Fiore
nell'acqua parte
I
di Mikako &
Parsifal
Mikael si gode lo spettacolo con immensa soddisfazione.
E' seduto nel pavimento della palestra della scuola e sta osservando l'evidente paura che ha assalito i ragazzi appena Irene ha detto che, per
prima cosa, devono alzarsi in piedi e dichiarare ad alta voce il proprio nome e il perché si trovano li.
Sono le tre di un grigio pomeriggio di Ottobre.
L'aria è pesante e piena di umidità ma dentro quella palestra una trentina
di teste colorate la stanno illuminando notevolmente.
In fondo il loro è un istituto d'arte e si sa, gli artisti sono tutti un po'
fuori di testa.
O fantasiosi.
Mikael è al suo terzo anno con Irene e Massimo, i registi e responsabili della piccola compagnia teatrale del Sello e sa benissimo come lavorano.
Tutti questi ragazzi vogliono fare gli attori?
Devono abituarsi a parlare davanti alla gente.
Semplice.
- Mikael, comincia tu.-
Irene, che lo conosce bene, cerca di metterlo un po' a disagio ma ci vuole
ben altro per spaventare un tipo come lui.
Si alza in piedi, mani in tasca e sguardo strafottente.
Con voce sicura si presenta :
- Mikael, VF, corso orafo.
E il terzo anno che sono qui e la mia più alta aspirazione è recitare l'Amleto.
In attesa che Irene si decida accetto qualunque cosa.-
Irene scuote la testa rassegnata e tutti sorridono, un po' scioccati e un po' ammirati per l'enorme faccia tosta dimostrata.
Poi si siede e attende che anche gli altri facciano la loro piccola parte,
cercando di capire che di loro tornerà anche la prossima volta e chi se la
darà a gambe.
Ma il gioco lo stanca presto, la sua mente, perennemente in agitazione, sta
per esplorare altri lidi, quando un ragazzo attira la sua attenzione.
Già.
Non una splendida ragazza con la voce sensuale ma un ragazzo sottile, quasi
fragile, sepolto da una massa di capelli neri che sembrano più pesanti di
lui.
E' la fluidità dei suoi movimenti a scuoterlo dalla noia.
Si alza in piedi elegantemente, scosta i capelli dal viso con un gesto quasi
languido della mano e piazza i suoi occhi incredibilmente verdi su di lui.
Occhi pazzeschi.
Da strega.
Mikael sente i nervi tendersi e fa forza su se stesso per non alzarsi in piedi.
"Ma chi è sto tizio?" pensa confuso.
- Sono Nikolas, IV G. sezione fotografia.
Sono qui perché... mia sorella è convinta che è questo il mio futuro. E dato
che quando lei suggerisce se non esegui ti porta al suicidio in dodici ore...-
Non finisce la frase che la sorella in questione lo tira giù a forza, mandandolo a finire per terra.
Mikael ride divertito... quel ragazzo ha stoffa... i suoi occhi sembravano
passarlo da parte a parte... e, con un brivido, si rende conto che quello sguardo non lo ha lasciato un solo istante.
Subito dopo si alza in piedi la copia al femminile di Nikolas e tutti la guardano, stupiti.
La rassomiglianza è impressionante.
Quando parla Mikael si rende conto che la sua voce è esattamente come lei:
sottile e nervosa.
Fisicamente è identica al fratello, unica differenza sono i capelli lunghi e
lisci che arrivano ad un fondoschiena veramente delizioso.
" gli occhi..." pensa Mikael con sicurezza..." non sono come quelli di Nicolas, sono meno profondi...più minacciosi", con un sorriso divertito si
sistema meglio tirando su la schiena e dando la sua completa attenzione a quella strana ragazza:
-Charity, IV A, tessuti.
Mio fratello ha ragione. Sono convinto che lui è fatto per recitare... del
resto è da quando è nato che non fa altro...ahia-
Pizzicotto di Nikolas in un polpaccio, Irene interviene, interrompendola;
- e tu? Io volevo sapere perché tu sei qua...-
Charity alza le spalle con noncuranza;
- semplice...se io non lo trascino mio fratello non ci pensa nemmeno, è pigro da far schifo-
e questa volta è Nikolas che la trascina giù... Mikael ride divertito...
quella ragazza è terribile, parla parla ma non dice una parola su di sé...
proprio come lui.
Nikolas si sposta una ciocca di capelli dagli occhi tirandosela indietro e
affondando poi la mano in quella massa scura, sorride divertito al ricordo
di quando sua sorella voleva convincerlo che le treccine rasta erano la cosa
migliore che lui potesse fare e che andando all'istituto d'arte era obbligato ad essere strano.
Dopotutto è un istituto d'arte!
Bah, lui non ha certo bisogno, i suoi capelli stanno bene come sono.
A Claude piaceva affondarci la mano.
Si scuote imprecando fra se... ci manca solo mettersi a ricordare il suo ex
adesso. E tuttavia... quel ragazzo...Mikael. Gli assomiglia. Non è una rassomiglianza fisica quanto piuttosto... il modo di parlare, la tonalità
della voce, il silenzio fra le sillabe.
Lui adora il silenzio.
La gente si avvinghia al suono con feroce paura e determinazione, quasi non
potesse resistere alla tranquillità assordante di una notte silenziosa.
Quasi avesse paura di lasciarsi portare via, di perdersi in se stesso.
Lui questa paura non ce l'ha.
Si è già perso da tempo.
Affonda lo sguardo verde in quello nero di Mikael, bruciante, terribilmente
sensuale... e si sente strappare dentro.
Lo sta guardando anche lui, lui coi suoi capelli nerissimi che gli ricadono
spettinati da tutte le parti e il corpo muscoloso.
Sexy.
L'atteggiamento di chi si trova completamente a proprio agio in qualunque situazione e quella forza dentro,
poteva sentirla, come un'energia che si raccoglie in lui, nel suo centro diffondendosi
dappertutto .
Ha l'esatta impressione che ci siano poche cose che possano spezzarlo e che
nonostante tutto lui si rialzerebbe.
Non riesce a togliergli gli occhi di dosso e ha la fastidiosa sensazione che
Charity se ne sia accorta.
La sua pazza sorella.
L'idiota che l'ha trascinato qui quando lui si era imposto ALMENO questa volta di non cedere.
L'adorabile creatura che non lo lascia solo un istante per paura che la sua
fragilità possa portarlo via.
Forse è per questo che è attirato da Mikael , perché lui è forte.
La stessa forza che se ne frega del giudizio degli altri e che rinascerebbe
ogni volta.
Ogni volta.
Lui non ne è capace... lui si spezzerebbe..
Ed è vicino a farlo... non ne può davvero più.
Charity se n'è accorta ed è per questo che l'ha portato a teatro, ne è
sicuro, al di la di tutto, è solo per questo.
Per aiutarlo a dargli un po' di quell'energia di cui lui sente un disperato
bisogno.
Forse in fondo dovrebbe ringraziarla, almeno ha avuto la possibilità di vedere Mikael, e oh se è un bel vedere!
Improvvisamente l'altro distoglie lo sguardo da lui, quasi imbarazzato, imbarazzato di' aver fissato con quell'intensità un altro ragazzo forse.
Lo vede mentre si aggiusta nervoso la maglietta nera e lentamente riprende
il pieno controllo di se,
sorride, una cosa ha capito immediatamente di quel ragazzo, gli piace avere il pieno
controllo di tutto, ogni situazione e, ci giurerebbe, perfino ogni sentimento.
Ma a lui ormai piace. Sua sorella, quasi gli leggesse nel pensiero, gli si
avvicina e sussurra
- vi siete guardati fino ad adesso-
e sa con precisa esattezza che a casa l'aspetterà il terzo grado come minimo... certe volte lo spirito di osservazione di sua sorella è oltremodo
seccante.
Mikael cerca nel giubbotto le sigarette... passa le mani in tutte le tasche
schiacciando con forza, cercando quasi disperatamente il pacchetto con le ultime due...
- oh no... non dirmi che non ci sono, chi cazzo me le ha fregate?-
Come al solito "pensa" a voce alta quando è nervoso, si ferma improvvisamente..."perché dovrei essere nervoso? Per gli occhi diabolici di
quel ragazzino?"
Sbuffa rumorosamente, con tutti i casini che ha a casa ci mancava pure questa... stasera è fuori fase... non c'è proprio con la testa.
Tutto qua.
Altrimenti non si spiegherebbe come mai è li che pensa ancora a lui come a
un nuovo problema.
Perché poi dovrebbe diventare un problema?
All'improvviso una mano compare dal nulla mettendogli sotto il naso il suo
pacchetto di sigarette.
Alza la testa stupito e si ritrova davanti gli occhi da strega di Nikolas.
- Sono queste che stai cercando? Ti sono cadute prima, quando hai messo la
giacca -.
Mikael lo guarda in silenzio, gli occhi scuri inchiodati in quelle iridi verdi..."mi ha guardato mentre mi vestivo, ero attorniato da tutte quelle
ragazze e lui è riuscito ad accorgersi addirittura che mi è caduto il
pacchetto dalla tasca."
Prende le sigarette con apparente indifferenza, lo sguardo che scivola su quel corpo sottile, le mani sicure mentre se ne accende una e aspira con
soddisfazione una lunga boccata. Troppo lunga.
Dal fumo azzurrognolo che sale verso l'alto guarda il viso di Nikolas e si
rende conto che non ha perso nemmeno un suo movimento.
Neanche uno.
Gli offre la sigaretta e Nikolas accetta con un sorriso, aspirando a sua volta profondamente, direttamente dalla sua mano.
Mikael stringe un attimo gli occhi... sta flirtando con un ragazzo.
Più piccolo di lui addirittura.
E lo fa con estrema naturalezza, come se non facesse altro dalla mattina alla sera .
" Devo essere rincoglionito" pensa seccato... ma alza la mano e si porta alla bocca quella dannata sigaretta,
- Niki... vuoi sbrigarti? Dobbiamo andare a casa... e non dimenticarti della
spesa... stasera tocca a noi-
La voce di Charity si alza nella sera, Mikael la guarda infastidito... poi
cercherà di analizzare il suo comportamento e, probabilmente, rifiuterà quella sensazione strana provocata dalla voce di Char che chiama
Nikolas...più tardi, quando sarebbe riuscito a riprendere il controllo di
se.
In quel preciso istante invece guarda la sigaretta ancora a metà e la figura
di Charity che si avvicina a loro... porta la mano alla bocca di Nikolas fino ad appoggiarvi quel che resta di quella sigaretta.
- Ciao ragazzi, ci vediamo martedì prossimo, o forse nei corridoi della nostra immensa scuola.-
Se ne va con passo indolente, le mani affondate nelle tasche del giubbotto,
i capelli che gli accarezzano il collo... e quattro ragazze che si accodano
a lui per accompagnarlo.
- Questo ragazzo piace troppo a tutti...-
Afferma Charity guardando attentamente suo fratello negli occhi.
Ma Nikolas alza le spalle con noncuranza... questo è del tutto irrilevante...
- Mi sa che stavolta hai pane per i tuoi denti, fratellino.-
- E' tutta la vita che ho pane per i miei denti... non fai che stressarmi dalla mattina alla sera!-
Parla noncurante ma ha le guance arrossate e non si vuole decidere a buttare
la sigaretta ormai finita.
- e poi non sapevo che tu fumassi-
alza gli occhi al cielo e ringhia fra i denti
- da quando hai smesso di farti gli affari tuoi e ti impicci dei miei?-
Lei gli scocca un'occhiata truce che dice tutto, così il fratello (abituato
ormai dopo anni vissuti con lei) si chiude in un ostinato mutismo, rifiutandosi di rispondere a ulteriori domande .
E pensa.
Il calore inebriante della mano di Mikael quando si è avvicinato alla sua
bocca... ha potuto avvertirlo anche se non si sono sfiorati.
La sua camminata, le sue gambe muscolose, il suo sedere sodo, la sua schiena, i suoi capelli che lambivano il suo collo...
Ha una voglia matta di corrergli dietro, abbracciarlo e sfiorare con le labbra ogni centimetro di pelle che i vestiti lasciano scoperta, sentire le
mani di Mikael su di se, il suo respiro, il suo intossicante calore... si porta le mani ai capelli, stringendoli convulsamente, facendosi male
perfino.
" Dio...e sono in mezzo alla strada!" e con Char che non lo perde di vista
un solo istante!
Non è il luogo adatto per perdersi dietro a certi pensieri!
Alza il viso al cielo, tanto azzurro e freddo, così perfetto e sconvolgentemente puro.
E' troppo bello, fa male guardarlo.
Improvviso il suono del pianoforte si insinua in lui, note rapide che si inseguono incessanti, prendendosi e lasciandosi, creando una sinfonia di
pensieri e note che porta il nome della "Sonata al chiaro di luna" di Beethoven
E' sicuramente Fede che suona il piano!
Per lui la musica è qualcosa di stupendo, non per riempire i silenzi, ma quella che esiste di per se, in qualche luogo, nella sua mente, sospesa fra
il sogno e la realtà.
La musica in fondo è un altro genere di pensiero... o forse il pensiero è un
altro genere di musica.
Ed è immenso in questa atmosfera ovattata.
\ il pianoforte e Mikael \
che entra in casa, vuota come al solito.
Lo stomaco che si contrae in una stretta spasmodica e il viso inespressivo.
Lo sa che non c'è nessuno a casa, lo sa che sua madre è in ospedale e suo
padre con lei.
Lo sa.
Ma lo stesso ci sta male da morire .
L'unico silenzio che non sopporta è quello di casa sua, il silenzio assordante dell'anima di suo padre,
che ha invaso le stanze e si spande anche nel suo cuore.
Il fantasma di voci e risate si muove impalpabile per la stanza, beffandoli
quasi, danza intorno a lui, bellissimo e osceno, un fantasma fatto di ricordi felici, così spaventosamente BELLI da non riuscire a sostenerne il
pensiero.
Si porta le mani alla testa, di scatto, aggrappandosi ai capelli e con il volto contratto in una smorfia di disperata solitudine.
La casa vuota.
Pensava di averlo superato! Pensava che Char gli bastasse! Ma allora perché
sente questo terribile dolore al centro del petto?
E la voglia /disperata/ di correre via e piangere fra le braccia di sua madre morente?
Ormai ogni speranza è morta.
È morta nel lento declino di sua madre, è morta negli occhi tristi di Char,
è morta nell'egoismo di suo padre che si chiude in se stesso e vuole la moglie Ann solo per se.
È terribilmente ingiusto quello che sta pensando di suo padre, lo sa, ma non
può farne a meno.
Stanno tutti soffrendo troppo.
- ma si è accorto papà che ha ancora due figli?-
sibila Charity con feroce sarcasmo, e il dolore che si fa più forte, più
pressante, prima non avrebbe mai parlato così.
Prima...
- Basta Char -
Il tono di chi sta pregando di non dover dire nient'altro.
Si guardano negli occhi un attimo, occhi identici, spaventosi nella ferocia
di quell'unico istante, poi Nikolas si volta e, un passo dopo l'altro, lentamente va in camera sua, lasciando la sorella da sola in salotto,
che prende un vaso /altri ricordi oh Dio/ e scaraventandolo a terra urla "MALEDIZIONE!!!"
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