DISCLAMER: i pg non sono miei, ma di Mr. Inoue, bla bla bla....


 


Frammenti

parte IV

di Nuel


 

Quando aprì la porta, Mito non si aspettava certo di trovarsi di fronte Sakuragi.

 

-Hana’......... entra-

 

-Disturbo?-

 

-Ma no, figurati! C’è anche Aruko. Ti fermi a cena?-

 

Quando entrò in cucina Sakuragi fu investito dal baccano dei fratelli minori di Mito e dal borbottio delle pentole. Furono tutti entusiasti di rivederlo. Aruko era ormai perfettamente a suo agio in compagnia della futura suocera e della rumorosa famiglia del suo ragazzo e stava apparecchiando la tavola. Per tutta la cena le domande si susseguirono ininterrottamente.

 

-Come sta Rukawa?- -Bene, vi saluta tutti- "Bugiardo" -Come mai sei tornato? Di la verità non ti piaceva la vita in America, eh!- -No, è che mi sono reso conto che preferisco studiare qui- "Vigliacco" -bla bla bla...........-

 

Finalmente la cena si concluse e riuscì a prendere da parte Yohei per parlargli. Mito lo fece accomodare in camera sua.

 

-Cosa c’è Hana’?-

 

-Posso restare qualche giorno da te? Solo finché gli inquilini se ne vanno da casa mia-

 

-Non stai a casa di Rukawa?-

 

Hanamichi esitò un po’. -L’ ho lasciato-

 

-COSA?- Mito non poteva credere alle sue orecchie. -Perché? Cosa è successo?-

 

-Non ce la facevo più a restare in America con lui-

 

-Non ci credo che ti abbia lasciato partire così!-

 

-No, infatti. Ho fatto le valige quando lui non c’ era e sono partito mentre dormiva. Gli ho lasciato un biglietto-

 

-Ma sei impazzito!! Perché?-

 

In quel momento sentirono bussare. Aruko entrò per salutarlo prima di tornare a casa.

 

Dette un bacio sulla guancia a Sakuragi ed un tenero bacio a Mito.

 

-Ti accompagno giù-

 

-No, lascia stare, non voglio disturbarvi. Chissà quante cose avete da dirvi dopo sei mesi che non vi vedete! ‘Notte Hana’! A domani, amore-

 

-Buona notte-

 

-Sta attenta per strada, ciao- Mito la baciò di nuovo.

 

Aruko andò via.

 

-Va tutto bene, tra voi- Constatò sentendosi di troppo.

 

Mito annuì. -Aruko si sta impegnando molto con l’ università. Il mio corso di laurea è più breve del suo, e lei vuole finire al più presto. Quando avremo entrambi un lavoro vogliamo sposarci subito-

 

Sakuragi sorrise, un discorso simile dall’ inseparabile amico della sua infanzia gli faceva percepire con ancora più forza come fossero cambiate le cose.

 

Un musetto nero si strusciò sulla sua gamba, guardandolo con gli enormi occhi blu.

 

-Nuel- La gattina che lui e Kaede avevano affidato a Mito prima di partire, l’ aveva riconosciuto.

 

-Credo voglia farti vedere una cosa- Mito aprì l’ anta socchiusa dell’ armadio. Dentro c’ erano quattro gattini piccolissimi. Nuel corse subito a raggiungere i suoi cuccioli. Sakuragi sospirò rassegnato: anche lei era cresciuta. Mito socchiuse di nuovo l’ anta e tornò a sedersi accanto a lui mentre i piccoli miagolavano attirando l’ attenzione della madre.

 

-Puoi restare qui tutto il tempo che vuoi, lo sai, Hana’. Per te c’è sempre un posto a casa mia, ma vorrei che mi spiegassi cosa è successo per farvi lasciare-

 

Sakuragi sospirò di nuovo, a fondo, fissandosi le mani, a testa bassa.

 

-Quando ci siamo trasferiti in America, ci siamo iscritti all’ università lì. Kaede a economia ed io a scienze dell’ educazione. Lo sai, voglio lavorare con i bambini, non ho mai pensato di basare davvero tutta la mia vita sul basket. Ci siamo iscritti al club di basket universitario. Era una squadra forte, con tanti buoni elementi. Kaede ed io non facevamo certo la differenza! Gli americani hanno un livello di gioco decisamente superiore a quello cui noi eravamo abituati. Ci siamo ritrovati tra le riserve. Dopo un po’ il coach ha cominciato a farci giocare, ma mai assieme. Non voglio parlare di razzismo, ma sembrava che gli dessimo fastidio. Dato che per Kaede poter giocare era fondamentale, mi sono ritirato dalla squadra. Gli ho detto che preferivo concentrarmi sullo studio, che facevo fatica a studiare in un’ altra lingua ed avevo bisogno di abituarmici. Lui ci ha creduto ed ha cominciato a giocare di più. Solo che così non riuscivamo più a vederci. Si allenava all’ inverosimile, e, alla fine, è riuscito a diventare titolare, ma la nostra vita insieme è praticamente finita: si alzava sempre prima dell’ alba, poi andava a lezione, mangiava ad orari impossibili e poi tornava ad allenarsi fino a notte tarda. Una volta l’ ho aspettato sveglio per parlargli, ma lui mi ha risposto bruscamente che era stanco e che voleva dormire.........-

 

-Ma......... ha fatto qualcosa per farti capire che tra voi era finita?-

 

-No........ se aveva un momento libero, tra una lezione e l’ altra, mi telefonava, mi lasciava dei messaggi a casa........ ma averlo così non mi basta.........-

 

-Così l’ hai lasciato prima che lui lasciasse te. Sei scappato. Pensavo che avessi risolto questo problema-

 

Sakuragi rimase in silenzio. Sapeva che non era un rimprovero, ma la voce della verità di Yohei, che lo capiva perfettamente, come sempre. Mito gli mise una mano sulla spalla e gli fece un sorriso. -Vado a dire alla mamma che ti prepari la camera degli ospiti-


 

>°-°< >°-°< >°-°<


 

Che bella sensazione risentire la propria lingua dopo tanto tempo. L’ aeroporto era pieno di giapponesi come lui e di qualche straniero che forse, non vedeva l’ ora di tornare a casa, dai suoi cari, come lui.

 

Se in quei sei mesi non l’ aveva mai cercato, era stato per il suo stupido orgoglio: Hanamichi l’ aveva lasciato senza dirgli nulla, senza dargli la possibilità di rimediare ai suoi errori. L’ aveva trascurato, lo sapeva, l’ aveva lasciato solo come un cucciolo abbandonato, solo per il suo egoismo. Per inseguire un sogno che, ora lo sapeva, sarebbe rimasto tale.

 

Prese un taxi, non aveva voglia di aspettare il treno, voleva essere a casa il prima possibile, rivedere Hanamichi, fare l’ amore con lui e recuperare tutto il tempo perso. Sorrise. Si sarebbero chiusi in camera e non ne sarebbero usciti prima di una settimana!

 

La porta di casa era chiusa a chiave. Entrò e cercò l’ interruttore della luce, le persiane erano abbassate. La luce non si accese, il contatore doveva essere staccato. Un improvviso gelo gli avvolse il cuore.

 

-Hana’?- Provò a chiamare, quasi con timore, ma non c’ era nessuno a casa. Corse di sopra, la loro camera era vuota, esattamente come l’ avevano lasciata, un anno prima.

 

Scese con un nodo alla gola, prese la valigia che aveva lasciato sulla soglia e cercò il contatore. La luce in ingresso si accese appena riabbassò la levetta nera. Si avvicinò al telefono sperando che non fosse staccato. -Tu tuu...- no, suo padre aveva pagato le bollette. Fece il numero del cellulare del suo...... ex-ragazzo. "Amore, sono tornato, rispondi" Pregò interiormente.

 

-Il cellulare della persona da lei chiamata potr... - La voce registrata lo avvisò che il telefono era spenta. Non era così che aveva immaginato il suo ritorno a casa.

 

Si impose di non lasciarsi sconfiggere dalla malinconia che gli pungeva gli occhi, cercò sulla rubrica il numero di Mito, sicuramente lui sapeva dove fosse Hanamichi.

 

-Pronto?-

 

-Yohei? Sono Kaede, sto cercando Hana’, sai dove posso trovarlo?-

 

Silenzio.

 

-Non sai niente?- Rispose cupo ed incredulo.

 

-Cosa dovrei sapere?- Chiese preoccupato.

 

-Non vorrei essere io a dirtelo, mi dispiace! Hana’ è a casa sua, sta con un altro........ saranno un paio di mesi, ormai, che vivono assieme-

 

Rukawa si sentì la terra mancare sotto i piedi.

 

-Rukawa? Ci sei ancora?-

 

-Si....... si, grazie.- Riattaccò. Cosa poteva fare adesso? Si guardò in torno, sentendosi oppresso da quell’ ambiente. No, non poteva restare in quella casa. Avevano vissuto lì, assieme, per due anni. Assieme.

 

Uscì lasciano la porta aperta, non poteva restare lì, aveva bisogno d’ aria, di muoversi, di sentire rumore......... come aveva fatto a rovinare tutto? Come?


 

L’ aria della sera era fresca, i lampioni traballavano e si accendevano rischiarando gli ultimi minuti della sera che scivolava nella notte, e lui continuava a camminare senza meta, senza fame, sete o sonno.

 

-Rukawa! Sei proprio tu! Quando sei tornato?-

 

Rukawa alzò lo sguardo sull’ immutabile sorriso di Sendo. Nemmeno il tempo poteva scalfire la sua espressione serena e tranquilla. Rukawa sentì un morso d’ invidia per quell’ apparente mancanza di problemi.

 

-Qualche ora fa- Gli rispose abbozzando un sorriso.

 

Sendo lo guardò piegando la testa di lato ed allargo il sorriso con fare comprensivo.

 

-E non hai trovato il tuo bello a casa ad aspettarti a braccia aperte! Te lo si legge in faccia scritto a caratteri cubitali!-

 

Rukawa si sentì il fesso di turno: tutti lo sapevano, tranne lui.

 

-Dai, vieni a bere un po’ con me, non voglio lasciarti solo in queste condizioni!- Gli passò un braccio dietro il collo e se lo trascinò dietro.

 

Rukawa non sollevò obbiezioni, non voleva restare solo quella sera. Bisognava festeggiare il suo ritorno a casa, dopo tutto, pensò con ironia.

 

Passarono qualche ora in un piccolo pub poco affollato, vicino alla costa, chiacchierando del più e del meno, bevendo e mangiando pesce fritto che scricchiolava tra i denti.

 

-Se non hai voglia di tornare a casa ti puoi fermare da me, per stanotte- Gli disse all’ improvviso Sendo.

 

A Rukawa venne da ridere, era una proposta molto equivoca, specie fatta da lui.

 

-E Koshino cosa direbbe?-

 

Sendo fece spallucce, fissando il mare da una finestra sull’ altro lato del locale.

 

-Ci siamo lasciati appena iniziata l’ università. Incomparabilità di carattere, credo-

 

-Mi dispiace, non lo sapevo-

 

Sendo gli sorrise divertito. -Sei tu quello che dovrebbe avere bisogno di consolazione, oggi! E poi, per me, è una storia vecchia, ormai. Credo che avessimo bisogno di crescere ancora un po’.......... tutti e due. - Bevve un sorso dal bicchiere fumante - E di capire quanto contavamo l’ uno per l’ altro......... - Aggiunse a bassa voce.

 

Rukawa lo scrutava attentamente e Sendo tornò a sorridergli.

 

-Siamo rimasti ottimi amici, sai! Qualche volta usciamo pure assieme........-

 

-Ma non stasera.........-

 

-Stasera sono uscito con te...........-

 

Rukawa rise. In realtà aveva voglia di piangere, ma Sendo gli forniva un’ occasione che non poteva rifiutare, l’ occasione di non pensare ad Hanamichi, l’ occasione di passare la serata come l’ aveva programmata, anche se con un’ altra persona.

 

"Perché vuoi farti del male?" Si chiese, rispondendosi che se l’ era chiesto un milione di volte da quando era salito sull’ aereo che l’ aveva portato in Irlanda, anni prima, per recuperare il suo Hana’.


 

Sendo viveva in un monolocale piuttosto spazioso, arredato in modo moderno, pulito ed ordinato. Un basso letto matrimoniale con un copriletto rosso a fiorellini bianchi occupava una delle due pareti più corte, una quantità di cuscini buttati in modo apparentemente casuale ad occuparlo. Su una parete lunga una libreria bianca, con televisore e stereo, affiancati da vadeo cassette e cd in abbondanza. Al centro della stanza un divano dall’ aspetto invitante separava la zona notte da quella giorno. Un tavolo rotondo con quattro sedie era dietro di esso. Aperti sopra il tavolo c’ erano i libri di biologia su cui stava, evidentemente, studiando. Sulla parete di fronte due porte si aprivano sul cucinino ed il bagno.

 

-Ti sei sistemato bene-

 

-Si, non mi lamento. Non volevo restare a vivere con i miei, e loro mi hanno comprato questo appartamentino. Non ci sto male, ma a volte mi sento soffocare, mi manca la compagnia di qualcuno....... Non so se capisci cosa intendo-

 

Rukawa abbassò lo sguardo, capiva perfettamente, era per questo che era lì e non a casa sua, in quel momento.

 

-E’ abbastanza tardi, io andrei a letto, se non hai nulla in contrario. Puoi dormire nel letto, ma stai dal lato della porta, ok?- Disse Sendo cominciano a spogliarsi.

 

Rukawa si stupì che non gli facesse nessuna proposta indecente, in fin dei conti, pur stando con Koshino, non si era mai lasciato scappare un’ occasione per provarci con lui.

 

Assentì e cominciò a spogliarsi a sua volta, mentre Sendo già si infilava a letto.

 

Quando si mise a letto anche lui, il padrone di casa gli chiese di spegnere la luce, ma lui non trovò l’ interruttore-

 

-E’ qui, guarda.- Gli disse Sendo con apparente noncuranza, mentre si allungava sopra di lui per spegnere la luce.

 

Poi rimase lì, sopra di lui, aspettando che gli occhi si abituassero al buio.

 

-Alla fine, in un modo o nell’ altro, sei finito nel mio letto, Rukawa!- Gli disse cercando di farla sembrare una battuta nonostante il fremito nella sua voce.

 

Rukawa sospirò ed il suo petto sfiorò per un momento il torace di Sendo, che si appoggiava ai gomiti, a pochi millimetri da lui.

 

-E che cosa vorresti fare ora che sono nel tuo letto?- Gli chiese più serio che mai.

 

Dopo un attimo di indecisione Sendo si mise a ridere.

 

-Con quel tono sembrava quasi che tu ti aspettassi qualcosa!- Si sdraiò su un fianco, accanto all’ altro.

 

Rukawa si girò verso di lui ed allungò un braccio per circondargli un fianco.

 

-E’ proprio così!- Gli disse prima di baciarlo con decisione.

 

Sendo non si lasciò sfuggire l’ occasione di assaggiare finalmente quel frutto proibito che gli aveva suscitato tanti pruriti durante gli anni del liceo, ma appena Rukawa, che si era premuto contro di lui, lasciò le sue labbra, lo allontanò da sè.

 

-Cosa credi di fare?-

 

-Ti fai qualche scrupolo?-

 

-Non è con una scopata che potrai smettere di pensare a Sakuragi, ricordatelo. Se ti va bene, sono il primo ad esserne contento, ma domattina ti sentirai da cani per averlo tradito-

 

-Guarda che è stato lui ad avermi lasciato! E per tua informazione mi ha già rimpiazzato da un pezzo!-

 

Sendo fece una cosa che lo sorprese incredibilmente: gli accarezzò il viso dolcemente, come fosse stato un bambino.

 

-Perché ti ha lasciato? Aveva smesso di amarti? O aveva paura di qualcosa? Un rapporto come il vostro non si sostituisce alla prima occasione che capita.-

 

-Cosa vuoi che ne sappia!- Rukawa si stava arrabbiando. Si stava arrabbiando con se stesso, perché sapeva che Sendo aveva ragione. Gli aveva promesso di non lasciarlo solo e invece l’ aveva fatto. Gli aveva promesso di non farlo soffrire, ma doveva aver sofferto tutte le notti che si addormentava da solo, tutte le mattine che si svegliava e lui se ne era già andato, tutte le volte che gli aveva chiesto di pranzare assieme, ma lui non aveva tempo......

 

-Cosa provava Sakuragi quando ti ha lasciato? Non credo che tu lo sappia. Dovresti essere la persona che lo conosce meglio, ma non credo che tu lo conosca così a fondo-

 

-Cosa vuoi dire?-

 

Sendo respirò a fondo. -Che quello che conosciamo della gente, anche di quelle persone che ci stanno accanto ogni giorno, che fanno parte della nostra vita, sono solo pochi frammenti. Non sapremo mai veramente come fossero prima che noi le conoscessimo, o quando non siamo con loro, cosa passa nella loro testa.......... cos’ha provato la prima volta che avete l’ amore, i sentimenti, l’ emozione, il dolore fisico attraverso cui è passato e che si è impresso come un marchio nel suo corpo......... Io credo, che pensando che tu ti stessi allontanando da lui, ti abbia lasciato per impedire che fossi tu a lasciare lui. Se lo avessi fatto, non avrebbe potuto continuare ad amarti perché il dolore che gli avresti causato sarebbe stato troppo grande. Così, invece, ha potuto rifugiarsi in una storia qualsiasi, continuando a cullare il sentimento che prova per te, mascherandolo da qualcos’ altro. Io, credo che lui ti ami ancora, Rukawa-

 

Rukawa rimase pensieroso in silenzio. Avrebbe potuto parlare di Hanamici per giorni, ma le sue parole sarebbero state soltanto briciole di lui. cosa provava? Cosa pensava?

 

-Grazie Sendo-

 

-Vuoi ancora fare sesso con me?- Adesso era la sua voce a tremare.

 

Rukawa assentì. Ne aveva bisogno. Ne aveva bisogno anche Sendo, che, probabilmente, si era scoperto troppo, ricordando il suo amore mai finito per Koshino.

 

Cominciarono a baciarsi con crescente bramosia, avvinghiandosi nella ricerca del calore di cui avevano bisogno.

 

Rukawa sussultò sentendo le dita di Sendo incunearsi in lui, mentre le loro erezioni chiedevano sempre più insistentemente di essere soddisfatte.

 

-N..... no- Gracchiò mentre Sendo cominciava a muovere le dita per abituarlo.

 

Un pensiero allora si fece largo nella sua mente: quante volte Hana’ gli aveva detto "no"? Era stata la stessa paura che provava ora lui a farlo ritirare? Aveva provato quello che ora provava lui? No, certo, loro si amavano, lui non amava Sendo, ma le sensazioni che provava il suo corpo erano simile a quelle che aveva provato?

 

"Frammenti" aveva detto Sendo. Forse poteva impadronirsi di un frammento della vita di Hana’ che non conosceva............ Si aggrappò alle spalle di Sendo.

 

-Fa piano, ti prego- Gli mormorò imbarazzato.

 

-Vuoi fare il contrario?-

 

Rukawa scosse il capo. -Com’è?- Gli chiese ancora più imbarazzato.

 

Nel buio vide un vago alone bianco, Sendo gli sorrideva. -Non lo so-

 

Rukawa rimase perplesso. -E non avresti paura?-

 

-Hiro’ per me l’ ha fatto-

 

Rukawa si rilassò a quelle parole. C’ era rimpianto nella voce di Sendo. Improvvisamente l’ intrusione delle sue dita non era più così fastidiosa.

 

-Avanti, continua- Gli avrebbe dato carta bianca. Erano due stupidi che si erano fatti scappare l’ amore della loro vita e che, in quella notte assurda, si leccavano le ferite a vicenda, prendevano atto di tante piccole cose che avevano dato per scontate o C cui non avevano mai pensato, si stavano ricaricando, stavano prendendo decisioni che solo alla luce di quell’ amplesso dalla valenza unicamente fisica, potevano prendere.

 

Sendo afferrò strettamente Rukawa per le natiche, forzando le ultime resistenze del suo corpo con il proprio. Rukawa gli artigliò la schiena, sentendo una valanga di sensazioni diverse arrivare contemporaneamente al suo cervello: il dolore acuto che si espandeva lungo la sua schiena, la pressione al petto causata dall’ improvvisa mancanza d’ aria, la pressione straordinaria che Sendo esercitava su di lui avvicinandolo rapidamente all’ estasi, le punture delle unghie che si conficcavano nelle sue natiche.........

 

Sendo cominciò a muoversi rapidamente, incapace di resistere al piacere intenso che conosceva bene. Lo abbracciò per trattenere la sua irruenza, aprendo gli occhi e cercando i suoi nel buio. Anche gli occhi di Sendo erano aperti. Continuarono quella lotta silenziosa fino a venire entrambi. Sendo si svuotò nel suo corpo, ricevendo un fiotto caldo sul petto prima di sdraiarsi al suo fianco, ansimante.

 

Rukawa lo guardò. Fosse stato Hanamichi, si sarebbe avvicinato a lui, l’ avrebbe abbracciato, avrebbe leccato il suo sperma dal petto e si sarebbero addormentati abbracciati, ma non c’ era bisogno di tenerezze con Sendo. Nessuno dei due le aspettava o intendeva concederne. Sendo frugò sul comodino, un rumore di carta. Rukawa capì che aveva preso un fazzolettino con cui ripulirsi.

 

-Buona notte- Si girò su un fianco, dandogli la schiena. No, niente tenerezze inutili tra di loro. Si conoscevano da diversi anni, nessuna inutile ipocrisia tra loro. Avevano solo fatto sesso. Niente di più. Domani sarebbero tornati gli amici di sempre.

 

-Buona notte- Gli rispose Rukawa prima di girarsi a sua volta, cercando una posizione che non gli causasse imbarazzanti dolori.


 

All’ alba Rukawa scivolò silenziosamente fuori dalla casa di Sendo. Lui dormiva ancora. Se ne stava andando alla stessa maniera in cui se ne era andato Hanamichi, pensò. Il rossore del cielo si stava espandendo sul mare scuro, mentre le onde bianche si infrangevano contro la spiaggia, spostando miriadi di impalpabili granelli di sabbia. Una foschia leggera posava fredde perle di umidità su ogni superficie, raffreddando in fretta la sua pelle ancora calda del tepore del letto, trasformando in argentei ricami le ragnatele invisibili sui cancelli delle case che ancora dormivano al suo passaggio. Il fiato si condensava davanti a lui in fantasmi di vapore che si dissolvevano innalzandosi verso il pallido sole.

 

La casa di Hanamichi era davanti a lui. In cucina c’ era la luce accesa, velata dalla tenda sottile. Rimase a fissarla per alcuni interminabili minuti. La porta si aprì con un rumore secco che rimbombò nel silenzio attutito del primo mattino. Hanamici attraversò la soglia lentamente e si diresse verso di lui.

 

-Ciao- Era così bello che si stava commuovendo, con i soliti, vecchi Jean scoloriti e quel maglione dal colore caldo, sotto cui non portava mai la camicia.

 

-Ciao- Riuscì solo a dirgli.

 

-Ieri mi ha chiamato Yohei, ha detto che mi hai cercato....... vieni dentro?-

 

-No....... non voglio disturbare-

 

-Non c’è nessuno-

 

-Il tuo ragazzo?-

 

-Se n’è andato ieri. Dopo la telefonata di Yohei.......... abbiamo parlato. E’ stato lui a chiamare l’ aeroporto. Così abbiamo saputo che eri tornato. Io non ci riuscivo.........-

 

-Mi sei mancato!-

 

Sakuragi si mosse a disagio.

 

-Ti amo, Hana’. Dammi un’ altra possibilità-

 

-Kaede........- I suoi occhi si riempirono di lacrime.

 

Rukawa gli si avvicinò e lo prese tra le braccia, aspirando il suo profumo che gli era mancato tanto, lo strinse e dopo qualche esitazione la braccia di Sakuragi si strinsero intorno a lui. Rientrarono in casa mentre Kanagawa si risvegliava.


 

>°-°< >°-°< >°-°<


 

Sendo non si sorprese non trovando Rukawa quella mattina. Si alzò e si preparò a dare una svolta alla sua vita. Cancellò l’ odore di Rukawa che gli era rimasto addosso con una doccia e controllò il suo sorriso allo specchio. Forse era solo un’ impressione, ma gli sembrava un sorriso diverso.

 

Koshino sarebbe uscito di casa per andare a lezione tra meno di un’ ora: doveva sbrigarsi per arrivare in tempo. L’ avrebbe accompagnato all’ università e per strada avrebbero avuto tutto il tempo per parlare.

 

Dette uno sguardo colpevole ai libri dimenticati sul tavolo.......... non sarebbe riuscito a preparare quell’ esame in tempo.

 

Quando Hiroaki chiuse il cancello di casa, Sendo lo aspettava appoggiato al muretto.

 

-Ciao-

 

-Ciao! Che ci fai qui?-

 

-Ti accompagno, ti va?-

 

-Certo!- S’ incamminarono come tante altre volte, fianco a fianco.

 

-Senti, Hiro’........-

 

-Cosa c’è?-

 

-Ti ricordi quel discorso che facemmo tempo fa? Quello sul fatto che dovevo crescere.......-

 

-E che se avessimo imparato a fare le persone adulte, avremmo anche potuto riprovare a stare insieme?-

 

-Proprio quello.....-

 

Koshino gli sorrise, prendendolo per mano.

 

-Credi che potremmo riprovarci ora?-

 

-Cos’è cambiato rispetto a ieri?-

 

-Ieri....... ho passato la notte con Rukawa.....

 

Koshino, sorrise, scuotendo il capo sconsolato.

 

-Se non sbaglio la tua infedeltà è uno dei motivi per cui abbiamo preferito lasciarci-

 

-Si...... ma è proprio questo: ieri ho capito che nessuno può prendere il tuo posto.-

 

-Akira? Ti ho fatto una promessa: non soffrirò più per colpa tua. Sei disposto a rischiare di mettermi con me a questa condizione?-

 

-Non ti darò mai più motivo di lasciarmi-

 

Arrivarono davanti all’ aula.

 

-Ci penso su, ok?-

 

-Pensaci bene-

 

-Quanto sei sciocco! Lo sai che ti risponderò di si!-

 

Sendo gli sorrise.

 

Forse perché aspettava quel momento da tanto tempo, a Koshino parve un sorriso diverso, più maturo. A volte scendere a patti con se stessi può essere estremamente difficile, ma forse lui aveva finalmente capito che, prendere un impegno per tutta la vita con la persona che amava, l’ avrebbe reso molto più felice di quanto non fosse stato fino ad allora.


 

Continua...........
 



 

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