I personaggi non mi appartengono sono di Stephen King e la fic contiene spoiler del 1° e del 4° libro della serie La Torre Nera. Forse chi non l'ha letta quello che ho scritto risulterà incomprensibile, come alcune parole e a volte il modo di parlare che però ho cercato di limitare ad un linguaggio quasi normale. Comunque alla fine del racconto ho trascritto un piccolo dizionario per spiegare alcune parole chiavi. E' una Cuthbert-Roland. Lunghi giorni e piacevoli notti e buona lettura!


Figli del Ka-shume

di Mia

 

Pow Cuthbert

Jericho Hill. Eccoci qui, un'altra notte prima di un'altra battaglia. Forse l’ultima?
Un’altra notte insonne intorno ad un fuoco che pare pieno di cattivi presagi. Ci scrutiamo a vicenda sperando di leggere sicurezza e ottimismo negli occhi degli altri. Ci studiamo chiedendoci chi sarà il prossimo a prendere il sentiero in fondo all'altura. Sappiamo che è solo questione di tempo prima che la morte ci prenda tutti, solo chi sarà il primo? Guardandoci ci compatiamo per quello che credevamo di diventare da bambini e che invece siamo costretti ad essere ora da adulti. Da quanto tempo andiamo avanti così? Mi viene voglia di rispondere da sempre... sarebbe una bugia. C'è stato un tempo in cui anche a noi era dato di essere felici, quando Gilead era ancora in piedi e le nostre mani non ancora macchiate di sangue alcuno. Non siamo mai stati dei normali ragazzini, per il nostro destino abbiamo sempre dovuto saltare le tappe per ogni cosa. Cort, il nostro maestro, ci ha insegnato a resistere al dolore, alla fame, al freddo, al sonno. E soprattutto ci ha insegnato a sparare, ad uccidere o essere uccisi. Ci siamo trovati neanche quindicenni già pistoleri. Non ci sono state più risate e giochi; tutte le battaglie hanno portato via il meglio dal nostro cuore… Mi volto verso di te e so di aver mentito di nuovo. No, le battaglie hanno cancellato molte cose ma non l'amore, quello mai. Nonostante la tua trasformazione da ingenuo ragazzino a spietato pistolero il tempo non ha guarito il mio cuore. Tu Roland, una volta mio migliore amico e amante, continuerai a straziarmi per sempre. Sei una maledizione.
Vedo il caro Alain salutarci e alzarsi per partire per il suo turno di guardia; ci sono nemici ovunque e spie nascoste in posti insospettabili e ringrazio dio che il tuo giro di perlustrazione sia finito senza incidenti. Quando si tratta di te tutto sembra complicarsi nel peggiore dei modi. Attiri la sventura su di te e sui tuoi compagni. Suppongo che sia un talento naturale. O forse un terribile destino avverso…
Ricordo il tempo in cui quei tuoi occhi azzurri da bombardiere non erano altro che il rispecchio della tua anima, così limpida da adombrare addirittura il meraviglioso cielo di Gilead. Essere cresciuti insieme non era il solo motivo del legame che ci univa, no, io mi sentivo predestinato a te e con te ho scoperto la vita. Fratellanza. Amicizia. Amore. Abbiamo passato tutto questo insieme come se per noi fosse del tutto naturale. Ero ignaro che mi avresti portato altre cose. Cose che avrei preferito non conoscere. Tristezza. Rabbia. Odio. Morte.
La nostra vita si è complicata il giorno della tua iniziazione, quel giorno in cui tu hai deciso di andare avanti e rincorrere lo stesso mondo che era più avanti di te, lasciando me alle tue spalle. Appena sconfitto Cort con superbia hai voluto cancellare ogni residuo della tua fanciullezza sporcandoti andando a letto con una puttana, ti sei voluto sentire grande in tutto dimenticandoti di essere ancora un ragazzo ma soprattutto volendoti dimenticare di me. Di noi. Mi hai messo da parte nel tuo cuore, come se non esistessi più, come ci sei riuscito? Contavo così poco per te? Quando sei entrato in lei non hai provato un vuoto che sapeva di tradimento? Non hai sentito una parte di te urlare di sdegno e di dolore? Possibile che solo io sono così masochista da sentirmi uno stronzo ogni qualvolta che provo a trovare conforto con qualcuno che non sia tu? Ma che te lo chiedo a fare…
Appena nominato pistolero ti sei voluto innalzare ad eroe guardandoci tutti dall’alto in basso, sbandierandoci sotto il naso quelle ridicole pistole giocattolo. E da lì sono cominciati i sacrifici: David, Susan, tua madre Gabrielle i primi di una lunga lista che forse non avrà mai tristemente fine.
Tu, figlio di un ka infausto... Sei una maledizione per chi ti sta vicino. Portatore di sciagure, non te ne accorgi neanche, peggio ci passi sopra scuotendo solo leggermente le spalle come se i tuoi sensi di colpa fossero dei granelli di sabbia poggiati pigramente sui tuoi vestiti. Ma non è così facile come vuoi far sembrare, vero Roland? Ti sento mentre dormi accanto a me. Gli incubi ti perseguitano, la Torre Nera ti reclama, il sangue delle rose del Can ka no rey ti chiama. Il sangue delle stesse vittime del tuo passaggio…
Il ka ha voluto che io fossi un tuo compagno e tu il mio Dinh, ma mai mi abbasserò a chiamarti tale. Tu non sei migliore di me. Tu non sei un vero pistolero; sei solo una perfetta macchina per uccidere. Hai ucciso la parte migliore di te. Hai ucciso me dal tuo cuore. Le parole del codice sacro dei pistoleri le sai a memoria è vero, ma lo spirito che esso contiene non ti ha sfiorato minimamente. Ripeti le parole come se fossero una lezione noiosa, non le onori. Sono destinato a servirti, figlio di Steven, futuro reggente di un paese ormai crollato, tu che come me non hai più una casa per il ka rimani comunque superiore a me. Non per questo però chinerò mai il capo davanti a te come fanno gli altri nostri compagni; io non sono loro e tu per me sei molto altro…
Amarti per me ha significato consegnarsi alla malasorte, un invito personale a farmi aprire le porte della dannazione. La vita non mi ha mai donato né riscatto né consolazione, Gan mi ha dimenticato, forse addirittura cancellato dalla sua lista. Ho sempre saputo che una volta entrato nel tuo inferno io stesso sarei diventato una tua ulteriore vittima. Ma in questa guerra non solo metto a rischio la mia vita ma anche la mia anima perché ti amo. E questo mi porta sempre più vicino al baratro della perdizione senza possibilità di ritorno. Non posso combatterti perché ti amo, mi maledico perché ti amo, cerco di raggiungerti perché ti amo, mi odio perché ti amo. Sto forse impazzendo? Ti guardo e ti disprezzo, ma quando non lo faccio ho paura che il mio cuore smetta di battere. Cos'è che provo per te, mio cavaliere oscuro? Quando ignori volontariamente la mia presenza vorrei possederti con la forza, spaccarti in due ed entrare prepotentemente nella tua anima e appropriarmi con violenza, finalmente, di quel posto che mi spetta sin dalla nostra nascita. Goderei fino all'orgasmo delle tue lacrime, delle tue urla di dolore... Oh sì queste guarirebbero senz'altro ogni ferita inflittami da te ed io sarei libero dal tuo incantesimo di morte. Ma poi quando mi ritrovo in te non faccio che scavare dolcemente cercando inutilmente quello che più bramo. Il tuo cuore. Il tuo amore. Quando poi tutto finisce la mia disperazione aumenta per aver fallito ancora. Continuo a maledirmi sempre di più ogni notte che finisco a passare con te nonostante le promesse fatte a me stesso, "questa sarà assolutamente l'ultima volta..." "Ti scopo solo perché mi diverto..." "Sei tu quello che si umilia, non io..." Sono io il primo a non credere più alle mie parole. Sono io la tua puttana non viceversa. Che bastardo… mi hai pure derubato della mia stessa credibilità. Ma a te tutto questo non importa, vero? A te basta avere il tappetino-Cuthbert sempre ai tuoi piedi, o meglio all'altezza della tua patta, per continuare ad andare avanti no?
In nome di Gan dimmi che fine ha fatto quel ragazzino che non si tirava mai indietro giurandomi con un solo sguardo amore eterno?
Mi fai schifo; mi faccio schifo, ma ancora non riesco a dire basta, a dire "cazzo mondo fermati che alla prossima scendo e tu e tutto il resto per quanto mi riguarda potete benissimo andare a cagare, grazie e prego sai..." E poi come mia ultima battuta potrei fare l'inchino del pistolero ed uscire trionfalmente di scena a testa alta e per una volta umiliare te invece che me stesso... Cuthbert torna con i piedi per terra, smettila di sognare...
Se non mi è permesso sognare allora non mi rimane che ricordare… E allora ricordo…
Ricordo con dolore la nostra definitiva rottura a Mejis. Avevamo appena 14 anni la nostra prima missione. Alain se n'era andato, stufo di sentirci. Stufo di sentire il nostro dolore grazie al suo dono empatico. Stavamo litigando, urlavamo fino ad irritarci la gola. Io ti incolpavo di non essere abbastanza prudente, ti pregavo di tornare a casa, di non immischiarci in cose più grandi di noi. E tu infuriato mi rispondevi che parlavo così solo per gelosia, che non sopportavo l'idea di vederti innamorato di Susan. Di avermi dimenticato. Non avevo il coraggio di smentirti, anch'io riconoscevo le tue parole veritiere, ma non era solo quello che si agitava dentro di me, in me soprattutto c'era la paura che tu avessi abbassato le tue difese e potessi essere un facile bersaglio. Non ho mai odiato Susan, era impossibile farlo, se l’avessi sposata io sarei stato felice per te. Tu a questo non hai mai creduto e così quella sera mi riempisti di insulti e terribili accuse. Ricordo la più terribile di tutte:
“Mi fai schifo…”
Io non riuscivo più a ragionare e per zittire quella tua bocca velenosa non ho fatto altro che baciarti, come da tempo tu non mi permettevi più di fare. Ti baciavo e speravo... speravo cosa? Che tu ricordassi quanto tutto era più semplice e bello prima che ciò avesse inizio e che ci dividesse. Con quel bacio volevo solo dirti di ritornare ad essere quelli di una volta. Io e te soli. Cuthbert e Roland. Amanti, Amici, Fratelli. Ma tu come sempre non volevi capire, avevi tirato fuori quella schifosa imitazione di una pistola che ti portavi dietro da quando avevi passato l'esame di pistolero e me la puntasti sotto la gola e... mi hai ucciso... l'hai fatto e non te ne sei neanche accorto. Avevi distrutto il mio cuore, la mente, la vita con quel gesto. Ero paralizzato, i miei occhi pieni di lacrime amare e la mente così vuota da non riuscire a spiccicare parola. Al contrario tu non ti sei certo fatto pregare, mi urlasti a denti stretti:
"Non osare farlo mai più o ti ammazzo!".
L'uso della parola mi tornò improvvisamente e con voce colma di pietà ti sussurrai:
"Sai i ragazzini non dovrebbero giocare a fare gli uomini quando non ne sono capaci, soprattutto quando neanche un mese prima lo stesso ragazzino andava ricercando conforto e affetto tra le braccia della persona che ha appena osato minacciare".
Tu come mi aspettavo mi hai risposto con aria disgustata:
"Io ora sono un vero pistolero, sei tu quello che è ancora un ragazzino, hai ragione i ragazzini dovrebbero tornarsene a casa..."
Non ho potuto fare altro che una risata sarcastica e andarmene con le lacrime che mi bagnavano il volto.
Così è finito tutto, o almeno per il mio bene sarebbe dovuto finire. Ma come sempre ti sono rimasto accanto, Dopo la morte di Susan e di tua madre distrutto dal dolore sei tornato da me. O meglio il tuo corpo è tornato e ancora adesso tu continui a ricercare conforto ed affetto, ma non è più la stessa cosa, lo sappiamo entrambi; chi possiedo ora non è più il Roland che ancora amo. Nonostante questo non posso fare a meno di questa tua pallida imitazione. E mi maledico...
So quello che mi aspetta e leggo la stessa certezza negli occhi di Alain, lui che ha il dono del tocco lo sa meglio di me. Anche lui segnato dalla tua maledetta forza attrattiva, non può fare altro che aspettare il sacrificio imposto dal suo amore. Moriremo prima di te e lo faremo solo perché dopo aver schivato le pallottole dovremo proteggere anche te. Un proiettile destinato a te ci trafiggerà il corpo solo perché il ka vuole così. Ci hanno insegnato che il ka è una ruota che gira, ed ora ho capito come non mai il vero significato di questa premessa. La stessa vita è il ka e, come esso, è un cerchio dove vita e morte si rincorrono in una corsa infinita. Sono nato con un destino già scritto, per quello un giorno morirò e poi mi reincarnerò fino a quando non avrò smesso di servirti. Questa è la maledizione di chi ti sta vicino e ha avuto la malasorte di innamorarsi di te… ma Roland quale mai potrà essere la tua per ripagare tutto il male che ci hai fatto? Il mondo continuerà ad andare avanti e tu per quanto ancora riuscirai a stargli dietro? Spero solo che nel mio prossimo corpo riuscirò finalmente ad odiarti... ma sono sicuro che il ka pretenda che io ti ami per sempre ed io a questo non potrò oppormi... Dimmi Roland cos'è che ci attrae in te? Cos'è che ha spinto questi uomini a seguirti andando incontro alla loro stessa distruzione? Già bambino avevi quegli occhi che non davano via d'uscita a noi comuni mortali, in quei profondi pozzi c'era già scritto il tuo destino di pistolero di capo assoluto. Riuscivano ad incatenare a te le persone con quella febbre che ti bruciava dentro. Esprimevi così tanta forza da poter sottomettere qualsiasi altra volontà. Ma ora cos'è rimasto in te di tutto questo? Guarda come ti sei ridotto: quella forza che io stesso invidiavo ed agognavo, e che cercavo di strapparti ogni volta che facevamo l'amore, si è trasformata in perfida follia; hai poco più di 20 anni ma il tuo viso stanco con quelle profonde rughe sembra svelare una vecchiaia ingiusta; sei un uomo distrutto, amareggiato, spietato quasi più con i tuoi amici che con i tuoi nemici; il tuo fisico una volta perfetto, così atrocemente bello, liscio e morbido da accarezzare, ora si perde tra quegli stracci che non oso chiamare vestiti. Cos'è che attira ancora in te, dunque? Forse quegli stessi occhi che continuano nonostante tutto a bruciare non più di passione ma di pura ossessione per un sogno impossibile? E' quindi la tua follia ad ammaliarci? O anche noi stessi inconsapevolmente siamo divenuti preda del sogno incantatore della Torre? Dunque siamo stati tutti contagiati dalla tua pazzia? Non lo so ma per
noi non c'è salvezza e nessuna via d'uscita, il lago di sangue già sparso è destinato a diventare un oceano con il contributo del nostro stesso sangue. Ma sicuramente il tuo non ci sarà, così come io sono destinato ad amarti tu sei destinato a consacrarti al tuo sogno, e niente e nessuno riuscirà a fermarti. Ti amo Roland, amo questa tua fermezza verso il tuo destino, ma non è con del sangue innocente versato che si può costruire la propria felicità. Ti amo e non ne posso fare a meno, riesci a sentirlo? Riesco a trasmetterti le sensazioni complesse che tu riesci a provocarmi? Guardarti mi fa male, mi trafigge, ma nonostante questo il mio sguardo continua la ricerca perenne della tua presenza, in una ricerca eterna di qualcosa che possa riempire il vuoto che mi attanaglia il cuore... I miei occhi si rivolgono a te sempre in una muta preghiera. Fammi entrare nei tuoi pensieri, nelle tue paure, nei tuoi dubbi. Ricongiungiti a me ridiventiamo una persona sola, non è mai troppo tardi per tornare ad amarci. Davvero non può più esserci speranza per quei due ragazzini che si giuravano di non lasciarsi mai in un vecchio e buio sgabuzzino, dove l'amore e la paura di essere scoperti da Cort alimentavano i corpi nudi come il più potente degli afrodisiaci?
Come se tu mi stessi leggendo il pensiero, ecco che ti vedo alzare e venire verso di me. So di cosa hai bisogno, come sempre non saranno le mie richieste ad essere esaudite. Senza parlare, quindi, ti precedo in una radura isolata e ti aspetto. Aspetto il parassita che sei diventato, aspetto che tu venga a prendere la mia essenza senza darmi nulla in cambio, se non il tuo vuoto corpo. Sono anni che mentre ti posseggo, piango in silenzio. Lacrime per il mio amore perduto; lacrime per il mio Ka infausto…
Me maledetto ancora… Ma ti abbraccio, ti bacio, ti spoglio e sento di nuovo quella stupida speranza risorgere in me. Ecco che mi presento per quello che sono: Cuthbert, il buffone di Roland. La furia prende il sopravvento come sempre accade e tutto diventa più violento i baci si trasformano in morsi, le carezze in strattoni, la calma nello spogliarti si trasforma in gesti esasperati e urgenti… finchè non ti sento tremare e abbracciarmi. E allora tutto cambia di nuovo e non riesco più a provare rancore ma mi rimane solo la voglia di amarti il più lentamente e dolcemente possibile immergendomi di nuovo nel mio sogno ad occhi aperti. Ti immagino implorarmi di amarti, di urlarmi di amarmi, di gemere il mio nome in preda al piacere. Ma quello che ottengo da te è sempre la solita sterile reazione. Ti appoggio dolcemente sul fresco manto d’erba e tu non fai altro che un sospiro profondo. Ti bacio con tutta la passione che mi scateni e tu rimani immobile. Mi struscio su di te e l’unica reazione che ho è quella del tuo corpo e nulla più. Ti preparo ad accogliermi e tu non fai altro che strizzare gli occhi. Ti possiedo lentamente, no per non farti male i pistoleri sono assuefatti a qualsiasi tipo di dolore ma solo per prolungare questa mia tortura e ciò che ottengo da te sono dei gemiti non udibili ad un orecchio umano ed una leggera pressione delle tue braccia alla mia vita. Mi sembra di stare scopando una fottuta bambola di pezza non un essere umano. Parole forti ma la verità è quasi sempre crudele perché ti fa aprire gli occhi su qualcosa che non vorresti mai vedere. A volte, come stasera, sento la furia rimontare in me e allora ricomincio con la mia inutile violenza, stringerti i polsi fino a farti venire un livido, morsicarti a sangue, stringerti il cazzo fino a farti quasi mugolare di dolore e poi spingere e spingere come se ne andasse della mia vita sfondare quello che si trova dentro il tuo antro caldo. Ma niente, da te ancora niente. E allora mi chiedo a cosa serve tutto questo? Non è meglio ritornare nella mia illusione e immaginarsi di fare l’amore e non dello squallido sesso da bordello? Che differenza c’è tra questo e la scopata che mi sono fatto con quella tipa nell’ultimo locale che abbiamo incontrato sulla nostra strada? La Differenza per eccellenza è una sola: io quest’uomo lo amo… E quindi come ogni notte mi trasformo in un pazzo schizofrenico passando dalla dolcezza alla violenza per poi ritornare alla dolcezza per poi scoppiare in un pianto silenzioso nel momento dell’orgasmo. Un pianto di frustrazione, di esasperazione, di addio ad un’altra piccola parte di me ma anche di liberazione perché quando ti vedo venire rivedo il viso rilassato e dolce del Roland che fu, questione di attimi ma sufficienti a farmi tirare avanti per un nuovo giorno di umiliazioni. Rimango dentro di te ancora un po’, anche senza essere eccitato continuo ad avere voglia di te, perché so di non averti avuto affatto; strofino il mio viso sul tuo petto cercando di ubriacarmi del tuo odore, di diventare tutt’uno con te. Questo il mio unico grande desiderio. Che vada a farsi fottere la Torre, i Vettori e tutto ciò che ne concerne io voglio solo te. Così esco da te e comincio a scendere col viso verso il tuo inguine, voglio mangiarti, voglio bere quello che io considero il mio personale miele degli dei e voglio quell’unica reazione che so che otterrò dopo averti ingoiato tutto, la tua unica debolezza, baciarmi per sentire il tuo sapore mischiato al mio fino a quando la mancanza d’aria ce lo permette. E con questo, io idiota, sento di poterti perdonare ogni cosa ed andare avanti per l’eternità. Mi stendo di nuovo sul tuo corpo, dalle tue labbra non è ancora uscita una parola ma il silenzio fa più male di qualsiasi frase velenosa per noi. Questa notte mi sento diverso, non riesco a staccarmi da te quando invece altre volte non vedevo l’ora di farlo e fuggire il più lontano possibile a leccarmi le ferite. Anche tu sembri più docile del previsto non mostri impazienza non scalci cercando di levarmi di dosso. Ti guardo negli occhi cercando di decifrare il tuo comportamento e quello che ci leggo mi lascia senza parole. Hai buttato giù la tua maschera e dopo anni di isolamento mi mostri di nuovo ciò che provi. Paura. Insicurezza. Tristezza. Quasi come una richiesta d’aiuto o un urlo soffocato. Anch’io provo le tue stesse emozioni e quindi non posso fare altro che abbracciarti e sperare di trasmetterti tutto quello che di buono provo per te. Sappiamo entrambi che domani la morte prenderà molte vite, sentiamo nell’aria il Ka-shume reclamare il sangue del nostro ka-tet e nel suo sussurro chiaramente distinguibile è udibile il mio nome. Non sono mai stato paranoico, spero di esserlo questa volta. Ma il tuo sguardo non lascia vie di fuga anche tu lo hai sentito per questo mi lasci intravedere quel tuo io che pensavo ormai morto, è come l’ultimo regalo di un condannato a morte. Il più bello ma anche il più triste. E allora cedo: mostro apertamente tutto il mio desiderio represso in questi anni, l’amore che provo senza più paura di essere rifiutato di nuovo, e comincio veramente a fare l’amore con te, non dell’inutile sesso ed è bellissimo sentire finalmente la tua voce, le tue labbra, le tue mani, il tuo corpo ma soprattutto la tua mente toccare di nuovo il mio corpo. Sensazioni mai dimenticate tornano in superficie che mi accompagnano nel più dolce e violento degli orgasmi mai avuto. Se sapevo che bastava così poco per riottenere tutto ciò sarei stato pronto a morire ogni giorno e per di più anche in atroci sofferenze se questo non fosse bastato… Mi accoccolo di nuovo sul tuo corpo caldo addormentandomi quasi al tocco delle tue carezze sulla mia schiena ma la tua voce mi riporta alla realtà. E mi chiedo, c’è mai stata una realtà migliore di questa?
-Cuth sei sveglio?-
-Aye-
-…Promettimi una cosa-
-Cosa?- Insomma ci sono promesse che si possono mantenere e altre che proprio non sono possibili tu lo dovresti ben sapere amico mio.
-Domani… prometti… che domani rimarrai nella retroguardia e che non cercherai di fare l’eroe-
Eccone l’esempio lampante infatti…
-Che intendi con fare l’eroe? Forse fare qualcosa di stupido come rischiare la vita per salvare quella di uno stronzo insensibile come te?-
Strofino la mia guancia sulla tua per lenire la durezza delle mie parole.
-Hmmm… qualcosa del genere ma senza la parte dello stronzo insensibile ovviamente-
-Sei sempre stato troppo narcisista Roland, non sarei mai così idiota da rischiare di non arrivare a vedere la Torre per salvare te. La Torre prima di tutto…-
-Lo pensi davvero?-
-Non sei stato forse tu ad insegnarmelo? Sacrificare il sacrificabile pur di raggiungere lo scopo? Credimi l’ho capito molto bene-
-Sì, ma come hai detto tu io sono uno stronzo insensibile e ci credo davvero in quello che ho detto; al sogno della Torre ho sacrificato già molte persone a me care e domani sacrificherò i miei ultimi uomini… Farò questo in nome di qualcosa che forse neanche esiste, io sono così ma tutti e due sappiamo bene che non lo sei tu…-
-Forse negli ultimi anni sono cambiato, forse sono dovuto cambiare-
-Vorrei crederci per il tuo bene, ma so con certezza che se fossi stato tu il Dinh e non io, io e te ora ci ritroveremmo in una delle case ancora rimaste in piedi di Gilead a goderci un’improbabile vita da luna di miele eterna fregandocene della fine del mondo e pensando solo alla nostra tranquillità. La Torre Nera per te non è mai stata la priorità della tua vita ammettilo-
-Beh certo le mie priorità sono altre e forse non ne ho fatto dell’ossessione come ne hai fatto tu, ma se parli così mi offendi, sono sempre un pistolero e non potrei mai starmene a guardare e godere della mia felicità quando il resto del mondo sta marcendo. Ma ci sono diversi modi per raggiungere lo stesso scopo-
-Peccato sai, saresti il migliore pistolero al mondo se non fossi così preoccupato ad amare una singola persona e a sacrificarle ogni cosa. Forse anche migliore di me-
Sentire le tue braccia che mi stringono di più, non bastano a scoprirmi anche se sono una bella tentazione…-
-Quanta vanità caro mio, primo, io sono già migliore di te, persino Alain lo è, insomma non è che ci vuole poi così tanto ad esserlo-
-Tsk! illuso-
-Secondo, potrei avere decine di ragazze o ragazzi, come preferisci tu, in ogni villaggio passato da quando abbiamo iniziato la nostra ricerca che aspettano impazienti il mio ritorno senza che tu ne abbia la minima idea…-
-Oh non lo metto in dubbio che tu le potresti avere, ma non le hai… So che ti sei spesso divertito con le persone del luogo ma niente di più. Niente che ti è costato un minimo di rimpianto o qualche parola di affetto comunque. E non dubito neanche che ti aspettino impazienti ma, purtroppo per loro, invano-
- Sei troppo sicuro di te Roland -
- Sei tu che mi ci fai sentire e questo mi rende debole e poco previdente -
- Tutto questo solo perché mi piace scoparti?! -
- Se preferisci definire quello che c’è tra noi così, libero di farlo. Ma so che non avresti sopportato tutto quello che ti ho fatto passare e che ancora ti farò passare per una semplice scopata, come dici tu non avresti di certo nessun problema a trovarti donne o uomini per passare il tempo…-
- Forse tu sei il più carino di tutti dolcezza –
- Scemo, puoi credere quello che vuoi ma io non mi ritrovo ogni notte in questa posizione solo perché sei bravo a scopare o perché ho un desiderio irrefrenabile di sesso-
- Ah non è perché sono il più bravo in materia che ti ritrovi sotto di me allora? E non è neanche perché sei un ninfomane… lo so perché ti concedi solo a me… e allora perché?-
- Mi credi davvero così scemo da dirtelo o dall’ammetterlo anche lontanamente?-
- Beh non è che sei mai stato una cima quindi provarci non costa nulla –
- Lasciamo stare altrimenti finisce che mi tocca spararti per non dover sentire più le tue stronzate. Allora?-
- Allora cosa?-
- Lo prometti?-
- Roland… dopo tutto il bel discorso che hai fatto credi di avere ancora bisogno di una risposta?-
- Sono un uomo pratico lo sai le stronzate teoriche non le comprendo. Lo farai o no?-
- Ti dirò io cosa farò domani: mi alzerò, ringrazierò Gan per avermi fatto vedere una nuova alba, ti guarderò dormire, e lo ringrazierò nuovamente per avermi dato un’ultima possibilità con te e poi come ogni mattina pulirò le mie pistole lucidandole fino ad accecare i nostri nemici con il loro riflesso e poi credo che ti sveglierò nel modo in cui sogno di svegliarti da almeno sei anni, ovvero da quando non mi è stato più permesso. Ti bacerò dalla fronte al collo e poi finalmente le labbra e sai, credo che continuerò a farlo anche se tu mi dovessi morsicare o prendermi a pugni per farmi smettere, diavolo sono sicuro che continuerò anche con tutti i nostri amici che mi fissano a bocca aperta! E sai perché lo farò? Perché domani è il mio ultimo giorno e non ci sarà più spazio per le stronzate, domani ogni cosa che vorrò l’avrò. Morirò per il tuo sogno, forse è giusto così, sicuramente mi sembra più maledettamente giusto ora che un’ora fa perché finalmente sono riuscito di nuovo a fare l’amore con te e la morte mi pare un prezzo abbastanza equo da pagare per aver avuto un’occasione del genere…-
- Non farlo, non sono sicuro di riuscire a sacrificare anche te. Sarebbe semplicemente troppo da sopportare e mi perderei nella mia follia.-
- Ma Roland ancora non te ne sei reso conto? Tu sei già perso! Sei già condannato amico mio! E non sono io quello che potrà salvarti, l’unica cosa che ti rimane è trovare la Torre e ripristinare l’ordine delle cose. Questo è quello che devi fare, l’unica cosa che darà senso alla tua vita -
- Ma ne vale davvero la pena? Dico, vale la pena rimanere solo per andare incontro al mio destino?
- Ormai la tua vita non ti appartiene più Roland, non hai possibilità di scelta il ka ha deciso che arriverai alla Torre e lì si compirà il tuo destino e tu così farai-
- E poi? Che farò? Sarò l’ultimo di una stirpe che sarà totalmente inutile una volta ripristinati i Vettori! Sai cosa farò allora? Prenderò la mia bella pistola d’argento e me la punterò alla gola e farò fuoco. Così mi ricongiungerò a tutte le anime che ho sacrificato e chiederò perdono ad ognuna di loro. Ritroverò i miei genitori, i miei amici, Susan e se non ti convincerai a rimanere indietro domani troverò anche te e forse finalmente riuscirò a trovare pace e dare riposo alla mia follia.-
- E nella morte come sarà? Com’è stato nella realtà? Sceglierai nuovamente Susan a me? Dimmelo perché se sarà così vedrò di non farmi trovare, non ti permetterò di rovinarmi anche il riposo eterno Roland-.
- Tu credi davvero che io abbia fatto una scelta tra te e lei?-
- Beh mi pare ovvio sono stato scaricato no?-
- Non sei mai stato scaricato Cuth, sapevo che saresti rimasto comunque al mio fianco, se non come amante come fratello e amico, per Susan era diverso non sarebbe stata disposta a starmi vicino se non avesse avuto tutto. Ed io avevo un disperato bisogno di tutti e due.
- Tu non hai mai avuto bisogno di nessuno Roland, la dimostrazione è quello che ho sofferto io standoti vicino-
- Non puoi dirlo sul serio, tu devi sapere ciò che realmente provo, devi sapere quello che mi porto dentro e che nascondo, ti ho già detto che mi fai sentire sicuro e che questo mi rende debole e poco previdente. Già una volta sono stato debole e Susan è morta e già una volta sono stato poco previdente e per un atroce errore ho ucciso mia madre. Non mi posso permettere di dimostrare la mia debolezza, non avrei potuto farlo prima e di certo non ora che sono il Dinh di questo ka-tet.-
- Roland tu ti ostini a voler essere una macchina da guerra, possibile che ancora non comprendi che un pistolero prima di tutto è un uomo?! E poi pretendi che la gente ti capisca! E’ vero forse io nel cuore so quello che tu provi ma pensi che possa bastarmi dopo tutto quello che ho passato? Cazzo mi hai usato in tutti i modi possibili ed immaginabili-.
- Aspetta Cuth non te ne andare.-
- Cos’è un ordine o una richiesta?-
- E’ una richiesta ma se decidi di andartene lo stesso diventa un ordine-
- Ovvio, che mi potevo aspettare da te-
- Cuthbert Allgood mi consideri tuo Dinh?-
- Lo sai-
- Rispondi, io prego-
- Sì-
- Mi rispetti come tuo Dinh?-
- Sì, ma dove vuoi andare a parare? il giuramento te l’ho fatto il giorno della tua nomina, lo sai che ti sarò sempre fedele-
- Mi ami come tuo Dinh?-
-…-
- Mi ami come tuo Dinh Cuthbert Allgood?
-…-
- Mi ami…-
- Smettila, finiscila! No! Non ti amo come mio Dinh! Ti amo come Roland Deschain contento?!-
- Tu non mi hai mai considerato il tuo capo vero Cuth?-
- Vuoi la verità? Ti consideravo mio Dinh di più quando giocavamo a dodici anni che adesso e non perché ti scopo ma per quello che provo. Mi è impossibile amarti e allo stesso tempo considerarti il Dinh capisci?-
- Aye, quindi se ora io ti ordinassi da Dinh di menomarti una delle tue mani mi obbediresti?-
- Per quale ragione mi staresti ordinando un tale sacrificio? Sono un pistolero senza le mie mani non valgo nulla.-
- Le sai le regole, non si chiedono spiegazioni al proprio Dinh, allora lo faresti?-
- Mai-
- E se te lo chiedesse Roland Deschain figlio di Steven?-
- Darei la mano sinistra e anche quella destra per te, diventando così un essere totalmente inutile, contento?-
- Bene se è così che dici allora rimarrai nella retroguardia, perché ora te lo sta chiedendo Roland Deschain non il tuo Dinh.-
- No-
- No? Sacrificheresti le tue mani ma non intendi ascoltarmi ora?-
- Hai detto il vero, ti facevo meno sveglio.-
- Perché?-
- Lascia che ti faccia io una domanda ora: perché quando hai preso il posto di tuo padre hai dato a me il Corno dell’Eld, il sigul per eccellenza della stirpe dei pistoleri? Il Corno dell’Eld spetta di diritto al nuovo reggente di Gilead ma tu hai preferito darlo a me!
-Che centra ora?-
- Centra perché quello è stato il momento in cui mi sono sentito più fiero di me stesso in tutta la mia vita. Centra perché quel gesto voleva dire che mi volevi sempre e comunque al tuo fianco e avendo la responsabilità di suonare il Corno durante ogni battaglia non ho neanche avuto bisogno di chiedertelo per saperlo. E centra perché amo molto di più il Roland di allora di quello che sei ora e non farò niente per tradirlo. E centra perché nonostante tutto voglio stare al tuo affianco e pararti il culo il più possibile.-
- Quindi hai deciso di farti ammazzare.-
- Beh non è che mi sono messo a tavolino con la morte e abbia preso accordi con lei!-
- Non scherzare, quindi che farai ti butterai davanti a me ad ogni proiettile che mi si avvicina a due metri di distanza?!-
- Veramente l’intenzione era quella di buttarmi ad ogni proiettile che ti si avvicina a cento metri di distanza come minimo-
- Smettila!-
- Di fare cosa? Di dirti ti amo in tutti i modi possibile tranne quello più semplice perché ti disturberebbe troppo? Non posso-.
- Con la lingua sei sempre il più veloce ma quando si tratta di fatti perdi credibilità.-
- Sarà come dici, forse sono solo il solito buffone che dice parole più grandi di lui, ma mi dispiacerebbe molto morire vedendo che hai ancora dei dubbi su quello che provo per te. Renderesti tutta la mia vita una grandissima nullità-
Basta parlare, basta sputarsi veleno addosso se sono i fatti che vuoi fatti avrai… E l’unico fatto inconfutabile è che voglio di nuovo fare l’amore con te, forse per l’ultima volta forse la più bella… Perdo finalmente coscienza di me appena riappoggio il mio corpo stanco su di te e tu senza porre alcuna resistenza mi segui nell’estasi dei nostri corpi uniti. Stavolta niente violenza se non quella violenta passione sprigionata da due anime che dopo tanto cercarsi si sono ritrovate. E l’urgenza non fa altro che aumentarla e aumentarla fino a quando non mi permetti un accesso totale al tuo corpo allacciandomi le gambe alla schiena impalandoti praticamente da solo a me. Urlo di piacere un urlo primitivo che mi esce senza poter fare niente per trattenerlo. E tu me lo strappi baciandomi fino a non avere più fiato per fare altro che ansimare. Forse la mia perdita di controllo potrebbe costarci cara, qualcuno che non avrebbe dovuto potrebbe averci sentito ma niente è più importante di questo, per quanto mi riguarda potrebbero uccidermi anche adesso nudo come un bambino e infilato nel corpo del mio amante, c’è forse un modo migliore di morire? Gan fai che mi sparino adesso invece di domani! Ora che sono avvolto nel corpo che mi appartiene da sempre in preda ad un orgasmo quasi doloroso per quanto intenso… E’ tale lo shock che mi si annebbia la vista e tutto quello che vedo è un’improbabile luce bianca che mi riempie la visuale per attimi che sembrano secoli. E in quegli attimi, in quei secoli, sento un rumore tra i cespugli, dei passi accorti che si avvicinano e ceco dall’orgasmo appena avuto mi affido al solo senso dell’udito e con una velocità che solo tu riesci a superare afferro la pistola e sparo. I nostri spari si confondono nell’aria ma quello che sentiamo è l’inconfondibile rumore di un corpo caduto a terra. La preda è stata abbattuta. Sciogliamo i nostri corpi ancora incredibilmente allacciati tra di loro. Mi strofino gli occhi per cercare di recuperare la vista quando li riapro vedo che stai facendo lo stesso e ti sorrido. Borbotti qualcosa di incomprensibile, magari qualche ingiuria nei miei confronti per averci fatto scoprire dal nemico. Ma poi ti metto una mano sulle spalle e insieme ci dirigiamo verso la nostra sfortunata vittima… E lì lo vediamo, lo sentiamo rantolare disteso sull’erba dove il rosso è troppo dominante per potersi trattare di una ferita guaribile. Naturale siamo pistoleri e noi spariamo sempre per uccidere mai per ferire. Rimaniamo agghiacciati consapevoli di aver fatto qualcosa di terribile mentre lui ci guarda sereno senza nessuna ombra di rancore nei nostri confronti, come se fosse questo il suo modo giusto di morire. Di morire per mano dei suoi due migliori amici. Alain ha anche la forza di sorridere prima di sussurrare:
-Roland stanno arrivando…-
E muore tra le mie braccia che ancora mezzo nudo comincio a sentire freddo domandandomi distrattamente da chissà quanto tempo ha cominciato a piovere…
Il Ka-shume ha iniziato a prenderci e finalmente ho paura di morire.
Mi volgo verso di te e ti vedo totalmente paralizzato da ciò che abbiamo fatto, sembra come se il tuo spirito avesse abbandonato il tuo corpo come quando hai scoperto che Susan era morta. Appoggio delicatamente Alain al suolo e mi avvicino, ti abbraccio, ti accarezzo i capelli e dolcemente senza fretta ti sussurro le ultime parole di Alain:
- Roland stanno arrivando…-
Annuisci e nei tuoi occhi comincia a scintillare la follia che cattura tutti i pistoleri all’inizio di una battaglia all’ultimo sangue…
Che la battaglia di Jericho Hill abbia inizio, che i vivi sotterrino e piangano i morti alla fine di questa lunga e sanguinosa giornata. Di certo è che nella tomba condurrò più nemici possibile fin quando non mi rimarrà che una goccia di sangue in corpo. E allora non mi rimarrà altro che dirti addio con ancora il Corno dell’Eld in una mano e nell’altra la mia pistola... Tutto questo sarà un altro modo per dirti semplicemente ti amo…


Fine (o forse no^^)



Ka: Il destino a cui un uomo non può opporsi.
Ka-tet: Gruppo di persone legate dallo stesso destino.
Dinh: Capo del Ka-tet.
Gan: Dio.
Il Corno dell’Eld: è il Corno che suonava Arthur Eld, il capostipite dei pistoleri, prima di ogni battaglia.
Ka-shume: un vento di morte che si insinua nel Ka-tet e che promette una o più morti dei componenti del gruppo.
Torre Nera: E’ il centro dell’universo da cui partono come raggi del sole i Vettori che sostengono il mondo reale e tutti i mondi paralleli. Nel tempo di Roland i Vettori si stanno infrangendo e la Torre sta per crollare rendendo il suo quando un mondo a metà tra quello di Ken Shiro e i western di Sergio Leone.
Can ka no rey: E’ il giardino di rose rosso sangue che circonda la Torre come a protezione di essa.
Sai: è un rafforzativo per esprimere profondo rispetto verso la persona a cui si sta parlando.