretta di cenare..” e questo scatenò l’ilarità generale, o quasi.
Proprio mentre si parlava
di lui, neanche a farlo apposta, comparve Ken. Il ragazzo spalancò di colpo
la porta d’entrata e si fiondò nell’appartamento con un sorriso soddisfatto
sulle labbra. L’attenzione e la perplessità di tutti era rivolta verso di
lui.
“Buone notizie amici!!
Questa sera possiamo finalmente introdurci in casa degli Schwartz!!”
“Dici sul serio?” chiese
subito Aya, da buon leader.
Allo stesso tempo
un’espressione decisa comparve sul volto di Farfarello, mentre si faceva
scricchiolare sinistramente le dita, e Schuldich uscì dallo stato di
torpore in un cui era immerso ventiquattrore su ventiquattro. Nagi non fece
praticamente caso alla notizia, era presissimo dalle sue ricerche o da
qualsiasi altra cosa stesse facendo al computer. Con le cuffie alle orecchie
e gli occhi incollati allo schermo era capacissimo di dimenticarsi
completamente della presenza di altri esseri viventi nelle vicinanze. Se
qualcuno non andava ad ‘infastidirlo’ di tanto in tanto rischiava di non
mangiare e di non riposarsi neanche cinque minuti.
“Sono serissimo! Sono
andato a gironzolare nei pressi della centrale di polizia per sentire quali
voci circolavano…i poliziotti sono dei gran chiacchieroni……ed ho scoperto
che da questa sera la sorveglianza sull’edificio sarà ridotta! A quanto
sembra il commissario si è arreso all’idea che non si farà vivo nessuno dei
suoi preziosissimi criminali…..ma per sicurezza vuole lasciare qualcuno di
guardia.”
“Una situazione davvero
perfetta! Ci è andata bene! Meno sorveglianza meno problemi!” ammise Youji.
“Allora sta sera ci
introdurremo nell’appartamento! Speriamo che ci abbiano lasciato qualche
indizio….altrimenti siamo da capo…..” disse Aya pensieroso.
“Se non è necessaria la
presenza di tutti, io preferirei rimanere qui a lavorare….mentre Nagi sta
seguendo la traccia delle vittime, cercando di scoprire eventuali
caratteristiche comuni, qualcosa che li renda ‘speciali’ oltre alle loro
doti, io vorrei provare un’altra strada….” intervenne Omi.
“Resta pure. Andremo solo
io, Youji e Ken……”
“…ed ovviamente noi!”
disse improvvisamente Schuldich “Non penserete di certo di lasciarci in
disparte!”
“Non so se sia il caso di
farvi vedere in giro. C’è sempre il rischio che qualcuno vi possa
riconoscere…..ma non vi posso di certo impedire di venire.” rispose il
leader dei Weiss con un’insolita comprensione.
“Bene…”
“Partiremo a mezzanotte
in punto….vediamo di essere pronti e preparati ad ogni eventualità….Ken!”
“L’auto è già pronta in
garage.” rispose il moretto anticipando la domanda “Useremo quella di Manx e
Birman con cui siamo andati a recuperare gli Schwarz…..è comune e non
desterà sospetti….ma per sicurezza ho trovato un posto sicuro dove
parcheggiarla, non molto lontano dal palazzo.”
“Perfetto. Non mi sembra
ci sia altro da discutere quindi andiamo a cena.”
Allo scoccare esatto
della mezzanotte i cinque ragazzi si trovarono già all’interno della
vettura, pronti a partire.
Farfarello era seduto sul
sedile posteriore con Schuldich e Youji. In mano stringeva la sua katana e
la accarezzava ripetutamente con i pollici, quasi cercando di entrare in
sintonia con l’arma. Prima di uscire aveva raccomandato a Nagi di non
restare attaccato al pc tutta la notte, come le due precedenti, perché aveva
bisogno di riposare. Anche se si era ripreso bene, la sua situazione di
salute era ancora incerta e poteva ammalarsi nuovamente se si trascurava.
Nagi, in risposta alla
sua preoccupazione, gli aveva detto, con un sorriso, di non preoccuparsi e
di stare attento. Farfarello non era molto convinto che gli avrebbe dato
retta ma decise di non aggiungere altro.
Schuldich, osservando la
scena, si era lasciato sfuggire un raro sorriso e quando l’irlandese si era
voltato verso di lui ed aveva visto quell’espressione saccente, aveva
sbuffato scocciato. Gli faceva un certo effetto sapere che il rossino era a
conoscenza del suo segreto, sembrava quasi sul punto di prenderlo in giro da
un momento all’altro…..ed allo stesso modo era sorpreso che nessun altro si
fosse accorto del suo particolare interesse per Nagi, specialmente il
diretto interessato.
Ma forse era meglio così.
Schuldich intanto
continuava a fissare fuori dal finestrino con la mente completamente vuota.
Non riusciva a pensare a nulla perché se solo ci avesse provato gli sarebbe
subito tornato in mente il volto di Bradley e sarebbe scoppiato nuovamente
in lacrime. Il suo era un modo come tanti per mantenersi sano e lucido,
almeno fino a quando non avrebbe portato a termine la sua missione. Solo
quando arrivarono a destinazione e la macchina si fermò, ritornò
completamente in sé.
“Ecco ci qua” disse Ken
lasciando il volante e scendendo dalla vettura.
“Casa nostra è ad un solo
isolato da qui” osservò Farfarello.
“Esatto….è meglio se ci
facciamo a piedi il resto del tragitto….se ciò che ho sentito in centrale è
vero, dovrebbero essere rimaste le due guardie all’entrata principale e a
quella di servizio più quella appostata vicino alla porta
dell’appartamento….”
“Io direi di passare dal
retro, mettere ko le due guardie ed entrare. Poi fare la stessa cosa con
quella al piano.” disse Youji.
“Non male come idea….ma
se passiamo dalla cantina possiamo evitare due problemi su tre…..” disse
Schuldich con voce tranquilla.
“Cantina? Non sapevo che
ci fosse una terza entrata all’edificio!” chiese Ken sorpreso.
“E’ questo lo scopo…..se
nessuno sa che esiste nessuno la sorveglia…..non avrete di certo pensato che
dei tipi come noi non avessero una via di fuga in caso di necessità!”
“Ce lo potevi venire a
dire un po’ prima no!?” e poi aggiunse sottovoce “Ed io che mi sono fatto il
culo al freddo per cinque giorni!”
“Tanto era inutilizzabile
comunque! Tu avevi detto che l’intero palazzo era stato transennato e che
parecchi poliziotti ne controllavano il perimetro no? Quindi non avremmo
potuto utilizzarla neanche volendo….ora invece possiamo!”
“Non discutiamo! Facci
vedere questo passaggio segreto così possiamo entrare!” tagliò corto Aya.
Schuldich fece strada al
gruppo di ragazzi, seguito da Farfarello. Camminando nell’ombra senza fare
rumore raggiunsero il fianco del palazzo, fermandosi accanto ad un tombino
nascosto dietro un bidone dell’immondizia. I due Schwartz si chinarono e
tolsero il coperchio in metallo, adagiandolo lì vicino.
“Per di qua” disse il
rossino e senza aspettare risposta cominciò a scendere nelle fognature.
Una volta in fondo
avanzarono per una decina di metri fino a quando trovarono un’altra scaletta
mezza arrugginita e cominciarono a salirvi. Farfarello, per primo questa
volta, tolse la grata sopra le loro teste che bloccava la strada ed uno alla
volta entrarono in una stanza completamente buia.
Youji e Ken accesero due
torce e videro che effettivamente erano nella cantina del palazzo.
“Ora siamo dentro….la
porta della cantina non ha serratura quindi non ci saranno problemi per
aprirla.” disse Schuldich.
Aya fece un cenno di
approvazione con il capo e poi si diressero tutti assieme lungo i corridoi
scarsamente illuminati e silenziosi fino a raggiungere il piano
dell’appartamento degli Schwartz.
Come aveva anticipato Ken
c’era una guardia appostata di fronte all’entrata ma con una cerbottana ed
un dardo imbevuto di sonnifero quella stessa guardia crollò a terra nel giro
di qualche secondo.
Così i cinque ragazzi
giunsero finalmente alla loro metà.
Solo che Schuldich,
nonostante l’entusiasmo e la determinazione iniziale di voler andare con
loro a tutti i costi, stava cominciando a non sentirsi più tanto sicuro. In
un certo senso voleva ma temeva contemporaneamente quello che avrebbe visto
al di là di quella porta. Si sentiva nervoso ed era rimasto inconsciamente
dietro a tutti, mentre si apprestavano ad irrompere nell’appartamento.
Farfarello lo aveva
notato e subito aveva appoggiato una mano sulla sua spalla, facendogli un
cenno d’incoraggiamento con la testa. Il tedesco apprezzò molto il gesto e
cercò di stringere i denti e farsi forza. Era una cosa che doveva fare!
Aya tolse, senza
comprometterli, i sigilli della polizia, che sarebbero stati rimessi come
prima per non rendere nota la loro intrusione, ed aprì la porta rivelando
così il contenuto dell’appartamento. Accesero subito le torce per farsi
luce, non volevano rischiare di accendere l’interruttore e farsi notare.
Schuldich fu attraversato
da un brivido che corse lungo il suo corpo poi, dopo un lungo respiro, seguì
gli altri all’interno.
Lo spettacolo che si
prestò davanti ai loro occhi non era dei migliori. Il soggiorno era
completamente sotto sopra, mobili ed oggetti distrutti o danneggiati….segno
che c’era stata una dura lotta. Sulle pareti si potevano trovare segni di
proiettile e tagli causati da un oggetto affilato….ma la cosa più
agghiacciante era che c’erano tracce di sangue ovunque.
Schizzi sul pavimenti,
sulle pareti, sui mobili.
I due Schwartz fissarono
cupi l’intera scena mentre i Weiss cominciarono a setacciare l’appartamento
in cerca di indizi senza fare commenti….non volevano rendere la situazione
ancora più pensante.
Lentamente anche
Farfarello cominciò a cercare tra i resti della loro abitazione mettendoci
tutto l’impegno possibile. In quel momento nutriva un’incontrollabile rabbia
per coloro che avevano osato profanare l’unico luogo in cui si era sentito
amato ed al sicuro e che avevano ucciso il loro amico. Se solo avesse avuto
uno dei verkűndend tra le mani lo avrebbe squartato pezzo dopo pezzo nel
modo più doloroso e lento possibile.
Schuldich invece se ne
restava immobile al centro della stanza ad osservare attentamente le macchie
di sangue, notando, tra tutte, una scia che proseguiva lungo il corridoio
delle camere. Istintivamente decisa di seguirla e scoprì che portava proprio
alla camera sua e di Bard.
Il suo cuore cominciò a
battere freneticamente. Con mano tremante afferrò la maniglia ed aprì la
porta della stanza.
La scia di sangue
terminava proprio vicino alla parete opposta, in una chiazza decisamente più
grande e vistosa. A terra, poco distante, giaceva una cornice con il vetro
infranto.
Schuldich si inginocchiò
e la raccolse. L’aveva riconosciuta subito. Conteneva la foto sua e di Brad
scattata una domenica pomeriggio al mare, dove il suo compagno aveva deciso
di portarlo per stare un po’ da soli.
Il ragazzo si morse le
labbra per trattenere le lacrime che stavano affiorando assieme ai suoi
ricordi. No….non voleva ricordare….non voleva crollare ora….doveva
resistere…..e ce la fece. Sfilò la foto dalla cornice rotta e se la mise in
tasca. Poi tornò dagli altri.
Quindici minuti dopo i
ragazzi ebbero terminato le loro ricerche….ed i risultati erano stati
decisamente scadenti.
“Dannazione! Non abbiamo
trovate niente di rilevante!” imprecò Youji “O la Zerstőrung non ha lasciato
tracce o la polizia ha fatto davvero un ottimo lavoro per una volta!!”
“Io opterei per la prima
ipotesi” disse Aya con la sua solita espressione controllata anche se sotto
sotto era molto contrariato.
“Cosa facciamo adesso?”
chiese Ken.
“Direi di andarcene….la
guardia si potrebbe svegliare da un momento all’altro.”
Così se ne uscirono
dall’appartamento senza aver ricavato nulla. Rifecero la stessa strada che
avevano seguito prima a ritroso e spuntarono nuovamente nel vicolo a fianco
dell’edificio.
Silenziosamente
cominciarono a dirigersi verso la loro auto quando qualcosa fece bloccare di
colpo Schuldich e Farfarello.
I due cominciarono a
guardarsi attorno sospettosi.
“Che avete? Perché vi
siete fermati?” chiese Aya.
“Sono qui” rispose
Schuldich dopo un attimo.
“E ci stano seguendo”
aggiunse Farfarello.
I Weiss si scambiarono
una rapida occhiata e si prepararono ad agire in caso di necessità.
“Sapete quanti sono?”
chiese Ken, ripensando al suo precedente incontro con quei pazzi.
“Uno…due al
massimo….probabilmente sono stati mandati a sorvegliare la casa per poi fare
rapporto alla base…”
“Se sono davvero così
pochi forse abbiamo la possibilità di catturarne uno ed estorcergli un po’
di informazioni” osservò Aya.
“Non credo che si
sbottoneranno facilmente…..e torturarli non serve a niente….ma tentare non
nuoce. Ho giusto voglia di sgranchirmi un po’ dopo tutta quell’inattività!”
disse Farfarello stringendo saldamente la sua katana con uno sguardo
bellicoso negli occhi “Uno di voi mi segua….lo prenderemo alle spalle….voi
attaccatelo frontalmente!”
Con questo Farfarello
scattò in un vicoletto laterale e fu Youji ad accompagnarlo. Gli altri,
seguendo le indicazioni di Schuldich, tornarono indietro e nel farlo si
scontrarono poco dopo con il loro misterioso inseguitore.
Era un ragazzo molto
giovane, biondo, all’incirca sui 19 anni. Credendo che la sua mente fosse
sufficientemente schermata, aveva deciso di seguirli per vedere dove si
sarebbero diretti e riferire le sue scoperte ai suoi superiori. Purtroppo
non aveva tenuto in considerazione la possibilità di poter essere
rintracciato….gli Schwartz erano molto più abili di quel che si poteva
pensare.
Però non si scompose
minimante quando se li ritrovò davanti. Si fermò semplicemente in mezzo alla
strada a fissarli con la tipica espressione vuota dei verkűndend.
Poco dopo comparvero alle
sue spalle anche Farfarello e Youji. Ora era davvero in trappola ma sapevano
bene che la paura non rientrava più nella lista dei sentimenti di quei
pupazzi.
“Che cosa sei venuto a
fare qui!? Sei da solo o ci sono altri dei tuoi compagni, nascosti da
qualche parte!?” chiese con voce decisa Aya.
“Sono solo e sono stato
incaricato di sorvegliare l’edificio in caso gli Schwartz fossero tornati.”
rispose in tono piatto il ragazzo.
“Come puoi vedere non hai
via di fuga…..ma se deciderai di rispondere alle nostre domande potremmo
evitare di farti del male….vieni con noi senza opporre resistenza!”
Il ragazzo però non si
mosse di un millimetro e continuò a fissare i suoi avversari senza barre
ciglio. Aya fece un cenno a Youiji e questo scagliò uno dei suoi fili contro
il biondino, afferrandogli un braccio ed immobilizzandolo….ma anche lì non
ottennero alcuna reazione.
“Io non parlerò e non
verrò con voi. Non mi è stato concesso di farlo….il mio compito era quello
di sorvegliare e ciò ho fatto…….io ho visto e loro sanno….con questo ho
concluso la mia missione.”
Dopo ciò il ragazzo
strattonò il braccio imprigionato da Youji. Il gesto fu talmente forte ed
improvviso che fece partire di mano il filo al Weiss, finendo per tagliare
la pelle del guanto e ferirgli la mano. Poi alzò le braccia verso la sua
testa.
I due Schwartz
spalancarono gli occhi. Avevano capito quello che stava per fare, ma prima
che potessero reagire, il ragazzo si ruppe l’osso del collo…..crollando
subito a terra privo di vita.
Gli altri tre ragazzi
rimasero allibiti di fronte ad un simile gesto.
“Non ci credo…..l’ha
fatto davvero….” sussurrò Ken.
“Per loro la vita non ha
alcun valore….se gli venisse ordinato di buttarsi da un grattacielo lo
farebbero con la stessa disinvoltura con cui uno qualsiasi di voi
prenderebbe l’autobus….penso che ora abbiate capito perché li chiamiamo
bambole senz’anima. Loro non pensano, non sentono, non capiscono…..agiscono
e basta.” disse Farfarello inserendo di nuovo la katana nel fodero, un po’
deluso per non essere stato lui la causa della morte di quel moccioso. “Era
un pesce piccolo…..per questo è stato mandato da solo. Era sacrificabile.
Però le sue parole mi danno da pensare…‘io ho visto e loro sanno’…..non
poteva essere un Vedente….” (non sapevo come altro chiamarlo lo ammetto!^^;;
NdMiyu)
“No, non gli avrebbero
permesso di morire.….la Vista è una dote troppo rara negli esper….” precisò
Schuldich.
“Di che state parlando?
Cos’è un Vedente?” chiese Youji.
“E’ una persona che è in
grado di inviare in tempo reale ciò che vede ad un'altra persona che si
trova da tutt’altra parte…...anche a centinaia, migliaia di km di distanza.
Sono delle spie praticamente perfette….per questo non lo avrebbero
sacrificato così…..non mi sembri convinto Farfie…”
“No, infatti….ma spero
solo di sbagliarmi…altrimenti la Zerstörung saprebbe che qualcuno ci sta
aiutando…..”
“Che cosa intendi dire?”
intervenne Ken.
“Che forse qualcuno che
possiede davvero la Vista si può essere messo in contatto con la mente di
questo ragazzo ed aver visto l’intera scena attraverso i suoi occhi…ma la
mia è solo un’ipotesi….per fare una cosa del genere questa persona dovrebbe
essere davvero potente ed abile”
“Beh…è inutile pensarci!”
taglio corto Aya “Piuttosto guardiamo se addosso a questo ragazzo troviamo
qualcosa!”
Con questo Ken cominciò a
perquisirlo ma addosso non vi trovò niente. Fu nel girarlo a faccia in giù,
però, che notò qualcosa di particolare. Sul collo, proprio alla base della
nuca, portava uno strano tatuaggio, che era semi nascosto dai capelli.
Raffigurava uno scorpione con un ala di pipistrello.
“Un disegno davvero
bizzarro” disse Youji “Pensate che possa significare qualcosa?”
“Non lo so” disse Aya “Ma
penso che Omi e Nagi ci potranno dare una risposta”
***********************************
Quando il gruppo fece
ritorno a casa erano già le tre di mattina. I Weiss, senza neppure accendere
le luci si diressero automaticamente in camera loro per buttarsi a letto e
dormire. Da lì a poche ore avrebbero dovuto aprire il negozio.
Farfarello e Schuldich
invece entrarono andarono in soggiorno, dove trovarono i tre futon vuoti e
Nagi addormentato sulla tastiera del computer.
L’irlandese scosse la
testa rassegnato. Glielo aveva detto di andare a dormire e di non passare la
notte a lavorare…..ma con lui erano davvero parole buttate al vento. Era un
tale testardo. Perché sprecava ancora tempo a dirgli certe cose se poi
faceva quello che voleva lui?
[Perché lo ami e tieni a
lui!] disse una voce direttamente nella sua testa.
[Schuldich! Per favore
non leggermi nel pensiero senza prima chiedermelo!] ripose il ragazzo
scocciato. Aveva abbassato senza accorgersene le difese della sua mente.
[A che scopo!? Come se
non sapessi già la verità!]
Farfarello si girò verso
il tedesco per fulminarlo con lo sguardo ma questo gli dava le spalla e si
stava già togliendo gli abiti per mettersi a dormire. Chiuse nuovamente i
suoi pensieri al tocco indagatore di Schuldich e decise che la conversazione
terminava lì….gli dava fastidio che si parlasse dei suoi sentimenti. Non
aveva ancora tutta questa confidenza con essi, non era abituato a ‘sentire’
qualcosa ne per se stesso ne per gli altri…..li considerava qualcosa di solo
suo che non voleva ancora condividere con gli altri.
Beh…con Schuldich ne
aveva già parlato qualche tempo fa e, nonostante tutto, le parole
d’incoraggiamento dell’amico gli avevano fatto piacere però non si sentiva
ancora a suo agio a parlarne troppo apertamente.
Lanciò un’ultima occhiata
al rossino, che si stava sdraiando dentro il futon, e poi tornò a fissare
Nagi. Non poteva di certo lasciarlo dormire lì.
Con un sospiro si tolse
la giacca e la gettò sul divano. Poi si avvicinò al ragazzo addormentato e,
cercando di non svegliarlo, gli passò un braccio sotto le gambe ed uno
attorno alla schiena, sollevandolo delicatamente dalla sedia. La sua testa
gli ricadde contro una spalla mentre il suo respiro tranquillo gli
solleticava il collo.
Rimase per un momento
immobile a contemplare il corpo che stringeva tra le braccia. Sembrava così
piccolo e fragile…pronto a frantumarsi al minimo tocco se qualcuno non lo
avesse protetto….eppure come tutti loro ne aveva passate di tante e portava
numerose ferite invisibili ad occhio nudo. Ma ogni volta che lo vedeva così
non poteva evitare di pensarlo.
Alla fine si riscosse e
si diresse verso gli altri due futon, in uno dei queli adagiò Nagi, che si
lasciò sfuggire un sospiro stranamente contrariato. Non voleva lasciare quel
calore che lo faceva sentire così sicuro ed amato, pensò una minuscola
vocina, e quest’improvvisa perdita lo fece lentamente uscire dal mondo dei
sogni.
Farfarello non ci fece
caso e cominciò subito a spogliarsi, lasciando cadere a terra la maglia ed i
pantaloni, prima di indossarne un altro paio che usava per la notte.
“Hnnn.….Farfie......”
Il ragazzo, sentendosi
chiamare, si voltò credendo di trovare Nagi afflitto da qualche incubo che
li riguardava, come era già successo. Invece il morettino si era svegliato e
stava fissando attorno a se con espressione ancora assonnata e stordita.
“Farfie….” sussurrò.
“Sono qui.” rispose
sedendosi sul futon accanto al suo “Scusami, non volevo svagliarti”
“Non importa…..sono
felice di sapere che siete tornati senza problemi….” disse passandosi una
mano sugli occhi “Com’è andata?”
“Non bene come speravamo
ma qualche informazione l’abbiamo ricavata….però ne parliamo domani. Ora
torna a dormire che sei stanco morto!”
“Non posso negarlo questa
volta, eh?” ridacchiò “Sei stato tu a portarmi qui immagino”
“Si”
“Grazie….forse la
prossima volta ti darò retta” sussurrò con sorriso.
“Questa si che sarebbe
una grande novità!” ripose curvando appena le labbra.
“Scemo!” mormorò e poi
continuò “Buona notte Farfie”
“’notte Nagi”
Così il ragazzo si
acciambellò tra le coperte e chiuse gli occhi, in attesa di riaddormentarsi,
mentre Farfarello si stendeva nel proprio futon.
Però, dopo un buon quarto
d’ora, Nagi non era ancora riuscito a prendere sonno. Continuava a rigirarsi
tra le lenzuola, cercando di non disturbare i compagni, alla ricerca di una
posizione migliore ma ciò era inutile. Una strana inquietudine gli
appesantiva il petto e non lo lasciava in pace.
Sapeva da dove derivava…..da
qualcosa a cui non aveva ancora voluto dar voce…..ma che l’aveva
perseguitato per l’intera settimana.
Sospirando si voltò verso
Farfarello, che giaceva di schiena poco lontano da lui, e lo chiamò.
“Farfie…hn…sei sveglio?”
“Si, cosa c’è?” rispose
girandosi a guardare il ragazzo.
Nagi cercò di dire
qualcosa ma non riusciva a trovare le parole adatte mentre il compagno,
vedendo la sua espressione quasi sofferente, cominciò a preoccuparsi.
“Che succede? Ti senti
male?” chiese alzandosi sui gomiti.
“No…sto bene, in un certo
senso….”
“Allora cosa…?”
“Ho paura Farfie”
sussurrò di colpo il moretto, sedendosi e portandosi le ginocchia al petto.
L’irlandese ci mise un
po’ a comprendere ciò che gli era stato detto, perché non era sicuro di aver
sentito giusto, ma poi la sua espressione si raddolcì e si mise anche lui a
sedere.
“Non c’è nulla di cui
vergognarsi” rispose con voce gentile, appoggiandogli una mano sul capo e
cominciando ad accarezzargli i capelli.
“Lo so, è solo che certe
volte non riesco a sopportarlo. Sono così stanco di provare queste cose….ho
avuto paura tutta la mia vita, per una cosa o per l’altra, eppure mi sono
sempre fatto coraggio per tirare avanti. Non importa con quanta forza fossi
scaraventato a terra, continuavo tenacemente a rimettermi in piedi…anche se
molte volte avrei preferito non farlo e rimanere dov’ero.”
Nagi si voltò leggermente
verso Farfarello e lo fissò timidamente, incontrando quella penetrante iride
dorata.
“Tu sai quello che ho
dovuto sopportare e….” respirò a fondo “..se c’è una cosa che quelle
esperienze mi hanno insegnato, è aver paura del dolore….di qualsiasi tipo di
sofferenza…ed ora è arrivata la Zerstörung, il peggiore incubo di un’esper….”
Distolse lo sguardo prima
di continuare.
“Pensare a ciò che mi
potrebbero fare se mi prendessero mi terrorizza a morte…”
“Nagi, queste cose le
stai dicendo alla persona sbagliata. Lo sai che io non posso provare….quel
tipo di dolore…ne l’ho mai provato….”
“Proprio per questo sto
parlando con te…..voglio sapere come ci si sente a non avere paure perché io
vorrei tanto essere come te…..” sussurrò tornando a fissarlo “Ho sempre
invidiato la tua sicurezza, il tuo sangue freddo, la tua determinazione…..sembra
che nulla possa spaventarti ed affronti ogni situazione senza mai tirarti
indietro.”
Il ragazzo alzò
lentamente una mano e la posò sul petto coperto di cicatrici di Farfarello,
che lo ascoltava stupito.
“Non posso di certo dire
di approvare tutto quello che hai fatto, soprattutto a te stesso…” disse con
tristezza mentre faceva scorrere le dita quelle vecchie ferite auto-inflitte
“Ma non posso evitare di invidiarti questa tua capacità….”
Farfarello, dopo un
attimo, sospirò ed afferrò quella mano vagante con la propria, stringendola
in modo rassicurante.
“Non desiderare di essere
diverso da quello che sei Nagi….perché tu sei perfetto così, con tutte
queste imperfezioni.”
Il suo occhio d’orato
incontrò quelli azzurri e cupi del moretto, che però guardava a lui con
speranza e venerazione.
“Il ‘non-sentire’
qualcosa a te può sembrare un vantaggio ma non sempre lo è….per me ora è
molto più difficile convivere con le nuove sensazioni che tu, Schuldich e
Crawford mi avete portato a provare. E’ vero….per me il dolore,
indifferentemente da quello che posso apprendere, non esiste…ma non è vero
che non ho paura.”
Quelle parole sorpresero
enormemente Nagi e l’espressione incredula che gli comparve fece sorridere
divertito Farfarello. Era così buffo in quel momento.
“Non ho paura per me
stesso, compresa la morte non mi spaventa…..ma ho paura per te e Schuldich….non
potrei sopportare di perdervi…” aggiungendo mentalmente un ‘in particolar
modo te’.
Si stava aprendo con Nagi
in un modo assai pericoloso. Se si sbilanciava troppo con le parole poteva
farsi scoprire dal ragazzo e mandare in fumo lo splendido rapporto che aveva
con lui. Però ora lo vedeva davvero fragile ed insicuro….e non poteva
evitare di agire a quel modo.
“Davvero?” chiese il
ragazzo commosso.
“Si”
Lentamente Nagi si
avvicinò a Farfarello ed appoggiò la testa sul suo petto, cercando di non
rannicchiarsi troppo contro di lui, per non passare per un bambino
piagnucoloso. Ma aveva bisogno di un po’ di conforto e quel corpo caldo
aveva un effetto rassicurante su di lui.
Farfarello dopo qualche
istante lo abbracciò, affondando il viso tra i suoi capelli scuri. Era
piacevole stringerlo a sé in quel modo, non avrebbe voluto lasciarlo mai.
“Nagi, se questo ti può
tranquillizzare sappi che non permetterò a nessuno di farti del male. Ti
proteggerò io….a qualunque costo.”
“Grazie”
“Ora vieni, cerchiamo di
dormire un po’. Puoi rimanere qui – indicando il suo futon – se vuoi.”
Il ragazzo fece un
leggero cenno col capo, senza alzare il viso. Allora Farfarello sollevò la
coperta, facendovi entrare Nagi, e poi si distese, tirandolo giù con sé e
tenendolo stretto fino a quando non fu certo che si fu addormentato.
Fine Quinta Parte
Ma quanto sono
cariniiiiiii!!!!ç_________________ç *Miyu commossa in vena di coccole*
Finalmente sono riuscita
ad evolvero un po’ questa situazione! Stava diventando un tormento!
Si lo so, lo so…..i miei
pg sono un po’….vabbè parecchio OOC però non senza ragione!! Non mi venite a
dire che non sono una coppia perfetta quei due!!!>______<
Ok….questo commento
finale non potevo proprio evitarlo….è stato più forte di me….quanto mi piace
questa scena!ç_____ç
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