DEDICHE: questa ficcina (scusandomi umilmente per la ciofeca che è) la dedico con tutto il cuore a Lucy, la mia sys, che si preoccupa per me e mi tempesta di squilli che fanno bene al cuore. Ti voglio bene, anche se non te lo dimostro abbastanza.

DISCLAIMERS: i personaggi sono di Takehiko Inoue, la canzone è ‘First be a woman’ di Gloria Gaynor…vi chiederete come possa una canzone simile adattarsi ai puccini o a qualsiasi altra coppia gay…ehehehe…vedrete! Ovviamente le parole saranno solo d’ispirazione, comunque. Questa è la prima di due oneshots (slegate tra loro, ma magari farò qualche richiamo) in cui affronto il problema uke-seme. Ringrazio la sis Silene per aver sviscerato la tematica con me e Najka per avermi aiutato a capire come gestirla.

NOTE 01: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma!

NOTE 02: come sempre è tutto buttato a caso, non cercate riferimenti né temporali né di luogo né di nessun altro tipo!!!

NOTE 03: visto che oggi mi sento buona...lieto fine per tutti!!!! FORSE…

 


First of all

di Marty


“Ma perché non sta semplicemente sotto?” disse a denti stretti il ragazzo moro, soffiando sulla tazza di ceramica chiara piena di cioccolata calda.

Il liquido ambrato gli ricordava troppo la pelle di quell’imbecille con cui viveva, ma anche la bevanda che si apprestava a bere…aveva la stessa sfumatura di quegli occhi nocciola che gli avevano fatto perdere la testa.

Quindi la situazione non cambiava molto.

Depose la tazza sul tavolo e si abbandonò contro la parete, stendendo le lunghe gambe sotto il kotatsu. Si guardò intorno, e la casa gli trasmise come sempre calore. La carta da parati di un’intensa tonalità salmone, i mobili di legno scuro, la corta e soffice moquette…

Che donna incredibile. Chissà, forse in un’altra vita avrebbe potuto innamorarsene.

Come a smentire i suoi pensieri, una voce un po’ alterata lo apostrofò dalla cucina.

“Ma sei impazzito, Kaede?! Lascia subito quella cioccolata, devo averci messo dentro qualche strano tipo di allucinogeno senza accorgermene!”

“Hn” replicò lui a bassa voce, non abbastanza evidentemente per sfuggire alla massaia che si precipitò in salone asciugandosi le mani in un canovaccio a fantasia scozzese.

“Non permetterti di hnnare con me, signorino!” esclamò lei, con la pancia evidentemente ingrossata che seguiva dolcemente le sue forme, ammorbiditesi per via della gravidanza. Sbuffando si tolse un ricciolo moro dal viso per sistemarlo dietro l’orecchio, mentre lo guardava severamente.

“Ok, scusa, Aya. Ho esagerato. Ma vedi, non so davvero cosa fare. Insomma, dovrei essere io l’elemento forte della coppia, no? Non è normale che mi senta sempre inferiore davanti a lui!”

La donna sorrise comprensiva, sedendoglisi accanto.

“Senti, Kaede, tu puoi frequentare le migliori scuole, farti lanciare sulla luna con un razzo militare, diventare un pilota di formula uno…ma non varrai mai niente come persona, se prima non impari ad essere te stesso.

È sempre stato uno dei tuoi limiti, il non sapere chi sei o cosa vuoi.

E il fatto di non esserti mai sentito amato davvero perché pensavi che ti guardassero e volessero solo perché eri bello, ti ha portato a nasconderti sempre da tutti. Hai disimparato ad amare e ad amarti tu per primo, per paura di soffrire. Io ti capisco, ma non credi che possa essere frustrante per chi ti sta vicino fare i salti mortali per vederti agire come una persona normale? Nessuno ti chiede l’impossibile, lo sai! Ed anche per te forse è ora di togliere la maschera e riscoprirti…il fatto che tu sia bello anche con addosso un paio di jeans sdruciti non è una colpa o un difetto, ma solo un pregio! Comincia a vederlo come tale! In fondo Hanamichi si è innamorato del vero Kaede, non della facciata costruita per il pubblico. Si è innamorato di quello che ha intravisto, e che sta cercando disperatamente di raggiungere! Alla fine sembra quasi che tu non sia sincero, con lui.

Quindi, anche se ti sembra strano o ti senti fuori posto, se vuoi renderlo davvero felice, devi…”

 

************************

 

Quando gli aveva proposto di uscire a cena, gli occhi del rossino si erano accesi di pagliuzze d’oro.

Forse allora Ayako non aveva tutti i torti, dopotutto.

“L’essere seme non ti obbliga necessariamente a non avere debolezze e a dover dominare sempre tutto! Lasciati andare ogni tanto, permettigli di guidarti! Sicuramente nell’ambito dei contatti umani può insegnarti molto, non credi?”

E così, appena furono usciti dal cancello del palazzo, Kaede si mise a fianco del suo koibito ma un passo indietro, in modo che Hana potesse indicargli la strada, visto che il locale l’aveva scelto lui.

Anche un gesto così insignificante richiese un grosso sforzo, da parte sua.

“Eccoci!” esclamò Hanamichi indicando un’insegna luminosa con scritto ‘Blue Parrot’. Era un disco pub.

Sedettero ad un tavolino accanto alla pista da ballo.

La musica era piacevole, e il rossino dopo pochi minuti iniziò a battere il tempo con il piede.

Kaede sapeva che avrebbe voluto ballare, ma che non osava proporlo perché temeva un suo rifiuto, così si limitò a guardarlo e a offrirgli un lieve sorriso d’incoraggiamento.

“Vuoi…vuoi ballare?” chiese Hanamichi incredulo.

Per tutta risposta il moro gli porse la mano, e poi si alzò imitato da lui diretto alla pista.

Mentre ballavano, guardando il viso del suo compagno, Kaede dovette riconoscere che non l’aveva mai visto tanto felice.

Ovviamente gli strusciamenti vari causati dalla folla e dal ballo provocarono delle reazioni fin troppo note ai due, che ripresero la via di casa con largo anticipo rispetto alle previsioni.

Kaede desiderava il rossino come non mai, tuttavia dopo essersi scambiati baci roventi lo strinse a sé e gli accarezzò la schiena, senza fare altro.

Quella sera voleva solo dormire con lui, respirare l’odore della sua pelle e sentirlo vicino. Era tanto che non accadeva.

Hanamichi rimase piuttosto sorpreso dal comportamento del moro, ma vi si adattò senza protestare.

Poco prima di scivolare nel sonno, un pensiero attraversò la mente del rookie di Kanagawa: qualunque cosa facesse, chiunque decidesse di diventare, sarebbe stato se stesso.

 

********************

 

“Insomma, non mi ama più.”

Con queste parole il rossino concluse il racconto delle ultime settimane.

Il volpino era cambiato, molto, e non ci si raccapezzava più.

“Senti, Hanamichi, ormai state insieme da quanto? Due anni? Non puoi farti venire questi dubbi solo perché una serata insieme non è finita con la lotta grecoromana sotto le lenzuola!” lo rimproverò Mitsui sdraiandosi tra i cuscini del suo comodo divano.

“Si è spento il desiderio” piagnucolò lui per tutta risposta.

“Ma scusa, se progetti di vivere con lui tutta la vita non credi sia un po’ presto per preoccuparti di questo?” obiettò Kogure, porgendogli un vassoio con dei biscotti che aveva fatto quella mattina.

“E poi mi hai detto che gli hai sentito fare il tuo nome in sogno…sognava di te…quindi non mi sembra che la situazione sia così terribile…” aggiunse.

“Ma sorrideva! Kiminobu, sorrideva! Forse ha sognato che mi prendeva un accidente…”

I due si guardarono.

Come diavolo potevano aiutarlo?

“Non puoi aspettarti che sia tutto perfetto” gli disse il megane kun “Come nei film d’amore. Prima di tutto perché la vita è diversa dalle favole, e poi perché nella vostra relazione (come anche nella nostra) ci sono una serie di ‘dettagli’ fuori posto. Non pensi? Certo, se vuoi che si comporti da ‘Romeo’ devi solo fare la ‘Giulietta’…ma non sarebbe giusto. Nessuno dei due può essere SEMPRE  quello forte che non ha problemi e non chiede aiuto. Senti, oggi dura tutto un battito di ciglia, spesso senza aver neanche avuto il tempo di realizzare di averlo avuto, quindi dovresti già ritenerti fortunato ad averlo trovato e ad aver vissuto con lui due anni meravigliosi. È normale che a un certo punto possa sorgere qualche incomprensione, ma impara dai tuoi errori ed affronta le situazioni che ti mettono a disagio con sincerità ed amore, vedrai che parlandone risolverete tutto!”

“Dammi retta, Hana” concluse Mitsui strizzandogli l’occhio “Rukawa sa quel che vuole e non fa mai niente per caso. Se sta con te è perché ti ama. Non ho dubbi al riguardo.”

Il rossino sorrise ai suoi amici, rasserenato.

“Vado a casa a parlare con lui” disse con un sorriso.

 

******************

 

“Oh, insomma, Kaede! Siete diversi! Non dico opposti, ma diversi!

Tu hai una grazia innata, un fascino misterioso, mentre lui ha un suo stile particolare, emana una luce che cattura. Insieme vi completate, lo sai meglio di me, ma mettiti in testa una cosa: lui non se ne resterà in disparte a guardare i tuoi trionfi, non ti farà da cheerleader mentre segni il touchdown della vittoria, non aspetterà con un vestitino a balze che tu vada a salvarlo dalla torre in cui è stato rinchiuso.

È un ragazzo forte.

Sensibile, tenero, dolce, ma forte.

Non devi avere paura che non ti capisca o che possa influenzarti: parlagli di quello che ti angoscia, vedrai che poi ti sentirai meglio.

Sei la cosa più importante che ha…” Ayako mise una mano sulla spalla del moro “E ti ama per questo, quindi perché cerchi di essere quello che non sei?

Ancora per quella stupida corazza che ti ostini a non gettare via? Dopo oltre due anni hai ancora paura che possa ferirti?

L’amore è un rischio, dannazione! Se non rischi non potrai mai essere felice, lo capisci? La sincerità e la schiettezza fanno miracoli, quindi a testa alta guardalo negli occhi e digli ‘possiamo essere delle stelle. Ho qui i nostri ingaggi nell’NBA. Io credo che ce la possiamo fare. Vuoi venire con me?’ e aspetta la sua risposta.

Se dovesse rifiutare, tu comunque in cuor tuo saprai che hai fatto tutto il possibile e sei stato fedele a te stesso.

Sei speciale, Kaede.” Dopo queste parole, gli diede un bacio sulla fronte e corse verso la porta perché era in ritardo per il corso pre-parto.

Ma si fermò di botto.

Davanti a lei e al moro, nel corridoio, c’era Hanamichi.

In piedi, con gli occhi lucidi e le chiavi strette in mano.

Ayako lo guardò un momento, poi scappò via anche per lasciarli parlare.

“…Hai sentito?” chiese in un sussurro Kaede.

“Già.”

“…che ne dici?”

“Beh…ecco…non lo so…sono d’accordo con Ayako in linea di massima. Sei così meraviglioso che a volte ancora non ci credo che tu abbia scelto me. Mi sono innamorato del ragazzo che ha paura di soffrire, ma anche delle fiammelle viola che si accendono nei tuoi occhi quando ti senti vivo…”

“Do’hao” lo interruppe l’altro” io ti chiedevo se vuoi venire in America…”

Il rossino lo fissò furioso.

“Stupido volpino spelacchiato! Potresti essere un funzionario esperto di marketing, il macchinista di un treno, un investigatore privato o magari anche un fotografo…ma sarai sempre un mentecatto! Mi sembra ovvio che ci vengo in America! Stavo solo cercando di farti entrare in quella balla di fieno che hai nel cranio il fatto che non ti voglio diverso da come sei…perché sei mio…e mi rendi felice…” Nel dire queste cose Hanamichi arrossì furiosamente, diventando un tutt’uno con i suoi capelli, e Kaede non poté fare a meno di notare quanto fosse attraente. Facendogli una carezza sulla guancia gli mormorò malizioso “Se non sbaglio, abbiamo una serata da recuperare…”

E mentre salivano per le scale tenendosi per mano il moro si ritrovò a pensare che sì, aveva ancora molto da imparare sulla vita di coppia, ma c’era un lato di essa in cui la cattedra gli spettava di diritto…

 

OWARI

 

…sono negata per i finali u_u

…ma che d’è sta fetenzia?! NdHana

ç__ç

che te piagni!!! Vedi da finì “(Maybe) fast and (Surely) furious”! ndRu calato nella parte

ehm…prima o poi…^^’’’

CI VAI TU O TI CI MANDIAMO NOI?! NdPuccini coalizzati

…che cattivi…ç___________ç