Avvertenze! i personaggi che compaiono in questa fiction non sono originali, ma sono tratti da Bastard! di K. Hagiwara che ne detiene tutti i diritti. Questa fiction è realizzata per puro divertimento e non a scopo di lucro e tutto è ovviamente YAOI, cioè boy’s love, cioè due bei ragazzi molto presi l’uno dall’altro...
FALL DOWN
di KenKen
Raphael dolorante era riverso sul pavimento con le catene spirituali che gli stringevano polsi e caviglie, tanto pesanti da costringerlo in quella posizione. La chioma dorata gli copriva un poco il volto e la ciocche vi si appiccicavano per le lacrime ed il sangue che gli usciva dalle ferite…
<Sei meraviglioso…> pensai.
Seguii con lo sguardo le forme del suo corpo, il luccichio delle gocce di sudore che scendevano lungo i suoi muscoli e cadevano sul pavimento.
Il devil col quale lo avevo fatto combattere gli aveva distrutto l’armatura ed ora l’arcangelo giaceva lì di fronte a me, nudo, reggendosi a stento sui gomiti.
- Anche gli angeli sanguinano…- constatò Lilisu al mio fianco.
- Gli angeli non sono fatti di carne, mia sposa, loro sono puro spirito…è il suo spirito che sanguina.-
- Cioè non è reale quello che vedo?- chiese lei imbronciata.
- E’ reale quanto me e te: il suo corpo è materializzazione del suo spirito - risposi baciandole l’orecchio - non può rigenerarsi, perché questo è il mondo degli inferi nel quale solo noi demoni abbiamo il controllo.-
Raphael si contorse dal dolore.
- Soffre…-
- Si Lilisu il suo spirito soffre.-
L’arcangelo sollevò il capo verso il trono dove sedevo accanto alla mia sposa. Con gli occhi sgranati guardò Lilisu e dalle sue labbra uscì una frase inarticolata, poi respirò a fondo:
- Lilisu?! Quella è Lilisu?-
La presi per mano e scendemmo dallo scranno per raggiungere il nostro prigioniero.
- Cos’hai intenzione di fare con lei?- continuò Raphael.
- Questa è la principessa Lilisu, la mia sposa, l’unica che può esserlo: in lei alberga metà dell’anima del nostro comune maestro Lucifero…Vedi, mia cara, quanto sono deboli gli angeli? Loro non hanno la facoltà di scegliere tra il bene ed il male, noi demoni invece sì, ed è appunto per questa incapacità che il loro spirito si lacera e soffre…- le indicai l’arcangelo – Ora, mia sposa, ti prego di scusarmi: ciò che è stato cominciato deve essere finito. -
- Ma…- obbiettò lei.
Le portai allora l’indice selle labbra e lei si congedò lasciandomi solo col prigioniero.
*
Afferrai Raphael per i capelli tirandogli la testa all’indietro.
- Raphael…-
Lui mi scrutò respirando a fondo:
- Cosa aspetti a finirmi?-
Feci una smorfia di disapprovazione.
- Ho altri progetti per te. - osservai rapidamente i moncherini di quelle che una volta erano due ali, mentre le rimanenti quattro erano spennate e lasciavano intravedere la schiena nuda. - Ho intenzione di finire quello che abbiamo cominciato quella volta alla cascata .-
Raphael tremò:
- Non puoi!- ringhiò con ferocia.
Avvicinai le mie labbra al suo orecchio certo della reazione che avrei provocato e sussurrai:
- Perché è peccato?-
Iniziò a singhiozzare:
- Si! E’ peccato. - disse con un filo di voce.
Tirai ancora i suoi capelli.
- Secondo te è peccato abbracciare chi si ama?-
- Dio è l’unico…l’immenso amore…- rispose a stento.
Lasciai improvvisamente la presa e la sua testa ricadde in avanti.
- Questa è la risposta di un fedele soldatino. -
Allungai la mano e gli accarezzai la ferita sulla schiena. Urlò. Gli avvicinai le mie dita sporche di quel sangue alle labbra:
- Ti ricordi Raph. Quella volta ci scoprirono mentre ci abbracciavamo, nudi...ciò che venne poi, la punizione, fu terribile!
L’arcangelo affondò il capo tra le mani:
- Smettila!- implorò.
- Si! Terribile…ma ne è valsa la pena…stare un breve istante abbracciati, ti ricordi, Raph?- sussurrai ancora mentre gli accarezzavo i capelli.
- Basta Bee. - singhiozzò lui- Smettila. Non mi sono mai perdonato di averti lasciato lì, nella Torre delle Punizioni, immerso nell’acqua benedetta ad espiare per il nostro peccato. Loro non mi hanno ascoltato…mi sono addossato l’intera colpa, ma non è servito. Abbi pietà di me e finiscimi.
- Pietà di te?!- scattai- Finirti?! Ho altri progetti…-
Posai le labbra sulla sua fronte, dolcemente, e poi giù lungo le guance umide fino alla ferita sotto l’orecchio, la leccai.
- No…- tremò e cercò di allontanarmi agitando le mani, ma gliele afferrai con forza costringendole al pavimento e lo baciai sulla bocca.
Un bacio profondo, caldo, sentivo l’arcangelo fremere tutto. Il suo volto bagnato dalle lacrime bagnava il mio. Con la mano lo afferrai alla nuca, gli spinsi il capo contro il mio e iniziai a muovere la lingua , lentamente, nella sua bocca. Raphael non tardò ad assecondarmi e il suo respiro si fece affannato.
- Bee…io…- disse appoggiando la testa sulla mia spalla. -…la colpa, la mia colpa…-
Ero riuscito ad ottenere quello che volevo: la caduta di tutte le sue barriere, ora bastava innescare il Fall down ed anche Raphael, come già Uriel, si sarebbe trasformato in un nuovo angelo decaduto.
Sospirai:
- E’ tempo…- mi alzai- ,,,E’ tempo. -
Raphael mi guardò con i suoi verdi occhi languidi, cercando di scorgere nei miei movimenti quello che sarebbe accaduto poi. Presi da un mobile accanto al trono un’ampolla di vetro contenente dell’olio profumato, ritornai sui miei passi e con gli occhi ridotti alla punta di uno spillo osservai ancora una volta il corpo sanguinante dell’arcangelo.
- Sei meraviglioso…- dissi con una smorfia di compiacimento.
*
L’olio cadeva dolcemente sul corpo di Raphael e correva lungo tutta la schiena, bagnando i glutei e le cosce.
- Perché mi ungi?-
- Non lo immagini?-
L’arcangelo spalancò gli occhi:
- Non puoi farlo!-
- Perché non dovrei se anche tu lo vuoi?-
Detto questo appoggiai a terra l’ampolla semivuota e mi sfilai il vestito di fronte allo sguardo incredulo del mio compagno di un tempo.
- Bee…-
Mentre spalmavo accuratamente l’olio sulle sue spalle le catene spirituali, che lo costringevano al pavimento, si tesero tirando le sue braccia in avanti.
- Le catene…fermale!-
- Come faccio ad accarezzarti se rimani in quella posizione. - e spalmai l’olio lungo il suo torace , solleticandogli i capezzoli e l’ombelico.
Trattenne il fiato. Ad ogni movimento delle mie dita corrispondeva un analogo movimento del suo torace, su e giù, lentamente. Espirò. Ritornai alla schiena e col dito percorsi lungo tutta la colonna vertebrale fino ai lombi. Si inarcò verso l’alto e gemette. Infine accarezzai i suoi lombi ed il suo ventre per poi scendere…
Raphael strinse le mani a pugno emettendo un lamento.
- Ti piace?- sussurrai.
Osservai compiaciuto i suoi muscoli tesi e questo mi convinse a continuare a giocherellare col suo membro, in quell’istante mi accorsi che i suoi glutei si muovevano seguendo i movimenti delle mie mani, secondo un ritmo ben scandito. Quindi mi appoggiai a lui in modo che potesse sentire il calore della mia pelle ed io la sua. Scottava. Allora tolsi le mani da dove erano e le posai sulle sue cosce, sfregando il mio torace sulle sue natiche.
Quella volta alla cascata ci sorpresero solo mentre le nostre labbra si univano in un bacio pudico, mentre ardente di desiderio lo accarezzavo come se fosse fatto di vetro, mentre lui teneva il mio volto fra le mani…diedero la colpa a me e non a lui che m’aveva baciato per primo. Già lui con la sua aria innocente, con il suo sguardo pieno di promesse e d’amore verso me, forse è per questo che fui punito solamente io, a scagionarlo era il suo amore puro, puro come un cristallo…non poteva avere colpa l’amore puro.
- Bee…- sussurrò in piena erezione, ma non era ancora il momento giusto.
Gli mordicchiai il sedere e divertito dall’effetto che volevo procurare lo sfiorai coi lombi.
Tremò:
- Bee…- si voltò verso di me.
- Mi vuoi?- domandai sorridendo.
L’arcangelo posò lo sguardo sulle catene che lo imprigionavano:
- Perché mi torturi cosi?-
- Tutto dipende da te. Se solo tu volessi potresti liberarti…le catene che ti stringono non le ho create io, ma tu. -
- Cosa?-
- Sei tu che vuoi stare qui, non sono io che ti costringo. -
Guardò ancora le catene. Di fronte alla sua titubanza seguitai ad accarezzarlo:
- Mi vuoi?- ripetei.
Lui di tutta risposta mi guardò ancora, però questa volta i suoi occhi si colmarono di lacrime:
- Ti ho sempre amato. Il cielo sa quanto ho sofferto dopo la tua cacciata, avrei preferito subire io la tua punizione, ma non mi è stato permesso. Mi sono addossato l’intera responsabilità, ma non mi hanno creduto. Poi ti sei unito a Lui e ti ho perduto…Ti ho sempre voluto. -
Le sue ultime parole mi rimbombarono nella mente come un’eco e mi riempirono l’animo di una tenera dolcezza.. Quante volte durante il mio esilio ho desiderato sentirle. Nonostante il conflitto in atto e nonostante fossi uno dei Sette Re dell’Inferno, Raphael non aveva dimenticato il suo amore per me. Ora come allora mi si concedeva con estrema naturalezza, con la differenza che adesso conosceva il significato della parola peccato.
Gli divaricai le gambe.
- Lo so, l’ho sempre saputo…-
Lo penetrai lentamente.
Raphael strinse ancora le mani a pugno ansimando . Cominciammo a dondolarci all’unisono secondo un movimento ritmico in continuo crescendo finché non potei trattenermi e venni. Questo era la realizzazione di un sogno. Raphel era ansimante e stremato sul pavimento: anche lui aveva raggiunto l’estasi.
Il cuore mi sembrava scoppiare nel petto.
All’improvviso giunse dal fondo della sala Lilisu.
- Ho sentito delle urla…- si interruppe quasi impietrita dalla scena che le si presentava dinanzi.
Mi rivestii.
- Cosa gli hai fatto?- chiese portandosi le mani alla bocca.
- Ho finito qualcosa che ho iniziato molto tempo fa. -
- Ma voi vi siete…-
- Accoppiati? Si!-
Lilisu indietreggiò di qualche passo, poi guardando l’arcangelo disse:
- Perché lui è diventato di quel colore?-
Raphael aveva assunto un colore rossastro, era il primo sintomo del processo di Depravazione …il Fall down.
- Tra breve l’Inferno avrà un altro angelo decaduto tra le sue schiere. -
- Quello che gli hai fatto è orribile!-
- L’amore, mia sposa- la baciai sulla fronte- ha diverse forme…non gli ho fatto nulla che lui non abbia voluto.
Questo è la mia prima fiction…abbiate clemenza! Non ci saranno seguiti: è una puntata autoconclusiva.
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