Salve a tutti! Questa è la prima fanfic che pubblico: io mi sono divertita a scriverla, e spero che voi vi divertiate a leggerla!

Non so se sia una HanaRu o una RuHana… Ho ancora le idee un po’ confuse!

Ricordo che questi appetitosi fanciulli non mi appartengono (altrimenti starebbero legati al mio letto con le catene ^_^) e che non ci guadagno nulla a scrivere le stupidaggini che seguono!

Un grazie a tutti quelli che avranno il fegato di arrivare fino alla fine e un GRAZIE DI ESISTERE al mitico Inoue che ha creato l’amore della mia vita, Rukawa!

 


Forever Love
di Junda

Capitolo IV
Fiocchi di neve

Il rumore della palla schiacciata nel canestro fece ammutolire tutti.

- Certo che Rukawa oggi è davvero incontenibile, maledizione! - Esclamò Hanagata osservando l’avversario che tranquillamente si asciugava il sudore della fronte con l’inseparabile fascetta nera sull’avambraccio. 

- Eh già! Quel ragazzo è un vero fuori classe. Gli fece eco Fujima.

Si stava disputando un’amichevole tra le squadre dello Shoyo e dello Shohoku.

In realtà si trattava più che altro di una partitella d’allenamento, ma Rukawa si stava, come sempre, impegnando al massimo, segnando una serie interminabile di punti.

Gli stessi suoi compagni di squadra lo guardavano allibiti.

Ma non per il suo talento. Quello lo conoscevano già bene.

Ciò che appariva strano era il fatto che Rukawa si fosse chiuso, se possibile, ancora più in se stesso. 

Nessuna emozione traspariva dal suo viso in quel momento. Né un tiro da tre punti, né una finta vincente sembravano inorgoglirlo. Appariva quasi una macchina senz’anima.

Si erano aspettati che dopo la festa che gli avevano organizzato fosse cambiato un po’ e finalmente avesse deciso di abbandonare quel modo di fare impassibile che tutti detestavano. Ma si erano sbagliati.

Anzi, era addirittura peggiorato.

Rukawa sentiva su di sé gli occhi di tutti. Sapeva cosa stavano pensando i suoi compagni: che era un presuntuoso. Che era un ingrato. Che erano stati degli stupidi a dimostrargli un po’ d’amicizia, perché tanto a lui non gliene fregava nulla. Ma le cose non stavano così. Lui aveva apprezzato il loro gesto. Quella sera era stato bene, e avrebbe tanto voluto che ci fossero altri momenti del genere….. 

Ma c’era Hanamichi a rovinare tutto. A rovinare la sua vita.

Da quando aveva capito che quello stupido rossino gli piaceva, Hanamichi era tornato il pagliaccio di sempre.

Andava urlando ai quattro venti di essere il genio del basket, di essere il migliore e non aver bisogno degli allenamenti massacranti a cui era sottoposto.

Sembrava che il bacio nello spogliatoio, le occhiate furtive, i rossori e i brividi, fossero solo un stupido errore già dimenticato.

Ma lui non aveva dimenticato: quelle sensazioni erano così vive in lui che l’unico modo per non pensarci era gettarsi anima e corpo nel basket, evitando tutto e tutti. Doveva vivere quasi come un robot, senza emozioni e sentimenti e questo era possibile solo ignorando il mondo intero. E ignorando lui. Ma questo non era difficile, perché, nonostante Hanamichi avesse ripreso il suo stupido modo di fare egocentrico e megalomane, continuava ad evitarlo. Niente più risse in palestra, niente più insulti, niente più competizioni perse in partenza.

E quando qualcuno gliene aveva chiesto il motivo, lui aveva risposto con aria di sufficienza:

- Non ho tempo da perdere con un simile ghiacciolo! Un genio come me non può abbassarsi al livello di quel volpino spelacchiato.

E così i giorni erano trascorsi, sempre uguali, tra a scuola e allenamenti.

L’inverno era sempre più freddo e spesso la città si ritrovava avvolta da un soffice manto di neve.

E il suo cuore si ritrovava invece coperto da una spessa coltre di ghiaccio.

- Rukawa vieni qui… lascia entrare Kogure ora. -

Rukawa si voltò stupito verso il signor Anzai. Perché diavolo lo aveva sostituito?

Si lasciò cadere sulla panchina, con un asciugamano che gli copriva il viso.

Perché? Perché doveva rimanere lì senza far nulla, costretto a vedersi davanti quel buffone di Hanamichi che correva per il campo blaterando senza sosta?

Non voleva guardarlo……

Non voleva vedere i suoi muscoli tesi, le gocce di sudore scivolare sensuali sulla sua pelle dorata….

Deglutì, stupito dai suoi stessi pensieri.

Ce la metteva tutta per scacciarlo via dalla sua mente, e ora come gli saltava in mente di indugiare su particolari così eccitanti?

La partita era già ripresa.

Era inutile star lì, era meglio andare a cambiarsi. Si alzò, lasciando cadere il soffice telo, e si avviò nello spogliatoio. Ma la voce dell’allenatore lo bloccò:

- Rukawa devi stare seduto e guardare la partita. Guardare i tuoi compagni. La tua squadra. -

Ayako notò che Rukawa aveva stretto i pugni, quasi arrabbiato. Temette una reazione scontrosa, ma il ragazzo, silenziosamente se ne tornò sulla panca.

Sapeva bene cosa intendeva il signor Anzai.

Aveva giocato bene, anzi benissimo. Ma il suo gioco, come sempre, era stato egoista, individualista e freddo.

“Ma come diavolo si fa a non essere individualisti quando per tutta la vita si è stati soli?” pensò con un’infinita tristezza, abbassando lo sguardo.

Quando lo rialzò però incrociò inaspettatamente quello di Hanamichi. E per un attimo fu avvolto da un piacevole calore. Possibile che quel ragazzo riuscisse a farlo sentire vivo anche con una breve occhiata?

Dopo una decina scarsa di minuti la partita terminò. Lo Shohoku aveva perso di otto punti.

- Mi spiace dirlo ragazzi, ma la squadra senza Rukawa perde la sua colonna portante! - Constatò Fujima mentre stringeva la mano di Akagi.

- Direi che ognuno di noi è importante per questa squadra. Nessuno più degli altri. -

Rispose il massiccio ragazzo con voce seria e sperò che l’argomento fosse chiuso.

Ci mancava solo che Rukawa venisse considerato la primadonna della squadra e tutti gli equilibri sarebbero definitivamente crollati. A nessuno sarebbe andato bene fare solo la comparsa e gli altri avrebbero finito per emarginare il ragazzo, più di quanto non si fosse già lui stesso isolato. In fondo, anche se erano maturi e intelligenti, erano pur sempre dei liceali…..

Nello spogliatoio l’atmosfera, nonostante la sconfitta, era comunque allegra.

I ragazzi, sotto le docce, scherzavano tranquillamente e sembravano ignorare i rimbrotti di Akagi che si lamentava di tutti gli errori commessi in partita.

- Ehi Hanamichi, quanti punti hai fatto oggi? - Chiese Miyagi, strizzando l’occhio a Mitsui con complicità.

- Beh ….. ehm….. allora fammi contare…..- 

- Ma che contare? Sono solo 4 punti! - Intervenne Akagi mentre Hanamichi tergiversava. Miyagi incalzò: 

- E hai giocato tutta la partita! Rukawa tu quanti punti hai fatto? -

Rukawa, senza neppure voltarsi, intento a infilarsi la felpa, mormorò:

- 32. - 

- E ha giocato dieci minuti in meno di te…. -

Hanamichi si voltò verso Miyagi che ridacchiava, e cominciò a urlare:

- E con questo? Che cosa vuoi dire, eh? -

Miyagi continuò:

- Non c’è bisogno di dire nulla! I numeri parlano da soli….. -

Hanamichi stava quasi per avventasi contro l’amico, quando, incredibilmente la voce di Rukawa si sollevò sul frastuono generale: 

- Il suo ruolo è prendere i rimbalzi, non fare canestri…. -

Tutti si azzittirono sbigottiti. Solo Hanamichi, non afferrando il senso di quella frase, già stava per urlare furiosamente contro il ragazzo:

- Come ti permetti, stupido buffone….. -

Ma Mitsui, poggiandogli una mano sulla spalla e scuotendo la testa, gli fece cenno di tacere.

Rukawa si mise la sacca in spalla e uscì dallo spogliatoio e solo allora Mitsui parlò:

- Cretino. Ma non hai capito che voleva difenderti? -

Hanamichi spalancò gli occhi sorpreso:

- Che… che cavolo dici? -

Mitsui sospirò rassegnato:

- Ma che hai in quella testa? Possibile che tu non capisca mai nulla? Voleva solo dire che il tuo valore non si misura dai punti che fai! -

Hanamichi rifletté. Possibile che Rukawa avesse parlato in suo favore?

Arrossì lievemente e subito si voltò per non permettere agli altri di accorgersi del suo imbarazzo.

“No. Non significa nulla” si disse, riponendo la roba sudata nel borsone. Non poteva permettersi che quella semplice frase distruggesse quel muro che faticosamente aveva costruito intorno al suo cuore. Aveva cercato di difendersi da tutte quelle emozioni impetuose che Rukawa aveva cominciato a suscitare in lui, e poiché era stato impossibile cancellare quei sentimenti, aveva deciso almeno di seppellirli nella parte più nascosta del suo cuore e cercare di dimenticarli…… perché tanto lo sapeva che era una storia assurda e che gli avrebbe fatto solo male….. lo sapeva che Rukawa non provava nulla per lui. Né affetto, né amicizia, né amore. Né stima…. O almeno era quello che aveva creduto fino a quel momento. Ma quelle poche parole….. Mitsui diceva la verità? Era forse stato un modo per dimostrargli che lo ammirava come giocatore? “si si, come no… ma se a quello gli sto del tutto indifferente”.

Incurvò le spalle dispiaciuto.

Non c’era nessuna speranza. Quindi doveva subito dimenticare quella stupida frase.

Ora che finalmente era riuscito a ritrovare il suo solito modo di fare, non poteva ricominciare a tremolare ogni volta che lo vedeva, e starsene in silenzio per paura che qualcuno notasse la sua voce incerta, a nascondere i suoi rossori quando rimaneva incantato a fissarlo….

Strinse forte le mani sul manico della borsa e chiuse gli occhi. Contò fino a tre e quando li riaprì la sua espressione solare era di nuovo lì! 

- Bene ragazzi muoviamoci! Il genio ha  fame e non vedo l’ora di tornare a casa! -

Nessuno si accorse che per pochi minuti la sua testa era stata affollata da simili pensieri. Era di nuovo il solito, allegro Hanamichi!

Rukawa era già seduto nel treno. Era accanto al finestrino e osservava il cielo scuro della sera.

Pian piano tutti presero posto.

Quando Hanamichi, che si era fermato al bar della palestra per comprare un succo di frutta, raggiunse il resto della squadra, prese posto accanto a Miyagi.

Non passarono che pochi minuti che i due si stavano sfottendo, facendo un baccano infernale: 

- Sei il solito tirchio. Offrimi un po’ di succo…… -

- No e poi no. Potevi comprartelo. Io sono in fase di crescita e devo nutrirmi…. -

- Anche io sono in fase di crescita….. -

- Ah ah, ma fammi il piacere. Sei un nanerottolo e tale resterai……

- Bastardo! Sarò piccoletto ma sono molto più bravo di te…..- 

A bloccare il battibecco intervenne Akagi:

- Ora basta ragazzi! Siamo tutti stanchi e vorremmo rilassarci… Hanamichi vieni a sederti accanto a me…. -

Hanamichi però scosse la testa con veemenza:

- No, gorilla! Tu mi dai sempre pugni in testa……. -

Si lamentò con una vocina infantile. Akagi sospirò:

- E allora io siederò accanto a Miyagi. Dai, tu vieni qui. Tanto Rukawa sta già dormendo e non potrete far danni. -

Hanamichi sussultò.

Akagi si era già alzato e aspettava che lui facesse altrettanto. 

- Avanti muoviti…… -

Hanamichi eseguì l’ordine a malincuore.

Avrebbe fatto l’intero viaggio seduto accanto a Rukawa. Avrebbe avuto costantemente sotto il naso il suo profumo…..

Lo guardò: aveva la testa poggiata sullo schienale e sembrava già addormentato.

Si sedette e rimase teso, in silenzio.

Il treno partì qualche minuto dopo, le luci si spensero e a illuminare il vagone rimasero solo dei faretti azzurrini che rendevano rilassante l’atmosfera.

Ma perché il gorilla lo aveva messo accanto a Rukawa? Perché doveva essere così crudele da imporgli quella tortura? Ma in fondo che ne poteva sapere Akagi di tutto quello che stava succedendo in lui?

Ci mise un po’ ad abituarsi a quella vicinanza, ma alla fine, la stanchezza ebbe il sopravvento e finalmente si lasciò andare contro il sedile e si rilassò.

Ma quella calma durò poco.

Improvvisamente sentì un peso sulla sua spalla sinistra e sapeva bene di cosa si trattava. Aprì gli occhi e si ritrovò a fissare una massa di capelli neri che gli sfiorava delicatamente il collo.

“Oh mio Dio!” pensò.

Rukawa, inconsciamente, si era lasciato scivolare contro di lui, poggiando la testa sul suo corpo.

Hanamichi trattenne il respiro.

Per un attimo fu tentato di scaraventarlo via in malo modo. Ma invece rimase immobile.

Per una volta, per una sola volta, poteva gustare il calore di quel corpo contro il suo. Poteva perdersi in quell’odore gradevole, poteva assaporare la meravigliosa sensazione di averlo accanto….

Abbassò gli occhi, guardando il viso ignaro del ragazzo.

Bellissimo. Quella luce azzurra gli dava quasi un’aria angelica. Rendeva la sua candida pelle, trasparente come cristallo e donava alle sue ciocche corvine degli intriganti riflessi blu. E poi le sue labbra: invitanti, morbide, appena sporte in avanti….

Quanto desiderava baciarle.

Rukawa nel sonno sospirò. Sembrava tranquillo.

Hanamichi sorrise. Poi allungò una mano verso la sua fronte e con delicatezza gli scostò un ciuffo di capelli che gli copriva un occhio e glielo portò dietro l’orecchio, e con il dorso della mano percorse la guancia morbida.

Quando rialzò gli occhi il suo cuore si fermò: di fronte e a lui Miyagi e Akagi lo guardavano allibiti. E dal sedile accanto, anche gli altri giocatori. Probabilmente una serie di gomitate aveva attirato l’attenzione su quanto stava accadendo.

Hanamichi sbiancò.

E adesso? Come diavolo spiegare quel gesto?

Sentiva il cuore battere all’impazzata e un senso di profonda vergogna impossessarsi di lui.

Avrebbe voluto morire piuttosto che vedere quelle facce inebetite che pian piano si andavano trasformando in sorrisini maliziosi.

“No. Non possono aver capito quello che provo…..” cercò di convincersi, ma intanto gli stava venendo voglia di piangere e per evitare di farlo, usò l’unico modo che conosceva: si mise a gridare con voce arrabbiata:

- Beh, razza di idioti si può sapere che cosa avete da guardare? e tu stupido di una volpe ti vuoi togliere da qui? -

E così dicendo allontanò bruscamente Rukawa, che aprì gli occhi con aria frastornata.

Nessuno parlò.

Poi Rukawa, sbadigliando, si rannicchiò un po’ sul suo sedile e mormorò:

- Puoi smetterla di gridare con quella voce isterica? Vorrei dormire…… - sembrava non essersi accorto di nulla. 

“Almeno lui” pensò Hanamichi.

Ma le occhiate ironiche degli altri non accennavano a scomparire.

Cosa poteva inventarsi?

E cosa stavano pensando quei maledetti?

- Ehi Hanamichi, com’è che sei diventato così affettuoso con Rukawa? -

Miyagi ruppe il silenzio, dando inizio ad una serie di domande più o meno serie:

- Che carezza sensuale…….-

- Perché non gli fai poggiare la testa sulle tue gambe? - 

- Dai dagli il bacino della buonanotte! - 

- E giacché ci sei perché non gli canti pure una ninna nanna? -

Hanamichi sentiva il sangue affluirgli al viso. Si stava arrabbiando, si stava sentendo scoperto e ridicolizzato nei suoi sentimenti più profondi:

- Andate al diavolo, stupidi! Io….. io…… stavo dormendo e pensavo che fosse Haruko! -

La bugia colossale che aveva appena sparato, lasciò tutti a bocca aperta. E poi giù con le risate. Avevano le lacrime agli occhi e nessuno riusciva a frenarsi!

Hanamichi balzò in piedi come una molla e afferrò Miyagi – il primo che si era trovato davanti – per il colletto della felpa e quasi lo sollevò di peso:

- La vuoi piantare, stronzo di un nano? Ti pare che se fossi stato in me avrei fatto una cosa simile a quella specie di orso polare? -

La voce profonda di Rukawa intervenne:

- Idiota… -

Hanamichi si girò verso di lui con lo sguardo fiammeggiante. Con qualcuno doveva prendersela e lui, la causa di tutti i suoi problemi, era il bersaglio migliore:

- Taci. Sei tu che te ne sei venuto addosso….. sei solo un imbecille. E sei pure stronzo, perché anche se ci siamo fatti in quattro per te e il tuo stupido compleanno, tu sei diventato peggio di prima. Ma chi ti credi di essere? -

Rukawa dentro si sentiva morire.

Ma la sua espressione imperturbabile non cambiò: 

- Nessuno vi ha chiesto niente. E poi quello che si da tante arie, proclamandosi genio del basket, sei tu, non io. - 

- Si ma almeno io non ignoro la gente con quella maledetta aria di superiorità…… - 

- Sei proprio sicuro? Mi sembra che questa sia la prima volta che tu mi abbia rivolto la parola in quest’ultima settimana….

Hanamichi si morse il labbro.

Allora se n’era accorto!

“Dannazione!” pensò. E ora che doveva dirgli? Che lo evitava per non innamorarsi di lui? Per non farsi sopraffare dalla voglia di stringerlo a sé e baciarlo? Che era talmente bello da non riuscire neppure a guardarlo senza provare una forte eccitazione?

Abbassò gli occhi.

Era stato sconfitto. Sconfitto dai suoi stessi sentimenti……

Akagi si alzò, mise la sua grossa mano sulla testa di Hanamichi, scompigliandogli i capelli che ormai stavano ricrescendo e mormorò con gentilezza: 

- Su, state buoni. C’è anche altra gente nel treno a cui non interessano i vostri battibecchi….. -

Hanamichi si sedette, grato al capitano per aver interrotto quella discussione.

Si sforzò di non voltarsi verso Rukawa per paura di incontrare il suo sguardo freddo.

Esattamente un’ora dopo il treno si fermò.

I ragazzi presero i loro borsoni e scesero. In giro c’era poca gente a causa dell’ora tarda e del freddo intenso. Anzi, non appena uscirono dalla stazione, si accorsero che proprio in quel momento stava cominciando a nevicare.

Dopo un attimo di titubanza, tutti cominciarono ad agitarsi allegramente sotto la neve, con la testa rivolta al cielo per guardare quei soffici fiocchi di neve che scendevano silenziosi verso di loro.

- Che bello ragazzi! È un’atmosfera magica…. -

Esclamò Ayako stringendosi nel suo giubbotto e sorridendo.

Hanamichi guardò Rukawa: anche lui era fermo sotto la neve, con la testa in su. La neve si posava sui suoi capelli e sul suo viso, arrossandoglielo per il freddo. Teneva gli occhi chiusi. Sembrava quasi che si volesse purificare sotto quei fiocchetti candidi…..

E in quel momento capì.

Che non poteva continuare a nascondersi. A fingere. A mentire a se stesso…..

Capì che non era un capriccio. Che non era la confusione dovuta ai suoi 15 anni. Che non era uno stupido scherzo voluto dal destino….

Era solo un bellissimo sentimento che stava sbocciando in lui.

E doveva….. anzi, voleva dirglielo.

Subito.

 

NOTE

 

Immagino che nessuno abbia capito quando si colloca questa fanfic.

Non lo so neanche io! Eh eh!

Probabilmente nell’inverno successivo al campionato nazionale, considerando che Hanamichi ha i capelli corti ma che gli stanno ricrescendo,e  che un’amichevole con lo Shoyo non c’è mai stata e quindi deve essersi disputata dopo la conclusione del manga. E allora perché ci sono ancora Mitsui, Akagi e Kogure? Ehm… bò! Una volta Fujima ha detto che avrebbe continuato a giocare anche nel campionato invernale, quindi suppongo che l’università cominci ad aprile o giù di lì…..

Bè vabbè non ha grande importanza no?

Ah e poi non so se a Kanagawa nevichi così spesso, però la neve è così romantica!!!!! ^_^

Ru – scusa posso sapere quanti capitoli sono?

Junda – ehm… dovrebbero essere 5!

Ru – sei una scrittrice fallita. Siamo al quarto e non è successo un bel niente!

Hana – come no? Hai dormito sulla mia spalla e ti ho accarezzato la guancia!

Ru – wow che eccitazione!

Junda – nel contratto non c’era scritto che era una fanfic porno!

Ru – ma qui ci stiamo addormentando per davvero……

Junda – non che solitamente tu sia molto sveglio!

Hana – bè, quando passa la notte con me lo è eccome!

Junda – ora ti ci metti anche tu a fare il maniaco? Non basta questo qui?

Ru – guarda che questa fanfic è uno schifo!

Junda – allora nel prossimo capitolo inserisco una mega ammucchiata…..

Sendo – io ci sto!

Hana – che ci fai ancora qui, maledetto? Vattene da Uozumi!

Sendo – spiacente ma sta facendo la doccia con Akagi!

Hana -  cosaaaaaaaa? Il gorilla e il re delle scimmie? Che schifo!

STONK/ doppio pugno in testa con avvitamento carpiato! (ma siamo in una gara di tuffi???)

Akagi&Uozumi – idiota!

Hana – Ru, difendimi!

Junda – macché, se n’è andato!

Hana – cosa? Dove? Perché?

Junda – Sendo ha detto che voleva mostrargli una cosa!

Hana – maledetto pervertito……. Ru……..aspettami Ru…….

Junda – ah! Finalmente un po’ di tranquillità!

Akagi&Uozumi – signorina scrittrice, scriveresti una fanfic su di noi?

Junda – uaaaaaaaaaa……..ma che schifo…….ma tornatevene allo zoo!



Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions