Disclaimers: I personaggi di Tokyo Babylon appartengono alle signorine Clamp e agli altri aventi diritto... 

 


Falce di luna

di Yuki


Qualcosa stava accadendo, qualcosa di impercettibile, ma altrettanto sicuro... Subaru lo sapeva, e questa volta non c'entravano nulla le sue facoltà psichiche, i suoi poteri che lo avevano salvato da mille pericoli... questa volta era diverso... non avrebbe potuto fare niente per evitare ciò che lo aspettava, e che stava arrivando, piano piano ,inesorabile... e gli avrebbe succhiato fino all'ultima lacrima, all'ultimo respiro.
Il giovane ragazzo guardava fuori dalla finestra una luna bianca, pallida più del solito, ma comunque magnifica. Non era piena, ma emanava un bagliore enigmatico dal quale era impossibile sottrarsi, almeno per lui, lui che fin da piccolo l'aveva adorata, lui che non avrebbe mai smesso di perdersi coi suoi pensieri in quella luce, fino a confondersi con essa totalmente.
Falce di luna... un piccolo squarcio nelle tenebre, una piccola speranza di rischiarare l'inesorabile buio della notte, in cui qualsiasi uomo sarebbe perso e solo se non ci fosse la luna.
Ma quella sera non bastava, la solitudine era più forte di quel caldo raggio di luce, e penetrava il cuore di Subaru come una freccia scoccata da un bravissimo arciere, incapace di mancare il bersaglio.
 

Stava seduto su quel davanzale, pensando e ripensando a ciò che era, ciò che era stato e ciò che sarebbe diventato, e nel frattempo delle calde lacrime scendevano dai suoi occhi verdi, lacrime di nostalgia, rammarico, lacrime di debolezza, arrendevolezza... quante volte ultimamente aveva pianto, lui, debole fin dalla nascita, incapace di far fronte alle difficoltà, se non con l'aiuto di qualcuno. 

Ora quel qualcuno non c'era. Almeno per il momento. Magari sarebbe tornato, da un momento all'altro avrebbe varcato quella soglia e gli avrebbe detto :"Sono qui, mi aspettavi?". Ma per ora non c'era, e anche se fosse stato lì al suo fianco, i loro cuori erano oramai troppo distanti, persi in un labirinto di incomprensioni, di pretese e inutili parole... 

Il giovane ragazzo continuava a piangere pensando a ciò, e i suoi occhi si stavano arrossando. In essi la luna rifletteva ancora di più la sua luce, e un riverbero smeraldo si era formato nelle sue pupille, rendendo quegli occhi ancora più espressivi del solito. Si odiava e si amava allo stesso tempo, da solo. Perchè sapeva in fondo alla sua anima che quello che stava provando era un sentimento nobile, puro e naturale. Ma per questo sentimento si stava distruggendo, logorando internamente.

Sapeva che non sarebbero state quelle lacrime a calmarlo, nè quella luna per quanto bella che fosse. Si asciugò gli occhi, pensò a quanto in fondo fosse masochista: aveva già pianto, ma mai in quel modo. In genere i suoi pianti erano sfoghi improvvisi, esplosioni di rabbia oramai incontrollabili. Questa volta era diverso, le lacrime scendevano piano piano, con intervalli quasi meccanici e regolari, e accompagnavano i suoi pensieri quasi come se fossero una melodia. Si ricordò che una volta era riuscito quasi ad avere dei conati per quanto forte aveva pianto, e il suo  corpo sussultava come se fosse stato indemoniato... DEMONI... quella città ne era piena. E quante volte lui grazie ai suoi poteri di sciamano li aveva scacciati. Quante volte era riuscito ad annientarli. Smise di guardare la luna, il suo sguardo si spostò sulle luci della città, luci fredde, artificiali, ma anch'esse bagliori nel buio. 

La sua città. La sua Tokyo, il luogo che avrebbe dovuto proteggere finchè le forze glielo avessero permesso. Ma chi avrebbe protetto lui? Chi si sarebbe preso cura di lui? In fondo cos'è un demone? Solo un'orribile creatura? O qualcosa di più, qualcosa capace di render un essere umano simile masso inerte, incapace di reagire e avere emozioni? Subaru stava combattendo contro il suo demone. E quel demone aveva un nome. AMORE. E quel demone si era oramai impersonificato in qualcuno. SEISHIROU.
...-"Seishirou....."- le labbra del ragazzo sussurrarono appena il suo nome, quasi come se fosse stato un tabù, una parola proibita. Le lacrime non accennavano a smettere, e la mente si mise in moto, per l'ennesima volta i ricordi affiorarono impregnati di quelle lacrime.... e di nostalgia.... Subaru ricordò tutto... 

Era primavera, Subaru e Seishirou camminavano lungo un viale immerso nei petali di ciliegio (non si ricordava come mai fossero lì, ma dato che quello era un aspetto secondario non stette nemmeno troppo a pensarci) la luna splendeva in cielo, tutt'intorno il nulla. Subaru camminava a passo spedito, timido e imbarazzato, come sempre. Sentiva gli occhi di Seishirou che da dietro lo fissavano, occhi impenetrabili, occhi di ghiaccio e di fuoco al tempo stesso. Il giovane Sumeragi non sapeva più come fare, se fuggire da quello sguardo apertamente o provare a incrociarlo... decise per la seconda. Si voltò, fissò Seishirou dritto negli occhi, quegli occhi unici, capaci di fargli perdere la concezione del tempo e dello spazio circostante, capaci di trasportarlo in una dimensione unica, privata, specialissima... dove esistevano solo loro due... un passerotto interruppe i pensieri di Subaru, che si svegliò come da uno stato di trance. 

Stava per rivivere quella scena come se fosse la prima volta, con le stesse emozioni e gli stessi pensieri di allora. Il passerotto si posò sul davanzale e fissò il ragazzo, poco dopo volò via e scomparve nel buio. Subaru si asciugò ancora una volta le lacrime. Tentativo inutile. Aveva fissi quegli occhi davanti a sè, quegli occhi che erano stati la causa di tutto. 

Lui, lui che non aveva fatto altro nella vita se non pensare agli altri. 

Lui che non aveva avuto mai un attimo per se stesso. 

Lui che per le altre persone e le sofferenze altrui aveva rinchiuso le proprie, dietro una porta della quale poi aveva buttato via la chiave... 

Come era potuto succedere? Come aveva potuto trovare il tempo di... innamorarsi... e di un uomo per giunta... era stata tutta colpa di quello sguardo, che quella sera sotto quegli alberi di ciliegio gli aveva tolto il respiro, lo aveva reso inerme... e Seishirou lo aveva capito... era avanzato  verso il giovane sciamano sorridendo, rischiarato dalla luna il suo volto era indescrivibile, così.. .maledettamente... bello. Subaru era indietreggiato, ma in quella sera, in quella situazione non esisteva la paura, non c'era nè una vittima nè un carnefice... e nè un motivo per scappare... per distogliere lo sguardo dagli occhi di Seishirou, per impedirgli di  abbracciarlo... e di baciarlo..... 

Il loro primo bacio... lungo e intenso,seppur inaspettato... Subaru a quel tempo non comprendeva, o forse neanche se ne preoccupava. Aveva visto tutto come un gioco, a primo impatto era una cosa che lo faceva stare bene, lo faceva sorridere. A quel bacio ne erano seguiti altri, ed altri ancora, e non solo quelli... ma qualsiasi cosa quei due facessero per Subaru era solo un divertimento. Lui, così impegnato per gli altri non era riuscito ancora a decifrare quel sentimento ben più simile all'amore che a un semplice passatempo... erano passati sei mesi da quella sera sotto i ciliegi. La luna era la stessa, ma solo quella era rimasta uguale. 

Le cose si erano troppo evolute, Subaru stesso era cambiato... in bene? Un quesito che al momento era privo di risposta. Certo, durante quei sei mesi il rapporto fra i due era andato avanti a gonfie vele, fra momenti di  assoluta tenerezza e semplice amicizia. Ma dentro i due giovani uomini sentimenti opposti si erano col tempo creati... e mentre Subaru aveva scoperto cosa volesse dire affezionarsi a una persona fino a renderla praticamente parte di sè, fino ad esserne del tutto dipendenti, Seishirou si era reso conto di come un amore era destinato a finire, di come un amore era destinato soltanto alla sofferenza... per questo aveva preferito fuggirlo, reprimere tutto dentro di sè e tirare un forte respiro. 

Solo una cosa non aveva capito. Ormai era troppo tardi. Almeno per uno dei due. E se avesse visto quel ragazzo dai grandi occhi verdi piangere seduto su una finestra lo avrebbe sicuramente capito. Ma oramai Seishirou era distante, lui così forte si era lasciato tutto dietro alle spalle, lui così irremovibile per la prima volta aveva avuto... paura. 

Subaru si chiedeva se lo avrebbe mai più rivisto, con la coda dell'occhio fissava il suo letto vuoto, quel letto che più di una volta era stato teatro di tutti i loro giochi, era diventato il loro piccolo mondo. Pensò a come era stato bello baciarlo, succhiare quelle morbide labbra, perdersi ancora una volta in quegli occhi... ma la cosa che più gli piaceva era stargli abbracciato, sentire i loro due corpi  uniti in un unico calore... che tutto questo fosse finito per sempre? 

Subaru, stanco di pensare chiuse le finestre, si trascinò pian piano sul letto... a luce spenta la luna era ancora più bella... quante lune avrebbe ancora visto da solo? Per quante altre volte in cielo avrebbe ancora visto quella falce luminosa regalargli un ennesimo, malinconico sorriso?

   -  the end -





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