Fiore nell'acqua

parte XIII

di Mikako & Parsifal


Fede si stringe nella giacca osservando attentamente Char giocare, in teoria dovrebbe osservare e poi ripetere ma sa già che è li solo per farla contenta, è più forte di lui, non gli piacciono gli sport! La guarda ed è come se il mondo si scomponesse e rimanesse lei sola, con le movenze aggraziate eppure cariche di energia, aggressive, i capelli neri sono legati in una coda approssimativa e la frangia tenuta indietro da una fascia bianca che contrasta meravigliosamente col nero lucente della sua chioma. Non avrebbe mai pensato di poter stare così bene con lei, di sentirsi così. Con Char proprio. L'aveva sempre vista come la sorella un po' pazza di Niki, un po' l'aveva invidiata perché lui non era capace di fare così, non era capace di aprirsi in quel modo e essere spontaneo fino a quel punto, ne aveva paura in un certo senso. Per questo forse non le aveva mai parlato più che tanto preferendo la compagnia di Niki. Ora sta' rivalutando le sue decisioni ed è una cosa rara per lui...molto rara! La vede voltarsi con la maglietta fradicia di sudore che le si incolla addosso e i pantaloni della tuta più grandi di due misure e sorride, può immaginare esattamente cosa gli dirà adesso "allora? Dai rifallo!" infatti.
"Char senti... mi piace guardarti ma lo sai che non voglio giocare"
può vedere la delusione sul suo bel viso come se gliel'avesse urlata.
Gli dispiace.
Assurdo.
Si avvicina a lei tirandole dietro l'orecchio un ciuffo di capelli e la sente rabbrividire a quel contatto, la pelle morbida e sudata, candida, perché ha voglia di sfiorarla ancora e non fermarsi più?
Scaccia quei pensieri pericolosi dalla mente cercando di mettersi in testa che lei è solo la sorella di Niki...nulla più.
Ma lui odia prendersi in giro e sa che non è più così.
Che non sarà più così.
E un po' come quando ha preso il suo vecchio guardaroba e gli ha tolto le porte, l'ha disteso per terra ha preso sette corde di budello uguali , ne ha inchiodato un capo un' estremità del mobile e le ha tese fino all'altra estremità dove le ha fissate con delle piccole carrucole. Faceva girare le carrucole e modificava di millimetri la tensione delle corde. Le corde erano sottili, quando le faceva girare emettevano una nota. Passava le ore a girare di un niente quelle carrucole. Nessuno sentiva una differenza tra una corda e l'altra: sembrava che suonassero sempre la stessa nota. Ma lui muoveva le carrucole e sentiva decine di note diverse. Erano note invisibili: si nascondevano tra quelle che tutti potevano sentire. 
Passava le ore, lui, a inseguirle. Forse un giorno ne sarebbe impazzito?
Sente che potrebbe diventarlo, pazzo, se tentasse di capire Char, un po' come inseguire quelle note, era l'infinito, non potevi sperare di conoscerle tutte.
Così tende una mano a Char e dice "andiamo a casa" e sente la sua felicità, come già prima la delusione, mentre la afferra e stringendola camminano verso l'appartamento di Fede.
Il buio li accoglie, lui tiene la finestra chiusa anche di giorno, creandosi una notte artificiale.
"Io ti ho fatto vedere come gioco, ora tocca te! Fammi vedere come suoni!"
si siede al piano, Fede, e dimentica tutto il mondo attorno, c'è solo Char e lui e il piano.
E la musica.
Note come parole scivolano nel silenzio di una stanza rotto solo dai loro respiri.
Suona improvvisando le note, improvvisando la vita si potrebbe dire, finché Char chiude gli occhi e immagina milioni colori e di immagini, come cascate di cristallo che scrosciano nell'anima, finché Fede non pensa a quanto è strana Char, un attimo prima giocava un attimo dopo era capace di stare in silenzio ad ascoltarlo.
Passano minuti, forse ore così, con l'infinito nella mente e mille domande nel cuore.
Poi Char si alza e si siede vicino a lui, potrebbe sfiorarlo ma il contatto è solo immaginato,
"vedi, io non so suonare il pianoforte ma quanto lo fai tu io sento la musica"
parole che scivolano nella stanza.
" Nessun' altro lo ha capito, nemmeno altri musicisti, io non sono niente, non esisto...tranne che in musica. Forse tra un po' di anni. Forse con te. Ma tu si. Tu sei fantastica"
Sente solo il respiro di Char mentre si avvicina lentamente e posa le labbra sulle sue fremendo dal desiderio di avere di più, le muove piano e sente Charity aprire immediatamente la bocca per approfondire il bacio con un sospiro di piacere, le lingue danzano e si cercano, una scossa elettrica attraversa il corpo ma prima o poi si devono staccare.
Si appoggiando ansimanti uno all' altro e Char strofina dolcemente la guancia contro quella di lui.
Stavolta persino lei sta' in silenzio ad ascoltare i pensieri e stringersi addosso Fede sorridendo felice.
Non avrebbe mai pensato di potersi sentire così per merito suo.

-Ma come fai a studiare così a lungo? Tutto il pomeriggio con il naso su quel libro senza mai staccarlo da li, neanche per grattarlo, sei unico sai!-
La voce di Nikolas esce soffocata dall'asciugamano, è a testa in giù e sta cercando di asciugarsi i capelli che ha appena tagliato.
A dire il vero li ha soltanto sfilati, lasciandoli cadere in un ingannevole disordine fino a sfiorare le spalle, con l'approvazione di Mikael che se lo mangia con gli occhi ogni volta che lo guarda ( e non solo con quelli).
Sbuffa spazientito e butta sul letto l'asciugamano, restando così con l'accappatoio semiaperto.
Alza la testa improvvisamente e si pettina i capelli con le dita guardando maliziosamente Mikael... chissà se riuscirà a distrarlo da quell'accidenti di libri? Bè... vale la pena provarci. 
Sono le sette di sera del 30 dicembre ed è domenica per giunta. 
Mikael è li da lui per passare insieme l'ultimo dell'anno. L'indomani andranno nel locale dove Fede si esibisce e questo è il massimo in fatto di festeggiamenti che i quattro ragazzi riescono a concepire. 
" Com'è possibile passare la domenica a studiare? Adesso gli farò cambiare idea..." cambiare idea... ma intanto quando Mikale si toglie gli occhiali per strofinare gli occhi stanchi e si stiracchia tutto nella poltroncina del computer chi è che si distrae è proprio Nikolas. 
Resta a guardarlo immobile come una statua, gli occhi verdi che sembrano bruciare quel corpo incredibile vestito interamente di nero che si offre ai suoi occhi.
- Lo so che sono unico, ci mancherebbe anche...- mormora la sua visione passandosi una mano tra i capelli, inconsapevole dell'effetto che sta facendo sul suo compagno.
- Lasciami ancora mezz'ora che finisco questo capitolo e poi mi preparo e andiamo a cena fuori, dai...-
Torna a mettersi gli occhiali e si immerge nei suoi libri, tenendosi il computer a portata di mano.
Ma così facendo dà la schiena a Nikolas che si scuote dalla sua immobilità e si avvicina a lui in perfetto silenzio, slacciandosi completamente l'accappatoio.
Gli appoggia le mani sulle spalle e incomincia dolcemente a massaggiarle, facendo ruotare le dita sui muscoli tesi risalendo piano piano verso il collo.
- mmh... Niki...-
-shh... tu studia e non distrarti, sto solo cercando di rilassarti, hai i muscoli che gridano vendetta- la sua voce è lenta, bassa, sembra quasi una cantilena. 
Vede Mikael che si toglie il maglione e appoggia la testa tra le braccia incrociate sulla scrivania e sorride fra se:
- Si, ma solo pochi minuti eh, devo ... finire...-
La sua voce si perde in un mormorio d'approvazione mentre le mani di nikoals scendono sulle scapole e ancora più giù, accarezzando, pizzicando leggermente, cercando e trovando ogni terminazione nervosa
per stimolarla con maestria. 
- non dirmi... dove hai imparato... è meglio... che ...non lo sappia - mormora Mikael con affanno, avvolto ormai da una bolla di piacere che sta salendo sempre più, come una marea inarrestabile.
Nikolas sorride tra se e continua risalendo lungo la spina dorsale, tornando sul collo per scivolare sulla clavicola.
I gemiti di Mikael lo infiammano ancora di più facendolo eccitare oltre ogni limite e spinge le mani fin sul torace facendolo alzare con il busto dalla scrivania per appoggiare le dita su di lui.
trova i capezzoli e li accarezza piano, passandoli sul palmo della mano con una lentezza esasperante.
- Niki, ti prego...- la voce un mormorio indistinto, non sa neanche lui perché lo prega, se per farlo continuare o per farlo smettere. 
- Si amore... dimmi cosa vuoi...- eccitante da morire mentre stringe un capezzolo tra le dita e con la bocca scende a baciargli il collo, mordicchiandolo lentamente.
Succede tutto in pochi secondi, l'attimo prima aveva la schiena di Mikael appoggiata contro di lui l'attimo successivo si ritrova seduto sulle sue gambe mentre la bocca del suo ragazzo lo sta divorando in profondità.
Si scambiano i respiri mentre le loro mani corrono a scoprire la pelle ancora vestita.
- E' questo che vuoi?- mormora Miakel quasi con ferocia mentre china la testa sui suoi capezzoli mordendoli per poi succhiarli con forza.-
- Si, è questo... non voglio la tua dolcezza adesso, voglio la tua forza, la tua passione -
Nikolas si agita su di lui alla ricerca di un appagamento che solo Mikael può dargli mentre si prepara per riceverlo in profondità .
Sente due dita umide che cercano di entrare ma le respinge , - no, voglio te adesso, subito... prendimi Mika, non ce la faccio più -
E finalmente lo sente mentre si fa strada in lui.
Con un gemito animalesco si lascia cadere completamente sul suo membro e il dolore che prova lo fa quasi venire.
Si sente dilaniato, spaccato in due, così pieno di Mikael da portarlo sull'orlo della follia.
E' questo che vuole, si.
Stasera lo vuole così, con violenza quasi, con rabbia, con tutto l'amore che sente scorrere nelle vene come fuoco liquido, incendiandolo. Si muovono all'unisono, scardinano la poltroncina con un ritmo selvaggio, senza curarsi del letto a poca distanza da loro. 
- Non ce la faccio più Niki, non posso più aspettare-
la voce di Mikael risuona quasi minacciosa  ma Nikolas non è da meno, feroce, risolutivo:
- no, aspetta ancora un attimo, aspetta ...-
più veloce, ancora di più... fino a venire insieme con un grido liberatorio. Spossati, esausti, felici.
Si lasciano andare l'uno tra le braccia dell'altro, sudati e stravolti e la poltroncina cede definitivamente, facendoli finire per terra.
Non se ne curano affatto, domani ne rideranno prendendosi in giro a vicenda ma adesso è rimasta quell'ansia addosso, quella voglia di sentirsi ancora nella pelle, nella carne... nel cuore.
Senza sprecare neanche una parola si alzano e vanno nel letto. 
Guardandolo dritto negli occhi Mikael scende con la bocca sul suo viso fino a sfiorargli le labbra e, tenendo sempre gli occhi aperti, lo bacia.
Nessuno di loro mangerà quella sera.
Non del cibo almeno.

Quando il telefono suona Nikolas è in cucina e sta preparando qualcosa di commestibile per il pranzo.
Mika e Fede sono in salotto, comodamente seduti (a dire il vero solo Fede è comodamente seduto, perché Mikael è sfacciatamente stravaccato) sui divani e stanno parlando.
Oddio, se vogliamo essere pignoli è Mikael che parla, perché Fede si limita ad ascoltare ed annuire di tanto in tanto.
- Mika, rispondi tu per favore...- grida Nikolas dalla cucina, e dopo un attimo arriva la voce divertita di Mikael,
- E' per Char, una certa Stefy, che faccio, gli dico di richiamare?- Nonostante sia mezzogiorno passato Charity stà ancora dormendo il sonno dei giusti e nemmeno le cannonate potrebbero svegliarla, a parte la voce da baritono di Mika, ovviamente.
- Ma che richiamare! E' mezzogiorno passato accidenti, può svegliarsi anche lei e fare qualcosa...-
Mikael si alza dal divano divertito, seguito dallo sguardo incuriosito di Fede, và sulla porta della sala e urla verso la camera di Charity.
- CHAAAAR, AL TELEFONO, MUOVI IL CULO, SBRIGATI - e comincia a contare divertito: - uno, due, tre, quattro...-
non è arrivato al cinque che compare sulle scale una ragazza con i lunghi capelli neri scompigliati e gli occhi assonnati, indossa solo la parte sopra di un pigiama di seta, allacciato sopra il seno e lasciato aperto nel ventre piatto, lasciando vedere benissimo le mutandine bianche (non di pizzo per carità!), sembra un angelo caduto da una nuvola nel bel mezzo di un bellissimo sogno e che ora lancia maledizioni a tutti, soprattutto allo sventurato che l'ha svegliata... con sguardo truce scende le scale in un ostinato silenzio prende il ricevitore e uccidendo Mika con lo sguardo risponde con voce cupa. Mikael ridacchia e volta il capo a guardare Fede che non si è perso un solo movimento, guardando la sua ragazza con occhi sgranati e passandosi la mano automaticamente nei capelli biondi, spettinandoli. Vede Niki che fa capolino dalla porta e rimane a bocca aperta a guardare in che condizioni è uscita sua sorella dalla camera, scuote la testa e torna dentro borbottando qualcosa.
Char intanto manda gentilmente a quel paese Stefy e buttando giù il ricevitore osserva la faccia stralunata di Fede e quella divertita di Mika - beh? Cos'avete?- sbotta brusca, nessuno deve osare interrompere il suo sonno! - Hei sorellina non è che sei molto presentabile sai-  replica Niki dalla cucina, al che Fede borbotta un "appunto-  e se la trascina in camera a vestirsi. 
Prima di chiudere la porta Char fa in tempo a urlare un - ma scusa tanto tu sei mio fratello, Fede il mio ragazzo (e qui rivolge uno sguardo languido condito con sorrisino scemo a  Fede) e Mika è gay!-  poi è trascinata dentro la stanza dal biondo.
Mikael e Nikolas si guardano negli occhi per qualche istante in silenzio, seri... poi scoppiano a ridere, appoggiandosi al muro e piegandosi in due dalle risate.
- E così io sarei gay, eh? -mormora Mikael tra un singhiozzo e l'altro, Nikolas però torna serio immediatamente e lo guarda, tranquillo.
- Certo, ... cosa credi di essere?-
A queste parole l'ilarità muore sulle labbra di Mikael , rimane a fissarlo perplesso passandosi le mani tra i capelli e mormorando : 
- Già... probabilmente hai ragione, credo proprio che potrei essere definito un gay...-
- Perché... non ne sei convinto? Se per caso non te ne sei accorto io sono un ragazzo eh...-
Ma Mikael non risponde con una battuta, torna a sedersi sul divano, si sfila le scarpe e mette i piedi sotto il suo corpo, in una posa che potrebbe sembrare infantile ma che lo fa sembrare ancora più eccitante, Nikolas si avvicina a lui e si siede nello stesso divano guardandolo assorto.
- Non ti vedo molto convinto però...-
- Non mi sono mai posto il problema di esserlo... mi sei piaciuto appena ti ho visto e, guarda caso, tu sei un ragazzo. Punto.
Non sono stato a pormi tante domande...ti ho voluto nello stesso momento in cui ti ho posato gli occhio addosso, non mi era mai capitato una cosa del genere prima d'ora, con nessuno e con nessuna. Non ho mai avuto ragazze, non ci sono mai stato a letto insomma. Tante avventurette per divertirmi ma con nessuna ho provato quello che provo con te.-
Niki resta in silenzio un attimo, a guardarlo intenerito, poi il suo sguardo si perde lontano, ricordi come spade che lo lacerano, è una storia passata ma non può impedirsi di provare lo stesso un dolore soffocante, o forse è solo il ricordo di quel dolore a fargli male.
- io invece ho avuto un ragazzo prima. L'ho sempre saputo di essere gay ma il primo vero ragazzo è stato Claude.  L'ho conosciuto che avevamo 16 anni entrambi, era in classe con me ed era... non so... non era bellissimo come te ma la sua vitalità era trascinante, ci siamo innamorati quasi subito- si interrompe, forse a Mika non piace ascoltare dei suoi amori passati ma ormai non può fare a meno di parlare, non gli ha detto quasi nulla di se, della sua vita, nemmeno di sua madre e ora sente il bisogno di colmare quel vuoto.
- poi i suoi genitori si sono trasferiti per lavoro e lui ha dovuto seguirli- tace, come a nascondere il dolore che ha provato, i giorni passati a piangere e il terrore di non farcela più a vivere. - ci siamo lasciati il giorno in cui ha preso l'aereo.-
Era stato Claude a dirgli che era meglio così, sebbene Niki in quel momento avrebbe voluto urlargli che invece anche solo sentire la sua voce sarebbe stato meglio di nulla, che non voleva che tutto si perdesse, ma era rimasto in silenzio a perdersi nei suoi occhi, finché Claude l'aveva baciato e con le lacrime agli occhi aveva seguito i suoi genitori.
- lui mi ha lasciato e io non ho fatto nulla per impedirglielo, forse avrei dovuto-
piega la testa inseguendo pensieri confusi e ricordi taglienti, si avvicina un poco stringendosi al suo fianco, come in cerca di calore, - ma forse aveva ragione lui...-
Mikael lo guarda in silenzio.
Ha amato un altro ragazzo.
Ha baciato un altro prima di lui e forse ci ha fatto anche l'amore... senza forse probabilmente.
Lo sapeva di essere geloso, e possessivo.
Si conosce abbastanza bene per sapere che non sopporta nessuno nemmeno nei suoi pensieri... ma non credeva di esserlo anche dei ricordi.
In fondo è un ragazzo che lui ha amato quando ancora non si conoscevano... cosa credeva... che avesse fatto una vita da monaco?
Si rende conto che Nikolas aspetta un suo commento, anche soltanto una parola...ma non sa che dirgli.
Ha paura che se soltanto apre la bocca spara a zero contro quel... Claude, facendolo incazzare.
Poi si decide e sceglie proprio la frase giusta:
- Non permettermi di fare una cosa del genere. Legami piuttosto, incatenami, dammi una botta in testa... ma non farmi allontanare mai da te. -
Gli occhi di Nikolas si accendono improvvisamente, ha riconosciuto la gelosia nella voce di Mikael ma ha saputo trattenersi e poi è uscito con quella frase incredibile... così... così meravigliosamente incredibile.
Si stende su di lui e appoggia la testa sul suo torace, sente il battito del suo cuore calmo, possente...
- Non ci sarà questo pericolo... noi due siamo già incatenati, dove vado io ci sei anche tu, sempre -
Termina con un bacio dolcissimo, mentre sentono che Fede e Char si allontanano silenziosamente ( per quanto possa essere silenziosa Char ) e discretamente.
Mentre in cucina il pranzo inizia a bruciacchiarsi.
Per quando se ne accorgeranno si sarà carbonizzato... ma ne sarà valsa la pena.



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