DISCLAIMER: Uhm...la prox volta ne farò uno cumulativo...cmq, tutto è di Inoue! ^^




Festa a sorpresa

parte V

di Kieran



Solo poco prima di cena, Akagi lasciò libero Hanamichi permettendogli di salire in stanza e prepararsi per la serata speciale; il rosso corse come un forsennato per le scale, senza pensare che non ce n'era alcun bisogno.

Quando entrò in stanza, la trovò vuota: maledizione, aveva desiderato ardentemente di potersi trovare di fronte Rukawa, per parlare di quello che era successo e magari...continuare da dove erano stati interrotti.

Sospirò cercando di convincersi che non c'era alcuna fretta: anzi, poteva approfittare del tempo a disposizione per riflettere seriamente su quello che era successo.

Si erano baciati. Dato di fatto.

Ma perché? Perché non aveva potuto fare altro che accarezzare il suo petto nudo? E perché era arrivato a sfiorargli le labbra senza neppure rendersene conto?

Ma, cosa più importante, quando si era innamorato di lui?

Già dal primo giorno, quando aveva scorto quelle emozioni diverse sul suo volto solitamente inespressivo, aveva avuto pensieri strani, riguardanti la sua bellezza indiscutibile.

Poi aveva provato l'impulso irresistibile di trascorrere con lui la serata di Natale, anche se si era giustificato camuffando il suo interessamento e tramutandolo in pietà: nessuno doveva restare solo la notte di Natale, neppure Mr. Stalattite!

Che bugia!

Ma l'aveva raccontata a se stesso e ci aveva pure creduto...

E quando si era ubriacato, in palestra, e se lo era trovato fra le braccia? E la gelosia provata quando Sendo se l'era portato via? Ancora adesso si chiedeva cosa avesse fatto il porcospino e si sentiva rodere!

E poi il suo sorriso.

Non c'erano parole per descriverlo!

Ma gli aveva aperto il petto, infilandosi di prepotenza nel suo cuore. Ed ogni minuto che trascorreva con lui, anelava quel sorriso, pregando come un dannato perché lo rivolgesse a lui e non a...Sendo! Maledizione! L'unico, preziosissimo sorriso di Rukawa, era stato rivolto ad un altro! Ed a nulla serviva la consapevolezza che il volpino non fosse cosciente di ciò che faceva!

Infilò le mani nelle tasche della tuta e lanciò uno sguardo alla sveglia sul comodino: aveva ancora mezz'ora, quindi poteva fare con comodo. Si sedette sul davanzale della finestra, nello stesso punto in cui per la prima volta il viso di Rukawa era cambiato.

Guardò verso il lago, dove ormai non era rimasto più nessuno...no, c'erano due figure, nascoste parzialmente da un albero spoglio rivolto al cielo.

Erano molto vicini, quasi alti uguali; non vedeva i loro volti, perché coperti da un basso ramo, ma quando i loro corpi si strinsero uno contro l'altro, capì che si stavano baciando. E la sua mente tornò al SUO bacio.

Sorrise beatamente ed appoggiò la testa contro il vetro della finestra...se qualcuno lo avesse visto lo avrebbe certamente preso per un guardone! Ma quando i due si separarono, tornando verso l'albergo mano nella mano, Hanamichi sbarrò gli occhi per la sorpresa.

***

- Ehi, svegliati, siamo in ritardo per la cena.

Quelle parole giunsero soffocate alle orecchie di Hanamichi: si era steso per riprendersi dallo shock subito, ma si era addormentato.

- Allora, vuoi muoverti? Se non ti alzi immediatamente, ti sveglio a modo mio!

Hanamichi bofonchiò qualcosa, poi si girò su un fianco ed aprì appena gli occhi: aveva la mente appannata e la testa gli pulsava come sempre, quando si addormentava di giorno.

Scorse un paio di gambe, che però si piegarono e si trovò di fronte lo stupendo Rukawa...con un'espressione lievemente divertita.

- Allora, ti svegli da solo o vuoi che t'infili a forza sotto la doccia? - gli chiese a bassa voce; Hanamichi gli sorrise.

- Mm...sono sveglio.

- Bene, perché mi sa che sei un po' troppo pesante da sollevare.

Si alzò e si diresse al suo armadio, mentre Hanamichi non distoglieva lo sguardo da lui: gli sembrava di buonumore e la cosa di per sé, era davvero incredibile. Sbadigliò con le lacrime agli occhi, poi si costrinse a mettersi seduto, gemendo per il mal di testa; Rukawa gli si avvicinò tenendo in mano gli abiti che avrebbe indossato per la festa.

- Che c'è?

- Niente, ho mal di testa...mi viene sempre quando dormo di giorno.

- E allora perché hai dormito?

Hanamichi lo guardò in tralice.

- Perché avevo sonno.

Rukawa cominciò a sbottonarsi la camicia, senza guardarlo, ma Hanamichi deglutì saliva: mamma mia, quanto era sensuale...o forse era meglio dire erotico! Non distolse mai lo sguardo dalle sue dita lente e non si accorse che il volpino lo stava guardando, fino a quando si fermò. Allora alzò lo sguardo incontrando i suoi occhi...e si sentì le guance in fiamme.

- Cosa stai guardando? - chiese piano Rukawa; non sembrava infastidito dalla cosa e Hanamichi prese un po' di coraggio.

- Sto guardando te.

Rukawa sembrò piacevolmente colpito dalla sua risposta e si sedette davanti a lui sul letto, lasciando che la camicia si aprisse e denudasse i suoi muscoli scolpiti. Hanamichi si sforzò di guardarlo in faccia.

- Rukawa...noi...ehm, credo che dobbiamo parlare.

- Mm...di cosa?

- Come, di cosa? Cioè...noi, prima...

- Ci siamo baciati.

Hanamichi spalancò gli occhi di fronte alla naturalezza del ragazzo.

- Sì, ma...quello che volevo dire... - non sapeva come continuare, ma Rukawa non attese.

- Stai forse cercando un modo gentile di dirmi che è stato un errore?

La sua espressione era indecifrabile: non sembrava delusa, ma nemmeno sollevata. Cosa si aspettava che rispondesse? E lui, cosa voleva dirgli? La verità? Ma se Rukawa lo avesse respinto, come si sarebbe comportato...o sentito? Il volpino continuò a fissarlo negli occhi.

- Dimmi la verità, Hanamichi, non temere una mia reazione. Capirò, qualsiasi cosa vorrai dirmi.

Ma Hanamichi capì perfettamente quello che doveva dire: il suo volpino lo aveva chiamato per nome.

- Beh...d'accordo: ma prima di parlare ancora, che ne dici di continuare da dove ci avevano interrotto?

Poi successe: Kaede Rukawa, l'essere più bello che madre natura avesse mai concepito dall'inizio dei tempi (SEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE Hana, sei proprio partito! ^^;; NdK; Ehi, se arrivata a rompere le palle? Te n'eri stata zitta fino adesso! NdH; Sì, ma questa non potevo lasciartela passare liscia, è troppo demenziale! NdK; L'hai scritta tu \_/ NdH; Infatti, ora rimedio: caro lettore, fingi che questo piccolo paragrafo non sia mai esistito! ^^ NdK; Non facevi prima a cancellarlo? NdH; Zitto tu, e continua a pensare demenze! NdK)

Poi successe: Kaede Rukawa, il ragazzo più freddo ed inespressivo che madre natura avesse mai concepito (Non ti sembra di esagerare all'opposto, adesso? NdH; No, non direi! ^^ NdK), aprì il suo viso in uno stupendo sorriso.

Solo per lui.

E Hanamichi spalancò la bocca per la sorpresa: Rukawa non era ubriaco, sapeva bene quello che stava facendo! Ed infatti il volpino si chinò verso di lui e ne approfittò per prendere il controllo del bacio più appassionato che Hanamichi avesse mai provato in vita sua (ehm...ehm...era il secondo, no? ^^ NdK).

Ben presto Hanamichi si ritrovò disteso sul letto, con il corpo di Rukawa sdraiato sul suo; e non solo le loro labbra non potevano evitare di stare a contatto, ma anche le mani di Hanamichi non potevano evitare di vagare sulla pelle bollente della schiena del volpino.

Quando dopo alcuni minuti, però, Rukawa si spostò per guardarlo negli occhi, con il fiato accelerato ed un'espressione infuocata, il rossino non poté trattenere un gemito di disapprovazione.

- Non ne hai mai abbastanza. - mormorò il volpino sfiorandogli le labbra; Hanamichi fermò le mani sulla sua schiena, sorridendogli.

- Dobbiamo scendere, altrimenti qualcuno verrà a cercarci. - continuò Rukawa; Hanamichi assunse un'espressione pensierosa.

- Fingiamoci malati.

Risatina incantevole di Rukawa.

- Penserebbero che ci siamo pestati e addio finale.

- Mm...d'accordo. Ma prima di andare...ecco...volevo chiederti...

- Da quando ti fai tutti questi scrupoli? Di solito dici quello che pensi e basta. - mormorò Rukawa pericolosamente vicino alle sue labbra; Hanamichi sorrise.

- Vuoi smetterla di rigirarmi contro le mie stesse framphh...

Rukawa gli chiuse la bocca con un altro bacio infuocato e Hanamichi lo strinse con forza contro di sé, invertendo le posizioni sul letto; si appoggiò al suo corpo, sfiorando il sesso dell'altro con il proprio, e si ritrasse sorpreso. Cavolo, erano entrambi al limite!

Rukawa lo guardò incuriosito.

- Cosa c'è?

- Niente...non hai detto tu che è ora di scendere?

- Hn...

Hanamichi scoppiò a ridere e si alzò con un balzo dal letto, andando a prendere qualcosa dall'armadio; Rukawa lo guardò mettendosi a sedere, poi quando il rosso cominciò a sfilarsi la maglia, gli si avvicinò lentamente. Hanamichi non riuscì a fare altro che fissare i suoi movimenti felini.

- Se vuoi posso aiutarti. - mormorò Rukawa, ma Hanamichi indietreggiò andando a sbattere contro l'armadio; il volpino si fermò assumendo un'espressione contrariata.

- Cosa ti succede?

- Niente, è che io non...

- Hai cambiato idea? Non mi sembravi così restio, prima.

Hanamichi si abbassò nuovamente la maglia e si avvicinò al moretto sorridendogli ed infilandogli le dita fra i capelli.

- Baka Kitsune, cosa vai a pensare? Non ti sei accorto di nulla? Se ora tu mi spogli, finisce che ti prendo immediatamente, sul pavimento.

Rukawa inarcò le sopracciglia, sorpreso, però poi sorrise sensuale.

- E tu credi che mi lascerei prendere così facilmente?

- Ti opporresti?

Si fissarono negli occhi ancora per qualche istante, poi i loro visi si avvicinarono irrimediabilmente; Hanamichi dovette compiere un immane sforzo per allontanarsi da lui.

- Basta! Ma siamo due maniaci!

Rukawa scoppiò a ridere e Hanamichi non riuscì a chiudere la bocca prima che la mascella avesse toccato il pavimento.

***

- Ehi, Kitsune, perché non mi hai detto che domani è il tuo compleanno?

Rukawa non rispose e continuò a camminare guardando i disegni del soffice tappeto che percorreva tutto il corridoio; Hanamichi lo guardò incuriosito, senza però poter evitare di pensare che vestito completamente in nero sembrava ancora più bello.

- Non lo festeggio mai. - mormorò infine; anche se si accorse che era restio a parlarne, Hanamichi non poté evitare di soddisfare la sua curiosità.

- Davvero? E come mai?

Il viso di Rukawa s'incupì ancora di più e Hanamichi decise di lasciarlo in pace; solo, cominciò a chiedersi se l'idea della festa fosse buona.

- Volevo farti un regalo, ma non ho avuto la possibilità di scendere in paese. - disse allora cambiando argomento; Rukawa si strinse nelle spalle.

- Non importa, ti ho detto che non lo festeggio.

Giunsero all'esterno del salone, le cui porte erano chiuse, ed Hanamichi lanciò un'occhiata al volpino, notando che era ancora rabbuiato. Si guardò rapidamente intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno, poi lo spinse contro una parete schiacciandolo con il proprio corpo, e gli tolse il respiro con un bacio mozzafiato.

Dopo alcuni istanti, si staccò e senza dire nulla spalancò le porte del salone, ridacchiando quando vide, con la coda dell'occhio, che Rukawa cercava di ricomporsi.

***

La serata trascorse rapidamente per Hanamichi, che però soffrì per la maggior parte del tempo: avrebbe voluto stare accanto a Rukawa, festeggiare con lui l'arrivo del nuovo anno, ma le due matricole dovevano comportarsi come sempre, di fronte agli altri, quindi si evitarono.

Lui se ne stava insieme alla sua Armata, ascoltando con un solo orecchio i loro propositi per il nuovo anno, mentre cercava di non distogliere mai lo sguardo dall'altro.

E l'altro in questione, Rukawa, se ne stava seduto da solo su una delle poltrone, guardando i partecipanti alla festa con sguardo assente: sembrava ancora più triste di quella mattina e rigirava tra le mani un bicchiere che non poteva vuotare per non ubriacarsi!

All'improvviso, Hanamichi scorse un'odiata testa a puntaspilli avvicinarsi al suo volpino: Sendo! Un nodo gli chiuse lo stomaco e strinse con forza il bicchiere che aveva in mano, rischiando di frantumarlo.

Il porcospino si sedette accanto a Rukawa, sul bracciolo della poltrona, e si chinò verso di lui dicendogli qualcosa; la volpe annuì senza guardarlo.

- Ehi, Hanamichi, perché non vai là e togli di mezzo Sendo?

Il rosso si voltò sorpreso, fissando il suo migliore amico.

- Come?

Mito ridacchiò e gli si avvicinò parlandogli nell'orecchio.

- In tutta la serata non hai fatto altro che guardarlo! Si vede ad un chilometro di distanza, che provi qualcosa per lui.

- Eh...ah...io...davvero si vede così tanto?

Mito scoppiò a ridere.

- Sì!

- Beh, comunque non posso fare nulla, altrimenti rischio di fare arrabbiare Rukawa.

- Perché?

- Perché sono geloso marcio, ma non so come la prenderebbe lui se venisse a saperlo. E poi, cosa dovrei fare? Andare là, prendere a pugni Sendo e dirgli di lasciare stare il mio ragazzo?

- Il tuo...quindi Rukawa ricambia?

Hanamichi si morse la lingua, poi tirò da parte il suo migliore amico per parlare a voce ancora più bassa.

- Senti, Yohei, tu sei il mio migliore amico e mi fido di te come di nessun altro! Quindi, per favore, non dire a nessuno quello che hai appena scoperto.

- D'accordo...ma non mi hai risposto: anche Rukawa è innamorato di te?

- Beh...non so se sia proprio innamorato...certo, non si sposta quando io lo bacio, anzi!

- Cavolo, Hanamichi, sono davvero contento per te! Chi l'avrebbe mai detto: Rukawa! Pensa che ti avrei visto anche con Akagi, piuttosto che con lui!

Hanamichi inarcò un sopracciglio trattenendo una risatina: quel nome gli ricordava qualcosa.

Si guardò intorno cercando il suo capitano e lo vide accanto al banco degli stuzzichini, mentre guardava un punto alla sua sinistra; seguì la stessa direzione e sorrise divertito. Non era l'unico a dover fare i conti con la gelosia.

Si scusò con Mito ed affiancò il capitano, parlandogli a bassa voce.

- Perché non lo raggiungi? - mormorò piano; Akagi sobbalzò, riuscendo a malapena a non rovesciare il piattino con i vari assaggini.

- Sakuragi! Non devi arrivarmi alle spalle in questo modo!

- Hai la coscienza sporca, Gori? Oppure temi che qualcuno possa capire cosa stai pensando? - continuò Hanamichi senza guardarlo e riempiendosi il piatto.

- Cosa...cosa stai dicendo?

- Sai, secondo me formate una bella coppia.

- Tu...di cosa stai parlando?

Finalmente Hanamichi alzò lo sguardo sul suo capitano, cercando di non mettersi a ridere quando vide che era diventato più rosso della loro divisa.

- Vi ho visti, questo pomeriggio, in riva al lago. Dovete stare più attenti, se non volete essere scoperti.

Per poco dal viso di Akagi non fuoriuscì il vapore: i suoi occhi sbarrati e la mascella serrata lo rendevano comico fuori di ogni misura e Hanamichi fu costretto a guardare altrove per non ridere. Quanto la faceva lunga!

- Tu...cosa...hm...ecco...

Stavolta il rosso non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata facendo voltare verso di lui i ragazzi che li circondavano; in meno di un secondo Uozumi fu al fianco di Akagi, con sguardo minaccioso.

- Cosa succede? - chiese fissando Hanamichi, ed il rosso cercò di asciugarsi le lacrime dagli occhi.

- Niente, Gori sta per esplodere! - ricominciò a ridere sguaiatamente e Akagi posò il vassoio afferrandolo per il collo del maglione e tirandoselo contro il viso.

- Piantala di ridere, idiota! - ringhiò a denti stretti; Hanamichi tornò serio e fissò i suoi occhi bollenti, a pochi millimetri dai suoi.

- Ehi, capitano, forse non ci siamo capiti: per me siete una bellissima coppia. - mormorò; Akagi non lo lasciò, ma sembrò calmarsi un poco.

- Cosa vuoi? Ricattarci?

Stavolta Hanamichi sgranò gli occhi assumendo un'espressione buffa.

- Ricattarvi? E questa come ti salta in mente? Ehi, Gori, credi che abbia qualche pregiudizio perché tu e Uozumi siete due ragazzi? Guarda che non hai capito proprio niente!

- Non me la dai a bere, Sakuragi: ci giudichi diversi, vero?

Hanamichi sogghignò divertito, poi avvicinò ancora di più il viso al suo, arrivando a sfiorargli il naso.

- Ehi, Gori, guarda che tu ed io siamo nella stessa situazione: ed ora, se mi fai la grazia di lasciarmi andare, credo che andrò a togliere il mio innamorato dalle grinfie di un certo porcospino.

Quelle parole scioccarono Akagi che lo lasciò andare incredulo; Hanamichi si ricompose e batté una mano sulla spalla di Uozumi prima di dirigersi verso Rukawa.

Sendo era chino su di lui, arrivando a sfiorargli i fili di seta nera che costituivano i suoi capelli, ma il volpino continuava a guardarsi intorno, apparentemente senza ascoltarlo.

Hanamichi si piazzò davanti ai due a gambe larghe ed entrambi alzarono lo sguardo su di lui: Rukawa indifferente, Sendo infastidito.

- Ehi, volpe, vuoi ballare?

Rukawa lo guardò incredulo, arrossendo appena e Hanamichi abbozzò una risata.

- Baka, non farti venire un infarto, stavo scherzando!

- Sakuragi, sei venuto qui sperando che Rukawa si ubriachi di nuovo? Gli hai offerto tu da bere? - sputò velenoso Sendo. Hanamichi lo guardò oscurandosi in volto.

- Che vai blaterando, Sendo?

- Visto che ti è andata male la prima volta, vuoi riprovarci?

- Di cosa state parlando? - chiese gelido Rukawa e Sendo lo guardò indignato.

- La sera in cui ti sei ubriacato, Sakuragi ha cercato di approfittarne, ma io sono arrivato in tempo!

"Vuoi giocare sporco, eh? Beh, so farlo anch'io!"

- Ehi, porcospino, aspetta un attimo! Se non sbaglio sei tu quello che lo ha portato in stanza e lo ha spogliato!

Rukawa sgranò gli occhi guardando i suoi due pretendenti.

- Non l'ho spogliato, gli ho solo fatto indossare il pigiama!

- Potevi benissimo metterlo a letto vestito! Hai mai dormito con gli abiti indosso?

Rukawa interruppe i due litiganti, rivolgendo uno sguardo sferzante al giocatore del Ryonan.

- Tu! Prega solo che io mi convinca che non mi hai sfiorato nemmeno con un dito, perché se mai dovessi avere dei dubbi in proposito, considerati morto fin da ora! E tu! - ringhiò poi alzandosi e fronteggiando Hanamichi. Lo prese per le braccia e lo sbatté con forza contro il muro avvicinando il viso al suo.

- Cosa faresti se ora io ti baciassi di fronte a tutti? - bisbigliò. Hanamichi si sentì esplodere le guance.

- Co...cosa? Io...

- Do'hao, stavo scherzando, non farti venire una sincope! E non essere geloso di Sendo, ogni volta che vedo il suo sorrisino ebete, mi viene voglia di prenderlo a calci.

- Ragazzi, vi prego, non litigate almeno per questa sera! - esclamò una preoccupata Haruko dietro di loro; Rukawa lasciò Hanamichi dirigendosi verso il banco dei dolci.

Il rossino le sorrise, ma non certo rivolgendosi a lei: Rukawa si era fidato di lui, ignorando le parole del porcospino!

Akagi si affiancò alla sorella, guardando Hanamichi con occhi spalancati e mascella tremante.

- Tu...Rukawa...

Hanamichi lo interruppe annuendo con il capo e Haruko guardò entrambi senza comprendere il loro comportamento.

***

Poco dopo la mezzanotte ed il conto alla rovescia, le luci nel salone si spensero e dalla porta principale entrarono quattro camerieri spingendo un'enorme torta fino al centro della stanza, illuminata da sedici candeline. La luce si riaccese, ma Hanamichi sentì un improvviso colpo al cuore: Rukawa era pallidissimo, i suoi pugni erano stretti, la mascella contratta.

Stava per succedere qualcosa di grave, ne era convinto: doveva fermare tutto! Ma come poteva farlo?

Già tutti stavano facendo gli auguri al volpino, cantando "Happy Birthday" ed un'emozionatissima Haruko gli stava porgendo il pallone autografato.

L'espressione di Rukawa divenne così minacciosa che molti s'immobilizzarono, mentre Haruko si fermò con il pallone a metà strada fra lei ed il moretto.

Senza dire nulla, ma con i pugni così serrati da avere le nocche bianche, Rukawa si diresse verso l'uscita del salone. Kiyota ebbe la malaugurata idea di pararglisi davanti.

- Ehi, imbecille, dove stai andando? Hanno organizzato la festa per il tuo compleanno e tu sei così ingrato da fare la primadonna anche stasera?

Senza dire nulla e senza preavviso, Rukawa gli sferrò un pugno in pieno volto, con tutta la forza di cui disponeva; Kiyota finì disteso a terra, mentre Akagi, Uozumi e Hasegawa si lanciavano per tenere fermo il volpino. Ma Rukawa si voltò con occhi di fuoco.

- Io non vi ho chiesto questa stupida festa e non so neppure chi sia l'imbecille che è andato a vedere la mia data di nascita. Ma so che il regalo non è gradito!

Si voltò ignorando le occhiatacce e gli insulti che riceveva, ed uscì dalla stanza; senza neppure riflettere, Hanamichi lo inseguì. Lo raggiunse all'esterno dell'albergo, mentre camminava lentamente sotto la neve e gli appoggiò il giaccone sulle spalle. Rukawa non lo guardò.

- Cosa ti è successo? - chiese infine il rosso; il volpino si fermò e lo fronteggiò: era furioso.

- Che c'è di così strano se odio le feste? Devo essere uguale a loro? O a te? Già, perché tu sei come tutti gli altri! Ve ne fregate di quello che pensano le altre persone, fate solo ciò che vi piace!

- Noi non potevamo sapere che tu non...

- Se avessi voluto una festa o i vostri auguri, vi avrei detto il giorno del mio compleanno!

- Maledizione quanto la fai lunga! Non puoi divertirti anche tu, una volta ogni tanto?

Uno strano lampo di...disperazione...squarciò lo sguardo irato del volpino.

- Vuoi sapere perché non festeggio il mio compleanno? Vuoi sapere perché in questo giorno vesto sempre di nero? D'accordo, Hanamichi, allora te lo dirò! Non lo festeggio perché questo è il giorno più brutto della mia vita! Perché esattamente il 1° gennaio di sei anni fa, alle tre del pomeriggio, mia madre morì! E sai perché? Perché era uscita prima dal lavoro, per prepararmi una festa a sorpresa! Ma aveva così fretta che non vide l'auto che la investì! È morta per il mio stupido compleanno, per la mia stupida festa! E quando tornai a casa e non la trovai, mi arrabbiai molto con lei perché si era dimenticata il compleanno del suo unico figlio, tutta la sua famiglia! Ma la sorpresa l'ebbi lo stesso! Lei non tornò mai più da me, mi lasciò solo per sempre! Ora sai perché odio il mio compleanno e tutte le feste! Credi ancora che sia egoista? Beh, non sono fatti miei! Non m'importa quello che pensate tu e nessun altro!

Hanamichi rimase senza parole per un attimo, poi cercò di scusarsi.

- Io...mi disp...

- Non voglio la tua pietà! - gli urlò in faccia Rukawa - E non voglio che qualcun altro venga a sapere ciò che ti ho appena detto...ma tu non saprai tacere, vero? Tu sei solo un idiota egoista, che sa pensare solo a se stesso! Non t'importa di quello che pensano gli altri, non t'importa se li farai soffrire! Beh, sappi, caro mio, che hai risvegliato ogni mio ricordo doloroso, ogni mio tormento! Spero che tu ne sia soddisfatto!

Lo scansò con uno spintone e si allontanò di corsa, lasciandolo solo in mezzo a quella silenziosa e desolante nevicata.

(CONTINUA)







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