Disclaimers: Per loro fortuna questi pg
sono della Rowling. In questa fic ne passeranno di tutti i colori e peggio.
Alcune scene potrebbero essere ad alto contenuto violento/erotico. Astenersi
i deboli di cuore/stomaco
Fiori d'arancio blu
di Nuel
Narcissa si guardò intorno per l’ennesima
volta.
Finalmente la porta del bagno si aprì e ne uscì l’esile figura bionda di
“Darla Black”.
Narcissa assottigliò gli occhi. -Tutto bene?-
-Si. Solo un po’ di nausea-
La donna tornò a scrutare la ragazza con occhio clinico. -Hai avuto rapporti
sessuali con qualcuno, a scuola?- Le chiese a bruciapelo.
Darla sussultò, arrossendo lievemente.
-Per... ché?-
-Perché la pozione che hai assunto facilita la gravidanza.Viene usata per
permettere ai maghi di procreare. Allora?-
Darla si morse il labbro inferiore....
Era successo a metà agosto, dopo che lui e Severus si nascondevano dagli
auror già da due mesi. Sua madre li aveva raggiunti nottetempo con una
pozione per suo figlio.
Draco era stanco di scappare. Il suo fisico, non avvezzo a quel genere di
vita, stava iniziando a risentirne, così aveva accolto quasi subito la
proposta di Narcissa: la pozione Mutans Corporem.
Nel giro di pochi minuti era diventato una donna e, nei giorni successivi,
era tornato a Malfoy Manor come la nipote di Narcissa: Darla Black.
Darla era stata iscritta al settimo anno della scuola di Hogwarts ed era
stata smistata nella casa di Grifondoro.
Draco aveva pregato con tutte le sue forze il cappello per non essere
smistato a Serpeverde, dove non sarebbe riuscito ad ingannare i suoi amici,
ma era certo che il cappello lo avrebbe mandato a Corvonero, invece, dopo
vari mugugnii, quello aveva sbottato “Grifondoro!” e lui si era trovato in
camera con le odiate amichette di Potter.
Quasi subito i Grifondoro avevano dimostrato la loro proverbiale fiducia
verso il prossimo, facendo di tutto per esserle amici e riempiendola di
attenzioni. Evidentemente le ragazze di Hogwarts non bastavano più dato il
numero di corteggiatori che s’era ritrovato dietro.
Del resto Draco sapeva come apparire “timida e leggiadra” e pareva che, il
mix, fosse assolutamente irresistibile per gli stupidi Grifondoro.
-Se tu fossi un ragazzo ti darebbero del damerino, ma visto che sei una
ragazza non fanno che sbavare! Che shifo gli uomini!- Gli aveva detto la
piccola di casa Weasley, un giorno, mentre camminavano lungo un corridoio
super affollato di ragazzi che le rivolgevano sorrisi sognanti e le
inviavano baci nel palmo delle mani.
-Perché dovrei essere un ragazzo?- Aveva chiesto lui, preoccupato.
La rossa aveva fatto spallucce. -Harry dice che somigli molto ad una
persona... Fisicamente è vero che somigli a Malfoy, ma immagino sia normale
dato che siete parenti-
Draco si preoccupò, ma la rossa aveva lasciato cadere l’argomento.
Pochi giorni dopo si era trovato circondato da alcuni corteggiatori un po’
troppo insistenti.
In effetti la prospettiva di pomiciare con McNair o Nott non lo allettava
particolarmente, ma i Serpeverde parevano più insistenti degli altri nei
loro tentativi di metterla spalle al muro quando era sola. Pensare che erano
i suoi amici...
Fortunatamente San Potter era accorso in suo soccorso e le aveva fatto da
scorta fino alla torre.
-Non abbiamo ancora avuto modo di parlare... sei parente di Sirius Black,
per caso?- Gli aveva chiesto Harry in quell’occasione, portandogli la borsa.
Draco aveva annuito, sentendosi terribilemte in imbarazzo e fissandosi le
scomode scarpe di vernice e le ginocchia semiscoperte dalla gonna della
divisa. Odiava quella situazione, odiava fingersi una ragaaza, dolce, timida
e ben educata con tutti quegli odiosi Grifondoro! Odiava essere quasi venti
centimetri più basso di Harry.
-Si... ma non l’ho mai conosciuto- squittì avvampando sotto lo sguardo
attendo ed il sorriso caloroso di Harry.
Qualche giorno dopo aveva avuto il coraggio di sedergli accanto, in sala
comune, lisciandosi bene la gonna e cercando di allungarla per nascondere le
ginocchia lattee.
-Harry... ti disturbo?- Gli aveva chiesto con voce insicura. Si era ripetuto
cento volte che doveva assicurarsi che Potter non sospettasse la sua vera
identità. In realtà aveva avuto maledettamente voglia di approfittare di
quell’occasione per approfondire la conoscenza del suo “nemico”.
Harry le aveva sorriso ed aveva chiuso il libro.
-No, dimmi pure-
-Ecco... Ginny... lei mi ha detto una cosa.... che secondo te somiglio a
qualcuno...-
Harry si era fatto subito triste.
-Draco Malfoy è tuo cugino, vero?-
-S... si-
Harry si era sporto ad accarezzargli i capelli sottili, ben tagliati in un
caschetto che arrivava un po’ sopra le spalle con un mezzo ricciolo e poi le
sue dita era scivolate sulla guancia e sulle labbra piene e rosse.
-Scusa!- Era arrossito all’improvviso. -Scusami... non voglio sembrarti un
maniaco come quelli dell’altro giorno-
Draco aveva scosso la testa. -Sono sempre vissuta all’estero... non conosco
mio cugino-
Harry aveva sorriso e sospirato. -Draco Malfoy ha lasciato la scuola l’anno
scorso. Saprai che è implicato nell’omicidio del preside Silente-
Darla annuì.
-E’ un ragazzo molto bello ed intelligente, ma suo padre gli ha infarcito la
testa di stupidaggini e, purtroppo, lui ci ha creduto ed è diventato un
tirapiedi di Voldemort-
Draco aveva sentito un moto di rabbia per come Potter aveva parlato di suo
padre, ma il calore che sentiva ancora sulla guancia lo distraeva.
-Avrei voluto essergli amico, invece di litigarci continuamente, ma aveva
davvero un carattere impossibile!-
-Ma se sei stato tu a non volere la sua amicizia!- Era sbottata lei.
Harry l’aveva guardata sorpreso.
-Cioè...- si era sbrigata a precisare lei, arrossendo. -... è quello che si
dice in giro-
Mentre si guardavano negli occhi, circondati dal silenzio, la risata
argentina di Ginny era penetrata in quella strana intimità che si stava
creando tra loro.
-Darla attenzione! Non innamorarti di Harry perché lui non vuole nessuno
accanto!-
Draco si era girato a guardare la ragazza che, con sereni occhi azzurri
sorrideva ad Harry.
-Eddai, Ginn!- Arrossì lui.
Draco doveva avere un’espressione particolarmente interessata dato che Ginny
gli aveva spiegato la situazione.
-L’anno scorso Harry ed io abbiamo avuto una storia, per un po’. Erano anni
che gli morivo dietro, ma lui... NIENTE! Poi, finalmente, lui si sveglia e
si accorge di me, ma dopo quel che è successo.... Harry ha deciso che vuole
restare solo!- Concluse la ragazza con un po’ di amarezza nella voce.
-E’ la cosa migliore, Ginny. Lo sai- Aveva detto lui, come a volersi
scusare.
Lei aveva scosso la testa. -Quando ti innamorerai davvero non ti passerà
nemmeno per la mente di separarti da quella persona! Saprai che il posto più
sicuro per lei è tra le tue braccia...-
Harry era arrossito alle sue parole e lui aveva finto una risatina
imbarazzata.
Poi com’era successo che lui e Potter si erano messi assieme?
Una sera si erano ritrovati soli in sala comune, si erano messi a parlare ed
Harry l’aveva baciato. E lui aveva voluto disperatamente che Potter lo
baciasse.
Aveva sentito un calore intenso nello stomaco e poi... poi si era ricordato
di non essere se stesso, ma “Darla” e si era allontanato con gli occhi
lucidi.
Harry aveva pensato che la sua fosse timidezza, o che si fosse pentata e si
era scusato, ma... si erano baciati ancora e, poco dopo, si erano trovati
sdraiati sul divano.
Era strano, per Draco, trovarsi “sotto” Harry Potter, ma poco dopo il cuore
martellava tanto forte da cancellare ogni altro suono e, mentre la mano di
Harry risaliva sotto la gonna, una sensazione strana, un umidore tra le
cosce che non aveva mai provato, illanguidirono i suoi sensi.
Nei mesi precedenti si era abituato persino a quel terribile ciclo mensile
che lo piegava in due, ma quella era una sensazione totalmente diversa,
piacevole.
Aveva gemuto quando Harry gli aveva succhiato i capezzoli, gli aveva
accarezzato quella piega umida di carne morbida e aveva urlato quando Harry
l’aveva preso e riempito di sé, facendogli raggiungere un orgasmo
misterioso.
Solo quando si erano accorti delle sottili tracce di sangue sul divano
l’incanto si era rotto ed aveva raggiunto la consapevolezza: il suo corpo
femminile era vergine ed aveva dato la sua prima volta ad Harry Potter.
Era stato così naturale, così perfetto! Parlare e scherzare assieme,
avvicinarsi, toccarsi, appartenere ad Harry, come se quello fosse il
destino, da sempre.
Lui lo fissava come se non riuscisse a concepire quello che era accaduto,
come se cercasse una ragione del perché aveva voluto quella ragazza e del
perché lei gli si era concessa, ma poi, quante altre volte si erano amati?
Su quello stesso divano, nel letto di Harry... solo quando gli altri
studenti avevano cominciato a chiedere a “lei” dove fosse Harry, a darle
messaggi per Harry, a chiedere cosa pensasse Harry di determinate cose, si
era reso conto di cosa fosse successo: era diventato la ragazza di Potter.
Lui, Draco Malfoy, era la fidanzatina di Harry Potter!
Finché, poco prima di Natale, Harry l’aveva chiamata in disparte e le aveva
detto che non potevano continuare, che lui non la amava.
Draco aveva smesso di chiedersi, in quei mesi, se era gay, se avesse senso
pensare ancora a se stesso come ad un uomo: era Darla, la ragazza di Harry e
gli piaceva. Gli piaceva fare l’amore con lui, condividere le piccole
cose... mai aveva immaginato che esistesse una vita del genere.
E lui l’aveva lasciata. “Perdonami Darla... tu sei meravigliosa, ma ho
cercato in te qualcun altro e non è giusto... Potrei innamorarmi sul serio
di te, ma non voglio farti male”, queste erano state le sue parole.
Prima che Draco prendesse il treno per tornare a casa per Natale si erano
dati un bacio e si erano salutati, ma lui aveva tanta voglia di piangere.
Come non ricordava di averne mai avuta.
Avrebbe voluto confidarsi con Pansy, sempre così dolce e protettiva e pronta
a capirlo, ascoltarlo, farlo ragionare. Avrebbe voluto avere accanto Blaise,
per sentire la sua opinione, persino Tiger e Goyle, per poterli strapazzare
e così sfogarsi... ma non poteva andare da loro, non poteva farsi
riconoscere. Gli mancavano i suoi amici...
Narcissa sospirò. -Non importa: essendo una pozione per facilitare la
gravidanza è normale che gli ormoni ti abbiano spinto ad avere rapporti. In
ogni caso, per sbarazzarti del bambino basta che riassumi la tua natura
maschile-
Draco sbarrò gli occhi, portandosi le mani al ventre con un gesto istintivo.
-No!-
-Non essere sciocco: sei l’erede dei Malfoy, non puoi partorire! Sei un
uomo! E poi chi è il padre?-
Draco abbassò il viso testardamente. -Non importa più chi è... mi ha
lasciato-
-Draco!- Sobbalzò la donna. -I Malfoy non si fanno “lasciare”!-
-Non chiamarmi così! Vuoi che qualcuno ti senta? Sono Darla, adesso-
-“Darla”, cosa pensi di fare con quel bambino?- Chiese fredda sua madre.
-Io... devo pensarci- mentì. In cuor suo sapeva che non avrebbe rinunciato a
quel bambino. Aveva appena saputo della sua esistenza e già sentiva di
amarlo. Era irrazionale, lo sapeva, ma non poteva farci nulla. Un piccolo
essere fatto da se stesso ed Harry stava crescendo nel suo utero che, pochi
mesi prima, nemmeno c’era.
Chissà come avrebbero reagito i suoi genitori ed il suo signore sapendo che
il padre del futuro erede dei Malfoy era niente meno che Potter! Chissà se
l’essere figlio di Potter comportava qualcosa per il piccolo, forse anche
lui avrebbe avuto poteri che il suo padrone avrebbe temuto! Forse Voldemort
avrebbe voluto uccidere anche il suo bambino!
Draco sentì il cuore accelerare improvvisamente. Sua madre aveva ragione:
ormoni. Essere donna comprometteva la sua razionalità. Non aveva mai avuto
tanta voglia di piangere come in quei mesi, per non parlare degli sbalzi
d’umore.
A quante settimane poteva essere?
Lui ed Harry avevano fatto l’amore la prima volta all’inizio di ottobre...
ormai era gennaio, le vacanze sarebbero finite il giorno successivo e lui
avrebbe dovuto tornare a scuola, guardare Harry e dirgli che aspettava un
bambino...
E se Harry non lo avesse voluto? In fondo l’aveva lasciato...
Avrebbe dovuto dirgli la verità... e se Harry avesse provato orrore per lui
e quella creatura? No, San Potter non poteva prendersela con un bambino
innocente, ma con lui... avrebbe potuto farlo sbattere ad Azkaban con suo
padre... Chi avrebbe cresciuto il suo bambino? Sentì di nuovo quelle
maledette lacrime pungergli gli occhi. Dopo aver partorito sarebbe tornato
uomo! Non ne poteva più di sentirsi così fragile!
La scuola era ripresa da una settimana quando Darla Black fece ritorna ad
Hogwarts. Comparve una sera in cima alle scale, dopo aver attraversato il
passaggio chiuso dal ritratto della Signora Grassa.
Le ragazze del settimo anno la salutarono subito calorosamente, riempiendola
di domande sul perché non fosse rientrata prima, ma lei guardava fisso Harry
Potter e solo quando lui si alzò per andarle incontro, consapevole solo di
quanto fossero rossi di pianto gli occhi della sua ex ragazza, scese di
corsa le scale per buttarsi tra le sue braccia.
Harry la strinse, praticamente li stavano guardando tutti. La notizia che si
erano lasciati e che, quindi, erano di nuovo entrambi territorio di caccia,
si era sparsa per tutta la scuola e gli occhi dei Grifondoro, curiosi e
pronti ad aiutare erano tutti puntati sulle spalle della fanciulla, che
sussultava leggermente e sul viso imbarazzato e preoccupato di Harry.
-Harry, devo parlarti- lo implorò lei, aggrappandosi al suo maglione e
guardandolo intensamente con gli occhi di quell’azzurro così particolare che
gli rimestava lo stomaco.
-Vieni- le disse semplicemente lui, prendendola per un braccio e salendo nel
dormitorio maschile.
Darla conosceva perfettamente la strada e si diresse con passo deciso alla
camera di Harry.
-E’ successo qualcosa?- le chiese lui, chiudendosi la porta alle spalle.
Darla si stropicciava nervosamente le mani e lo guardava senza parlare,
incredibilmente tesa.
-Darla?- La chiamò piano, accarezzandole il viso.
Fu come se le cateratte del cielo si fossero rotte.
Darla pianse così tanto e così disperatamente, che Harry non fu in grado di
fare o dire nulla. Semplicemente la tenne tra le braccia, la fece sedere sul
proprio letto ed attese che il fiume di lacrime si esaurisse.
Quando Darla smise di piangere, si addormentò, sfinita, sulla spalla di
Harry.
Ron e gli altri bussarono delicatamente e socchiusero la porta, spiando
all’interno.
-Harry?- Lo chiamò piano Ron. -Possiamo entrare? Noi vorremmo andare a
letto...-
Harry fece cenno di entrare, non si era accorto che fosse così tardi.
I ragazzi si avvicinarono in punta di piedi, osservandolo cullare la ragazza
con gli occhi terribilmente gonfi.
-Si è addormentata...- Si scusò Harry, parlando piano.
-Falla dormire qui, Harry- suggerì Ron. -Non sarebbe neppure la prima volta,
no?- Gli strizzò l’occhio.
Harry accolse la proposta e distese la ragazza sul letto, prendendo posto
accanto a lei.
Mille pensieri si aggiravano nella sua mente, mentre ascoltava il respiro
calmo e regolare di quella ragazza che somigliava tanto al suo Draco.
Aveva iniziato a frequentarla per quello, in fin dei conti... non era stato
onesto con lei. Darla era una persona meravigliosa.... ma non era Draco....
Gli somigliava sotto tanti punti di vista però... però Lui voleva
l’originale!
Mentre rimuginava su quanto assurdo fosse stato il suo comportamento, sulla
follia del suo amore per il bel ricercato e quanto, invece, fosse stato
fortunato a trovare Darla sulla sua strada e stupido nel lasciarla, sentì lo
sguardo di lei su di sé.
-Ti sei svegliata...- Le sussurrò, mentre, nell’intimità delle tende del
baldacchino abbassate, vedeva brillare i suoi occhi.
-Scusami... sono proprio una stupida!-
-No, lo sai che non è vero! Vuoi dirmi cosa ti è successo?-
Draco si morse il labbro, doveva dirglielo, doveva dirglielo!
Prese la mano di Harry tra le sue e la appoggiò al proprio ventre,
segretamente sperando che quel gesto bastasse.
Harry rimase in attesa per qualche secondo, ma dato che lei restava zitta
sollevò la mano per portargliela al viso per una carezza.
Draco sentì il calore sollevarsi ed abbandonare il suo ventre ed inseguì e
riprese la mano di Harry, riappoggiandola lì, dove c’era il loro bambino.
Harry la fissò, cercando di distinguere la sua espressione, alla fine si
risolse nel prendere la bacchetta e mormorare “Lumos”.
La luce tenue rischiarava i loro volti e Darla sbatté le palpebre,
infastidita.
Premette delicatamente le mani su quella di Harry e fece un sospiro
profondo.
-Lo so che non si sente ancora, ma... io.... Harry.... io.... aspetto....
aspetto un bambino-
Harry parve pietrificato, cinereo nella luce fioca della bacchetta, con gli
occhi sgranati e la bocca spalancata.
-Ti giuro che non lo sapevo! Non l’ho fatto apposta!- Ricominciò a
singhiozzare lei, spaventata dalla sua espressione.
Harry deglutì sonoramente e si sollevò a sedere, incapace di dire qualcosa.
-Ti giuro che non te lo farò pesare! Andrò via... non sentirete mai più
parlare di me! Lo giuro Harry! Non farò mai più tutte le sciocchezze che ho
fatto! Mi dispiace! Non mandarmi ad Azkaban!- Draco piangeva e parlava e
piangeva ed Harry ascoltava la sua voce sconvolta ed assimilava la notizia.
-Azkaban? Perché mai, Darla? Io... diventerò padre.... Darla!- La abbracciò
forte, continuando a mormorare, la baciò possessivamente e Draco si disse
che avrebbe mentito per tutta la vita, che sarebbe morto e avrebbe lasciato
vivere Darla.
-Perché Azkaban? Cosa c’entra?- Chiese Harry a bruciapelo, scrutandola
intensamente.
Draco seppe che non avrebbe potuto mentirgli per sempre.
Una vocina nel suo cuore gli diceva che voleva essere amato per quel che
era: Draco Malfoy.
Harry vide gli occhi chiari riempirsi di nuovo di lacrime e le prese il viso
tra le mani.
-Non piangere, amore! Basta! Dimmi cosa c’è!-
-Ti ho mentito, Harry...-
Harry impallidì.
-Se tu sapessi chi sono e tutto quello che ho fatto... non vorresti nemmeno
questo bambino...-
-Cosa... cosa vuoi dire?- Chiese tremando d’ansia e di una leggera paura.
-Non mi chiamo Darla Black...-
Harry parve disorientato per un momento, sbatté gli occhi e la fissò
crucciato.
-E... come allora?-
Lei scosse la testa. I capelli sottili le si attaccarono alle guance umide.
-Non te lo posso dire, Harry... i miei genitori sono Mangimorte... lo sono
anch’io-
Harry trattenne il fiato. Non era possibile! Aveva baciato, accarezzato ogni
centimetro di quella ragazza e non c’era il Marchio Nero su di lei!
Draco estrasse la propria bacchetta e dissolse un incantesimo di illusione
perenne dal proprio braccio sinistro.
Harry gemette e per un attimo desiderò scuoterla per le spalle e farla
urlare, invece prese la bacchetta e pronunciò l’incantesimo appena sciolto,
cancellando dalla vista l’orrore che deturpava la pella candida.
La abbracciò stretta, desiderando dimenticare quello che aveva appena visto.
-Se scoprono che sei tu il padre...- riprese con voce soffocata Darla -...
non so cosa faranno al mio bambino... non lo darò a Voldemort! Per nulla al
mondo, Harry... mi sono davvero innamorata di te!- Singhiozzò piano,
allontanandosi da Harry quanto permetteva lo spazio angusto del letto.
Lui le si avvicinò e la abbracciò di nuovo, rassicurante, baciandole i
capelli. -Qual’è il tuo nome?- Le chiese con voce calda, come se quella
fosse l’unica cosa importante di tutto quello che gli aveva detto.
Darla negò decisamente con la testa, tremando sensibilmente tra le sue
braccia.
-Devo sapere come si chiama la madre del mio bambino, come la chiamerò per
tutti gli anni a venire...-
Draco lo guardò sorpreso con gli occhi acquosi.
Harry gli sorrideva colmo di una felicità che non riusciva a capire, ma che
non voleva distruggere.
-Harry... se te lo dico.... mi odierai, mi manderai ad Azkaban... con mio
padre... e il mio bambino, il nostro bambino.... diventerà l’erede dei
Malfoy...-
Harry sentì un brivido e strinse la mascella sentendo quel nome. Malfoy.
Aveva dimenticato, in quelle ore, il desiderio bruciante di Draco Malfoy.
Ora sarebbe stato suo figlio a privarlo dell’eredità, della casa, della sua
ricchezza? Forse anche del suo nome?
-Tu sei... una nipote di Narcissa Malfoy...- Chiese insicuro, cercando di
ricordare il vecchio albero genealogico nella casa di Grimmauld Place, dove
aveva scovato anche il nome di Draco.
-Harry!- Gemette addolorato.
-Non lasceremo il nostro bambino a Narcissa e Lucius Maldoy! Hanno rovinato
loro figlio con le loro idee... cosa puoi mai aver fatto, Darla?!-
Lei abbassò lo sguardo, ferita.
Harry sentiva affiorare un dolore nuovo. Doveva prendersi le sue
responsabilità, lo sapeva. Aveva cercato di dimenticare Draco con quella
ragazza e ora lei era spaventata ed aspettava un bambino. Non l’avrebbe
lasciata sola. Avrebbe dimenticato il Serpeverde e si sarebbe fatto carico
della sua famiglia.
-Hanno rovinato loro figlio...- Ripeté a bassa voce lei.
Harry la fissò colpevole. -Scusami... non faccio altro che pensare a lui...-
Darla lo fissò meravigliata.
Harry si accomodò a gambe incrociate di fronte a lei. Era il suo turno di
confessarsi.
-E’ a causa sua che ti ho lasciata... gli assomigli così tanto...-
Draco singhiozzò forte e si coprì la bocca con le mani, respingendo la
nausea, ma stavolta non era causata dal bambino, ne era sicuro. Harry lo
odiava fino a quel punto!
-Darla?- Si preoccupò Harry, abbracciandola di nuovo, ma questa volta, lei
lo respinse.
-Mi dispiace di esserti tanto odioso Harry!- Singhiozzò istericamente. -Ma
non mi manderai ad Azkaban! Non puoi dimostrare chi sono finché c’è il
bambino! Altrimenti lui morirebbe!-
-Dar...?-
-Avanti Harry! Perché non indovini?!-
-Cosa?-
-Sei un mago, forza! Ci sono un mucchio di incantesimi e pozioni per
cambiare aspetto e sesso!- Tirò fuori il tono un po’ stridulo così
tipicamente “Draco”.
-Non può essere...- Soffiò piano. -Tu sei una ragazza! Sei persino incinta!-
-Mutans Corporem- Si asciugò gli occhi con il palmo della mano, in un gesto
così poco femminile, un gesto... Harry aveva visto, spiato una volta, col
cuore stretto, mentre Draco piangeva da solo, nascosto in un’aula che
credeva vuota.
-Draco...?-
-Bravo Potter! Hai vinto una fornitura di caramelle tuttigusti +1 per un
anno!-
-No!- Harry troppo incredulo. Non poteva aver avuto Draco Malfoy tra le
braccia per tutto quel tempo e non essersene accorto!
Draco cercò di darsi un contegno. -Se torno maschio abortirò spontaneamente,
ma tu potrai denuciarmi e mandarmi a tener compagnia a mio padre...-
-Nianche per idea!-
-Allora dovrai aspettare che nasca...-
-Nascerà e ce ne occuperemo assieme-
Draco lo guardò stranito. -Hai capito chi sono, Potter?!-
Harry gli sorrise. -Sei il mio sogno che si realizza!- Camminò gattoni fino
a lui e lo baciò dolcemente. Quando Draco sospirò estasiato da quel breve
contatto Harry lo approfondì, baciandolo sensualmente.
Draco si ritrovò nell’ormai abituale posizione, con Harry su de sé, intento
a baciarlo e coccolarlo.
-Harry, hai capito che sono un uomo? Non resterò per sempre con questo
corpo!-
-Non vedo l’ora!-
****
Hermione e Ron non furono particolarmente entusiasti della notizia. Harry
era troppo giovane, Darla poco più di una sconosciuta, c’era un guerra...
Ginny fu la prima a fare loro le congratulazioni, quando lo dissero ai loro
compagni di casa. Strizzò l’occhio a Darla e le sussurrò all’orecchio che ci
avrebbe scommesso che avrebbe conquistato il ragazzo d’oro! Harry tenne per
sé la vera identità della sua fidanzata e la accompagnò da Madama Chips per
le analisi del caso.
Subito dopo aver saputo che Draco era ormai alla settima settimana, chiamò
Remus via camino e gli chiese di rimettere a nuovo la casa di Grimmauld
Place. Era strano pensare a “quella” casa come a casa propria, ma il bambino
sarebbe nato poco dopo la fine degli esami, in piena estate e loro avevano
bisogno di un luogo dove rifugiarsi.
Inoltre doveva trovare il modo di tenere Narcissa lontano dalla sua famiglia
e Grimmauld Place era adeguatamente protetta.
Quando erano soli, Harry si concedeva di chiamare Draco col suo nome ed
avevano discusso per ore e per giorni sulla natura di quello strano amore.
Harry gli aveva detto di non aver mai considerato, forse scioccamente, il
fatto che fossero entrambi uomini e non sapeva come considerarsi a tal
riguardo: sapeva soltanto che voleva lui, che voleva una comunione di anime
con lui e nessun altro.
Di donne nella sua vite ce n’erano state... tre, per l’esattezza, ma la sola
che aveva davvero avuto importanza per lui era stata... un uomo.
Con il tempo ci avevano riso su ed avevano accettato spontaneamente quello
strano amore.
Draco aveva pianto di gioia e poi aveva riso trovandosi incredibilmente
sciocco. Si era affidato ad Harry ed ad alcuni membri dell’Ordine. Aveva
ottenuto la protezione del Ministero tradendo i piani di Voldemort e
denunciando quanti dei suoi collaboratori conosceva.
La pancia di Darla cresceva e, benché ormai tutti si fossero abituati,
faceva ancora una certa impressione vedere i due prossimi genitori camminare
mano nella mano per i corridoi della scuola.
Dopo gli esami dei M.A.G.O., Harry dovette praticamente rapire Draco e
portarlo all’ex sede dell’Ordine della Fenice per impedire a Narcissa di
trovarlo e trascinarlo a casa.
La professoressa McGranitt, pur tirando la bocca in un’espressione di
eloquente disappunto, aveva preparato una passaporta ed i due ragazzi si
erano volatilizzati in un batter d’occhio.
L’identità di Draco Malfoy era rimasta un segreto sino alla nascita di loro
figlio.
Sirius Potter Malfoy nacque alle tre di un lunedì notte di agosto, con un
prorompente vagito, dopo aver fatto penare la sua “mammina” per sedici ore,
all’ospedale San Mungo.
Harry e Darla piansero di gioia quando il piccolo, totalmente calvo, strillò
disperatamente tra le loro braccia.
La puerpera venne dimessa due giorni dopo il parto e sparì con il suo
bambino in braccio ed il suo uomo con una borsa in mano con il “pop” di una
passaporta.
Grimmauld Place era stata rimessa a nuovo: i muri dipinti, i mobili nuovi,
le tende chiare, una camera per il piccolo... Remus aveva pensato a tutto.
Subito dopo aver messo Sirius a letto Harry baciò Darla per l’ultima volta,
prima che lei, nel pigiama enorme di Harry, prendesse di nuovo la pozione.
Poi, ancora stanca, la donna si addormentò tra le braccia del suo compagno.
Harry si sentiva un po’ stupido, ma davvero non c’era mai stato nulla di più
accattivante, nella sua vita, di guardare Draco dormire. Aveva le occhiaie,
i capelli in disordine, ma il viso era sereno.
Si avvicinò un po’ e Draco si svegliò lentamente, aprendo gli occhi e
fissando Harry che reggeva un enorme mazzo di rose rosse.
-Per me?-
Harry annuì, arrossendo, ma Draco si tirò su a sedere e protese le braccia
verso i fiori.
-Grazie-
Harry gli sedette accanto. Era infinitamente più bello di come lo
ricordasse.
-Sei sicuro, Harry?- Gli chiese con la voce bassa.
Harry sentì un brivido lungo la schiena. La voce bassa e dal timbro
decisamente maschile di Draco, il suo petto ampio e solido a pochi
centimetri da lui e, più in basso... Harry allungò una mano fino allo zigomo
pallido, accarezzandolo, scendendo lungo il collo ed il petto. Si protese a
baciarlo e Draco mise da parte i fiori, tornando a stendersi. Com’era
diventato abituale avere il peso di Harry su di sé e come gli pareva più
leggero, ora che era tornato un uomo.
-Ho preparato il latte in polvere, ho fatto mangiare Sirius con quel biberon
con le farfalline rosse e l’ho rimesso a nanna col pancino in giù dopo
avergli fatto fare il ruttino... ora dorme come un angioletto e noi abbiamo
tutto il tempo che vogliamo...- gli disse sornione.
-Ma che papà strardinario!- Gli sorrise Draco, col cuore che batteva forte
in gola.
Harry tornò a baciarlo e fu subito nel letto, accanto a lui.
Draco si spogliò rapidamente, ansioso quanto Harry di fare di nuovo l’amore
per la prima volta con lui.
Harry non si stancava di far scorrere le mani sul suo corpo solido, di
rubargli gemiti e suppliche accarezzando e baciando la sua anatomia
riscoperta.
-Harry! Ti prego!-
-Aspetta ancora un momento- Ansimò Harry, eccitato allo spasimo, mentre
introduceva lentamente il primo dito in lui, ma Draco allontanò bruscamente
la sua mano, cogliendolo di sorpresa.
-Non serve! Amami e basta!-
-Ti farò male!-
-Per l’amor di Merlino, Harry! Ho messo al mondo tuo figlio! Credo che
nemmeno una Cruciatus mi spaventerebbe, adesso!-
Dopo un momento di esitazione, Harry sorrise ad accontentò il suo compagno,
sentendolo inarcare e sospirare sotto di lui.
Era così stretto e caldo che Harry perse la razionalità, cominciando ad
amarlo appassionatamente.
-Sai...- Ansimò dopo essere venuti entrambi, mentre riprendevano fiato. -...pensavo
che, prima o poi, potremmo dare a Sirius una sorellina od un fratellino...-
Draco lo fulminò con lo sguardo. -Stai scherzando, vero, Potter?!-
Harry scoppiò a ridere per la sua espressione e Draco ne approfittò per
sedersi a cavalcioni sul suo addome.
Harry lo ammirò interamente per la prima volta, si sollevò per baciare e
leccare il petto piatto, con i piccoli capezzoli rosa duri e prominenti e
Draco si sollevò e ridiscese lentamente, accogliendolo di nuovo dentro di
sé, ricominciando a fare l’amore.
Draco si svegliò, non sapeva che ore fossero. Avevano fatto l’amore fino ad
addormentarsi ed ora Harry russava debolmente accanto a lui, come aveva
fatto per mesi, quando lui era “Darla”. Un suono leggero lo spinse ad
alzarsi, afferrare la vestaglia e dirigersi nella camera del suo piccolo
miracolo.
Le rose erano finite a terra, le raccolse e le appoggiò sul comò, e si
incamminò nella cameretta con i muri azzurro chiaro ed una greca di
orsacchiotti in alto.
Sirius era sveglio e lo guardò con gli occhioni blu mentre dalla boccuccia
imbronciata gli usciva qualche bollicina.
Lo prese in braccio e si accorse che era ora di cambiare il pannolino.
Mentre lo appoggiava sul fasciatoio e gli parlava piano il bambino rideva
con la boccuccia sdentata, arricciando il naso come faceva Harry.
Draco finì di cambiarlo e lo prese in braccio, per cullarlo un po’,
sedendosi accanto alla finestra.
Fu così che lo trovò Harry, pochi nimuti dopo. Li guardò, fermo sulla porta
finché Draco non si accorse di lui e iniziò a parlargli.
-Sai, non credo che mia madre mi abbia mai cambiato un pannolino. Tanto meno
mio padre. C’erano frotte di elfi domestici adibiti ad ogni mio bisogno...-
Harry si inginocchiò di fronte a lui, posando la mano sulla sua e sul
bambino che reggeva.
-Quand’è che gli occhi di Draco Malfoy sono diventati così dolci?-
Draco arrossì debolmente, sorridendo ed abbassando lo sguardo su suo figlio.
Harry non ricordava lo sguardo di sua madre, ma era sicuro che fosse come
quello di Draco in quel momento e strinse la sua famiglia in un abbraccio.
Fine
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