DISCLAIMER: Qs personaggi non sono miei e
bla bla bla....
NOTE: la voce narrante è Rukawa e poi oviamente aspetto i vostri commenti
Fatigue
di Ki-chan
Sono ore che sono qui
seduto in palestra a fissare il nulla …
« hai tempo fino alle sei di questo pomeriggio! … »
mancano dieci minuti alle sei e non è ancora arrivato, Hanamichi, perché
non si è ancora fatto vedere? … sono ore che lo aspetto chiuso in queste
quattro mura …
rimango qui a fissare il pallone da basket e non ho nemmeno la forza di
alzarmi e fare qualche tiro a canestro … io Kaede Rukawa, il ragazzo che
vive solo per giocare a basket, non ha più la forza di farlo …
e tutto a causa sua.
Non ho voglia di muovermi, di fare nulla, sono troppo stanco …
stanco di vivere così, vorrei solo addormentarmi e non svegliarmi più,
sono stanco di stare qui seduto ad aspettarlo, a fissare l’orologio.
Gli ho confessato i miei sentimenti e lui mi hai risposto semplicemente: non
lo so! …
come può non saperlo? …
o mi ama o non mi ama …
non dovrebbe aver bisogno di pensarci! … dovrebbe saperlo!
Forse non voleva rispondermi per poter rimandare in eterno … ma non potevo
accettare di essere torturato all’infinito senza conoscere la sua risposta
e così gli ho dato un termine come se potessi veramente dimenticarmi di lui
e mettermi il cuore in pace dopo le sei di questo pomeriggio…
sono uno stupido … ma ho bisogno di saperlo!
Sento dei passi e spero sia lui, il cuore mi batte dolorosamente accelerato
nel petto …
forse li ho solo immaginati perché adesso non sento più nulla.
Guardo l’orologio per l’ennesima volta …sono ormai le sei ammezza, non
verrà più, non posso e non devo illudermi. Avrà avuto paura di dirmi che
per lui sono solo un rivale e nulla di più.
Vorrei piangere ma credo di non aver più lacrime, le ho piante tutte nelle
lunghe notti buie pensando a lui…
vorrei poter sfogare e liberare il dolore che mi opprime e invece sento solo
il nulla, la stanchezza, la mia testa è vuota.
Mi alzo meccanicamente e mi dirigo verso la porta, non so perché non sono
rimasto lì seduto aspettando che il nulla mi portasse lontano da questo
mondo … ma so che non è possibile!
Apro la porta e muovo qualche passo e lo vedo corrermi incontro. Si ferma a
qualche passo da me e mi fissa, io faccio lo stesso.
Ho voglia di picchiarlo, di fargli provare tutto il dolore che mi ha fatto
patire …
non dovrei voler veder soffrire la persona che amo ma non riesco a non
desiderare di picchiarlo … e lo faccio, quasi senza accorgermene gli tiro
un pugno in pieno volto, poi un altro e un altro ancora, lui è lì davanti
a me e non reagisce, non cerca nemmeno di parere i miei colpi.
Cade a terra e mi avvento su di lui e lo picchio ancora.
Sono stanco.
Mi fermo, sono ancora chino su di lui quando una lacrima scivola dei miei
occhi e cade sulla sua guancia.
Pensavo di averle finite … e invece mi sbagliavo.
Mi siedo sulle sue cosce.
Ho freddo, tremo.
Mi sento come un bambino che ha bisogno dell’affetto della madre e si
aggrappa alla sua gonna.
Ho molto freddo.
Mi alzo senza realmente capire nulla di quello che c’è fuori e dentro di
me, ho solo freddo e mi sento vuoto come le immense distese di ghiaccio del
polo.
Chiudo gl’occhi.
Hanamichi deve essere sconvolto perché quando li riapro lo vedo in piedi
davanti a me con il viso pieno di lividi e la preoccupazione stampata sul
volto.
Tremo.
I miei occhi lo vedono ma io non lo guardo, la mia mente non lo vede.
Dopo un interminabile minuto di silenzio mi sussurra « scusa »
scusa? Per cosa? Per avermi fatto soffrire, per avermi torturato ogni
singolo giorno, per avermi dilaniato l’anima o per avermi fatto innamorare
di lui? O semplicemente per essere arrivato in ritardo? Forse è solo un
modo gentile per farmi capire che la suascelta non è quella che speravo?
Non lo so e la mia mente si rifiuta d’analizzare ogni singola ipotesi o più
semplicemente si rifiuta di chiedere spiegazioni direttamente a lui.
Rimango immobile e privo di parole.
Tremo.
Lo vedo sfilarsi la felpa e coprirmi. Mi prende la mano e mi trascina via.
Io lo seguo con lo sguardo perso nel nulla come un manichino senza volontà.
Le cose mi scorrono accanto e io non le vedo … c’è solo in nulla
attorno a me.
Riprendo conoscenza e lentamente apro gl’occhi. Deve essere notte perché
la luce tenue della luna piena risplende nella stanza.
Sono coricato in un letto caldo e morbido … ma il letto di chi?
All’improvviso il ricordo confuso di quello che è accaduto mi torna alla
mente … Hanamichi che mi trascina a casa sua e mi fa dormire nel suo letto
sperando che un po’ di sonno mi facesse bene.
Mi metto seduto e mi volto … sulla sedia accanto al letto lo vedo
addormentato con il capo appoggiato al letto.
Non resisto e gli accarezzo i capelli cortissimi.
Lui si sveglia, alza il capo e mi guarda.
Ha gl’occhi rossi e gonfi, quasi grida quando mi dice « sei un idiota! Mi
hai fatto spaventare con il tuo comportamento! »
era preoccupato per me … a pensarci bene non so quale sia la sua risposta,
forse me l’ha anche detta ma io non l’ho sentito.
Cosa prova per me?
Respiro profondamente e mi corico distrattamente senza coprirmi con le
coperte che mi arrivano appena sotto la vita.
Guardo il soffitto confuso.
È una carezza impercettibile quella che mi sfiora le labbra.
Apro gli occhi e mi perdo nei suoi, mentre mi bacia delicatamente.
Mi accorgo di essere nudo solo quando la mano di Hanamichi mi accarezza,
fresca, un fianco scostando le coperte.
Lo amo e ho bisogno di lui per vivere, per respirare.
Il mio cuore ha bisogno di lui per battere e ne ho un ulteriore prova adesso
mentre sono dentro di lui, mentre i suoi gemiti mi solleticano le orecchie,
mentre urla il mio nome.
- owari -
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