NOTE: spero che i personaggi siano IC. Alla fine ho usato la canzone di Renga `ci sarai', ed è strano, perché non è il genere di musica che ascolto di solito, ma mi è piaciuta e non riuscivo più a togliermela dalla testa.
Spero vi piaccia.
Come sempre commenti e critiche sono graditi^___^. La mia e-mail è raffaellamauro@iol.it
Grazie. 
 



First Love

di Isarma

 

Rukawa's pov

Oggi, dopo tre anni l'ho rivisto. E' stato un caso, era tanto che non tornavo a Kanagawa, ma oggi… ho provato un desiderio nostalgico. Una volta venuto in Giappone è così….
L'ho riconosciuto subito, impossibile fare altrimenti. I suoi capelli sono sempre di un bellissimo color fuoco ed il mio amore dopo tre anni è ancora più bello ed imponente.
È stato strano ed anche un po' triste rivederci dopo così tanto tempo.
Eravamo entrambi in imbarazzo e, come al solito, ognuno di noi ha reagito alla propria maniera, indossando quelle maschere di cui, per tanto tempo, quando eravamo solo noi, non avevamo più avuto bisogno.
Ci siamo informati su cosa stessimo facendo, se io mi trovassi bene in America... ma domande distanti, timorose quasi, banalità che si dicono solo con gli estranei... non si dovrebbe mai parlare così con chi ha condiviso con te anni di vita.
Come sempre lui parlava cercando di riempire il silenzio, lo ha sempre fatto quando si sentiva a disagio, ed io ascoltavo, ma queste erano solo parole senza importanza e non quelle che avrei voluto sentirmi dire da lui.
Ed ora in questo campetto dove tutto è iniziato io mi permetto di pensare a noi e di abbandonarmi ai ricordi.

Il nostro primo anno di liceo non è stato per niente facile, litigavamo sempre ed io credevo che fosse tutta colpa di quella ragazzina, ma poi… qualcosa tra noi è cambiato, i pugni non facevano più male, erano solo litigi scherzosi. Erano le parole, la tua rabbia e la mia indifferenza a ferire davvero. Ed alla fine avevamo capito, proprio durante la partita contro il Sannoh, nel mio passaggio per te, nel nostro battere il cinque, nel gioire insieme: ci eravamo inseguiti per un anno, troppo orgogliosi entrambi per ammetterlo! C'eravamo studiati, cercando di capirci e tu nei miei silenzi ed io nelle tue sbruffonate leggevamo tutte le parole che raccontavano di noi, e che gli altri non erano in grado di vedere.
E così, poco per volta, siamo diventati amici. Tu hai compreso che il silenzio può essere piacevole, una coperta calda con cui avvolgersi, ed io ho scoperto che la vita non è solo una palla arancione, ma una rivelazione continua. Parlavamo per ore (molto più tu di me, ovvio!) di cose che allora ritenevamo importanti e di stupidaggini, ridendo insieme. Tu hai imparato ad ascoltare stando con me ed io ho imparato ad esprimere un po' di più quello che sento, eppure nessuno di noi due ha mai avuto la pretesa di cambiare l'altro, semplicemente tutto è venuto da sé, poco per volta.
Era sorprendente quanto fossimo diventati uniti: a scuola insieme, agli allenamenti insieme, e poi a casa a chiacchierare al telefono, fingendo di fare i compiti.
Il nostro era un rapporto speciale, tu eri diventato il mio migliore amico ed io non ero più solo.
Ma alla fine anche queste erano solamente altre menzogne, entrambi fuggivamo da una realtà che non volevamo riconoscere. Gli abbracci a fine partita... gli sguardi complici... i tuoi occhi che mi seguivano ovunque andassi, nascondevano emozioni più profonde e che nessuno di noi ha mai avuto il coraggio di ammettere. Ci celavamo dietro lo scudo del migliore amico e quando parlavamo di noi, di amore, riuscivamo a raggiungere un'incredibile ambiguità, perché poi ho compreso che tu cercavi di dirmi qualcosa, ma io ero troppo spaventato per ascoltarlo. Solo dopo più di un anno dalla mia  partenza, continuando a rimpiangere un passato di ciliegi in fiore (che così tanto mi ricordavano il tuo nome) che non sarebbe più tornato, ho riconosciuto la verità: il mio amore eri tu.
Quante volte hai cercato di farmelo capire, timoroso di un rifiuto e del mio disprezzo, ed io non ho voluto comprendere!

Non ho mai pensato al passato, a ciò che forse ho perduto inseguendo una palla da basket, perché non mi è mai interessato. Io vivo nel presente, costruendo il mio futuro, un canestro dopo l'altro, una partita dopo l'altra, una vittoria dopo l'altra, non vivo di rimpianti, perché non ha senso per me, eppure quando penso a noi, so che abbiamo sprecato la nostra possibilità di essere felici.
Il mio primo amore, il mio unico amore, ma eravamo così giovani ed io avevo paura che l'amore mi togliesse la libertà che avevo sempre sognato, che fosse una catena ed un vincolo che mi impedisse di inseguire i miei desideri.
Sbagliavo, ora lo so, tu non avresti mai agito così……
Ed ora tutti i progetti che avevamo fatto insieme, tutti i nostri programmi, il credere che saremmo rimasti per sempre amici, mi colpiscono dolcemente. La nostalgia di noi mi invade ed il desiderio che tutto possa tornare come un tempo è stato ed è grande.
Sorrido di me, vorrei tutto: il basket e te, perché ho bisogno di entrambi per sentirmi veramente vivo, e non vivere in questo limbo che mi consuma, e che ho conosciuto prima di te.
Una palla arancione non ti riscalda nelle lunghe notti solitarie, non ha caldi ed allegri occhi nocciola che ti sorridono e, ora lo so, ti guardano con amore.
Ho ottenuto ciò che volevo, sono un giocatore della NBA, ma mi chiedo se questa davvero fosse l'unica strada per me. Non avrei dovuto percorrerla da solo, eppure ad un certo punto tu hai iniziato ad allontanarti da me, a non cercarmi più ed io… ho lasciato che fosse.
Il batticuore nelle mani che si sfioravano appena, quando tu mi aiutavi a rialzarmi dopo un fallo, la tua voce così dolce quando si rivolgeva a me, il mio sorriso, unico e raro, solo per te, come le parole che io non ho mai sprecato, non li ho mai voluti interpretare per quello che erano, ero cieco e sordo, ora lo so.
Mi sono illuso di aver perso solo te, ma ora che ripenso al nostro passato so che non è vero, perché noi eravamo parte di una squadra, strana e particolare. Non sembravamo propriamente amici, vero? Ma lo eravamo e scappando da te, quando poi tu eri già fuggito da me, io ho perso anche loro.
Sospiro triste perché ormai non posso più fermare il flusso dei ricordi e sono dolci come i biscotti di mia madre quando ero bambino ed amari, come il sake che bevi da uomo per dimenticare il dolore.
Ed ora io mi chiedo perché abbia ceduto all'impulso di tornare qui, forse perché speravo proprio di rivederti, come è successo, ma poi?
A cosa serve tutto questo? Solo a soffrire ancora, a riaprire ferite che credevo per sempre chiuse, a ricordare una realtà che mi ero convinto di non aver mai desiderato?
Mi pento di averti fatto domande superficiali, di non essere stato pronto a parlare di noi, perché ciò che vorrei sapere è se sei felice, e se ami qualcun altro come un tempo hai amato me.
E poi… vorrei chiederti se mi ami ancora e perché anche tu non hai mai avuto il coraggio di dirmelo.
Ed in questo luogo che parla di noi, io rivedo noi due ragazzini. Come ti arrabbiavi quando riuscivo a batterti! Ti facevi fregare facilmente sai do'aho? Eppure all'ultimo era più difficile, eravamo quasi pari, compensavi in potenza e talento ciò che non avevi in esperienza, se solo avessi voluto, Hana, avresti potuto essere un giocatore professionista come me, compagni di squadra e nella vita, sarebbe stato bello.

Ripenso al giorno in cui ti dissi che sarei partito, mi sei sembrato triste e sollevato al tempo stesso, ma allora già da un po' non eravamo più così amici. Abbiamo provato a parlare, ti ricordi? Ma tu non mi hai mai spiegato perché ti eri allontanato da me, ma ora lo so.
Era doloroso dovermi restare accanto solo come amico, vero? E per te, incapace di fingere, portare celato nel cuore ciò che provavi per me deve essere stato durissimo.
Ricordo l'ultima vera conversazione che abbiamo avuto, prima che questo strano distacco ponesse un velo tra noi. Cosa hai cercato di dirmi allora? Che Yohei ti aveva detto di lasciarmi perdere? Che, chi sapeva che mi amavi, ti aveva avvisato che io ti avrei solo fatto soffrire?
Non lo volevo, Hana, mai. Amavo, amo, troppo i tuoi sorrisi e le tue risate per accettare di non sentirle più, per sapere di essere io a impedirle.
Kami! Come mi manca la tua voce, come mi manca il tuo profumo e sopra ogni cosa mi manchi tu, e quello che avremmo potuto essere!

Afferro la palla e mi lancio al canestro. Insacco un dunk con violenza e sorrido, come sempre mi capita, ripensando a te.
Il nostro primo campionato, il primo giocato assieme, durante il primo anno di liceo. Tu che ti ostinavi a voler fare degli slam dunk perché erano gli unici canestri degni di un tensai... che solenni figuracce che hai fatto Hana! Eppure se tutti mi avessero osservato con più attenzione avrebbero visto come seguivo ogni tua azione. Ricordo ancora il tuo dunk fatto in barba a Maki, ero così fiero di te do'aho!
Avevo sperato che ci sarebbero state tante altre partite come quella per noi, tante altre vittorie, ed anche altre sconfitte, ma quelle le avremmo affrontate insieme.
Ho pensato di scriverti, di parlarti di me, il mio primo anno a Los Angeles, ma ormai era tardi.
"Bel dunk, kitsune, degno di un giocatore della NBA!"
Mi giro di scatto molto sorpreso, non mi ero accorto che ci fosse qualcuno.
"Hana?"
"Il tensai in persona!" scherza lui.
"Do'aho" gli rispondo io, è bello poter ancora una volta parlare un codice che era solo nostro.
Il suo volto si illumina di un sorriso bellissimo ed io sento le ginocchia tremare.
"Mi era mancato tutto questo Kaede, mi eri mancato tu."
Il mio cuore batte furioso nel petto, anche tu provi ciò che provo io?
Mi invita a sedermi, sul campetto accanto a lui, proprio sotto il canestro come abbiamo fatto un'infinità di volte ed inizia a parlare. Ed io non voglio perdere neanche una sua parola, perché esse sono preziosissime per me.

Sakuragi's pov

Quando stamani ho rincontrato Kaede, dopo tre anni che non lo vedevo ho pensato ad un sogno ad occhi aperti. Non sapevo neanche fosse tornato in Giappone e vedermelo davanti…. Kami ho creduto che il mio cuore smettesse di battere! Così bello, come solo lui può essere! I capelli neri... e gli occhi due oceani senza fine! Quante volte mi sono imbambolato a guardarlo, quando eravamo ragazzi? Quante volte ho desiderato prolungare il nostro abbraccio dopo una vittoria, stringere di più la sua mano e non lasciarla mai? Come può il tempo averlo reso ancora più seducente? Eppure ora i suoi occhi sono freddi proprio come quando noi ci incontrammo per la prima volta.
Kami, che ragazzino che ero! Urlavo ai quattro venti di odiarlo e di amare Harukina cara, perché in qualche modo dovevo sfogare l'amore che mi bruciava dentro.
Lui è stato un colpo di fulmine! Quando lo vidi per la prima volta tutto scomparve ai miei occhi. Fu un'apparizione e vederlo giocare un'emozione che non so esprimere! Volevo che lui guardasse sempre me. Anche i suoi pugni andavano bene, in fondo non facevano veramente male, ma la sua indifferenza... quella mi feriva terribilmente. Ho fatto di tutto perché si accorgesse di me! Ero migliorato nel basket, perché avevo imparato ad amare questo sport e perché lui potesse essere orgoglioso di me.
Sono stato così felice quando, durante la partita contro lo Shoyo, nel nostro primo campionato, lui mi disse che era dispiaciuto che mi avessero espulso. Non sentivo i complimenti di Ayako, il rumore dei tifosi, ma solo il battere furioso del mio cuore a quelle sue parole. Allora ho capito di amarlo.
Ammiravo ogni sua azione. E' così bravo! La palla sembra un prolungamento stesso del suo corpo. Quando mi esercitavo nei tiri con il nonnetto, era lui a cui inconsciamente mi ispiravo.
Quando venni a sapere che voleva andare in America ne soffrii, ma decisi di impegnarmi perché io sarei andato con lui.
Poi l'infortunio... lui che era convocato nella nazionale juniores... M.V.P. al nostro secondo campionato (che tra l'altro vincemmo)... io che mi sforzavo sempre più per raggiungerlo, ed il nostro rapporto... era quanto di più prezioso io avessi. Kaede sorrideva raramente. Mi è sempre dispiaciuto non essere riuscito a far piegare più spesso quelle belle labbra, ma i suoi sorrisi erano solo per me, solo io riuscivo strapparlo alla sua apatia. Riuscivo anche a coinvolgerlo nelle uscite con la squadra.
Il suo stesso gioco era cambiato.
Dopo la partita col Sannoh, dopo il suo passaggio a me, dopo il nostro cinque, lui ha compreso l'importanza del gioco di squadra. Eravamo amici, prima di tutto e poi un team sportivo.
Sembrava tutto troppo bello per essere vero.
Infatti, poi…… giunse il risveglio doloroso e tristissimo.
Eravamo solo amici, nulla più.
Io ero il suo migliore amico, è vero. Parlavamo di tutto e di niente, ridevamo, eh sì! Anche la kitsune ride, ed è bellissimo il suono della sua risata.
Ma solo questo, nulla più.
Quante volte sono stato tentato di dirgli che lo amavo, di cercar di farglielo capire?! Non so se lui se ne sia mai accorto, ma… quando parlavamo di noi, dell'amore, cercavo di comprendere cosa lui ne pensasse, desideravo sapere se io avrei potuto avere anche solo una piccola possibilità con lui, perché per essa avrei fatto ogni cosa. Ed averlo così vicino, eppure saperlo così lontano ed irraggiungibile, era una sofferenza che non riuscivo a tollerare! Io sempre così limpido, costretto a mentire, a tenere celati i miei sentimenti... eppure essi erano sconosciuti solo a lui.
Yohei aveva capito, perché era lui il mio migliore amico, non Kaede, non lo era mai stato, non avrebbe potuto.
Non si desidera un amico, non si vive per un suo cenno od un suo sorriso, non si sogna di abbracciarlo durante la notte, di stringerlo a sé e di non permettergli di andare via.
Non si è gelosi di un suo avversario. Kami quanto ho detestato ingiustamente Sendo perché aveva tutta la sua attenzione ed il suo rispetto. Non riuscivo a sopportarlo, e neanche il sapere che lui era innamorato di Koshino mi aiutava.
Sorrido ripensando di essere stato geloso anche di Mitchi quando Kaede il primo anno lo sfidò. Come poteva sfidare qualcun altro che non fossi io!? Avevo fatto di tutto per impedire la loro sfida e poi ero riuscito a convincerlo a battersi con me.
Non fu clemente, il volpino ha un modo tutto suo di essere gentile (ma mi manca anche quello, ed i suoi do'aho), ma io mi impegnai al massimo e lui si comportò con me come se avesse davanti un altro campione. Allora capii, nonostante la schiacciante sconfitta, che lui non voleva umiliarmi, ma credeva in me e nelle mie possibilità.
Ero diventato bravo a leggere nei suoi silenzi ed incredibilmente lui era diventato bravo a capire me, ma… nessuno di noi ha mai osato andare oltre, dare il nome che spettava al nostro rapporto.
Per tante volte sono stato sul punto di dirgli che lo amavo che volevo che fosse il mio ragazzo, non il mio migliore amico.
Yohei allora ascoltava sempre le mie confidenze, spronandomi a capire oppure invitandomi a lasciar perdere, dicendo che continuando in questa indecisione mi sarei fatto solo del male.
Aveva ragione lui.
Non potevo più essere solo suo amico, avevo paura di commettere qualche atto inconsulto come il baciarlo, disgustandolo ed allontanandolo per sempre da me, ma non riuscivo neanche a rimanergli così vicino come all'inizio della nostra amicizia. Non lo guardavo più negli occhi perché paventavo e nello stesso tempo desideravo che lui potesse capire ogni cosa.
Restargli accanto era troppo doloroso.
E così decisi, poco per volta, mi allontanai da lui, senza pensare che forse ne avrebbe sofferto, che così in ogni caso non lo avrei mai avuto.
Un vero do'hao, aveva ragione lui!
Quando mi disse che sarebbe partito per l'America fui molto triste, eppure mi sentì sollevato. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, pensai. Il tempo avrebbe fatto il resto.
Ma non è così che funzionano le cose, e durante questi anni infinite volte ho sollevato la cornetta e composto il numero che lui mi aveva dato per chiamarlo e sentire anche solo la sua voce. Poi, per codardia, ho buttato giù.
Ma ora lui è tornato ed io ancora una volta me lo sono lasciato scappare!
Solo… il riaverlo davanti ha riportato alla mia mente tutti i miei ricordi e le mie paure, eppure quanto ho desiderato che questo accadesse!

Sono subito andato da Yohei e gli ho raccontato cosa è successo, lui mi ha fatto un'unica domanda, mi ha chiesto se volevo perderlo ancora una volta.
Non so perché il destino ci abbia concesso una seconda possibilità, ma so che non voglio sprecarla, non posso vivere con la consapevolezza di avere buttato via nuovamente la mia occasione per essere felice.
È tutto il pomeriggio che giro come un imbecille per Kanagawa cercando di trovarlo e pensando a cosa gli dirò quando lo avrò di nuovo davanti.
Non mi ero accorto di dove stavo andando… il nostro campetto... è qui che tutto è iniziato.
Quando sono tornato dalla fisioterapia venivo spesso qui per recuperare, per migliorare i miei tiri, senza che nessuno vedesse. È stata lenta la mia ripresa e per niente facile. Quei mesi in cui io avevo imparato a giocare erano stati come un sogno bellissimo che avevo vissuto, ma la lunga inattività mi aveva portato a dimenticare alcune cose. Ma io volevo riapprenderle in fretta. C'era una squadra che mi aspettava, Rukawa mi aspettava, ed io volevo ancora le nostre sfide ed i suoi commenti alle mie azioni, dovevo farcela.
E proprio una sera, mentre mi riposavo ed avevo la schiena dolorante Kaede mi vide.
Non mi chiese nulla ma si sedette accanto a me, in silenzio, e poi mi riaccompagnò a casa.
Da quel giorno iniziammo ad allenarci insieme ed il mio recupero con il suo aiuto fu molto più veloce. Quell'anno vincemmo il nostro primo campionato nazionale, ed io credevo che con i nostri sforzi congiunti niente sarebbe stato per noi impossibile.
Ma crescere è più difficile di quanto uno immagini, e pare proprio che l'innamorarsi sia una tappa obbligata di questo percorso.
Scuoto la testa. Accidenti come sono riflessivo oggi!! Non è proprio da me! Il tensai è un uomo d'azione, ed ora che lui è davanti a me, è bene che io agisca, per non avere più rimpianti!
"Bel dunk kitsune, degno di un giocatore della NBA!" lui si volta sorpreso ed i suoi occhi sgranati riflettono tutte le sfumature di un cielo notturno.
"Hana?!" mi chiede incredulo.
"Il tensai in persona!" scherzo io.
"Do'aho!" le mie labbra spontaneamente, senza che io me ne accorga, si tendono in un sorriso caldo e felice, è sempre lui, come mi era mancato!
"Mi era mancato tutto questo Kaede, mi eri mancato tu"
Oramai non posso più fermarmi, devo dirgli tutto. Lo invito a sedersi accanto a me, ed inizio a parlare e come sempre lui mi ascolta con grande attenzione.
"Kaede… io… Kami! Non so da dove iniziare……." sbuffo passandomi una mano tra i capelli, ora sono davvero in imbarazzo e non so che pesci prendere.
Lui mi guarda ed i suoi occhi sono dolcemente ironici, mi fa impazzire quando fa così!
"Dall'inizio, Hana, anche se forse potrei darti una mano!"
"Ah sì?" lo osservo sorpreso.
Dove vuole arrivare il volpino, e perché si è avvicinato così a me? Se continua in questo modo io non rispondo delle mie azioni! Sono anni che cerco di contenermi, ma con il suo braccio che sfiora casualmente il mio la mia temperatura corporea sta pericolosamente salendo, non riesco più a connettere bene. Perché sono qui? Ah sì! Per parlargli di noi, anche se ho come l'impressione che di parlare non ci sia bisogno.
"Hana?"
Ed ora la voce di Kaede è dolcemente comprensiva.
"Davvero Hana, di cosa dovevi parlarmi?"
"Di noi, di quello che avremmo potuto essere e per paura non siamo stati" vedo una scintilla, che non so decifrare, nel suo sguardo, ma oramai io non posso più fermarmi.
"Ti ho sempre amato Kitsune, e ti ho mentito, non ho mai voluto la tua amicizia" che espressione ferita amore mio! "Kaede, solo quella non mi è mai bastata, io volevo il tuo amore"
Mi scruta con intensità ed i suoi occhi si accendono di riflessi turchini "Cosa vuoi da me Hana?"
"Tutto, tutto Kaede"
"Tutto non vuol dire molto do'aho"
"Voglio il tuo amore e la tua amicizia, voglio il tuo corpo e la tua anima, voglio che sia il mio nome quello che invochi nell'amplesso, voglio che sia me che cerchi nel sonno" oddio sento che sto diventando viola!
Un sorriso dolcissimo compare sulle sue labbra.
"Gli anni ti hanno reso audace tensai!" e posso sentire una risata nella sua voce, ma non sta ridendo di me, sta ridendo con me!
"Io… ho fatto a meno di te per troppo tempo Kaede, io… ti voglio con me! Ti amo."
"Lo so Hana, me lo hai appena detto" e mi sorride gentile.
Un ghigno compare sul mio volto, quello delle mie sparate da tensai: "Tiamotiamotiamotiamotiamotiamo!" lo ripeto fino a rimanere senza fiato.
La sua risata argentina mi fa stare bene.
"Ah do'aho! Che dire!? Ti amo anch'io"
Le sue labbra si avvicinano alle mie ed io velocemente colmo la distanza tra noi.
Finalmente posso assaggiare il suo sapore…….
"Credo di essermi innamorato di te dal primo istante in cui ti ho visto"
Lo vedo sorridermi divertito: "Non lo hai dimostrato molto bene, Hana, ti ricordi? Mi hai dato una testata!"
"Mi avevi confuso Kaede"
"Ah sì?"
"Hn"
E ride "Pare che ci siamo scambiati i ruoli do'aho!"
"Uhm… mi preoccuperei se diventassi logorroico!"
"Ed io mi preoccuperei se tu diventassi silenzioso, non sarebbe normale!"
"Kaede e tu…..?" ho bisogno di sentirglielo dire, ho bisogno di essere di nuovo rassicurato, mi alzo ed inizio a camminare, sperando che lui mi segua.
"Hana…… Andiamo a casa tua, parleremo meglio."
"Sì"

Rukawa's pov

Incredibile come tutto possa cambiare in un attimo, per parole che avrebbero dovuto essere pronunciate molto tempo fa.
Mi ama, come io amo lui. Mi ha sempre amato, come io ho sempre amato lui.
Abbiamo inutilmente sprecato tre anni della nostra esistenza e sarà difficile che tutto torni come avrebbe dovuto essere. Io voglio lui, proprio come Hana desidera me, ma non posso rinunciare così al basket, non dopo aver faticato e lottato per ottenere quello che ho ora. Eppure è davvero così? Potrei farlo per lui? E lui sarebbe disposto a seguirmi?
Stiamo dirigendoci verso casa sua, in silenzio, percorrendo strade familiari, ripetendo un'abitudine che avevo preso i primi tempi in cui avevamo iniziato ad allenarci insieme.
Avevo paura che lo sforzo in più, a cui si sottoponeva per migliorare e recuperare il più in fretta possibile, potesse farlo sentire male. Per questo mi sentivo più sicuro dopo averlo accompagnato a casa, sapendo che sarebbe stato bene. Già da questo, allora, avrei dovuto capire che non poteva essere solo un semplice amico per me.
Stiamo passeggiando sotto il viale dei ciliegi in fiore, nel parco, ed è così bella la pioggia di petali che bagna entrambi.
Il loro profumo è dolcissimo e sa di ricordi, di sfide giocate fino a quando il sole non tramontava, di litigi sotto un canestro, di amicizia e di squadra.
Nulla è mutato dacché sono partito, la sua casa è sempre la stessa. Stiamo entrando ed il gattino, che avevamo trovato insieme, ci viene incontro facendo le fusa al do'aho.
"Vieni" mi invita a seguirlo ed anche il salotto è rimasto come io lo ricordavo. Questa casa è sempre uguale a sé, calda e piena di vita.
"Mia madre non c'è, torna dopodomani, abbiamo tutto il tempo che vogliamo"
Ma un'ombra offusca il suo sguardo perché sa che non è vero, perché io domani tornerò in America.
Inizio a parlare, a raccontargli di questi anni lontano da loro. Sento il bisogno di farlo partecipe della mia vita ed io voglio sapere ogni cosa di lui, di tutti loro.
Il do'aho è rimasto in contatto con tutti i nostri compagni di squadra ed anche con alcuni giocatori delle squadre avversarie, perché giocano insieme in nazionale.
È strano che quelle poche volte che io sono potuto tornare per giocare con la nostra nazionale non abbia rincontrato più nessuno di loro.
Hana parla senza interrompersi. Tutto quello che lui ha vissuto in questi tre anni ora io lo so, e comprendo che il vuoto che provavo era la mancanza che sentivo di lui, il bisogno di lui, della sua voce che riempisse il mio silenzio e della sua presenza che impedisse la mia solitudine.
Ed ora le nostre domande, i racconti delle esperienze vissute sono più intime. Le parole sono quasi sussurrate da entrambi, diventano preziose, perché è la nostra vita lontano l'uno dall'altro che ora stiamo finalmente condividendo, e poi… una dolce intimità ci abbraccia. Di nuovo siamo riusciti a ricreare quell'atmosfera tra noi e che io avevo paura di aver perso per sempre. Eppure non ci siamo ancora detti tutto, alcune domande fanno paura, ma….
"Kaede… ora cosa farai?"
Lo guardo attentamente, è serio e triste.
Pare che lui sappia già la mia risposta, e fino a poco prima di entrare in questa casa credevo anch'io di conoscerla, ma ora che ho riprovato il calore che solo la sua presenza al mio fianco mi sa dare, ora che l'amore dei miei quindici anni potrebbe realizzarsi nella sua compiutezza, io….
"Vieni con me"
Mi rivolge uno sguardo sorpreso.
"Vieni con me. In America, giocheremo insieme."
"Kitsune……" è perplesso ed indeciso, ma io… non voglio che di nuovo l'indecisione o la paura di un futuro che non conosciamo possano nuovamente allontanarci l'uno dall'altro.
"Se lo volessi, Hana, potresti farcela. E poi non sei un perfetto sconosciuto, giochi nella nazionale giapponese! Vieni con me, io… ho bisogno di te" e non credevo che avrei mai pronunciato queste parole nei confronti di qualcuno.
È molto quello che gli sto chiedendo, un salto nel buio…..
Desidero che abbandoni tutto per seguire me, forse sono un egoista ma… se io rimanessi qui e rinunciassi al mio sogno per lui, forse col tempo il suo amore diverrebbe una catena….
È combattuto, sta riflettendo sulla mia proposta.
"Venire con te…."
"Sì"
"Ho bisogno di pensarci Kitsune. Oh è buffo, ho sperato che tutto questo potesse accadere ed ora…. " ed ora… non sa se dirmi sì.
Sono un po' triste ma non certo arrabbiato con lui, non sono io che sto rinunciando a tutto per seguire lui.
Mi sta accompagnando all'albergo. Non voglio che venga con me all'aeroporto, non mi sono mai piaciuti gli addii e poi inevitabilmente ripenserei a tre anni fa.
Strano vero? Hana non mi ha ancora dato una risposta eppure io credo che questo non sia un arrivederci. Forse dovrei avere più fiducia in lui, o forse, è in me che non credo.
Ed ora che l'aereo si sta allontanando dalla mia patria ed il Giappone appare solo come una strisciolina di terra nell'immensa distesa d'acqua io mi sento di nuovo triste e solo, ed Hana mi manca già terribilmente.
Il passato non mi ha dunque insegnato nulla? Non possiamo ricommettere gli stessi errori, non ora che siamo così vicini all'essere felici.
Ci saranno molte difficoltà è vero, eppure un modo per stare insieme dovremmo essere in grado di trovarlo, anche se lui non se la sentisse di venire negli USA. Dopotutto io sono Kaede Rukawa ed ottengo sempre quello che voglio! Un sorriso affiora sulle mie labbra. Come rideva il do'aho quando, scherzando, mi sentiva pronunciare questa frase.
Ed io vorrei che lui mi dicesse che ci sarà.

Quando il tempo su di noi
Avrà ormai lasciato segni che non vuoi

Sarebbe veramente bello invecchiare insieme.
E vorrei che lui fosse con me quando

La malinconia vestirà i ricordi della vita mia.

E potremmo condividere insieme anche questa emozione. Come tutti i sentimenti e le sensazioni. Sempre insieme fino alla fine dei nostri giorni, ed allora la parola per sempre tra noi non sarà più per me una catena, ma la promessa di essere veramente liberi insieme.
Ed ora che mi sto di nuovo allontanando da lui ripenso a tutte

Le parole dette poi
Quelle che ho nascosto e che non sai


E mi chiedo se sia davvero così e se invece lui non conoscesse verità su di me meglio di me stesso.
Kami, Hana, ora che l'aereo sta atterrando so che è te che desidero, non continuare a giocare nella NBA, o meglio vorrei che fosse il sogno di entrambi.
Ti prego

non stancarti mai (di me).
Quando il tempo su di noi
Avrà ormai lasciato i segni che non vuoi.


Sakuragi's pov.

Kaede è partito. L'ho accompagnato all'albergo e poi di nascosto l'ho seguito all'aeroporto e sono rimasto lì fino a quando il suo aereo è decollato. Ed ora che l'unica cosa che mi rimane di lui è una strisciolina bianca nel cielo, ripenso a ciò che mi ha chiesto.
Andare in America, con lui, giocare insieme.
Era quello che nella spensieratezza e fiducia dei miei quindici anni volevo fare, per essergli accanto, per condividere con lui il suo sogno.
Ma poi… la convinzione che non mi avrebbe amato mi aveva allontanato da lui, ed ora…. Potremmo di nuovo stare insieme.
È vero non sono un perfetto sconosciuto, e poi, il tensai è sempre il tensai, ed accetta ogni sfida.
Rinunciare a tutto per lui?
Che cosa stupida! Kaede è tutto ciò che io ho sempre desiderato, soltanto lui.
E senza di lui

Come una fotografia,
dai contorni incerti è questa vita,
la mia.

So che vorrei vedere la mia immagine rispecchiata

Ogni giorno dentro gli occhi tuoi
Se vuoi.

Così come la tua immagine sarà sempre nel mio cuore e nella mia mente, e io sarò sempre con te, Kaede (oh so che tu non hai bisogno di promesse!).
Non so perché abbia tentennato quando lui me l'ha chiesto. Saremmo dovuti partire insieme. Ma ora la mia decisione è presa, ed in fondo sapevo cosa avrei fatto dal primo momento in cui l'ho rivisto.
Sono riuscito a trovare un volo che arrivi poco prima del suo, pensa che sorpresa Kitsune!

Toglierò la polvere
Laverò le lacrime che tu non vuoi.
Ogni goccia è una poesia che non ho sentito andare via.

Sembra quasi un voto matrimoniale, ma tra noi non potrebbe essere diversamente. O tutto o nulla, non è vero?
Fa parte del nostro carattere. Dopotutto non siamo così diversi, solo in superficie, quello si, ma per le cose veramente importanti….

Se puoi
Spiegami le cose che non ho capito.
E svegliami se senti freddo,
vedi sono qua.

Ed ora che sono qui davanti a te Kaede e ti sto abbracciando e baciando, e ridendo della tua espressione sconvolta, facendoti infuriare, so che sarà così per sempre, non riuscirai a liberarti tanto facilmente di me.

È passato un anno da quel giorno.
Io gioco nella stessa squadra di Kaede, come vi avevo detto il tensai è un uomo che accetta le sfide, e che è abituato a vincerle.
Già un anno.
E da allora non ci siamo più lasciati, avevamo sprecato già troppo tempo.
Ed ora che stringo Kaede tra le braccia ed i suoi bellissimi capelli solleticano il mio petto, penso di essere un uomo fortunato.
Il proprio passato non può tornare, ma il futuro è ancora tutto da costruire e così faremo, giorno dopo giorno, insieme.

E tienimi tra le tue braccia
ancora per un po'.
Dimmi che tu ci sarai
Quando il tempo su di noi
Avrà ormai lasciato i segni che non vuoi.
Dimmi che tu ci sarai
Quando la malinconia vestirà i ricordi della vita mia.

"Ci sarò, Hana."