DISCLAIMERS i pg sono
tutti mieiiiiii e prima o poi si ribelleranno lo so.....
NOTE allora.....prima sono andata a vedere la data dell'ultimo postaggio e
mi sono quasi spaventata...... scusatemiiiiii ;_; spero che nn vi siate
dimenticati di loro! questo è un capitolo corto lo so ma a breve (giuro! è
già scritto devo solo trascriverlo) arriverà il prossimo. ditemi se nn vi
interessa più leggerla, se vi siete dimenticati di loro...io spero di no
;_; insultatemi anke (tanto i pg sono miei e faccio ciè ke voglio^^)
insomma kualunkue cosa!
Follia
parte
VII
di Mikako
SILENT
SORROW
Con le note dei Linking park che urlano la loro rabbia nella stanza Fabien
pensa. È una musica inusuale per lui, d'altronde questo è uno stato
d'animo altrettanto insolito. Il profumo dell'incenso al sandalo si alza
nell'aria ed è solo il chiarore della stanza creando arabeschi dorati nelle
pareti che ne rischiara un po' il buio.
Fuori è ancora chiaro ma Fabien ha chiuso le finestre e sbarrato la porta,
non vuole essere disturbato.
Deve pensare.
In questi giorni ha visto Shadè spessissimo e piano piano il nodo che
pareva stringerla, quell'orribile spasimo di nulla, si è allentato.
Anche se i suoi occhi riflettono ancora la sventura di una caduta e
l'ustione di una nostalgia. Pare che ogni giorno qualcosa rinnovi una
cicatrice indelebile in lei, nel suo immenso silenzio; ricorda l'immensità
mitologica della caduta, come se Dio si fosse inferto da solo una ferita e
dalla propria costola avesse cavato in una sola volta il Male, il
Diavolo e il mondo. Come se un delitto immenso si fosse perpetrato
nell'attimo del Fiat e la creazione ne fosse la prova corpulenta, l'impronta
digitale non cancellabile. Un controsenso che si concretizza e si coagula
attorno a lei, c'era qualcosa di ineffabile attorno a quella ragazzina e
Fabien sentiva di poterne più fare a meno.
Adesso che aveva scorto in lei l'anima tormentata e oscura ancora meno.
Sospirò sentendo un bussare alla porta e si tirò su a sedere
pronunciando un seccato "avanti". Quasi cade dal letto quando un
silenzioso Syren introduce una pallida e altrettanto silenziosa Shadè.
" camminavo tranquillamente per andare dall'amore mio quando l'ho vista
che vagava persa per strada" stringendosi nelle spalle "visto che
non so dove abita" lascia la frase in sospeso e si lancia addosso al
fratello, finendogli sopra e baciandogli la linea della mascella "se
devi tradirmi almeno fatti pagare" sussurra malizioso, adora vedere
Fabien arrossire e lanciargli occhiate omicida per poi buttarlo giù dal
letto e ordinargli di uscire immediatamente, assolutamente adorabile.
Si alza e cambia CD, Chopin, la musica di Shadè. Musica dolce e rilassante,
musica che sa di sogno, un breve e intenso sentore d'immensità, l'illusione
di poter tenere l'infinito nel cavo della mano e l'eternità in un ora di
vita. Si dirige verso l'armadio e prende una coperta, non parla, non chiede
nulla, si specchia negli occhi della ragazza e quel che vede è paura.
Paura e terrore allo stato puro come se non si rendesse conto di dov'è ,
chi è Fabien e soprattutto chi è lei. Ha gli occhi di un naufrago. Quasi
stesse cercando disperatamente una terra che sia la sua, una strada da
percorrere, un posto dove stare, un modo di morire.
Tutto quel mondo addosso... e non sai nemmeno come finisce e quanto ce n'è.
A volte si sente andare in pezzi sola a pensarla quell'immensità, a
pensarla, a viverla...
... e il ragazzo si avvicina piano e drappeggia la coperta sulle sue spalle,
frizionando delicatamente la pelle e scostandosi subito dopo /quasi con
dolore/per paura di spaventarla. Ma è così difficile non indugiare a
sfiorarla, ad accarezzarle i capelli e baciarla, così dannatamente
difficile allontanarsi e chiederle "come mai girovagavi?" anche se
sa che non risponderà. La ragazza alza lo sguardo smarrito, enorme e scuro
e fissandolo mormora "stavo cercando papà" le prime parole che
gli rivolge da 4 anni che si conoscono, mormorate con voce roca come se non
fosse abituata a parlare e solo quella frase gli fosse costata uno sforzo
enorme. Il ragazzo sgrana gli occhi incredulo, non avrebbe mai creduto che
la sua voce fosse così particolare, bassa e insinuante sembra il brontolio
di un tuono e accende mille brividi sulla pelle. Quanto desidera toccarla e
perdersi in lei, sentire il suo calore e lasciare che gli spacchi il
cervello, era triste non poter nemmeno guardarla a lungo.
Gli castani, grandi, pieni di sofferenza e di un desiderio struggente.
Gli sembra quasi di poterlo percepire e gli fa male sapere che la causa è
lei.
Male.
Lei non si è mia preoccupata per gli altri era troppo presa a restare a
galla, a nn affondare e a mantenersi sana di mente, finchè si è lasciata
andare e la follia l'ha lambita come un vento gelido, la follia di vedere
suo padre che gli sorride e di desiderare una carezza e una parola gentile
da lui. Alcune volte se ne rende conto.
Gli schiaffi e le cinghiate, se ne accorge e grida e piange, altre volte
sembra quasi che non sia lui, non è suo padre quello, no non lo è. Questa
confusione la stà facendo impazzire.
E non se ne accorge nemmeno.
È questo che spaventa di più Alistair. Ma adesso... adesso vede le mani di
Fabien che si avvicinano per coprirla e scopre si desiderarle, scopre che
non ha mai voluto altro e sentirle su di alla fine è così dolce, così
giusto! Cosa le sta' succedendo? E perché sente questo vuoto quando il
ragazzo si allontana? E le parole che pronuncia poi... lei non ha mai
parlato con nessuno. Solo con suo fratello, invece ora il suono è uscito
naturale da lei, così naturale che apre di nuovo la bocca e sussurra "
vieni qua con me..." un implorazione quasi.
Quand'è che Fabien ha smesso di spaventarla e ha cominciato a desiderarlo?
Quando è rimasta incantata dalle sue parole? Quando ha notato come sono
lunghi e belli i suoi capelli? Quando si è persa nei suoi occhi?
Aveva saputo come prenderla ecco la verità. Ma non era solo questo, anche
altri professori si erano avvicinati a lei così, no con lui è diverso. E
non saprebbe dire perché. Lo vede sgranare gli occhi e avvicinarsi
con circospezione, si siede sul letto e domanda
piano
"preferisci che apra le finestre?"
Quasi non credeva alle sue orecchie quando la voce di Shadè l'aveva
raggiunto nuovamente e adesso stavano parlando normalmente... o quasi...
Si avvicina un po' in modo da sfiorarla con la mano ma senza realmente fare
un gesto concreto per toccarla e incredibilmente sente la stretta timida
della ragazza avvolgerlo e lo sguardo impaurito sfuggirgli come una gazzella
impazzita, appoggia delicatamente due dita sotto il suo mento e con gesto
dolce e lento lo alza costringendola a guardarlo. Il cuore martella nel
petto, paura che lo respinga e eccitazione per essere riuscito a sfiorarla,
a spezzare una difesa. Non osa fare nulla di più, resta immobile col viso
di Shadè fra le mani e i capelli castani che scivolano sulle spalle fino a
inanellarsi sul letto, adesso ha socchiuso gli occhi e lo guarda in viso.
Finalmente.
Ed è uno sguardo così intricato e complesso che a Fabien sembra di cadere
nel vuoto, c'è come una muta richiesta in esso, come se senza dire una
parola lo stesse pregando di aiutarla.
Cosa deve fare adesso? Avvicinarsi? Allontanarsi? Darebbe nn so cosa per
baciarla ma sa con spaventosa certezza che non è il momento, che la
spaventerebbe e basta e che adesso deve trovare qualcosa da dire perché
altrimenti non si sarebbe trattenuto a lungo. Fa scivolare la mano sul collo
in una lenta carezza e prendendo una ciocca di capelli fra le dita comanda
dolcemente " Shadè... sei stanca, perché non dormi qui
stanotte?" vedendo il suo sguardo terrorizzato si affretta ad
aggiungere " non qui nel mio letto! Nella camera degli ospiti, se mi
dai il numero di casa avverto io" la vede tentennare e infine annuire
con un espressione in volto che non è assolutamente in grado di decifrare,
e in un soffio gli da il numero pregando dentro di se che risponda
Alistair e non suo padre.
Ed è prima di alzarsi per telefonare che Fabien si china dolcemente su di
lei per sfiorarle la guancia con un bacio, leggero, a fior di labbra, come
due colori che si mischiano dando vita alla perfezione. Ed è come se tutti
e due ricevessero una scossa elettrica talmente è forte la reazione che
hanno, le labbra premute sulla pelle e il calore che sprigiona tutto questo.
Ci sono persone, persone speciali nate per stare insieme e l'una non vale
molto senza l'altra, persone che hanno costruito la loro dimora nel tuo
cuore... anzi di più, persone che la loro dimora ce l'avevano già in te, e
nel momento in cui vi conoscete due pezzi di un puzzle si incastrano e
sembra quasi di sentirne il rumore. Certamente Dio lassù deve aver
esclamato " eccoli qua! Li ho trovati finalmente!" perché erano
nati per stare insieme. Ed è per questo forse che Shadè non si spaventa e
nn si ritrae. Ma è tutto nuovo, così nuovo per lei e ha una paura folle di
nn sapere cosa fare e come comportarsi, il vuoto in lei, il vuoto che
minaccia di divorarla è stato rischiarato dalla luce di lampade a olio
poste sul sentiero in salita che porta ... dove? La debole luce illumina
l'anima e il buio si ritrae inorridito, spaventato, lacerato da artigli di
fiamme e dal cuore coraggioso di Fabien. Ma basta così? Davvero basta così
poco perché lei esca fuori dal suo tormento, dal suo nulla, e trovi un
senso?
Forse si.
Fino alla prossima volta.
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