Salve a tutti! Questa è la prima fanfic che pubblico: io mi sono divertita a scriverla, e spero che voi vi divertiate a leggerla!

Non so se sia una HanaRu o una RuHana… Ho ancora le idee un po’ confuse!

Ricordo che questi appetitosi fanciulli non mi appartengono (altrimenti starebbero legati al mio letto con le catene ^_^) e che non ci guadagno nulla a scrivere le stupidaggini che seguono!

Un grazie a tutti quelli che avranno il fegato di arrivare fino alla fine e un GRAZIE DI ESISTERE al mitico Inoue che ha creato l’amore della mia vita, Rukawa!

 


Forever Love
di Junda

Capitolo III
Il bacio di Giuda

 

Il telefono squillava insistentemente.

Per un po’ Rukawa aveva deciso di ignorarlo: se ne stava sdraiato sul divano, avvolto in una coperta di lana a guardare un film americano, e non aveva alcuna voglia di alzarsi per rispondere.

Ma gli squilli sembravano non finire mai. Alla fine a malincuore cedette. Avanzò lentamente verso il corridoio, maledicendosi per aver lasciato il cordless in cucina.

- Pronto?

Dalla sua voce si intuiva chiaramente che era molto seccato.

-  Rukawa? Ciao sono Mito…..

Rukawa rimase zitto. Era davvero sorpreso.

- Ehy ci sei ancora?

La voce di Mito era allegra come sempre.

Con aria perplessa Rukawa si decise a rispondere:

- Si ci sono. Dimmi

- Bè ecco, ricordi quel locale dove ci siamo incontrati una decina di giorni fa?

- Hn…

- Ti va di raggiungerci?

Rukawa sgranò gli occhi, sempre più incredulo.

- Perché?

Sentì una breve risata condiscendente dall’altro capo del telefono:

- Perché? Per stare con noi…. Ci siamo io, Hanamichi e Okusu….. bè effettivamente avevamo voglia di fare una partita a biliardo, ma siamo solo in tre e siccome tu abiti qui vicino……

Nel sentire il nome di Hanamichi un tremito lo scosse. Il ricordo di quel che era successo in palestra continuava a tormentarlo ogni giorno….

- E i vostri amici? La palla di lardo e quello coi baffi?

- Takamiya e Noma? Hanno altri impegni…..

Rukawa tacque.

Era strano per lui ricevere una simile telefonata. Era tentato di accettare, per passare una serata piacevole come quell’altra volta. Ma c’era il problema di Hanamichi e di quello che era accaduto tra loro. Da quel giorno si erano completamente evitati. Non erano neppure riusciti a insultarsi come sempre.

Rukawa era rimasto molto turbato e ancora adesso non riusciva a darsi una spiegazione….

La voce di Mito lo riportò alla realtà:

- Rukawa dai, ti aspettiamo eh?

Rukawa tentennò qualche altro istante, ma alla fine cedette. Anche perché aveva proprio voglia di scoprire quale sarebbe stato l’atteggiamento di Sakuragi nei suoi confronti.

-  Il tempo di cambiarmi e arrivo.

Quando Mito riagganciò, si voltò verso Hanamichi con un largo sorriso soddisfatto:

-  Sta per arrivare! Visto che sono stato bravo? E tu che dicevi che non avrebbe accettato……. Dai andiamo ad avvisare gli altri.

E così dicendo si avviò verso una saletta interna del locale.

Hanamichi rimase fermo accanto al telefono e si lasciò andare contro la parete, chiudendo gli occhi e inspirando per scaricare la tensione. Non avrebbe voluto trovarsi lì e dover affrontare Rukawa, ma Mito non gli aveva lasciato scelta.

Ripensò al giorno precedente.

Camminava a passi lenti, sbadigliando di continuo e stiracchiandosi le braccia. Quando aveva svoltato l’angolo li aveva visti. Come ogni mattina lo stavano aspettando per andare a scuola insieme. Takamiya stava addentando una brioche appena sfornata, mentre gli altri ridevano spensierati.

Hanamichi li aveva invidiati: loro non avevano quel maledettissimo problema. Ci aveva pensato e ripensato e più tentava di negare che gli piacesse Rukawa, più il cuore accelerava i battiti al solo pensarlo.

Si era tenuto alla larga dal volpino, per paura che lui gli chiedesse spiegazioni su quel bacio. Spiegazioni che non poteva dargli, di cui si vergognava profondamente. 

Ma d’altronde sembrava che Rukawa non avesse nessuna intenzione di fare domande e che la cosa lo avesse lasciato, come al solito, indifferente.

Quando aveva raggiunto  il quartetto dei suoi amici, Mito lo aveva preso per un braccio e aveva lasciato che gli altri cominciassero a camminare più avanti. Poi con aria di trionfo gli aveva detto:

-  L’ho scoperto!

Hanamichi aveva aggrottato le sopracciglia con aria interrogativa:

-  Hai scoperto cosa?

-  Ma te ne sei dimenticato? Il compleanno di Rukawa, eravamo rimasti d’accordo per fargli un regalo, no?

Hanamichi aveva sussultato sentendo quel nome. Forse era anche lievemente arrossito e per evitare che l’amico se ne accorgesse, aveva cominciato a sbraitare come un matto:

-  Io non ero per niente d’accordo. Non faccio nessun regalo a quell’essere odioso, e non me ne importa un fico secco del suo compleanno!

Mito aveva alzato le mani in segno di scusa:

- Ok, ok! Non te ne importa….. non c’è mica bisogno di scaldarsi tanto! Comunque, giusto a titolo informativo, il suo compleanno è domani. Almeno potresti accompagnarmi a comprargli un regalo?

Hanamichi aveva sbuffato. Non poteva rifiutarsi o Yohei avrebbe cominciato a sospettare qualcosa.

-  E va bene…..

Aveva acconsentito. Mito gli aveva battuto una mano sulla spalla con gratitudine:

- Ci andiamo più tardi, allora. Dopo gli allenamenti. Ah sai, mi è anche venuta un’altra idea…

-  Avanti spara quest’altra cavolata!

- Potremmo organizzare una festicciola!

Hanamichi aveva strabuzzato gli occhi. Ora stava davvero esagerando:

- Tu sei solo un esaltato! Una festa per quel frigorifero vivente?

Ma Mito non si era lasciato scoraggiare:

-  Ma dai. Passare il compleanno da soli è davvero triste! Non sarà nulla di impegnativo, solo i ragazzi della squadra, noi e magari Haruko e le sue amiche….

Mito si era stupito notando che al nome di Haruko, Hanamichi non avesse reagito. Da qualche giorno era sempre soprapensiero e anche durante gli allenamenti sembrava un palloncino sgonfio. Non aveva più un minimo di grinta e soprattutto non se la prendeva più con Rukawa. Ma cosa poteva essergli successo? 

Intanto, accortosi  che non aveva ancora accettato l’idea, aveva approfittato del suo silenzio per incalzarlo:

-   Si, faremo così. Propongo di festeggiare in quel bel locale dove abbiamo passato la serata con lui, eh? Che ne dici? Dai, dobbiamo avvisare la squadra. Ah, però deve essere una sorpresa!

Hanamichi aveva scosso piano la testa:

-  Ma perché fai tutto questo per lui, Yohei?

Mito aveva alzato le spalle:

- Essere soli è davvero una cosa triste. E nessuno se lo merita… tanto meno un ragazzo come lui.

Hanamichi non aveva aggiunto altro. In silenzio avevano raggiunto la scuola.

 

Qualche ora dopo Hanamichi se ne stava seduto su una comoda poltroncina rossa all’interno di uno dei negozi sportivi più forniti di tutta Kanagawa, mentre Mito non faceva che spiegazzare le felpe e le tute, rigirandosele tra le mani e osservandole centimetro per centimetro.

Alla fine si era voltato verso Hanamichi con gli occhi brillanti e gli aveva mostrato quello che aveva in mano: un completo da basket dei Chicago Bulls, con la scritta Jordan sulla schiena:

-  Sono sicuro che impazzirà quando lo vedrà!

Hanamichi aveva fatto una smorfia di disprezzo:

-  Io sono sicuro che la sua faccia rimarrà impassibile come quella di un pesce lesso!

Mito aveva riso divertito:

-  Si si, lo so anche io. Ma tu osservagli la mascella e vedrai che si contrarrà. E quello è il segno della sua commozione……

Hanamichi lo aveva guardato sorpreso e Mito aveva annuito con convinzione:

-  Quando la gente non riesce ad esternare le emozioni, bisogna scorgerne i piccoli segnali del corpo! È facile! So capire anche i tuoi stati d’animo così!

-  Cosa? Ma che dici?

-  Già, già! Non stupirti troppo vecchio mio! Per esempio quando muovi troppo le dita delle mani sei nervoso, mentre quando ti passi una mano dietro la nuca sei imbarazzato! Sono anni che ti conosco, no?

-  Ma……ma…..

- Niente ma! E adesso non perdiamo altro tempo. Prendiamo questo completo allora? Ma secondo e che taglia ha? Insomma tu lo vedi sempre nudo, quindi ti sarai fatto un’idea della sua corporatura.

Hanamichi era arrossito.

Rukawa nudo…… se ci pensava sentiva un formicolio solleticargli tutto il corpo! Istintivamente si era portato una mano dietro la nuca, ma subito aveva ricordato le parole di Mito riguardo al suo modo di esprimere l’imbarazzo e si era sforzato di rimanere serio.

- Bè è alto quasi come me e leggermente più magro. Credo che una L dovrebbe andar bene….

Mito aveva osservato la canottiera con attenzione. L’aveva avvicinata al busto di Hanamichi per constatare:

-  No, credo che una L sia piccola. Meglio XL. In fondo Rukawa ha spalle larghe, schiena possente, e muscoli marcati…..

Hanamichi aveva deglutito. Spalle larghe, schiena possente, muscoli evidenti….. un improvviso calore gli era sceso verso il basso ventre, provocandogli una forte eccitazione! Era balzato in piedi come una molla, sbattendo le ciglia convulsamente e cominciando a sudare freddo.

No. Quello no. Non poteva essere tanto sensibile da eccitarsi semplicemente pensando al corpo di Rukawa. Era davvero troppo umiliante.

- Hanamichi che diavolo hai?

Il rossino aveva scosso la testa con veemenza.

- Ti aspetto fuori, è solo un leggero capogiro.

Un attimo dopo Mito aveva sporto la faccia dalla porta con un’aria colpevole:

- Senti Hanamichi, ecco… i soldi non mi bastano! Sai queste cose costano davvero un patrimonio……. Non è che potresti prestarmi un po’ dei tuoi?

Hanamichi, sbuffando, aveva recuperato i soldi dalla tasca e glieli aveva dati. Voleva tornarsene a casa il prima possibile e sapeva che se non gli avesse prestato il suo denaro, Mito sarebbe rimasto nel negozio per chissà quanto tempo alla ricerca di un altro regalo!

Mito era uscito con un bel pacco regalo tra le braccia:

- Et voila! Ti giuro che domani te li restituisco….

Hanamichi aveva agitato una mano con noncuranza:

-  Lascia stare. Lo so che sei un poveraccio!

Mito aveva ridacchiato:

-  Dì la verità. È perché ci tieni anche tu a partecipare a questo regalo!

Ma Hanamichi non gli aveva lasciato il tempo di sghignazzare che già si era allontanato a grandi falcate, gridando:

- Mi hai rotto con questa storia! Ci vediamo domani……

Ed era scomparso tra la folla, lasciando indietro l’amico a bocca spalancata.

Hanamichi dopo un bel po’ aveva finalmente rallentato la sua andatura e si era messo a strascicare i passi svogliatamente. Il cielo era bianco e probabilmente ci sarebbe stata un’altra nevicata: aveva rabbrividito, sfregandosi le mani per riscaldarle, “rivoglio i miei guanti” aveva pensato tra sé. Poi aveva ricordato che erano rimasti a casa di Rukawa, ma prima che il pensiero di quella testa mora s’insinuasse in lui, si era messo a canticchiare una canzone sforzandosi di pensare a qualcos’altro.

Camminava col viso rivolto a terra e le mani affondate nelle tasche, incurante di quello che gli accadeva intorno.

Poi si era fermato di scatto: la sua attenzione era stata attirata da una vetrina di un negozio di musica.

Non che lui fosse un grande intenditore! Ascoltava quello che capitava e non era mai aggiornato sulle nuove uscite, eppure qualcosa in quegli scaffali illuminati lo aveva attratto. Si era messo ad osservare quel cd, posto sulla mensola più alta, dalla copertina nera e su cui spiccavano visi di ragazzi truccati in maniera esagerata. Doveva trattarsi di Visual Rock. Aveva letto il nome del gruppo, X JAPAN, e subito gli era venuta l’illuminazione!

Quella notte in cui aveva dormito da Rukawa, sbirciando un po’ tra le sue cose, si era stupito di vedere così tanti cd e ci aveva dato un’occhiata per leggere qualche titolo. X Japan era una delle band che ricorreva più spesso….

Si era chiesto se quello lì nella vetrina Rukawa ce l’avesse già.

Senza neppure avere il tempo di pensare a quello che stava facendo, era entrato nel negozio e aveva chiesto informazioni su quel cd ad una commessa.

- Oh sei davvero fortunato! Quel cd è appena arrivato ed è un’edizione davvero unica: ce ne saranno al massimo una decina in tutto il Giappone. Sai, lì è contenuta Forever Love, sia in versione normale, che in versione strumentale. Se avessi abbastanza soldi lo avrei già preso io, ma purtroppo costa davvero un bel po’!

Hanamichi la guardava senza capire. Quella ragazzina ne parlava come di una cosa preziosa, ma a lui sembrava solo un cd! E poi lui non sapeva neppure cosa fosse Forever Love! La ragazza gli aveva rivolto un sorriso dolce:

-  Dalla tua faccia ho capito che non sai neanche di che parlo! Allora devi fare un regalo forse?

Hanamichi era lievemente arrossito e aveva annuito. La ragazza allora aveva continuato:

- Se è per una persona speciale allora hai scelto il regalo giusto!

Il rossore sulle sue gote era aumentato notevolmente.

Una persona speciale…..

- D’accordo, lo prendo….

Ma che cosa stava facendo?

Quando aveva tirato fuori i soldi, si era sentito un vero deficiente, ma la ragazza, mentre gli faceva un bel pacchetto, gli aveva rivolto uno sguardo malizioso:

-  Devi essere proprio cotto per spendere così tanti soldi!

Hanamichi, al colmo dell’imbarazzo, aveva balbettato qualcosa senza senso.

Alla fine, mentre usciva dal negozio, la commessa lo aveva richiamato:

- Ehy…. Auguri per il vostro amore!

Il cuore di Hanamichi gli era quasi esploso nel petto.

Ma che diavolo era andata a pensare quella sciocca ragazzina?

Eppure tra le mani stringeva quel pacchetto dalla carta colorata, che aveva pagato una fortuna. Cosa gli era saltato in mente? Aveva rimproverato Mito per quell’assurda idea del regalo e poi era stato lui stesso a volergliene fare uno, e non uno qualunque, ma qualcosa di speciale!

Deve essere davvero una persona speciale…

“Basta!” aveva urlato a se stesso.

Aveva infilato il regalo nella tasca interna del giubbotto e aveva cercato di non pensarci più!

- Hanamichi si può sapere a cosa stai pensando? Hai davvero una faccia da ebete…… Dai che sicuramente Rukawa sta per arrivare!

Hanamichi sbatté le palpebre. Quanto tempo era rimasto fermo contro la parete a ripensare agli avvenimenti del giorno precedente? Mito lo guardava con curiosità, mentre dalla saletta sentiva arrivare un mormorio concitato.

Istintivamente portò la mano nella tasca del giubbotto e le sue dita toccarono il nastro arricciato del pacchetto.

Tra poco Rukawa sarebbe arrivato per quella festa a sorpresa che Mito era riuscito ad organizzare in una sola giornata e lui non sapeva ancora come si sarebbe comportato. Né se quel regalo sarebbe riuscito a darglielo per davvero.

- Eccolo, sta entrando!

La voce di Mito era eccitata come quella di un bambino.

Se non fosse stato per non rovinare tutti i suoi sforzi, Hanamichi se ne sarebbe certo tornato a casa per non affrontare quell’assurda situazione!

La porta del locale si aprì e Rukawa si guardò intorno alla ricerca degli altri.

Sulla testa scura si distinguevano chiaramente dei candidi fiocchi di neve.

Hanamichi lo guardò e trattenne il respiro: “Dio, quant’è bello!” pensò, osservandolo dalla testa ai piedi.

- Rukawa sei arrivato finalmente! Ehy ma sta nevicando eh?

Mito gli era andato incontro col suo solito sorriso. Rukawa si spazzolò il giubbotto con una mano e annuì. Poi i suoi occhi si mossero alla ricerca di Hanamichi, ma quando i loro sguardi si incrociarono, entrambi si girarono di scatto dall’altra parte.

Okusu si avvicinò dando una pacca sulla spalla a Rukawa:

-  Ciao campione!

Rukawa fece un cenno con la testa. Si sentiva impacciato: perché Hanamichi continuava a starsene impalato accanto al telefono? Aveva intenzione di ignorarlo anche quel giorno?

Accorgendosene Mito lo richiamò:

-  Hanamichi oggi mi sembri davvero addormentato! Vuoi passare la serata in quell’angolo?

Hanamichi mosse qualche passo verso di loro.

Le gambe gli sembravano stranamente pesanti.

Quando fu vicino a loro, riuscì a percepire l’odore della pelle di Rukawa. 

Come quella notte. 

Come quella volta in palestra. 

E si sentì stordito. 

Ma riuscì a camuffare la sua tensione:

-   Ciao.

Mormorò.

-   Ciao

Rispose Rukawa con voce cupa.

Fortunatamente intervenne Mito a interrompere il silenzio che era calato:

-  Avanti ragazzi, andiamo nella saletta del biliardo! Facciamo una bella sfida!

Il quartetto si avviò tra i tavolini per raggiungere la porta della saletta.

Non appena entrarono la luce si accese e un coro di voci intonò HAPPY BIRTHDAY. Volarono coriandoli nell’aria e qualcuno suonò le classiche trombette festaiole.

Rukawa era allibito.

Cosa significava? Possibile che tutti sapessero che quello era il giorno del suo compleanno? Rimase fermo sulla soglia, con le pupille dilatate per lo stupore, incapace di dire qualsiasi cosa! C’era la squadra la completo, e poi gli amici di Sakuragi e persino la sorella del gorilla con le sue amiche!

Si sentiva quasi commosso. Dopo tanto tempo qualcuno gli mostrava un po’ di considerazione, non solo perché era un bravo giocatore di basket!

Fu circondato da tutti quanti.

Non era abituato a simili cose, non sapeva reagire, non sapeva neppure ringraziare. Se ne stava zitto, confuso, in parte anche infastidito da tutta quella gente intorno a lui. Ebbe quasi voglia di scappare, ma non poteva. Per una volta in vita sua non voleva sembrare il solito arrogante.

- Auguri Rukawa!

- Si buon compleanno amico!

- Dai mangiamo questa torta……

- Aspetta il primo taglio tocca a lui……

- Prima deve spegnere le candeline…….

- Vieni qui Rukawa, guarda che bella torta….

- Non ci crederai ma l’ha fatta Haruko

- Piantatela con queste trombette…..

- Si e basta anche coi coriandoli!

Voci. Parole. Risate.

Non ci capiva davvero più nulla. Nessuno sembrava ricordare che lui era un ragazzino antipatico e odioso che non parlava mai con nessuno. Lo stavano trattando come un amico. Con affetto e complicità.

Era tutto pazzesco.

Lo costrinsero a soffiare sulla torta per spegnere le 16 candeline azzurre che ornavano lo strato di panna.

- Perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo, nessuno lo può negar….

La voce di Mito che aveva intonato la canzone era stata subito imitata dalle altre. I ragazzi stavano facendo un gran casino, ma sembravano divertirsi un mondo!

Mitsui afferrò la testa di Rukawa stampandogli un rumoroso bacio sulla guancia:

- Chissà quante fanciulle mi stanno invidiando!

Esclamò, guardando Haruko.

Non fece in tempo a finire che anche tutto il resto della squadra si gettò sul festeggiato, baciandolo sulla testa e sul viso!

- Rukawa quanto sei figo, fatti baciare dai……

Miyagi tentava di imitare la voce delle ragazzine che ogni giorno andavano a fare il tifo durante gli allenamenti, provocando l’ilarità di tutti.

Haruko osservava la scena con le guance arrossate, desiderosa di avvicinarsi, ma nello stesso intimidita.

Ayako invece non si era fatta problemi e, tirando giù per il maglione Rukawa, era riuscita a schioccargli un bacio proprio in mezzo alla fronte:

-  Stai diventando un uomo, eh?

Gli aveva sussurrato all’orecchio, con voce materna.

Rukawa si sentiva il viso in fiamme per tutta quella manifestazione d’affetto. Gli sembrava così strano sentire tutte quelle labbra su di lui, quelle mani sulle sue spalle, quelle voci nelle sue orecchie. Era tutto così diverso dalla freddezza nella quale era abituato a vivere….

Ma tra tutta quella confusione, riusciva a rendersi anche conto che l’unico che era rimasto in disparte era Hanamichi.

Lo spiò con la coda dell’occhio e lo vide, poggiato ad una parete, con gli occhi bassi e l’aria assorta.

Proprio in quel momento la voce di Mitsui si sollevò sulle altre:

- Ehy Hanamichi, non dirmi che anche oggi che è il suo compleanno hai intenzione di insultarlo! Dai vieni a dargli gli auguri!

Hanamichi spalancò gli occhi, quasi impaurito. 

No, non ci voleva proprio…

Ma mentre tentava di inventarsi qualcosa per evitare di avvicinarsi a Rukawa, gli altri cominciarono a gridare “bacio – bacio – bacio” impazienti di assistere per la prima volta da quando i due si erano conosciuti, a qualcosa di almeno somigliante ad un atto d’amicizia.

Mito cominciò a spingere Hanamichi verso Rukawa.

I due si guardarono: nei loro sguardi c’erano tacite domande, dubbi, paure, turbamenti. 

Erano faccia a faccia.

Il respiro di Hanamichi si era fatto irregolare: ricordava bene la sensazione del volto di Rukawa a pochi centimetri dal suo e ricordava ancora meglio il sapore delle sue labbra nell’attimo in cui le aveva sfiorate con le sue….

- Dai Hanamichi, glielo dai questo bacio?

Tutti li guardarono con la faccia divertita: nessuno immaginava quello che stavano provando i due ragazzi.

-  Au… auguri….

Balbettò Hanamichi. Poi si sporse verso la guancia candida di Rukawa, poggiandovi un delicato bacio.

E sentì il cuore far le capriole.

Rukawa tremò. Poi istintivamente contrasse la mascella.

Un flash li illuminò: i due si voltarono e videro Noma che li immortalava con una vecchia macchina fotografica. Mito rise di gusto:

-  Ben fatto! Questo è un momento memorabile….. dovremmo farne un poster!

Miyagi annuì:

-  Già, lo possiamo intitolare il bacio di giuda! Eh eh…..

e di nuovo la stanza fu invasa dalle risate.

Rukawa aveva parlato poco come sempre. Era completamente spiazzato da tutto quello che stava succedendo ma soprattutto sentiva la guancia baciata da Hanamichi andare a fuoco. Si portò istintivamente una mano sulla pelle accaldata: sembrava quasi che potesse in quel modo catturare il calore di quelle labbra. In quell’istante si era sentito bene. Come se tutto il resto del mondo fosse scomparso. C’erano solo lui e Hanamichi, uniti da quel bacio.

E in quel momento si era reso conto che Hanamichi era una persona che gli piaceva.

Per la sua vitalità, per la sua trasparenza, per il suo sorriso aperto. Perché sapeva piangere. E perché aveva fiducia nel mondo.

Ma non solo.

Si era reso conto che Hanamichi era un ragazzo che gli piaceva.

Per il suo corpo atletico, per i suoi occhi sinceri, per i suoi capelli fiammanti, per il suo odore pungente. Per le sue labbra morbide.

Si, in quel momento aveva scoperto che avrebbe potuto innamorarsi di lui.

Si accorse solo allora che Mito gli stava davanti e gli porgeva un pacco regalo:

- Ma, che significa?

La domanda era retorica eppure davvero non si aspettava tanto. Non capiva che significato avesse tutto quello.

- Significa che devi scartare il tuo regalo di compleanno….. dai, non vedi che tutti fremono dalla curiosità?

Senza aggiungere altro, Rukawa sciolse il nastro e poi strappò la carta.

I suoi occhi brillarono quando riconobbero i colori della divisa dei Chicago Bulls. Spiegò la canottiera e se la rigirò tra le mani. Quando vide il nome Jordan sulle spalle, un impercettibile sorriso gli illuminò il viso.

Doveva dire qualcosa.

Era felice e doveva dirlo, anche se non ne era capace. Anche se non l’aveva mai fatto.

Si schiarì la voce e poi, tremendamente imbarazzato, sussurrò:

- Grazie Mito.

Un silenzio stupito calò nella stanza.

Rukawa che ringraziava qualcuno era davvero un evento. Mito sorrise con la sua espressione eternamente gioviale:

- Ma figurati! Ci tenevo a regalarti qualcosa che ti piacesse. E comunque non devi ringraziare solo me. L’abbiamo scelto insieme io e Hanamichi. È da parte di entrambi!

Rukawa si voltò verso il rossino e il suo sguardo sembrò quasi intenerirsi:

-   Bè, grazie anche a te, allora!

Un boato seguì le sue parole!

-  Ragazzi i miracoli succedono per davvero….. e ora mangiamo questa torta!

E così dicendo Takamiya si avventò su quel bel dolce che troneggiava in mezzo al tavolo e che aveva tenuto d’occhio da quando erano arrivati.

Rimasero lì per un’altra ora.

Mangiando la torta di Haruko. Bevendo un po’ di sakè. Continuando a scherzare e a ridere come un vero gruppo di amici.

Rukawa non sembrava più lui. Il suo colorito solitamente smunto era stato sostituito da un leggero rossore diffuso sulle guance. E la sua bocca sempre imbronciata, si era rilassata in quello che, a detta di molti, somigliava ad un sorriso.

Poi pian piano la saletta cominciò a sfollarsi.

Haruko, insieme alle sue amiche ad Akagi e a Kogure, furono i primi ad andar via. Poi fu il turno di Mitsui. Miyagi si offrì di accompagnare Ayako. Yasuda, e gli altri panchinari dello Shohoku li seguirono dopo qualche minuto.

Era rimasta solo la mitica armata Sakuragi.

-  Bè è stata una bella festa, eh?

Commentò Okusu con aria soddisfatta! Insieme a Noma e Takamiya si avviarono all’uscita.

Mito li stava per raggiungere, ma Rukawa lo trattenne per un braccio:

- Ehy…. Io…. Bè grazie di tutto. Davvero.

Mito annuì.

- E' stato divertente! Hasta la vista, amigo!

Poi gli strizzò l’occhio e si voltò.

Hanamichi si stava infilando il giubbotto e solo in quel momento ricordò il cd.

Il suo regalo per Rukawa.

Doveva darglielo? Avrebbe fatto la figura dello scemo? E cosa avrebbe pensato Rukawa?

Ma, afflitto da tutti quei dubbi, si accorse troppo tardi che Rukawa stava andando via:

-  Ci vediamo!

Gli aveva mormorato.

Senza pensarci due volte, Hanamichi lo richiamò:

-  Rukawa….. aspetta!

Rukawa si voltò con aria sorpresa. Il cuore martellava nel petto ad una velocità impressionante…..

Non disse nulla e aspettò che Hanamichi continuasse.

Hanamichi si toccò il cd nella tasca.

“Che faccio? Che diavolo faccio?”

Ma non ci riuscì.

Vigliaccamente lo lasciò nel giubbotto e si limitò a sussurrare:

- Buonanotte…..

- Hn…

Fu la gelida risposta.

 

NOTE

Eh! Ci sono un po’ di precisazioni da fare.

Ho citato Michael Jordan solo perché è l’unico giocatore di basket che io conosca (a parte quelli di slam dunk, ovviamente ^_^)…. E Jordan giocava nei Chicago Bulls, vero? Oppure  ho detto una mega cavolata per cui verrò picchiata a sangue da tutti i tifosi del mondo? Vi prego abbiate pietà di una povera ignorante in materia!

E veniamo agli X Japan! Naturalmente questo fantomatico cd di cui esistono solo 10 copie nell’intero Giappone è un’invenzione bella e buona della sottoscritta. Però volevo che Hanamichi regalasse qualcosa di eccezionale al suo (ma quando mai? Caso mai MIO) Ru, e quindi ci ho infilato ‘sta storia. Poi la canzone Forever Love (quella di X, la conoscete tutti no? Ovviamente si!) è a dir poco meravigliosa…

Ah poi perdonatemi se ho introdotto quello stupido coretto (perché è un bravo ragazzo….), licenza poetica!

E infine un appunto sul titolo: non so se in Giappone conoscano giuda, nè di che religione siano (sempre più ignorante!!!), quindi io ce l’ho messo come sinonimo di traditore. Magari per loro c’è un certo Seishiro (primo nome jap che mi è venuto in testa ^____^) che per antonomasia ha questo ruolo…..

Vabbè ora ho finito con tutte ste storie!

Ci sentiamo al prossimo capitolo!

 

Ru – ma sei scema? Questo capitolo è più casto degli altri due……

Junda – ma scusa non si è creata l’occasione!

Hana – Ru, ti ho anche dato un bacio sulla guancia….

Junda – già, che vuoi di più?

Ru – una notte di sesso, magari?

Junda – ma sei un manico! Per queste cose spassatela con Sendo!

Hana – cretina, cosa dici? Ru è mio……

Sendo -  qualcuno mi ha chiamato? Per le scene hard sono sempre disponibile!

Hana – vattene via, porcospino!

Junda – effettivamente non sei stato neppure menzionato come comparsa (ma stai tranquillo ho già scritto una bella SenRu)

Hana – cosaaaaaaa???????? Ma sei scema?

Junda – uffa che lagna! A voi non vi sta bene nulla!

Ru – io vorrei solo fare un po’ di sesso…….

Junda – vedremo, vedremo!

Hana – quella della SenRu me la paghi, bastarda! E poi non capisco perché sembro un balbuziente in questa fic!

Junda – Balbetti perché sei stupido. E adesso basta. Un’altra parola e sostituisco Ru con la Nobuscimmia!

Hana – grrrrrrrrrrr…………



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