Avvertenze! Come al solito i personaggi di Slam Dunk appartengono al mitico Takehiko Inoue e alla I.T.Planning Inc., tutti i diritti riservati, e alla Planet Manga per l'edizione italiana. Io non ci guadagno nulla yadda yadda yadda…

 

 


Fragole

di ria


 

"Mitsui..." la voce lo raggiunse, mentre era impegnato a baciare e mordicchiare la zona sensibile del collo.

"Mitsui!..." questa volta c'era più urgenza nel tono, sorrise tra sé era un invito ad accorciare i preliminari, sicuramente. Fece scivolare le mani lungo la schiena fin sotto l'elastico dei boxer e strinse possessivamente le natiche sode e muscolose.

"Mitsui, yamete!"

"Nani?!" venne allontanato bruscamente da quel corpo caldo e rimase a fissarlo a bocca aperta. Che cosa stava succedendo?

Kogure si aggiustò gli occhiali sul naso e si tirò su a sedere, abbottonandosi la camicia, con un'aria che non invitava per niente a continuare la loro schermaglia.

"Che cosa... c'è qualcosa... ho fatto qualcosa..." Mitsui si grattò la testa perplesso, Kogure era stato tutto il giorno piuttosto assente e distratto, in effetti era già da un mese che si comportava in quello strano modo. Non si era neanche ricordato del suo compleanno, non che lui ci tenesse, beninteso, era un tipo forte e indipendente e simile frivolezze le lasciava agli altri, ma pensava o almeno sperava che il suo Megane-kun se ne ricordasse!

"No, è tutto a posto, solo che... qui non mi va... potrebbe passare qualcuno…"

Mitsui si accese di rabbia, anche se razionalmente sapeva che Kogure aveva ragione, ma tutte le volte che le cose si facevano più serie, veniva immancabilmente fermato.

Scattò in piedi afferrandolo per le spalle e scotendolo violentemente. "Non ti stavo certo violentando, maledizione!"

"Lasciami!" ribatté con voce ferma Kogure, l'altro lo mollò come se si fosse scottato. "E' un po' che volevo dirti una cosa, ma tutte le volte che siamo soli mi salti addosso e non faccio in tempo a parlarti."

Mitsui si irrigidì e lo fissò quasi terrorizzato, Kogure era calmo e sereno come sempre, solo un po’ affannato. Che cosa voleva dirgli di così importante da interrompere le loro solite effusioni giornaliere, l’unico momento in cui riuscivano a ritagliarsi cinque minuti solo per loro, senza dover raccontare un cumulo di bugie, con il rischio continuo di venire scoperti? Che ne aveva abbastanza di lui? Che non voleva più vederlo? Si sentiva pronto a commettere qualche follia...

"... dato che non ci sono allenamenti..."

"Che cosa?"

"Non mi stai ascoltando!" si irritò. Kogure sapeva di essere il classico tipo calmo e tranquillo, bravo a scuola e sempre educato con tutti, non ci poteva fare nulla era il suo carattere, e la gente spesso tendeva a dimenticare che dietro la sua aria gentile c’era un carattere d’acciaio e una volontà di ferro. Quella testa dura pensava fosse facile per lui respingerlo tutte le volte che le cose si facevano un pochino più calde? Quando avrebbe dato chissà che cosa per andare fino in fondo?

Forse però era lui che si faceva troppe illusioni e magari a Mitsui non gliene importava più di tanto e lo considerava soltanto un altro tipo di ginnastica o un passatempo piacevole in attesa del grande amore. L’ultimo pensiero da solo, bastava a spezzargli il cuore.

Da qualche tempo non faceva che pensare che non avevano mai parlato dei loro sentimenti, era dato tutto per scontato…

"Lascia perdere, ci vediamo dopo." quella volta Mitsui lo aveva veramente seccato, forse non era ancora arrivato il momento o forse non sarebbe mai arrivato.

"Aspetta!" Mitsui lo agguantò per un braccio e lo voltò per fissarlo dritto negli occhi. Da quello che conosceva di lui poteva dire che Kogure era arrabbiato, arrabbiato sul serio, ma anche lui lo era, ed era anche furioso e impaurito "Se vuoi smetterla, ti conviene dirmelo subito e non continuare a rimandare come hai fatto in quest'ultimo mese!" lo aggredì, non avrebbe resistito l'attesa di sapere qual'era la sua sorte. Forse aveva sbagliato lui, lo aveva quasi costretto a prendere coscienza dell’essere attratto da un altro ragazzo… e forse adesso Kogure ci stava ripensando.

"Che cosa!?"

"E' così, vero? Non hai il coraggio di dirmelo, ma è così..." aveva ricominciato a scuoterlo.

"Io..."

"Sei sempre così gentile, così educato…" lo scimmiottò, "…e non sapevi come fare, vero? Vero!? VERO?!!"

"Baka yarou! Ti volevo solo chiedere se volevi venire a passare qualche giorno con me dai miei nonni in campagna e non sapevo come l'avresti presa!" gli sibilò in risposta, liberandosi dalla stretta, "Ma è meglio lasciar perdere visto che sei così ottuso! Ero convinto che..." strinse le labbra con stizza e senza più una parola lo piantò in asso negli spogliatoi.

Quel cretino! E lui che si faceva dei problemi pensando ai loro sentimenti!

Si scontrò con Sakuragi che stava entrando in palestra.

"Ehi Megane-kun, cosa ci fai ancora qui? Dove vai così in fretta?"

"Stai zitto Sakuragi!" gli ringhiò contro, lasciandolo a bocca aperta dallo stupore e continuò a passi sostenuti verso l'uscita.

“Micchy  che cosa è successo? Avete litigato?"

"Lascia perdere scimmia rossa!" lo rimbeccò correndo dietro a Kogure.

"Che cosa succede?" chiese Rukawa arrivando alle spalle di Sakuragi.

"Guai in paradiso." gli rispose.

Rukawa lo abbracciò e gli depositò un bacio leggero sull'orecchio.

"Smettila, kitsune, qualcuno ci potrebbe vedere!"

"Hn."

"Non vorrai rovinare la nostra reputazione?!"

"Hn."

"E poi questa è la fic di Mitsui e Kogure."

"Allora vieni!" rientrò di corsa negli spogliatoi, tirandosi dietro un Sakuragi con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

"Kogure, Kogure! Aspettami!" stava dando spettacolo davanti all'intera scuola ma non gliene importava, questa volta l'aveva proprio combinata grossa.

"Ehi, come, come… il grande Mitsui, che corre dietro a qualcuno!" lo apostrofò Miyagi.

"Ryota, un giorno o l'altro io..."

"Ricordati che ti ho già spaccato due denti!"

"E io ti ho mandato all'ospedale! Toh, guarda c'è Ayako!"

"Dove?! Dove?! Aya-chaaan!"

Mitsui continuò a correre, quattr'occhi era talmente arrabbiato che si era dimenticato anche la cartella, un'ottima scusa per andarlo a cercare a casa.

 

***

 

"Kiminobu?" sua madre bussò leggermente alla porta della camera.

"Che cosa c'è?" non alzò neanche la testa da libro di esercizi di inglese.

"C'è Mitsui, ti ha riportato la cartella."

"Sto studiando, non voglio essere disturbato." Rispose cercando di controllare la rabbia nella voce, tentativo peraltro non riuscito.

"Kiminobu..." lo ammonì sua madre "... non avrete mica litigato? Lo faccio salire..."

"No!" ma ormai era tardi, Mitsui stava già entrando con circospezione.

"Ciao..." mormorò esitante, chiudendosi la porta alle spalle. Fissò la schiena rigida di Kogure, seduto alla scrivania. Non prometteva niente di buono, se prima aveva sbagliato a pensare che volesse lasciarlo, adesso dopo quella scenata, aveva paura che quattr’occhi avesse cambiato idea.

"Kogure..." non sapeva se avvicinarsi oppure rimanere a debita distanza, non lo aveva mai visto così freddo nei suoi confronti. Respirò profondamente e si andò a sedere sul letto per non rimanere come un idiota in mezzo alla stanza.

"Che cosa vuoi Mitsui? 

"Kogure..."

"Sto studiando..." rispose con voce fredda, non voltandosi neanche a guardarlo. Anche perché, contrariamente al suo carattere pacifico, aveva la netta impressione che, se solo lo avesse visto, lo avrebbe picchiato.

Mitsui si morse il labbro, disperato. L’atmosfera era gelida. Non osava avvicinarsi a lui. "Sarei molto onorato di venire con te dai tuoi nonni." lo vide irrigidirsi e la matita che teneva in mano si spezzò in due.

"Sei uno stupido, Mitsui!"

"Lo so." ammise senza vergogna, almeno aveva suscitato una qualche reazione. Si alzò e gli arrivò alle spalle, abbracciandolo, affondando il viso nell’incavo del collo, rischiando il tutto per tutto. Kogure era ancora rigido, ma perlomeno non lo aveva allontanato in malo modo. Gli appoggiò il mento su una spalla.

"Non mi importa se vuoi venire oppure no... " voltò appena la testa a guardarlo, le labbra ad un soffio da quelle di Mitsui "... ma che tu pensi che io... io non voglia più vederti... beh!" la voce si incrinò.

"Gomen nasai..." gli soffiò sulle labbra, scese sul collo a depositarci un bacio leggero di scusa, sentendolo rabbrividire.

"Ti sei comportato in modo strano ultimamente, ho avuto paura che..."

"Che cosa? Che non volessi più vederti? Sono tre anni ormai che sei la mia ossessione!" si lasciò scappare, ma Mitsui concentrato nel chiedergli scusa parve non accorgersene "Non pensi che te lo avrei detto chiaramente?"

"E’ già difficile comportarsi nel modo giusto con una ragazza, figurati con un ragazzo! Cioè… Aspetta!! Non ti offendere… non volevo dire che…" lo prevenne Mitsui, vedendolo agitarsi "… non mi sto lamentando. Ma… sei sempre così gentile con tutti, Megane-kun che ho pensato... che forse avevi paura di ferirmi e non sapevi come dirmelo..."

"Sei ancora più stupido di come immaginassi!"

Mitsui incassò senza battere ciglio, che lo insultasse pure, non gli importava, l'importante era che erano ancora insieme... "Allora quando si parte?" scherzò.

Kogure lo fissò con sospetto "Pensi di riuscire a farti perdonare tutto così facilmente?"

"Lo sai che non sei capace di tenermi il muso." gli posò un bacio leggero sulla guancia e Kogure si alzò, sciogliendosi dall’abbraccio.

"Già. Questo però non significa che io voglia ancora portarti dai miei nonni!" ribatté ostinato, qualcuno doveva pur dargli una lezione. Mitsui lo sorprese inginocchiandosi di fronte a lui e prendendogli le mani.

"Ti chiedo scusa, Kiminobu-kun." lo fissò dritto negli occhi, lo aveva  sorpreso, si vedeva chiaramente.

Kogure cercò di rimanere serio, ma era troppo ridicolo vederlo inginocchiato come un cavaliere del Medio Evo e gli scappò da ridere.

"Sei proprio un teppista, ma è vero, non riesco a restare arrabbiato con te."

Mitsui ricambiò il sorriso, avrebbe voluto anche baciarlo, ma con la madre di Kogure al piano di sotto non potevano lasciarsi andare, anche se alcuni dei loro amici sapevano di loro due, con i loro genitori non avevano ancora parlato. Avevano dei problemi a parlarne tra loro, figuriamoci con i parenti!

"Allora... per questo famoso viaggio..." lo interrogò incuriosito, era la prima volta che Kogure prendeva l'iniziativa di fare qualcosa, di solito era sempre lui che gli chiedeva di andare a mangiare un gelato o di andare al cinema le rare volte che non avevano gli allenamenti.

"Sai... visto che non ti ho fatto regali per il compleanno..."

Mitsui fece una smorfia.

"Guarda che so benissimo che hai fatto gli anni il 22 maggio, ma per il mio regalo dovrai aspettare ancora un pochino..." lo prese in giro Kogure "Tirati su, cominci a sembrare ridicolo."

"E io che pensavo fosse una cosa romantica che ti toccasse il cuore." si lamentò alzandosi in piedi.

"Lo è stata..." aveva voglia di abbracciarlo, ma non sapeva bene cosa fare, "Se vuoi sempre venire… Si parte dopo domani, per un intero week-end."

"E sarebbe il mio regalo?" indagò con un sorriso malizioso.

"No. Quello è una sorpresa." rispose arrossendo, al pensiero di quello che aveva organizzato. Ce l’avrebbe fatta a portare a termine il suo piano? Era quello che lo preoccupava, adesso che aveva attirato la sua preda "Adesso andiamo, mia madre si starà sicuramente preoccupando per il nostro litigio."

Mitsui lo bloccò sulla porta e gli rubò un bacio che lo lasciò senza fiato, prima di uscire ridendo, inseguito dalle sue imprecazioni soffocate.

 

***

 

Mitsui alzò una mano per schermarsi gli occhi dal sole "E' fantastico qui, Megane-kun!"

"Lo so, soprattutto d'estate." Le dolci colline ricoperte di verde, i ruscelli scintillanti, le poche case, sembrava impossibile che fossero a così poca distanza dalla città.

Erano entrambi in pantaloncini e a torso nudo che toglievano le erbacce nell'orto dietro la casa dei nonni di Kogure. Appena arrivati, avevano trovato subito qualcosa da fare.

"I tuoi nonni sono proprio simpatici."

"Arigatou, anche tu gli sei piaciuto subito."

"Come fai a dirlo?" si girò a guardarlo sorridendo, era una sensazione stupenda avvertire il calore del sole e la carezza del vento sulla pelle, il massimo poi era che avrebbero dormito tutti e due nella vecchia camera di Kogure. Si sentì attraversare da un brivido, se Kogure aveva pianificato tutto ed era questo il suo regalo, non poteva essere più felice di così.

“Ci ha messo subito a zappare l’orto! E poi…beh, gli avevo già parlato di te..." ammise arrossendo leggermente "... e poi il nonno mi ha detto di farti vedere le fragole..."

Mitsui lo fissò interrogativo e Kogure scoppiò a ridere "Vieni, baka!" gli afferrò la mano e se lo trascinò dietro fino ad una piccola recinzione.

"Questo è l'orgoglio di mio nonno." proclamò fiero. C'erano piccole file ordinate di piantine e tra le foglie verdi si vedevano spuntare delle fragole enormi e rosse.

"Vieni."

"Che cosa fai?!" gli urlò quando lo vide entrare e camminare tranquillamente tra le fragole.

"Mitsui, rilassati, le fragole sono fatte apposta per essere mangiate." Lo prese in giro, ne staccò una enorme e perfetta e le diede un morso, chiuse gli occhi con aria voluttuosa, era dolcissima. Aprì gli occhi e fissò Mitsui, che era rimasto fuori dal cancello, leccandosi il succo dalle dita. Lo vide mordersi le labbra e sorrise tra sè. Bene, il piano stava funzionando alla perfezione. Prese un altra fragola e questa volta un po' di succo gli colò sul mento e poi sul petto, lasciando una scia rosata e dolce.

Mitsui non resistette più, prima di cominciare a perdere sangue dal naso, doveva fare qualcosa, se il piccolo Megane-kun non la smetteva di provocarlo in quel modo avrebbe fatto qualcosa di drastico, tipo afferrarlo e schiacciarlo tra le fragole, dando sfogo ai suoi istinti. Gli si avvicinò lentamente, ipnotizzato dalle gocce di succo sulla sua pelle. Si chinò come in trance e cominciò a leccare quelle sul petto, assaggiando anche la sua pelle.

Kogure trattenne il fiato di colpo, la lingua di Mitsui che leccava delicata la sua pelle, gli metteva i brividi giù per la schiena.

Mitsui risalì lentamente, stando ben attento a non perderne neanche una, era un sapore più inebriante del sakè, che aveva bevuto una volta, nel suo passato di gangster giovanile. Arrivò sul mento e si avvicinò lentamente alle labbra. Leccò il succo che era rimasto lì, sempre guardando Kogure negli occhi. Poi prese una fragola, se la mise tra le labbra e Kogure alzò il viso per baciarlo. Il sapore dolcissimo gli esplose in bocca, misto a quello del suo amico, mentre le lingue si incontravano e si sfioravano, duellando poi appassionate e tutti i suoi sensi erano inondati dal profumo, dalla consistenza, dal sapore delle fragole.

"Kiminobu-kun, Mitsui-san, la cena è pronta!" l'urlo li separò bruscamente, cercarono di ricomporsi prima che arrivasse la nonna di Kogure e li sorprendesse in un atteggiamento un po' più che amichevole nel bel mezzo di un campo di fragole.

"Si... si nonna..." squittì Kogure, cercando di schiarirsi la voce e calmarsi un attimo, Mitsui si era voltato di schiena e stava rischiando di morire soffocato dalle risate.

"Raccogli qualche fragola prima di venire e sbrigatevi!"

"Si..."

"Megane-kun... sei un piccolo provocatore, lo sai?" scherzò Mitsui, cercava di respirare profondamente per tenere sotto controllo l'eccitazione, se non li avessero interrotti non sapeva fino a che punto sarebbero arrivati.

"Mitsui..."

"Forza, sbrighiamoci o ci verranno a cercare un'altra volta..." sorrise diabolico "... vuol dire che finiremo più tardi il discorso..."

Kogure divenne rosso come le fragole che stava raccogliendo.

"Io..."

"Scherzavo, Megane-kun... non ti preoccupare..." lo rassicurò, battendogli  una mano sulla spalla. "Dai, ti aiuto, così facciamo prima..." si chinò a raccogliere le fragole, perdendosi lo sguardo deciso che Kogure gli aveva lanciato.

 

***

 

"Era veramente tutto buonissimo, signora." si complimentò Mitsui a fine cena, aveva spazzolato tutto senza complimenti, messo a suo agio dall'atmosfera calda e accogliente di quella casa, in perfetto stile tradizionale.

"Arigatou gozaimasu, Mitsui-san."

"E' un piacere vedere dei ragazzi mangiare con un sano appetito." commentò il nonno di Kogure, Mitsui arrossì e Kogure si schiarì la voce, cercando di soffocare la risata.

"Ti aiutiamo, nonna."

"No, andate pure."

"Ci sediamo un po' sul portico a prendere il fresco." Kogure si alzò e Mitsui lo seguì.

Una volta fuori si sedettero sugli scalini di legno che portavano al giardino zen sul retro, appoggiandosi alle colonne del portico.

Mitsui respirò profondamente, non c'era odore di smog, ma solo di erba appena tagliata, di fiori e della cucina fantastica della nonna di Kogure, si sentivano solo il canto dei grilli, lo scorrere dell'acqua e il brusio leggero di voci: "Che pace..."

"Già, non è troppo tranquillo, per te?" gli chiese Kogure, abbracciandosi le ginocchia.

"Stai scherzando! Comunque ho capito perché sei un tipo così pacifico..." lo prese in giro.

"Che cosa! Guarda che sono le acque chete quelle che fanno i maggiori danni."

"Umphf... devo avere ancora le prove." si voltò a sorridergli e poi rimasero in silenzio, godendosi semplicemente la pace della sera e la reciproca compagnia, non sentendo il bisogno di riempire quel silenzio confortevole con parole.

"Kiminobu, Mitsui-san, noi andiamo a dormire, oyasumi nasai." gli augurò sua nonna, facendo capolino dalla porta scorrevole.

"Oyasumi nasai."

Mitsui osservò attentamente i nonni di Kogure ritirarsi e quando fu ben sicuro che erano rimasti soli, gli passò un braccio attorno alle spalle e lo attirò a sé, facendogli appoggiare la schiena al suo petto.

"Adesso è veramente tutto perfetto." commentò con soddisfazione, abbracciandolo stretto, "Non avresti potuto farmi un regalo più bello per il mio compleanno, Megane-kun."

"Beh... veramente il regalo non sarebbe proprio questo... e poi da quando sei diventato così tenerone?" ridacchiò, sistemandosi meglio nel suo abbraccio e appoggiandogli la testa sulla spalla.

"Da quando si dà il caso che un certo quattr'occhi di mia conoscenza mi fa le prediche tutte le volte che faccio qualcosa di sbagliato!" gli morse scherzosamente un orecchio.

"Ite!"

"E poi come sarebbe a dire che questo non è il mio regalo? Megane-kun  ricordati bene che siamo studenti, non abbiamo un soldo e io non ho intenzione di firmare cambiali per comprarti il regalo!"

"Niente di così preoccupante, il regalo lo riceverai dopo."

"Megane-kun, che cosa mi stai nascondendo?"

"Niente... come potrei, io sono l'ingenuo e il buon samaritano della squadra!" il sarcasmo era evidente anche alle orecchie di Mitsui.

"Kogure..."

"Lascia stare, Micchy."

"Grr! Non chiamarmi in quel modo, lo sai che non lo sopporto! C'è già Sakuragi che lo fa per darmi sui nervi." lo strinse più forte e poi gli sussurrò all'orecchio malizioso, "Pomiciamo un po' sul portico?"

"Mitsui!..."

"Non capita tutti i giorni che possiamo stare tranquilli all'aperto." Si giustificò un po’ imbarazzato.

"Sei il solito mania...!" il resto lo pronunciò direttamente nella bocca di Mitsui, che lo aveva zittito nel miglior modo che conosceva. Kogure si girò nel suo abbraccio e gli passò le braccia intorno al collo. Aprì le labbra alla pressione esigente della lingua di Mitsui e rispose con uguale ardore.

Era ancora un po' timido quando doveva baciarlo con la lingua, era quanto di più intimo avesse mai provato, ma Mitsui gli aveva insegnato con pazienza e passione e c’era quel qualcosa di elettrizzante che gli percorreva il corpo ogni volta che le loro labbra si univano a cui adesso non riusciva proprio a rinunciare.

Tornò alla realtà quando lo sentì armeggiare con i bottoni della camicia, lo fermò bruscamente e si staccò dalla sua bocca ansimando. Mitsui respirò profondamente, rassegnato, appoggiò la fronte a quella di Kogure, fissandolo negli occhi.

"Va tutto bene, Kogure, scusami, ma quando cominciamo a baciarci così non capisco più niente... sarà meglio andare a letto...oops a dormire cioè..."

"Era ora che me lo proponessi!"

Mitsui rimase a fissarlo incredulo a bocca spalancata. Aveva capito male. Doveva aver capito male. Aveva sicuramente capito male. Ma lo sguardo negli occhi di Kogure gli faceva intendere che aveva capito benissimo.

"Chiudi la bocca o entreranno le mosche." Scherzò divertito Kogure, anche se dentro era una gelatina tremante. Lo prese per mano e lo trascinò al primo piano, dove c'era la sua camera.

"Kogure..." balbettò Mitsui, non si era ancora reso conto di quello che stava succedendo.

"Mi dispiace, ma dovremo fare piano, anche se la camera dei nonni è dall'altra parte della casa al piano di sotto..." chiuse la porta e si voltò a fissarlo nell'oscurità, illuminata solo dalla luce della luna.

"Kogure..."

"... e non vorrei metterli in imbarazzo, sai..." continuò in tono discorsivo mentre cominciava a slacciargli la camicia con mani tremanti. Era una fortuna che Mitsui fosse così imbambolato, altrimenti non avrebbe trovato il coraggio di continuare.

"Kogure... mi sono addormentato, vero?..."

"No, questo è il tuo regalo di compleanno..." si fermò un attimo incerto a fissarlo "... cioè sono io il tuo regalo... ti dispiace?..."

Per tutta risposta lo afferrò e lo schiacciò contro la parete, cominciando a baciarlo con avidità, la lingua che danzava frenetica nella bocca di Kogure rubandogli il respiro. Le mani erano impegnate a levare di mezzo qualsiasi ostacolo si frapponesse tra lui e quella pelle calda. Si separarono per riprendere fiato.

"Ti sembra che mi dispiaccia?" ansimò e lo fissò intensamente.

"Mi pare di no... ma forse dovresti convincermi del tutto..."

"Non chiedo di meglio..." ricominciò a baciarlo, sfilandogli la camicia dalle spalle e passando ad armeggiare con i pantaloni.

"Aspetta, faccio io..."

"Non ci provare neanche!" lo minacciò serio, allontanandogli le mani, "Sei il mio regalo e come tale ho il diritto di scartarti!" rallentò quel tanto che bastava a riuscire ad aprire la cerniera, continuando però a baciargli il collo e fargli emettere una serie di gemiti che facevano aumentare la sua temperatura di parecchi gradi. Gli fece scivolare i pantaloni dalle gambe e si ritrovò in ginocchio a fissare con adorazione il corpo pallido e sottile di Kogure, coperto solo da un paio di boxer bianchi che rivelavano in pieno la sua eccitazione.

"Kogure?"

"Si?"

"Sei sicuro?"

"Si!"

"Assolutamente sicuro?" Adesso che era arrivato il momento che aspettava da mesi, improvvisamente si sentiva incerto.

"Ne sono certo!" si inginocchiò anche lui davanti a Mitsui e gli prese il viso tra le mani:"Di che cosa hai paura Mitsui?"

"Io..." si morse le labbra impacciato, aveva un gran bisogno di dirgli quello che provava, ma non avrebbe mai pensato di sentirsi così, "...io non potrò più lasciarti andare dopo questo!" sussurrò d'un fiato, "Lo capisci? Neanche adesso ci riuscirei, per la verità." sorrise ironico verso se stesso, "Due anni fa ero così confuso e arrabbiato con il mondo intero e non pensavo a niente, solo che non avrei più potuto giocare a basket, ma adesso... Adesso è diverso..."

"Mitsui... io non pensavo che..." deglutì a fatica. Non era un piagnucolone, ma non era una cosa da tutti i giorni che Mitsui si aprisse così con lui, svelandogli il suo cuore. Sorrise emozionato, ricordandosi di essere quasi nudo, cercò di buttarla sul ridere, "Perchè indossi più vestiti di me?"

"Nani!?" sussurrò oltraggiato, cercava di fare un discorso serio e quel piccolo... poi lo sguardo dolce di Kogure superò la barriera del suo risentimento. Non aveva bisogno di parole con lui, non ne aveva mai avuto del resto…

Ghignò malefico. "Perché ero troppo impegnato a scartare il mio regalo." gli appoggiò leggera una mano sulla guancia e cominciò a farla scorrere seguendo la linea del collo, della clavicola, della spalla, scivolando sul petto e sfiorando casualmente un capezzolo, che si inturgidì subito, mentre Kogure tratteneva il fiato, fino ad arrivare all'elastico dei boxer, fermandosi tentatrice.

"Mitsui..."

Gli sorrise sensuale "Spogliami, quattr'occhi..." gli sussurrò, leccandogli l'orecchio e mordendo piano il padiglione. Kogure gemette un'altra volta e chiuse gli occhi, ignaro dello sguardo soddisfatto che aveva attraversato gli occhi di Mitsui, nel vederlo così vulnerabile ed eccitato.

"Io..."

"Che c'è?" gli chiese continuando a stuzzicargli l'orecchio "Non ti piace?"

"Si..."

"E questo?" fece scivolare le labbra fino al collo e succhiò piano.

"Ah... Mi... Mitsui..." riaprì gli occhi e fissò lo sguardo annebbiato sull'amico, Mitsui sorrideva soddisfatto con uno scintillio diabolico negli occhi. Alzò lentamente le mani e cominciò a sbottonargli la camicia, era ora che assaggiasse un po' della sua stessa medicina. Aveva una vaga idea di quello che accadeva, ma adesso era tutto chiaro! Bastava seguire fedelmente quello che gli aveva appena fatto Mitsui. Gli aveva insegnato a baciare, ora gli avrebbe insegnato anche il resto. Aprì i lembi della camicia e rimase un attimo a fissarlo incantato.

"E allora?" lo incitò Mitsui, "Non sai cosa fare quattr'occhi?"

"Senti teppista, sono sempre stato un ragazzo intelligente, quello che non so lo imparo in fretta." si chinò all'improvviso a succhiargli un capezzolo e Mitsui gemette colto alla sprovvista, affondandogli le mani nei capelli scuri e tenendogli la testa premuta sul petto.

"Kami-sama... Kogure... non fermarti..."

Kogure alzò la testa, rosso in viso dall'imbarazzo e dall'eccitazione, "Mi sono sempre piaciute le fragole e questi..." gli sfiorò con un dito i capezzoli, "... sono le fragole più gustose di tutte!"

"Baka!" gli afferrò la nuca e girandosi lo spinse sul futon finendogli sopra e chiudendogli la bocca con un tenero bacio.

Kogure ne approfittò per fargli scivolare la camicia dalle spalle e iniziò a trafficare con i pantaloni.

"Sei impaziente, quattr'occhi!"

"Tanto quanto te." lo fissò intensamente. Il viso arrossato di Mitsui incombeva sul suo, con un'espressione fiera e appassionata, non c'erano state dichiarazioni, ma per lui quello che gli aveva detto poco prima valeva più di mille altre parole. Allora non era tutto scontato…

Mitsui gli posò un bacio leggero sulle labbra e poi gli tolse gli occhiali, "Sono sempre in mezzo quando ti voglio baciare."

"Ma... così non vedo niente..."

"Non ho intenzione di allontanarmi più di un millimetro da te!" riprese a baciarlo, come se non ne avesse mai abbastanza della sua bocca, come se i suoi baci potessero comunicargli tutto quello che non gli aveva detto a parole.

"Che ne dici di metterci più comodi?" gli propose quando ripresero fiato.

Kogure arrossì, rimase un attimo incerto quando lo vide spogliarsi completamente, rimanendo nudo ed eccitato di fronte a lui e poi si risolse a togliersi i boxer.

"Mitsui... io... volevo..." si interruppe, come faceva a dirgli una cosa simile senza morire d'imbarazzo.

"Vieni Megane-kun." lo fece sdraiare sul futon e si stese accanto a lui.

"Io... non l'ho mai fatto prima..." sussurrò tutto d'un fiato.

Mitsui interruppe le sue carezze e lo fissò serio, "E' un grande onore per me, Kogure... e anche una responsabilità."

"Perché?"

"Perché deve essere tutto perfetto la prima volta." si morse il labbro, "Io non posso farti un dono simile Kogure." l'espressione era amara. Non aveva mai rimpianto tanto come in quel momento la perdita della verginità. L’aveva solo fatto per sentirsi ‘uomo’, non gli importava assolutamente nulla della ragazza che era con lui. E adesso si rendeva conto dell’abisso di differenza che separava la sua passata esperienza sessuale con quello che stava succedendo in quel momento.

Kogure gli accarezzò una guancia: "Ma questo è il tuo compleanno." Cercò di farlo ridere senza successo. Allora lo attirò a sé, stringendolo con tutte le sue forze, lasciandosi schiacciare dal suo peso e trovando molto eccitante il contatto tra i loro due corpi, lo sfregare intenso ed elettrizzante delle loro virilità.

"Kogure io..."

"E’ la prima volta con me, quindi adesso basta parlare." lo baciò con ardore, sperando che Mitsui avrebbe capito e lasciato da parte tutti i pensieri tristi. Non gli importava se non era la sua prima volta, era con lui e solo questo contava.

Mitsui gli rispose nell’unico modo in cui riusciva a pensare in quel momento, baciandolo con disperazione, divorandogli la bocca e passandogli frenetico le mani su tutto il corpo, fermandosi sui fianchi ossuti. Si sollevò su un gomito a fissare il suo amante. Rabbrividì felice, era strano chiamare Kogure in quel modo, eppure descriveva esattamente ciò che sentiva.

Sorrise, Kogure teneva gli occhi chiusi, un sorriso di beatitudine sul volto.

Gli baciò il collo, le spalle, scese più giù, stuzzicando i piccoli capezzoli piatti e fermandosi a solleticargli l'ombelico con la lingua, facendolo squittire e contorcere sotto di sé.

"Yamete!" gli sibilò tra le risate.

"Ti arrendi?" lo sfidò, ricominciando a stuzzicarlo

"Si! Si! Basta!" implorò, cercando di soffocare le risa.

Mitsui sorrise malizioso e scivolò ancora più in basso, "Adesso arriva il bello..." mormorò. Si fermò un attimo incerto. Avrebbe spaventato e sconvolto Kogure? Ma poi allontanò quel pensiero, gli aveva detto che era il suo regalo per cui poteva fare ciò che voleva. Lentamente con esitazione accarezzò la virilità eretta di Kogure, facendolo trasalire.

"Mitsui!..."

"Va tutto bene, quattr'occhi. Ti fidi di me, vero?"

"Hai..."

Mitsui si chinò su di lui e deglutì. Ne aveva solo sentito parlare e adesso? A titolo di prova leccò una goccia di liquido perlato che si era formata sulla punta del membro. Il corpo di Kogure sussultò come attraversato dalla corrente elettrica e anche lui dovette stringere i denti per tenere a freno la propria eccitazione.

"Mitsui... che stai facendo..."

Lui alzò gli occhi e lo guardò divertito. Kogure si era sollevato sui gomiti, in modo da poter vedere tutto, curioso come sempre.

"Beh, volgarmente si chiama pompino..." specificò in tono didattico, "... ma pensavo che alla tua età, lo sapessi!"

"Mitsui!" esclamò indignato, ma l'urlo si trasformò in un gemito di piacere, quando la bocca di Mitsui lo avvolse completamente e iniziò un lento e metodico lavoro di suzione. Gli infilò le mani nei capelli per tenerlo fermo e far sì che quella piacevole tortura non potesse smettere.

Mitsui non aveva alcuna intenzione di smettere, era concentrato a far sì che il suo compagno traesse il maggior piacere da tutto questo. Per fortuna che Kogure era di dimensioni medie, pensò con ironia, non gli faceva neanche schifo, gli era venuto quasi naturale.

"Mitsui..." Lo ignorò, i gemiti che gli uscivano dalle labbra provavano che stava godendo di quel trattamento, "Mitsui!... Mitsui!... Anch'io..." sollevò la testa a fissarlo e Kogure respirò profondamente per riuscire a parlare, "... anch'io voglio... farlo a te..."

Mitsui trattenne il fiato sorpreso ed eccitato, ma non obiettò. Si girò in modo da lasciare libero accesso a Kogure e ritornò con entusiasmo al suo compito. Entusiasmo che raggiunse livelli celestiali non appena avvertì la bocca calda e umida di Kogure chiudersi su di lui. Mugulò indistinto e aumentò il ritmo, subito imitato dal compagno.

"Kogure... sono quasi al limite... Smetti... ah! Ti verrò... in bocca... ah!" per tutta risposta Kogure succhiò più forte, l'inesperienza compensata dall'avidità, aveva ormai superato ogni imbarazzo. All'inizio non aveva saputo come fare, tutte le volte che involontariamente Mitsui spingeva i fianchi in avanti, lo sentiva battere in gola e rischiava di soffocare, ma la sensazione era passata presto e si era abituato alle dimensioni ragguardevoli di Mitsui. Non avrebbe mai pensato che fosse così dotato, non gli era sembrato, le volte che lo aveva visto nudo nelle docce, ma un conto era vederlo a riposo, un altro nel pieno della forza, si disse con ironia.

Inoltre era un ottimo sistema per soffocare i gemiti reciproci!

Sentì Mitsui irrigidirsi e gemere più forte, lasciandolo andare, e la sua gola fu inondata da un getto caldo di seme, non sapendo che altro fare inghiottì. Non era spiacevole, solo... un po' strano. Continuò a succhiare avido finché non lo ebbe svuotato, poi si arrampicò di nuovo al suo fianco e gli appoggiò la testa sulla spalla, cercando di riprendere fiato.

Mitsui si volse verso di lui, l'espressione rilassata ed estatica, ma poi una ruga gli corrugò la fronte "Megane-kun... mi dispiace... tu... non sei venuto... io... sono un idiota... io..."

"Smettila! Te l'ho già detto è il tuo compleanno." si sporse a baciarlo.

"Non è così che volevo che andassero le cose." ricambiò il bacio con gratitudine. Si sarebbe ricordato di quel compleanno per tutta la vita.

"Neanch'io per la verità..."

"Cosa..." Mitsui si incupì. "Hai ragione, la tua prima volta e io ho pensato solo a me stesso..."

"La vuoi smettere Mitsui! Veramente pensavo a qualcos'altro!" con uno scintillio malizioso negli occhi estrasse da sotto il cuscino un tubetto di lubrificante.

Mitsui si sentì arrossire fino alla punta delle orecchie e non poteva farci niente, non riusciva neanche a fissare Kogure negli occhi... anche perché ci aveva pensato spesso anche lui, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiedere… e adesso quel ragazzo impossibilmente dolce e gentile, gli dava tutto senza che lui avesse bisogno di chiedere nulla

"Ko... Kogure!"

"Si?"

"Sei... sei..."

"Il tuo amante? Certo, lo sono appena diventato!" lo prese in giro.

"Io... aspetta un attimo, ok?"

"Perché?"

"Io... ecco... non sono... pronto..."

"Non sei pronto?" si chinò improvvisamente su di lui, ma non fece in tempo neanche ad avvicinarsi che fu ben chiaro ad entrambi che era di nuovo più che pronto!

"Io non direi!" osservò clinicamente, ammirando compiaciuto il risultato, aprì il tubetto e cosparse abbondantemente di crema il membro di Mitsui.

"Kogure... mi farai morire..." gli posò un bacetto leggero sul naso, continuando ad accarezzarlo.

"Adesso basta!" esclamò Mitsui, lo spinse giù sulla schiena andandogli addosso "Preparati, perché adesso ti farò godere come mai in vita tua!"

"Promesse! Prom..." il resto della frase fu pronunciato direttamente nella bocca di Mitsui che lo baciava con passione. Gli fece passare le gambe attorno ai  fianchi, facendogli il solletico per distrarlo da quello che stava per succedere.

"Ti farà male Kogure, siamo ancora in tempo a smettere..."

Ma fu zittito da un bacio: "Non mi importa... io... dai suki... Hisashi-chan..."

Mitsui lo fissò folgorato da quell'affermazione, non riusciva a parlare dall’emozione.

Il suo migliore amico, il suo compagno di squadra, il suo... amante gli aveva detto che... era la prima volta, la conferma di tutto quello che aveva sognato.

Rispose con un bacio, tenero all'inizio, poi via via sempre più appassionato, che coinvolgeva i loro cuori e non solo i loro corpi. Sbatté gli occhi per cacciare via le lacrime e ritornò alla realtà, quando sentì Kogure aggrapparsi a lui, strusciandogli sul ventre la dura prova del suo desiderio. Prese della crema e con delicatezza la cosparse attorno alla sua minuscola apertura, fece penetrare il dito per allargare il passaggio e Kogure trattenne il fiato a quell'invasione inaspettata e si staccò dalla sua bocca.

"Mitsui..."

"Cercherò di fare più piano che posso, Megane-kun..."

"Lo so." gli sorrise e gli passò le mani nei capelli corti. Quel dito non gli dava più tanto fastidio, anzi stava quasi diventando gradevole, poi le dita divennero due e poi tre. “Mitsui…”

“Rilassati…” e non erano più le dita, ma qualcosa di caldo e liscio che premeva alla sua entrata.  Si morse le labbra, irrigidendosi automaticamente.

"Rilassati." gli ripeté Mitsui all'orecchio.

Cercò di respirare con calma e sentì che continuava ad avanzare, mentre il suo corpo protestava e cercava di adattarsi alla nuova intrusione.

"Non sono di porcellana, Mitsui..."

"Io... non voglio... farti più male di..." strinse i denti, combattendo con l'impulso che lo spronava a tuffarsi nel corpo di Kogure senza pensare a niente e soddisfare il suo desiderio.

"Fallo e basta!" gli afferrò le natiche muscolose "Non puoi tirarti indietro adesso. Voglio sapere cosa si prova ad appartenerti." Mitsui a quelle parole non resistette più, con un solo movimento spinse e si ritrovò racchiuso completamente da quel calore. Soffocò prontamente il gemito di Kogure con la sua bocca e rimase immobile. Anche se restare fermo era uno sforzo immenso, con quel calore che lo stringeva e lo invitava a spingersi ancora più a fondo.

"Come ti senti?"

"Richiedimelo domani!" sibilò.

"Kogure…" Mitsui era disperato.

"Adesso va meglio..." sussurrò cercando di rassicurarlo, il dolore c’era ancora, e c’era quella stana sensazione di essere pieno fino a scoppiare, ma c’era anche qualcos'altro, qualcosa che non sapeva ancora identificare, ma era una sensazione piacevole…

Mitsui si mosse piano dentro di lui e seppellì il volto nell'incavo del suo collo per soffocare i gemiti e gli ansiti che gli uscivano con sempre maggior frequenza

"Kami sama! Kogure sei così stretto..."

"No... sei tu che sei troppo grosso, baka!" il piacere era sempre più forte, un piacere che si stava diffondendo per tutto il corpo, strinse con più forza le gambe attorno alla vita di Mitsui per attirarlo ancora di più dentro di sé…

E improvvisamente sembrò che qualcuno avesse girato un interruttore dentro di lui, Mitsui aveva sfiorato un punto particolare all’interno del suo corpo che gli faceva vedere le stelle.

"Mitsui!" gridò.

"Sshh, Megane-kun! Sei troppo rumoroso!"

"Mitsui... ancora... fallo ancora! Ti prego!"

"Così, intendi dire?" si mosse di nuovo, facendo in modo di stimolare quel bottone magico e Kogure gli si aggrappò ancora più forte, afferrandogli il viso tra le mani e baciandolo con violenza, mordendogli le labbra.

"Dio, Kogure! Sei scatenato a letto!"

"Sei tu che mi fai impazzire... Oh, ti prego! Ancora, ancora, ancora! Non fermarti!" Mitsui lo baciò per farlo tacere, ma anche così continuava a mugolare e gemere forte. Aumentò il ritmo e la forza delle spinte. Questa volta avrebbe fatto in modo che anche lui godesse pienamente. Infilò una mano tra i loro corpi e strinse la virilità di Kogure che gemette ancora più forte, malgrado le labbra e la lingua di Mitsui che gli stavano esplorando la bocca. Sorrise tra sé, il piccolo Megane-kun tra le lenzuola era una vera e propria furia.

"Mitsui! Mitsui!" gli sussurrò sulle labbra, staccandosi un attimo "Sono... al limite... io..." lo zittì di nuovo ingoiando il suo urlo soddisfatto di piacere. Le contrazioni dei suoi muscoli lo strinsero ancora più forte e anche Mitsui raggiunse l'orgasmo, inondandolo dei suoi fluidi.

Crollò su di lui stremato e ansimante, le labbra ancora incollate a quelle di Kogure. Erano un vero e proprio disastro ricoperti di sudore e di... Ritirò la mano tutta bagnata del seme di Kogure e dopo un attimo di esitazione assaggiò il gusto del suo amante. Era solo giusto, Kogure lo aveva già fatto. Lo guardò fissarlo con occhi ancora annebbiati dal piacere. Poi si chinò su di lui per un altro bacio e Kogure gli andò incontro a labbra aperte. Rimasero così, riprendendo fiato e crogiolandosi nel calore reciproco.

Stava quasi scivolando nel sonno, esausto, ancora unito a Kogure e senza alcuna intenzione di staccarsi da lui, quando due mani gentili gli scostarono i capelli dalla fronte sudata.

"Omedetou otanjoubi, Mitsui."

"Baka!" si sollevò sui gomiti a fissarlo, di nuovo sveglio. Gli tracciò con un dito il contorno delle labbra e Kogure glielo morse scherzosamente: "Tra qualche settimana, è il 10 luglio. Che regalo vorresti?"

"Dici che si potrebbe averne un altro come questo?"

"Non credo di riuscire ad aspettare fino al prossimo compleanno." grugnì Mitsui e gli sorrise diabolico, prima di ricominciare a baciarlo con fervore.

 

owari.

 


 

Per chi non conosce il giapponese:

yamete = smettila 

megane-kun = quattr’occhi       

baka = scemo

kitsune = volpe

arigatou = grazie

oyasumi nasai = buonanotte (forma gentile)

ite = che male/mi fai male

nani = che cosa

kami-sama = dio santo (più o meno)

hai = si

dai suki = ti voglio bene/mi piaci

omedetou = auguri

otanjoubi = compleanno