DICLAIMERS i pg sono tutti mieiiiiiiiiiiiiiiiiiii
x loro sfortuna^^ihihihi
NOTE commentate!!!!! ditemi se vi piace e la continuo a postare o no^^ se piace
a poki posso sempre mandarla in pvt a loro piuttosto ke rompere all'intera
ML....quindi ditemi^^
ps. questo cap è piuttosto cortino...ma abbiate fede il prox sarà diverso^^
Follia parte
VI - Nel mio cuore...
di Mikako
La gente si affolla intorno a loro, sfiorandoli, accarezzando con lo
sguardo quei due ragazzi fermi in mezzo al locale a guardarsi. Si guardano
come se dovessero imprimere nella mente l'anima dell'altro, scorre negli
occhi, nel cuore, nella pelle. Accade di tanto in tanto... stanno
lavorando quando si incrociano, magari per sbaglio, e incantati si
fermano. Assetati di vita si potrebbe dire, assetati d'amore forse. "
oggi c'è più gente del solito" è il commento di Alaistair, Jhoann
scuote le spalle noncurante "arriva il nuovo gruppo a suonare,
sarà per quello" poi più niente, non hanno occasioni di
parlarsi, assorbiti dalla folla e dai clienti. Forse è un bene il troppo
lavoro, impedisce di pensare. Alaistair porta una mano al volto,
sfiorandosi, inconsciamente quasi, il livido, ombra violacea sul candido
viso, unica testimonianza visibile della sua sofferenza a parte lo
sguardo. È mezzanotte ormai, ancora due ore e sarebbe tornato a casa. A
casa. Sono un po' di giorni che suo padre torna tardissimo e crolla subito
a dormire...e a lui non dispiace affatto. Shadè è più tranquilla,
soprattutto da quando è andata da Fabien, e Alaistair finalmente può
pensare un po' a se stesso, a Jhoann, a quello che rappresenta e a ciò
che prova. La voglia di proteggerlo, di perdersi e amarlo, tutto questo è
cresciuto in lui senza che nemmeno se ne accorgesse, senza che
nemmeno lo volesse.
Sospira, le mani lavorano instancabili, lo sguardo non perde di vista un
secondo la bionda figura di Jhoann e la mente è in subbuglio. Non può
permettersi di innamorarsi adesso eppure non può fare a meno di lui. Si
sente così solo... può sentire gli urli disperati della sua anima a
pezzi. Come il suono delle campane, il cui richiamo di sentinelle fedeli
riempie il cielo, scoppiano nel cranio, gridano come spiriti senza pace.
Non ce la fa più.
Si sta perdendo... si può morire di solitudine?
Lo sguardo azzurro di Jhoann segue incessante i movimenti del ragazzo,
quasi a voler leggere l'anima attraverso i suoi gesti stanchi, attraverso
i suoi occhi e l'espressione indecifrabile del viso. Poi la voce del
cantante si alza limpida e dolce, tutto il locale si zittisce rapito e lui
si piega in due, quasi l'avessero pugnalato. Quella voce la riconoscerebbe
ovunque. Syren. Il ragazzo che per quasi un anno ha amato e dal quale è
stato amato in modo totale. Il ragazzo che ha lasciato all'improvviso,
senza una spiegazione, senza dire nulla. Syren. Si volta lentamente, con
il respiro spezzato, e lo vede. Bellissimo come lo ricordava, stretto in
una canottiera di raso nero completamente preso dalla sua musica. Dio la
sua pelle... sentirla aderire alla propria, in un eccitante carezza, la
gola candida e le proprie labbra che ne conservano ancora il ricordo. No
era troppo... troppo. Troppe sensazioni, troppe emozioni in una volta
sola, come un fiume che implacabile straripa dagli argini,
devastando tutto. Anche il suo cuore. Ha bisogno d'aria, di
riprendere fiato e rimettere insieme i cocci di se stesso.
Corre fuori, sentendo l'aria gelida schiaffeggiargli il viso e disperdere
l'assurdo calore del locale . I ricordi volteggiano impazziti, avvoltoi
che spolpano la tenera carne della memoria. Le mani portate al viso, a
coprire gli occhi come per impedirsi di guardare, richiudersi nel proprio
mondo e non sentire più nulla.
Lo vede precipitarsi fuori dal locale e d'istinto lo segue. Per una forza
indomita e travolgente che devasta il suo cuore, incredibile a ben
pensarci, perché mai lui si era fatto dominare dall'istinto /forza
altalenante e imprevedibile che con i suoi moti eterni descrive la
scenografia di un istante sempre uguale eppure diverso/ ma adesso,
leggendo la disperazione nei suoi movimenti convulsi, adesso, non può
fare altro che seguirlo. Come se fosse un burattino appeso ai fili
dell'inferno e , nello stesso tempo, rapito da un cielo di Troni e
Dominazioni;/ Il locale pieno di gente, il fratello pazzo di Fabien che
canta in maniera magnifica / in un modo che non è nemmeno cantare, ma
urlare le note, farsi portare via, per intero, trascinati nel grande mare
che onde poderose sconvolgono/
E lui che ad un certo punto dimentica tutto il resto, suo padre, Shadè ,
lo dimentica, ed è solo con il pensiero di Jhoann addosso /i suoi occhi,
la sua pelle/ che esce nella gelida notte illuminata dalla luce tremula
dei lampioni, come disumani pendoli dal movimento eterno.
Lo trova appoggiato al muro, con una mano a coprirsi gli occhi, ad
impedire alle emozioni di uscire, chiuderle dentro finché non sarebbe
stato in grado di controllarle. Ed è con l'immagine di lui negli occhi,
con il desiderio e ancora più in fondo all'anima /inconfessabile/ l'amore
e il bisogno, con tutto questo, che si avvicina a Jhoann e in un
respiro posa le sue labbra sopra quelle di lui. Morbide da impazzire, da
perdersi e non ritrovarsi mai più.
Jhoann spalanca gli occhi, il contatto con quelle dolcissime labbra
diffonde un calore improvviso per tutto il suo corpo, e immediato il
desiderio di avere di più lo colpisce /costringendolo quasi/ ad
afferrargli la nuca, affondare la mano nei suoi capelli di seta nera e
attrarlo a se, contro il suo corpo. Da una parte il freddo muro,
dall'altra Alaistair premuto su di lui che si muove inconsapevolmente
sensuale , gemendo piano mentre Jhoann disegna con la lingua il contorno
delle sue labbra. Lo sente abbandonarsi a lui e con un sospiro
aprire le labbra per approfondire il bacio, ed è come se avessero preso
la scossa talmente forte è la feroce passione che li travolge.
Si baciano, si stringono, annegando nell'altro l'immensa solitudine e il
dolore che minaccia di frantumarli, lampi di piacere li investono e stanno
per perdersi / è un bel modo di perdersi, perdersi uno nelle le
braccia dell'altro, esplorando con la mente sentieri infiniti dove il
sogno crea l'illusione di una felicità eterna /ma che DOLCE illusione
sarebbe/ per perdersi insieme in un attimo che sa di nostalgia/ quando
Alaistair si stacca ansimante e lo guarda, gli occhi immensi e le labbra
gonfie. Ma quello che spaventa di più Jhoann è lo sguardo... così
terrorizzato e sconvolto da stringergli il cuore. Si accascia per
terra, prendendosi le ginocchia fra le braccia , stringendosele al petto
come a proteggersi.
Non lo sopporta.
Con la mente e il corpo ancora pieni di lui, lo abbraccia di slancio,
inginocchiandoglisi di fronte e appoggiando la guancia sulla sua nuca
sussurra "prenditi il tempo che vuoi, non preoccuparti"
Così.
Come se avesse capito tutto.
Può quasi sentirla, l'anima di Jhoann lenire la propria in una morbida
carezza, qualcosa come due note che si incontrano e danzano insieme nella
mente dell'artista scivolando giù fino al cuore. E loro sono quelle note,
ma anche l'anima e il cuore, loro sono tutto.
Tuttavia... la mente si ritrae sotto l'improvviso orrore dell'immagine di
suo padre. Le cose sono già dannatamente complicate così. Ha un
disperato bisogno di Johann ma non vuole coinvolgerlo.
Sarebbe terribilmente ingiusto da parte sua, anche lui ha i suoi problemi
e le sue angosce e non può pretendere che si accolli anche il suo peso,
nessuno può farlo. Lui riesce a stento a tenere insieme i frammenti di
se...come può chiedere a un altro di farlo? La voglia di abbandonarsi di
nuovo nelle sue mani e farsi amare è enorme /le sue labbra vellutate, la
pelle calda, eccitante, non aveva mai provato una sensazione del genere,
una passione così forte, tanto forte da divenire violenza/ ma non può.
L'insostenibile tormento che lo dilania minacciando di distruggerlo trova
uno sfogo nell'abbraccio totale e disperato in cui stringe il ragazzo, un
breve attimo, fuggevole calore, mentre si rialza e passo dopo passo la sua
anima si frantuma.
Ogni passo lontano da lui un pezzetto di buio che lo inghiotte.
Era da tanto che nessuno lo abbracciava così e lui ha una voglia
terribile di tornare indietro, ma entra nel locale lasciando solo Johann.
Solo con il ricordo di Alaistair a riempirlo.
La sigaretta stretta fra le labbra morbide e rosse, il fumo che sale in
lente volute nella stanza, a creare sogni di luoghi sconosciuti a
qualsiasi mente umana, dove la bellezza diventa selvaggia meraviglia ,
quasi violenta nel suo improvviso divenire. Da quando ha conosciuto
Alaistair si sente come spezzare in due, una parte vuole disperatamente
perdersi in lui, amarlo e con lui abbracciare anche la sua anima. Stringe
gli occhi azzurri / azzurri e puri come può esserlo solo un cielo dopo la
tempesta/ è vello d'accordo... ma è tutto li? È solo una questione di
fisico? Scuote la testa sorridendo ironico, non è solo una cosa di sesso
e lo sa bene.
La sua aria indifferente e fredda nasconde un fragilità estrema, come una
cascata di luce che precipita dalle nuvole fino ad incontrare la fredda
terra.
Luce fuggevole e abbagliate.
Luce dolente e disperata.
E la notte fuori che piano diventa mattina, lampi di rosa arabescano il
cielo mentre tutto sembra avvolto dall'oro. Partire... partire e
dimenticare tutto. Partire e fuggire nuovamente dal mondo, da se stesso,
da quella maledetta paura di vivere, da Alaistair. Partire e placare la
propria sete di libertà e di mondo. Per 8 anni è rimasto chiuso in un
collegio e adesso desidera con tutte le forze quella libertà a lungo
negata.
Si accarezza le labbra con le dita, gesto lento e sensuale, quasi uno
sfiorarsi l'anima.
La sua lingua, il suo corpo.
Dio.
Non resiste lontano da lui un giorno, come può pensare di lasciarlo?
Eppure.
(eppure con Syren l'hai fatto) sussurra una piccola vocina nella sua
mente, (hai lasciato Syren senza una parola e sebbene tu abbia sofferto
molto non è bastato a farti dire basta. Non è bastato a farti tornare o
a trattenerti) Forza le labbra con un dito, introducendolo all'interno e
accarezzandolo con la lingua, lento da impazzire. Un brivido lo percorre
al pensiero che quel dito potrebbe essere quello di Alaistair...che la
mano che è scivolata in mezzo alle gambe a sfiorarsi e massaggiarsi
potrebbe essere la sua. Si accarezza, ora più veloce, alternando tocchi
leggeri con affondi violenti, si tocca e mille brividi gli si accendono
salendo per tutto il corpo, fino a penetrare ogni fibra del suo essere. Ma
quello che lo spaventa di più è che la sua testa è scivolata indietro e
la sua voce mugola...solo per Alaistair. Il movimento quasi feroce ora, i
denti che affondano nel labbro inferiore e il suo seme che si sparge per
terra, tutto questo solo per quello strano ragazzo che ormai gli è
entrato dentro. E non esistono più i 'forse' i 'ma' o i 'però', non
esistono perché ormai è troppo tardi. Questo pensa Johann mentre scivola
a terra e si prende la testa fra le mani ansimando, pensa che per quegli
occhi verdi e disperati forse vale la pena rischiare.
La stringe a se, sul suo cuore, e pensa al corpo fragile eppure forte di
Johann, al colore dei suoi occhi sconvolgentemente puri e profondi,
all'espressione del viso, specchio della sua anima, il desiderio lo
colpisce più forte della mano di suo padre. Sono le ore più buie della
notte...quelle che precedono il giorno, quando pensi che la luce non
arrivi più e ti senti sommerso, imprigionato dalla tenebra, perso in una
notte infinita. Il calore di Shadè lo riscalda e il suo pensiero gli
impedisce di impazzire... non l'ha mai vista come un peso. Anche se forse,
se non ci fosse lei se ne sarebbe già andato. Ma è strana, a volte parla
di suo padre come se non si rendesse conto di nulla, come se non fosse lui
ma il papà ideale, quello che tutti vorrebbero avere.
È preoccupato perché fugge dalla realtà in un modo pauroso.
E lui non sa più cosa fare.
La accarezza piano, scostandogli i capelli dal viso, portarla via di
li....sarebbe servito o l'avrebbe sconvolta di più? E poi non doveva
dimenticare che lei era minorenne...no per ora non c'era soluzione.
Sospirò desiderando Johann accanto e se con un intensità quasi
dolorosa, e esalando l'aria sussurrò "devi rifarti la tinta, si vede
la ricrescita" Shadè alzò uno sguardo vacuo al suo indirizzo, lo
stava fissando ma era come se non lo vedesse affatto, gli sorrise
inquietante e replicò soave
"ohh si... a papà piacciono tanto"
per un attimo Alaistair gelò.
A loro padre non piaceva nulla.
Tantomeno Shadè.
Non ci parlava MAI .
"me l'ha detto ieri"
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