Finalmente il terzo capitolo! ^o^ Sono molto contenta di scrivere questa fic, quindi ogni nuovo capitolo è una piccola gioia, spero che sia così anche per chi legge! ^^ I personaggi non sono miei ma di Inoue-san, mi appartiene solo Keichi. Colgo l’occasione per  ringraziare ancora chi mi dice che ne pensa; in particolar modo: Mina-Tsuki che mi ha rassicurata sulla prima parte, Kyoko per il suo semplice e graditissimo “voglio il seguito!”, Pam per la passione che ci mette nello starmi dietro e Natsume che accoglie con entusiasmo i miei pair peggiori! Grazie! E grazie a chi legge le mie fic anche senza dirmi nulla! Buona lettura e, spero, a presto! ^____^


Fairy Angel

parte III - Fight

di Kima

 

Aprì stancamente gli occhi, il suo sguardo si scontrò con il soffitto sul quale la luce, in sottili strisce tagliate dalla serranda, avvisava che il giorno era ormai fatto. Ci mise un po’ per mettere a fuoco dove si trovasse e ancor di più per cosa fosse successo la sera pretendete. Yohei proprio non si ricordava che, dopo aver cacciato in malo modo i suoi amici, aveva bevuto fino ad addormentarsi, così com’era, triste e vestito, sul divano. Steso, con la testa all’indietro e i piedi penzoloni, in una posizione assai scomoda, per come gridava di dolore la sua schiena, e con un cerchio alla testa atroce, senza contare la bocca che sapeva di amaro, iniziò a focalizzare tutto. Tutto quello che era successo in quegl’ultimi tre giorni. Lo sguardo vacuo al televisore, lo schermo nero rifletteva la sua immagine stesa, sottile, i suoi pensieri in corsa verso quello che probabilmente per lui sarebbe stato meglio dimenticare…

Un flash gli squassò la mente lasciandolo di sale: Hanamichi pallido e immobile come lo aveva fissato, tra le lacrime, per attimi interminabili.

Si tirò su di scatto, fremendo di rabbia, di una rabbia così profonda e devastante da dargli il capogiro, ricadendo all’indietro, stritolandosi le dita in pugni, con le palpebre strette a trattenere il pianto, Hanamichi piantato nel cranio. Provò di nuovo ad alzarsi, con un movimento unico si piazzò in piedi al lato del divano, i pugni ancora serrati, le lacrime se le asciugò immediatamente, prima che potessero raggiungere il mento e da lì farsi strada fino al tutto il suo corpo. Quasi correndo di precipitò in bagno, si lavò la faccia, l’acqua gelida sulla pelle sembrava dolorosamente riportarlo alla realtà; sollevò gl’occhi allo specchio, guardò per un istante l’aria sfatta e oppressa che il suo viso rifletteva, con uno scatto prese l’asciugamano e ce lo premette sopra, come per cancellare quell’espressione disperata.

Si fiondò nella sua camera, senza lanciare un solo sguardo alla camera di Hanamichi, prese un maglione con fare nervoso e sbatté forte l’anta per poi uscire di corsa. Di corsa giù per le scale, voleva fare presto, il più presto possibile; per le strade della città correva con il viso totalmente trasformato da un’espressione così iraconda da renderlo quasi irriconoscibile. I suoi piedi guidati dall’abitudine, non pensava neppure a dove andava, tutti i suoi pensieri protratti a un'unica persona; la sua valvola di sfogo era vicina…si passò la lingua tra le labbra, felice, eccitato dal sentire quasi nell’aria il realizzarsi del suo “desiderio”, la rabbia gli brillava negli occhi bagnati dalla timida luce solare. Finalmente raggiunse la sua meta, sorrise soddisfatto di fronte all’entrata dello Shohoku, con passo deciso e veloce si avviò alla palestra; probabilmente le attività della squadra erano già iniziate e se così non era avrebbe aspettato, anche se aveva fretta, avrebbe atteso volentieri pregustando il momento propizio. Ma arrivato lì sentii subito il suono dei palloni che rimbalzavano sul parquet: non ci sarebbe stato bisogno di attendere…arrivò alla porta, le solite sceme ad assistere alle gesta dei loro idoli, Yohei ne fulminò un paio che gli si stavano avvicinando e si fece largo tra le altre. Il suo sguardo vagò tra i ragazzi in campo e con soddisfazione puntò il suo obiettivo.

- Rukawa!! Ti devo parlare, subito!- ruggì in direzione del capitano. Il moro lo guardò con noncuranza, la solita espressione gelida, Yohei strinse i denti e rincarò:

- Esci, ora!-

Tutti lo fissavano basiti, il mite e simpatico senpai si mostrava in tutta la sua sconvolta collera, aveva un’aria così irata da far rabbrividire…

Rukawa non sembrò scomporsi minimamente, gli concesse appena il suo sguardo, gelido e pieno di disappunto: osava disturbarlo. La smorfia irata di Mito si contrasse ancora di più, incapace di parlare, ma il suoi occhi erano ben più che esaurienti.

Kaede si decise, attraversò la palestra e quando gli fu davanti si limitò a fargli un cenno con la testa, un sottile sguardo e poi lo precedette fuori. Mito lo seguì e anche alcuni spettatori degli allenamenti fecero altrettanto, finché Rukawa non ordinò a tutti di lasciarli soli; per Mito non cambiava assolutamente nulla, quello che voleva fare lo avrebbe fatto davanti a chiunque; non si faceva affatto di questi problemi…

Il capitano dello Shohoku incrociò le braccia sul petto, mise su un espressione inesistente e iniziò a studiare l’altro che, a testa basta, continuava a stare immobile e fremere e ad accrescere la sua rabbia.

- Allora? Si può sapere che vuoi?!- quasi sbottò Kaede stufo di aspettare e ancor di più di non capire cosa voleva quel idiota per interromperlo durante gli allenamenti. Era già successo, parecchie altre volte, da quando lui aveva piantato Sakuragi: Mito gli si presentava lì e cominciava con le sue menate, i suoi discorsi, tutte seghe di cui non gli poteva fregare meno.

Mito sorrise a quella domanda, sorrise di un sorriso arrogante, anche crudele, divertito. Divertito perché quello stupido non capiva quello che lui voleva. Il suo desiderio. Quel bastardo non capiva e non avrebbe mai potuto capirlo…non gli rispose, rimase lì, con i pugni chiusi a sorridere, a schernirlo col suo silenzio.

- Cosa vuoi?!- scandì Rukawa avvicinandoglisi di qualche passo, minaccioso. Yohei non si scompose minimamente, mentre l’altro stava perdendo, diventava cenere, la sua celeberrima calma.

Mito sollevò il viso per godersi quell’espressione quasi indignata scavata nel ghiaccio di cui percepiva o di cui sembrava percepire l’ipocrisia; per lui era quasi affascinante e nello stesso tempo incomprensibile come Rukawa riuscisse a mantenere quella parte, per quanto stupida e stretta, era curioso vedere come ne rimaneva vittima, come ci rimaneva rintanato, quasi intrappolato…aveva qualcosa di patetico nella sua ostinazione di essere freddo, a questa considerazione la smorfia di Mito si allargò come la rabbia e il disprezzo che provava per il ragazzo che si permetteva di guardarlo in quel modo ombroso, presuntuoso in modo a dir poco irritante…

- Solo porti una domanda…sai dov’è Hanamichi?- i suoi occhi sembrarono luccicare, probabilmente dalla rabbia.

- …- Rukawa scosse la testa, aggrottò la fronte: lo stava forse prendendo in giro?! Lo sapeva tutta la scuola che Sakuragi si era suicidato e lui che era il suo migliore amico nonché convivente andava a chiederlo in giro?! - Voglio sperare che tu stai scherzando…è al cimitero. Dovrei saperlo- e quella frase nata come un mormorio e cresciuta in un grido fu terminata da un pugno in pieno viso.

Rukawa barcollò, indietreggiò cercando maggiore equilibrio sulla gamba destra e coprendosi la bocca pregna del sapore del sangue.

- Lo so fin troppo bene, volevo costatare se anche tu ne eri cosciente…- Kaede gli proiettò la sua perplessità mista a rabbia in uno sguardo obliquo molto esplicativo… ma Yohei non perse un solo secondo per decifrare il messaggio di quegli occhi, gli si precipitò nuovamente addosso piantandogli un destro nello stomaco e rincarò il colpo sostituendo alla mano il ginocchio; restò a guardare Rukawa boccheggiare, piegato in due, a contare le gocce di sangue cadenti dalla bocca dell’altro che si allargavano toccando l’asfalto, rendendolo più nero. Mito aspettò paziente e divertito, con la testa piegata di lato, finché il suo rivale non tornò più o meno dritto, finché, folgorandolo con lo sguardo, non si pulisse il rivolo rosso che gli scorreva sul mento con il dorso della mano. Rukawa osservò, quasi inorridito, le macchie vermiglie che gli macchiavano la maglia, Mito gli si avvicinò, così tanto da farsi pervadere dall’odore di sangue, e con la punta delle dita gli premette su ogni, singola goccia:

- Uno, due, tre, quattro…-

Kaede fermò quella mano strattonandolo, fissandolo furioso, con rabbia gli diede uno schiaffo provocando solo una risata acida, nervosa, aspra.

- Ti faccio sapere che non sono una ragazzina isterica…- gli piazzò un altro pugno, allo sterno, e lo guardò piegarsi di nuovo; poi affondò la mano i quei morbidi capelli neri di cui Hanamichi gli aveva tanto parlato, così tanto da dargli la voglia di strapparglieli, uno ad uno, e glieli tirò di scatto facendogli alzare quel viso pallido e dolorante, finendo la frase al suo orecchio:

- Ti conviene prendermi sul serio e darti da fare…-

Rukawa strinse i denti, quasi ringhiando, gli si lanciò contro serrandogli le braccia intorno ai fianchi e portandolo giù, a terra, con lui; si mise a cavalcioni sul suo torace e lo colpì con qualche pugno al volto per lo più fermato o indebolito dai colpi di Mito.

- Vedo che hai finalmente capito!- esclamò Mito, era divertito, molto, molto divertito e fu *quel* tono che sconvolse Rukawa più del resto.

Ma la superiorità di Kaede durò poco: Yohei se lo spinse via di dosso e fu subito in piedi per dargli un calcio alle costole, Rukawa, prima inginocchiato, che cercava di riprendersi, si accasciò su un fianco.

- Dannazione…- mormorò spuntando sangue ai piedi di Mito, sorridente e trionfante, ma appena soddisfatto.

- Non sai quanto desidererei ucciderti, ma così gli saresti di nuovo vicino…capisci che non posso permettertelo…- gli disse prima di girarsi e riprendere la strada verso casa. E in quel momento dall’angolo della palestra spuntò il nuovo fidanzato di Rukawa: Keichi Narazaki. Mito gli sorrise e si girò verso Kaede.

- Ecco il tuo “crocerossino”, come sei fortunato!-

Il kohai guardò oltre le spalle di Yohei, sgranò gli occhi chiari, per poi concentrarsi in un’espressione irata:

- Cos’è successo?! Senpai Mito cosa hai fatto al senpai Rukawa?!-

L’interrogato di grattò il lobo destro e lo fissò, non doveva aver molto gradito la domanda…

- Nulla…abbiamo solo chiuso un “conto” aperto due anni fa…-

Fine - Capitolo 3




Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions