Fiore
nell'acqua parte
IX
di Mikako &
Parsifal
La corriera è ferma di traverso sulla piccola piazzetta, si sente
nettamente l'odore di gomma bruciata sull'asfalto... la gente urla
spaventata e per un breve momento Mikael non si muove.
Il sangue gelato nelle vene e il sudore che gli ricopre il corpo, Nikolas
è li, accovacciato dall'altra parte del marciapiede, con una massa di
pelo rosso tra le braccia.
Vivo.
Respira e si muove.
E' vivo.
Il sangue riprende a correre nelle vene e il colore ritorna sul suo viso.
Si avvicina a lui con foga, vuole toccarlo, essere sicuro che è tutto
intero.
E poi lo farà a pezzi.
Sente le persone attorno a loro che si avvicinano incuriosite, spaventate
e anche ammirate per il coraggio dimostrato da quel ragazzo.
Si trova forse qualcuno che rischia la vita per un essere umano,
soprattutto se è un amico.
Già per uno estraneo è più difficile trovare chi mette in gioco la
propria vita.
Per un animale è impossibile.
Forse uno su un milione.
Proprio lui doveva trovarlo.
Si siede sui talloni e gli passa frenetico le mani attorno al corpo per
assicurarsi che stia bene, che non abbia nemmeno un graffio.
Ha un livido in un gomito e un ginocchio sbucciato.
Nient'altro.
Infila una mano tra i capelli e, all'improvviso li tira con forza,
costringendolo ad alzare il viso verso di lui.
Da un piccolo taglio su una guancia esce un po' di sangue, il resto è
perfetto e Miakel espira l'aria che aveva trattenuto fino a quel momento.
Poi gli sibila sul viso:
- Pazzo, idiota ... ti rendi conto i quello che hai fatto? Come hai
potuto? Come? -
Niki geme piano e Miakel si rende conto che gli sta facendo del male.
Allenta la stretta della mano che diventa una carezza... lo stava
perdendo... ci è voluto così poco... così poco, al solo pensiero sente
l'orrore di pochi secondi fa assalirlo di nuovo, la voce di Niki lenisce
un po' la sua angoscia, come crema rinfrescante su una scottatura:
- Ma Mika... come potevo lasciarlo lì a farsi schiacciare da... da quel
mostro?
Guardalo, è così dolce...-
Alza su di lui due occhi immensi, di una dolcezza così grande da far
male.
- Tu sei mio... e basta! Non puoi fare una cosa del genere mettendo in
pericolo la tua vita...-
La voce si incrina un attimo, un secondo soltanto ma a Niki basta per
capire come dev' essersi sentito Mika quando lui si è lanciato fra le
ruote della corriera per salvare il cane.
Ha agito d'istinto, senza pensare a nulla... nemmeno a lui.
- Non è più tua.
La tua vita è anche MIA adesso... hai capito?-
Lo abbraccia di slancio, tenendoselo stretto al petto per ascoltare il suo
cuore che batte ancora.
VIVO.
E' vivo .
Il resto non esiste più.
Niki su abbandona ad occhi chiusi, consapevole solo adesso della paura
folle che deve aver provato Mikael.
- Cosa avrei fatto senza di te?
Non puoi farmi innamorare così per poi...-
Un singhiozzo, un bacio sui capelli, e lentamente il mondo torna ad
insinuarsi tra loro.
I guaiti del cane che cerca di svincolarsi per andarsene. Le voci delle
persone che li hanno circondati e tra tutti quella di una ragazza che sta
piangendo.
Si staccano storditi, gli occhi di Mika gridano ancora che lui è suo.
Soltanto suo.
Per sempre.
- Grazie grazie... oh mio Dio... non so cosa avrei fatto senza di te... è
tutta colpa mia -
Girano la testa verso quella voce rotta dai singhiozzi e la proprietaria
è una ragazza giovanissima dagli immensi occhi nocciola e il viso
devastato dalle lacrime.
Si alzano in piedi e Nikolas cerca di tranquillizzarla:
- No, non preoccuparti... è che io a volte disinserisco il cervello e
agisco d'istinto, senza pensare alle conseguenze...- guarda Mika con
dolcezza e lui capisce... quelle parole sono per lui.
La ragazza vuole ricompensarlo per aver salvato Red, il cane, ma loro se
ne vanno, non vogliono nulla, solo restare soli.
I loro passi risuonano tra le foglie secche producendo scricchiolii
piacevoli nel silenzio della sera, il sole sta tramontando regalando
lingue di fuoco che solcano il cielo, colmando i loro cuori di pace.
Mikael stringe la mano di Nikolas come se non volesse più lasciarla
andare via, non ha mai provato una paura così folle... e spera di non
provarla mai più.
- E' da questo che fuggivo probabilmente, quando ami diventi indifeso come
un bambino e tutto può ferirti.
Dopo aver provato la felicità più assoluta non ce la fai a vivere nella
solitudine, nel dolore.
Impazzisci, ti perdi... la tua ragione si frantuma e tu non sai più chi
sei.
Sai soltanto che non ce la fai più.-
Nikolas chiude gli occhi un attimo:
- Io agisco sempre e soltanto d'istinto.
Raramente pianifico le mie scelte e le mie azioni... e anche oggi ho
fatto così.
Non posso prometterti che non succederà più, posso solo sirti che...-
- No no... non voglio che tu cambi, io ti amo così come sei, per quello
che sei, non voglio che tu spenga quel fuoco che accende i tuoi occhi e
che mi brucia... promettimi soltanto che penserai a me prima di fare una
cosa del genere.
Prima di fare ogni altra cosa...-
Niki si ferma costringendolo a fare altrettanto, lo guarda dritto in
quegli occhi scuri come la notte più nera e senza stelle... e lo bacia.
Un bacio profondo e totale.
Che non lascia dubbi sulla sua risposta.
Appoggiato al petto di Mikael Nikolas guarda le prove di teatro.
La prima parte, quella riguardante l'energia corporea e che consiste in
esercizi fisici è già terminata e adesso stanno provando lo spettacolo,
il " sogno di una notte di mezza estate".
All'inizio era mooolto scettico... soprattutto perché lui odia le
rivisitazioni in chiave moderna di grandi testi teatrali, ma poi
l'assoluta bellezza di quello che stanno facendo ha ucciso le angosce e
lui adesso mette anima e corpo in quello che il suo ragazzo già adora: il
teatro.
Non è come aveva pensato, non è indossare una maschera e recitare una
parte creata da altri, ma piuttosto un potenziamento di se e della propria
energia, come se lui stesso stesse creando, in quel preciso istante, un
sogno \ o forse l'illusione di un sogno \ magnifico latore di vita
in un mondo sconvolto che ormai macina solo morte.
Le dita di Mikael gli accarezzano la pelle accendendogli mille brividi che
partono dal braccio e corrono \ una corsa che è insieme salvezza e rovina
\ per tutto il corpo.
Completamente indifferenti a tutti gli altri ragazzi ( e ragazze ) che li
osservano sconvolti.
Senza osare un solo passo o parolina acida al loro riguardo... beh, con
Charity che minaccia di nullificarli solamente con uno sguardo sfido io a
fare qualcosa!
Il braccio di Mikael si insinua sotto la sua maglietta, afferrandolo per
lo stomaco e stringendolo possessivamente:
- Uffa, se non fosse per il teatro...-
gli mormora il ragazzo all'orecchio, Nikolas ridacchia
- Ti fermi per così poco?- malizioso
- Non provocarmi!- con una smorfia che la dice lunga su cosa avrebbe fatto
se fossero stati soli!
La voce acuta di Char penetra nel loro mondo, impossibile da ignorare,
anche perché se ci provi possibile che ti ritrovi con il viso al posto di
qualcos'altro.
- dobbiamo andare...la finite di stare così appiccicati?- stizzita in un
modo così adorabile che Niki non può fare a meno di stuzzicarla :
- sei gelosa? - al che lei lo guarda truce per poi sbottare in un -
non dire cazzate stronzo-
Mika scoppia a ridere e insieme escono dalla palestra per dirigersi
verso casa di Niki. È tutto così bello...un attimo da fermare e
collezionare quasi, Char e Mika che battibeccano e il sole, che fa
capolino dalle nuvole, non arriva a scaldare il gelo che si respira ma
dona un tocco di luce al mondo.
Chissà se poi durerà, chissà se lo ricorderanno, in un angolo della
mente e del cuore, questo eterno istante che sa di felicità.
Chissà se poi è questo l'amore.
Collezionare attimi di poesia per fermarli nella ragnatela dei nostri
giorni e avere un appiglio quando poi questa si spezzerà.
E forse si sta già spezzando.
Il silenzio gelido di casa li accoglie e un foglietto bianco pesa su di
loro come una condanna.
"la mamma è peggiorata, sono in ospedale" e la mano che finora
Niki aveva abbandonato fra quelle di Mika si scosta immediatamente.
Il viso una maschera imperscrutabile e il corpo irrigidito, una miriade di
pensieri affolla la sua mente nel giro di un istante e il terribile
bisogno di restare solo lo colpisce come una frustata.
Solo.
Per fare una po' di deserto nell'anima, per ricostruire la sua maschera
felice e tornare ad indossarla a beneficio di tutti.
A beneficio della sua mente, per non impazzire.
Impazzire...impossibile, ma forse lo era già.
- io...ti dispiacerebbe andare a casa?-
Il tono serio di chi si controlla a fatica, di chi prega
disperatamente di venire ascoltato...perché non ce la farebbe a dire
altro.
Mikael lo guarda in silenzio.
E' dietro di lui, lo ha visto irrigidirsi appena ha preso in mano il
foglietto, le spalle sorrette da una forza invisibile agli occhi di
qualsiasi altra persona ma così evidente per lui... così chiara e
precisa... non è forse simile alla sua quando esce di casa e si chiude
alle spalle la disperazione di un silenzio troppo assordante per poter
essere sopportato?
Gli appoggia una mano sulla spalla e lo sente allontanarsi
impercettibilmente da lui... fa male accidenti, fa così male da sentirsi
spaccare in due.
- Sei sicuro? -
Niente altro, lui sa che Nikolas ha capito cosa vuol dire.
Stringe le labbra in un urlo silenzioso, deve restare solo.
Deve raccogliere i cocci di se stesso e incollarsi nuovamente, solo dopo
potrà sopportare la presenza di qualunque altro vicino.
Di Mika.
Sa che sbaglia...che forse se riversasse su di lui un po' della sua
disperazione dopo starebbe meglio, ma non ce la fa. È ancora tutto troppo
fresco, fa troppo male, come un fuoco mai spento che brucia nella
notte fino a consumarsi.
Risponde quasi brusco :
- si per favore, voglio stare solo- Char vicino a lui che li guarda in
silenzio, un espressione indecifrabile in volto, probabilmente anche lei
sta' cercando di afferrare i pensieri impazziti e il dolore che per un
attimo è scoppiato.
Mikael toglie la mano dalla sua spalla lentamente, cerca di non pensare a
niente, si ripete come in una litania " anche io farei la stessa
cosa, anche io..." e si avvicina alla porta.
Eppure qualcosa si agita nella sua mente.
Si ribella a quella porta chiusa in faccia, con delicatezza certo... con
molto tatto, ma resta sempre sbarrata.
- Ma che cazzo sto facendo? -
Nikolas lo guarda, sconcertato... ma lui continua, senza lasciargli il
tempo di dire mezza parola.
- Mi dici perché accidenti dovrei andarmene e lasciarti qua in queste
condizioni? Per chi mi prendi? -
- voglio stare solo Mikael! Adesso non sopporto nulla!- e non c'è cosa più
vera, in quell' istante una sola parola in più può spezzarlo. E si
percepisce nel tono duro della voce che nasconde la voglia di piangere,
nelle spalle irrigidite e dall'espressione di Charity. La ragazza sa
benissimo che in quei momenti Nikolas vuole solo chiudersi in camera al
buio e ascoltare il pianoforte di Fede che si sente appena, e in un certo
senso lo capisce. Guarda Mika lanciandogli un silenzioso ammonimento, può
sembrare forte ma suo fratello è fragile, fragilissimo e ha bisogno di
assoluta quiete e silenzio per riprendersi.
Ma Mikael non ci sta, non gliene frega niente delle occhiate di Chairity
ne di nessun altra cosa in quel preciso momento.
Sente soltanto un dolore sordo che scava dentro di lui, cercando di
raggiungere il suo cuore.
Deve fermarlo, prima che ci riesca e lo distrugga.
- Cazzo Nikolas, stai male... si vede benissimo che stai male... perché
non vuoi farti aiutare?
Perché non condividi con me anche il tuo dolore?
Oppure vado bene soltanto per scopare?-
Sa che è ingiusto, terribilmente ingiusto... ma non riesce a stare zitto.
Alza la voce, per la prima volta, - non dire stronzate... perché stiamo
insieme allora sono obbligato a dire tutto? Ci sono cose di cui non posso
parlare- gli voltò le spalle, per lui quella conversazione non aveva
senso. Eppure... eppure fa male/ in un punto vivo in lui/ fa male che Mika
pensi questo di lui e ha una voglia terribile di correre nelle sue
braccia e dimenticare tutto. Ma un'altra parte di lui è terribilmente
irritata e sconvolta per tutto, arrabbiata col mondo intero, con suo padre
che li ha mollati da soli un'altra volta, con sua madre che sta' morendo
in un letto d'ospedale e con Mika che pretende gli dica tutto mentre
neppure lui sa come pensarlo.
- Tutto questo è assurdo! Adesso basta.
Se non vuoi parlarmi non sarò certo io a pregarti.
Non l'ho mai fatto in vita mia e non comincerò adesso.-
Si volta verso la porta chiusa, afferra la maniglia ma si ferma per un
attimo, uno soltanto.
- Quando cambi idea sai dove trovarmi.-
E c'è in quella frase una tristezza così grande da colpire perfino
Charity che se ne sta li in silenzio a guardarlo con occhi tempestosi.
Esce da quella casa velocemente, prima di fare qualche sciocchezza salvo
poi pentirsene immediatamente.
Tipo voltarsi e abbracciarlo così forte da far sciogliere tutte quelle
lacrime che gli ha visto in quegli occhi meravigliosi.
Scivolare dentro di lui e annullarsi nel suo dolore, farlo diventare un
tutt'uno con se stesso per non essere costretto ad andarsene mai più.
Per non doverlo lasciare un'altra volta.
Ancora solo.
I suoi passi sul marciapiede creano echi distorti nella sua mente.
Cerca di annullare ogni pensiero negativo ma questa volta non funziona.
Non doveva andarsene da li.
Non doveva dar retta a Nikolas e lasciarlo.
La sera lo avvolge fredda e spietata.
I giorni tiepidi passati in montagna sono solo un ricordo, un meraviglioso
ricordo.
Così come le loro carezze, i baci dati in qualsiasi angolo libero,
nascosto o meno.
La notte passata dopo che aveva rischiato di essere travolto dalla
corriera... abbracciati stretti nel letto.
Non avevano fatto l'amore, non ce n'era stato bisogno... si erano
scambiati la pelle, il respiro, l'anima... non si era mai sentito vicino a
un essere umano come quella volta.
L'indomani erano partiti presto e loro, prima dell'alba, si erano alzati
per andare a vedere il sorgere del sole davanti al laghetto... nel luogo
che li aveva visti insieme per la prima volta.
E li avevano fatto l'amore di nuovo, avvolti nella trapunta di Massimo,
con il cielo che si colorava lentamente di rosa.
E questa volta era riuscito ad avere pazienza e tenerezza.
Si erano amati dolcemente, con una profondità mai provata prima con
nessuno.
E, nel momento dell'orgasmo, si erano scambiati anche le
lacrime... dolcissime lacrime d'amore.
"Niki... perdonami piccolo mio... saprò aspettare... lo hai fatto tu
per tanto tempo con me."
Mentre il nodo che ha nel petto diventa sempre più grande.
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