Declaimers: i personaggi di questa fic appartengono agli aventi diritto, io non ci guadagno niente se non un po’ di divertimento. Nota1: forse per qlc Ru è ooc. Questo che descrivo è il mio modo di vedere il suo carattere. Nota2: il titolo non è granchè. È nata da un sogno strano che ho fatto. Spero vi piaccio cmq Kisses kary
Favola di Kary_chan
Pow Ru
Uffa che palle….Ma perché esistono le lezioni? Sono un’inutile perdita di tempo. Non vedo l’ora che inizino gli allenamenti. Grrr……….ogni volta che penso al mio adorato basket inevitabilmente si insinua nella mia mente quel do’hao dai capelli rossi. Non lo sopporto…..sempre pronto a mettersi in mostra! D’accordo, ha del talento, quando si impegna è fondamentale per la squadra, ma si crede un campione e non fa altro che collezionare brutte figure e farci perdere tempo. Ecco…….mi sto arrabbiando di nuovo. Meglio dormire. Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
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Un ragazzo alto, moro, con occhi blu notte e un fisico perfetto camminava distrattamente per una strada sterrata al limitare del bosco.
“Spostati imbecille!” urlò un uomo alto, muscoloso, con delle spalle larghe e una faccia da gorilla.
Il moretto non fece in tempo a voltarsi che fu brutalmente sbattuto a terra dal tiro a quattro della carrozza reale.
“Pezzo d’idiota” disse un ragazzetto piuttosto basso rispetto al gorilla, coi capelli sbarazzini e castani. “Tutto a posto?” chiese poi il piccoletto rivolgendosi al moretto ancora a terra. Questi non rispose.
“E’ svenuto, Akagi”
“Cosa succede? Perché ci siamo fermati?” domandò una voce dolce e calda
“Uno stupido si è fatto investire, sua maestà Sakuragi” rispose con indignazione il piccoletto.
“Non essere così duro Miyaghi” lo rimbeccò con dolcezza sua maestà.
Poi si sporse dalla carrozza reale, scostando le tende e vide disteso a terra un ragazzo alto come lui, giovane come lui, coi capelli neri e la pelle lattea, al contrario della propria.
“Miyaghi, Akagi, soccorrete il ragazzo. Portatelo a palazzo”
“Ma…..vostra maestà….”
“Non hai sentito ciò che ho detto?”
Questa volta la voce del re suonò cupa, e il piccoletto non poté far altro che dire
“Come ordinate maestà”
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Il ragazzo si svegliò in un letto a baldacchino enorme, il capo poggiato su dei cuscini soffici e confortevoli. La testa gli doleva e sentiva anche un malessere generale, ma soprattutto un dolore lancinante alla schiena. Mentre nella sua mente si formava la domanda - Dove sono?- sentì il rumore di una porta che si apre. Si voltò in direzione del suono e vide avvicinarsi un ragazzo coi capelli corvini lunghi fino alle spalle, una magli blu che gli fasciava il torso mettendo in bella mostra gli addominali scolpiti e i pettorali, e un paio di pantaloni neri.
“Ti sei svegliato. Bene” disse con un sorriso.
Il moretto lo guardava con aria interrogativa e non rispose
“Sono Hisashi Mitsui, cameriere di sua maestà. Sei stato investito dal tiro a quattro della carrozza reale……….Ancora non capisco come sia potuto accadere”
“Che ci faccio qui?” lo interruppe bruscamente il ragazzo.
“Te l’ho detto. Sei stato”
“Questo l’ho capito, ma come ci sono arrivato qui? Dove sono?”
“Sei a palazzo signorino. Hai avuto la fortuna di essere soccorso e portato qui. Con i tempi che corrono, i complotti del cugino di sua maestà mi stupisco che abbiano soccorso uno straniero sconosciuto”
“Hn”
Fu l’unico commento del ragazzo tentando di alzarsi dal letto ma finendo rovinosamente a terra. Hisashi si precipitò ad aiutarlo.
“Attento signorino. Sua altezza tiene alla tua incolumità”
L’altro lo gelò con un’occhiata torva. Hisashi rise.
“Fai colazione e riposati. Oggi pomeriggio sua maestà Sakuragi ti incontrerà” detto ciò il cameriere si ritirò.
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“Sua maestà”
“Si Akagi?”
“Il ragazzo si è svegliato”
“Grazie Akagi. Disponi per l’incontro di oggi pomeriggio”
“Sua maestà?”
“Si?” chiese spazientito il rossino
“Non teme possa essere una spia?”
“E ciò che intendo scoprire”
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Il moretto ancora non riusciva a capacitarsi di cosa fosse accaduto. Non aveva ricordi precedenti all’incontro-scontro con la carrozza. Più tentava di ricordare e più gli sfuggivano i particolari. Stremato dall’inutile fatica si addormentò.
“Signorino” lo chiamò Hisashi
“Io non perdono chi disturba il mio sonno” disse il moretto facendo partire un pugno in direzione della voce molesta. Pugno abilmente parato dal cameriere.
“Tsk….che caratterino!” commentò divertito Hisashi.
“Hn”
“Sua maestà l’aspetta. Mi segua”
Detto ciò si incamminò senza controllare di essere seguito.
“Vostra maestà. Ecco il ragazzo”
“Grazie Mitsui” lo ringraziò con un sorriso
“Come ti senti?” chiese dolcemente il re
“Ammaccato” la gelida risposta del ragazzo
“Porgo le mie più sentite scuse per quanto accaduto. Ma come mai ti trovavi in una zona disabitata, tutto solo, a due giorni di cammino a piedi dal villaggio più vicino, senza cibo né acqua?”
“Non lo so” la flebile risposta
“Come?”
“Non ricordo. Non ricordo assolutamente nulla. Nemmeno il mio nome”
“Capisco. Puoi restare a palazzo tutto il tempo che vuoi. Alzati”
Il moretto che fino a quel momento era stato inginocchiato col capo chino, per rispetto al sovrano si alzò con un’eleganza tale da far impallidire lo stesso re.
- sicuramente non è un servo. Non se se credere alla perdita di memoria, coi tempi che corrono…… Ma qualcosa mi dice che posso fidarmi di lui- pensò il re
Quando i due occhi nocciola del re incontrarono quelli blu notte del ragazzo di fronte a lui, in quel preciso istante, il re capì il significato della frase ‘colpo di fulmine’
“Ti va di fare una passeggiata?” chiese ancora prime di rendersene conto.
“Certo vostra maestà”
Si diressero assieme verso il giardino, sbirciandosi di sottecchi l’un l’altro. Nessuno dei due parlava, ma erano sufficienti i loro sguardi. Si fermarono poi sotto un albero, per riposarsi dopo la lunga passeggiata sotto il solo estivo. Seduti uno di fianco all’altro con la schiena appoggiata al tronco. Il re si avvicinò con lentezza esasperante al volto del moro, fermandosi poi ad un soffio dalle labbra dell’altro, continuando a fissarlo, chiedendogli con quello sguardo il permesso di toccare quelle labbra rosee e invitanti. Il ragazzo colmò la distanza. Un bacio dolce, semplice. Un altro sguardo bruciante e poi…….baci caldi, umidi, carichi di passione, mani che vagano toccando, esplorando……..
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Oh kami!!!! Ma che sogno ho fatto?!? Kami kami kami kami. Io………e…….e……il do’hao……. Tutti in classe mi guardano con aria preoccupata. Sento caldo alla faccia (oltre che alla parte bassa del corpo)……devo essere rosso come un gambero.
“Rukawa ti senti bene?”
“…….” Bella domanda!
“Va in infermeria”
Mi alzo e mi avvio verso il bagno. Kami sto quasi correndo. Io! L’uomo di ghiaccio, freddo e impassibile! Mi sciacquo il viso con l’acqua gelida ricomponendomi. Ancora non riesco a credere di aver sognato………. Kami se ci ripenso riesco ancora a sentire tutte le sensazioni del mio sogno. Mi sono eccitato di nuovo. Kuso!
“Kitsune? Non sei sul tuo banco a ronfare?! Domani nevica!”
“Do’hao” oh kami…….lui che ci fa qui?
E’ un bagno, ricordi! Ci può entrare chiunque!
Ma perché lui? Perché ora?
La sua espressione imbronciata con cui mi sta fissando viene sovrapposta da quella stravolta dal piacere del mio sogno. Il mio subconscio tenta di dirmi che il rossino mi sta parlando ma io riesco solo a sentire la sua voce roca, ansimante, mugolante di piacere; piacere che io gli sto facendo provare. Kuso! Sto sognando ad occhi aperti. Sto dannato sogno mi sta facendo impazzire. Lo vedo avvicinarsi a me, alzare un braccio e mi preparo al colpo. E invece lui mi poggia con delicatezza una mano sulla fronte.
“Hai la febbre?” la sua voce è dolce, calda. Non il solito tono arrogante e astioso.
Rimango imbambolato a fissare la sua espressione dolce tutta per me.
“Ru…..se mi guardi così io….io….”
Mi incornicia il viso con le sue mani e con irruenza e goffaggine (da vero do’hao) mi bacia. Io schiudo delicatamente le labbra e le nostre lingue si toccano, duellano, giocano.
Quando mi sono innamorato di questa scimmia urlatrice, irritante, impetuosa, passionale, dolce, solare, sensuale, splendida, sexy……….
Non importa quando.
Ci stacchiamo per riprendere fiato. Ci fissiamo senza fiatare. I suoi occhi ridono felici. Chissà se anche i miei….? All’improvviso la sua espressione cambia
“Kitsune tu…stai soridendo! Sei splendido!” e sorride. Un sorriso fantastico
Sorrido? Ha ragione, non me n’ero accorto. “Do’hao” guarda cosa mi fai!
“Baka kistune” è la sua solita risposta, prima di intrappolare nuovamente le mie labbra in un bacio mozzafiato. Trappola che non mi dispiace affatto.
Delle voci ci avvertono dell’imminente arrivo di qualcuno. Ci stacchiamo di malavoglia e Hana si allontana bisbigliando un “A dopo kit” che però credo di aver immaginato. Nel momento in cui se ne va sento freddo e mille dubbi mi assalgono.
Io lo amo, ma lui? Cosa prova per me? E Harukina cara? E cosa significano i baci che mi ha dato? Come vorrei che anche lui mi amasse ma……..ho paura di essere preso in giro. Già….proprio io che non ho mai sentito il bisogno di avere qualcuno accanto, che non mi curano di cosa pensano gli altri……..ho bisogno di avere lui al mio fianco e di sapere cosa pensa.
Mi sta venendo mal di testa, meglio andare in palestra a scaricare un po’ di tensione.
Uno dopo l’altro arrivano tutti. L’allenamento scorre come al solito. Le urla di Hana, i pugni di Akagi, le nostre solite scazzottate. Eppure c’è qualcosa di diverso. Mi fermo per il solito allenamento supplementare mentre il do’hao finisce i suoi esercizi sui fondamentali. Appena l’ultimo rimasto esce dalla palestra mi avvicino a lui. E’ il momento adatto per parlare.
“Perché mi hai baciato?” (in effetti anch’io ho fatto la mia parte)
diventa rosso come un pomodoro e abbassa lo sguardo. Un bisbiglio talmente basso che non sono sicuro di averlo sentito o solo immaginato.
“Come?” chiedo conferma
Mi guarda negli occhi e con voce ferma e sicura ripete
“Ti amo” mi ama! Quanto sono felice. Però devo essere sicuro.
“Oh certo. Dopo tutte le dichiarazioni di odio eterno adesso mi ami!? E Harukina cara?”
rimane in silenzio per un tempo che mi sembra infinito. Poi
“E’ vero ti odiavo. Perché non ti accorgevi nemmeno della mia esistenza, perché sei bravo e altezzoso, perché qualunque cosa faccia o dica ottengo solo il tuo disprezzo, i tuoi insulti. Ho capito che ti odiavo soltanto perché volevo essere io l’oggetto di tutte le tue attenzioni, perché nonostante tu sia alquanto insopportabile quando ti ci metti io ti amo”
Le sue parole mi lasciano di sasso. Ma lui non ha ancora finito.
“Haruko non conta niente per me. Ho cercato in ogni modo di respingere i miei sentimenti per te alimentando il mio odio, la mia invidia, la mia gelosia. Dovrei amare lei, eppure……..eppure….non riesco.”
Ancora non riesco a credere che il suo amore sia così profondo. Sono talmente felice che neanche mi accorgo di essere rimasto a fissare un muro. Ormai lui si è già diretto agli spogliatoi. Quando mi riprendo lo seguo. E’ già sotto la doccia.
Kami Hana non ti rendi conto di quanto sei sexy così? Vuoi che ti sbatta contro il muro e ti prenda subito, in quest’istante?
Mi spoglio in fretta e ti raggiungo. Mi hai reso felice. Faccio fatica a credere che una persona dolce e splendida come te ami una volpe solitaria e altezzosa come me.
Ti abbraccio possessivamente, la tua schiena aderisce perfettamente al mio petto. Ti irrigidisci.
“Ti amo anch’io” ti sussurro in un orecchio.
Ti rilassi e ti abbandoni nel mio abbraccio. Poi ti volti e mi sorridi. Io prendo immediatamente possesso delle tue labbra spingendoti lentamente contro la parete fredda della doccia. Le mie mani vagano sul tuo corpo. Afferro con forza un gluteo sodo spingendo il mio bacino verso il tuo. Le nostre virilità pulsanti e tese si toccano e il nostro mugolio di piacere si perde nelle bocca dell’altro. Lascio la tua bocca e comincio a sommergere di baci il tuo torace, scendendo fino ai capezzoli mentre con la mano ti accarezzo gli addominali. Scendo ancora, inginocchiandomi al suolo. Mi fermo un istante a contemplarti. Sei splendido. Gli occhi vacui, le guance arrossate, le labbra gonfie, la cassa toracica che si dilata e si restringe velocemente per l’eccitazione, il tuo sesso teso, pulsante. Senza indugiare comincio a leccare l’asta dalla base alla punta, beandomi della tua voce roca. Poi lasciandomi guidare dall’istinto accolgo la tua virilità, succhiandola, leccandola, mentre con le mani ti tengo i fianchi imponendoti il mio ritmo. Ingoio con avidità il tuo succo e poi torno a baciarti, con più foga di prima.
“Kae….prendimi” mi dici con un’espressione da cucciolo imbarazzato.
Mi prendi una mano e comincia succhiami le dita, inumidendole. Il tuo gesto è ancora più eloquente delle tue parole. Quando le dita sono sufficientemente umide ti preparo con calma. Appena senti il mio sesso duro farsi strada nel tuo corpo ti irrigidisci un po’
“Rilassati” ti bisbiglio tornando a baciarti e masturbandoti con la mano, cercando di distrarti dal dolore. E sembro riuscirci perché dalla tua bocca escono gemiti inconfondibili. Entro in te piano, beandomi di ogni sensazione. Kami è stupendo stare dentro di te Hana. Mi fermo qualche istante prima di assestare la prima spinta. Il tuo mugolio è più di dolore che di piacere ma sono certo che ti farò gridare dal piacere. Dopo qualche spinta cominci a chiedermi di più
“Più forte Kae…….ancora” e a questo punto perdo ogni freno e inizio a spingere con foga, godendo delle sensazioni e dei tuoi gemiti.
Mi libero dentro di te con un grido e nello stesso istante sento qualcosa di caldo sullo stomaco. Siamo venuti assieme. E’ stato splendido. Esco da te e rimaniamo abbracciati per non so quanto tempo. Poi mi sciacquo velocemente sotto l’acqua e mi dirigo al mio borsone. Mi asciugo e mi vesto in silenzio.
“Do’hao, ho fame”
Ti irrigidisci nuovamente e i tuoi occhi si velano di tristezza e rabbia.
“Passiamo a prendere qualcosa al take away?”
Ti sorrido e vedo il tuo volto distendersi. Che credevi do’hao, che volessi solo fare sesso? Te l’ho detto che ti amo, no? Sorridi anche tu e vieni a vestirti.
“Che mai così silenzioso, do’hao?”
“Che mai così ciarliero, kitsune?”
“Do’hao” - ti amo?-
“Baka kitsune” - ti amo anch’io-
Owari
mmmm……….lo so lo so…..la lemon fa schifo. Scusate non sono riuscita a fare di meglio. La prox volta mi impegnerò di più. Miao kary
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