DISCLAMER: i pg non sono miei, ma
di Mr. Inoue, che continua imperterrito a non volermeli cedere..........
CATTIVO!
Frammenti
parte II
di Nuel
Il primo giorno di scuola del nuovo anno
era finito. Akagi, Kogure e Mitsui erano andati a salutarli ed a fare un bel
discorsetto ai nuovi arrivati al club. Quest’ anno erano proprio in tanti,
per forza: dopo il lustro che si era data la squadra l’ anno prima! Ma di
sicuro non sarebbero rimasti in tanti..........
-...........con un capitano così ridicolo!-
-Avresti voluto diventare capitano tu, per
caso?-
-Cos’era quella sfumatura d’ ironia???-
Rukawa rise. Una risata bassa e dolce che
riservava solo a lui.
-Miyagi capitano! Il capitano dei puffi! Ci
prenderanno tutti in giro al campionato!-
-Ceni da me, stasera, Hana’?- Cambiò
discorso.
-Cucini tu?-
-Pensavo di passare alla nuova rosticceria
cinese che hanno aperto nel mio quartiere.-
-Ok! C’è la partita stasera, vero?-
>°-°< >°-°< >°-°<
Depositarono il sacchetto con la cena sul
tavolo del salotto ed andarono in camera di Rukawa per cambiarsi, ormai
Sakuragi aveva praticamente sempre dei cambi pronti a casa del suo ragazzo.
Sakuragi lasciò indugiare lo sguardo sul
suo ragazzo in boxer che piegava la divisa scolastica e la riponeva al suo
posto in ordine. Notando il suo sguardo Rukawa gli andò vicino per
abbracciarlo e baciarlo.
-Devo ammettere che ti ci è voluto un sacco
di tempo, ma hai imparato a baciare proprio bene!- Lo punzecchiò.
-Hm....... prima di me avevi baciato solo
tua cugina, quindi non darti tante arie!- Gli rispose con uno sguardo truce.
-Sbrigati o perderemo l’ inizio della partita!- Sancì, in fine, staccandosi
da lui e cominciando a vestirsi.
La partita cominciò. Il cibo cinese, nei
contenitori d’ alluminio era ancora tiepido...... in quei momenti non si
poteva fare il minimo rumore, pena scatenare le ire del più maniaco di
basket del mondo.
-Perché non ti trasferisci qui?- Lo colse
impreparato.
Sakuragi guardò Rukawa che aveva parlato
senza staccare gli occhi dal teleschermo.
-Convivere? Non ti sembra un pochino
presto?-
Rukawa fece spallucce.
-Tu sei solo, io sono solo, se ti
trasferisci non saremo più soli. Poi io ho la casa più grande ed un letto da
1 piazza e mezza. Tu hai bisogno di una rendita fissa e i tuoi lavoretti
part-time ti distraggono dagli allenamenti e dallo studio. Se affittassi
casa tua non avresti più bisogno di lavorare-
Il ragionamento non faceva una piega, ma
implicava due cose:
1. Sakuragi avrebbe dovuto uscire dalla
casa in cui aveva vissuto con i suoi genitori, e non era sicuro di volerlo
fare;
2. convivere col suo ragazzo significava
fare un passo che ancora non avevano fatto, e per cui lui non si sentiva
ancora pronto.
-Ci penso un po’ su, va bene?-
-Hm-
Finita la partita Rukawa si alzò
sbadigliando, afferrò il suo ragazzo per un braccio e lo trascinò in camera.
"In effetti dormo qui 5 giorni la
settimana, forse non sarebbe sbagliato trasferirmi" Pensò Sakuragi
infilandosi a letto. Rukawa lo abbracciò possessivamente, come fosse stato
il suo orsacchiotto e si addormentò immediatamente.......... "Come sempre"
pensò Sakuragi accoccolandosi contro di lui
La luce filtrava in sottili raggi dalla
persiana semi aperta, colpendo gli occhi di Rukawa che, mugolando, si
stiracchiò soddisfatto, pregustando la splendida visione che si sarebbe
trovato davanti appena avesse aperto gli occhi: il suo Hana’ che dormiva a
gambe e braccia aperte, occupando tre quarti del letto, russando...........
"Credo che se non lo amassi non lo troverei
così bello in questo momento!" Gli fece notare la sua coscienza, facendolo
sorridere.
La mattina era decisamente il momento della
giornata che preferiva per certe "pratiche".
Piano si spostò sopra di lui, senza
svegliarlo, cominciando a succhiare dolcemente il lobo di un’ orecchio.....
"Ora si sveglia" Si disse orgoglioso del suo operato.
-Mmmmmmmmm giorno, amore- Biascicò
gettandogli le braccia al collo.
-Buongiorno- Fu la semplice risposta,
appena sussurrata al suo orecchio, seguita da teneri baci depositati sul
collo, sul petto caldo, facendo scivolare le mani sui fianchi, che si
alzarono per lasciarle ritrovarsi e congiungersi in un abbraccio sulla sua
schiena.
Poi le mani si allontanarono di nuovo,
percorrendo ognuna la sua strada.......... "Più o meno è qui che comincia a
fare resistenza", gli sussurrò la sua coscienza.
E, immancabilmente................
-No, Kaede, basta!- Sembrava quasi
supplicarlo.
Rukawa lo baciò dolcemente, ritirandosi, ma
poi il desiderio tornò a farsi impellente, facendo socchiudere ad entrambi
le labbra, coinvolgendo le loro lingue nel suo gioco insistente, facendo
aderire i due corpi sempre più caldi, finché, Sakuragi, con uno sforzo
immane, allontana Rukawa da sè.
Quando l’ umida schermaglia finì, li
lasciò, al solito, turbato uno e frustrato l’ altro.
>°-°< >°-°< >°-°<
Ormai Sakuragi aveva deciso. Glielo avrebbe
detto quel giorno. Impacchettò le ultime cose negli scatoloni presi al
supermercato e che poi Yohei avrebbe portato nella sua nuova casa col suo
motorino. Aveva anche già mandato l’ annuncio ad un giornale di annunci
economici, prima di cambiare idea.
"E’ meglio che mi sbrighi- si disse- se
arrivo con anche solo 5 minuti di ritardo, Kaede si preoccupa!" Sorrise
all’idea del suo volpacchiotto preoccupato. Del resto per mesi aveva temuto
che lui facesse dietro-front e tornasse in Irlanda, e doveva ammettere che
non lo aveva rassicurato poi tanto.......... se solo fosse riuscito a
superare quel blocco che gli impediva di fare l’ amore con lui........... ma
adesso sarebbe successo per forza, vivendo assieme........... in fin dei
conti ne aveva voglia anche lui, solo, gli sembrava ancora impossibile che
Kaede fosse davvero innamorato di lui, eppure, quante volte glielo aveva
dimostrato? "Maledetta la mia insicurezza!" Si disse chiudendo a chiave la
porta di casa. Il desiderio di avere qualcuno accanto, la felicità di aver
trovato quel qualcuno, erano stati troppo intensi ed improvvisi ed ora
temeva di perderlo. Non avrebbe potuto sopportarlo, e così, si rendeva
conto, sfuggiva quel passo che era l’ ultimo baluardo della sua autodifesa.
Cominciò a piovere.
-Miaaaaaaaaaaaaao- Un gatto? Dove? Vicino
al cassonetto della spazzatura vide uno scatoloncino con dentro un batuffolo
di pelo nero già fradicio e con due occhioni blu che somigliavano parecchio
a quelli che lui amava tanto.
-Ma chi è quella bestia che ti ha
abbandonato qui, così? Canaglia!- Disse recuperando la bestiola. Era tutta
pelo bagnato ed ossa.
-Kaede! Sono arrivato!- Cinguettò come un
usignolo entrando in casa.
-Perché ci hai messo tanto?- Arrivò dalle
scale la voce leggermente preoccupata.
-Per lui- Disse togliendo dalla giacca in
jeans il micetto.
Rukawa prese il gattino in mano e lo
guardò, mentre Sakuragi si toglieva scarpe e giacca.
-Non ti sei accorto che è una femmina?-
Chiese con un po’ di sufficienza.
-No-
-Idiota!- e gli sorrise. -Ora le do del
latte tiepido e prendo degli asciugamani per tutti e due- e sparì in cucina.
-Aggiungi dell’ acqua al latte!- Gli
raccomandò seguendolo in cucina.
-Come la chiamiamo?- Chiese accarezzando la
creaturina umida che si era tuffata nella ciotola con tanto di zampe
anteriori.
-Non lo so. Dici che possiamo tenerla?-
Rukawa si girò a guardarlo con un sorriso
caldo e luminoso. - Credi che qualcuno verrà a reclamarla?!- Chiese ironico
tornando a guardare la trovatella.
"Se quel sorriso è per effetto suo sono
quasi geloso!" Si ritrovò a pensare Sakuragi che restava sempre rapito dall’
espressione dolce che il suo ragazzo assumeva quando sorrideva.
-Dagli occhi direi che è incrociata con un
siamese, però è tutta nera, eccetto questa macchia marrone sulla
zampa...........-
-Nutella! E’ un bel nome per un gatto, non
ti sembra?"
-Hm.......... Nuel. E’ più corto, e ha le
stesse lettere di Nutella-
-Sempre il solito quando si tratta di tirar
fuori la voce!-
-E’ più facile, e più dolce, stupido!-
-Ok, allora, da oggi avrai due nuovi
inquilini, Kaede- Sakuragi sorrise all’ espressione stupita e felice di
Rukawa, che gli stava già buttando le braccia al collo.
(Nuel: Oooooooo si, Ru, mi daresti una
grrrrrattatina qui, per favore? Prrrrrrrrrrrrrrrr)
>°-°< >°-°< >°-°<
-Allora, la convivenza come va?-
-Credo si possa dire che prosegue tutto per
il meglio, ma sono solo due settimane! Comunque grazie per avermi aiutato
col trasloco-
-Figurati! Sono o non sono il tuo miglior
amico?! Ma, a parte questo, avete.......?-
-No..........-
-Senti, Hana’, non puoi continuare così.
Fare l’ amore non è mica la fine del mondo. E poi voi due vi amate! Non devi
avere paura, se no, alla lunga il vostro rapporto ne risentirà-
-Lo so- Sospirò. Doveva decidersi, lo
sapeva. Kaede era stato molto chiaro sin dall’ inizio, e già troppo
paziente, con lui.
-Hei là! State andando da qualche parte?-
La voce di Aruko li raggiunse squillante ed allegra.
-Ciao!- La salutarono.
-Aruko, ho trovato quei biglietti che mi
avevi chiesto per te e la tua amica, domani te li porto-
-WOW! Fantastico! Grazie Mito!-
Sakuragi sorrise nel veder avvampare il suo
amico quando Aruko gli buttò le braccia al collo e lo ringraziò con un bacio
sulla guancia. Si chiese quanto ci avrebbero messo prima di capire di essere
fatti l’ uno per l’ altra.
-Beh, io torno a casa, ho delle cose da
fare. Ci vediamo!- Li salutò all’ improvviso, correndo via. Sentì Mito
chiamarlo, ma voleva lasciarli soli. Dal momento che era domenica, avrebbero
potuto passare tutto il pomeriggio assieme. Lui, intanto, sarebbe tornato a
casa, a preparare qualcosa di buono con cui sorprendere Kaede quando sarebbe
tornato dal suo abituale allenamento domenicale.
La sorpresa, però, la trovò lui........
-Kaede, sei a casa?-
-Si, non mi piaceva l’ idea di lasciare
Nuel a casa tutta sola, è così piccola!- Gli sorrise.
-Tu non sai proprio fare a meno di
raccattare i randagi per strada, vero?- Perché- si chiese- queste parole gli
stringevano il petto?
-Guarda che l’ hai portata a casa tu!- Ma
appena finì di parlare, capì che non si riferiva al gatto.
-C’è qualcosa che non va, amore?- Lo
abbracciò protettivo come sempre, aspettando la risposta cullandolo tra le
braccia, come se quel movimento quasi ipnotico potesse sciogliere ogni
timore.
-Non dovresti essere così paziente con me!-
-Sciocco! Io ti amo-
Sakuragi lo abbracciò con tutta la sua
forza, tanto che, per un momento, temette di fargli male. Se solo avesse
potuto fondersi con lui, diventare una cosa sola............
-Amami!- Lo disse quasi con rabbia. -Voglio
fare l’ amore con te! Non permettermi più di tirarmi in dietro!- Lo guardò
dritto negli occhi, con i suoi velati di lacrime.
Rukawa lo guardava con un’ espressione
seria, pensando alle sue parole. Gli accarezzò il viso e Hana’ si appoggiò
alla sua mano, chiudendo gli occhi.
-No, Hana’. Non ti obbligherò mai a fare
qualcosa di cui non sei più che convinto. Quel giorno, a scuola, mi hai
chiesto di darti tempo e di fare le cose con calma, e io ti promisi che non
avremmo bruciato il nostro amore per ritrovarci solo con un pugno di cenere.
Non intendo rimangiarmi quelle parole-
-Ma io........ -
-No! Io non ho fretta, mi basta averti
vicino -
Rukawa mise la gattina nella cesta che
aveva preparato per lei e salì le scale, diretto alla loro stanza. Non
poteva negare che il rapporto che stavano vivendo fosse molto diverso da
come lo aveva immaginato: Hana’ non era solo il ragazzo rumoroso, ed
instancabile che appariva, era anche insicuro e fragile, aveva sofferto per
la scomparsa dei genitori e, per quanto lo desiderasse, temeva di stabilire
un vero rapporto. Quante volte in quei primi mesi avevano litigato fino
quasi a lasciarsi per i suoi atteggiamenti........... se non ci fosse stato
Mito a ricucire gli strappi, anche quando lui, ormai esausto, era pronto a
lasciarlo tornare in Irlanda dai cari zii e dalla cuginetta......... Finché,
una sera, non era andato da lui per fare pace e l’ aveva trovato a
singhiozzare seduto per terra, in cucina, col bollitore del the che
fischiava, dimenticato sul fornello. L’ aveva abbracciato, l’ aveva
consolato, e si erano parlati per ore ed ore. Si era ripromesso che non lo
avrebbe più lasciato solo, che avrebbe cancellato sofferenza e solitudine
dal suo cuore. Per questo gli aveva chiesto di andare a vivere con lui e di
allontanarsi da quella casa piena di ricordi tristi. Sapeva che gli sarebbe
costato, ma doveva dimostrare anche a se stesso di essere in grado di dare
un taglio al passato.
Sakuragi rimase a guardare Nuel
arrampicarsi fino al bordo della cesta e capitombolarne fuori, rialzarsi e
cominciare a camminare ed annusare in torno, con le zampine posteriori
ancora incerte che le davano un passo ondeggiante e buffo, e decise di
seguire il suo ragazzo di sopra.
Rukawa stava leggendo una rivista, sdraiato
sul letto, con le gambe accavallate e le cuffie sulle orecchie. Muoveva
distrattamente un piede, a ritmo della silenziosa musica che solo lui
ascoltava.
Sakuragi spense lo stereo, allora Kaede si
accorse di lui.
Lo guardò interrogativo. Hana’ gli tolse
gli auricolari e si sedette accanto a lui.
-E’ domenica, facciamo qualcosa assieme?-
-Cosa vuoi fare?- Gli chiese appoggiando la
rivista.
Hana’ si avvicinò per baciarlo. In breve si
ritrovò sdraiato sul letto, accanto a lui, impegnato a soddisfare le labbra
del suo ragazzo, che non gli lasciavano quasi il tempo di respirare.
-Voglio farlo sul serio, Kaede-
-Sicuro?-
-Si- Cominciò a sbottonargli la camicia.
Dalla finestra entrava la calda luce del pomeriggio per baciare, come aveva
fatto tante volte lui, quella pelle chiara che sbocciava dalla stoffa
morbida di un altro colore.
Rukawa lo aiutò a sfilare la maglietta,
accarezzandolo avidamente, scendendo a baciargli lo sterno, ad assaggiare un
capezzolo che si inturgidì tra le sue labbra. Quante volte, negli
spogliatoi, il suo Hana’ si metteva a girare a torso nudo, gonfiando il
petto, solo perché lui lo guardasse, e, sapendolo, lui lo accontentava
mangiandolo con gli occhi, pur sapendo che poi, a casa, non avrebbe avuto
nulla di quello che il suo ragazzo sembrava promettere.
Hana’ si mosse un po’ a disagio. Stava
cercando di sbottonare quei dannati pantaloni, ma le mani gli tremavano.
Rukawa gli sorrise e lo baciò sulla punta del naso, si inginocchiò sul
letto, davanti a lui e concluse l’ operazione iniziata dalla sua maldestra
metà. Rimase in boxer a farsi guardare, invertendo, per una volta, i ruoli
in quel gioco del desiderio.
Sollevato da quell’ attimo di pausa, Hana’
cominciò a sfilarsi i pantaloni.
-Perché in tutti quegli stupidi giornali
non parlano mai di rapporti fra due ragazzi?-
-Tu leggi quella roba?-
-Leggevo, comunque li leggono tutti!-
Sapeva che era assurdo parlare di cose simili in quel momento, ma parlare
gli faceva alleggerire la tensione.
-Amore, anche per me è la prima
volta......-
"In questo momento, non è molto consolante"
Non riuscì di impedirsi di pensare Hana’.
-........ diamo retta solo al nostro
istinto, ti va?-
Sakuragi assentì. D’ altra parte non poteva
fare altro.
Rukawa si abbassò di nuovo su di lui per
baciarlo. Fece vagare le mani sul suo corpo, su ogni millimetro che ormai
conosceva alla perfezione, ricevendo abbracci e baci. Era così bello quel
momento, di quel pomeriggio di una domenica qualsiasi ed assolutamente
unica.......... Cominciò ad accarezzargli l’ inguine, da sopra la stoffa di
quei ridicoli boxer con scritto "smile" in colori fluorescenti, che solo un
idiota, il suo idiota, poteva comprare.
Lo sentì gemere piano, inarcandosi contro
la sua mano che si faceva strada sotto quell’ elastico che era stato per
tanto tempo il confine di una terra straniera.
-Kaede.......- ansimò. Il suo fiato era
caldo.
-Si, amore- Ora sapeva che non si sarebbe
tirato in dietro, non l’ avrebbe fatto più.
Gli tolse i boxer, tolse anche i propri.
Nudi. Per la prima volta, completamente, sul loro letto, col respiro che
diventava più corto, con i brividi che correvano sulle schiene. "Finalmente"
Rukawa guardò il corpo ambrato che aveva
sognato ogni notte e desiderato ogni giorno, e che questa volta prometteva
di appartenergli. Guardò il viso arrossato che amava, su cui era impresso un
timido sorriso, su cui brillavano e tremavano due occhi di caramello fuso.
Lo baciò. Avrebbe potuto continuare a baciarlo per tutta la vita, ora che si
concedeva a lui. Stese la mano sulla sua erezione, accarezzandola col palmo,
passandoci i polpastrelli resi ruvidi da anni di incontri con la superficie
rugosa del pallone da basket.
E Hana’ finalmente gemeva di piacere,
arrossendo ancora di più, con gli occhi chiusi, con le mani che gli
artigliavano i fianchi.
Si sollevo sottraendosi al suo abbraccio,
Hana’ spalancò gli occhi per guardare cosa stesse facendo, le pupille
dilatate colpite dalla luce, li richiuse.
Guardò quel velluto rosso arruffato e vi
immerse le dita sottili, tirò qualche filo umido, avvicinandosi. Il profumo
che lo stava attirando verso la sua fonte lo inebriava, sentì la bocca
riempirsi di saliva........ desiderava sapere se il suo sapore era
irresistibile come il suo profumo.......... eppure, non si decideva a
prenderlo in bocca........... era così imbarazzante, ma era così invitante
quella punta carminio e lucida del desiderio del suo amato. Fece uscire la
lingua e lo leccò timidamente, come un bambino che assaggi un gelato dal
gusto mai provato. Hana’ gridò. Assaporò in bocca quel nuovo sapore.......
un po’ salato, con un retrogusto dolce....... strano........ Lo assaggiò di
nuovo, con una nuova leccata, più coraggiosa. Hana’ gridò di nuovo,
chiamandolo. "Buono" decise, e lo prese completamente in bocca.
Hanamichi sentì una scossa violenta
percorrergli tutto il corpo, istintivamente portò le mani sulla testa del
suo amante, che ora lo stava succhiando con piacere. Cominciò a muovere
piano il bacino, cercando di guadagnare qualche altro millimetro nella sua
bocca. Mai avrebbe creduto di poter provare qualcosa di simile, presto non
avrebbe più potuto resistere a quel trattamento.
-Kaede........ basta.....- Cercò di
avvertirlo.
Rukawa, però, era troppo preso dalla sua
nuova scoperta per ascoltare quell’ ennesimo gemito in cui era pronunciato
il suo nome per la millesima volta.
Sakuragi affondò le dita nei suoi capelli
con un gemito forte e roco, che lo lasciò senza fiato. Non era riuscito a
trattenersi oltre.
Rukawa non poté evitare di ritirarsi di
soprassalto, colto di sorpresa dal getto caldo che gli aveva colpito la
gola. Incredulo si coprì e labbra con una mano, ordinandosi di ingoiare
quella sostanza viscida e dal sapore forte che galleggiava nella sua bocca e
di guardare Hanamichi.
-Scusa- Si dissero entrambi.
Erano imbarazzati, ma contenti. Hanamichi
protese le braccia al suo ragazzo.
-Baciami- Gli chiese, voleva cancellare il
loro imbarazzo e proseguire quel nuovo viaggio.
-Ma......... non ti da fastidio?-
-Stupida volpe! E’ roba mia!-
Rukawa non poté fare a meno di ridacchiare
coprendo le labbra del suo ragazzo con le proprie. Con quel bacio lungo ed
appassionato ricominciò lo scambio di carezze ed abbracci.
-Prendimi, amore- Sussurrò all’ orecchio di
Rukawa, che non lo fece aspettare.
Fece scorrere una mano sulla sua schiena,
fino al sedere, cominciando a fare conoscenza con quella parte del suo
corpo. La sua mano memorizzò con lente carezze ogni millimetro di pelle
prima di cercare l’ ingresso al suo corpo. Quando lo trovò cominciò ad
accarezzarlo dolcemente, poi più insistentemente, stando attento alle sue
reazioni. Fece entrare piano una falange. Hanamici sospirò, un po’ a
disagio, ma gli fece un sorriso incoraggiante. Proseguì la sua esplorazione,
cominciando a muovere un il dito, incerto, sentendosi abbracciare
strettamente per i fianchi.
-Amore?-
-Tutto bene....... continua-
Cominciò a premere il secondo dito e
Sakuragi si puntellò sulle sue spalle, cercando di arretrare, forse non era
più tanto sicuro di volerlo fare.
Rukawa estrasse le dita e, appena Hana’ si
rilassò, lo penetrò con un colpo violento.
Hanamichi emise un grido muto, espellendo
tutta l’ aria che aveva nei polmoni. Si sentiva spaccare in due. Artigliò la
schiena di Kaede, che lo tratteneva con forza.
Si calmò, rallentando le contrazioni con
cui il suo corpo cercava di espellere l’ intruso.
-Scusa....... ma non sapevo come renderlo
più indolore-
-E lo chiami indolore!- Lo rimproverò
affettuosamente, con un filo di voce e gli occhi lucidi.
Kaede gli sorrise per chiedergli scusa e
Hana’ gli sorrise a sua volta.
-Riprendiamo?-
-Si amore-
Nuel era riuscita ad arrampicarsi su quell’
altissimo divano. Tutto in torno a lei c’era l’ odore dei suoi due papà
umani. Si acciambellò soddisfatta, ora sapeva di essere al sicuro e, facendo
le fusa, si addormentò.
Continua..........
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