Questa è una piccola fic che intramezza quelle lunghe. Alcune “avvertenze”: naturalmente la festa di Halloween non credo che sia molto conosciuta in Giappone, però, considerando la predilezione di Rukawa per gli U.S.A. ho pensato fosse plausibile che la conoscesse e ne parlasse con Hanamichi…..ovviamente i personaggi non sono miei, ma del grande Inoue

 


Festa di Halloween

di Calipso



Da quando Kaede ed io stiamo insieme, ho imparato tante cose sugli usi e costumi del popolo americano, statunitense, ovviamente… per esempio so che oggi, 31 Ottobre, si festeggia la festa di Halloween. Se non ho capito male, cosa tra l’altro che mi succede spesso e volentieri, stasera negli Usa migliaia di bambini mascherati da film dell’orrore si aggirano per le strade e bussano alle porte esclamando “scherzetto o dolcetto” e ricevendo una montagna di dolci. Comincia a piacere anche a me quella nazione, sarei dovuto nascere lì, mi sarei divertito parecchio! Comunque, anche in questa parte di mondo si sta abbastanza bene e poi qui c’è Kaede, il mio angelo… e proprio per lui sono già fuori di casa a quest’ora della mattina, invece di rimanere a letto con lui, tra le sue braccia: mi piace così tanto godermi il tepore delle coperte vicino a lui! L’ho lasciato profondamente addormentato, quando sono uscito, non so se ha sentito il mio mormorio con cui gli spiegavo che avevo una commissione da sbrigare, ossia trovare delle zucche… sì, due belle zucche!! A lui non l’ho detto, ovviamente, voglio che sia una sorpresa! Stasera il mio Kaede avrà una piccola festa di Halloween con pochi invitati, io, lui e le zucche decorate…… ne ho trovate due bellissime e adatte allo scopo di essere intagliate, le tengo in una voluminosa busta e sto tornando a casa, dal mio tesoro che, ci metto la mano sul fuoco, è ancora a letto! Entro di soppiatto in quella che è la nostra stanza da molto tempo, suo padre non c’è mai e mia madre è semplicemente la madre del tensai: ha capito cosa c’è tra noi alla prima occhiata e non obietta quando mi trasferisco per un po’ di giorni dalla kitsune. Infatti… eccolo lì il mio amore: abbracciato al cuscino e un’espressione meravigliosa sul viso! Sicuramente sta sognando di essere eletto miglior giocatore planetario di basket… come se Kaede giocasse per la fama! No, lui  lo fa perché è innamorato di quello sport che gli ha riempito la vita sin da bambino, lui si diverte a giocare e basta guardarlo quando salta per andare a canestro! Mi chino sul suo viso stupendo e gli bacio una guancia, Kaede apre gli occhi.

“Dov’eri do’aho? Mi sono svegliato e non ti ho trovato!”

“Sono dovuto uscire e te l’ho anche detto, ma tu non mi hai capito, evidentemente…”

“Hn.”

Mi afferra per un braccio e mi si tira contro.

“Hai le mani ghiacciate, do’aho…”

Il mio volpino sa essere premuroso quando vuole, mi scalda le mani tra le sue e io sento un calore meraviglioso espandersi dentro di me: lo amo da impazzire!!

“Torna a letto, oggi è domenica……”

Questo vorrebbe sottintendere il dormire, ma io non ho bisogno di ulteriore sonno, ho bisogno di lui! Mi sdraio accanto a lui, le mie mani che si insinuano nel suo pigiama. Kaede inizialmente sbuffa, ma le mie carezze risultano coinvolgenti, perché dopo un po’ rotola sopra di me e mi bacia. Questo sì che è un buongiorno!!

 

Hanamichi ha insistito per andare a preparare lui la colazione, mentre io mi faccio la doccia e mi vesto. Il do’aho nasconde qualcosa, è evidente!! È uscito presto per non meglio precisate commissioni e quest’ansia di scendere in cucina prima di me è ulteriormente sospetta. Mah, ora lo scoprirò… il tavolo della cucina è apparecchiato e Hana è riuscito a non carbonizzare i toast come suo solito, ora è intento a preparare della spremuta d’arancia… quelle che sono?! Zucche?! Che dovrà farci?

“Ah, sei qui….avanti siediti, è pronto!”

“Hana, cosa hai combinato?” dovrà farsi perdonare qualcosa…

“Perché?”

“Sei un po’ troppo gentile…”

“Io lo sono sempre!” mi rimbrotta

“Tu non mi prepari quasi mai la colazione e soprattutto non quello che mangio io di solito!”

“Kitsune hai mai sentito parlare di quanto l’amore migliori le persone? L’ho fatto per te!”

“E va bene, quelle cosa sono?” indico le due zucche piazzate in bella mostra sul tavolo.

“Zucche….”

Quando fa il finto tonto gli tirerei un pugno sul naso!Io già non ho voglia di parlare…

“Per farne?”

“Stanotte è Halloween!” esclama lui entusiasta, ma io continuo a non capire, lo guardo in tralice.

“Tu mi hai parlato di quanto succede negli Usa e io volevo seguire la tradizione di intagliare questi cosi…”

“Per farne che?”

“Kaede, collabora! Io e te ci divertiremo a svuotarle e decorarle, ne faremo delle lampade e stasera avremo la nostra festa!!”

Festa?! Che intenzioni ha il do’aho? Io non voglio gente tra i piedi! La mia espressione deve rivelare appieno i miei pensieri, perché lui ridacchia divertito!

“Non fare quella faccia, kitsune! Non ci sarà nessun altro a parte noi due!”

Hn, bravo, do’aho!

“Allora, quando hai finito di mangiare… mangiare, tu sbocconcelli, ma insomma… dobbiamo lavorare alle nostre zucche!” esclama lui tutto contento.

Uhm, non ne ho molta voglia… il do’aho, però sembra così entusiasta di fare questa cosa insieme… vabbè, accontentiamolo.

“Hn.”

 

È più di un’ora che cerco di dare una qualche forma a questa stupida cosa! E dire che ho anche letto una rivista in cui spiegava come fare: svuotate la zucca…….e l’ho fatto, tracciare il contorno degli occhi… bè, due buchi andranno bene, no? La bocca sembra…… boh, non lo so nemmeno io! Ahhhhhh…… perché non è come la figura che ho visto?! Sigh!

Guardo il volpino, mio amore, dall’altro lato del tavolo: anche lui è impegnato nel dare una faccia a quello stupidissimo, antipatico ortaggio! Chissà come è venuta la sua…..

“Kitsune?”

“Hn?”

“Mi fai vedere la tua zucca?”

“No!”

“Ma perché?” piagnucolo io.

“Non ho ancora finito!”

“Vabbè, ma com’è?”

“Un naso, due occhi, una bocca….”

Quando fa così, non lo sopporto! Si diverte un mondo a prendersi gioco di me!

“Kitsune, prima che quella cosa diventi il tuo copricapo, ti consiglio di voltarla!”

Kaede posa il suo coltellino sul tavolo e volta la zucca verso di me……oddio, è quasi peggio della mia!

“E quell’orrore cosa sarebbe? Sembra…..non riesco a trovare un paragone….”

“Te stesso! L’ho fatta pensando a te, guardala meglio non ti somiglia?”

Ok, adesso lo uccido!

“IO?! QUEST’ORRIDA COSA BUTTERATA, SAREI IO?!” sono decisamente arrabbiato!

“Già, il tuo fedele ritratto!”

“KITSUNEEEEE, IO TI…” un momento, per una volta voglio usare le sue medesime armi…

“Ma se quell’obbrobrio sono io, significa che tu hai il gusto dell’orrido, amore mio! Stai con un ragazzo decisamente bruttino….”

“Lo so, ma che vuoi farci sono buono d’animo!”

Eh no, adesso esagera! Allungo un braccio, afferrandolo per il collo del pigiama e strattonandolo, un pugno minacciosamente davanti il suo naso.

“Kitsune, tu mi stai provocando, non ti conviene!”

Kaede inclina la testa da un lato, con falsa aria innocente.

“Ma, Hana, non avrai creduto che stessi con te per la tua bellezza! Io apprezzo soprattutto le tue doti interiori!”

Uhm, la piega del discorso non è un granchè!

“E cioè?” gli ringhio contro.

“Sei un irrecuperabile do’aho….”

“KITSUNEEEEE….” 

“…..perchè non capisci mai quando scherzo!”

Eh?! Quando mai lui scherza?! Quasi mai, infatti non capisco quando lo fa!

“Posso vedere la tua opera?”

Lo lascio andare e torno a sedermi, voltando la mia zucca verso di lui. Kaede appoggia il mento su di una mano, molto seriamente.

“Hana?”

“Che c’è?” ora comincia a prendermi in giro!

“Siamo un disastro nelle arti figurative!”

Io scoppio a ridere e lui, evento eccezionale, mi segue a ruota! Quanto è bello, quando allenta il suo autocontrollo! Un incanto!

Quando finiamo di ridere come due scemi, cerco di convincere Kaede a lasciarmi preparare la cena.

“Sei sicuro che non mi incendi la casa? Mio padre potrebbe non gradire doverne comprare un’altra!”

“Io sono il tensai dei fornelli, kitsune! Come puoi insinuare una cosa simile?!”

“I fatti parlano da soli: hai il record dagli hamburger bruciati!”

ARGH! Effettivamente tendo a dimenticarmi il cibo sul fuoco… è che mi distraggo!

“Senti, ti prometto che starò attento! Per favoreee….”

“Hn.” 

Se non altro non è un no! Cerco e trovo la sua palla da basket preferita, ovviamente ne ha una collezione, e glie la porgo.

“Avanti, kitsune, và al campetto e non dare confidenza agli estranei, ci vediamo più tardi!”

Kaede alza gli occhi al cielo, sbuffando, ed esce di casa.

Cominciano i preparativi.

 

Manco da casa da due ore, ho passato tutto questo tempo al campetto che ha visto i miei primi tentativi di tiro a canestro! Avevo cinque o sei anni e guardavo quell’anello di ferro così in alto per me! Dovevo essere uno spettacolo singolare così piccolo e già così determinato… Ormai è quasi buio, sarà meglio che mi avvii. Uhm, non vedo nuvole di fumo, non sento le sirene dei pompieri…… ho ancora una casa! Il do’aho ha mantenuto la parola ed è stato attento. Chissà come gli è venuto in mente di festeggiare Halloween? Fino a qualche tempo fa ne ignorava l’esistenza! È inutile mentire a me stesso, lo so perché gli è venuta questa idea: lo fa per me. Io gli parlo spesso degli Usa e di come vive la gente lì, ha voluto regalarmi una giornata americana. È dolce il mio Hana… Arrivo davanti alla porta di casa mia: una villetta su due piani con giardino, una come tanto del mio quartiere. All’interno, però, credo che si distingua molto dalle altre: il mio interesse per il modo di vivere occidentale, lo devo aver preso da mio padre, che ha fatto arredare la casa in stile europeo con tanto di camino nella sala. Quando entro, mi dirigo proprio là…… Hana ha apparecchiato la tavola e ha trasformato le nostre zucche in lampade, inserendo delle candele all’interno. Un odorino invitante arriva dalla cucina.

“Kaede, sei già qui?”

Mi giro: Hana ha indossato pantaloni neri e una camicia bourdeax…..è molto, molto carino!

“Tra dieci minuti è pronto, và a farti la doccia.”

Solo un attimo, voglio prima darti un bacio… gli sfioro le labbra con le mie, ma lui mi lascia subito andare.

“Vai a cambiarti, ti prenderà un colpo così sudato!”

“Hn.”

Torno da lui, dopo poco: lavato e cambiato e, visto che è la notte delle streghe, ho pensato di vestirmi di nero, pantaloni e camicia.

Hana ha preparato i mie piatti preferiti e decisamente è migliorato come cuoco! La serata è decisamente piacevole. Il do’aho decide di non dire sciocchezze, è gentile e premuroso. Mi piace quando si comporta così, mi fa sentire amato e io sento di volergli un gran bene. Riordiniamo la cucina insieme: sembriamo proprio una coppia modello, eh? Dopo aver finito, torniamo in sala e noto un particolare che prima mi era sfuggito: davanti al camino Hana ha steso il tappeto che solitamente è al centro della stanza e vi ha poggiato dei cuscini. Mi sento le sue braccia stringersi intorno alla mia vita.

“Ti và di stare un po’ davanti al camino?”

Volto il viso e gli bacio il mento.

“Va bene.”

Hana spegne la luce, l’oscurità ora è rischiarata solo dalle lampade – zucche. Sarà la notte un po’ particolare, ma tra noi si instaura un’ atmosfera strana: non abbiamo voglia di punzecchiarci come al solito, ma soltanto di stare sdraiati davanti al fuoco, abbracciati. Il fuoco crea strane ombre sul volto del mio Hana, si intona al colore dei suoi capelli e al suo carattere, infatti si china su di me, baciandomi con passione. Sento le sue mani scorrere lungo la mia schiena, la sua bocca sul mio collo…

“Sei un incanto vestito di nero, lo sai? La tua pelle sembra risplendere.”

Da quando è così romantico?!

“Sei sicuro di essere il mio do’aho? Non è che mentre ero via qualche spirito ti ha sostituito?”

“Stupido volpino, devi sempre spegnere i miei slanci passionali e poetici!”

Sì, ora lo riconosco, è lui….. 

“Io voglio dimostrarti la mia enorme sensibilità e tu come sempre……”

Non gli faccio terminare la frase, ho voglia di baciarlo…… stasera è proprio bello!

Finiamo distesi sul tappeto tra i cuscini, Hana fa in modo di finirmi sopra, io lo stringo forte contro di me. Indugia sulle mia labbra, le dita tra i mie capelli… quante volte l’avremmo fatto da quanto stiamo insieme? Tante… eppure ogni volta è speciale! Uhm, ho preso lo stesso morbo sdolcinato di Hana… che intanto mi sta sbottonando la camicia e baciando il torace… mi viene voglia di fare una cosa. Faccio in modo di invertire le nostre posizioni e comincio a spogliarlo, lui fa lo stesso con me… lascio scorrere la mia bocca sul suo corpo, fin quando non sento i sospiri di Hana trasformarsi in gemiti di piacere, le sue mani posarsi sulla mia testa, la sua voce che mi chiede di continuare, credo di essere bravo…

“Mi fai diventare matto quando lo fai……” sono le sue prime parole, dopo aver recuperato la capacità di parlare. Sono rimasto sdraiato sopra di lui, ma ora mi decido a rotolargli su un fianco, vorrei un anch’io un po’ di quel piacere che gli ho appena dato… Hana si punta su un gomito, mi sfiora il corpo con le dita…..

“Quando ti vedo così, penso che tu non sia di questo mondo…..”

Che espressione rapita, amore mio….

“E’ la notte di Halloween, sono uno spirito in visita…..”

“E come posso convincerti a restare con me?”

“Bè, potresti convincermi facendo l’amore con me ogni giorno da qui al 3000, per esempio!”

“Spirito, eh? Tu sei un demonio assatanato, mio caro!”

Effettivamente…

 

La serata è stata meravigliosa: la cena, il dopo cena…..

Kaede è tra le mia braccia ormai addormentato, meno male che avevo pensato a prendere un piumino dalla sua camera, non ho voglia di andare a letto, voglio dormire qui davanti al fuoco… lo stringo leggermente a me, baciandogli una spalla, lui mugola nel sonno. È andato tutto come speravo: abbiamo intagliato insieme le zucche, sono riuscito a preparargli una bella cena… abbiamo fatto l’amore davanti al fuoco, più di una volta… dovrei essere stanco, invece sto qui a bearmi del calore della sua pelle e a vegliare sul suo sonno. Adoro guardarlo dormire: ha un’espressione così dolce ed innocente! Bè, a dirla tutta adoro anche vedere il suo volto mentre facciamo l’amore e mentre… l’elenco sarebbe lungo: mi limito a dire che quando lo guardo so di avere davanti a me ciò che di più bello ha mai conosciuto questo mondo! E mi sento orgoglioso, tantissimo… nessuno ha mai potuto averlo così: nudo, tra le sue braccia e posso giurare che questo non cambierà…..MAI! Mi alzo per spegnere le zucche, ormai le candele sono quasi del tutto consumate… torno a sdraiarmi accanto a lui, le sue braccia mi avvolgono mentre solleva le palpebre: i suoi occhi d’onice sono velati dal sonno.

“Dove sei andato? Non devi muoverti da vicino a me!”

Non cambierà mai, lui non chiede…ordina! In questo caso, però, trovo che ubbidire mi convenga!

“Ho dovuto spegnere i nostri capolavori. Ora dormi, sono qui con te.”

“Hn.”

Mi si accoccola contro, io lo abbraccio.

“E ci resterai, sempre!”

La sua voce è soffocata contro il mio collo. Sorrido lievemente: mi piace questo suo senso del possesso che esercita nei miei confronti.

“Sempre.” 

FINE.




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