Ehilà! Selphie-chan
colpisce ancora…e questa volta mi divertirò a tormentare i personaggi di
Final Fantasy VIII, my favourite videogame! Probabilmente ormai la maggior
parte di voi sarà colta dal panico solo a sentirmi nominare…beh, che posso
farci se sono costantemente ispirata? E la maggior parte di voi sa anche che
quando si parla di me si parla automaticamente di fanfictions shounen-ai…mi
piacciono troppo e poi trovo che in certe serie animate sia impossibile
creare una coppia per così dire “normale”!!!
Ma bando alle ciance e arriviamo alle spiegazioni. Purtroppo non ho ancora
finito Final Fantasy VIII, ma data la situazione che volevo creare mi sono
vista costretta ad ambientare la fic dopo la sconfitta di Artemisia. Vi
prego quindi di non linciarmi se troverete delle incongruenze, del resto
questa è una sottospecie distorta di “alternative universe”. Ah, quasi
dimenticavo: per poter far sì che la storia funzionasse ho deciso che a
Squall non piace Rinoa, anche se lei lo assilla. Bene, non mi pare che serva
aggiungere altro quindi…godetevi l’ultima delle mie trovate!!!
Ops…ho scordato di aggiungere una cosuccia molto importante: i personaggi
non sono miei (sigh! Ç___Ç ) ma dei rispettivi autori!
Scusate, adesso mi levo di mezzo!
Selphie
Festa al
Garden
di Selphie
GARDEN DI BALAMB
VENERDÌ
Dormitorio; ore 8.30
-Bonjour a tut le monde!- esclamò Zell alzandosi dal letto dopo aver
scostato le coperte che lo coprivano. Quello era il gran giorno! Era
passato un anno da quando era diventato Seed e lui e i suoi amici avevano
sconfitto Artemisia, e da quel momento, a parte qualche missione
secondaria, erano sempre rimasti al Garden ad annoiarsi. Quel giorno però
i cadetti avrebbero sostenuto l’esame per entrare a far parte della Seed,
e la sera stessa ci sarebbe stato il ricevimento per festeggiare i
promossi…bene! Questo voleva dire musica, cibo e casino! E quando si
trattava di fare casino lui era sempre in prima fila! Eh eh! E magari
sarebbe riuscito a prendere in disparte Squall…ma cosa andava a pensare!
Ok, d’accordo, doveva ammetterlo: Squall gli piaceva! Ma se glielo avesse
detto, quella sottospecie di orso sarebbe stato capace di tagliarlo a
fettine col suo prezioso Gunblade…ecco, questo lato del carattere di
Squall lo faceva imbestialire: era sempre così distaccato che non si
capiva mai quello a cui pensava, e si andava a rischio di prenderle anche
per un motivo banalissimo! Bah!
Comunque era ultra contento; l’idea della festa lo attizzava
all’inverosimile, tanto che per un attimo si dimenticò persino del suo
amore segreto. Così si vestì e partì in direzione della mensa a far
colazione.
Nel frattempo pure Squall si era svegliato, ma il suo umore era dei più
neri: era il giorno della festa! E lui odiava le feste. C’erano sempre
troppe persone, e lui detestava anche stare in mezzo alla gente. Ma le sue
disgrazie non potevano certo permettersi di esaurirsi lì, e il nome della
sventura più grande che potesse capitargli gli si stampò subito in mente a
caratteri cubitali: RINOA! Quella gattamorta! Da quando l’aveva
incontrata, non faceva che stargli tra i piedi, combinando puntualmente
qualche casino che poi toccava a lui risistemare! Aveva tentato in tutti i
modi di fargli cambiare atteggiamento nei confronti della vita, e doveva
ammettere, anche se a malincuore, che ci era riuscita. Questo però non
toglieva che fosse una vera e propria piattola: ovunque andasse, lei era
sempre lì! Paragonata a lei, la tortura che gli avevano inflitto alla
prigione di Galbadia* era una sciocchezza. E così per lui non c’era mai
pace. Rassegnato, si infilò i primi abiti che gli capitarono sotto tiro e
partì verso la mensa.
Mensa; ore 9.00
Non mancava nessuno all’appello, erano tutti lì: Seifer stava discutendo
con una Quistis esasperata, Irvine vezzeggiava Selphie, e Rinoa
perseguitava Squall, il quale si stava sforzando al massimo per evitare di
esplodere dalla rabbia. Si vedeva lontano tre chilometri che era stufo
agro di Rinoa!
-Buongiorno!- salutò Zell tutto contento.
-Toh, chi si vede! Il gallinaccio…e stamattina mi sembra più vivace del
solito!- commentò sarcasticamente Seifer.
-Impiccati, Seifer!- lo rimbeccò Zell.
-Oh, ciao Zell! Che bello, adesso ci siamo tutti!!! Evvivaaaaa!- esultò
Selphie.
-Scusatemi un attimo, vado a prendere qualche sandwich!- annunciò il
ragazzo.
Si diresse verso il bancone della mensa e chiese:
-Ehi, è avanzato qualche panino?!?-
-Oh, Zell! Sei tu! Mi dispiace, i panini sono terminati! Prova più tardi.-
gli disse la donna che stava dietro il banco.
-Accidenti! La mia solita sfortuna!- si arrabbiò il biondino, dirigendosi
verso il suo gruppo.
-Ti è andata male, eh?- ridacchiò Seifer.
-Tieni, Zell…ti do io un pezzo del mio panino.-
Tutti rimasero interdetti, non tanto per il contenuto della frase, quanto
per chi l’aveva pronunciata: Squall!!! Incredibile, Mister Orso aveva
offerto metà panino ad un amico: era un avvenimento da segnare sul
calendario!
-Squall, sicuro di star bene?- domandò un Irvine parecchio preoccupato.
-Mai stato meglio!- gli rispose l’altro.
-Se lo dici tu…-
-Senti Squall…tu ci vieni alla festa, stasera?- saltò su Rinoa.
-Sì…mi tocca…- le rispose lui.
-Allora ci vieni con me!- esultò la ragazza, felice.
-Scordatelo! Io con te non vado proprio da nessuna parte!- la aggredì lui.
Per tutta risposta “Miss Gattamorta” si mise a frignare. Dio, quanto lo
indisponeva! Non la sopportava veramente più…ma adesso, per colpa di
quella scervellata, avrebbe dovuto sorbirsi i rimproveri di Quistis, che
infatti non tardarono ad arrivare!
-Sei veramente insensibile!-
-Senti, Quis…ho tentato di farglielo capire in tutti i modi: lei NON MI
PIACE! Non la sopporto! Mi sta sempre addosso! È una tortura, una
disgrazia, una piaga! Non la reggo!- si sfogò Squall, che poi si alzò e
uscì a passo sostenuto dalla mensa, mentre gli altri lo guardavano
allontanarsi con gli occhi fuori dalle orbite.
Dormitorio; Stanza di Squall; ore 9.30
Possibile? No, molto probabilmente qualche spirito lo perseguitava,
altrimenti non si sarebbe spiegato quell’eccesso di sfortuna. Rinoa aveva
passato ogni limite! Mettersi a piangere per un rifiuto quando sapeva
benissimo che a lui, di lei, non importava niente di niente! Era stato
costretto a tirarla fuori dai guai un mucchio di volte, durante la loro
missione, questo è vero, ma se si era illusa di qualcosa… e poi non lo
aveva certo fatto per sua volontà, quanto più per volontà del preside.
Fosse stato per lui, avrebbe lasciato che quella sventata se la
sbrogliasse da sola! Figuriamoci! Soltanto non voleva rischiare di venir
degradato, visto che lui viveva dei frutti di questo suo lavoro, e se il
suo rango si fosse abbassato, sarebbe diminuito il suo stipendio…oddio!
Diciamo che aveva anche avuto compassione di quella povera ragazza, ma a
livello sentimentale non gliene importava!!!! Invece tutti cercavano di
farli mettere insieme, pretendevano di fargliela piacere a tutti i costi,
e a lui questo non andava giù! Anche perché, in quel periodo, si stava
sinceramente chiedendo se non stava per caso diventando gay…se prima le
ragazze almeno un poco lo attiravano, adesso lo lasciavano del tutto
indifferente, mentre certi ragazzi, specie nel suo gruppo…diciamo che
erano decisamente carini! Waaaah! Ma che stava andando a pensare adesso???
Cosa gli prendeva? Non si riconosceva più…”Squall Leonhart impavido
guerriero Seed” aveva forse lasciato il posto a “Squall Leonhart ragazzino
innamorato”? Il pensiero lo disgustava! Ma non poteva fare assolutamente
nulla…solo tentare di capire quando era cominciato tutto questo. Si stese
sul letto e prese a fissare il soffitto, rimuginando a fondo sulla sua
condizione, cercando di andare indietro nel tempo con la mente, cercando
colui che gli aveva rubato l’anima…già, perché sapeva che c’era qualcuno
nel suo cuore, ma non riusciva ad individuarlo…com’era complicato l’amore.
Tanto più che in quei momenti emergeva il suo vero io, il diciassettenne,
l’adolescente, un ragazzo bisognoso di affetto…la maschera del guerriero
cadeva, facendolo sentire tremendamente vulnerabile.
L’insistente bussare alla porta lo fece riscuotere. Di malavoglia andò ad
aprire la porta, e Zell fece il suo ingresso nella camera.
-Ciao Squall. Tutto bene?- chiese.
-Arriva al dunque, Zell!- tagliò corto l’altro.
-Cosa diavolo ti è preso prima?-
-Non ne voglio parlare.-
-Ti aiuterebbe.-
-Chi se ne frega!-
-Eddai, Squall…non fare così!-
-Non sopporto la gente che mi costringe a parlare contro la mia volontà.-
-Va bene. Vorrà dire che mi limiterò a starmene qui in piedi ad aspettare
finchè non sentirai che hai voglia di comunicare.-
Dormitorio; Stanza di Zell; ore 11.00
Si sentiva sconvolto. Mister Orso aveva completamente sbroccato! Era
perfino riuscito a mettergli paura, il che era grave. Gli aveva detto un
sacco di cose, in pratica aveva inveito contro Rinoa per tutto il tempo.
-Sei testardo.- gli aveva detto Squall.
-Già!-
-Visto che proprio vuoi sapere cos’ho, ti accontento. Non ce la faccio
più! Non riesco più a sopportare quell’oca giuliva di Rinoa. È un
tormento. Se penso che abbiamo rischiato di rimetterci la pellaccia un
sacco di volte, per salvarla…brrr!-
-Mio Dio! Come puoi dire delle cose tanto cattive?-
-E il peggio è che tutti voi state tentando di farci mettere insieme,
dannazione! Io la odio, la detesto con tutto me stesso, non la voglio più
vedere!- aveva continuato l’altro, ignorandolo.
Zell ricordava bene che all’inizio della loro missione c’erano stati degli
screzi tra Squall e Rinoa, ma pensava che fossero stati superati…invece
Squall aveva continuato a serbarle rancore.
-Ma perché la detesti tanto?- aveva chiesto.
-Perché quella stupida ha sempre preso tutto come un gioco, non ha mai
afferrato la gravità della situazione e ha combinato casini…come se non
bastasse poi dovevamo arrivare noi a salvare la “principessina”!-
-Senti, era la nostra missione, dovevamo liberare Timber.-
-No, dovevamo fare da balia a Miss Ochetta!-
-Ma va là!-
-Senti, lasciamo perdere! E comunque stasera alla festa non ci vengo! Non
ho nessuna voglia di vedere quella tipa.-
-NO! Ti prego, vieni! E poi sei il comandante! Fallo per me!-
-Cosa dovrei fare per te? Farmi torturare i timpani per tutta la sera da
“quella là”?-
-Ma dai! Per piacere!!!-
-QUANDO DICO DI NO È NO E NO RIMARRÀ! NE HO GIÀ ABBASTANZA DI RINOA COSÌ,
SOPPORTARLA ANCHE ALLA FESTA È FUORI DISCUSSIONE!-
E con quello Squall aveva considerato chiuso il discorso e lo aveva
“gentilmente” spinto fuori della porta! Ma figuriamoci se lui, Zell Dintch,
si sarebbe arreso per così poco! Beh, a dire il vero non poteva fare
nulla…Se Mister Orso aveva deciso che alla festa non avrebbe messo piede,
non c’era nulla che lui o gli altri potessero fare…c’era solo da sperare
che il preside venisse a conoscenza di questo capriccio del comandante e
lo convincesse una volta per tutte.
Dormitorio; Stanza di Squall; ore 11.00
Bene, Zell se n’era andato! Che palle! Era stufo di dover rendere conto a
mezzo mondo delle sue azioni! Se lui non sopportava Rinoa aveva le sue
ragioni, era inutile che gli altri indagassero. Ma il ragazzo non fece a
tempo di finire di ragionare sulla situazione che di nuovo qualcuno bussò
alla porta, e stavolta si trattava di Quistis, che entrò e si accomodò sul
letto.
-Squall, ma sei sicuro di star bene?-
-Anche tu! So già quello che vuoi dirmi, quindi fammi un favore: vattene!
Non basteranno le vostre argomentazioni a farmi cambiare idea sul conto di
quella smorfiosa!-
-Ma è una ragazza così dolce e sensibile…-
-Ecco! Stai tentando di farmi cambiare opinione su di lei, vero? Beh,
caschi male! Ha sempre preteso di voler cambiare il mio modo di essere. Da
una parte ci è riuscita, adesso mi sento bene stando con voi e lo accetto,
ma dall’altra non sopporto chi, senza sapere nulla di me e di quello che
ho passato, venga ad accusarmi di vivere in modo sbagliato! E poi…bah, è
inutile che ti dica altro!-
-Ma oggi, in mensa, ti sei comportato male!-
-No! Ho semplicemente detto come stavano le cose! Visto che con le buone
non ha capito che non mi interessa, ho provato con le cattive.-
-Pensala come ti pare! Comunque non farti venire strane idee riguardo alla
festa. Ci devi venire perché è un tuo dovere!-
-Non me ne frega un tubo! Non ci vengo, punto e basta!-
-Beh, non ho altro da dirti Squall.- dichiarò Quistis, e uscì dalla
stanza.
Presidenza; ore 11.30
Squall entrò nell’ufficio del preside. Cid lo stava aspettando, seduto
dietro la sua scrivania.
-Accomodati, Squall!-
-Mi voleva parlare?-
-Sì. Mi è stato riferito da Quistis che hai molti problemi con Rinoa. Ora,
non voglio impicciarmi dei tuoi affari personali, voglio solo che tu sia
presente alla festa di stasera, dato che la signorina Trepe mi ha detto
anche che tu non ci vuoi proprio andare.-
-Signor preside, cerchi di capirmi! Sono assediato da Rinoa, quella
pretenderà di starmi appiccicata per tutta la sera, e io non voglio
assolutamente farmi vedere assieme a lei.-
-Allora mettiamola cosi, ragazzo: è un ordine! Tu andrai a quel dannato
ricevimento, che ti piaccia o meno!-
-D’accordo…-
-Bene, puoi andare!- ordinò il preside Cid.
Mensa; ore 12.00
-Si mangia!- esultò Zell, ancora più elettrizzato del solito.
Tutti si erano riuniti in mensa. Beh, tutti eccetto Squall.
-Ma cosa gli è successo?- si informò Selphie, col faccino preoccupato.
-Non lo so. Ce l’ha con Rinoa per qualche motivo che non ci vuol dire.-
spiegò Zell.
-Io proprio non capisco! Non gli ho fatto niente!- frignò Rinoa.
-Beh, questo non si può certo dire…gli dai la caccia giorno e notte, lo
pedini, lo assilli!- le fece notare Irvine.
-Ma voglio solo fargli capire che gli voglio bene!- protestò Rinoa.
-Senti, Rinoa-chan! Capisco che ti piaccia, ma stai veramente esagerando.
Lo hai fatto andare in esaurimento nervoso!- le disse Seifer.
-Ma lui non si vuole mettere con me, per questo continuo a insistere!-
spiegò la ragazza dai capelli corvini.
-Evidentemente lo hai infastidito. Se già prima non gli interessavi, ora
ti odia! Mi dispiace Rinoa, ma è meglio che te la metti via!- sostenne
Quistis.
-Ma…- fece per replicare Rinoa.
-Hanno ragione. Trovati un altro ragazzo. Qui al Garden ce n’è in
quantità. I primi tempi sarà difficile, ma non puoi continuare a dare
fastidio a Squall. Se non gli piaci, non è comportandoti in questo modo
che attirerai la sua attenzione.- concluse Selphie.
-Avete finito di parlare di me?- chiese Squall, sbucato da chissà dove,
con un’aria imbronciatissima.
-Cosa? E chi stava parlando di te?- disse Zell facendo il finto tonto.
-Senti Zell, non è proprio giornata. Quindi vedi di non prendermi in giro
se non vuoi un colpo di Gunblade.- lo zittì il brunetto.
-Qualcosa non va?- si preoccupò Irvine.
-Come può un’idea tanto scema sfiorarti la mente?- lo rimbeccò Squall
sardonicamente.
-Smettila di ironizzare!- lo rimproverò il cowboy.
-Lasciamo perdere. Piuttosto, Quistis…COSA TI È SALTATO DI ANDARE A FARE
LA SPIA AL PRESIDE???- urlò Squall, inviperito.
-Tu devi adempiere ai tuoi sacrosanti doveri di comandante, ma visto che
ti conosco abbastanza da sapere che quando ti impunti non si può farti
cambiare idea…beh, fare la spia mi è sembrata l’unica soluzione. Mi
dispiace, ma se è un tuo compito…- spiegò Quistis.
-Va bene, va bene, ho capito! Tanto Cid mi ha costretto a venire!- sospirò
Squall.
Dormitorio; Stanza di Squall; ore 17.30
Squall si riscosse dal sonno. Cavoli! Erano quattro ore che dormiva. Ma
del resto un pisolino era d’obbligo, visto e considerato che i
festeggiamenti si sarebbero protratti fino ad un orario impossibile…si
augurava solo di non addormentarsi da qualche parte, quella sera,
altrimenti avrebbe rischiato di essere scoperto e di cadere, quindi, nel
ridicolo.
Si alzò dal letto e si diresse verso l’armadio: la sua divisa da Seed lo
stava aspettando su un gruccia, protetta da una specie di sacco di nylon
trasparente. Era dall’anno prima che non la indossava, un po’ a causa
della missione contro Artemisia, un po’ perché quando stava al Garden
preferiva di gran lunga muoversi in borghese, in quanto l’uniforme lo
impicciava parecchio nei movimenti. Ancora immerso nei pensieri l’estrasse
dal guardaroba, si liberò del sacco di nylon e della gruccia, e l’appoggiò
con delicatezza sul letto. Gli veniva male solo a pensare che ci avrebbe
messo quasi mezz’ora per indossarla, considerata l’innumerevole quantità
di alamari che doveva allacciare. Mezz’ora??? Era in ritardooo!!!!!! La
festa cominciava alle 19.00 ed erano le 17.30! Doveva lavarsi, vestirsi,
pettinarsi ecc…
Detto fatto, si sfilò in fretta e furia i vestiti, lanciandoli a destra e
a manca per liberarsene, scagliò gli anfibi in un angolo e, completamente
nudo, fece per precipitarsi in bagno quando…
-SQUAAAAALL!-
Zell entrò in camera sua senza bussare (la porta non oppose resistenza
visto che non era chiusa a chiave) e la scena che gli si parò davanti fu
la seguente: Squall, nudo come un verme, era bloccato a mezz’aria nel
tentativo di raggiungere il bagno, e lo guardava con un’espressione
indecifrabile, un misto tra ira feroce e imbarazzo.
-Oddio! Scusami! Adesso esco! Perdono!- si scusò Zell, fuggendo verso
l’uscio, in preda a una crisi respiratoria e ad una improvvisa
tachicardia.
Nel frattempo, quel povero cristiano di Squall era ancora là, mezzo
inebetito…se guai fosse riuscito a mettere le mani su Zell…GRRRR! Lui e il
suo maledetto vizio di entrare nelle camere altrui senza chieder
permesso…ma glielo avrebbe fatto passare a calci nel deretano, il
malcostume!
Quando, un quarto d’ora più tardi riuscì a uscire dal suo stato di
paralisi, si infilò nel bagno e si immerse in una bella vasca di acqua
fumante, sperando così di obliare il pensiero della scena di poco prima.
Certo però che nell’acqua si stava davvero bene…peccato doverne uscire per
andare a farsi sfondare i timpani da Rinoa Heartilly. Beh, già l’aveva
trattata come si doveva a colazione, farlo una seconda volta non gli
avrebbe creato problemi di sorta.
Dormitorio: Stanza di Zell; ore 17.45
Non ci poteva credere…aveva visto Squall nudo…WAAAAAAAAAH! Per fortuna gli
si era bloccata la tachicardia…però aveva ancora la bava alla
bocca…d’altronde non capitava tutti i giorni di poter ammirare come mamma
l’aveva fatto un ragazzo del genere…che pelle chiara e che muscoli…per non
parlare poi di quei due occhi freddi come ghiaccio che lo avevano fissato
arrabbiati e imbarazzati…sarebbe potuto svenire! E per fortuna aveva vinto
l’istinto di saltargli addosso in preda ad un desiderio irrefrenabile di
farlo suo. Tsk! Certo, fare suo Mister Orso, Squall Stoneheart (che
soprannome deficiente che gli ho affibbiato! N.d.Selphie)!
Comunque era convinto che il guadagno che avrebbe potuto trarre da una
simile esperienza era minimo, visto e considerato che ora l’amico non gli
avrebbe mai più rivolto la parola…ma possibile che in amore dovesse sempre
essere così sfigato??? Che ingiustizia!
Per consolarsi pensò alla innumerevole quantità di superalcolici che
avrebbe potuto trangugiare per dimenticare le sue ielle di lì a poche ore.
Per lo meno alla festa si sarebbe distratto, però…lui aveva deciso che
quella sera avrebbe aperto il suo cuore a Mister Orso, solo che adesso il
piano andava in fumo…Non trovando di meglio da fare si infilò l’uniforme,
dato che si era già lavato, e poi uscì per dirigersi verso il salone dove
si sarebbe svolto il ricevimento…c’era sempre un gran daffare: luci da
sistemare, sedie da aggiungere, festoni caduti da riattaccare al
soffitto…almeno avrebbe dato una mano e sarebbe stato d’aiuto!
Dormitorio; Stanza di Squall; ore 18.45
Fatto! Ora che anche l’ultimo alamaro era a posto, il suo aspetto era
davvero impeccabile e, nonostante i suoi diciassette anni, aveva tutta
l’aria del comandante. Ma anche se esternamente appariva tranquillo,
dentro di sé urlava. La sua voglia di entrare nel grande salone illuminato
e di dare il via alle danze veniva meno man mano che si avvicinava l’ora
X. Già, e la notizia che sarebbe stato lui ad aprire i festeggiamenti
dando il via al primo ballo (nozione, questa, appresa solo dieci minuti
prima) lo aveva reso ancora più nervoso di quello che già era. Infatti per
ballare bisogna necessariamente essere in due, e visto e considerato che
Selphie ballava con Irvine e Quistis con Seifer (tra quei due stava
nascendo qualcosa, era evidente…) l’unica che restava era lei, RINOA.
Agghiacciante! Se non avesse trovato al più presto una sostituta…ma chi?
Ma certo, che idiota a non pensarci prima: Shu!!! Sapeva dove trovarla:
ogni anno, infatti, dava una mano ad organizzare quella speciale serata,
quindi l’avrebbe sicuramente trovata nel salone! Se non fosse già stata
occupata…eh eh! Alla faccia di Rinoa! Tuttavia era consapevole del fatto
che non era con Shu che voleva ballare, ma con un qualcun altro, quel
ragazzo che lo aveva fatto innamorare e che ora aveva un volto: Zell! Dio,
quanto gli sarebbe piaciuto poter volteggiare con lui sulla pista da
ballo, stringerlo tra le braccia e guidarlo nella danza…tutte fantasie
naturalmente irrealizzabili perché, se anche l’interessato fosse stato
consenziente (cosa secondo Squall assai ardua), non avrebbe potuto fare la
figura del gay, quale effettivamente era, davanti a tutta l’accademia,
preside compreso (a meno che quest’ultimo non se ne fosse già reso conto,
cosa anche probabile visto che, sotto quell’aria da comune uomo di mezza
età, si nascondeva un cervello degno di un genio). Avrebbe dovuto
rinunciare a ballare con l’unica persona che gli faceva venire voglia di
farlo, tutto per dar ulteriore prova del suo buon nome…che mondo ingiusto.
Già, ma quando mai il mondo era stato giusto?
Accantonando tutte le sue riflessioni, che non gli sarebbero servite a
nulla se non a far aumentare la sua emicrania, si specchiò un’ultima volta
per controllare di essere a posto e poi uscì dalla camera diretto verso il
salone.
Salone; ore 18.55
Shu stava controllando che tutto fosse pronto, giacché di lì a cinque
minuti la festa avrebbe avuto inizio. Stava ancora dando suggerimenti a un
ragazzo su come sistemare meglio una lanterna di carta, che si era
staccata dal soffitto, quando si accorse che qualcuno le aveva posato la
mano sulla spalla: per riflesso si voltò di scatto.
-Ah, sei tu Squall!- sospirò lei, sollevata.
-Ciao Shu. Come te la passi?- le chiese lui.
-Oh, bene grazie! Ho saputo che devi aprire le danze!-
-Già. Volevo parlarti proprio di questo. Non me la sento di farlo con
Rinoa, capisci? Quella si metterebbe subito in testa qualche idea strana,
e la cosa sinceramente non mi va, visto che so che sarebbe capace di
andare a dire in giro che io e lei stiamo insieme, il che non è affatto
vero. Quindi mi chiedevo se ti andava di prendere il suo posto.-
-Molto gentile, Squall…tanto più che non ho il cavaliere. Beh, non che
avessi molto tempo per cercarmene uno, con tutta la serata da organizzare
e il compito di far da supporto ai cadetti esaminati.-
-Allora sarai la mia dama, ma ti avverto: vale solo per il primo ballo,
visto che non sono capace di mettere in fila tre passi e che non ho
intenzione di umiliarmi oltre. Troverai sicuramente un ragazzo
disponibile, tanto più che sei molto carina…-
-Ah, mi fai diventare rossa. Comunque sei strano, stasera. Sei riuscito a
mettere insieme un discorso e a non parlare per monosillabi! Meglio per
te.-
Hall; ore 18.55
Zell stava tornando verso il salone dopo essersi recato in bagno (la sua
vescica minacciava di scoppiare, più che altro per la tensione). Era un
pelo abbacchiato, specie per via della scena che aveva potuto gustarsi in
camera di Squall…lo conosceva fin troppo bene, ed era certo che adesso
fosse nascosto da qualche parte a meditar vendetta e a cercare di scovare
nella sua mente perversa tutte le peggiori torture da infliggergli. Sigh!
Altro che seratina romantica e dichiarazioni al chiaro di luna…bah, basta
pensare a queste cose, sennò poi andava a finire che si deprimeva!
Camminando gettava occhiatine furtive qua e là, per assicurarsi di non
vedere il suo “futuro aguzzino” in circolazione. Fu proprio grazie a
questo suo guardarsi attorno che poté assistere ad un’altra scenetta
proprio niente male: su una panchina era seduta una coppia intenta a
baciarsi, ma non una coppia qualunque, bensì Seifer e Quistis!!! Zell
scosse la testa: non era proprio la sua giornata fortunata. Se per sbaglio
Seifer si fosse accorto che lui lo stava osservando…
Salone, ore 19.30
Squall scese dal palco, dopo aver tenuto il discorso di apertura della
festa. Niente di speciale, si era solo limitato a fare le sue
congratulazioni a tutti i nuovi membri della Seed, nominandoli uno per
uno. Al suo monologo era seguito un scroscio di applausi, quindi il
preside aveva preso il suo posto e lo aveva invitato a scendere in pista
con la sua compagna per dare il via alle danze. Rinoa aveva un gran
sorriso stampato in faccia, sicura com’era che Squall avrebbe scelto lei,
ed infatti il giovane stava camminando nella sua direzione. Cambiò però
completamente espressione quando il ragazzo tese la mano a Shu, che
attendeva in piedi vicino a lei. Toccò al morettino, stavolta, sorridere
in direzione di Miss Gattamorta, prima di trascinare Shu in un vortice di
volteggi, mentre l’orchestra diffondeva nell’aria le allegre note di un
valzer. Zell, nel frattempo, si stava rodendo per la gelosia. Avrebbe
pagato oro per essere al posto di Shu: cos’aveva in più di lui? Beh, forse
il solo fatto che fosse una donna bastava. Però lui era molto più
simpatico, casinista e allegro di lei. Non aveva niente contro Shu, anzi:
la trovava una bella ragazza, però il fatto che in quel momento stava con
Squall lo stava facendo infuriare. E peggio ancora, questa sua rabbia lo
faceva sentire in colpa: non aveva diritto di incavolarsi, dopo
l’incresciosa situazione di quel pomeriggio, e tantomeno poteva pretendere
che LUI rinunciasse a divertirsi con una bella pulzella soltanto per un
suo capriccio insensato. Insomma, il nostro povero Zell si sentiva uno
schifo, in tutti i modi in cui uno può sentirsi uno schifo. Solo la gran
quantità di superalcolici di varia natura pareva interessarlo. Così,
mentre la pista da ballo cominciava pian piano ad affollarsi, buttò giù un
paio di bicchieri. Non voleva ubriacarsi, perché aveva deciso che ci
avrebbe provato comunque, sfidando le ire di Mister Orso, e si sa che
quando uno è alticcio spara cavolate a manico: ovvio quindi che LUI non
l’avrebbe mai preso sul serio, se si fosse dimostrato brillo! Già, per una
volta si sarebbe trattenuto, tutt’al più si sarebbe sfogato dopo il
rifiuto che, ne era certo, Squall gli avrebbe riservato.
Terrazza; ore 22.30
Era distrutto. Rischiava di crollare da un momento all’altro! Mai in vita
sua aveva ballato così tanto. Già, molte ragazzine gli avevano chiesto di
far loro da cavaliere, anche se per un solo giro di valzer e lui, non
potendo sottrarsi ai suoi doveri, era stato costretto ad accettare. Ormai
se la cavava benissimo in pista, se non altro perché aveva ripetuto decine
di volte gli stessi movimenti. E per di più aveva danzato con quasi tutte
le ragazze della scuola, mentre Irvine lo guardava torvo. Beh, non era
colpa sua se attirava le donne peggio che il miele con le mosche! Però era
triste…Zell non gli aveva nemmeno rivolto la parola, erano ore che se ne
stava a chiacchierare del più e del meno con altri ragazzi e con molte
ragazze, che lui invidiava oltre ogni dire: ma non lo volevano mica capire
che Zell era SUO? Eh sì, buonanotte! Suo un cavolo. D’altra parte Squall
non aveva il coraggio di prenderlo in disparte e confessargli tutto, non
avrebbe retto un “no”, quindi si era deciso ad aspettare che fosse lui a
fare la prima mossa, sempre che fosse “dell’altra sponda”…e su questo
ultimo aspetto non sarebbe stato affatto pronto a mettere la mano sul
fuoco.
Poi, all’improvviso…
-Squall, che ci fai qui?- gli chiese Selphie, sbucata da chissà dove.
-Niente, Selphie…mi stavo solo riposando un po’. È da tre ore che ballo
ininterrottamente!-
-Capisco. Volevo chiederti se ti andava di fare quattro salti con me, ma
se sei stanco…-
-Mi dispiace, ma proprio non me la sento. Ho i piedi a pezzi.-
-Ok, allora io me ne torno da Irvy! Ah, per curiosità: a chi concederai
l’onore del valzer finale?-
-COSA? Non dirmi che devo fare il pagliaccio anche per chiudere la
serata!-
-No, no! Tranquillo! Solo che quella dell’ultimo valzer è una tradizione!
Me lo ha detto il preside! Tu con chi ballerai?-
-Con nessuno…la persona che mi interessa non mi è ancora venuta a
cercare.-
-Ti riferisci a Rinoa?-
-Ma nemmeno per sogno! Lei è l’ultima della lista.-
-E allora chi aspetti? La conosciamo?-
-Uhm…sì, si può dire di sì…-
-Proprio non me lo vuoi confidare, il nome della fortunata?-
-Fortunato!-
-Eh? Si chiama Fortunato? Che brutto nome!-
-Ma no sciocchina! Cosa hai capito. Ti ho semplicemente corretta. Non è
una fortunata che aspetto, ma un fortunato…-
-Un ragazzo???-
-Sì…-
-Ma…ma allora tu…tu…tu sei…-
-Gay? Sì, sono gay…Problemi?- Squall cominciava a spazientirsi.
-No, figurati! Ma che vai a pensare! A me non importa un fico se ti
piacciono gli altri ragazzi e non le ragazze. Mi è solo sembrato un po’
strano, tutto qui. Guarda che io ho una mentalità aperta, sai?- gli fece
Selphie con un sorrisone che riuscì a tirarlo su di morale almeno un po’.
-Sai, Selphie…mi hai fatto tornare un po’ di buonumore. Grazie.-
-Ma figurati! Per me è un piacere aiutare gli amici. Anzi, sai che ti
dico? Vado a controllare che Zell non abbia bevuto troppo.-
-Per favore, non dirgli di venire qui! Lascia che sia lui a cercarmi.-
-Ok! Agli ordini, comandante!-
Detto questo la ragazza si dileguò, lasciando Squall in balia dei suoi
pensieri.
Salone; ore 23.00
Eccolo! Finalmente aveva trovato Zell! Selphie saltellò verso di lui, che
se ne stava seduto su una comoda poltroncina foderata di velluto blu
notte, con un bicchiere pieno in mano.
-ZEEEEEELL! Ciao!- lo salutò, facendogli andare la bibita di traverso.
-Uargh! Selphie…cough cough…sei tu…cough! Mi hai fatto…cough cough…venire
un accidente!- tossicchiò Zell, cercando di riprendersi e di assumere
un’aria composta.
-Tutto bene?-
-Diciamo che andava meglio prima!-
-Scusami se ti ho spaventato…non era mia intenzione!-
-Va bene, in fondo ho solo rischiato di strozzarmi.-
-Smettila di fare lo scemo!-
-Pensa per te!-
-Cosa stai bevendo?-
-Coca cola…perché?-
-Mah, così…per curiosità!-
-Sicura che non c’è niente sotto?-
-No! Solo che non mi piace quando ti ubriachi! Fai ancora più casino del
solito.-
-Beh, tanto è una festa, no?-
-Appunto! Per questo sono venuta. Mi chiedevo…con chi fai l’ultimo
valzer?-
-Se continua di questo passo, danzerò con il mio bicchiere.-
-Nessuna ti ha chiesto di ballare?-
-No…beh, non ho mai avuto fortuna con le donne!-
-E con gli uomini?-
-Eh?-
-Ah, no…no, niente…lascia perdere…fa finta che non abbia parlato!-
-Tsk! Tanto ho sentito benissimo quello che mi hai chiesto! E comunque
sono mai stato favorito dalla sorte nemmeno con i maschietti…-
-E come fai ad esserne sicuro?-
-Se te lo dicessi rideresti di me per tre secoli!-
-Non è vero!-
-Giura di non dirlo a nessuno!-
-Promesso. Dai, spara!-
-E va bene! Ecco…l’unico ragazzo che mi è mai interessato è un certo
comandante del Garden, hai presente quel musone coi capelli scuri e gli
occhi di ghiaccio?-
-Squall???-
-Appunto! Che speranze credi che abbia io con uno come lui?-
-Beh, non si può mai dire. Perché non ti fai avanti?-
-Per rimetterci i denti?-
-Sei stranamente pessimista! Comunque ti conviene provarci…al massimo ti
dice di no!-
-E sarebbe una tragedia!-
-Senti…non puoi essere sicuro di quello che prova lui per te…e poi,
conoscendolo, non sarebbe mai lui a fare la prima mossa! È troppo timido!-
-Mh…non so che fare!-
-Vai e buttati! Ci si vede!-
-Ehi Selphie! Aspetta! Dove vai? Torna qui!!!-
Tutto inutile! Quella testarda non lo avrebbe ascoltato. Lo aveva lasciato
solo con il suo dilemma. Bene, Zell Dintch non si sarebbe tirato indietro!
Sarebbe andato fino in fondo. Avrebbe aspettato che arrivasse il momento
dell’ultimo ballo, e poi…beh, si augurava solo una buona dose di fortuna!
Terrazza; ore 23.45
Zell trasse un profondo respiro, quindi scostò la tenda che separava il
salone dalla terrazza e uscì. Squall se ne stava affacciato da quel
balcone, con i gomiti poggiati alla balaustra di pietra, e non pareva
essersi accorto di nulla. Approfittando di questa momentanea distrazione,
Zell gli si accostò di soppiatto e, quando fu abbastanza vicino, allungò
le braccia verso di lui e gli mise le mani sugli occhi, facendolo
trasalire.
-Indovina chi è?- rise poi.
-Zell!!! Sei tu! Ti prego, levami le mani dagli occhi, o rischio di cadere
giù!-
-Ok Squall!- acconsentì quello, prima di fare quanto gli era stato
ordinato.
-Beh, che ci fai qui? Non sei a goderti la festa?-
-Chi, io? Tsk! Figurati. Le bevande alcoliche non sono poi questo granché,
la musica è sempre uguale e nessuna ragazza mi ha chiesto di ballare…beh,
nessuna tranne Rinoa! Era talmente sconvolta! È incavolatissima perché non
hai scelto lei ma Shu per il primo valzer. Comunque mi sono rifiutato…non
mi andava…e tu? Cosa stai combinando qui? Sono quasi due ore che te ne
stai qui in terrazza. Non ti annoi?-
-Mh…veramente mi sto rompendo…però sono il comandante e devo rimanere in
zona. Ma se sto qui, perlomeno non sarò attaccato da una torma di
ragazzine urlanti che venderebbero la madre pur di ballare con il
sottoscritto.-
Squall fece appena in tempo a finire di parlare che dalla sala arrivarono
le note dell’ultimo ballo della serata, quello che precedeva il grande
spettacolo pirotecnico. Zell, elettrizzato, colse la palla al balzo: prese
per mano l’amico e cominciò a volteggiare, ridendo.
-Zell, stai bene?-
-Sì, tranquillo. Solo che non è giusto…stasera hai ballato con tutti
fuorché con il sottoscritto! E adesso è arrivato il mio turno.- e così
dicendo appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, che da parte sua se ne
stava immobile, pietrificato.
Aveva sentito bene? Zell voleva fare un giro di valzer con lui? Meglio
prendere una decisione alla svelta, prima che finisse la musica!
Imbarazzatissimo e rosso come un peperone, Squall passò un braccio attorno
alla vita di Zell, che arrossì a sua volta. Anche se c’era la tenda, le
note arrivavano loro in maniera chiarissima. Pian piano iniziarono a
muoversi a tempo: dapprima fu un dondolarsi appena accennato ma poi la
melodia li travolse e si lanciarono, abbandonando ogni inibizione.
-Sai…mi vergogno un po’…tu sei così alto…io invece sono un nanerottolo!-
-Non dire scemate, Zell! E poi penso che…se tu fossi più alto…perderesti
la metà del tuo…fascino…-
-Davvero? Oh, ma guarda! Sei diventato tutto rosso! Che carino!-
A sentire queste parole il povero Squall, già imbarazzato di suo, si agitò
ancora di più, tanto che incespicò da qualche parte e cadde in avanti,
spingendo Zell contro la ringhiera del terrazzo e finendogli contro. I
loro visi si trovarono a cinque centimetri di distanza e non passò che
qualche secondo che le loro labbra erano già incollate a quelle
dell’altro. Purtroppo in quel mentre la musica cessò e il rumore dei
fuochi artificiali riempì l’aria, mentre il cielo si illuminava di mille
bagliori diversi.
Squall, come riscossosi da uno stato di incoscienza, si separò da Zell.
-Scusami.- gli mormorò appena, prima di voltarsi e dirigersi verso la
tenda, varcare la soglia e sparire dalla vista dell’altro.
SABATO
Dormitorio; Stanza di Zell; ore 0.30
Se ne stava seduto sul letto, lo sguardo vacuo e la testa vuota. L’unica
cosa che gli tornava in testa era il momento in cui Squall se n’era
andato, e lui che non aveva fatto niente per fermarlo. Ma era deficiente o
cosa? Il suo ragazzo dei sogni lo aveva appena baciato, poi era sparito e
lui non aveva mosso un solo dito per bloccarlo, per impedirgli di
allontanarsi ora che si erano avvicinati così tanto…Però scemo anche
Squall: prima gli faceva credere di essersi innamorato di lui e poi si
volatilizzava…la “Sfiga di Zell” aveva colpito ancora. O forse no? L’unica
possibilità per mettersi definitivamente l’anima in pace era quella di
andare a chiarire le cose col diretto interessato…peccato che il diretto
interessato fosse una persona poco incline alle lunghe conversazioni! Per
non parlare poi del suo caratteraccio! Ma Zell teneva veramente troppo a
Squall perciò, dopo molte indecisioni e tentennamenti, si levò la divisa,
si infilò jeans e maglietta e uscì dalla sua stanza per andare a ficcarsi
nella tana del leone.
Dormitorio; Stanza di Squall; ore 1.00
Era da circa un’ora che se ne stava seduto sul letto a darsi del cretino.
Già, perché quello era: il cretino numero uno sulla faccia dell’intera
galassia. Probabilmente se avessero istituito un concorso per trovare
Mister Stronzo gli avrebbero impedito di partecipare, se non altro per
evitare che tutti gli altri concorrenti fossero subito eliminati. E ora
chissà Zell quanto stava male per colpa sua. Non capiva nemmeno perché se
l’era squagliata: inizialmente gli era sembrata la cosa migliore da fare,
aveva avuto paura che l’amico non avesse gradito troppo quel bacio. Poi
però, ripensandoci, non aveva fatto altro che sentirsi un idiota. E lui
detestava sentirsi idiota: la cosa lo irritava da matti. Così, quando
bussarono alla porta, il suo malumore toccò vette spaventose.
-Chi è?- ringhiò.
-Sono…Zell. Mi apri, per favore?-
Col cuore che batteva a tremila, Squall corse ad aprire e, senza proferir
parola, fece segno a Zell di accomodarsi.
-Vuoi parlarmi?- esordì il brunetto.
-Sì. Non capisco più nulla. Intendo di me…di te…di noi…-
-A chi lo dici!-
-Senti, non sto scherzando!-
-Immagino di sapere perché sei venuto. Non chiedermi spiegazioni per il
mio comportamento, perché nemmeno io capisco.-
-Ma di cosa hai avuto paura?-
-Ho temuto che tu…insomma, avevo paura che tu non avessi apprezzato…-
-Ma te lo ha mai spiegato nessuno che ci si bacia in due? Non avrei mai
ricambiato, se non avessi voluto. Non sono affatto arrendevole, e ormai
dovresti saperlo bene…se non avessi voluto ti avrei bloccato!-
-Hai ragione…sono stato scemo, eh?-
-Parecchio. Ma si può sempre rimediare.-
-E come?-
-Con un altro bacio, per esempio.-
-Ehi! Adesso non credere di approfittartene!-
-Non me ne sto approfittando. Te lo sto chiedendo: mi pare una domanda
legittima, tra ragazzi che si amano!-
-E chi ti ha detto che ti amo?-
-Nessuno, è solo una mia supposizione!-
-Azzeccata, tra l’altro.-
-Beh, complimenti! Potresti metterci un po’ più di romanticismo in questa
frase!!!-
-Ho intenzione di fare di meglio, Zell.- sorrise Squall maliziosamente.
Quindi si avvicinò a Zell e lo abbracciò così forte da togliergli il
respiro. Poi lo baciò con trasporto.
-Ti amo, Zell.-
-Anch’io.-
-Bene. Ma ricordati: tu sei solo mio, mio e di nessun altro…intesi?-
-Ok, ma lo stesso vale per te. Guarda che se ti trovo a fare lo svenevole
con Rinoa, un bel Meteostrike non te lo leva nessuno!-
-Tranquillo…-
Ci fu un attimo di silenzio, poi Squall…
-Ehm…Zell…c’è una cosa che ti dovrei chiedere…-
-Dimmi tutto, amore!-
-Amore? Comunque…vuoi dormire qui, stanotte?-
-Cosa hai intenzione di farmi???-
-Niente, scemo! Voglio solo che tu mi faccia compagnia!-
-Allora va bene…ma attento a dove metti le mani!-
-Sciocco…ma sei così carino quando giochi a fare quello che dà ordini!-
-Bene, visto che ti piace tanto…TUTTI A NANNA!-
-Ma così non vale…e poi è presto!-
-Ma sono quasi le due di notte! E tu me lo chiami “presto”?-
-E va bene, va bene! Ma solo perché oggi mi sento buono!-
Senza perdere altro tempo i due si infilarono sotto le coperte e spensero
la luce.
-Squall…-
-Mh?-
-Cosa ti piace di me?-
-Ma che razza di domande mi fai?!?-
-Rispondimi!-
-Beh, il tuo aspetto, la tua allegria, il tuo essere così casinista…quando
ci sei tu mi sembra tutto più bello. E di me cosa ti piace?-
-Tutto. Mi piaci perché sei così…così…speciale! Hai carattere, sei sempre
disponibile con chi ti sta a cuore, e poi sei pure un bel ragazzo…cosa
dovrei volere di più?-
-Grazie Zell.-
-E di cosa?-
-Dei complimenti.-
-Ma figurati.-
-Zell…me lo dai il bacio della buonanotte?-
-Che domanda scema! Mi sembra ovvio.-
E senza aspettare una qualche reazione da parte di Squall, Zell si
appropriò delle sue labbra, mentre con le mani giocherellava con i suoi
capelli.
Quando nessuno dei due ebbe più fiato, interruppero quel bacio e, stretti
in un caldo abbraccio, caddero in un sonno profondo, mentre anche il
Garden scivolava nel silenzio della notte stellata di Balamb.
OWARI
SELPHIE: Ehm…un paio di paroline prima di lasciarvi. Questa fic è dedicata
a tutti i miei amici (che non sto ad elencare, sarebbero troppi!), ma in
particolare al mio compagno di classe Mattia Gonella, col quale ho
litigato tutto l’anno per difendere il mio adorato Zelluccio!!!
ZELL: Grazie Selphie-chan…ma lo sai che assomigli proprio alla vera
Selphie?
SELPHIE: WAAAAAH! Grazie del complimento. Comunque colgo l’occasione per
salutare tutti i miei amici, che mi sopportano con infinita pazienza!
ZELL: E cosa dovremmo dire noi, allora? Come se non ti sopportassimo
abbastanza anche noi!
SQUALL: Sei solo una depravata che si diverte a usarci per soddisfare le
sue manie perverse!
SELPHIE: Statemi bene a sentire: io non ho manie perverse, è solo che era
da un pezzo che avevo intenzione di scrivere una fic decente su Final
Fantasy, e la coppia Squall/Zell mi piaceva! E comunque non lamentatevi
troppo, chiaro? Volete che vi rispedisca a combattere contro Adele?
ZELL: Per carità!
SELPHIE: E allora zitti e mosche! Un bacione a tutti quelli che hanno
avuto il coraggio di leggere fino in fondo questa mia storiella, senza
svenire prima, e a tutti quelli che mi fanno i complimenti! Se volete
complimentarvi o criticare, mi trovate al solito indirizzo (anche se
presto lo cambierò!!!)
V.V.T.B Selphie-chan
*= Sto parlando della tortura alla quale è stato sottoposto Squall nella
prigione Distretto D di Galbadia, all’inizio del secondo disco di Final
Fantasy VIII, subito dopo aver fallito l’attentato contro la strega Edea.
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