Fosforo ed Espero

parte II

di Akemi


 

II – Espero

 

Risata bassa e sensuale, sottovoce, quasi…solo “risata” sembrava andare d’accordo con l’immagine di lui che ricordavano…ma,d’altra parte, nemmeno l’immagine fisica gli corrispondeva più: ancora più alto, petto tornito e spalle ampie sottolineate dalla forma aderente di una giacca di lana, pelle ambrata che scivolava languida dallo scollo di una maglia a v. I capelli, lunghi oltre le spalle, pettinati all’indietro e fermati da un elastico sulla nuca, qualche ciuffo più corto gettava ombra su  un viso adulto, mascella decisa e sguardo fermo. Mani mollemente appoggiate nelle tasche tiravano il tessuto ruvido di jeans slavati, morbidi lungo le gambe lunghissime.

 

Attoniti a fissare il giovane uomo che il”loro”Hanamichi era diventato in così poco tempo. Ayako represse un moto di malinconia, a pensare che sembrava molto più tranquillo ora, più sereno, il suo protetto di un tempo, di quando spaccava le orecchie a tutti con i suoi proclami…si avvicinò poi a lui allargando il sorriso per nascondere il proprio involontario rossore,

 

“Sakuragi Hanamichi! Sei proprio tu! Come stai? Bene vedo…”aggiunse poi notando il braccio protettivo del ragazzo dagli occhi verdi, a fianco del giapponese. Vedendo però che Hana non reagiva, riprese le redini

 

“dunque, abbiamo un mezzo per muoverci? O il campus è qui vicino?”Hanamichi smise di fissare i ragazzi e rivolgendosi all’amica

 

“Ciao Ayako. Benvenuti, dicevo…bene, il primo passo è farvi prendere la metropolitana. Mi raccomando, restate vicino, non vorrei dover setacciare tutta la grande mela per ritrovarvi!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“…non vorrei dover setacciare tutta la grande mela per ritrovarvi!”

 

….

 

………

 

E la sparata da tensai dov’è? Sakuragi, sei così cambiato? Prima mi sei stato indifferente, poi mi hai provocato così tante seccature (e lividi) da indurmi ad odiarti, e infine ho dovuto rassegnarmi all’idea che, pur non essendo poi così fenomenale come giocatore, eri il mio capitano, e quindi mi sono risolto a tornare all’indifferenza dell’inizio. Poi di nuovo rabbia, perché tu,di tutti tu, in America? E incredulità: quei voti, quella scelta…Ma chi sei? Non sono mai curioso, in verità me ne frega poco, ma se vengo provocato beh…ora sono parecchio curioso.

Gli altri ti guardano sconvolti, anch’io metto su una smorfietta tanto per rispettare le formalità, e intanto alcuni ricordi del terzo anno si compongono a dare una spiegazione a quello che succede. Ma ancora non capisco…aspetterò pazientemente come mio solito, e le risposte verranno.

 

 

Tanto non è mica una questione di vita o di morte!

 

 

 

 

 

 

Siamo in un luogo affollatissimo, sono stato attento a non addormentarmi per tutto il tragitto decisamente troppo simile alle montagne russe, e ora mi viene un leggero capogiro mentre frastornato salgo le scale verso la luce.

 

Perdo l’equilibrio, accidenti a me, ma sento una presa salda sul mio braccio e nel giro di un attimo sono di nuovo stabile, in cima alle scale. Sakuragi, colui che non ha più senso chiamare do’hao, rilascia la mano con cui mi ha sostenuto e scende di nuovo a recuperare la valigia che ho lasciato cadere…ops!

 

“Grazie, Sakuragi”

 

“You’re welcome.Intendo, non c’è di che, Rukawa”

 

 

E “volpe” che fine ha fatto?

 

Ora che sono qui, non mi sembra che questo sia l’inizio di qualcosa. Mi immalinconisco al pensiero che questo nuovo mondo appartiene a lui, e io tra poco me ne andrò di nuovo nel mio Paese che mi sta sempre più stretto, e come faccio a essere sicuro che l’anno prossimo chiameranno anche me con Sendoh e potrò ritornare? Mi sembra di essere alla fine di una giornata,anziché all’inizio. Di nuovo un leggero capogiro…

 

“Ehi,mi sa che soffri un po’ il jet lag! Se non ricordo male dormivi sempre, chissà come sei frastornato…no,………volpe?”

 

Giro di scatto la testa e lui è dietro di me, di nuovo mi sorregge ma non con le mani: ha lasciato che il mio corpo sbilanciato indietro si appoggiasse al suo petto…le mani sono occupate a tenere ben strette le valigie. Non vorrà che le rubino, è il pensiero che mi viene.

All’improvviso mi riscuoto:  fuggevole impressione di essere la principessa in braccio al suo principe…. Questa cosa dovrò indagarla…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rukawa è sempre molto affascinante. Sentendo il suo corpo, più magro del mio e leggermente più basso, appoggiato a me, ho la conferma di aver avuto buon gusto, al liceo…

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi ritrovo a fissare lo sguardo di Nick: uno sguardo un po’ preoccupato,in effetti… mi si avvicina e pone una mano sulla mia spalla, sotto alla giacca aperta in modo che il pollice mi sfiori la pelle. Ma questa pelle non ha voglia di rabbrividire per te, amico mio…Mi sento freddo e insensibile nel far finta di non notare questo gesto, ma la verità è che non so come affrontare questa situazione…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(1)Sakuragi è diverso…Hana…è ancora il mio amico Hana? Anche gli altri sono straniti.

Sembra muoversi a suo agio in questo posto, pieno di gente assolutamente estranea a tutti noi…lui invece non è estraneo a loro! Proprio no, mi dico, mentre lo vedo salutare con un mezzo sorriso almeno la metà di questa marea di studenti di ogni genere…che lo ricambiano a loro volta con sguardi e gesti gentili, allegri, affettuosi, ammirati…sbavanti?!?!?

Hana sembra avere ancora quella luce che attira vicino gli altri, solo più controllata, più suadente perché sembra brace sotto la cenere, e non quell’allegro, vacuo, fuoco d’artificio che ricordavo.

 

 

 

 

Mi blocco.

 

 

 

 

Non è mai stato così.

 

 

 

 

Non ho mai capito niente….io, che mi credevo il suo migliore amico, di Hanamichi ho visto solo la facciata. Quella che mostrava anche a tutti gli altri.

 

 

 

Rimango bloccato in mezzo al sentiero che percorriamo verso il campus, e Miyagi mi viene addosso.

 

“Ma che fai?”

“Scusa….”

“Ehi, Mito….Yohei, che succede? Sei stanco? I dormitori sono poco più avanti, non preoccuparti!”

 

Hana…non ci hai neppure preso in giro….(1)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(2)Ed eccoci in un luogo che è il sogno proibito di molti, la Columbia University. Ma mi sento fuori posto, anche se pure a me sarebbe piaciuto venire a studiare in un posto così. E ora ci sta quella testaccia rossa…ma pensa. Non riuscirei più a dargli un pugno in testa, come allora, ma non pare ce ne sia bisogno…(2)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(1)Emana un’aura strana, il mio migliore amico.

Non è mai stato quel che sembrava….ma ora sembra…(1)

 

 

 

 

 

 

 

 

Pericoloso.

Questo nuovo do’hao che non è più tale mi sembra pericoloso. Com’è che non guardano più me? Come mai attiri su di te anche il mio sguardo? Sei uno stupido che è stato fortunato,come con quei canestri, nulla più. Mi rifiuto di credere che sotto ci sia altro. Non esiste.

 

 

 

 

 

 

 

Maledizione….

 

 

 

 

 

 

 

 

(3)Nick osservava pensosamente i compagni giapponesi di Hanamichi. Il tizio grande e grosso, con l’espressione vagamente corrucciata, era senza dubbio lo scimpanzè…cioè, il gorilla…o era l’orango???

Senza dubbio il suo amore dai capelli rossi aveva un dono per individuare la caratteristica distintiva di ogni volto, tanto che aveva già “targato” tutti anche all’università, nonostante le fattezze occidentali, gli aveva detto, fossero parecchio difficili da distinguere,per uno abituato a visi giapponesi…E grazie alle etichette anche a Nick ora veniva facile distinguere Mito, quello della banda, Mitsui, con la cicatrice, la bella Ayako, …. E lui. Chiaramente Rukawa. Quello che gli piaceva al liceo, o qualcosa del genere. Hanamichi non scendeva mai nei particolari, raccontandogli i propri ricordi.

 

Beh, era bello. Adesso poi aveva un’aria un po’ depressa e spaesata veramente…invitante. Eppure era palese la sua, quanto meno esteriore, indifferenza. Una persona in grado di restare sempre in equilibrio. O no?

 

 

Forse era una persona più fragile, più scostante, più fredda o, chissà perché, appassionata fino alla violenza, gli venne da pensare. Sapeva bene di non piacere ad Hanamichi, erano usciti insieme certo, e l’amico lo aveva sempre trattato con gentilezza e rispetto….non aveva mai accettato di più di abbracci fraterni – siamo amici, diceva – e Nick lo sapeva bene. In fondo il sentimento per Hana era una sorta di quiete serena, che lui non avrebbe mai voluto lasciare.

 

Forse era amicizia. 

 

Beh, se la sarebbe tenuta stretta. Non aveva intenzione di rompere il prezioso, delicato e – lo sapeva bene – difficile equilibrio che il rossino s’era creato, nel crearsi la sua nuova vita. Non avrebbe rinunciato a quel ruolo speciale di depositario delle sue confidenze, di spettatore dei suoi silenzi, non avrebbe rinunciato ai suoi occhi di amico.

 

Era stato invitato nel cuore dell’altro con circospezione, e poi accolto con affetto, e questo lo aveva fatto stare bene, gli aveva dato la fiducia che viene dal sapere di cosa l’amico aveva bisogno, e stare lì, in attesa di dare il proprio aiuto quando il suo amico lo avesse chiesto, e non prima, nel rispetto.

Forse era la famosa “vera amicizia” che lui aveva scambiato per amore?(3)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, siamo arrivati, tutto a posto. Mi torna improvviso in mente il pensiero che…TRA DUE GIORNI HO L’ESAME DI LOGICA!!! Lieve attacco di panico…

Tra poco li saluto tutti e mi rinchiudo di nuovo in biblioteca, mi hanno fatto perdere tempo a sufficienza. Mi avvicino a loro, un po’ per gioco silenzioso come…una volpe, e li colgo di sorpresa mentre ancora si guardano intorno.

 

“Ragazzi, vi lascio. L’ufficio della responsabile per i visitatori è proprio in fondo a questo vialetto, nell’edificio dell’amministrazione. Ci sono un sacco di indicazioni, e comunque Ayumi fa la stessa strada, no?” a un cenno affermativo da parte della ragazza, saluto tutti con un cenno e me ne vado.

Uno sguardo interrogativo di Ayumi mi fa notare che ho “dimenticato” di dare loro indicazioni per trovarmi. La ignoro spudoratamente: piccola cara Ayumi, non ho intenzione di farmi trovare almeno fino a quando vedrò la firma dell’esaminatore sul mio libretto universitario!

 

 

 

Cammino un poco, poi svolto per il sentiero a destra verso il parco…la prendo un po’ lunga per pensare.

 

 

 

 

E di tutti è il suo viso che torna.

 

 

 

Torna sempre, in fondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi piace ancora?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hanamichi mio caro, guardati in viso: hai tolto la maschera fuori, ne hai messa una nuova dentro….

 

 

 

 

 

 

 

Fine seconda parte….

 

Temo che tutto stia prendendo una piega un po’ delirante…del resto sono delirante pure io, con 39.8° di febbre da 3 giorni che non se ne va…Mi sento un po’ Ben Affleck in Paycheck quando gli friggono il cervello x resettargli i ricordi…

I disclaimers (si scrive così???) sono sempre quelli.

Kiss a tutti!Come sempre, in particolare a Mel che mi legge in anteprima (che onore, eh? ^__^;;;)

 

Ps: Mel mi ha giustamente fatto notare che i cambi di pov nella parte centrale non sono chiari…ho cercato di mettere qualche indizio per far capire, anche perché non volevo interrompere il filo dei pensieri sulla situazione…in effetti si può interpretare come una riflessione corale…Cmq: all’inizio terza persona, quando parlano Hana e Ru mi sembra si capisca, al punto (1) parla Yohei e al (2) Akagi, al (3) Nick. Arigatou Mel!

Akemi