DISCLAIMER: Come sempre tutti i pg sono di Takehiko Inoue.
Festa a
sorpresa
parte II
di
Kieran
Sta smettendo di nevicare.
Peccato.
I fiocchi di neve mi tenevano compagnia.
Oh, siete tornati. Avete fatto presto, siete stati di parola.
Scommetto che finora non avete ancora capito cosa può avermi reso così
triste.
Eh, già, per alcuni giorni tutto filò liscio...o quasi. Ho ancora alcuni
lividi allo stomaco.
Picchia duro!
Beh, posso stare ad aspettare un altro po'.
Tornate pure indietro di qualche altro giorno.
FESTA A SORPRESA
**24 dicembre**
Hanamichi tornò borbottando nella sua stanza, inventandosi imprecazioni
che avrebbero fatto impallidire Satana in persona. Maledetto Akagi, lo
aveva costretto a cercare Rukawa per chiedergli come stava. Ma cosa gliene
fregava?
"Oh, certo, la stella dello Shohoku! Ma andate a farvi fottere! Qui
l'unico indispensabile alla squadra sono io!"
Entrò in stanza spalancando la porta senza troppo tatto e si avvicinò al
letto sul quale il volpino era steso fissando il soffitto; ancora quegli
auricolari alle orecchie.
Rukawa degnò Hanamichi di un brevissimo sguardo, poi chiuse gli occhi.
Il rosso strinse i pugni, poi si avvicinò al letto e con un gesto secco
spense il walkman; Rukawa lo fissò come se volesse incenerirlo con lo
sguardo, ma Hanamichi non aveva paura di lui.
- Gli altri vogliono sapere come stai.
Silenzio, solo quello! Maledizione, perché toccavano sempre a lui certi
compiti ingrati? E poi chi se ne fregava della salute di Rukawa? Perché
Akagi non imparava a farsi i fatti suoi? E Haruko? Aveva accettato di
salire in camera solo perché glielo aveva chiesto lei, con i suoi grandi
occhi da cerbiatto...cavolo, possibile che non riuscisse mai a dirle di
no? In fondo era una ragazzina come tante altre, e pure ridicola, con le
gambe all'aria.
Sorpreso dai propri pensieri, si riscosse notando che Rukawa aveva
riacceso il walkman.
- Baka Kitsune! - sbraitò strappandogli gli auricolari e rischiando anche
di romperli.
Stavolta Rukawa non si limitò a guardarlo: si alzò con uno scatto, pronto
a colpirlo, ma si fermò di fronte al sorriso beffardo del rosso.
- Picchiami, deficiente, così non giocherai per il resto dei tuoi giorni!
Un dubbio agitò gli occhi blu del volpino, che però ritrovò immediatamente
il controllo ed affibbiò un pugno allo stomaco del compagno di squadra.
Hanamichi si piegò in due, senza respiro.
- Questi lividi non li vedranno, a meno che tu non corra a piangere da
loro.
Hanamichi non gradì quell'insinuazione e neppure il pugno ricevuto.
In meno di un minuto erano distesi sul pavimento, avvinghiati in una lotta
furibonda.
***
- Baka Kitsune, perché diavolo sei sempre così irritante?
Erano distesi sul pavimento rivestito di morbida e calda moquette grigia,
uno accanto all'altro: non avevano più forze ed ansimavano pesantemente.
Si erano pestati per dieci minuti buoni, senza mai colpire parti a vista;
probabilmente avevano stomaco e petto lividi, ma solo in doccia qualcuno
avrebbe potuto vederli. Ed era sufficiente non farsi la doccia negli
spogliatoi con gli altri.
Ora Hanamichi non era più arrabbiato con lui: si era sfogato del tutto,
non ricordava neppure perché questa volta si erano azzuffati.
Voltò lo sguardo verso il volpino, osservando il suo profilo perfetto.
"Perfetto? Qui di perfetto ci sono solo io!"
- Non dovete preoccuparvi per me, sto bene. - disse inaspettatamente
Rukawa; Hanamichi si voltò verso di lui appoggiando un gomito al pavimento
e puntando il mento sul palmo della mano.
- Eppure questa mattina mi sei sembrato molto triste.
Rukawa spalancò appena gli occhi e voltò il viso verso di lui.
"Bellissimo."
Quel pensiero incontrollato sorprese Hanamichi, che si mise a sedere con
uno scatto; a chi, bellissimo? La stupida volpe? Cacchio, durante la
scazzottata doveva aver battuto la testa!
- Non so cosa credi di aver visto, ma ti sei sbagliato. - sentenziò infine
Rukawa alzandosi ed avvicinandosi alla finestra. Hanamichi si strinse
nelle spalle: aveva fatto il suo dovere ed era stato via anche per
mezz'ora, quindi poteva far credere agli altri di aver discusso con il
volpino, per farsi dire la verità.
In fondo non era poi una bugia, avevano discusso veramente...a modo loro,
chiaro...
Si alzò e salutò Rukawa senza guardarlo, ma prima di chiudersi la porta
alle spalle gettò un'occhiata nella stanza, notando che la volpe aveva
aperto la finestra e stava guardando il cielo grigio. Maledisse il suo
caratteraccio, ma non disse nulla: avrebbe voluto fargli chiudere quella
finestra a suon di pugni, ma non ne aveva più la forza.
S'incamminò per il corridoio infilandosi le mani nelle tasche della tuta,
ma all'improvviso s'immobilizzò.
Per me può anche lanciarsi dal tetto
No, non poteva! Quell'idiota non si stava buttando di sotto...
Tornò sui suoi passi correndo come un forsennato, litigò con l'apertura
elettronica della porta ed entrò come un pazzo: Rukawa era sporto in
avanti, con tre quarti del corpo oltre il davanzale. Gli si lanciò contro
gridando imprecazioni, poi lo afferrò per la vita ritraendolo all'interno
della stanza e buttandolo sul suo letto. Appoggiò le mani accanto alle sue
braccia, circondandolo con il corpo, ed abbassò il viso fino a sfiorargli
il naso.
- Stupido idiota, baka Kitsune, imbecille, brutto stronzo! Ma cosa ti
salta in mente?
Rukawa lo fissava con occhi spalancati, incredibilmente stupito; non si
muoveva e non distoglieva lo sguardo dal suo.
- Ma che ti prende? - chiese infine con voce tranquilla.
- Non fare lo stronzo! So benissimo che stavi per buttarti!
- Stavo per...
- Già, ti ho visto! Eri sporto pericolosamente da quel davanzale, vuoi
negarlo?
- ........... mi è caduto il fazzoletto e cercavo di riprenderlo.
- Ah...
Hanamichi perse ogni velleità e rimase immobile per qualche secondo:
possibile che fosse stato così idiota? Si alzò e si lanciò alla finestra:
un fazzoletto stava adagiato sulla neve, due piani sotto alla loro stanza.
Si sentì morire dall'imbarazzo, così senza dire nulla si affrettò a
lasciare la stanza; Rukawa però lo fermò.
- Ehi!
Hanamichi si fermò e si voltò cercando di sorridere allegramente.
- Beh, devo aver fatto un errore di valut...
- Allora t'importa qualcosa di me.
- Co...come?
- Sei tornato indietro per salvarmi.
Hanamichi rimase senza parole per un attimo, poi il suo viso riprese il
controllo e tornò del suo colore naturale; ora non sorrideva più.
- Certo, per chi mi hai preso? Non voglio avere un cadavere sulla
coscienza...anche se, se proprio dovessi scegliere, beh, tu saresti il
primo della lista.
- Do'hao.
- Baka Kitsune.
Si voltò per uscire, ma si rigirò con una mano già sulla porta; Rukawa
stava richiudendo la finestra.
- Ehi, volpe, posso fidarmi a lasciarti qui da solo?
Di nuovo Rukawa lo guardò sorpreso e Hanamichi si scoprì a pensare che
quando non indossava la sua maschera d'indifferenza, poteva essere davvero
bello...certo, non per lui! Ma capiva le stupide ragazzine che gli
morivano dietro.
- ................
Stava per dirgli qualcosa; ma s'interruppe e distolse lo sguardo.
- Certo che puoi fidarti, idiota. Non ho voglia di morire.
- Bene. Verso mezzanotte ci riuniremo nel salone principale, sotto
l'enorme albero di natale; credo che ci sarà un concerto, o qualcosa del
genere. Saremo tutti là, non fare il solito lupo e raggiungici.
Rukawa non rispose e raccolse il walkman che era caduto nella loro lotta
furibonda; Hanamichi sospirò esasperato e scese a festeggiare la vigilia
di Natale con i suoi più grandi amici. Ah sì, anche con Haruko.
***
L'albero di natale occupava tutto l'angolo destro del salone principale e
le sue migliaia di lucine riuscivano ad illuminare anche il viso del
ragazzo più lontano.
Tutti i giocatori delle quattro squadre e le persone che alloggiavano
all'albergo, erano riuniti davanti all'albero ad ascoltare dei suonatori
di fisarmonica che si supponeva provenissero dalla Scozia. Hanamichi era
circondato dalla squadra e dalla sua Armata e tutti stavano chiacchierando
con gli altri giocatori; Haruko era al suo fianco, felice come non mai.
Ma il rosso aveva la mente troppo occupata per badare a lei od a chiunque
altro: Rukawa non era sceso e stava trascorrendo da solo il Natale. E
Hanamichi non lo capiva: chi poteva voler trascorrere da solo un giorno
come quello?
L'espressione che aveva visto sul suo volto quella mattina, continuava a
tormentarlo, così come un particolare che non aveva notato subito: in
stanza, dopo che lo aveva...ehm...salvato, Rukawa sembrava stesse per
dirgli qualcosa, poi si era interrotto cambiando argomento.
Forse poteva raggiungerlo e magari fargli un po' di compagnia.
Eh, già, a Natale anche lui si sentiva più buono, e d'impulso decise di
tentare: sapeva con certezza che Rukawa non l'avrebbe respinto.
Prese due bicchieri di champagne e, stando attento che nessuno lo notasse,
salì in camera. Invece di usare la chiave, bussò e dopo qualche secondo
Rukawa venne ad aprire; la sua faccia dapprima assonnata, mostrò tutta la
sua sorpresa.
- Cosa sei venuto a fare?
- Baka Kitsune, è così che si accoglie qualcuno che vuole festeggiare con
te il Natale?
- Tu...vuoi...sei ubriaco?
- Senti, questa è la mia stanza, quindi fatti da parte!
Entrò scansandolo con una spalla ed andò ad appoggiare i calici su uno dei
comodini; quando si voltò, Rukawa era ancora fermo sulla porta,
guardandolo come se avesse di fronte un fantasma. Hanamichi sorrise tra
sé: in un solo giorno era riuscito a togliere la maschera del volpino per
ben quattro volte!
- Allora, Kitsune, vuoi chiudere quella porta?
Rukawa obbedì meccanicamente, ma la sua espressione ora era così cupa che
Hanamichi si preparò mentalmente ad una scazzottata.
- Perché sei qui? - chiese ancora il moro.
- Te l'ho già detto, voglio passare con te il Natale.
- Perché?
- Come perché? Nessuno dovrebbe stare solo oggi, neppure l'Abominevole
Uomo delle Nevi!
- Mpf...le solite stronzate. Oggi è un giorno come gli altri.
- Sempre il solito! Vuoi che me ne vada?
"Dì di no!"
Rukawa esitò e Hanamichi ne approfittò prima che potesse aprire la
ciabatta.
- Bene, tieni!
Gli porse uno dei calici e gli si fermò davanti fissandolo negli occhi
abissali.
- Buon Natale, volpe.
- Mm...
Hanamichi ritrasse il bicchiere per evitare il brindisi; Rukawa lo guardò
duramente negli occhi, poi capì che questa volta non l'avrebbe avuta
vinta.
- Buon Natale.
Hanamichi sorrise e toccò il calice dell'altro con il suo. Bevvero d'un
fiato, poi il rosso prese entrambi i bicchieri e li mise da parte. Si
sedette sul suo letto ed indicò a Rukawa di mettersi di fronte; il ragazzo
obbedì stranamente docile.
- Senti, so che non siamo esattamente...ehm...buoni amici...ma...
Si bloccò: stava per chiedergli il motivo della tristezza di quella
mattina, ma il suo istinto lo fermò. Così avrebbe spezzato il sottilissimo
filo di seta che in quel momento li avvicinava.
- Ehm...prima stavi per dirmi qualcosa, ma ti sei interrotto; cos'era?
Rukawa abbassò lo sguardo per un momento, poi lo rialzò di scatto, come se
avesse preso una decisione improvvisa.
- Ecco...ti ho detto che odio il Natale e...mi chiedevo...cioè, so che a
te piace...
"Non mi avevi detto che odi il Natale"
Hanamichi sorrise gentilmente.
- Ehi, Kitsune, dov'è finito il tuo sangue freddo? Di solito dici quello
che pensi e basta!
Rukawa strinse i pugni e si contrasse, poi capì che il rosso lo stava
prendendo in giro bonariamente e si rilassò.
- Mi chiedevo se faresti un uno contro uno.
- Certo, sono sempre pronto a mostrare la mia superiorità! Quando?
- Adesso.
- Adesso? Ma c'è una festa, sotto, e...
"Che m'importa della festa? Neppure mi divertivo! Invece devo ammettere
che ora sto proprio bene, anche se sembra incredibile pure a me! E poi
sono felice di fargli compagnia: sembra sempre così solo. Sbaglierò, ma
credo che in qualche modo il volpino mi stia chiedendo aiuto. E a me va di
darglielo!"
Rukawa si era alzato ed ora gli voltava le spalle; Hanamichi si avvicinò
al suo armadio.
- D'accordo Rukawa, dammi il tempo di infilarmi la tuta.
La schiena del moro s'irrigidì per la sorpresa, ma quando si voltò, Rukawa
era impassibile come sempre.
- Bene, vado a procurarmi le chiavi, ti aspetto in palestra...e non
portarti dietro quegli imbecilli dei tuoi amici.
Hanamichi si voltò pronto a replicare, ma Rukawa era già sparito.
***
Quando entrò nel palazzetto, Rukawa stava palleggiando correndo verso il
canestro opposto: terzo tempo.
Canestro.
Rimise i piedi a terra senza quasi fare rumore e Hanamichi si chiese come
potesse essere così felpato: sembrava un gatto o...sì, una pantera nera,
letale e silenziosa.
Si avvicinò ad una panca e si tolse il pesante giaccone, rabbrividendo
quando rimase in tuta: non faceva esattamente caldo. Rukawa ora lo stava
guardando con un'espressione indecifrabile.
- Hai impiegato più tempo di una ragazzina. - disse poi, ma Hanamichi,
invece di sbraitare come sempre, si strinse nelle spalle sorridendo.
- Mi dispiace, Kitsune, ma la sera di Natale non si fa a pugni.
Con uno scatto improvviso gli tolse il pallone e si lanciò a canestro:
saltò più in alto che poté ed allungò il braccio.
Slam Dunk.
Quando si voltò, Rukawa era fermo a metà campo.
- Il primo che arriva a venti vince.
- D'accordo: vogliamo scommettere qualcosa?
Un guizzo attraversò gli occhi del volpino.
- Ti conviene scommettere qualcosa di poco importante, perché perderai.
- Illuso: se vinco io, durante la prima partita di questo torneo, tu
rinuncerai a tirare a canestro e passerai a me tutti i palloni.
Un lieve sorriso sembrò increspare le labbra del volpino.
- D'accordo, tanto non corro questo rischio. Se invece vinco io...
Hanamichi inarcò un sopracciglio, notando il tormento che sembrava
attanagliare il suo vecchio nemico; gli si avvicinò rigirando il pallone
tra le mani, poi si fermò a pochi passi da lui e lo fissò negli occhi.
- Se vinci tu, io ti starò accanto per il resto della vacanza, soddisfando
ogni tuo desiderio. - bisbigliò.
Un vuoto improvviso gli attanagliò lo stomaco, ma stranamente si sciolse
quando il moretto annuì con il capo.
Sorrise e gli lanciò il pallone.
(CONTINUA)
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