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Pairing Ruhana
Raiting R

Mi spiego.
Ho pensato Études come un insieme di piccole storie brevi di vario genere e argomento, esattamente come quando disegnavo e facevo degli schizzi preparatori, così saranno queste piccole ficcine, delle specie di divertissement autoconclusive e di carattere leggero (molto leggero)....non so quando posterò la prossima, in realtà ho deciso per questa solo perché ho ricevuto commenti positivi ed incoraggiamenti....io non pensavo che al ristretto circolo, cui l' avevo mandata, piacesse.
Beh, meglio così, no?

Buon White Day e ancora Auguri Hymeko!


 

Anestesia…..locale

di Mel

 

 

 

Yohei giunse le mani sopra la testa in un mero tentativo di farsi perdonare.

Aprì appena appena un occhio per scorgere l’ espressione del suo migliore amico.

Fermo davanti a lui Hanamichi non disse niente, accettando quel rifiuto.

 

Sospirò solo, passandosi una mano fra i capelli.

 

“Mi dispiace, davvero, ma non posso proprio assentarmi…..i miei hanno bisogno di me in negozio, mio padre ha l’ influenza e domani cominciano i saldi”

Hanamichi scosse la testa e si sedé contro il muro di cemento caldo dei raggi di sole.

Poi sorrise a Yohei.

“Va bene, non preoccuparti, in un modo o nell’ altro me la caverò, ok?”

 

Mito si sentì in colpa, tremendamente in colpa.

Sapeva quanto l’ amico avesse bisogno di lui …in quei momenti poi!

 

E sapeva anche che nessun altro era disponibile.

Il guntai era inderogabilmente occupato nei compiti di recupero che abbracciavano il programma di tutto l’ anno o quasi.

Ed alla squadra, Haruko e gli altri era meglio non chiedere proprio.

Yohei si sedé accanto a lui e gli posò una mano sul braccio.

 

“Ma sei sicuro di farcela?”

 

Hanamichi deglutì a vuoto, inspirando.

 

“Non lo so, io …..sarà la prima volta che lo faccio da solo….spero di sì, Yo, spero proprio di sì, anche perché ormai capita spesso e non posso continuare a portarmi te o mia madre dietro….è….è imbarazzante….”

 

“Sarà, ma in fondo non è colpa tua…..non so se posso fidarmi a lasciarti solo…..”

 

“Vorrei anch’ io, ma non puoi e lo sai, rimani accanto ai tuoi, hanno bisogno di te”

 

Yohei lo abbracciò ringraziandolo ed Hanamichi gli regalò un bel sorriso.

Rassegnato, ma bello.

 

Da solo per strada Mito tornava a casa dopo aver chiuso il negozio dei suoi.

Era quasi ora di cena e per le strade era praticamente buio.

 

Con le mani in tasca ed un chewing gum in bocca Yohei pensava.

 

Si sentiva combattuto.

Avrebbe voluto fare qualcosa.

Ma non sapeva come.

 

Avrebbe voluto esserci per Hanamichi, sempre, ma come poteva?

 

Con noncuranza si accorse pigramente di una figura che gli veniva incontro ciondolando leggermente.

Sotto un lampione dalla luce forte riconobbe Rukawa.

 

Avanzava lentamente, gli occhi socchiusi, propensi a chiudersi definitivamente da un momento all’ altro, la sacca in spalla, i capelli davanti al viso.

Yohei lo osservò trascinarsi dietro la bicicletta con un po’ di fatica e notò distintamente che una ruota era a terra.

Completamente.

 

Incerto si avvicinò al quasi sonnambulo volpino.

 

“Ehilà Rukawa, problemi?”domandò

 

Un occhio azzurro s’ intravide, aprendosi lentamente assieme alla bocca che sbadigliava.

 

“Nh”

 

Yohei sorrise, divertito.

 

“Hai bucato e non sai come tornare a casa, eh?”

 

“Nh”

 

“Ma tu abiti piuttosto lontano da qui, ci metteresti una vita a tornare a piedi e a quanto vedo oggi hai dato fondo alle energie nel basket ed ora non ti reggi quasi in piedi…..”

 

Stavolta solo uno sbadiglio fu la laconica conferma.

 

“Beh –disse Mito chinandosi – vediamo cosa posso fare per te….”

 

Stese a terra la bicicletta mentre Kaede si addormentava con la testa poggiata al palo della luce.

 

Yohei lo guardò allibito.

 

“Kami sama… in piedi come i cavalli”e rise

 

Estrasse la camera d’ aria dalla ruota e cercò di individuare il foro che l’ aveva fatta sgonfiare.

Passando le dita e sentendo l’ aria uscire ancora lo trovò facilmente e lo chiuse, applicandovi sopra la gomma da masticare che teneva in bocca.

Sistemò la camera d’aria e preso il gonfiatore a mano legato sotto la canna riempì nuovamente d’ aria la ruota.

 

 

Si passò una mano sulla fronte e riconsegnò la bicicletta al suo proprietario di nuovo desto.

 

Rukawa dette uno sguardo alla ruota ed uno a Mito.

 

“Ovviamente non so quanto durerà, appena possibile falla riparare, ok?”

 

Senza attendere risposta Yohei s’ incamminò, salutandolo allegramente.

Non fece che due passi e la voce dell’ asso dello Shohoku lo fermò.

 

“Nh, grazie….”

 

“Non c’ è di che….ci vediamo…”

 

La sua voce lo fermò di nuovo.

 

“Nh….non sono abituato a sentirmi in debito, posso fare qualcosa per contraccambiare??”

 

Quelle parole stupirono Yohei, profondamente.

Immaginava che quel ragazzo avesse senz’ altro un carattere degno di nota, ma che volesse essere così ‘rapidamente’ riconoscente…

 

Rovistò nella propria testa alla ricerca di una possibile risposta, ma non trovò niente.

Non aveva bisogno di alcunché.

 

“Ora non saprei proprio, posso farti sapere….ok?”

 

Rukawa lo guardò un altro istante poi annuì e si sistemò in bici per andarsene.

 

Mito s’ infilò le mani in tasca incamminandosi fischiettando.

In fondo era un bravo ragazzo quella volpe!

 

Improvvisamente un flash gli illuminò la mente.

 

Un bravo ragazzo = persona di cui fidarsi =sostituto

 

Si girò di scatto e lo richiamò proprio prima che partisse.

 

“Aspetta Rukawa!!”

 

Il ragazzo dagli occhi chiari si fermò, sbadigliando ancora.

 

“Mi è venuto in mente cosa potresti fare per me…”

Certo di avere la sua attenzione Yohei proseguì.

 

“Domani io ho un impegno, vorrei che tu prendessi il mio posto, accompagnando un mio amico in un luogo, pensi di poterlo fare?”

 

Rukawa inclinò lievemente la testa.

 

“E’ una cosa breve?”chiese

 

“Sì!Piuttosto breve, questione di una ventina di minuti credo…”

 

“Nh…”

 

“E’ un sì?”

 

“…sì…”

 

“Bene, però devi promettermi anche che, qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa ti venga detta, devi entrare con lui, ok?”

 

“Nh..”

Era simile al suono di prima, quindi un sì.

 

Detto questo Rukawa iniziò a pedalare scomparendo in breve.

Yohei cercò di gridargli che doveva ancora dirgli il nome del suo amico, ma l’ altro era già scomparso, zigzagando paurosamente.

 

Sospirando Mito si diresse a casa, riflettendo.

Forse aveva sbagliato, forse no.

Non sapeva.

 

Beh, sorrise, Hanamichi lo avrebbe perdonato prima o poi.

 

 

Il giorno seguente Mito attese l’ arrivo di Rukawa accanto ai parcheggi delle biciclette.

A meno cinque minuti dall’ inizio delle lezioni lo vide entrare, investire Hanamichi che correva verso l’ entrata e poi sbandare fino a pochi metri da lui.

 

Sentendo Sakuragi inveire furiosamente, rise.

Sì , aveva fatto benissimo.

Se non altro avrebbe contribuito a far migliorare i rapporti fra di loro!!!

 

Yohei si avvicinò silenziosamente a Rukawa e gli mormorò l’ora ed il posto dove trovarsi.

Senza aggiungere altro.

 

In classe avrebbe poi detto ad Hanamichi lo stesso posto e la stessa ora, omettendo però il nome della persona che era riuscito a trovare.

 

Alla fine degli allenamenti sia Sakuragi che Rukawa si prepararono velocemente, urtandosi addirittura nell’ uscire.

 

“Sta’ attento, maledetto volpino!!!!Ringrazia la tua buona stella, ho un impegno e non posso fermarmi a pestarti, per stavolta sei salvo”

 

“Nh…do’hao, occupi tutta la porta!!”

 

Akagi sistemò pacificamente la questione con due pugni e li lasciò uscire, perplesso.

 

Hanamichi  camminava a passo sostenuto.

Era un po’ in ritardo.

E non sapeva nemmeno chi avesse trovato Yohei per lui.

Sperava solo che fosse una persona gentile.

 

Raggiunse il retro della scuola e attese appoggiandosi al muro.

Girò lo sguardo intorno a sé e notò improvvisamente Rukawa venire nella sua direzione.

 

Ma quella volpe lo seguiva???

 

Strinse i pugni cercando di calmarsi.

Non voleva che la persona trovata da Yohei lo vedesse in atteggiamenti da teppista!

Sarebbe sempre potuta fuggire!!!

E lui solo non voleva proprio andare.

 

Eppure ora sì che gli prudevano le mani.

 

Quel cavolo di volpino gli si era fermato ad un passo!!!!

 

Ma non doveva andare, che ne sapeva, a giocare in qualche campetto????

Una vena enorme gli pulsava sulla tempia.

Incrociò le braccia ed attese, cercando di calmarsi.

 

Il tempo passava.

In silenzio entrambi attendevano.

 

Hanamichi guardò l’ orologio.

Si stava facendo tardi, ma dove cavolo era quella persona???

 

Iniziò a guardarsi in giro, mentre Rukawa sonnecchiava contro il muro.

Lo osservò con la coda dell’occhio e sorrise leggermente.

Poi sbottò in un seccato.

 

“Ma dov’ è ? E’ tardi!!”

 

“Nh… -Rukawa socchiuse un occhio –do’hao, che hai da urlare sempre… ?”

 

“Ma che vuoi volpaccia??Torna in letargo!!!E poi che ci fai qui???”

 

“Nh…aspetto un amico di Mito”specificò serafico, sbadigliando

 

 

Hanamichi perse il respiro.

 

Rukawa

 

Attendeva

 

Un

 

Amico

 

Di

 

Mito???

 

E lui?

Lui

 

Attendeva

 

La persona

 

Mandata

 

Da

 

Mito

 

 

OH

 

 

 

KAMI

 

 

 

 

SAMA

 

 

 

 

 

Lentissimamente si girò verso il compagno di squadra, respirando a scatti.

Incredulo.

 

No, sicuramente si era sbagliato,Yohei non poteva davvero….

Non poteva….

 

 

“Volpe – un tono che faticava ad uscire fuori per la sorpresa – che …che ti ha detto Mito?”

 

Rukawa aprì anche l’ altro occhio, sbadigliando.

 

“Nh…..”

 

“Volpe è importante!!! Degnati di rispondermi !!”

 

“Nh…dovevo venire qui ed accompagnare un suo amico da qualche parte…”un altro sbadiglio

 

Ed il mondo si aprì sotto i piedi di Hanamichi.

No!!

 

Yohei aveva davvero…

Davvero…chiesto alla volpe???

 

 

MA ERA IMPAZZITOOOOO????

 

Di tutta la gente di questo mondo e dell’ altro e dell’ universo intero, lo aveva chiesto proprio a lui???!!??

 

Improvvisamente Rukawa sembrò accorgersi di un particolare.

 

“Nh…giusto…anche tu sei amico di Mito…è te che devo accompagnare ?”

 

Senza più parole Hanamichi annuì, incredulo.

 

“Nh…andiamo allora, non voglio perdere altro tempo!!”

 

“Ma..ma..ma...ma…”

 

“Nh?”chiese Rukawa, girandosi

 

“Io..ii-o……i-ioo……iio..io”

 

“Do’hao smettila sembri un asino..”

 

“Ma tu…tu mi odi e siamo………nemici…e perché…mi devi ..accompagnare tu……?”

 

Il ragazzo dai capelli neri riportò concisamente quanto successo l’ altra sera.

Poi con uno sguardo eloquente, dal significato che non voleva davvero perdere altro tempo, si fece seguire fino al posteggio delle biciclette.

Ancora in stato d’ incapacità di intendere Hanamichi lo seguì e salì con lui sulla bicicletta.

 

“Nh…dove ?”

 

Hanamichi parve riscuotersi.

 

Di tutti perché proprio la volpe?

Disperatamente deglutì a vuoto.

 

Eppure, nonostante tutto, non voleva andare da solo…..non ce la faceva.

Era più forte di  lui.

 

“All’ ospedale…”mormorò

 

E Rukawa partì.

Tre incidenti dopo e quattordici insulti in quattro lingue diverse di automobilisti  gridati dietro dopo, arrivarono.

Rukawa parcheggiò ed Hanamichi entrò con lui.

Dall’ ingresso passarono al reparto analisi.

 

Il ragazzo dai capelli rossi sospirò, vedendo poca gente attorno a sé.

Prese il numerino che indicava il suo turno e si sedé.

Accanto a lui prese posto Rukawa, invitato irresistibilmente dalla poltroncina reclinabile che c’ era lì accanto.

 

Hanamichi lo vide distendersi e riprendere a sonnecchiare e si decise a riflettere mentre attendeva il proprio turno.

 

Yohei gli aveva davvero giocato un tiro mancino.

Di tutti, proprio la volpe.

Chissà perché poi!!

 

Glielo avrebbe chiesto il giorno seguente, ovviamente  dopo una quanto meno meritata testata micidiale!!

 

Riguardò il bruttissimo numerino da supermercato che aveva fra le mani e poi cercò attorno a sé il display luminoso che indicava il numero chiamato all’accettazione.

Prese dalla borsa i documenti sanitari necessari e la richiesta del medico e li tenne in mano.

Non mancava molto al suo turno.

 

Giusto sei o sette persone.

 

Un attimo dopo già stropicciava quelle carte nervosamente.

Le posava poi le riprendeva.

Ne arricciolava i bordi e le posava di nuovo.

Arrotolava il numerino e lo metteva sopra le carte.

Si torturava le mani,le dita.

Si tormentava i palmi e sospirava.

 

Disturbato da tutto quel movimento Rukawa socchiuse lo sguardo per osservarlo.

Sembrava nervoso.

 

Molto nervoso.

 

Un attimo e lo vide scattare in piedi.

Capì che era il suo turno.

 

Beh, come mai così tanta agitazione?

Non erano che delle banali  analisi del sangue…

 

Rukawa fece per addormentarsi di nuovo, ma poi ricordò la promessa fatta a Mito e si alzò in piedi, seguendo Hanamichi.

 

“Cosa…cosa..fai?”

 

“Nh..vengo con te”

 

Hanamichi lo fissò, spaurito.

Che…….che sapesse?

 

“N.non c’ è bisogno che entri…..puoi andare anche via…oramai la tua parte l’ hai fatta……”

 

Rukawa scosse la testa.

Aveva dato la sua parola e l’ avrebbe mantenuta.

 

Yohei aveva detto ‘qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa ti venga detta, devi entrare con lui’ e così avrebbe fatto.

 

Irremovibile lo seguì all’accettazione, lo vide consegnare i fogli, chiedere la risposta a casa, pagare e firmare e poi voltarsi, con il viso pallido e le mani tremanti verso l’ entrata della sala  prelievi.

 

Lo seguì, osservando come, appena entrato avesse abbassato la testa e lo sguardo, fissando il linoleum del pavimento.

Camminava pianissimo, torturandosi nuovamente le dita delle mani.

Ad un tratto si fermò.

 

Un’ infermiera libera lo aveva chiamato.

Hanamichi si voltò, deglutendo a vuoto un paio di volte e le si avvicinò.

 

La giovane donna si fece consegnare il foglio con le etichette e fischiò d’ ammirazione.

 

“Wow…ben sette provette stavolta….”

 

Hanamichi chiuse gli occhi, disperatamente.

 

“Bene –disse lei prendendo subito il materiale necessario –vediamo di cominciare….accomodati”

 

Silenzio.

Immobilità.

 

“Dai che aspetti? Siediti e dammi il braccio…Hanamichi, vero?” mormorò la ragazza girandosi con la siringa dei prelievi già pronta in mano

 

Hanamichi impallidì di colpo e si girò.

Scorse Rukawa dietro di sé, ancora in piedi ad osservarlo e guardandolo con occhi colmi di terrore  si strinse forte a lui, nascondendosi contro la sua divisa.

 

Lo sbadiglio che il ragazzo dai capelli neri stava per fare  morì sulle sue labbra per la sorpresa.

 

Il do’hao che lo  abbracciava?

 

Immobile per lo stupore vagò con lo sguardo  fino all’ infermiera.

Mh…sembrava assomigliare ad Ayako….anche nel modo di fare….capelli neri, ma lisci, nessun principio di svenimento da ormoni per averlo visto...

Si riscosse dai suoi pensieri sentendo Hanamichi muoversi.

Le mani del suo compagno dai capelli rossi si erano strette alla giacca, lì sul petto, il viso tentava di nascondersi contro il collo e la spalla, la sua schiena tremava.

No, non solo la schiena, tutto il suo corpo tremava leggermente.

 

“Ma…”Rukawa non finì neanche di pensarla la frase che l’ infermiera si batté una mano sulla fronte.

 

“Oh, dannazione, mi dimentico sempre che hai una fifa tremenda degli aghi, scusami Hanamichi..e dire che vieni qui quasi ogni settimana per i controlli dei medicinali che ti danno per la schiena ..”

 

E detto ciò fece sparire la siringa che aveva in mano e prese una ben meno temibile farfallina verde, nascondendola fra le dita.

 

“Su..ora puoi girarti l’ho messa  via, dai….”

 

Ma Hanamichi in tutta risposta si strinse ancora di più contro Rukawa e scosse la testa.

 

“Non fare il testardo, vieni qui, dai, ho altre persone dopo di te….”

 

Hanamichi scosse nuovamente la testa, aggrappandosi alla kitsune ancora più saldamente.

 

Immobile Rukawa seguiva la scena.

 

“Allora vengo io da te” sentenziò l’ infermiera

 

A quelle parole Hanamichi alzò la testa di scatto e lasciato Rukawa fece un passo per fuggire.

 

“Fermalo!”gridò la ragazza rivolta a Kaede

 

Grazie ai suoi riflessi pronti Rukawa afferrò un polso di Hanamichi e lo strattonò nella piccola rientranza che separava quella zona prelievo da quella adiacente.

Nel frattempo la donna chiuse la tendina verde che ne copriva l’ entrata.

 

Hanamichi provò a liberarsi, alzando due occhi supplici e bagnati su Kaede.

Senza lasciarlo andare la volpe gli mormorò di sedersi.

 

Una lacrima fece capolino all’ angolo di uno quegli occhi mentre, oramai rassegnato, Hanamichi si sedeva di fronte al cuscino.

Rukawa fece per scostarsi e lasciare spazio alla giovane donna quando una mano ambrata lo tirò per la manica, implorandolo di rimanere lì,di avvicinarsi anzi.

Hanamichi gli chiedeva di restargli accanto.

 

Sospirando Kaede prese un piccolo sgabellino e si sedette accanto a lui.

 

Inspirando a pieni polmoni Hanamichi tentò di calmarsi e l’ infermiera gli tirò su una manica.

La sentirono entrambi armeggiare con qualcosa che non potevano vedere sotto al tavolino e poi la giovane donna prese il laccio emostatico, lo legò poco sopra il gomito.

Afferrò quindi un batuffolo di cotone e preparò il braccio con quel disinfettante dall’ odore così forte.

Un attimo e Hanamichi, incapace di resistere, voltò il viso, serrò gli occhi e si gettò fra le braccia di Rukawa.

 

“Do’hao”sbuffò il ragazzo dai capelli neri

 

L’ infermiera si fermò, portandosi le mani ai fianchi.

Scoccò un’occhiata alla volpe e alzò le sopracciglia.

 

“Insomma, ma tu sei venuto per aiutarlo o per chiamarlo idiota?Cerca di sforzarti di più…Hanamichi dove hai lasciato il tuo migliore amico..quello che ti accompagna sempre?”

 

Dalla spalla della volpe in questione il ragazzo dai capelli rossi rispose.

 

“Oggi non poteva proprio e mi ha mandato ‘sto qui….”

 

La ragazzo sospirò rumorosamente.

 

“Beh…senti tu, bel faccino,vedi di tenerlo fermo e calmo….dobbiamo fare sette provette e ci vorrà un po’, chiaro?”

 

Mh…sì, decisamente quella ragazza aveva un che di Ayako….

Rukawa si limitò a borbottare il suo solito monosillabo, poi con lentezza portò una mano dietro la schiena di Hanamichi e lo accarezzò dolcemente, un attimo solo, prima di rimanere ancora fermo.

La giovane infermiera sorrise abbastanza soddisfatta e prese per sé il braccio del rossino, riportandolo sul cuscino dei prelievi.

 

Un fremito intenso corse lungo la schiena del numero dieci e la sua mano libera si strinse ancora di più sulla divisa del fianco di Kaede.

Con uno sguardo Rukawa si accertò dei movimenti della ragazza.

Lei, attenta, stava cercando la vena, passando le dita sottili sulla pelle morbida della giunzione braccio-avambraccio.

Sentì il naso di Hanamichi che si strusciava delicato contro il proprio collo, alla ricerca  di più spazio dove nascondersi.

 

E         sorrise.

 

 

Senza rendersene conto alzò una mano candida e la passò fra quei capelli di fiamma in una carezza gentile.

Il brivido, così com’ era venuto, passò.

E Hanamichi rimase immobile.

 

“Uff…..”lasciò uscire la donna

 

“Nh..cosa c’è?”domandò il volpino

 

“Ah, mai che si trovassero ‘ste vene ….dannazione Hana, ma ce le hai sì o no?Le hai lasciate a casa?Apri e chiudi la mano..dai”

 

Hanamichi rise sbuffando contro la spalla della volpe.

Ed eseguì.

 

“Non è colpa mia…”sussurrò

 

“Uff…lo so, lo so, ma se non riesco a sentirle sai che dovrò prenderla sul polso ….”

 

Un altro brivido intenso percorse la schiena di Hanamichi ed il ragazzo si rifugiò ancora più strettamente contro il corpo caldo di Kaede.

 

Era strano restare così.

Dannatamente imbarazzante, ma…ma necessario.

 

Non avrebbe mai voluto farsi vedere in quello stato, ma lui gli aghi non poteva nemmeno vederli, figuriamoci sentirli!!

E poi…poi la volpe era così….gentile…

Non se lo sarebbe mai aspettato.

Tranne un ‘do’hao’sorpreso poi non aveva aggiunto altro,  non lo aveva offeso, né schernito.

 

Possibile fosse solo per la riconoscenza che doveva a Mito?

 

S’ impose di non pensarci, ora doveva solo restare calmo e sperare che finisse tutto presto.

 

La giovane ancora cercava le vene senza trovarle.

Aveva esaminato anche l’altro braccio, ma  niente.

 

Sospirò.

 

“Hanamichi mi dispiace…..non vorrei….ma devo provare…mi sembra di sentirne una…”

 

Il ragazzo non la guardò.

Era tornato a stringersi al suo compagno di squadra, con tutte le proprie forze.

 

L’ infermiera scoccò uno sguardo eloquente al volpino, pregandolo di aiutarla.

 

Certo era così strano per Kaede trovarsi contro il do’hao tremante e spaventato.

Non doveva essere stato facile per lui accettare di farsi vedere in quelle condizioni.

Si chiese perché mai Mito avesse chiesto a lui di aiutarlo.

 

Certo, faceva tenerezza il rossino così impaurito.

 

Vedendo la giovane donna liberare l’ago dal cappuccio di plastica Rukawa rafforzò la presa su Hanamichi e con una mano fra i morbidi capelli gli tenne la testa ferma contro di sé.

Il ragazzo dagli occhi nocciola intuì e serrò le palpebre, aggrappandosi con la mano libera alla divisa già tutta stropicciata di Rukawa.

 

L’ ago venne poggiato contro la pelle, dopo un ulteriore passaggio di disinfettante.

 

Hanamichi si tese, Rukawa lo strinse più forte, osservando la giovane donna bucare la pelle alla ricerca della vena.

Appena l’ago fu entrato il corpo rigidissimo che il volpino teneva fermo singhiozzò.

Una volta.

 

E poi un’altra ancora.

 

Kaede sospirò.

Doveva avere proprio un terrore tremendo degli aghi per cominciare a piangere.

 

Nel frattempo l’ infermiera cercava la vena, muovendo l’ ago, ritraendolo di poco per poi riaffondare, scuotendo la bella testa mora.

 

Nel silenzio Hanamichi non smetteva di singhiozzare disperatamente.

 

Incerto e dispiaciuto, Kaede mosse la mano che gli teneva sulla testa.

Lo carezzò dolcemente, a lungo, regalandogli piccoli brividi piacevoli lungo la schiena, ma non potendo in alcun modo cancellare i movimenti di quell’ago che ancora si muoveva cercando.

 

Il volpino sbuffò spazientito.

“Nh..quanto ci vuole ancora….?Sta piangendo dalla paura…..”disse alla donna

 

“Tsk…e credi che io mi stia divertendo? Niente…..mi tocca uscire….”

 

Appoggiò un batuffolo vicino alla bucatura ed estrasse l’ago.

 

Il corpo bruciante di Hanamichi s’ inarcò con un singhiozzo più forte contro quello di Rukawa e poi ricadde, come esausto.

 

“Aaah –sospirò spazientita la donna –Hanamichi sei la disperazione della sala prelievi, sono certa che neppure stendendoti riuscirei a sentirti una vena……le hai tutte profonde e con poca pressione…eppure devi averle!!!! Altrimenti non muoveresti neppure il braccio…anzi non lo avresti proprio il braccio….!!”

 

La donna gettò via la farfallina usata  e ne prese una nuova.

Si sentì addosso lo sguardo del ragazzo dai capelli neri e lo fissò.

 

“E tu smettila di guardarmi con rimprovero….vuoi fare a cambio? Ci vengo volentieri a consolare il piccolo Hana mentre tu lo buchi…ci stai?”

 

Oh sì, quella ragazza era sicuramente la reincarnazione futura di Ayako.

Kaede scosse la testa, velocemente.

 

“Bene e se non hai altre obiezioni cerca di distrarlo, sul polso gli farà ancora più male….”

 

A quelle parole, prive di qualsiasi finta ed inutile gentilezza, Hanamichi sussultò, passando una mano dietro al collo di Kaede e solo un’ altra carezza sui capelli lo calmò lievemente.

L’ infermiera tolse il laccio sopra al gomito e lo portò a metà avambraccio, legandolo stretto.

 

Rukawa si perse quei movimenti.

Adesso avvertiva, ancora  più chiaramente di prima il respiro tiepido e veloce di quel ragazzo dai capelli rossi solleticargli il collo, dolcemente, piacevolmente.

Era…..era bello.

Lo rilassava.

 

Forse…forse sarebbe stato lo stesso per Hanamichi.

Lo prese quindi fra le braccia, stringendogli le mani alla vita e si chinò sul suo collo nell’attimo stesso in cui il nuovo ago premeva sulla pelle del polso.

 

Se possibile Hanamichi s’ inarcò ancora più di prima, spezzando a metà un gemito con un nuovo singhiozzo.

Morse la spalla che Kaede gli offriva e gli bagnò la divisa con qualche altra calda lacrima.

 

Non riusciva.

Non riusciva a non pensare a quel pezzetto di ferro che lo penetrava.

Così freddo e sottile.

Crudele.

 

Avvertiva le mani di Rukawa passare sulla sua schiena, cercare di confortarlo.

Mentre la sua piccola vena sul polso veniva bucata ed il sangue venoso usciva lento e scuro correndo nel tubicino Hanamichi avvertì la bocca del ragazzo dai capelli neri vicina al proprio collo.

Se ne sorprese un istante, prima che il terrore di nuovo lo avvolgesse, mentre le dita ferree della donna lo tenevano fermo.

Con quel…quel..coso nel braccio…

Si aggrappò quindi alla schiena della kitsune.

 

“Kami – mormorò imbronciatissimo – che tortura!”

 

Poi un nuovo singhiozzo.

 

L’ infermiera lo guardò sorridendo, comprensiva.

 

Kaede lentamente, quando lo sentì più disteso, provò di nuovo ad avvicinarsi al suo collo, appena sotto l’orecchio sinistro.

Sfiorò la cute soffiando piano e fu ricompensato da un brivido.

Ripeté il movimento e fu certo che quello che stava facendo andava bene.

 

Quel dolce tepore era rassicurante per entrambi.

Il collo di Hanamichi era caldo, la sua pelle aveva un buon profumo, sembrava morbida.

 

‘Nh…perché non provare?’si disse

 

Avvertendo  l’ insofferenza crescere nel suo compagno dai capelli rossi, costretto all’ immobilità, mentre la donna riempiva la terza provetta, Rukawa si decise.

 

Poggiò la bocca sulla sua pelle e lo baciò, piano.

Un sussulto.

Poi un mormorio.

 

“Kitsune?”

 

Lo ignorò.

Dolcemente succhiò la pelle sotto il suo orecchio.

Un nuovo sussulto.

 

Hanamichi schiuse gli occhi, osservando l’immenso mare nero che erano la stoffa della divisa mescolata ai capelli sul collo di Rukawa.

La volpe si era avvicinata al suo collo e poi….poi lo aveva baciato..

 

Kami!!!!

 

Lo aveva chiamato, ma non era riuscito a fermarlo.

Improvvisamente pensò che non  lo avrebbe affatto voluto fermare.

 

Sospirò e rimase immobile.

Avvertendo solo quelle labbra.

Dimentico dell’ago e dell’ infermiera.

 

La giovane scoccò un’ occhiata sorpresa ai due.

Poi sorrise allegramente e cambiò la quinta provetta con la sesta.

 

Kaede, incoraggiato dal silenzio e dall’ arrendevolezza di Hanamichi lo baciò più forte, leccando e succhiando, arrossando la pelle, infuocandola.

Un piccolo grazioso  gemito lo raggiunse, contro la nuca, ma lo udì perfettamente.

 

Sorrise e riprese a baciarlo, insistendo sempre nel solito punto.

 

Poco dopo la giovane donna li chiamò.

 

“Ehi…..io avrei finito, potete andare…”

 

Kaede alzò lo sguardo.

Le provette erano piene.

Il laccio sparito.

L’ago tolto –  senza che nessuno se ne accorgesse – e gettato via.

Un cerotto sul polso.

 

Hanamichi si riscosse, mentre Rukawa lasciava il suo collo.

 

Sulla pelle fu presto visibile un intenso alone.

 

L’ infermiera rise, poi guardò maliziosa il volpino.

 

“Mmh….bel modo di farlo rilassare…”

 

Si rivolse quindi al rossino.

 

“Questo col tuo migliore amico non lo facevi però, eh?”

 

Rukawa sbuffò, divertito nonostante tutto.

 

E lei proseguì, ghignando morbidamente.

 

“Vero Hana? Stavolta non ti sei accorto nemmeno che avevo sfilato l’ago”

 

Il rossino si guardò attorno, con gli stessi occhi un po’ persi di chi si è appena svegliato.

 

“Ma….ma…..è già finito?”

 

La giovane donna non trattenne  un’altra risata.

 

“Sì, ma scommetto che vuoi ricominciare vero? Adesso che hai trovato un ‘amico’ così bravo da farti dimenticare gli aghi con un bel suc….”

 

Hanamichi la interruppe.

 

“MA ..MA..MA…COSA DICE?????’”

 

Rukawa intanto si sciolse dall’abbraccio e si alzò.

 

“Su do’hao andiamo”

 

L’ infermiera li salutò allegramente.

 

“E mi raccomando Hanamichi la prossima volta vedi di tornare con lui, è piuttosto bravo, no?”

 

Più rosso dei suoi capelli Sakuragi scostò la tendina ed uscì.

Camminarono fianco a fianco per uscire.

Ma non dissero niente.

 

Arrivati alla bicicletta Rukawa vi salì da solo per tornarsene a casa.

Hanamichi ebbe infine il coraggio di alzare gli occhi e parlargli.

 

“…grazie..”pigolò

 

Il volpino gli lanciò uno sguardo di risposta e si allontanò.

 

Il giorno seguente Mito fermò Hanamichi, per chiedere come era andata.

Schivati abilmente ed espertamente due tentativi di testate, di cui uno a sorpresa, Yohei lo portò con sé sulle terrazze.

 

Alla luce delicata del primo sole vide una macchia più scura ornare la pelle del collo dorato del suo migliore amico.

 

“E questo?”chiese con due occhi spalancati

 

“Nh…la volpe che tu hai mandato….”confessò tentato dalla reticenza, ma fondamentalmente troppo sincero

 

“Wow!Ma quando…?”

 

Hanamichi arrossì ancora più intensamente, se possibile.

 

“Mentre l’ infermiera mi prendeva il sangue…”

 

Yohei non poté che stupirsi ancora un po’ di più.

 

“Ed è riuscito a  distrarti?”lo interrogò

 

Ora sì che Hanamichi sembrava una tenerissima macchia rosso acceso.

 

“Io….io……sì…dopo che….io..non ho nemmeno ..sentito lei che….toglieva..l’ago…”

 

Esaltatissimo Yohei lo afferrò per le spalle.

 

“Meraviglioso! Hai trovato la tua soluzione!”

 

Hanamichi scattò in piedi sbottando.

 

“Ma sei scemo??E’ stato un caso!!!!Non voglio più che lui venga e poi anche se volessi come pensi di costringerlo…..?”

 

Mito rise.

Sinistramente.

 

La campanella suonò, distraendoli.

 

“Bene, andiamo, iniziano le lezioni …..”

 

“Ok, a proposito la prossima settimana vieni tu con me, chiaro??”sbottò Hana

 

Mito non rispose, aprirono la porta e si diressero al piano inferiore.

 

“Mh..e bravo Rukawa…….però….”mormorò Yohei perso ancora nei suoi ragionamenti

 

“Però cosa?”

 

“Non è giusto che non sia venuto in mente a me!!”disse con un sorriso scendendo le scale

 

“YOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOH!”

 

 

In palestra, irrimediabilmente, l’attenzione di tutti si concentrò sempre su quel piccolo segno scuro.

Si levarono risatine, imbarazzi, scherni ed ipotesi.

 

Rosso come una mela Hanamichi sussurrò che era solo andato a farsi le analisi del sangue.

 

“E te l’ hanno presa sul collo la vena??”chiese, sinceramente stupito Kogure

 

Hanamichi non disse niente, abbassò solo lo sguardo, confuso.

 

“Ma ti avrà fatto male da morire…”proseguì megane-kun perso nei suoi innocenti ragionamenti

 

“Mh….sì…..male”sussurrò il rossino

 

Velocissimo Rukawa si avvicinò a Sakuragi.

Occhi blu seri, seri in quelli velati d’imbarazzo castano chiaro.

 

“Nh…davvero ti ho fatto male??”chiese

 

 

 

 

Silenzio.

 

 

 

Poi un boato di schiamazzi risuonò fino alla strada fuori, quella che, costeggiando il piccolo muretto porta fino al posteggio bici.

E lì, una figura sinistra, armata di coltellino svizzero, si avvicinava silenziosamente ad una bicicletta in particolare, sorridendo.

 

 

 

Alla fine degli allentamenti Hanamichi scappò via, distrutto dall’imbarazzo, mentre Rukawa s’avviava indolente verso la propria bici.

Appena tolse il lucchetto e vi montò, dando la prima pedalata si accorse che qualcosa non andava.

Scese e non riuscì a capire cosa fosse successo.

 

Improvvisamente da un angolo spuntò Mito, l’ amico di Sakuragi, cartella in spalla, uno sbadiglio soffocato nella mano.

 

“Oh Rukawa? Come mai ancora qui?Di nuovo problemi con la bici?”

 

Si avvicinò e dato uno sguardo critico  alla catena disse.

 

“Sembra fuori posto…aspetta te la sistemo…..guarda caso ho un coltellino dietro.....”

 

Un paio di minuti dopo la bella bici di Kaede era nuovamente in perfette condizioni.

Mito si rialzò soddisfatto.

 

“Nh…grazie…”mormorò Rukawa

 

“Beh…se vuoi sdebitarti…puoi sempre offrirti di accompagnare di nuovo Hanamichi…la settimana prossima ha un’altra analisi….”buttò lì, innocentemente

 

Rukawa lo guardò ad occhi socchiusi, poi annuì.

In fondo poteva impiegare proficuamente il tempo del prelievo….

Sapeva già come.

 

“Nh..”disse accettando e pedalò via

 

Fischiettando allegramente Yohei si diresse a casa, accarezzando distrattamente il coltellino cha aveva in tasca.

 

 

Tre settimane dopo.

 

 

“Insomma…Hana, stai fermo…….dai questa volta solo tre provette, dai solo tre e te la prendo subito sul polso così non ti faccio troppi buchi, ok?”

 

Avvinghiato a Rukawa, Hanamichi singhiozzava disperato.

Di nuovo.

 

Dolcemente il ragazzo dai capelli neri prese il braccio del suo compagno e lo porse all’ infermiera mentre, riportando le mani ad incorniciare quel viso dorato, cancellava le lacrime con i pollici.

Hanamichi arrossì, schiudendo in un ansito le labbra.

E subito Kaede vi fu sopra, mentre allegramente l’ infermiera infilava tutto l’ago senza troppa cura e riempiva le tre provette.

 

L’asso dello Shohoku leccò piano quelle labbra salate e morbide, le toccò più volte con le proprie dolcemente, senza mai spingersi troppo in là.

 

La giovane donna rise.

“Suvvia…mh..Rukawa, dico bene?Puoi anche infilargli la lingua in bocca non mi scandalizzo mica!!!!Cmq vi avverto che il lettino lì dietro non è disponibile ed io avrei finito da circa tre  minuti….ok?”

 

“Nh..-mormorò Kaede staccandosi giusto un secondo -…non ha da fargli qualche altra analisi?”

 

L’ infermiera rise assieme ad Hanamichi.

 

In silenzio i due ragazzi si allontanarono.

Uscirono dall’ospedale, incamminandosi a piedi,assieme.

 

D’ improvviso Kaede stese un braccio attirando a sé il corpo del suo compagno.

Del suo amante di ancora troppe poche notti.

 

Un flash lo divertì, nel farsi ricordare.

 

***

‘Kae…..Ka.e…’

‘Sssh……non dirmi che hai paura anche ….di questa ‘puntura’?’

Avevano sorriso, entrambi.

‘Aaah no……no…è quanto di più bello io….oh Kaede….Kaede…’

***

 

Sorrise, di riflesso, guardando il suo ragazzo dai capelli del color del fuoco.

 

Poi un altro pensiero lo colse.

 

“Hana….”

 

“Sì?”

 

 “Hana adesso che stiamo insieme non è …il caso di dirlo al tuo migliore amico?”

 

“Perché, volpina?”

 

“Perché sono stanco di ritrovarmi le ruote della bici bucate il giorno prima che tu devi fare delle analisi…….”

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

Dedicato ad Hymina, che mi sopporta quando le telefono e quando cerco di insegnarle buoni sentimenti.

Che sopporta anche quando non posso dire tutta una frase e lei intuisce il seguito senza farmi disperare.

Auguri tesoro.

Tanti, tanti auguri.

So che non è il tuo vero regalo, ma mi dispiaceva non mandarti niente.

Spero di averti almeno fatto sorridere.

A presto.

(Ricevuto il tuo consenso mi accingo a pubblicare.....visto?)

Un bacio a tutte.

 

Mel

 

PS Non sghignazzate troppo, povero Hana pu, lo capisco io sono davvero il terrore delle infermiere, esco ogni volta da lì che sembro una tossica, mi fanno sempre due o tre buchi SEMPRE!!!

Una volta mi presero anche il nervo.

‘Oh scusa –mi disse quella rapa –devo aver preso il nervo, sai pulsava, fatto male?’

Io già bestemmiavo in cirillico antico…..

 

AVVISO IMPORTANTISSIMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ad una ragazza che mi ha scritto, Angel.
Perdonami, ma non riesco a risponderti.

Il tuo indirizzo è come se non esistesse.
Mi respinge sistematicamente ogni mail.

Ti prego di ricontattarmi usando un altro indirizzo al mio nuovo MelKaine@libero.it o non potrò risponderti, ok?
Grazie mille comunque per avermi scritto!!!

PS Se qualcuno la conosce e riesce a contattarla può farle sapere che le ho scritto questo avviso? Grazie infinite( _ _ )

Inoltre un bacio a Chikara, Monyr e Tesla.
Per le loro risposte.

Mel


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