Disclaimer: personaggi e storia di Amy e Benten il personaggio di John/Jack
è gestito da Benten mentre Flea/Lo sfregiato è di Amy


Freeze! Fire!

di Amy e Benten

Parte: 2/?


Si svegliò tutto sudato e tremante nel letto, Fuori la pioggia scrosciava, e ogni tanto qualche tuono spezzava il silenzio pesante e opprimente nella stanza di Jack.
Aveva fatto uno strano sogno, che lo aveva lasciato stupefatto, allibito e decisamente eccitato. Protagonista di quell'onirico racconto era una sua certa conoscenza, colui con cui avrebbe dovuto lavorare a stretto contatto, in poche parole...Flea.
La cosa strana era che aveva sognato di andare aletto con il suo collega, e la cosa che più lo spaventava era quello che aveva sognato di fargli...e nella sua mente un unico pensiero continuava a girare: Perché
Flea...Perché quell'uomo gli portava alla mente ricordi e sensazioni che avrebbe voluto dimenticare?
Si vestì cercando di non dar troppa importanza a quei pensieri, indossò il completo gessato nero e scese al bar all'angolo per bere il caffè. 
Due ore ancora e la nuova missione avrebbe avuto inizio.

--------------------------

Flea si aggirava nelle prime brume del mattino come un'ombra.
Aveva passato tutta la notte a perfezionare il piano di Doc, non tanto per scrupolo quanto per riportarsi tutti la pelle a casa.
La prima volta che gliene aveva parlato un lungo brivido lo aveva percorso.
Doc aveva un piano che faceva acqua da tutte le parti "Eppure qualcosa non mi torna" sussurrò ripensando alla furbizia del braccio destro del boss. Non era uno stupido, ne tanto meno uno sprovveduto se era riuscito ad arrivare a ricoprire quella carica, eppure li stava per mandare in una missione suicida, che sembrava progettata da uno come Vito. 
Si infilò nel primo bar che incontrò lungo il percorso. Non voleva andare al bar del covo, voleva solo pensare in santa pace. 
Con un solo sguardo abbracciò tutto il locale. *oh* fu l'unica esclamazione mentale che si permise quando i suoi occhi incontrarono quelli di John.
Gli si avvicinò con passo sostenuto.
"Buon giorno"

-----------------

Quasi si rovesciava il caffè addosso. La voce di Flea alle sue spalle, lo aveva come al solito fatto cadere dal mondo irreale in cui la sua mente vagava.
Col solito sarcasmo rispose "Buongiorno Collega" accentuando leggermente la parola collega, e tornando a concentrarsi, per quanto gli fosse possibile sulla tazza davanti a se.
"Allora che ordini ha dato il boss per la missione?" cercò un argomento di conversazione per interrompere il silenzio imbarazzante che era sceso tra loro.
Ma anche per evitare che le immagini del suo sogno gli tornassero alla mente, mettendolo così in una situazione che sarebbe stata molto imbarazzante.

------------------------------

Flea gli passò un foglietto scritto con una calligrafia secca e elegante.
Johnny rilesse il foglio un paio di volte per accertarsi di averlo capito alla perfezione, poi glielo ridiede senza commentare.
I loro caffè arrivarono contemporaneamente portati da un cameriere con degli enormi mustacchi.
Entrambi si rinchiusero nei loro pensieri, con gli sguardi fissi nella nuvola dall'odore acre che si elevava dalle tazzine, disperdendosi in quell'ambiente freddo e semibuio. Un senso di vuoto si agitava alla base dello sterno come una mano gelida che volesse posarsi sulle sue costole e poi stritolarle, ma Flea era abituato a quella sensazione sgradevole.
Nonostante ciò non poté non rabbrividire. Aveva una brutta sensazione.
Sollevò lo sguardo per incontrare quello involontariamente interrogativo di Johnny.
"Credo che Doc ci voglia fottere" 

------------------------

Aveva letto con attenzione il foglio che Flea gli aveva passato, la calligrafia chiara e precisa di Doc illustrava quello che sembrava essere il manuale del perfetto suicida.
Per qualche motivo Doc li voleva morti, forse temeva che prima o poi uno di loro gli avrebbe soffiato il posto di braccio destro del capo.
Comunque urgeva che loro due cercassero un piano alternativo alla missione se volevano salvare la pelle.
Si rivolse al moro chiedendo: " Che facciamo Grande capo?"
Non sia mai che abbandonasse la sua solita strafottenza.
Mai scoprirsi troppo.

------------------------

Flea piegò la bocca in un aborto di sorriso compiaciuto e ironico, mentre cercava una posizione migliore sulla sedia.
"Per ora lo sappiamo solo io, te e Roy. Gli altri si rifiutano di sentire..." fece un gesto della mano al cameriere che chiedeva loro se
desiderassero altro.
Il foglietto stropicciato prese il posto di quello di Doc.
"Prego.." incrociò le braccia sul petto attendendo un responso.

-----------------------

Lesse per bene il piano di Flea, Non male dovette ammettere, ma qualche piccolo ritocco non avrebbe certo guastato.
Ma ovviamente certe ritoccature le avrebbe fatte al momento, col favore dell'effetto sorpresa.
"Uhm....buona idea Flea...forse così riusciremo a salvarci il culo...." Non avrebbe mai ammesso che il piano in effetti era ottimo, ma non poteva certo dire
altro. La sua soluzione non faceva una piega.

--------------------------

"Ora c'è un altro punto e cioè perché Doc ci voleva fare la pelle.
Non credo sia una cosa personale, coinvolge troppa gente.... tu credi che sia possibile faccia il doppio gioco?"
Si tormentava con un dito la cicatrice. Doc...lo aveva cresciuto come uno zio e l'idea che ora lo volesse ammazzare non gli piaceva per niente. 
Se non fosse stato che non era abituato a provare sentimenti avrebbe detto che ne era rimasto urtato, perfino ferito!
Si tolse il cappello poggiandolo sul tavolo.

---------------------------

"Secondo me Doc teme che possiamo Fregargli il suo posto di comando, oppure come dici tu fa il doppio gioco e teme che uno di noi possa scoprirlo e riferire al capo.
Dobbiamo stare attenti...Non mi fido per nulla di quell'uomo....Tu che pensi di fare?"

------------------------

Flea cercò di pensare come porre l'argomento, ma erano killer da abbastanza tempo per capire quando c'era bisogno di parlare senza mezzi termini "Ci salviamo la pelle e poi vedrò di parlare al Boss" per quanto lo facesse a malincuore sapeva razionalmente che uno come Doc in seno era un pericolo troppo grande anche per la famiglia.
Si alzò lentamente "E' ora di incamminarsi"

--------------

Seguì il collega dirigendosi verso la base, dove avrebbero fatto rifornimenti di armi e munizioni e raggiunto Roy e gli altri.
In un modo o nell'altro se la sarebbero cavata. Doc era pericoloso, ma lui non era certo un tipo facile da togliere di mezzo e nemmeno il moro davanti a lui era un'incapace.
Doc aveva fatto male i conti mettendosi contro di loro.
Raggiunsero la base e ad aspettarli trovarono proprio lui: Doc in persona, col solito ghigno stampato in faccia.
Jack entro sorpassandolo e accennando un saluto, negli occhi nemmeno troppo celata la rabbia. Lo sorpassò giurandosi mentalmente di ammazzarlo appena possibile.

--------

Cambi al piano?! Doc nascondeva qualcosa sotto quel sorriso falso.
Non si fanno i cambi all'ultimo.
Ora il piano sembrava razionale...
Troppo razionale.
Si allontanarono non appena furono abbastanza armati per andare a spezzare le ossa.
Flea si fermò. Il fiato che si condensava in piccole nuvolette.
"Pessimo tempo per un appostamento" sussurrò Roy regalando un sorriso gioviale tra le lentiggini rosse.
"Fin troppo....." Il cappello di feltro rigirò fra le mani di Flea un paio i volte "Ci faranno secchi"
"Stai dicendo che dovremo..." ma un gesto dell'uomo moro bloccò le proteste di Roy.
"Roy se andiamo sul serio non vedremo l'alba del prossimo giorno".

-------------

Come previsto quella si stava rivelando una missione suicida.
L'ultima cosa che Jhon voleva era morire in quel modo del cazzo, facendo un favore a Doc oltretutto.
La soluzione migliore era solo una: Disertare.
Si rivolse direttamente a Flea, anche perché era il più vicino a lui, lo afferrò per un braccio e gli disse: "Se vogliamo portare a casa la pelle non abbiamo molta scelta...dobbiamo abbandonare la missione e levare il culo da qui il più presto possibile. Io per quel bastardo di Doc non mi faccio certo ammazzare. Quindi diamoci una mossa ad andarcene."
Lo sguardo di ghiaccio di Flea divenne liquido per un attimo come del piombo fuso. Solo per un attimo sembrò più...umano.
Abbandonare Doc...
L'uomo che lo aveva cresciuto come uno zio, che gli aveva insegnato a essere sempre freddo per non prendersi calci sui denti...e abbandonare in un certo senso anche la Famiglia, che era poi l'unica da cui avesse avuto qualcosa.
"Non posso" scosse il capo e un ciuffo di capelli gli scivolò sulla fronte.

---------------

Non posso? Ma cosa cavolo voleva dire? Voleva lasciarci la pelle quell'idiota?
Per un'attimo rimase incantato a guardare Flea negli occhi, occhi tristi e colmi di una fedeltà incondizionata verso il clan.
La sua mano si mosse da sola e andò a scostare il ciuffo corvino che era caduto sulla fronte dell'uomo.
Appena si rese conto del gesto che aveva appena fatto ritrasse la mano di scatto, afferrò Flea per la giacca scuotendolo e sibilandogli in faccia: “Adesso mi hai veramente rotto amico. Ce ne andiamo hai capito? Non mi va di crepare qui, e non mi va nemmeno che muoia qualcun'altro dei nostri chiaro? Spiegami come cazzo fai a voler rimanere ancora fedele ad uno che senza farsi tanti scrupoli ti ha mandato qui a crepare come un cane?!"

--------------

Il cuore perse un colpo e forse impallidì ma di sicuro quelle parole gli erano penetrate nel cervello, spaccando tutti i muri irrazionali che si era costruito e forse era grazie anche  a quel gesto fugace che si rese conto che loro non erano macchine da guerra ma uomini e come tale avevano diritto alla sopravvivenza. Già ma che fare?
Sarebbe poi stato giusto abbandonare il proprio lavoro? 
"Merda!" del sangue gli era schizzato sul volto.
Sorrise quasi felice quando si accorse che non era il suo.
In quel momento era lui la persona più importante per se stesso e non quel ragazzino lentigginoso ricoperto di sangue che rantolava in terra inconcepibili bestemmie.
Si era giusto!
"Va bene" sussurrò muovendosi come un grosso felino per seguire quel novellino che gli avrebbe dovuto dare sui nervi ma che in fondo tanto fastidio non gli dava più.

--------------

Finalmente si era deciso! Intanto Roy era rimasto ferito però, pazienza.
Mentre il rossino cercava di rialzarsi Jhon estrasse la pistola dal fodero, e prese a sparare correndo seguito a sua volta da Flea e da Roy che zoppicando e bestemmiando si era messo a scappare con loro. 
Arrivarono all'automobile di Flea e ancora sotto il tiro dei proiettili partirono a tutta velocità.
Il punto ora era che cosa fare? Tornare direttamente dal boss o che altro?
Fu Jhon a porre la fatidica domanda, col fiato grosso e la voce roca, spezzando l'atmosfera che era scesa nella vettura.: "E adesso....Che cazzo facciamo?"

--------------

Flea cercò di dimenticare quel dolore che creava come una barriera intorno a lui. C'era bisogno di bloccare per un po' la ferita.
Si sfilò silenziosamente la giacca mordendo con un fazzoletto la carne a mo' di laccio emostatico.
"Doc non dovrebbe essere alla base posso provare a parlare col Boss" 
La sua voce risultò vagamente alterata dal respiro mozzato.
Accanto a lui Roy mugolava come un qualsiasi ragazzino della sua età ferito.

-------------------

"Proviamo a parlare col boss e che dio o il diavolo ce la mandino buona."
Accelerò ancora di più prendendo la curva a gomito a tutta velocità facendo sobbalzare sui sedili i due feriti occupanti della macchina.

---------------

Parcheggiarono non molto distanti da quello che scherzosamente veniva chiamato il quartier generale, anche perché Roy pareva non riuscire quasi a camminare. Flea si ritrovò a pregare per quel ragazzino. Era un tipo buono, di sicuro non nato per quella vita e aveva sempre una parola buona per tutti.
Gli passò un braccio intorno alla vita sostenendolo. Pesava come un uccellino *sembra avere le ossa cave* pensò sentendo il vitino sottile sobbalzare probabilmente per il dolore.

----------------------------

Bene, Roy era ferito, Flea...sembrava star bene…e lui se l'era cavata=solo con qualche graffio. Ma il capo cosa avrebbe detto?
Si diressero il più velocemente possibile verso le stanze dello Svizzero.
Bussarono alla porta, ma la voce che rispose, non era quella del capo...bensì di un'altra persona che entrambi conoscevano bene…Doc.

-----------------

Un brivido li percorse all'unisono.
Erano finiti in bocca al cacciatore poveri agnellini...
Doc aprì loro la porta questa volta la bocca era storta in un ghigno malefico.
"Lasciate il pulcino fuori che si vada a medicare".
Tuonò cupo e basso passandosi una mano nei capelli brizzolati.
Roy scivolò fra le braccia di un gorilla spuntato da chissà dove e Flea non poté far altro che eseguire gli ordini ed entrare nell'ufficio dalla grande scrivania di mogano intarsiata col sangue di mille persone.

---------------------

Bene, la loro ora era arrivata. Almeno  Doc aveva avuto la decenza di lasciar Roy fuori da quella storia.
Lo sguardo del braccio destro del boss parlava da solo, sapeva già cosa aspettarsi e la cosa non gli andava molto a genio, ma se le cose stavano come temeva non avevano via di scampo; avrebbero dovuto obbedire.
Le parole di Doc erano state chiare e concise, una volta chiusa la porta, li aveva guardati con malizia per poi dire con non calanche: "Toglietevi i vestiti"
come se leggesse la lista della spesa.
Mentre Jhon e Flea rabbrividivano impercettibilmente. 

-------------------

Non potevano fare altro, sotto lo sguardo attento di Doc iniziarono loro malgrado a spogliarsi. Jack si tolse lentamente la giacca, sbottonandosi con aria apparente tranquilla la camicia, mentre in realtà faticava a tenere sotto controllo il tremare delle mani. In poco tempo si ritrovarono, nudi ed incerti davanti all'uomo che li fissava compiaciuto.

---------------------

Doc si alzò lentamente passandogli alle spalle. Flea rabbrividì quando la bocca della pistola scivolò lungo la sua spina dorsale tracciando una linea fredda che lo spezzava a metà fino ai glutei "Flea...tu sai cosa io voglio da te", la voce era roca e leggermente incrinata dal piacere. 
Un paio di passi e Flea fu abbastanza vicino a John per poter respirare il suo fiato e suggellare le loro labbra in un bacio caldo.
Prima avrebbero iniziato prima avrebbero finito.

-------------------

Le labbra di Flea sulle sue, le sue mani strette alle spalle di lui, stava iniziando perfino a lasciarsi andare tra le breccia sicure del moro...quando si rese conto che doveva ritrovare un minimo di self-control o sarebbe stata la fine.
Mai rivelare i propri punti deboli, soprattutto a gente come Doc.

-----------------------

I muscoli di John si tesero sotto il suo tocco incerto.
Osservo i muscoli della mascella che tremavano. John sembrava teso nonostante tutto, come se stesse lottando contro se stesso. 
Flea sospirò mordendogli il lobo dell'orecchio mentre con le mani scivolava sui glutei sodi cercando di fargli dimenticare per un attimo quella situazione.

----------------

Doveva cercare di controllarsi, e Flea non gli era certo di aiuto, eppure, pian piano iniziava a tranquillizzarsi, il tocco sicuro dell'uomo lo stava lentamente calmando. Aveva affondato le mani nei capelli scuri dell'altro, e ora inarcava la schiena all'indietro con movenze feline, cercando di trarre piacere da quella situazione.

------------------

Lo sentiva scivolare contro il suo corpo, strusciandosi appena mentre lentamente Flea lo faceva indietreggiare, fino a cadere sul pavimento ricoperto da un tappeto finemente lavorato.
Scese fra le sue gambe carezzando con il proprio corpo la virilità di John fino a incontrarla palpitante e congestionata dall'eccitazione e accoglierla fra le labbra...

----------------------

Senza volere si lasciò sfuggire un gemito di piacere, ormai non si curava più nemmeno di Doc, cercava solo di concentrarsi su Flea e sul piacere che gli stava dando.
Forse presto sarebbe tutto finito, certo, era sicuramente così...
Certo che Flea ci sapeva fare, anche lui aveva una certa esperienza, e doveva ammetterlo, quel tipo era proprio bravo.

----------------

Si rialzò baciandolo. Il suo corpo appena umido di un leggero sudore, gli occhi socchiusi e velati di piacere le labbra socchiuse bastarono per farlo giungere a desiderarlo come non desiderava qualcuno da tempo.
Si sistemò in mezzo alle sue gambe iniziando ad allargare il suo sfintere con un dito ma trovandolo abbastanza rilassato per permettergli di muoverlo in circolo e aggiungerne presto un altro.
Lo sentì muoversi e adattarsi a lui come un guanto.
Flea si ritrovò a pensare a chi stesse pensando in quel momento quel ragazzo dall'aria tanto compassata.

-------------------

Jack era ormai perso in quel turbine di piacere, che suo malgrado però gli aveva risvegliato vecchi ricordi che avrebbe voluto lasciare dove stavano.
Gli era tornato in mente un dolce ragazzino dai capelli biondi e dagli occhi colore miele, i loro incontri clandestini in una vecchia fabbrica fuori città per non esser scoperti dal capo, si ricordò di quanto fosse giovane e inesperto, e di quanto avesse paura di sbagliare in quello che faceva.
Desiderò che tutto tornasse come quattro anni prima, e sapendo bene che non era possibile si crogiolava nell'illusione che al posto di Flea ci fosse lo stesso ragazzo che aveva amato.

---------------

Lo sentì' inarcarsi sotto di se, lesse nei suoi occhi la perdizione più totale mentre anche quella scena volgeva alla fine.... 
Flea si fermò per un secondo a osservarlo. In lui ritrovò una dolcezza che credeva un killer non avrebbe mai avuto.
John era lontano mille anni luce da lui ma andava bene così.
Lo sentì tremare per la tensione accumulata nei muscoli.
Era bellissimo.
Si reclinò a baciargli il collo mentre lo penetrava con un solo unico movimento fluido.
Lo sentì circondarlo del suo calore e dovette trarre un respiro profondo per non cedere all'orgasmo, nonostante ambedue vi fossero tanto vicini da sentirlo premere e mordergli l'anima e il respiro.

----------------

Ormai Jack era travolto dal piacere. Che fosse Flea, o qualsiasi altra persona a muoversi dentro di lui ormai era indifferente, non percepiva nemmeno più la presenza di Doc, gli occhi chiusi e il respiro ansante pensava solo alle sensazioni che lo avvolgevano e gli annebbiavano la mente, facendolo sprofondare in un mare di ricordi.

-----------

Non aveva mai conosciuto amore Flea e ora si ritrovava a chiedersi a cosa pensasse John, cosa provasse mentre sostitutiva ella sua mente lui a quancluno altro.
Non aveva avuto amici, parenti, amanti al di fuori della famiglia.
Tutta la sua vita era stata votata alla famiglia. La famiglia che era diventata l'unico suo mondo, tutto il suo affetto.
E Doc. Doc che lo aveva cresciuto per cui provava qualcosa molto simile alla totale fedeltà, Doc che li voleva morti senza un perché.
Con un roco gemito l'orgasmo lo investì portando con se anche gli ultimi brandelli di razionalità.
Sentì solo il seme di John schizzare tra loro, bollente e umido come una colata di lava.

-----------------

Lo rivide nella sua mente, come se al posto di Flea ci fosse lui, il suo dolce Seth...si ritrovò a pronunciarne il nome mentre l'orgasmo lo travolgeva tra le braccia del moro.
Aprì gli occhi lentamente, la mente annebbiata dal piacere, guardò l'uomo davanti a se, un misto di stupore, tristezza e delusione si alternarono sul suo volto, mentre tornando con i piedi  per terra si ricordò che alle loro spalle c'era ancora Doc e che niente era ancora finito.
Si abbandonò suo malgrado tra le braccia di Flea cercando di trattenere i tremiti che lo scuotevano e cercando di ricacciare giù le lacrime che sentiva salirsi agli occhi, lacrime che non poteva permettersi di piangere, affondò il viso nella spalla dello sfregiato sperando che Doc avesse gradito il loro spettacolino e che ora li avrebbe lasciati andare.

-----------------

Flea li carezzò i capelli lentamente. Era come se qualcosa si fosse sciolto. Gli capitava spesso dopo un rapporto ma mai così tanto.
Per la prima volta aveva voglia di coccolare qualcuno. 
Gli carezzò i fianchi con lentezza.
Doc sghignazzò sadicamente interrompendo quell'atmosfera leggermente rarefatta e quando Flea si alzò sentì un fiotto di sperma investirlo in pieno volto. 
Si alzò di scatto per raggiungere un fazzoletto ma fu costretto da Doc a fermarsi.
Voleva che fosse John a pulirlo.
Flea rabbrividì nuovamente. Doc...il suo Doc, quello che considerava come un padre stava obbligandoli a tutto ciò.
Socchiuse gli occhi ferito e frustrato.

------------------

Ancora!? non era ancora soddisfatto quel bastardo?
Se solo avesse potuto gli avrebbe sparato un colpo in mezzo agli occhi, ma non lo poteva fare e non ne aveva nemmeno le forze.
Guardò Flea, e si accorse che qualcosa non andava, era strano, sembrava che la sua incrollabile sicurezza si fosse sgretolata come un castello di sabbia.
Avvicinò le labbra a quelle dello sfregiato, baciandolo dolcemente, quasi per tranquillizzarlo, iniziando poi a leccargli lentamente il viso, ripulendolo per bene.

----------------

Quando la lingua di John smise di saettare sul suo viso, Flea lo abbracciò baciandolo.
In questo momento non voleva pensare a nulla.
Sentì l'odore del sesso sui loro corpi ma non gli importava niente.
"Bravi e la prossima volta vedete di non tradire più...
…o sarai costretto a sfregiarti di nuovo vero Flea?"; e detto ciò si sedette dando loro le spalle ma controllando i loro movimenti attraverso il riflesso dello specchio appeso al muro.
"Potete andare"




--------fine seconda parte------------

 
Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions