DISCLAMER: Cercasi
aitante giovane, simil Draco Malfoy fisicamente, caratterialmente ed
economicamente..... perché la Rowling non me lo sgancia!!(Brutta -censura- i
soldi li hai fatto con Harry Potter e le disgrazie sue! Molla Draco!!!!)
Finchè
morte non vi separi
di Nuel
-E’ inaccettabile!- Tuonò Lucius Malfoy, picchiando i pugni sul tavolo.
I suoi avvocati sobbalzarono intimiditi.
Draco attendeva in silenzio, valutando attentamente ogni singola parola.
-Signor Malfoy... sia ragionevole: questa è l’unica via. I maghi oscuri
che sono stati in qualche modo legati a lei_sa_chi stanno subendo processi
a non finire e lei è già stato in carcere una volta..... con questo
sistema, si garantirà i titoli e le proprietà. Anche qualora lei venisse
processato e ritenuto colpevole, nessuno esproprierà suo figlio dei vostri
possedimenti!-
Lucius sospirò, consapevole che quella, per quanto odiosa, era l’unica
via, dal momento che Voldemort era stato eliminato.
-Nella famiglia Malfoy non è mai entrato nessuno che non fosse degno di
portare il nostro nome.... chi proponete?-
-Ecco...- Il legale fece un sorriso timoroso verso Draco. In fin dei conti
era del suo matrimonio che si discuteva. -Le candidate sono due, ma noi
crediamo che la più adatta sia questa-
L’uomo estrasse una foto e la sottopose agli interessati.
-La Granger?!- Boccheggiò Draco.
-Non solo non è nobile...- Sibilò Lucius. -Ma è pure una mezzo sangue!-
-Esatto, signore: e per di più è amica intima di Harry Potter! Quale prova
migliore potreste dare di non aver più legami con voi_sapete_chi?!-
-Lei sta con Weasley- Si intromise Draco.
-Ecco, crediamo che la cosa sia risolvibile. In alternativa ci sarebbe
proprio la signorina Weasley...-
Le vacanze di Natale erano finite. Draco entrò negli spogliatoi del campo
di Quiddich. Ormai non c’era nessuno. Aprì l’acqua della doccia e ci si
immerse. Dopo neppure cinque minuti l’acqua era fredda. Ecco cosa odiava
dell’Inghilterra: era un’isola in cui mancava l’acqua potabile! Essendo
arrivato per ultimo tutti gli altri ragazzi avevano consumato l’acqua
calda e gennaio non era il mese ideale per le docce fredde.
Chiuse il rubinetto e si diresse all’unica vasca, senza curarsi di
coprirsi. La fece riempire di acqua gelida, prese la sua bacchetta e la
fece scaldare al punto giusto, prima di immergersi.
Aveva giocato al meglio quel giorno, e poi si era rintanato con Pansy per
una rapida scopata sotto le tribune del campo. Ora i muscoli gli si
scioglievano piacevolmente nella vasca. Buttò la testa all’indietro e si
rilassò.
La porta dello spogliatoio si aprì e ne entrò Harry, che si diresse subito
alle docce.
-L’acqua calda è finita- Lo avvisò quasi con tono annoiato.
-Fantastico!- Commentò Harry, togliendosi la divisa da Quiddich.
-Che hai fatto fuori fino ad adesso?-
-Era il mio turno di riordinare-
-Dai vieni qui- Gli tese una mano Draco.
-Come mai tanto loquace, oggi?- Gli sorrise Harry.
-Abbiamo pareggiato, anche se il boccino l’hai preso di nuovo tu.... non è
un brutto risultato-
Harry si spogliò completamente e Draco ritirò al petto le gambe.
-Ahhh! Che meraviglia!- Esclamò Harry, sedendosi nella vasca di fronte al
suo rivale.
Durante il sesto anno era cambiato qualcosa tra di loro. Con Lucius in
prigione, Draco aveva preso a comportarsi diversamente e, da nemici, erano
diventati veri rivali. Con la morte di Voldemort, poi, era nata una sorta
di amicizia, per quanto superficiale e le cose avevano continuato a
migliorare.
Harry si massaggiò una spalla su cui compariva un livido rosso.
-E’ la caduta della scorsa partita? Ti fa ancora male?- Si informò il
biondo.
-Si, mi da fastidio, più che male...-
-Vieni qui, girati: ti massaggio le spalle- Si propose Draco.
-Grazie- Harry si rigirò nella vasca mentre le gambe di Draco si
allungavano ai suoi fianchi.
Harry si sentì un po’ imbarazzato, ma appena il massaggio caldo cominciò
riuscì solo a mugolare di sollievo.
-Ti accontenti di poco!- Constatò Draco, conscio di non essere un gran ché
in quel campo.
-Stai scherzando? E’ fantastico!-
Draco ridacchiò. -Se vuoi provare qualcosa che scioglie veramente i
muscoli e rilassa, vieni più indietro e appoggia la schiena sul mio petto-
-Così?- Gli chiese Harry eseguendo con la massima fiducia.
-Perfetto. Ora chiudi gli occhi e lasciami fare!-
Harry sospirò e si appoggiò al petto del Serpeverde.
Draco gli passò le braccia intorno ai fianchi, gli accarezzò il petto e
l’addome, sfiorò i capezzoli del moro, che sussultò appena.
-Mi fai il solletico- Si scusò Harry.
-Fidati!- Insistette Draco, mentre prendeva tra pollice ed indice un
capezzolo e cominciava a stringerlo e sfregarlo per farlo inturgidire. Con
l’altra mano gli sfiorò l’ombelico e discese tra i riccioli scuri del suo
inguine che si muovevano liberamente nall’acqua, trovando il suo sesso e
cominciando a masturbarlo lentamente.
-Che stai facendo?- Si preoccupò Harry, diventando rosso.
-Lasciami fare: te l’ho detto: è il sistema migliore per rilassarsi-
-Ma... ma...- Boccheggiò Harry, che tuttavia non riusciva a dirgli di
smettere.
Draco strinse ben presto tra le dita l’asta turgida di Harry, continuando
a muovere con perizia la mano per dargli piacere lentamente, in modo che
fosse soddisfacente, ma non stancante.
Alla fine Harry gettò la testa all’indietro, venendo tra le sue dita. Una
scia biancastra risalì fino in superficie e là si raggrumò in una piccola
pozzanghera. Draco la disperse con le dite, provocando una piccola onda.
-Come ti senti, adesso?-
-Molto meglio!- Sospirò Harry, chiedendosi se dovesse spostarsi da quella
comoda posizione, ma Draco lo abbracciò e lo tenne stretto.
-Come hai passato le vacanze?-
-Qui a scuola.... mi mette tristezza pensare che è il mio ultimo anno qui-
-Anche a me. Cosa farai dopo?-
Harry scosse la testa. - Non lo so: voleva diventare Auror, ma senza
Voldemort non ha più molto senso. Tu invece?-
-Si è mai sentito di un Malfoy che lavora? Mi sposerò e girerò il mondo
per un po’...-
-Pansy?-
-No-
Harry si girò e lo guardò stupito. -Ma voi due....-
-Le cose sono cambiate: Pansy non va più bene per la mia famiglia...-
Sbuffò.
-E a te sta bene?-
-No.... ma aspetta di sentire per chi hanno deciso!-
-La conosco?-
-Direi proprio di si: quegli idioti hanno stabilito che devo sposare la
tua amica Hermione Granger!-
-CHE COSA?- Urlò Harry, rigirandosi e spruzzando tutto intorno.
-Lo trovo assurdo anche io, Harry! Anche se ammetto che la Granger è
diventata proprio una bella ragazza e mi piacerebbe andarci a letto.... ma
dubito che lei o Weasley sarebbero d’accordo, no?-
Harry lo fissava accigliato. -Ci puoi scommettere!-
Draco gli sorrise.
-Harry, tra me e Weasley, chi ti conosce meglio?-
-Cosa?-
-Con chi ti trovi meglio?-
-Ron è il mio migliore amico, lo sai!-
-Si, ma.... noi due ci siamo fatti la guerra per tanto tempo.... ci siamo
osservati, studiati.... avanti! Cosa ti mancherà più di tutto, quando
finirai la scuola?-
-Io.... credo che.... dovrei pensarci...-
-Andiamo, Harry! Vuoi dire che non ti mancherò? Come passerai le giornate
senza di me che ti punzecchio costantemente?-
Harry sorrise ed abbassò lo sguardo.
-Forse hai ragione...-
-Allora ho una proposta da farti-
-E cioè?-
-Al posto della Granger, voglio sposare te-
Harry lo fissò incredulo per qualche secondo. -Non credo di avere capito-
Draco gli sorrise. -Non credo che i miei ne saranno felici, ma dato che è
il mio matrimonio non potranno neanche fare come vogliono loro! La Granger
gli va bene perché con lei potremmo dimostrare di non essere più legati a
Voldemort..... ma, se è per questo, tu vai anche meglio!-
-Draco, hai considerato il dettaglio che siamo entrambi maschi?-
Draco scrollò le spalle. -Non sono gay, almeno.... non credo. Ma di certo
non mi faccio problemi a dormire con un uomo, e nemmeno a dargli piacere,
l’hai visto, no?- Gli sorrise malizioso, facendolo arrossire di nuovo.
-Sarebbe un matrimonio di convenienza, poi faremmo entrambi quello che ci
pare.... per la discendenza, se non mi capiteranno figli illegittimi,
potrei adottare un mio cugino.... si tratterebbe solo di vivere nella
stessa casa, magari usare lo stasso letto e passare le nottate a
chiacchierare, Harry....-
-Ci devo pensare...-
-Dimmi di si-
-Ho detto che ci voglio pensare!- Gli sorrise.
-Cosa ti costa dirmi di si?!-
-E se avessi una ragazza o mi volessi sposare pure io?-
-La ragazza non ce l’hai, se no lo saprei! E cinque minuti fa non mi hai
detto che ti vuoi sposare!-
-Ma che c’entra! Non rientra nei miei progetti per i prossimi mesi, ma in
futuro, magari.....-
-Allora è deciso: ci sposiamo!-
-Ma non è deciso per niente!-
Draco gli fece un sorriso furbo. -Ora voglio baciare il mio fidanzato!-
Harry rimase interdetto, in attesa del bacio, mentre il viso di Draco si
avvicinava, ma quando sentì il suo fiato sfiorarlo, Draco si ritrasse di
scatto, spruzzandolo e scoppiando a ridere, mentre già saltava fuori dalla
vasca.
Harry, ripresosi, con un balzo lo inseguì sul pavimento reso scivoloso
dall’acqua trasbordata e dai loro piedi bagnati. Si rincorsero finché
Draco non starnutì.
-Vedi che ti pigli il raffreddore a correre nudo con questo freddo?!- Lo
rimproverò Harry procurando un asciugamano con cui coprirlo.
-Allora è un “si”, Harry?- Gli chiese serio.
-Io.... credo di si, Draco-
Harry rientrò alla torre di Grifondoro che era ormai buio.
-Dove sei stato fino adesso, Harry?-
-A parlare con Draco-
Ron fece una smorfia. Malfoy, nonostante tutto, continuava a non andargli
giù.
-E di cosa dovevate parlare fuori con questo freddo, fino a quest’ora?-
-Abbiamo deciso di sposarci-
Ron rischiò di soffocarsi con la sua stessa saliva ed Hermione strabuzzò
gli occhi.
Harry si mise a ridere, sedendosi su una delle sedie spaiate della sala
comune.
-Se è uno scherzo, non è divertente!- Rantolò Ron.
-Non è uno scherzo: i suoi legali gli hanno suggerito di conquistare
Hermione o Ginny, ma dato che in entrambi i casi tu potresti ucciderlo, ha
chiesto a me di sposarlo-
-E tu saresti una spacie di ripiego?- Chiese, poco convinta, Hermione,
mentre Ron aveva nuovamente problemi a deglutire.
-No: io sarei la sua prima scelta, se i suoi mi considerassero. Comunque
ha detto che li convincerà e ci fidanzeremo ufficialmente il prima
possibile. Vogliamo sposarci subito dopo la fine della scuola-
Hermione e Ron rimasero totalmente senza parole davanti all’incredibile
dichiarazione di Harry.
La consegna dei M.A.G.O. era avvenuta poco più di un mese e mezzo prima.
Ron continuava a passare due dita dentro il colletto inamidato della sua
camicia, stretto dal cordoncino nero di uno stupido papillon. Hermione si
guardava intorno come se si aspettasse di veder saltare fuori Voldemort da
un momento all’altro. Decisamente stringere la mano di Lucius Malfoy, per
entrambi era stata un’esperienza sconvolgente.
Ma ancora più sconvolgente era vedere Harry muoversi disinvolto per il
vecchio maniero dei Malfoy e parlare con tanta familiarità con tutti
quegli ex maghi oscuri.
Lui e Draco camminava affiancati, salutando, stringendo mani, ridendo....
mentre due cerchietti d’oro bianco stavano ai loro anulari sinistri a
testimoniare che non si poteva più tornare in dietro.
Li aveva sposati civilmente il ministro Caramell in persona. Avevano
firmato un grosso e pesante registro e Lucius e Narcissa avevano
abbracciato entrambi.
Quando si erano baciati Ron aveva creduto di vomitare. Lupin gli aveva
dato una gomitata sul fianco ed aveva abbozzato un sorriso stentato.
Erano stati invitati tutti gli insegnanti, gli amici, una quantità di
giornalisti e membri del ministero. Harry aveva invitato persino i Dursley,
sicuro che non avrebbero mai partecipato. Infatti gli avevano mandato un
telegramma di felicitazioni e uno striminzito regalo di nozze: il
cordoncino di raso dorato con cui legare le fedi.
Harry aveva tirato un sospiro di sollievo, sicuro che non li avrebbe
rivisti mai più ed aveva sorriso al suo promesso sposo come se si fosse
trattato del sole in persona, sorto solo per lui.
La signora Weasley, che aveva fatto le veci della madre di Harry, aveva
pianto come una fontana e continuava a ripetere che “se Harry era felice
così, loro non dovevano mettersi in mezzo”. In realtà neppure a lei quel
matrimonio andava a genio.
Casa Malfoy era piena di invitati, tanto che sembrava vomitarli dalle
finestre, stipati nei saloni, nei corridoi, nelle camere d’attesa. Gli
elfi domestici correvano come impazziti portando bicchieri puliti,
ritirando quelli sporchi, dribblando invitati con piatti in mano, posate
che volavano e bottiglie che venivano stappate in onore degli sposi. I
giornalisti fotografavano, dettavano alle loro penne magiche, i politici
discutevano e si accordavano per nuovi progetti, finanziamenti,
alleanze....
-Mi sta girando la testa!- Sbottò Hermione, che si teneva saldamente a Ron.
-Mi manca l’aria- Le fece eco Ron.
-Usciamo qualche minuto- Propose Ginny.
-Ancora non sono riuscito a congratularmi con Harry- Si lamentò Neville.
Mentre guadagnavano l’uscita, constatando che anche in giardino si
muovevano numerosi invitati, scoccarono al loro amico un’occhiataccia.
-Non vedo cosa ci sia per cui congratularsi!- Lo riprese Ron.
-Anche tua madre dice che se va bene ad Herry noi non dobbiamo
impicciarci!- Si difese Nevil, un po’ rosso in faccia.
-E poi avete visto l’espressione di Harry? Pare così felice!- Sospirò
Ginny.
-Mi sembra impossibile che non sia sotto qualche incantesimo!- Protestò
Hermione.
-Ecco dove vi eravate cacciati!- Li raggiunse la voce di Harry.
Draco gli circondava un fianco col braccio, stringendoselo contro, i loro
passi erano misurati, come se da sempre avessero camminato l’uno al fianco
dell’altro.
Harry sorrise ai suoi amici, raggiungendoli. Aveva il sorriso negli occhi
ed il viso accaldato.
-Siamo venuti a cercare un po’ d’aria fresca- Spiegò Ginny.
-Fatto bene: dentro non si respira più- Concordò Harry.
-Andiamo un po’ a casa nostra, allora? Staremo più comodi- Si intromise
Draco.
La sua insolita espressione “dolce” verso Harry metteva i brividi. Era
quasi più rassicurante quando dava il meglio di sè col suo famoso ghigno
alla Malfoy.
-Ma se siamo appena usciti...- Protestò Ron, cercando di non essere troppo
palesemente ostile.
-No, Draco intendeva “casa nostra”: la depandance. Andremo a stare lì-
-Nella depandance?- Chiese Hermione, dubbiosa.
-Vieni e capirai!- Sentenziò Harry, prendendo la mano di suo marito e
trascinandoselo dietro.
Draco gli si affiancò subito, intrecciando le dita alle sue. Harry lo
guardò raggiante, senza curarsi del moto di stomaco che stavano provando
in Ron e degli sguardi allibiti di Hermione e Ginny.
Dopo aver abilmente schivato alcuni invitati, raggiunsero la “depandance”:
una graziosissima villetta di campagna di “solo” una quindicina di stanze,
a mezzo chilometro dal maniero, in un angolino tranquillo del parco.
Draco aprì la porta e si diresse nell’ampio salotto.
Harry si sedette subito sul divano di pelle chiara, slacciandosi il
papillon e sospirando.
-Scusatemi, ragazzi, ma sono sfinito!- Si lamentò cercando con lo sguardo
Draco, che stava stappando l’ennesima bottiglia di spumante.
-Bhe, resisti qualche altra ora, Harry. Non ci si sposa tutti i giorni!-
Scherzò Neville.
-Per fortuna!- Rimase al gioco Potter.
Draco versò da bere nei calici di cristallo per gli amici di Harry e lo
raggiunse sul divano. Lui non pareva affatto stanco. Accarezzò il viso di
Harry, che gli si poggiò subito contro come un gatto che fa le fusa e
rimasero così, come a voler riempire gli sguardi dei loro amici.
Hermione li fissava e continuava a temere per il suo amico. Gli smoking
identici degli sposi, le fedi di quel colore freddo..... la tormentavano
come un’idea fissa: Harry e Draco non erano così: forse avrebbero anche
potuto stare assieme, ma non così. Erano troppo diversi....
-Scusate... ho interrotto qualcosa?- La voce di Pansy, sulla porta rimasta
aperta, riscosse Hermione dai suoi pensieri.
-No, Pansy, entra- Le sorrise Draco.
La ragazza aveva ancora gli occhi rossi per le notti passate in lacrime,
ma sorrise ad Harry, consapevole che non era colpa dell’ex Grifondoro.
-Scusami Harry, ma devo portartelo via qualche minuto. Draco, tuo padre
vuole vederti immediatamente-
Draco sospirò e si scusò con gli ospiti. -Torno subito, Harry-
-Non preoccuparti: sono troppo stanco per scappare!-
Il biondo sorrise alla battuta e si allontanò con Pansy.
“Senza neppure un bacio” Annotò Hermione.
-Non sei geloso?- Chiese Ron, alludendo alla ragazza.
-No. Tra loro è tutto finito, ormai-
-Non lo so Harry- Scosse la testa Ron. -Forse devo solo farci l’abitudine,
ma è troppo poco che state assieme... Neppure un anno-
Harry sorrise benevolo. -Ti sbagli Ron: non stavamo assieme
“ufficialmente”. Draco e io... è come se fossimo sempre stati assieme:
quando litigavamo, quando ci sfidavamo... se ci pensi, ti renderai conto
che non siamo mai riusciti a stare l’uno senza l’altro-
-Sarà...- Ammise il rosso, poco convinto.
-E’ bello che tu la pensi così, Harry!- Affermò, quasi commossa, Ginny.
-La pensa così anche Draco- Le sorrise.
Finalmente, a notte inoltrata, gli ultimi ospiti se ne andarono.
-Sicuri che non vi serve nulla, nella depandance?- Si informò Lucius,
prima di augurare la buona notte ai due ragazzi.
-Sicuri, grazie signor Malfoy.... padre- Si corresse Harry, arrossendo.
Lucius lo guardò con un’espressione strana, che voleva essere divertita,
ma non riusciva a scalfire la maschera di severità.
Narcissa sorrise ferina e pericolosa. Abbracciò il figlio con distacco e
fece altrettanto con Harry.
-Buona notte, madre. Buona notte, padre- Li salutò Draco, trascinando via
Harry e scoppiando a ridere appena furono fuori dalle vecchie e spesse
mura.
-Avresti dovuto vederti! Harry Potter che chiama “padre” Lucius Malfoy!-
-Ma piantala di prendermi in giro! E’ stato lui a dire che devo chiamarlo
così!-
-Lo so... ma è imbarazzante per entrambi, devi ammetterlo!-
-Si, hai ragione-
Si chiusero alle spalle la porta della loro casa un bel po’ dopo la mezza
notte. Presero possesso della loro camera e, ancora mezzi vestiti, si
buttarono sul letto, sbadigliando.
Harry si accoccolò contro Draco, che lo abbracciò e gli baciò i capelli,
che neppure per quel giorno importante avevano voluto lasciarsi pettinare
e scivolarono nel sonno.
Per molte altre notti Harry si addormentò tra le braccia di Draco, dopo
serate passate tra feste, cene importanti, ricevimenti che li lasciavano
spossati e senza la voglia di parlare.
Harry non amava particolarmente le occasioni mondane, al contrario di
Draco, così, dopo qualche mese, chiese di poter rincasare prima, di
esimersi dall’andarci. Aspettava Draco sveglio, leggendo a letto fino al
suo ritorno. Draco arrivava, lo abbracciava e se lo stringeva al petto,
raccontandogli tutto quello che si era perso per “fare l’orso” a casa.
Una notte, un gufo picchiò alla finestra della loro camera. Harry si
preoccupò poiché Draco non era ancora rincasato.
Il gufo portava alla zampetta un suo messaggio in cui gli diceva di non
aspettarlo, perché avrebbe fatto tardi.
Harry si sentì meglio: non era successo nulla di grave. Si rimise a letto,
chiuse il libro, spense la luce e, dopo poco, si addormentò.
Dopo qualche settimana, Draco non si curò più di avvisare Harry dei suoi
ritardi. Semplicemente, che tornasse quasi all’alba, era un dato di fatto.
La prima volta, Harry lo attese col cuore gonfio di angoscia, senza
riuscire ad addormentarsi.
Draco rientrò in punta di piedi. Si spogliò nell’anticamera e s’infilò nel
letto silenzioso come un gatto. Abbracciò Harry e lo baciò sui capelli.
-Scusami Harry- Mormorò, senza sapere che Harry stava solo fingendo di
dormire.
Harry, tuttavia, si sentì appagato da quelle scuse, continuando a fingere
di dormire, si rigirò nel suo abbraccio e lo strinse a sua volta,
sprofondando il viso nel suo petto, riconoscendo il suo profumo.
Un mese dopo, Harry non si rigirava più tra le braccia di suo marito.
Aveva passato la notte a piangere, dopo che la mattina precedente,
accoccolandosi contro di lui aveva sentito un profumo diverso, troppo
dolce per Draco. Un profumo da donna.
Draco continuava a comportarsi come al solito. Erano sposati da quasi un
anno e, alla luce dei flash dei fotografi che ancora si interessavano a
loro, erano una coppia perfetta: felice ed affiatata. Draco trattava Harry
con ogni cura. Passavano gran parte del giorno assieme, uscivano,
parlavano, scherzavano.... poi arrivava sera e Draco si cambiava per
andare da qualche parte. Continuava a chiedere ad Harry di andare con lui
o se preferisse che restasse a casa, a tenergli compagnia.
Harry rifiutava.
Draco lo baciava in fronte ed usciva brontolando che un po’ più di vita
sociale gli avrebbe fatto bene.
Quella mattina Draco sollevò Harry di peso dal letto e lo portò nell’ampia
sala da bagno.
-Cosa vuoi fare?- Gli chiese Harry allarmato, svegliandosi di soprassalto.
-Sono preoccupato per te- Gli rispose Draco, sorridendogli sornione.
-Perché?-
Draco lo spogliò, si liberò di pigiama e biancheria e lo fece entrare con
sè nell’ampia vasca.
Perché sei sempre giù, Harry. Hai le occhiaie e sei dimagrito. E sorridi
meno. Se c’è qualcosa che non va me lo devi dire!-
-Per te va tutto bene?- Gli chiese di rimando Harry, con la voce
incrinata.
-Per me si, ma non per te, Harry. E’ evidente-
-E’ tutto a posto, Draco- Ingoiò Harry.
Draco si mise a massaggiargli la schiena. Era diventato bravo, col tempo.
Gli piaceva farlo ogni volta che ne aveva l’occasione. Gli piaceva avere
cura di Harry, coccolarlo ed averlo vicino. Avrebbe voluto che Harry fosse
più partecipe della sua vita, ma forse per lui era davvero troppo
stancante. Gli mise lo shampoo sui capelli e cominciò a massaggiare quella
selva ribelle. Li sciacquò e gli baciò il collo.
-Lo sai quanto sei importante per me, Harry?- Gli chiese abbracciandolo e
sentendolo tremare.
-Credo di saperlo- Mormorò Harry, con tono amaro.
-Hai freddo? Vuoi che usciamo?- Gli chiese Draco, già con una gamba fuori
dalla vasca.
Harry si girò a guardare la sua schiena candida e ben modellata e lo vide.
Un lungo, rosso graffio che scendeva dalle scapole per una quindicina di
centimetri.
Gli mancò l’aria.
-E... questo?- Chiese con voce tremante, toccandogli la schiena bagnata.
Draco girò la testa e cercò di vedersi le spalle, poi gli sorrise
candidamente.
-Che razza di graffio! Quella donna è una belva a letto! Deve avermelo
fatto ieri. Vieni?-
Harry Rimase ammutolito. Uscì dalla vasca e, senza ascoltare quello che
Draco gli diceva, si asciugò e si rivestì.
Draco lo abbracciò da dietro e lo strinse.
-Harry stai male? Sei pallido...-
Harry scosse il capo. -Tutto bene- Riuscì a dire reprimendo un conato di
vomito, liberandosi delle braccia di Draco che sembravano improvvisamente
tanto opprimenti.
-Sei sicuro? Harry, se stai male dico a mio padre che non posso andare con
lui...-
-Va!- Sbottò Harry, pregando che Draco uscisse il prima possibile.
-Se insisti va bene. Ma se ti serve qualsiasi cosa chiamami! Mi
smaterializzo all’istante e sono da te, d’accordo?- Lo baciò sulla fronte,
accarezzandogli con tenerezza la guancia.
Sembrava davvero preoccupato, eppure ad Harry tutte quelle attenzioni
sembravano false.
Appena Draco fu uscito si raggomitolò su se stesso, mettendosi a pingere.
La casa era vuota e silenziosa se non c’era Draco, ma ora la sua presenza
era così opprimente da farlo stare male. E stava male anche se non era con
lui.
Harry si addormentò sfinito sul divano e fu svegliato a metà pomeriggio da
un bussare insistente.
Corse a lavarsi la faccia ed andò ad aprire.
-Hermione!- Si sorprese di vedere l’amica.
Hermione andava a trovarlo, ogni tanto. Ron preferiva incontrarlo fuori,
ma Hermione diceva che così “controllava la situazione”.
-Ciao, come mai da queste parti?-
-Volevo passare a salutarti, l’avrei fatto in settimana, ma ho incontrato
Draco e mi ha detto che non stavi bene, così sono venuta. Come stai?-
-Sono solo un po’ stanco, Herm’- Fece spallucce ed abbozzò un sorriso.
Lei lo guardò con sguardo critico e si accomodò in salotto.
-Non me la racconti giusta, Harry. Draco era davvero molto preoccupato. Mi
ha fatto un sorriso terrificante , sai quelli quando cerca di essere
gentile, quando gli ho detto che sarei venuta. Mi ha detto che stava per
chiedermelo-
-Dov’è che l’hai incontrato?-
-Al ministero: era con suo padre. Anche Lucius si è preoccupato quando
Draco ha detto che non stavi bene-
Harry sospirò. -E tu cosa ci facevi al ministero?-
-Ero andata a parlare col padre di Ron. Harry.... Ron e io ci sposiamo.
Sei il primo a saperlo-
-Davvero?- Si illuminò Harry.
-Si. So che ancora non si vede, ma... aspetto un bambino. Così abbiamo
deciso di accelerare un po’ i tempi- Gli sorrise un po’ imbarazzata.
-Un bambino?- Chiese Harry con la voce che si affievoliva. -Oh, è... è
splendido, Hermione!- Si riprese subito, alzandosi e cercando qualcosa da
fare che lo tenesse fuori dallo sguardo della ragazza.
Hermione notò il tremore delle sue mani e la sua schiena sussultare.
-Harry, cosa c’è che non va?- Gli chiese preoccupata.
Harry non riuscì più a fingere. Scoppiò a piangere, ma si sentiva troppo
stupido e goffo per parlare. -Lascia perdere. E’ solo un momento di
depressione- Si scusò, asciugandosi gli occhi e cercando di sorriderle.
-Ti ho visto depresso altre volte Harry, non mi convinci affatto, lo
sai?!-
-E’ che...- Si sforzò di spiegare. - Tra me e Draco... non va tanto
bene... anzi, non va per niente-
-Ma se era così preoccupato per te!-
Harry fece spallucce.
-Lui ha un’amante...- Gli costò dirlo. Si sentiva ferito, umiliato.
-Praticamente non dormiamo più assieme. Torna all’alba, si mette a letto e
dopo un paio d’ore si alza-
-Oh Harry... ma.....- Hermione arrossì. -Insomma, lui... prima stava con
la Parkinson, giusto? Tra voi... ehm, io non so come è nata, ma forse....
potevi aspettartelo, Harry?-
Harry sorrise, a testa bassa, pieno di tristezza. -Si. Potevo
aspettarmelo. Non abbiamo mai fatto l’amore, neppure una volta.... quindi,
dovevo saperlo che sarebbe finita così, però.... non fa meno male per
questo....-
Hermione lo guardava a bocca spalancata. -Non avete MAI fatto l’amore?-
Harry scosse la testa.
-Harry, su cosa si basa il vostro matrimonio?-
-Su una serie di questioni politiche che io capisco solo in parte. Sul
fatto che non riusciamo a stare lontani e che ci vogliamo bene... credo.
Hermione.... io....- Ricominciò a piangere. -Io lo amo.... credevo che
stargli vicino mi bastasse! Ma non è così... non mi basta più-
Hermione lo abbracciò e lo lasciò piangere sulla sua spalla,
accarezzandogli i capelli.
-Adesso vieni con me, Harry. Hai bisogno di calmarti un po’. Quando Draco
verrà a cercarti gli parlerai chiaro e tondo-
-E se non mi cercasse?-
-Ti cercherà, Harry. Te lo prometto!-
Harry lasciò un messaggio sul tavolo. Gli diceva che andava via per
qualche giorno, niente convenevoli, niente spiegazioni, niente parole
d’amore. Draco, per lui, non ne aveva mai avute.
Quando rientrò, chiamandolo a gran voce e non ricevendo risposta, Draco
trovò il messaggio di Harry.
Subito si preoccupò ed infilò la testa nel camino per comunicare con
Hermione.
-L’hai visto? Sai dov’é?- Le chiese apprensivo, senza neppure salutarla.
-Calmati! Si, l’ho visto e si, so dov’è. Ma devi lascialo tranquillo per
qualche giorno, Malfoy!-
Draco distinse chiaramente una nota ostile. -Dov’è Granger? Cosa gli è
successo? Ho il diritto di saperlo!-
-Ecco, bravo: parliamo di diritti e doveri!- Si scaldò Hermione,
prendendolo in contropiede. -Che fine hanno fatto i tuoi doveri verso di
lui?-
Draco non sapeva cosa rispondere, non sapeva neppure di cosa stesse
parlando.
-Harry non..... non può essersene andato via così.... se avesse qualche
problema “con me” me lo avrebbe detto!-
Hermione sapeva che Draco Malfoy era un bugiardo, un mistificatore tale e
quale a suo padre, ma un’espressione di così sincera preoccupazione non
poteva essere fasulla.
-Ascolta Malfoy, Harry è a casa sua...-
-Sua? Harry non ha una casa! E’ questa casa sua!-
-Harry HA una casa sua: gliela ha lasciata Sirius....-
-La vecchia casa dei Black? Mia madre dovrebbe sapere dov’è....-
-Lascia perdere: non la troveresti: è protetta da diversi incantesimi-
Sul volto di Daco comparve un velo di preoccupazione.
-Lasciagli qualche giorno di tempo. Ha bisogno di stare da solo. Poi vi
potrete vedere-
-Qualche giorno, Granger? Lo sai quanto dura un giorno senza di lui?- Le
chiese con una pena immensa.
-Lo ami?-
Draco ghignò ed Hermione credette di veder spuntare due lacrime agli
angoli di quegli occhi glaciali.
-Se no perché lo avrei sposato?-
Hermione annuì, preoccupata. -Ti avviso io per qualsiasi cosa- Lo salutò.
Draco le fece un cenno col capo ed uscì dal camino.
Hermione si girò verso la scala da cui stava scendendo Harry.
-Hai sentito?-
-Tutto-
-E?-
Harry si sedette su una poltrona del salotto di Hermione e sospirò.
-Non l’ha detto nemmeno stavolta. Non ha mai detto di amarmi.....-
-Sei ancora deciso ad andare in quella vecchia casa polverosa?-
Harry le sorrise. -E’ casa mia-
Una settimana dopo, Draco ricevette una lettera via gufo.
Accarezzò le piume bianche di Edvige e la baciò sulla piccola testa.
-Come sta il tuo padrone, Edvige?- Le chiese quasi supplichevole.
La civetta becchettò sulla sua mano e Draco si decise ad aprire la
lettera.
C’erano scritti un indirizzo e le istruzioni per arrivarci. Concludeva il
tutto un “Ti aspetto”. Draco si smaterializzò immediatamente, ricomparendo
subito in Grimmaund Place. Rilesse le istruzioni e le eseguì
scrupolosamente. Allora gli apparve davanti la vecchia casa dei Black.
Harry aveva impiegato una settimana intera a decidersi di scrivere quella
lettera. Aveva occupato quasi tutti il tempo a rassettare la vecchia casa,
per tenersi occupato.
Lupin e la signora Wasley erano riusciti, con non poca fatica a staccare
il quadro della madre di Sirius dalla parete e l’avevano chiuso dentro una
cassa in cantina.
Harry aveva buttato le vecchie tende, tolto la carta da parati ingiallita,
eliminato il contenuto di interi armadi tra coperte tarmate e lenzuola
muffite.
Se avesse deciso di abitare lì, la casa doveva essere definitivamente
risistemata, se l’avesse richiusa per chissà quanto tempo, doveva essere
in condizioni tali da resistere ancora.
Aveva passato qualche serata a chiacchierare con il ritratto di Nigelius
Fineas, aveva scritto decine di righe che erano finite, accartocciate,
nella stufa, aveva pianto, aveva passato notti insonni a rigirarsi nel
letto, incapace di dormire senza l’abbraccio protettivo di Draco e, in
fine, aveva deciso di spedire una qualsiasi delle lettere che era riuscito
a scrivergli in quei giorni.
Draco bussò con circospezione alla porta scrostata. Dato che nessuno
veniva ad aprirgli, decise di spingere la porta. Era aperta. Ora che
poteva rivedere il suo Harry, dopo giorni d’inferno, gli mancava il
coraggio.
-Harry?- Lo chiamò piano, scrutando l’interno.
Richiuse la porta, che cigolò e si chiuse sbattendo.
Dopo pochi secondi Harry corse giù dalle scale.
Si fissarono per qualche momento.
-Scu.... scusa: non ho ancora oliato i cardini...- Iniziò Harry.
-Coma stai?- Si informò subito Draco.
Harry boccheggiò un paio di volte, prima di rispondere. -Bene- Disse alla
fine, invitandolo in salotto.
-Scusa il disordine, ma come vedi, stavo lavorando. Se mi dai due minuti,
metto qualcosa di pulito e ti raggiungo-
-Non me ne frega niente della polvere, Harry!- Lo aggredì Draco,
afferrandolo per le spalle e scrollandolo. -Non dirmi che te ne sei andato
per ripulire questa topaia!-
Harry lo fisso torvo. -Questa topaia è l’unica casa che ho-
-E casa nostra? Cos’è quella?-
-Quella è la depandance del Maniero dei Malfoy. E’ casa tua-
Draco sgranò gli occhi, incredulo. -E’ casa nostra- Mormorò.
-Ci stai talmente poco che mi domando come tu possa considerarla “casa”-
-Ma... ma.... noi viviamo lì....-
-Io ci ho abitato. Tu ci passi di sfuggita quando non stai con la tua
amante-
-Io non ho nessuna amante....- Trasecolò Draco.
Harry sorrise, sentendosi preso in giro. -Sii sincero, almeno per una
volta. Non te li ho di sicuro fatti io i graffi sulla schiena e non uso
neppure profumi dolci che ti si attaccano alla pelle-
Draco lo guardò stranito per un paio di secondi, poi, lentamente si mise a
ridere, staccandosi da Harry e sedendosi su una vecchia sedia.
-E’ tutto qui il problema, Harry?!-
-”Tutto qui”?! Siamo sposati!-
-E’ solo un contratto!-
Harry si sentì morire. La testa gli pulsò selvaggiamente e la stanza prese
a girare. Si aggrappò a qualcosa che non seppe identificare e rimase
ostinatamente in piedi.
-Un “contratto”- Ripeté con voce metallica.
-Harry, io non ho un’amante: cambio donna ad ogni festa o due. E’ solo
sesso! Io non vengo a chiederti con chi lo fai tu, non mi interessa!-
-Con nessuno, Draco-
-Cosa?-
-Non faccio sesso con nessuno-
Draco lo guardò come fosse stato qualcosa di bizzarro. -Vuoi dire che da
quando siamo sposati non hai fatto sesso con nessuno per non tradirmi?-
Gli chiese incredulo.
-No- Gli rispose Harry con calma innaturale. -Non ho mai fatto sesso con
nessuno in vita mia, perché... volevo fare l’amore con la persona che
avrei amato, quando l’avrei trovata e l’avrei sposata.... per amore. Non
per convenienza. E se non ti ho mai tradito non è per “contratto”, ma per
rispetto e.... e per amore-
Due lacrime gli scesero lungo le guance.
-Harry....-
-No, ascoltami. Sono stato io a sbagliare perché tu sei stato chiaro, ma
io ho continuato a sperare che uscisse qualcosa di più dal nostro....
“contratto”....- Si interruppe per singhiozzare e Draco, fulmineo, lo
prese tra le braccia.
-Tu mi ami, Harry?-
A quella domanda Harry si sciolse in lacrime, abbracciandolo ed
aggrappandosi alla stoffa della sua giacca.
-Mi ami?- Gli chiese di nuovo, incredulo.
Harry conficcò il viso contro la sua spalla, soffocando i singhiozzi.
Draco lo scostò di qualche centimetro, alzandogli il mento con due dita.
Harry cercò di sfuggire alla sua imposizione, ma Draco lo obbligò a
guardarlo negli occhi.
-Rispondimi, Harry... è importante- Gli disse con un filo di voce,
avvicinandosi alle sue labbra.
-Ti amo- Singhiozzò Harry, colmando gli ultimi millimetri di lontananza e
baciandolo.
Draco lo strinse forte, spingendo la lingua profondamente nella sua bocca,
strappandogli l’aria dai polmoni come un incendio.
Harry lo respinse.
Aveva il fiato corto, le guance impolverate rigate di lacrime e gli occhi
lucidi dietro gli occhiali appannati. -Era... era dal giorno del nostro
matrimonio che non mi baciavi-
-Avevo paura di non riuscire più a fermarmi-
-Pe-r-ché?- Chiese Harry con fatica.
Draco si allontanò, cercando la visuale all’esterno di una finestra.
-Perché temevo di spaventarti. Non volevo che scappassi...-
-Perché?- Gli ripeté Harry, in agonia.
Draco scollò le spalle.
-Perché la vita senza di te non ha senso. Perché hai sempre riempito le
mie giornale da quando avevo undici anni e avevo paura di non riuscire a
sopportare la lontananza-
-Perché?- Lo implorò di nuovo, ma Draco rimase in silenzio.
Harry si sedette, esausto. -Ti ho detto che ti amo. Tu cosa provi per me?-
Draco lo guardò da sopra la spalla.
-Vorresti che dicessi che ti amo anch’io, vero Harry?-
Lo raggiunse e si inginocchiò davanti alla sua sedia.
-Non posso. Non so se ti amo o no. Ho passato tanto tempo ad impedirmi di
chiedermelo che non lo so più-
Harry boccheggiò.
-Stringerti ogni maledetta sera e non poterti fare tutto quello che avrei
voluto.... ti ho sposato e quando ti ho baciato ho pensato “mio” e che
quella notte ti avrei preso, ti avrei amato, ti avrei fatto cose di cui
nemmeno conoscevo l’esistenza! E tu ti sei accoccolato vicino a me e ti
sei addormentato. Avevo ancora il tuo sapore in bocca Harry e se ti avessi
baciato solo un’altra volta non ti avrei più permesso di avvicinarti a me
in quel modo e di addormentarti con tanta innocenza!-
Draco deglutì, alzò una mano e la strinse intorno al collo di Harry.
-Ti ho odiato in quel momento- Strinse le dita sul collo di Harry e le
strinse su una gamba sottile della sedia. -Ti ho odiato perché tu non
desideravi me come io desideravo te- Lasciò il collo di Harry e la sedia
scricchiolò. -Ti ho annegato in decine di donne compiacenti, ti ho
sbattuto fuori dal mio cuore perché non potevo farlo con il resto della
mia vita.... e tu adesso, bastardo egoista, vieni a dire a me che mi
ami?!-
Harry vide le lacrime morire negli occhi di Draco. Lui non piangeva mai
davanti a qualcuno, ma adesso Harry notava i piccoli segni del suo dolore.
Gli passò le dita sulle labbra screpolate, accarezzò lo zigomo alto,
scivolando tra i suoi capelli, senza lozione... sette giorni di mancate
cure.... Draco sembrava perfetto come sempre, ma non lo era. Un piccolo
ciuffo di capelli biondo platino che sfuggiva, un morso sulle labbra, un
piccolo segno nero sotto gli occhi, a rendere più scavato quel viso
pallido, una pellicina sotto il naso, come se lo avesse soffiato tante e
tante volte.
-Mi dispiace- Gli mormorò.
-A me no. In un modo o nell’altro abbiamo aperto gli occhi-
Draco sospirò, si alzò e gli diede le spalle. Prese a rigirarsi la fede
che portava al dito, la sfilò e se la mise in tasca.
Harry abbassò la testa. Tutto era finito.
-Sei l’unica famiglia che ho- Gli disse prima che uscisse dal salotto.
Draco si fermò. -No, Harry. Non sono più la tua famiglia-
Harry sentì la porta di casa aprirsi, cigolare e chiudersi sbattendo. E
urlò.
Urlò con quanto fiato aveva in gola. E pianse.
Pianse tutte le lacrime che gli restavano negli occhi.
Tanto da ignorare i piccoli colpi alla sua finestra.
Impiegò diversi minuti a capire che qualcuno stava lanciando sassolini
contro il vetro.
Non ne aveva voglia, ma si affacciò lo stesso.
-Draco?-
-Oltre che egoista sei anche vigliacco! Muoviti! Cosa aspetti a venire a
rimettermi quest’anello al dito?-
-Sei tu quello prepotente- Gli disse tra il rassegnato e lo speranzoso.
-Te l’ho detto Harry: se ti avessi baciato di nuovo...- Si avvicinò alla
finestra aperta. -... a tuo rischio e pericolo Potter-
Harry si sporse, ma appena le labbra di Draco toccarono le sue, si
ritrasse.
-Quando faremo l’amore voglio che tu sia sicuro di amarmi-
-Sei un idiota, Potter! L’ho sempre detto!- Draco lo afferrò con irruenza,
artigliandogli la nuca e costringendolo a baciarlo. -Non te lo meriti che
io ti ami!-
Harry sorrise tra le lacrime. Infilò una mano nella tasca della sua giacca
e ne trasse la fede. Draco gli porse la mano e lui gliela rimise al dito.
-Non fai molta resistenza...-
-Sbrigati a chiudere questa topaia, prima che decida di buttarla giù e
vieni a casa!-
-Prepotente- Lo rimproverò scherzosamente Harry.
-So essere anche molto peggio di così e ti garantisco che non lo vuoi
scoprire!-
-Bugiardo!-
-Se cominciamo con gli insulti non la finiamo più-
-Hai ragione- Si asciugò gli occhi Harry.
-Io ho sempre ragione, Harry!-
-Presuntuoso!-
Draco lo spinse indietro e chiuse lo scuro.
-Dammi il tempo di cambiarmi- Arrivò la voce da dentro.
-Neanche per sogno! Chiudi e ci smaterializziamo dritti per la sala da
bagno e io ti butto in vasca così come sei!-
-Sei l’essere più dispotico che io conosca!- Gli notificò uscendo di casa.
-UH! Se è per questo devi ancora scoprire la maggior parte dei miei
pregi!-
Harry sorrise e cominciò a contare sulle dita. - Ad Hogwarts ti
definivano: “viziato, figlio di papà, o di tua madre in modo poco
lusinghiero, rompiscatole, bullo, prepotente, borioso, saccente, ipocrita,
menefreghista, razzista, classista, bugiardo.... credo di aver dimenticato
qualcosa. Come ti dichiari?-
-Lusingato che si parlasse tanto di me! Anche se in effetti non c’è da
stupirsi tanto!-
-Sei.... un egocentrico!-
-Vero-
-E narcisista!-
-A ragione, direi!-
-Ma come ho fatto ad innamorarmi di te?!-
-Proprio perché sono così- Draco lo prese per mano ed insieme si
smaterializzarono. Al loro posto, un mulinello fece danzare le foglie coi
colori dell’autunno.
Fine
Nuel: Draco ti amo!
Draco: Ovvio: tutti mi amano!
Harry: Io no!
Nuel+Draco: NOOO?
Harry: No
Nuel: E allora perché ci stai sempre nelle mie fic?
Harry: Ovvio: perché sei una chiavica e non fai mai le lemon! Preferisco
stare nelle tue fic caste e pure che in certi pornazzi....
Nuel_con_sguardo_di_fuoco: Ah, si, é? E io ci appiccico la lemon!!
Draco: SI!
Harry: NOOOOOOOOOOOOOOO
Lemon-extra
“Quando faremo l’amore voglio che tu sia sicuro di amarmi” Harry
cominciava a pentirsi di averlo detto. Erano tornati assieme da quasi un
mese e mezzo, ma Draco non si era mai fatto avanti. Certo, non lo lasciava
più solo per intere notti, rinunciava a qualche uscita o se lo caricava di
peso fin fuori dalla porta asserendo che ormai era uscito e tanto valeva
che lo seguisse. E poi passava notti intere a baciarlo, a stringerlo, a
stuzzicare i suoi punti più sensibili fino a farlo impazzire... a dirla
tutta gli pareva che lo stesse.... “corteggiando”, come quando erano
fidanzati, a scuola, ma poi, più nulla.
Harry sbuffò, rigirandosi nel letto e poggiando la testa su una sua
spalla, accarezzandogli il petto, disegnando il perimetro di ogni suo
muscolo con la punta di un dito. Aveva voglia di fare l’amore con lui.
C’era qualcosa di male?
-Non dormi, Harry?-
-No... Ti ho svegliato? Scusa-
-No, non dormivo neppure io- Draco trattenne la mano di Harry sul proprio
cuore ed Harry rimase in muto ascolto dei suoi battiti.
-Ti amo-
Harry sussultò. Era la prima volta che Draco glielo diceva senza mezzi
termini.
Draco allungò il braccio e prese la sua bacchetta sul comodino. Fece
alcuni gesti in rapida successione e le candele sopra il caminetto si
accesero, diffondendo, con la loro traballante luce, anche un profumo
delicato e, dall’altra stanza, giunse una bassissima melodia di violini.
Il biondo si mise di fianco, attirando di più Harry a sè e cercò le sue
labbra.
Harry rispose al bacio, ma subito si accorse di non riuscire a stare al
ritmo di Draco: gli mordeva un labbro, poi l’altro, poi lo accarezzava,
poi scappava.... Draco scivolò a mordicchiargli il mento ed, intanto, si
issava su di lui, accarezzandogli i fianchi, sbottonandogli la casacca del
pigiama.
Le sue mani lo facevano rabbrividire e gli facevano salire la febbre.
La bocca di Draco succhiava la sua pelle con voracità, ed i suoi morsi
riuscivano a trasmettere delicatezza e desiderio assieme.
Harry sentì un morso sulla spalla, poi sullo sterno, poi, delicatamente, i
suoi denti si strinsero su un capezzolo. Il respiro gli divenne più corto.
La lingua di Draco scopriva nuovi percorsi sul suo petto, ogni tanto si
fermava a baciare con reverenza la pelle salata, altre a lasciare un
piccolo morso.
-Vuoi fare l’amore con me?- Gli chiese. Aveva lo stesso tono con cui gli
aveva chiesto di diventare suo marito, il giorno delle nozze.
-Si... si, amore!-
Draco gli infilò una mano nei pantaloni, accarezzandolo e stringendolo,
mantenendo ferma la mano per farlo spasimare, poi gli abbassò i pantaloni
ed i boxer assieme, affondò il viso nel suo inguine ed Harry lo sentì
aspirare forte, cospargerlo di baci.
Harry si sentì andare a fuoco. Il suo viso doveva essere diventato viola
ed il sangue gli vorticava selvaggiamente nelle vene. In alcune più di
altre, almeno così gli pareva.
Draco baciò l’asta tesa di Harry con maggior trasporto, seguì il percorso
di una vena particolarmente grossa con la lingua e si ritrovò a lambire la
punta.
Harry sussultò, un piccolo urlo gli sfuggì dalle labbra.
Draco ripeté il movimento alcune volte, facendolo gemere sempre più forte
ed inarcare.
Scese a succhiare la pelle rugosa dei testicoli prima di racchiuderli in
mano e massaggiarli sensualmente.
-Allarga di più le gambe, Harry- Gli ordinò con voce arrochita dal
desiderio.
Harry ubbidì e Draco si posizionò meglio. Si bagnò due dita in bocca e
riprese a leccare il sesso di Harry. Forse non era comodissimo, ma non gli
importava molto purché per Harry fosse tutto perfetto.
Le prime goccioline di preorgasmo cominciavano ad occhieggiare sulla punta
di Harry e Draco le leccò con piacere, avvolgendolo poi con le labbra.
Harry gemette e si inarcò ancora e Draco ne approfittò per cercare il suo
ingresso. Con movimenti lenti e circolari cominciò a rilassarlo,
continuando l’opera di suzione che stava portando Harry vicino
all’orgasmo. Poi, un po’ alla volta, cominciò a spingere il primo dito.
Harry sentì l’intrusione della prima falange, ma non era troppo
fastidiosa, poi l’intrusione divenne più profonda e lui si lamentò appena.
Draco, allora, introdusse il secondo dito ed Harry si contorse,
lamentandosi più forte.
Draco cominciò a muovere lentamente le dita, rilassando ed allargando lo
stretto passaggio, preparandolo al suo ingresso.
Quando Harry gli parve pronto, fece scorrere la lingua su tutta la sua
asta, prima di farlo uscire di bocca.
-No- Mugulò Harry, facendolo sorridere.
Draco risalì sul suo petto e vide la sua bellissima espressione rapita.
-Vuoi ancora fare l’amore con me, Harry?-
-Si che voglio!-
Draco estrasse le dita dal suo corpo ed Harry si sentì improvvisamente
svuotato.
-Aggrappati a me amore e stringi. Il male durerà poco, te lo prometto-
Harry gli sorrise fiducioso. -Mi chiedi di fidarmi di un bugiardo-
-Si- Gli rispose Draco, baciandolo con passione ed affondando in lui con
una sola spinta.
Harry gli piantò le unghie corte sulla schiena e gridò nella sua bocca.
Draco rimase immobile per farlo abituare alla sua presenza. Gli accarezzò
i fianchi e le natiche e poi prese a muoversi piano, spingendo e
ritraendosi come un’onda sul bagnasciuga.
Presto Harry scordò il dolore ed un piacere intenso lo avvolse mano a mano
che le spinte crescevano in intensità a velocità.
Draco si impadronì della sua erezione, cominciando a masturbarlo al tempo
delle sue spinte. I muscoli contratti cominciavano a fargli male. Strinse
gli occhi un attimo, inarcandosi, e quando li riaprì quelli di Draco erano
piantati nei suoi, con la fronte imperlata di sudore ed il viso arrossato.
Harry gli venì in mano e solo allora Draco si lasciò andare, riempiendolo
di sè e di un senso di appartenenza che non aveva mai provato prima.
Draco gli cadde addosso, lo baciò teneramente e non smise nonostante il
fiato corto. Gli si avvicinò ad un orecchio, mentre con un braccio cercava
di recuperare qualcosa con cui coprire entrambi e si spostava di lato,
tenendolo stretto.
In quel momento l’orologio a pendolo in salotto batté la mezzanotte.
Era iniziato un nuovo giorno. Un giorno speciale.
Draco gli sorrise. -Buon anniversario amore mio-
Il coro dei loro ansimi coprì i violini, Harry riconobbe nel pulsare delle
sue vene il battito del cuore di Draco e, per la prima volta, seppe che
sarebbe stato per tutta la vita.
Fine!
Nuel: ^_^
Harry: >/////<
Draco:*ç*
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