DEDICHE: alla sis Silene, sperando di restituirle il mood melassa che le serve per scrivere ^_^

DISCLAIMERS: i personaggi sono di Takehiko Inoue, la trama della storia invece è presa dall’omonima storia breve di Miho Obana.

NOTE 01: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati...tutto come sempre insomma!

NOTE 02: come sempre è tutto buttato a caso, non cercate riferimenti né temporali né di luogo né di nessun altro tipo!!!

NOTE 03: sia Hana che Kaede saranno OOC…e pure Sendoh ^^’’’

NOTE 04: visto che oggi mi sento buona...lieto fine per tutti!!!! FORSE…

 


Felicità illimitata

di Marty


L’aula risuonava del chiacchiericcio allegro dopo le lezioni.

C’erano le ragazze che ridendo spazzavano il pavimento, i ragazzi che dandosi pacche giocose sulle spalle parlavano della loro ultima conquista.

E poi c’era lui.

Kaede Rukawa.

L’idolo della scuola.

Stava seduto noncurante sul bordo della finestra, e guardava fuori con aria distratta.

“Kaede!” lo chiamò una voce.

Lui si voltò, e sul suo viso pallido apparve una luce calda.

“Torniamo insieme?” chiese un ragazzone dalla pelle dorata e i folti capelli rossi agitando un braccio per farsi notare.

‘Do’hao’ pensò il moro scotendo la testa e raggiungendolo.

Fuori dalla porta della classe c’erano gli amici del rossino.

“Ti dispiace se andiamo con loro per un pezzo?” chiese quest’ultimo.

“Nh” rispose eloquente Kaede, dopo averli salutati con un cenno.

Salutata allo stesso modo Ayako, che rimaneva in classe a finire le pulizie, il gruppetto si allontanò.

“Che bello Rukawa…” sussurrò con voce sognante Haruko, una delle loro compagne di classe.

“Peccato che un ragazzo così stupendo sia già impegnato con quell’energumeno.”

“Stai dicendo che Rukawa è stupendo?” chiese soffocando una risata Ayako.

“Ti sbagli. Avrà anche un bell’aspetto, ma quando apre bocca…è davvero tonto, sapete?”

***

“Ormai è quasi un anno e mezzo che state insieme, vero, Hana?” fece notare Yohei all’amico.

“Beh, sì, dall’estate del primo anno. Ti sembra che sia molto tempo?” domandò il rossino.

“Certo, io non riuscirei a resistere tanto!” rispose Okusu.

“Le tue fidanzate non ti sopportano più di un mese!” lo prese in giro Takamiya.

“Senti chi parla, uno che di fidanzate non ha mai visto neppure l’ombra!” ribatté l’altro, offeso.

“Ma non è noioso stare per così tanto tempo sempre con la stessa persona?” chiese Yohei.

“Tu che ne pensi, Kaede?” Hanamichi girò la domanda al moretto che camminava accanto a lui con lo sguardo perso nel vuoto.

“Kaede…” lo chiamò con voce morbida.

Kaede si fissava le mani, poi si fermò di colpo.

“Io…”

Hanamichi impallidì. Aveva assunto un tono così serio…

Poi il moro sollevò lo sguardo addormentato su di lui, mostrandogli le lunghe dita affusolate.

“…Ho dimenticato la cartella.”

“Ma a che diavolo pensi, Rukawa?!” sbottò Yohei, mentre rideva di gusto imitato dagli altri.

“Questo ragazzo è troppo distratto!”

“Meglio che lo tieni d’occhio, Hanamichi!” furono i commenti dei suoi amici.

Rosso come un peperone per l’imbarazzo, Hanamichi li invitò ad andare avanti da soli, mentre loro tornavano a scuola per recuperare la cartella del volpino.

***

POV Ru

Sono davvero tonto.

A volte il mio atteggiamento distratto e distaccato viene considerato un vantaggio, qualcosa di particolare, e molti ragazzi in passato mi si sono avvicinati per questo. Poi però, non appena si rendevano conto che ero davvero così, si allontanavano immediatamente. Solo Hanamichi non è così.

“Aspettami qui, vado a prendertela io.”

Hanamichi mi ama così come sono. Non ha mai cercato di cambiarmi. O almeno, questo è quello che credo io. Ma forse mi sbaglio…

***

Pensando ai sentimenti di Hanamichi, l’algido volpino non poté fare a meno di arrossire lievemente, vergognandosi di pensare a “quel” lato del loro rapporto che ancora non riuscivano a raggiungere.

In quel momento passò nel corridoio un bel ragazzo, molto alto, con i capelli sparati all’insù da un’ingente quantità di gel. Aveva un sorriso smagliante sul volto, che però si spense quando il suo sguardo incrociò quello di Kaede.

Nei suoi occhi si accese una luce molto intensa.

Poi passò oltre.

Hanamichi raggiunse il suo ragazzo con la sua cartella e insieme i due si diressero alla loro sala da tè preferita.

“Prima, all’ingresso”

Kaede inizio a parlare e poi si interruppe, guardando fuori e sorseggiando il suo tè.

Hanamichi non disse nulla, era abituato alle lunghe pause silenziose del moro.

Sapeva che parlava poco, e aveva bisogno dei suoi tempi per farlo.

Infatti, dopo qualche minuto, Kaede riprese da dove si era fermato.

“Un ragazzo del quarto anno mi ha guardato in modo intenso. Forse si è innamorato di me.”

“Un ragazzo?”

“Un ragazzo.”

I due, dopo questa “accesa” conversazione, continuarono in silenzio a bere il loro tè, tranquilli e paciosi, scambiandosi ogni tanto qualche commento sul tempo.

Una delle cameriere si avvicinò all’altra e le sussurrò “Guarda quei due ragazzi…così giovani e così silenziosi…”

L’altra annuì. “Sembra una coppia di vecchi coniugi!”

Non appena ebbe finito di sorseggiare la sua bevanda, Hanamichi si alzò.

“Vieni a casa mia?” chiese.

“Sì.”

***

POV Ru

I genitori di Hanamichi lavorano all’estero, e così lui vive solo. È un ragazzo responsabile e se la cava benissimo. È uno dei suo lati che mi piacciono tanto.

***

“Ciao, Guechompa! Ti ho portato la pappa” disse il moro accarezzando un bel gattone tigrato.

Il rossino, dopo aver dato da mangiare al gatto, si sdraiò sul divano, mentre Kaede sedette a terra con la schiena appoggiata allo stesso divano.

Hanamichi gli accarezzava i capelli, e lui faceva lo stesso con la bestiola che aveva in grembo.

Il programma che stavano guardando volgeva al termine, e così Hanamichi fece notare al moro che l’ultimo autobus sarebbe passato di lì a poco.

“Fa niente, tornerò in taxi” rispose l’altro scrollando le spalle.

“Ancora?! Ma così consumerai tutti i tuoi risparmi!”

“No. I miei mi danno i soldi per tornare da casa tua in taxi” spiegò brevemente il moro senza scomporsi.

“Ah! Quindi i tuoi mi hanno accettato come tuo ragazzo, alla fine, eh?” disse il rossino tutto baldanzoso.

Agli inizi il suo rapporto con i signori Rukawa era stato piuttosto burrascoso.

Ma li capiva, avevano scoperto che il figlio era gay e fidanzato lo stesso giorno!

“Avresti preferito che continuassero ad opporsi?” domandò Kaede.

“Assolutamente!” rispose Hanamichi felice, mentre lo stringeva a sé e si beava del profumo della sua pelle.

Anche quella serata era passata.

Rukawa salì nel taxi e, mentre ancora era voltato indietro salutando il suo ragazzo con la mano, disse “Allora, mi porti…”

“…dopo il tunnel, vero?”

Il moro sorpreso guardò il tassista. Era anziano, piuttosto robusto, coi capelli bianchi e dei tondi occhiali da vista sul naso.

Questi gli sorrise.

“Mi ricordo di te perché sei molto bella” gli disse “E poi ti ho riportato a casa tante volte. Quello è il tuo ragazzo?”

Kaede annuì.

“Capisco. Ah, come sono fortunati i giovani!” esclamò il vecchietto suonando il clacson.

***

POV Ru

È vero, prendo il taxi molto spesso, però è una strana coincidenza che mi sia capitato il suo più di una volta.

Che uomo bizzarro…

Vediamo, si chiama…Ryuji Anzai. Me lo ricorderò.

Anche se mi ha scambiato per una ragazza…

***

La mattina dopo, durante l’intervallo, Rukawa si diresse verso la classe di Hanamichi. Davanti ad essa, però, vi erano i suoi amici, che gli davano cameratesche pacche sulle spalle, fischiando e ripetendo “Ma come sei popolare!”

Hanamichi era imbarazzatissimo, e cercava disperatamente di farli stare zitti, ma sembrava non esserci verso.

“Ma non è Sakuragi, quello?” gli domandò Ayako che era con lui.

“Già” rispose Kaede, laconico.

“Che succede, qui?” domandò Ayako avvicinandosi al gruppetto.

“Ma niente…” cominciò a spiegare Yohei.

Al centro si trovava il ragazzo del quarto anno che Rukawa aveva notato il giorno prima. Solo che non sorrideva più, anzi aveva gli occhi lucidi.

“Rukawa, a me…piace Sakuragi!” esclamò lui, scoppiando a piangere.

*Non ti piacevo io allora, ma guarda* pensò il moro.

“So che sta con te, però…” continuò il senpai prima che un singhiozzo lo interrompesse.

Hanamichi si avvicinò all’orecchio di Kaede e gli sussurrò “Dice che vuole uscire con me solo per una settimana e poi mi lascerà in pace. È perché in quella settimana c’è il suo compleanno. E quando gli ho detto di no, si è disperato.”

“Capisco…” disse Kaede cogitabondo.

*Certo che Hanamichi deve piacergli davvero tanto, guarda come si è ridotto…* pensò tra sé.

“Beh, è una settimana. Perché non accetti?” domandò con tono piatto, rivolto al rosso.

“Davvero?” domandò il senpai tirando su col naso.

“Certo, divertitevi durante questa settimana” aggiunse Kaede accarezzando gli spuntoni sulla testa dell’altro.

“Kaede…” Hanamichi gli afferrò una manica.

“Ma che dici? Vuoi prendermi in giro?” gli sussurrò a denti stretti.

“Senti, è solo una settimana no? E poi è un fatto straordinario che il tuo fidanzato ti conceda di uscire con un altro, che per di più non è niente male. Quindi, sii contento.”

Il rossino chinò il capo.

“Ho capito. Va bene.”

“Fai il bravo” concluse il moro.

“Sei ancora in tempo a cambiare idea Kaede!” esclamò il rosso alzando la testa di scatto, ma il suo compagno se n’era già andato.

“Ma siete davvero una coppia?” chiese con tono ironico Yohei.

***

“Ma che succede? Rukawa, corri! Sakuragi sta flirtando con un altro ragazzo, sotto gli occhi di tutti!”

“Lo so Ayako, ho prestato Hanamichi a quel tipo per una settimana” spiegò laconico il volpino alla sua amica che lo fissava scioccata.

“Ma…sei sicuro che sia stata una buona idea?” domandò quella, dubbiosa.

“Quale?”

“Ma che hai fatto, Kaede? Non pensi che Hanamichi si senta usato e possa soffrirne?”

“…no, non ho pensato affatto a questo” rispose il moro guardandola sorpreso.

A lui era sembrata un’ottima idea.

***

“Allora, cosa ti piace fare?” Akira Sendoh, che aveva ritrovato il suo sorriso, camminava felice accanto al rossino, appuntandosi su un blocchetto le risposte che questo dava alle sue domande.

“Uhm…ascoltare musica”

“E qual è il tuo animale preferito?”

“I gatti!” rispose questo senza dubitare neanche per un momento.

“Ne hai uno?” domandò quindi il senpai.

“Sì, si chiama Guechompa, lo ha raccolto Kaede per strada. Pensa, abbiamo iniziato ad uscire insieme proprio grazie al gatto.”

Hanamichi non si accorse della tristezza che oscurò lo sguardo del moro accanto a lui, a quelle parole.

Accorgendosi però del silenzio, guardò Akira, che però scrollò le spalle e sorrise di nuovo.

“Va bene, i gatti allora. E qual è il tuo piatto preferito?” disse, cambiando argomento.

“Mangio di tutto, però il mio piatto preferito sono gli spaghetti ripassati in padella.”

“Spaghetti?”

“Sì, Kaede li fa benissimo, con tocchetti di pancetta. Per tutto il resto è tonto e distaccato, ma in cucina è un mago. Ops…Scusami…” disse fermandosi, e rendendosi conto di averlo fatto di nuovo.

“Non devi chiedermi scusa” rispose Akira con un sorriso un po’ più spento del precedente.

*Che razza di casino* pensò Hanamichi.

***

“Kaede…che fai lì sdraiato? Non esci con Hanamichi?”

“Hn”

“Beh, allora perché non mi dai una mano con le faccende di casa, eh?” la madre di Kaede lo fissava dalla porta della sua stanza con le mani sui fianchi.

Proprio in quel momento suonarono alla porta e la donna andò ad aprire.

“È Hanamichi” comunicò al figlio, che si riscosse e raggiunse il rossino fuori.

“Ciao.”

“Hanamichi, che fai qua? Ora stai con Sendoh, no?”

“Sì, sì, lo so, ma…avevo voglia di vederti, e così…accompagnami un momento, ti va?” e senza aspettare la risposta gli afferrò due dita e se lo portò dietro.

Mentre camminavano uno accanto all’altro, si udì il suono di un clacson. Kaede si voltò: era il vecchio Anzai. Lo salutò con la mano.

“Chi era quello?” domandò Hanamichi.

“Nessuno” disse il moro.

“Senti, Kaede…” la voce del rosso si era fatta molto seria. Il volpino lo guardò.

“Ormai è un anno è mezzo che stiamo insieme. Credi che ci capiamo, noi due? Forse dovremmo parlare di più. Ad esempio, se uno dei due vuole lasciare l’altro, forse sarebbe meglio che glielo dicesse chiaramente…” un silenzio pesante piombò su di loro, dopo le parole del rossino.

“Beh, ciao” concluse questo andandosene.

***

POV Ru

Però…perché ha tirato fuori questo argomento, adesso? Cosa c’entra? Non mi piace, non mi piace affatto. Forse ha ragione Ayako e lui si sente usato…ma d’altronde lui stesso me l’ha detto: “Solo io posso stare con un ragazzo strano come te, Kaede.”

E forse stavolta ho esagerato…beh, non importa. Alla fine di questa settimana tornerà tutto come prima.

Mancano solo tre giorni, ormai.

***

La situazione era più dolorosa di quanto Kaede aveva previsto. Vedere quei due insieme, arrivare ed andarsene, e pensare che non era più lui l’unico a godere del sorriso del rossino era una sofferenza. Ma sarebbe finita presto.

*Ah, oggi devo dare da mangiare io a Guechompa!* ricordò il moro, che si diresse quindi a casa di Hanamichi.

“Davvero vivi solo?”

La voce di Akira lo spinse a nascondersi dietro un arbusto lì accanto.

“Perché dovrei mentirti…piuttosto, dopo aver visto il gatto te ne andrai, vero?” domandò Hanamichi con un tono piuttosto infastidito.

*Forse è un po’ esagerato portarselo anche a casa…avrei dovuto mettere dei limiti* pensò Kaede.

E si ritrovò a ricordare l’inizio della loro storia.

***

FLASHBACK

“Eh? L’hai trovato per strada? Ma com’è carino!” disse con voce estasiata Ayako, mentre accarezzava il batuffolo tigrato che Kaede aveva appoggiato sul banco.

“Però i miei non vogliono animali, in casa” sbuffò il moro.

“Rukawa, posso tenerlo io se vuoi”

“Ti piacciono i gatti, Sakuragi?”

“Sì, molto, e ne avevo uno quindi ho già tutto il necessario per prendermi cura di lui!”

Durante il primo anno di scuola, Kaede ed Hanamichi erano due semplici compagni di classe, ma si trovavano molto bene insieme.

Il rossino portò Kaede a casa sua.

“Vivi da solo? Beato te…” disse il moro sedendosi sul divano, col gatto in braccio.

Hanamichi gli sorrise con dolcezza e, avvicinandosi a lui, lo bacio teneramente sulle labbra.

Vedendo la reazione sorpresa del moro, Hanamichi gli accarezzò una guancia. “Era il tuo primo bacio?”

“Hn”

“Sono contento” disse soltanto il rossino, con un sorriso che gli illuminava il viso.

Non gli aveva detto che gli piaceva o altro, semplicemente lo baciò e basta. E prima che Kaede potesse rendersene pienamente conto, erano una coppia.

FINE FLASHBACK

***

POV Ru

All’inizio credevo che fosse solo un gioco per lui, ma ormai ho capito che non è così. Fa sul serio, con me.

Lascerò la busta con la pappa del gatto attaccata alla maniglia e me ne andrò. Mi fido di lui.

***

Hanamichi stava preparando il caffè, quando due forti braccia lo strinsero in vita.

“Io ti amo davvero tanto” mormorò Sendoh.

“Voglio che lasci Rukawa. Non credo che a te ci tenga sul serio.”

“Non è vero” rispose secco il rossino “Ti sbagli. Lui è fatto così, non dimostra quello che prova, ma so che lo prova e a me piace così com’è.”

“Ma non è giusto!” esclamò il senpai staccandosi di scatto da lui “Non capisco! E odio Rukawa!” con queste parole, il moro scappò via, sbattendo la porta e facendo rotolare a terra le scatolette che Kaede aveva lasciato.

***

POV Ru

Non mi importa di passare la domenica da solo. L’ho sempre fatto, prima di mettermi con Hanamichi. Chissà, forse adesso si starà divertendo con Sendoh…

“Ciao, Rukawa.”

E questa chi è?

“Che coincidenza fortunata! Sei solo?”

Probabilmente il mio sguardo parla per me, visto che si mette a ridere.

“Quanto sei distratto! Non mi hai riconosciuto, vero? Sono Haruko Akagi, e siamo nella stessa classe. Mi hanno detto che hai prestato il tuo ragazzo, è il pettegolezzo del momento. Io credo che tu sia stato molto generoso, ma dovresti uscire con qualcun altro per equilibrare la situazione. Che ne dici di offrirmi un caffè?”

A te?!

Ma ti sei vista?!

E poi ho un ragazzo! Un RAGAZZO! Questo non ti dice niente?!

“Non mi interessa.”

“Aspetta! Allora potremmo andare al cinema, che ne dici?” e per fermarmi mi afferra un braccio. Sento una sensazione di fastidio insopportabile e cerco di staccarmi da lei, ma sembra incollata.

Mec, mec.

Un clacson? Mi guardo intorno. È Anzai!

“Scusa Haruno, ma devo andare” la liquido per poi montare nel taxi.

“Grazie, signor Anzai, mi ha salvato. Mi accompagna a casa per favore?”

Lo vedo dubbioso, poi scoppia a ridere. “Ma allora sei un ragazzo!” esclama.

“Già…”

“Che è successo al ragazzo delle altre volte? Avete litigato?”

Io non so come rispondergli.

“Stai tranquillo, qualsiasi cosa sia successa è solo perché siete giovani!”

Dopo qualche chilometro, Anzai torna a parlarmi.

“Dobbiamo essere legati in qualche modo, io e te. Ormai non siamo più due sconosciuti, no?”

Sorrido. Anch’io la vedo così.

Sposto lo sguardo sul cruscotto, e vedo la foto di una bimba che sorride. Ha dei lunghi capelli neri e la pelle chiarissima, come la mia.

“Tua figlia?” domando.

“Sì. Se fosse ancora in vita, avrebbe la tua età ora. Si chiamava Kaede.”

D’improvviso mi sento gelare. Una bimba così piccola…

“Anch’io mi chiamo Kaede” dico poi, spinto da un impulso.

“Ecco, vedi? Siamo uniti dal destino!” esclama lui, contento. “Il mio cuore mi dice che se fosse ancora viva ti assomiglierebbe molto, sai?”

“Davvero?” sono contento anch’io, l’ho visto sorridere sinceramente. Temevo di averlo rattristato.

Siamo arrivati.

“Devi fare pace col tuo ragazzo, intesi?” mi ordina.

Annuisco.

Spero di rivederla presto, signor Anzai.

***

“Sono a casa.”

“Ciao, Kaede, poco fa è arrivato Hanamichi. Ti sta aspettando in camera tua” lo informò sua madre.

Hanamichi si era addormentato, appoggiato al suo letto.

Il moro si avvicinò con cautela, ma il rosso si svegliò comunque.

Ancora nel dormiveglia però lo strinse a sé.

Kaede sorrise.

“Che c’è?” chiese Hanamichi sbadigliando.

Il volpino scosse il capo, come a dire che non era nulla di importante.

*Quella ragazzina…mi ha fatto quasi schifo che mi toccasse appena il braccio, e invece Hana…*

“Devo cambiarmi, guarda dall’altra parte” ingiunse il moro.

“Ma questa è una novità! Ti ho già visto nu…ok” concluse voltandosi dopo essere stato fulminato dallo sguardo di Kaede.

“Dopodomani finisce il tuo lavoro, no?”

“Lavoro? Guarda che non mi paga nessuno per farlo!” protestò il rosso.

“A proposito…” continuò “Akira mi ha detto che i suoi genitori hanno una casa per le vacanze a Nasu e vorrebbe che celebrassimo la sua festa di compleanno da soli laggiù.

“Che romantico…” commentò fra sé Kaede.

“Se non vuoi, io non vado.” Aggiunse Hanamichi.

“Ma non mi importa” rispose laconico il moro.

“Però…perché non me lo impedisci, Kaede?” il tono del rosso ora era freddo e tagliente. Sembrava davvero furioso. Kaede non l’aveva mai visto così.

“Devi…decidere tu se andare o meno…”

“MA IO VOGLIO CHE TU MI DICA DI NON ANDARE!”

“Però…è solo una festa…”

Improvvisamente Hanamichi chinò il capo. Sembrava molto triste.

“Perché sei così?” mormorò.

“Credo di conoscerti bene, ma tu non conosci me se non capisci che mi fa infuriare l’idea che tu stia giocando con i miei sentimenti.”

Era il loro primo litigio. Kaede era atterrito, non aveva mai visto Hana in quelle condizioni.

Forse avrebbe dovuto dirgli di non andare a quella festa, però…

“Hana, a me quel ragazzo fa pena…sembra così innamorato di te…”

“Tieni presente che se vado con lui in quella casa tra noi è tutto finito.”

Cosa?!

Dicendo queste parole, il rosso uscì.

Kaede lo sentì salutare freddamente sua madre prima di chiudersi la porta alle spalle.

“Aspetta, Hana!”

Lo inseguì, incurante della preoccupazione suscitata nei suoi familiari che l’avevano visto correre via in quel modo.

***

POV Ru

Aspetta!

Ascoltami fino alla fine.

Capisco perfettamente i sentimenti di quel ragazzo, per questo mi fa male vederlo soffrire.

Quello che significa amare qualcuno…

…me l’hai insegnato tu.

E io ero sicuro che non ti saresti mai innamorato di nessun altro.

***

Il moro si appoggiò contro un lampione per riprendere fiato. Non era riuscito a raggiungerlo.

Intanto Hanamichi aveva rallentato il passo, anche lui col fiato corto.

Perché proprio in quel momento aveva sentito il bisogno di mettere alla prova il loro rapporto?

Non era per la storia del prestito, ma era solo che Rukawa non gli aveva mai detto “ti amo”. E questa insicurezza non la sopportava più.

***

POV Ru

Ieri sera non ha risposto al telefono.

Ormai ho deciso, gli dirò di non andare.

Mi dispiace per Sendoh, ma il nostro rapporto viene prima.

Poco fa il porcospino se l’è portato via, sembrava molto di fretta, ma potrò parlare con Hana all’ora di pranzo. Non posso credere che per una stupida frase finisca tutto.

Vado a cercarlo.

***

“COSA?! NON E’ PIU’ A SCUOLA?!”

“No, se n’è andato poco fa.”

Kaede non capiva cosa potesse essere successo.

Poi vide da lontano i compagni di classe di Sendoh e si avvicinò per sentire di cosa parlassero.

Sembravano molto soddisfatti.

“Guarda, Sakuragi non c’è”

“Già!”

“Sai, Akira mi ha detto che avrebbe usato qualsiasi stratagemma pur di passare questa notte con lui…”

“Com’è deciso!”

“Credo che l’abbia praticamente rapito.”

“CHE COSA AVETE DETTO?!”

Kaede balzò fuori dal suo nascondiglio, ed afferrò uno dei ragazzi per il bavero della camicia. I suoi occhi mandavano lampi.

“Ma il compleanno di Sendoh era domani. Vuole festeggiarlo stanotte?! Parlate! Dov’è la casa di Sendoh?!”

“A…a Nasu…” balbettò il malcapitato, che faceva fatica a respirare.

Il moro lo lasciò cadere e corse via.

“Rukawa, sta per cominciare la lezione!” lo richiamò un professore.

“Ho cose più importanti da fare!”

***

POV Ru

Se n’è andato senza dirmi niente.

Forse vuole davvero lasciarmi, per questo va a passare la notte con un altro.

Non lo permetterò.

Ma cosa posso fare?

Mec, mec.

Il signor Anzai?!

Meno male.

Salto nel taxi.

“Ma che fai, Kaede?! È pericoloso!”

“Signor Anzai…lei è un inviato del cielo.” Kami sama, la mia voce trema da morire.

“Che è successo? Mi sembri molto agitato…”

“La prego, mi porti a Nasu.”

“Nasu?! E perché?!”

“Devo andarci subito, altrimenti tra me ed Hanamichi…sarà tutto finito…” sento una lacrima scorrermi lungo la guancia.

“Non capisco…ma va bene.”

Mentre passa il tempo, mi rendo conto che sto facendo una follia.

“Dunque…Nasu è in provincia di Tochigui, forse riusciamo ad arrivare prima che faccia buio…”

Così tardi?!

Mi sta venendo un dubbio…

“Signor Anzai…temo di non avere abbastanza soldi per pagarla…ma se le prometto che salderò, mi accompagnerà lo stesso?”

Il signor Anzai ride.

“Lo immaginavo…d’accordo, spengo la radio.

Sai l’indirizzo?”

Scuoto la testa.

Figurati se quei quattro sgallettati mi potevano dare una mano!

“Non preoccuparti, basterà chiederà alla polizia del posto. Solitamente sanno a chi appartiene ogni casa, in posti così piccoli.”

“Lei è davvero gentile con me, signor Anzai.”

“Ah, solitamente non lo sono, sai? Ma ci sono persone legate dal destino, e credo che questo sia il nostro caso. Ti considero come un figlio.”

Sorrido.

Poi, mi viene spontanea la domanda.

“Signor Anzai, Kaede era malata?”

“No, era una bambina sanissima. Solo che io l’ho investita.”

Non ci posso credere…

“Un giorno stavo guidando nei dintorni di casa nostra, e mia moglie e Kaede stavano facendo la spesa.

Quando la piccola ha visto il taxi si è messa a correre in mezzo alla strada. Non sono riuscito a schivarla.

Poi, dopo essere uscito di galera, mia moglie se ne andò. Dato che però so solo guidare il taxi, sono tornato a farlo. È ironico no?”

Io resto in silenzio.

Che posso dirgli? Sicuramente Hana saprebbe consolarlo.

“Signor Anzai…è rimasto solo da allora?”

“Sì. Credo di non avere più il diritto di essere felice. Per questo spero di cuore che almeno tu e il tuo fidanzato possiate esserlo.”

Ma come può essere così duro con se stesso?

Non è giusto!

“Tu…non volevi che succedesse…e sei già stato in prigione, hai sofferto molto, quindi…hai espiato abbastanza. Io ti perdono.”

Non so che altro dire.

Poi il mio sguardo si sposta sulla foto.

“Guarda, Kaede sta sorridendo. Credo che voglia che il suo papà vada avanti.”

Il signor Anzai sorride appena.

“Non mi chiamava papà.”

“E come allora?”

“…mi chiamava ‘papi’.”

“Allora…ti direbbe…forza, papi. Vai avanti.”

Le lacrime sono ormai fuori dal mio controllo, e vedo che anche il signor Anzai si sta asciugando gli occhi. Ma mi sembra di scorgervi una luce nuova.

Pensavo che tra noi ci fosse una relazione superficiale. E invece abbiamo finito con l’intavolare una conversazione molto seria.

Forse, come le semplici parole che ho rivolto a lui hanno saputo sanare una ferita che sanguinava da tanti anni, forse un semplice “non andare” aveva delle implicazioni per Hana che io non capisco. Magari sto collegando due cose completamente estranee, però…non riesco a smettere di pensare ad Hanamichi. Vorrei che fosse qui.

Hana…

Vorrei dividere con te questa emozione.

Vorrei che provassi quello che provo io quando sono con te, ti vorrei accanto per sempre.

Ma come faccio a fartelo capire?

Ora capisco cosa intendevi quando dicevi che non comunicavamo abbastanza.

***

Dopo aver suonato alla porta di quattro case diverse, finalmente…

“Rukawa?! E tu che ci fai qui?! Stavi inseguendo Sakuragi?!”

“Ecco io…so che ti avevo promesso che…ma…”

“L’ho cacciato via” disse Sendoh seccamente.

“Siamo venuti fin qui, ma non ha voluto entrare in casa. Si è afferrato alla colonna dell’ingresso e nonostante io lo tirassi non c’è stato niente da fare. Senti, Rukawa…” il suo tono si era fatto più dolce.

“Io ti odiavo, Rukawa. Ma dopo aver sentito Sakuragi parlare di te, non ci sono più riuscito. Mi dispiace davvero di avervi causato dei problemi. Ha detto che andava alla stazione, quindi anche se non ci sono più treni per oggi magari è lì.”

Kaede lo ringraziò con un cenno del capo e tornò verso il taxi.

“Ringrazia Sakuragi per questa settimana” gli gridò dietro Sendoh.

*Mi dispiace davvero, Sendoh* pensò Kaede. *Grazie.*

Giunsero davanti alla stazione, e lui era lì.

Con il giaccone scuro che gli si gonfiava intorno al corpo per il vento che si stava alzando, i capelli rossi arruffati, lo sguardo basso e le mani infilate nelle tasche dei suoi jeans chiari.

Era immerso nei suoi pensieri, quando il vento gli portò una fragranza speziata che conosceva bene. Alzò la testa e lo vide.

“Ka…Kaede?” balbettò incredulo.

Il moro non rispose, si limitò a sorridere guardandolo con gli occhi rossi e gonfi prima di lanciarsi tra le sue braccia.

“Mai più…” sussurrò “Non ti presterò mai più a nessun altro…”

***

POV Ru

Non l’avevo mai abbracciato così forte, e non l’avevo mai baciato per primo.

Quindi ha capito che mi dispiace.

Abbiamo dormito abbracciati durante tutto il viaggio di ritorno, nel taxi del signor Anzai.

Quando siamo tornati a scuola, Sendoh ci ha salutato con il suo solito sorrisone come se non fosse mai accaduto nulla.

Ogni volta che mi vede, il signor Anzai suona il clacson, e io gli sorrido, come a testimoniare che è tutto a posto.

Tra noi va tutto bene, però parliamo molto più di prima.

“I susini sono già fioriti…”

“Sì, ma i ciliegi sono in ritardo.”

“E quando fioriranno…”

“…saremo al quarto anno.”

Forse non saranno conversazioni particolarmente interessanti…

…ma ci stiamo scoprendo pian piano…

…per capirci ogni giorno un po’ di più, e poter ridere insieme.

E così, continuiamo ad amarci.

 

*OWARI*

 

ma che cariniiiiii

pucciosiiiiii

^///^

a me piace tanto!

Fatemi sapere che ne pensate, ok?

Alla prossima!

Marty