Come potete notare questa volta i ragazzi si sono rifiutati di fare il siparietto con me^^;;;….da quello che ho capito hanno messo su uno sciopero contro le mie idee sadiche….chissà cosa vogliono insinuare! (lo sai benissimo!-___- NdTutti) Come al solito i personaggi di questa fic non appartengono a me ma al loro rispettivo creatore (siiiighhh peccato!ç_ç)….e di questo, mi sembra di notare, sono molto contenti!^^;;;

 

[…..] sono i dialoghi telepatici di Schu.

 

 


Freihet und gewissen

parte V

di Miyuki


 

Da quando i Weiss avevano accettato la missione di proteggere i loro ex-nemici, le cose avevano cominciato a muoversi nel verso giusto. Erano passati alcuni giorni e la loro abitazione era stata trasformata in un vero e proprio centro operativo.

Nel soggiorno erano stati stesi dei futon in modo che i tre Schwartz potessero riposare più comodamente ed era stato posizionato un tavolino con sopra un computer all’ultima avanguardia per Nagi. Ovunque si potevano trovare carte e documenti riguardanti la Zerstőrung che erano stati raccolti negli anni da Manx e Birman.

I dossier delle persone scomparse e reclutate dall’organizzazione erano stati studiati fin nei minimi dettagli ed erano serviti per individuare le zone più colpite dalla Zerstőrung  e per segnarle su una cartina ingrandita del Giappone che era appesa al muro. Ormai si potevano contare più di duecento vittime tra la popolazione giapponese e quasi il doppio tra quella straniera. E tutto questo rientrava nel giro di circa vent’anni….più si andava in dietro nel tempo con le ricerche più quella lista sembrava allungarsi.

I Weiss si alternavano per tenere aperto il negozio mentre facevano ricerche sul campo nella speranza di ottenere qualche informazione utile a smascherare il covo di quei criminali e l’individuo che controllava le fila di quei soldatini senz’anima. Nagi, invece, passava tutto il suo tempo davanti al computer, aiutato appena possibile da Omi.

Nessuno di loro era ancora riuscito a mettere piede nella vecchia abitazione degli Schwartz a causa delle guardie di sorveglianza che erano state poste vicino e dentro l’edificio dal commissario di polizia. Forse credeva che i colpevoli si sarebbero fatti vedere nuovamente sul luogo del delitto.

Ken si era appostato ogni notte sui tetti dei palazzi vicini per osservare la situazione, i turni delle guardie, quante erano e dove si trovavano. Presto sarebbero entrati in azione.

Per quanto riguardava Farfarello e Schuldich, invece, si sentivano un po’ messi da parte. Nessuno dei due riusciva a sopportare l’idea di non poter fare nulla per rendersi utile e di dover restare sigillati in casa. Farfarello ovviamente non lo dava a vedere perché era nella sua natura non mostrare apertamente i propri sentimenti, la sorpresa era stata Schuldich.

Da lui ci si sarebbe aspettati una qualche reazione, invece niente. Dopo quel tremendo articolo letto sul giornale, il ragazzo si era chiuso in sé stesso. Era sempre serio, cosa impensabile per chi conosceva il rossino, e scuro in volto, parlava poco e se ne stava spesso seduto a far nulla fissando il vuoto. Ormai i suoi amici non sapevano più cosa fare per farlo reagire in qualche modo…..non erano neppure certi che si sarebbe ripreso. Il dolore che aveva provato era stato troppo grande. Solo volendolo lui stesso avrebbe potuto uscire da quel baratro senza fondo chiamato disperazione.

 

Così, anche quel giorno, scese la sera. I Weiss tornarono come sempre verso l’ora di cena dopo aver chiuso il negozio. Aya entrò in casa per primo, con la sua solita espressione seria sul volto ma senza più lanciare commentini sprezzanti ai loro ospiti. In qualche modo aveva accettato la loro presenza e la situazione in cui si trovavano e si era autoimposto di non ‘forzare troppo la sorte’, come aveva detto una volta Farfarello, specialmente con Schuldich.

Il tedesco non era decisamente nelle condizioni di subire la sua rabbia repressa per quello che era successo in passato ed ora che era a conoscenza dell’intera storia, non poteva fare a meno di nutrire una certa simpatia, quasi comprensione, nei suoi confronti. Ovviamente non lo dava a vedere, ne andava della sua reputazione.

Subito dopo entrarono Omi e Youji chiacchierando tranquillamente di qualcosa tutto loro e chiudendosi la porta alle spalle. Di Ken nessuna traccia.

“Ehi ragazzi! Scusate la domanda ma dov’è finito Ken?” chiese Manx alzando lo sguardo dalla rivista che stava leggendo.

“Se né andato un paio di ore fa dal negozio per andare a controllare una cosa, un informazione credo. Ha detto che ci raggiungeva a casa…non dovrebbe tardare ancora molto.” rispose Youji.

“Lo aspettiamo per cenare oppure no?”

“Mah, io direi di cominciare! Sto morendo di fame!” e aggiunse in tono suadente “E poi non vedo l’ora di assaggiare le squisitezze preparate da te!”

“Sempre il solito!” sospirò la povera ragazza.

“Veramente ho aiutato a cucinare io” disse improvvisamente Farfarello, smontando subito l’umore del biondino.

“Ehm….credo di non avere più tanta fretta di cenare..” e questo scatenò l’ilarità generale, o quasi.

Proprio mentre si parlava di lui, neanche a farlo apposta, comparve Ken. Il ragazzo spalancò di colpo la porta d’entrata e si fiondò nell’appartamento con un sorriso soddisfatto sulle labbra. L’attenzione e la perplessità di tutti era rivolta verso di lui.

“Buone notizie amici!! Questa sera possiamo finalmente introdurci in casa degli Schwartz!!”

“Dici sul serio?” chiese subito Aya, da buon leader.

Allo stesso tempo un’espressione decisa comparve sul volto di Farfarello, mentre si faceva scricchiolare  sinistramente le dita, e Schuldich uscì dallo stato di torpore in un cui era immerso ventiquattrore su ventiquattro. Nagi non fece praticamente caso alla notizia, era presissimo dalle sue ricerche o da qualsiasi altra cosa stesse facendo al computer. Con le cuffie alle orecchie e gli occhi incollati allo schermo era capacissimo di dimenticarsi completamente della presenza di altri esseri viventi nelle vicinanze. Se qualcuno non andava ad ‘infastidirlo’ di tanto in tanto rischiava di non mangiare e di non riposarsi neanche cinque minuti.

“Sono serissimo! Sono andato a gironzolare nei pressi della centrale di polizia per sentire quali voci circolavano…i poliziotti sono dei gran chiacchieroni……ed ho scoperto che da questa sera la sorveglianza sull’edificio sarà ridotta! A quanto sembra il commissario si è arreso all’idea che non si farà vivo nessuno dei suoi preziosissimi criminali…..ma per sicurezza vuole lasciare qualcuno di guardia.”

“Una situazione davvero perfetta! Ci è andata bene! Meno sorveglianza meno problemi!” ammise Youji.

“Allora sta sera ci introdurremo nell’appartamento! Speriamo che ci abbiano lasciato qualche indizio….altrimenti siamo da capo…..” disse Aya pensieroso.

“Se non è necessaria la presenza di tutti, io preferirei rimanere qui a lavorare….mentre Nagi sta seguendo la traccia delle vittime, cercando di scoprire eventuali caratteristiche comuni, qualcosa che li renda ‘speciali’ oltre alle loro doti, io vorrei provare un’altra strada….” intervenne Omi.

“Resta pure. Andremo solo io, Youji e Ken……”

“…ed ovviamente noi!” disse improvvisamente Schuldich “Non penserete di certo di lasciarci in disparte!”

“Non so se sia il caso di farvi vedere in giro. C’è sempre il rischio che qualcuno vi possa riconoscere…..ma non vi posso di certo impedire di venire.” rispose il leader dei Weiss con un’insolita comprensione.

“Bene…”

“Partiremo a mezzanotte in punto….vediamo di essere pronti e preparati ad ogni eventualità….Ken!”

“L’auto è già pronta in garage.” rispose il moretto anticipando la domanda “Useremo quella di Manx e Birman con cui siamo andati a recuperare gli Schwarz…..è comune e non desterà sospetti….ma per sicurezza ho trovato un posto sicuro dove parcheggiarla, non molto lontano dal palazzo.”

“Perfetto. Non mi sembra ci sia altro da discutere quindi andiamo a cena.”

 

Allo scoccare esatto della mezzanotte i cinque ragazzi si trovarono già all’interno della vettura, pronti a partire.

Farfarello era seduto sul sedile posteriore con Schuldich e Youji. In mano stringeva la sua katana e la accarezzava ripetutamente con i pollici, quasi cercando di entrare in sintonia con l’arma. Prima di uscire aveva raccomandato a Nagi di non restare attaccato al pc tutta la notte, come le due precedenti, perché aveva bisogno di riposare. Anche se si era ripreso bene, la sua situazione di salute era ancora incerta e poteva ammalarsi nuovamente se si trascurava.

Nagi, in risposta alla sua preoccupazione, gli aveva detto, con un sorriso, di non preoccuparsi e di stare attento. Farfarello non era molto convinto che gli avrebbe dato retta ma decise di non aggiungere altro.

Schuldich, osservando la scena, si era lasciato sfuggire un raro sorriso e quando l’irlandese si era voltato verso di lui ed aveva visto quell’espressione saccente, aveva sbuffato scocciato. Gli faceva un certo effetto sapere che il rossino era a conoscenza del suo segreto, sembrava quasi sul punto di prenderlo in giro da un momento all’altro…..ed allo stesso modo era sorpreso che nessun altro si fosse accorto del suo particolare interesse per Nagi, specialmente il diretto interessato.

Ma forse era meglio così.

Schuldich intanto continuava a fissare fuori dal finestrino con la mente completamente vuota. Non riusciva a pensare a nulla perché se solo ci avesse provato gli sarebbe subito tornato in mente il volto di Bradley e sarebbe scoppiato nuovamente in lacrime. Il suo era un modo come tanti per mantenersi sano e lucido, almeno fino a quando non avrebbe portato a termine la sua missione. Solo quando arrivarono a destinazione e la macchina si fermò, ritornò completamente in sé.

“Ecco ci qua” disse Ken lasciando il volante e scendendo dalla vettura.

“Casa nostra è ad un solo isolato da qui” osservò Farfarello.

“Esatto….è meglio se ci facciamo a piedi il resto del tragitto….se ciò che ho sentito in centrale è vero, dovrebbero essere rimaste le due guardie all’entrata principale e a quella di servizio più quella appostata vicino alla porta dell’appartamento….”

“Io direi di passare dal retro, mettere ko le due guardie ed entrare. Poi fare la stessa cosa con quella al piano.” disse Youji.

“Non male come idea….ma se passiamo dalla cantina possiamo evitare due problemi su tre…..” disse Schuldich con voce tranquilla.

“Cantina? Non sapevo che ci fosse una terza entrata all’edificio!” chiese Ken sorpreso.

“E’ questo lo scopo…..se nessuno sa che esiste nessuno la sorveglia…..non avrete di certo pensato che dei tipi come noi non avessero una via di fuga in caso di necessità!”

“Ce lo potevi venire a dire un po’ prima no!?” e poi aggiunse sottovoce “Ed io che mi sono fatto il culo al freddo per cinque giorni!”

“Tanto era inutilizzabile comunque! Tu avevi detto che l’intero palazzo era stato transennato e che parecchi poliziotti ne controllavano il perimetro no? Quindi non avremmo potuto utilizzarla neanche volendo….ora invece possiamo!”

“Non discutiamo! Facci vedere questo passaggio segreto così possiamo entrare!” tagliò corto Aya.

Schuldich fece strada al gruppo di ragazzi, seguito da Farfarello. Camminando nell’ombra senza fare rumore raggiunsero il fianco del palazzo, fermandosi accanto ad un tombino nascosto dietro un bidone dell’immondizia. I due Schwartz si chinarono e tolsero il coperchio in metallo, adagiandolo lì vicino.

“Per di qua” disse il rossino e senza aspettare risposta cominciò a scendere nelle fognature.

Una volta in fondo avanzarono per una decina di metri fino a quando trovarono un’altra scaletta mezza arrugginita e cominciarono a salirvi. Farfarello, per primo questa volta, tolse la grata sopra le loro teste che bloccava la strada ed uno alla volta entrarono in una stanza completamente buia.

Youji e Ken accesero due torce e videro che effettivamente erano nella cantina del palazzo.

“Ora siamo dentro….la porta della cantina non ha serratura quindi non ci saranno problemi per aprirla.” disse Schuldich.

Aya fece un cenno di approvazione con il capo e poi si diressero tutti assieme lungo i corridoi scarsamente illuminati e silenziosi fino a raggiungere il piano dell’appartamento degli Schwartz.

Come aveva anticipato Ken c’era una guardia appostata di fronte all’entrata ma con una cerbottana ed un dardo imbevuto di sonnifero quella stessa guardia crollò a terra nel giro di qualche secondo.

Così i cinque ragazzi giunsero finalmente alla loro metà.

Solo che Schuldich, nonostante l’entusiasmo e la determinazione iniziale di voler andare con loro a tutti i costi, stava cominciando a non sentirsi più tanto sicuro. In un certo senso voleva ma temeva contemporaneamente quello che avrebbe visto al di là di quella porta. Si sentiva nervoso ed era rimasto inconsciamente dietro a tutti, mentre si apprestavano ad irrompere nell’appartamento.

Farfarello lo aveva notato e subito aveva appoggiato una mano sulla sua spalla, facendogli un cenno d’incoraggiamento con la testa. Il tedesco apprezzò molto il gesto e cercò di stringere i denti e farsi forza. Era una cosa che doveva fare!

Aya tolse, senza comprometterli, i sigilli della polizia, che sarebbero stati rimessi come prima per non rendere nota la loro intrusione, ed aprì la porta rivelando così il contenuto dell’appartamento. Accesero subito le torce per farsi luce, non volevano rischiare di accendere l’interruttore e farsi notare.

Schuldich fu attraversato da un brivido che corse lungo il suo corpo poi, dopo un lungo respiro, seguì gli altri all’interno.

Lo spettacolo che si prestò davanti ai loro occhi non era dei migliori. Il soggiorno era completamente sotto sopra, mobili ed oggetti distrutti o danneggiati….segno che c’era stata una dura lotta. Sulle pareti si potevano trovare segni di proiettile e tagli causati da un oggetto affilato….ma la cosa più agghiacciante era che c’erano tracce di sangue ovunque.

Schizzi sul pavimenti, sulle pareti, sui mobili.

I due Schwartz fissarono cupi l’intera scena mentre i Weiss cominciarono a setacciare l’appartamento in cerca di indizi senza fare commenti….non volevano rendere la situazione ancora più pensante.

Lentamente anche Farfarello cominciò a cercare tra i resti della loro abitazione mettendoci tutto l’impegno possibile. In quel momento nutriva un’incontrollabile rabbia per coloro che avevano osato profanare l’unico luogo in cui si era sentito amato ed al sicuro e che avevano ucciso il loro amico. Se solo avesse avuto uno dei verkűndend tra le mani lo avrebbe squartato pezzo dopo pezzo nel modo più doloroso e lento possibile.

Schuldich invece se ne restava immobile al centro della stanza ad osservare attentamente le macchie di sangue, notando, tra tutte, una scia che proseguiva lungo il corridoio delle camere. Istintivamente decisa di seguirla e scoprì che portava proprio alla camera sua e di Bard.

Il suo cuore cominciò a battere freneticamente. Con mano tremante afferrò la maniglia ed aprì la porta della stanza.

La scia di sangue terminava proprio vicino alla parete opposta, in una chiazza decisamente più grande e vistosa. A terra, poco distante, giaceva una cornice con il vetro infranto.

Schuldich si inginocchiò e la raccolse. L’aveva riconosciuta subito. Conteneva la foto sua e di Brad scattata una domenica pomeriggio al mare, dove il suo compagno aveva deciso di portarlo per stare un po’ da soli.

Il ragazzo si morse le labbra per trattenere le lacrime che stavano affiorando assieme ai suoi ricordi. No….non voleva ricordare….non voleva crollare ora….doveva resistere…..e ce la fece. Sfilò la foto dalla cornice rotta e se la mise in tasca. Poi tornò dagli altri.

 

Quindici minuti dopo i ragazzi ebbero terminato le loro ricerche….ed i risultati erano stati decisamente scadenti.

“Dannazione! Non abbiamo trovate niente di rilevante!” imprecò Youji “O la Zerstőrung non ha lasciato tracce o la polizia ha fatto davvero un ottimo lavoro per una volta!!”

“Io opterei per la prima ipotesi” disse Aya con la sua solita espressione controllata anche se sotto sotto era molto contrariato.

“Cosa facciamo adesso?” chiese Ken.

“Direi di andarcene….la guardia si potrebbe svegliare da un momento all’altro.”

Così se ne uscirono dall’appartamento senza aver ricavato nulla. Rifecero la stessa strada che avevano seguito prima a ritroso e spuntarono nuovamente nel vicolo a fianco dell’edificio.

Silenziosamente cominciarono a dirigersi verso la loro auto quando qualcosa fece bloccare di colpo Schuldich e Farfarello.

I due cominciarono a guardarsi attorno sospettosi.

“Che avete? Perché vi siete fermati?” chiese Aya.

“Sono qui” rispose Schuldich dopo un attimo.

“E ci stano seguendo” aggiunse Farfarello.

I Weiss si scambiarono una rapida occhiata e si prepararono ad agire in caso di necessità.

“Sapete quanti sono?” chiese Ken, ripensando al suo precedente incontro con quei pazzi.

“Uno…due al massimo….probabilmente sono stati mandati a sorvegliare la casa per poi fare rapporto alla base…”

“Se sono davvero così pochi forse abbiamo la possibilità di catturarne uno ed estorcergli un po’ di informazioni” osservò Aya.

“Non credo che si sbottoneranno facilmente…..e torturarli non serve a niente….ma tentare non nuoce. Ho giusto voglia di sgranchirmi un po’ dopo tutta quell’inattività!” disse Farfarello stringendo saldamente la sua katana con uno sguardo bellicoso negli occhi “Uno di voi mi segua….lo prenderemo alle spalle….voi attaccatelo frontalmente!”

Con questo Farfarello scattò in un vicoletto laterale e fu Youji ad accompagnarlo. Gli altri, seguendo le indicazioni di Schuldich, tornarono indietro e nel farlo si scontrarono poco dopo con il loro misterioso inseguitore.

Era un ragazzo molto giovane, biondo, all’incirca sui 19 anni. Credendo che la sua mente fosse sufficientemente schermata, aveva deciso di seguirli per vedere dove si sarebbero diretti e riferire le sue scoperte ai suoi superiori. Purtroppo non aveva tenuto in considerazione la possibilità di poter essere rintracciato….gli Schwartz erano molto più abili di quel che si poteva pensare.

Però non si scompose minimante quando se li ritrovò davanti. Si fermò semplicemente in mezzo alla strada a fissarli con la tipica espressione vuota dei verkűndend.

Poco dopo comparvero alle sue spalle anche Farfarello e Youji. Ora era davvero in trappola ma sapevano bene che la paura non rientrava più nella lista dei sentimenti di quei pupazzi.

“Che cosa sei venuto a fare qui!? Sei da solo o ci sono altri dei tuoi compagni, nascosti da qualche parte!?” chiese con voce decisa Aya.

“Sono solo e sono stato incaricato di sorvegliare l’edificio in caso gli Schwartz fossero tornati.” rispose in tono piatto il ragazzo.

“Come puoi vedere non hai via di fuga…..ma se deciderai di rispondere alle nostre domande potremmo evitare di farti del male….vieni con noi senza opporre resistenza!”

Il ragazzo però non si mosse di un millimetro e continuò a fissare i suoi avversari senza barre ciglio. Aya fece un cenno a Youiji e questo scagliò uno dei suoi fili contro il biondino, afferrandogli un braccio ed immobilizzandolo….ma anche lì non ottennero alcuna reazione.

“Io non parlerò e non verrò con voi. Non mi è stato concesso di farlo….il mio compito era quello di sorvegliare e ciò ho fatto…….io ho visto e loro sanno….con questo ho concluso la mia missione.”

Dopo ciò il ragazzo strattonò il braccio imprigionato da Youji. Il gesto fu talmente forte ed improvviso che fece partire di mano il filo al Weiss, finendo per tagliare la pelle del guanto e ferirgli la mano. Poi alzò le braccia verso la sua testa.

I due Schwartz spalancarono gli occhi. Avevano capito quello che stava per fare, ma prima che potessero reagire, il ragazzo si ruppe l’osso del collo…..crollando subito a terra privo di vita.

Gli altri tre ragazzi rimasero allibiti di fronte ad un simile gesto.

“Non ci credo…..l’ha fatto davvero….” sussurrò Ken.

“Per loro la vita non ha alcun valore….se gli venisse ordinato di buttarsi da un grattacielo lo farebbero con la stessa disinvoltura con cui uno qualsiasi di voi prenderebbe l’autobus….penso che ora abbiate capito perché li chiamiamo bambole senz’anima. Loro non pensano, non sentono, non capiscono…..agiscono e basta.” disse Farfarello inserendo di nuovo la katana nel fodero, un po’ deluso per non essere stato lui la causa della morte di quel moccioso. “Era un pesce piccolo…..per questo è stato mandato da solo. Era sacrificabile. Però le sue parole mi danno da pensare…‘io ho visto e loro sanno’…..non poteva essere un Vedente….” (non sapevo come altro chiamarlo lo ammetto!^^;; NdMiyu)

“No, non gli avrebbero permesso di morire.….la Vista è una dote troppo rara negli esper….” precisò Schuldich.

“Di che state parlando? Cos’è un Vedente?” chiese Youji.

“E’ una persona che è in grado di inviare in tempo reale ciò che vede ad un'altra persona che si trova da tutt’altra parte…...anche a centinaia, migliaia di km di distanza. Sono delle spie praticamente perfette….per questo non lo avrebbero sacrificato così…..non mi sembri convinto Farfie…”

“No, infatti….ma spero solo di sbagliarmi…altrimenti la Zerstörung saprebbe che qualcuno ci sta aiutando…..”

“Che cosa intendi dire?” intervenne Ken.

“Che forse qualcuno che possiede davvero la Vista si può essere messo in contatto con la mente di questo ragazzo ed aver visto l’intera scena attraverso i suoi occhi…ma la mia è solo un’ipotesi….per fare una cosa del genere questa persona dovrebbe essere davvero potente ed abile”

“Beh…è inutile pensarci!” taglio corto Aya “Piuttosto guardiamo se addosso a questo ragazzo troviamo qualcosa!”

Con questo Ken cominciò a perquisirlo ma addosso non vi trovò niente. Fu nel girarlo a faccia in giù, però, che notò qualcosa di particolare. Sul collo, proprio alla base della nuca, portava uno strano tatuaggio, che era semi nascosto dai capelli. Raffigurava uno scorpione con un ala di pipistrello.

“Un disegno davvero bizzarro” disse Youji “Pensate che possa significare qualcosa?”

“Non lo so” disse Aya “Ma penso che Omi e Nagi ci potranno dare una risposta”

 

***********************************

 

Quando il gruppo fece ritorno a casa erano già le tre di mattina. I Weiss, senza neppure accendere le luci si diressero automaticamente in camera loro per buttarsi a letto e dormire. Da lì a poche ore avrebbero dovuto aprire il negozio.

Farfarello e Schuldich invece entrarono andarono in soggiorno, dove trovarono i tre futon vuoti e Nagi addormentato sulla tastiera del computer.

L’irlandese scosse la testa rassegnato. Glielo aveva detto di andare a dormire e di non passare la notte a lavorare…..ma con lui erano davvero parole buttate al vento. Era un tale testardo. Perché sprecava ancora tempo a dirgli certe cose se poi faceva quello che voleva lui?

[Perché lo ami e tieni a lui!] disse una voce direttamente nella sua testa.

[Schuldich! Per favore non leggermi nel pensiero senza prima chiedermelo!] ripose il ragazzo scocciato. Aveva abbassato senza accorgersene le difese della sua mente.

[A che scopo!? Come se non sapessi già la verità!]

Farfarello si girò verso il tedesco per fulminarlo con lo sguardo ma questo gli dava le spalla e si stava già togliendo gli abiti per mettersi a dormire. Chiuse nuovamente i suoi pensieri al tocco indagatore di Schuldich e decise che la conversazione terminava lì….gli dava fastidio che si parlasse dei suoi sentimenti. Non aveva ancora tutta questa confidenza con essi, non era abituato a ‘sentire’ qualcosa ne per se stesso ne per gli altri…..li considerava qualcosa di solo suo che non voleva ancora condividere con gli altri.

Beh…con Schuldich ne aveva già parlato qualche tempo fa e, nonostante tutto, le parole d’incoraggiamento dell’amico gli avevano fatto piacere però non si sentiva ancora a suo agio a parlarne troppo apertamente.

Lanciò un’ultima occhiata al rossino, che si stava sdraiando dentro il futon, e poi tornò a fissare Nagi. Non poteva di certo lasciarlo dormire lì.

Con un sospiro si tolse la giacca e la gettò sul divano. Poi si avvicinò al ragazzo addormentato e, cercando di non svegliarlo, gli passò un braccio sotto le gambe ed uno attorno alla schiena, sollevandolo delicatamente dalla sedia. La sua testa gli ricadde contro una spalla mentre il suo respiro tranquillo gli solleticava il collo.

Rimase per un momento immobile a contemplare il corpo che stringeva tra le braccia. Sembrava così piccolo e fragile…pronto a frantumarsi al minimo tocco se qualcuno non lo avesse protetto….eppure come tutti loro ne aveva passate di tante e portava numerose ferite invisibili ad occhio nudo. Ma ogni volta che lo vedeva così non poteva evitare di pensarlo.

Alla fine si riscosse e si diresse verso gli altri due futon, in uno dei queli adagiò Nagi, che si lasciò sfuggire un sospiro stranamente contrariato. Non voleva lasciare quel calore che lo faceva sentire così sicuro ed amato, pensò una minuscola vocina, e quest’improvvisa perdita lo fece lentamente uscire dal mondo dei sogni.

Farfarello non ci fece caso e cominciò subito a spogliarsi, lasciando cadere a terra la maglia ed i pantaloni, prima di indossarne un altro paio che usava per la notte.

“Hnnn.….Farfie......”

Il ragazzo, sentendosi chiamare, si voltò credendo di trovare Nagi afflitto da qualche incubo che li riguardava, come era già successo. Invece il morettino si era svegliato e stava fissando attorno a se con espressione ancora assonnata e stordita.

“Farfie….” sussurrò.

“Sono qui.” rispose sedendosi sul futon accanto al suo “Scusami, non volevo svagliarti”

“Non importa…..sono felice di sapere che siete tornati senza problemi….” disse passandosi una mano sugli occhi “Com’è andata?”

“Non bene come speravamo ma qualche informazione l’abbiamo ricavata….però ne parliamo domani. Ora torna a dormire che sei stanco morto!”

“Non posso negarlo questa volta, eh?” ridacchiò “Sei stato tu a portarmi qui immagino”

“Si”

“Grazie….forse la prossima volta ti darò retta” sussurrò con sorriso.

“Questa si che sarebbe una grande novità!” ripose curvando appena le labbra.

“Scemo!” mormorò e poi continuò “Buona notte Farfie”

“’notte Nagi”

Così il ragazzo si acciambellò tra le coperte e chiuse gli occhi, in attesa di riaddormentarsi, mentre Farfarello si stendeva nel proprio futon.

Però, dopo un buon quarto d’ora, Nagi non era ancora riuscito a prendere sonno. Continuava a rigirarsi tra le lenzuola, cercando di non disturbare i compagni, alla ricerca di una posizione migliore ma ciò era inutile. Una strana inquietudine gli appesantiva il petto e non lo lasciava in pace.

Sapeva da dove derivava…..da qualcosa a cui non aveva ancora voluto dar voce…..ma che l’aveva perseguitato per l’intera settimana.

Sospirando si voltò verso Farfarello, che giaceva di schiena poco lontano da lui, e lo chiamò.

“Farfie…hn…sei sveglio?”

“Si, cosa c’è?” rispose girandosi a guardare il ragazzo.

Nagi cercò di dire qualcosa ma non riusciva a trovare le parole adatte mentre il compagno, vedendo la sua espressione quasi sofferente, cominciò a preoccuparsi.

“Che succede? Ti senti male?” chiese alzandosi sui gomiti.

“No…sto bene, in un certo senso….”

“Allora cosa…?”

“Ho paura Farfie” sussurrò di colpo il moretto, sedendosi e portandosi le ginocchia al petto.

L’irlandese ci mise un po’ a comprendere ciò che gli era stato detto, perché non era sicuro di aver sentito giusto, ma poi la sua espressione si raddolcì e si mise anche lui a sedere.

“Non c’è nulla di cui vergognarsi” rispose con voce gentile, appoggiandogli una mano sul capo e cominciando ad accarezzargli i capelli.

“Lo so, è solo che certe volte non riesco a sopportarlo. Sono così stanco di provare queste cose….ho avuto paura tutta la mia vita, per una cosa o per l’altra, eppure mi sono sempre fatto coraggio per tirare avanti. Non importa con quanta forza fossi scaraventato a terra, continuavo tenacemente a rimettermi in piedi…anche se molte volte avrei preferito non farlo e rimanere dov’ero.”

Nagi si voltò leggermente verso Farfarello e lo fissò timidamente, incontrando quella penetrante iride dorata.

“Tu sai quello che ho dovuto sopportare e….” respirò a fondo “..se c’è una cosa che quelle esperienze mi hanno insegnato, è aver paura del dolore….di qualsiasi tipo di sofferenza…ed ora è arrivata la Zerstörung, il peggiore incubo di un’esper….”

Distolse lo sguardo prima di continuare.

“Pensare a ciò che mi potrebbero fare se mi prendessero mi terrorizza a morte…”

“Nagi, queste cose le stai dicendo alla persona sbagliata. Lo sai che io non posso provare….quel tipo di dolore…ne l’ho mai provato….”

“Proprio per questo sto parlando con te…..voglio sapere come ci si sente a non avere paure perché io vorrei tanto essere come te…..” sussurrò tornando a fissarlo “Ho sempre invidiato la tua sicurezza, il tuo sangue freddo, la tua determinazione…..sembra che nulla possa spaventarti ed affronti ogni situazione senza mai tirarti indietro.”

Il ragazzo alzò lentamente una mano e la posò sul petto coperto di cicatrici di Farfarello, che lo ascoltava stupito.

“Non posso di certo dire di approvare tutto quello che hai fatto, soprattutto a te stesso…” disse con tristezza mentre faceva scorrere le dita quelle vecchie ferite auto-inflitte “Ma non posso evitare di invidiarti questa tua capacità….”

Farfarello, dopo un attimo, sospirò ed afferrò quella mano vagante con la propria, stringendola in modo rassicurante.

“Non desiderare di essere diverso da quello che sei Nagi….perché tu sei perfetto così, con tutte queste imperfezioni.”

Il suo occhio d’orato incontrò quelli azzurri e cupi del moretto, che però guardava a lui con speranza e venerazione.

“Il ‘non-sentire’ qualcosa a te può sembrare un vantaggio ma non sempre lo è….per me ora è molto più difficile convivere con le nuove sensazioni che tu, Schuldich e Crawford mi avete portato a provare. E’ vero….per me il dolore, indifferentemente da quello che posso apprendere, non esiste…ma non è vero che non ho paura.”

Quelle parole sorpresero enormemente Nagi e l’espressione incredula che gli comparve fece sorridere divertito Farfarello. Era così buffo in quel momento.

“Non ho paura per me stesso, compresa la morte non mi spaventa…..ma ho paura per te e Schuldich….non potrei sopportare di perdervi…” aggiungendo mentalmente un ‘in particolar modo te’.

Si stava aprendo con Nagi in un modo assai pericoloso. Se si sbilanciava troppo con le parole poteva farsi scoprire dal ragazzo e mandare in fumo lo splendido rapporto che aveva con lui. Però ora lo vedeva davvero fragile ed insicuro….e non poteva evitare di agire a quel modo.

“Davvero?” chiese il ragazzo commosso.

“Si”

Lentamente Nagi si avvicinò a Farfarello ed appoggiò la testa sul suo petto, cercando di non rannicchiarsi troppo contro di lui, per non passare per un bambino piagnucoloso. Ma aveva bisogno di un po’ di conforto e quel corpo caldo aveva un effetto rassicurante su di lui.

Farfarello dopo qualche istante lo abbracciò, affondando il viso tra i suoi capelli scuri. Era piacevole stringerlo a sé in quel modo, non avrebbe voluto lasciarlo mai.

“Nagi, se questo ti può tranquillizzare sappi che non permetterò a nessuno di farti del male. Ti proteggerò io….a qualunque costo.”

“Grazie”

“Ora vieni, cerchiamo di dormire un po’. Puoi rimanere qui – indicando il suo futon – se vuoi.”

Il ragazzo fece un leggero cenno col capo, senza alzare il viso. Allora Farfarello sollevò la coperta, facendovi entrare Nagi, e poi si distese, tirandolo giù con sé e tenendolo stretto fino a quando non fu certo che si fu addormentato.

 

 

Fine Quinta Parte

 

 

Ma quanto sono cariniiiiiii!!!!ç_________________ç  *Miyu commossa in vena di coccole*

Finalmente sono riuscita ad evolvero un po’ questa situazione! Stava diventando un tormento!

Si lo so, lo so…..i miei pg sono un po’….vabbè parecchio OOC però non senza ragione!! Non mi venite a dire che non sono una coppia perfetta quei due!!!>______<

Ok….questo commento finale non potevo proprio evitarlo….è stato più forte di me….quanto mi piace questa scena!ç_____ç

 




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