Bene bene…..questa volta è il turno di una bella ficci di FF8!! Non scappate via intesi?

I personaggi, come al solito, non sono miei ma della Square Soft….anche se ho convinto Kiros ad entrare nel mio harem! Nessuno può resistere al mio fascino! Eheh!^___^ (ma non ditelo a Laguna che se no diventa geloso….anche se potrei convincere pure lui ad entrare a far parte del mio harem….non sarebbe una cattiva idea!^^)

In oltre, non sapendo la data esatta della morte di Raine, l’ho fatta cadere in inverno…..per il semplice fatto che mi piace la neve e l’atmosfera che crea!^^



 

 


Eternal Loneliness

di Miyuki


Oggi per la gente comune è una giornata come tante altre.

Il suolo è coperto da un candido manto di neve mentre il vento soffia gelido sulla città. Pure il cielo è oscurato da nuvole minacciose e scommetto che tra qualche ora riprenderà a nevicare.

Sembra quasi che la natura ti sia solidale in questo momento di lutto e voglia condividere con te la tua tristezza ed il tuo dolore.

Proprio come me.

Perché per te questo non è un giorno qualunque. E’ il giorno della sua morte, della morte di Raine…tua moglie.

So benissimo che stai soffrendo per quello che le è accaduto e che non ti sei mai perdonato di non essere stato al suo fianco nel momento in cui ha esalato l’ultimo respiro. Ma ormai dovresti anche sapere che non c’era nulla che tu avresti potuto fare per salvarla. Il suo destino era segnato……e so con certezza che lei non avrebbe voluto che ti tormentassi così.

Eravamo partiti proprio per suo ordine, ricordi? Per salvare la vostra ‘figlioletta adottiva’……e lei era serena perché era certa che l’avremmo riportata in dietro sana e salva.

Raine è sempre stata felice al tuo fianco e pure nel momento della sua morte lo era, perché aveva dato alla luce vostro figlio, Squall. La sua vita si è spenta con il sorriso sulle labbra, così ti hanno detto le anziane che l’avevano accudita.

Ma nonostante tutto, nonostante tutti gli anni che sono passati, continui a tormentarti e a soffrire…..ed io con te.

Perché sono impotente di fronte a tutto questo. Non posso far altro che starti vicino come amico e farti avere il mio sostegno, anche se da te vorrei molto di più della semplice amicizia….ma so che non potrò mai ottenere nulla di diverso da te.

E mi basta…..me lo faccio bastare.

Anche se in certi momenti è difficile tenere nascosto questo mio amore per te. Momenti come questo dove vorrei stringerti tra le mie braccia e cancellare con le labbra tutte le lacrime silenziose che stanno solcando il tuo viso.

Ma non posso farlo!

Mi limito a starti accanto mentre tu, inginocchiato sulla neve, fissi la lapide di Raine e preghi silenziosamente la sua memoria.

Quando riuscirai a dimenticare e a perdonarti? Ormai sono troppi anni che ti vedo soffrire in questa triste ricorrenza.

Sei sempre stato una persona allegra e solare e mi si spezza il cuore a vederti in questo stato. Tutt’ora non hai perso quell’aria da eterno ragazzino che ti fa sembrare molto più giovane dell’età che hai realmente e quasi inaffidabile. Ma Ward ed io, che ti conosciamo da una vita, sappiamo bene che dietro l’apparenza si nasconde un grande uomo dall’animo nobile e coraggioso che riesce a governare alla perfezione una città ed a farsi amare da tutto il suo popolo.

Non esiste nessuno che non ti voglia bene dopo averti conosciuto.

Neppure tuo figlio Squall ha saputo resisterti, nonostante cercasse in tutti i modi di mantenere un atteggiamento distaccato ed indifferente nei tuoi confronti.

D’altro canto io mi sono innamorato di te dal primo momento che ti ho visto. E’ stato un vero colpo di fulmine…ed io che non avevo mai creduto in queste cose!

Mi ricordo quel momento come se fosse accaduto ieri.

Ero seduto con Ward nella sala di ritrovo delle truppe di Galbadia a parlare della nostra missione. Avremmo dovuto scortare un certo ministro (non mi ricordo il nome, so solo che era una persona odiosa) da Dollet fino a Deling City poiché temeva di essere aggredito durante il viaggio a causa di alcune lettere minatorie ricevute la settimana precedente. Diciamo che come molti uomini politici non era un santo e che quindi molte persone lo avrebbero volentieri visto morto.

L’unico problema è che alla nostra piccola squadra speciale mancava un uomo, visto che Drake si era ritirato dalla milizia dopo un brutto incidente. Così eravano in attesa che ci mandassero un rimpiazzo.

Fu allora che comparvi tu.

Un ragazzo dai fini capelli color nocciola, dagli occhi color del cielo e dai lineamenti delicati ma non per questo troppo effemminati.

Una visione in poche parole.

Entrasti nella sala con quella tua aria da novellino, ti guardasti un po’ intorno e poi ti diressi automaticamente verso il nostro tavolo con un sorriso allegro sulle labbra.

“Salve ragazzi! Voi siete Kiros e Ward, giusto? Piacere di conoscervi, sono Laguna Loire! Da oggi sarò il vostro nuovo compagno di squadra!” dicesti con la tua voce squillante sedendoti davanti a noi.

Tutto qui. Bastò questo a mandare il mio cervello in tilt.

Rimasi a fissarti incantato come una stupida ragazzina alla sua prima cotta. Se solo ripenso all’espressione da babbeo che avevo mi viene da ridere. Ward al contrario ti fissò con sospetto, chiedendosi come mai ci avessero mandato una matricola per una missione del genere. Ma ben presto lo feci ricredere con la tua abilità nel maneggiare le armi da fuoco e divenisti un membro indispensabile del nostro team, non che nostro grande amico.

Da quel momento noi tre diventammo inseparabili. Affrontavamo tutto insieme….missioni, qualche scazzottata, le tue immancabili figuraccie…tutto. E quando ci perdemmo di vista dopo esserci buttati giù dalla scogliera….beh….per me fu una soferenza atroce.

Non sapevo se eri ancora vivo oppure no, se eri ferito e magari avevi bisogno di aiuto. Ero talmente disperato al solo pensiero di averti perso per sempre che partii alla tua ricerca. O forse dovrei dire che è stato Ward a scaraventarmi in mezzo alla strada gesticolando freneticamente con le mani facendomi capire di non tornare fino a quando non ti avessi trovato.

Lo avevo esasperato, poverino, con la mia aria perennemente depressa e preoccupata.

Ovviamente lui sapeva che ero innamorato perso di te…..gli ci era voluto appena un mese dal tuo arrivo per capirlo…..mi sa che l’unico a non aver mai notato nulla eri proprio tu.

Te e la tua ingenuità…..la tua innocenza…..

Vagai per un anno nell’angoscia fino a quando non mi giunse voce che un certo Laguna si era preso il compito di proteggere il piccolo villaggio di Winhill dai mostri che abitavano la zona.

Con la speranza nel cuore mi recai in quel villaggio e non puoi immaginare la gioia che provai nel vederti sano e salvo…ma dovetti trattenermi. Non volevo certo scoprirmi e farti capire i miei sentimenti….mi sarei rovinato da solo…..e poi intuii subito la situazione.

Mi bastò uno sguardo per capire che ti eri innamorato di quella ragazza, Raine, che sembrava ricambiarti pienamente, anche se voi due eravate un po’ troppo ingenui per accorgervene.

Fui subito geloso, anche se non ne avevo il diritto. In fondo a te erano sempre interessate le ragazze, di questo ne avevo avuto la conferma più volte, ed avevo imparato ad accettare il fatto che non sarei mai stato ricambiato da te….nonostante ti amassi più della mia stessa vita…..però questo non mi evitava certo di soffrire.

All’inizio fu difficile rimanere con te a Winhill, limitandomi come sempre ad esserti amico, ma più passava il tempo più imparavo ad apprezzare Raine e le sue qualità. Capii che era diversa dalle altre ragazze di cui ti eri innamorato in precedenza e che era degna di diventare la tua compagna. Avevate entrambi un animo dolce e gentile. Fu un piacere seppellire l’ascia di guerra e stringere amicizia con lei.

Così, quando decideste finalmente di sposarvi, non ci rimasi tanto male…..in fondo sapevo che prima o poi sarebbe successo….e sapere che Raine sarebbe diventata tua moglie…beh….in un certo senso fu un solievo. Chissà chi ti saresti sposato se non avessi incontrato lei!

Forse speravo in questo modo di riuscire a dimenticarti, di smettere di tormentarmi inutilmente….ma si rivelò tutto inutile.

Non riuscivo a smettere d’amarti….ne smetterò mai di farlo….mi sei entrato troppo in profondità nell’anima perché possa cancellarti dal mio cuore.

Ed ora eccoci qui. Raine è morta. Tu sei il presidente di Esthar. Io e Ward siamo i tuoi consiglieri. Ellione è cresciuta ed è diventata una donna stupenda. Squall è cresciuto ed è diventato il comandante del Garden di Balamb e l’eroe che ha sconfitto la perfida strega Artemisia.

Nonostante tutti siano felici, tu non riesci ad esserlo completamente.

Torno a focalizzare il mio sguardo sulla tua schiena. Chissà da quanto tempo siamo qui fuori!? Ward si starà spazientendo ad aspettarci in macchina.

Mi avvicino lentamente e ti poso una mano sulla spalla per attirare la tua attenzione e per farti coraggio allo stesso tempo.

“Laguna, ormai si sta facendo tardi. Abbiamo parecchio da fare a palazzo ricordi?”

Ti volti leggermente e mi guardi, poi accenni un sorriso.

“Hai ragione Kiros. C’è un ballo da organizzare” ti alzi scuotendoti la neve dai pantaloni “Andiamo pure”

E così ci incamminiamo entrambi verso la macchina mentre silenziosamente ribadisco il mio giuramento.

Continuerò per sempre ad amarti da lontano e a proteggerti.

 

************************************

 

Il Palazzo Presidenziale di Estar era in subbuglio.

Due giorni dopo si sarebbe tenuto un grande ballo commemorativo in onore della liberazione della città e della sconfitta di Artemisia e tutta la popolazione era emozionata al pensiero di un simile avvenimento. Centinaia di persone tra cuochi, camerieri, artigiani e fiorai si stavano dando un gran da fare per organizzare il tutto e abbellire il palazzo. Anche le strade erano state addobbate e circolava un aria di festa.

Laguna era chiuso nel suo ufficio assieme ai suoi due consiglieri cercando di dare un po’ di ordine a quel caos. Non si sarebbe mai fatto nulla di decente senza una degna supervisione

Sembrava passata un eternità dalla fine di quella guerra senza senso ma invece erano trascorsi soltanto due anni. Due anni pieni di pace che avevano ridato la serenità e la speranza a tutte le persone.

Il mondo ormai non era più in pericolo.

“Ho ricevuto la lista completa e confermata degli ospiti. In totale saranno 400 tra politici, ambasciatori, ministri, le loro famiglie ed invitati di vario genere.” disse Kiros sfogliando un fascicolo di documenti che aveva in mano.

“Che bello….dovrò passare un intera serata circondato da persone noiose, arroganti e con manie di grandezza…” sbuffò il presidente seduto dietro la sua scrivania ricoperta di carte.

“Lo sai benissimo che è un tuo compito quello di intrattenerli e far in modo che si divertano!”

“Ma questo non diverte me!” disse mettendo il broncio come un bambino.

“Laguna!” disse il suo amico con un tono ammonitore mentre Ward scuoteva esasperato la testa. Certe cose non cambieranno mai.

“Va bene! Tranquillo! Tanto lo sai che lo farò! Ho sempre svolto alla perfezione i miei compiti e lo farò pure sta volta….anche se sarà più dura che mai resistere all’impulso di prendere a pugni qualcuno.Quei boriosi politiconi mi danno sui nervi certe volte….”

“Laguna!”

“Ok ok non parlo più!”

I due consiglieri si guardarono e sospirarono dalle loro poltroncine poste di fronte alla scrivania.

“Ci sono altre notizie deprimenti o posso ritenermi soddisfatto?”

“Beh….qualcosa di da riferirti ce l’ho ancora ma nulla di così tremendo. Il signor Winkinson, l’esperto di fuochi d’artificio, verrà sabato mattina per allestire lo spettacolo. Poi ha telefonato Squall per avvertirci che lui e gli altri saranno qui questa sera e…”

“Coosa?? Squall ha telefonato? Perché diavolo non me lo avete passato?” disse balzando in piedi come una molla.

“Per il semplice fatto che eri stato trascinato giù nelle cucine per decidere il menù della cena”

“Si ma potevate disturbarmi! Mio figlio ed i suoi amici arriveranno qui tra qualche ora ed io lo vengo a sapere solo adesso! Dovrò mandare un paio di macchine a prenderli alla stazione!”

“Laguna calmati! Abbiamo già pensato a tutto noi. Oggi hai avuto una giornata molto impegnativa e le prossime non saranno da meno quindi lascia le piccole cose a noi….altrimenti che consiglieri saremmo!” disse Kiros sorridendo. Era davvero uno spettacolo vedere come Laguna si agitava non appena veniva nominato il nome di Squall. Si stava rivelando un padre davvero apprensivo.

“Grazie ragazzi. Non saprei come fare senza di voi! Siete unici!”

Ward gesticolò con le mani sorridendo divertito.

“Già hai ragione, chissà quanti danni combinerebbe se non lo tenessimo sotto controllo!” acconsentì Kiros.

“Non fatemi rimangiare quello che ho appena detto!” disse Laguna offeso.

Poi qualcuno bussò alla porta.

“Presidente, scusi se la disturbo ma le cameriere e la governante volevano sapere la disposizione delle camere degli ospiti in modo da cominciarsi ad organizzare…..”

“Si arrivo subito” disse sospirando “A quanto pare non posso stare seduto nel mio ufficio per più di quindici minuti di fila….pazienza….già che ci sono farò preparare anche le stanze di Squall e gli altri. Ci vediamo dopo ragazzi!”

Con questo uscì dalla stanza lasciando i suoi due consiglieri ai loro rispettivi compiti.

 

 

Quella stessa sera, alle otto e mezza in punto il treno partito da Balamb arrivò alla stazione di Esthar.

Sei persone scesero dalla carrozza riservata ai Seed con in mano i propi bagagli.

Si diressero allegramente verso l’uscita dove trovarono due auto pronte ad accompagnarli al Palazzo Presidenziale ed  Ellione.

La ragazza appena vide il ‘fratello’ ed i suoi amici avvicinarsi corse subito loro incontro.

“Squall! Sono felice che tu sia arrivato! Com’è stato il viaggio?” chiese abbracciando calorosamente il ragazzo.

“Il viaggio è stato tranquillo ed anch’io sono felice di rivederti Sis!” rispose ricambiando il gesto.

Una volta che si furono separati Ellione iniziò a salutare anche gli altri quando notò un piccolo particolare che all’inizio le era sfuggito.

“Seifer! Ma che bella sorpresa!” disse la ragazza sorridendo.

“Ciao Ellione! E’ un po’ di tempo che non ci si vede, eh?” rispose lui ricambiando il sorriso.

“Più di due anni direi. Anche se neppure all’ora ci siamo incontrati nel vero senso della parola. Comunque sono davvero felice che tu e gli altri vi siate finalmente chiariti e riuniti…..il gruppo non era al completo senza di te!”

“Il merito è mio!! Sono stata io a trovarlo ed a convicenrlo a tornare!! Sono stata brava, eh?” disse Selphie saltellando allegra e orgogliosa di se.

“Sei stata bravissima!” disse Ellione “Ottimo lavoro….conoscendo Seifer scommetto che lo hai dovuto trascinare al Garden con la forza!”

“Infatti non è stato per nulla facile! Lui non ci voleva proprio venire! Si sentiva ancora in colpa per quello che aveva fatto sotto il potere di Artemisia….ma noi sapevamo bene che lui non centrava nulla! Sapevamo che era stato controllato da quella brutta stregaccia proprio come era successo con Edea e lo avevamo perdonato da tempo e lo volevamo di nuovo con noi! Pure Squall era d’accordo, sai? Così gli ho fatto una bella ramanzina per averci fatto preoccupare tutto questo tempo e per non essersi mai fatto vivo con noi….”

“Per favore Selphie, fermati un momento a riprendere fiato….altrimenti ci rimani secca per mancanza d’ossigeno!” disse Irvine alla sua ragazza che stava sparando una parola dietro l’altra ad una velocità incredibile.

“Sarebbe una liberazione! Almeno si potrebbe finalmente stare in pace senza dover sentire le sue continue chiacchere!” disse Seifer esasperato.

Perché doveva sempre andare in giro a raccontare i fatti suoi?

“Antipatico!” rispose lei mostrandogli la lingua.

“Avanti Selphie….la storia è la sua quindi lascia che sia lui a raccontarla” disse Quistis.

“Grazie….tu si che sei intelligente!” disse il biondino commosso.

“Ehi!!” protestò Selphie.

“Ragazzi!! Ci vogliamo schiodare da qui!? Non so voi ma io sto morendo di freddo!” disse Zell stringendosi addosso il giaccone di lana e la sciarpa.

“Zell ha ragione. Non rimaniamo qui al freddo. Mi racconterete tutto strada facendo…..Laguna non vede l’ora di rivederti Squall!”

Il Comandante dei Seed accennò un lieve sorriso.

Su decisione quasi unanime Zell, Selphie e Irvine salirono sulla seconda auto mentre Squall, Seifer, Quistis ed Ellione sulla prima. In questo modo potevano parlare tranquillamente senza interruzioni.

Ellione non vedeva Squall da quasi otto mesi e c’erano molte cose su cui doveva essere aggiornata…..specialmente sulla questione Seifer.

Anche se era parecchio tempo che non si vedevano la ragazza era comunque rimasta in  contatto con il ‘fratello’ e le sembrava strano che non le avesse mai accennato il ritorno dell’ex cavaliere della strega.

In oltre le sembrava strana anche l’assenza di Rinoa.

Chissà che fine aveva fatto?!

Ma una cosa per volta…..

“Allora ragazzi, ora che siamo tranquilli vi va di raccontarmi la storia per intero?” chiese Ellione seduta accanto a Quistis nel retro della macchina mentre di fronte a loro sedevano i due ragazzi.

“Beh, non c’è molto da dire…..dopo la sconfitta di Artemisia mi sono trasferito a Fisherman’s Horizon…” iniziò Seifer “Ho pensato che stare lontano per un po’ di tempo dai luoghi dove…beh….dove ho combinato più danni fosse la scelta migliore. In questo modo la gente avrebbe avuto il tempo di lasciare andare un po’ del rancore che nutriva nei miei confronti…..non è per nulla divertente girare per le strade ed avere continuamente gli occhi puntati addosso e doversi guardare le spalle per timore che qualcuno ti voglia attaccare alla spalle per vendicarsi di qualcosa!”

Seifer fissò qualche istante fuori dal finestrino la città che scorreva veloce. Probabilmente il peso dei suoi involontari crimini pesava ancora molto sulla sua coscienza.

Negli occhi di Squall, Ellione poteva notare una vena di tristezza e preoccupazione. Le era quasi sembrato di vedere un impercettibile movimento della mano del ragazzo nel tentativo di raggiungere quella dell’ex rivale, che giaceva sul sedile poco distante dalla sua…..ma probabilmente si era sbagliata.

“Ho scelto Fisherman’s Horizon proprio per quello. Lì la maggior parte della popolazione non mi conosceva….almeno non di aspetto…..e così sono riuscito a vivere tranquillamente. Poi un giorno, meno di un anno fa, mi trovo davanti quella furia scatenata di Selphie che inizia a farmi un terzo grado ed una predicozza che non dimenticherò mai…..” sorrise leggermente.

“Mi disse di volermi riportare a Balamb e fece di tutto per convincermi…..ci mancava poco che chiamasse un intera squadra di Seed! Comunque, alla fine, ho ceduto e l’ho seguita al Garden dove ho incontrato di nuovo tutti…..ed erano davvero felici di rivedermi! Devo ammettere che la cosa mi ha fatto parecchio piacere….non me lo sarei mai aspettato dopo tutte le grane che ho dato loro!”

Ora era il turno di Squall e Quistis di sorridere.

“Il resto del Garden però non era molto contento del mio ritorno, non che li possa biasimare! Comunque nessuno osò ribellarsi agli ordini del grande Comandante Squall!” sul suo volto era comparso il solito ghignetto “Poi col tempo le cose si sono sistemate. Hanno tutti accettato il fatto che fossi sotto il controllo di Artemisia e che le mie azioni non erano volute……per di più ora sono un Seed a tutti gli effetti!”

“Non sai quanto sono felice per te Seifer! Te lo meriti davvero dopo tutto quello che hai passato!” disse Ellione.

“Ed era anche ora che li passassi quei benedetti esami!” disse Quistis.

“Ecco che ritorna la maestrina!”

“Comunque sono davvero arrabbiata con voi ragazzi!” li interruppe Ellione “Specialmente con te Squall! Perché non mi hai avvertito che era tornato!?”

“Scusami Sis…..io l’avrei anche fatto ma Seifer mi ha vietato categoricamente di sapergere troppo la voce. Voleva rimanere ancora un po’ nell’ombra…..e poi non ti è piaciuta la sorpresa?”

“Certo ma se lo avessi saputo prima era meglio….”

Ellione stava per chiedergli che fine avesse fatto Rinoa ma proprio in quel momento le due auto arrivarono davanti al Palazzo Presidenziale di Esthar.

Scesero tutti dalle macchine e si diressero con i bagagli in mano all’interno dell’enorme edificio.

“Complimenti Squall…..non si può dire che tuo padre non si tratti bene!” scherzò Seifer.

Lui non aveva mai visto Laguna ed era curioso di scoprire che tipo fosse il padre di Squall…..magari era musone come lui. In oltre non poteva evitare di essere un po’ nervoso, anche se all’apparenza non sembrava.

Sulla reazione di Ellione non aveva avuto dubbi….sapeva bene che la ragazza non gli avrebbe mai rinfacciato nulla del suo passato come Cavaliere della Strega e che gli voleva bene…..ma chissà come avrebbe reagito Laguna!?

“Non per nulla è il presidente di Esthar!” rispose lui.

“Venite, Laguna dovrebbe ancora essere nel suo ufficio con Kiros e Ward. L’organizzazione di questo ballo gli sta dando un gran da fare!”

I ragazzi diedero le valigie al maggiordomo, che le avrebbe sistemate nelle loro stanze, e seguirono Ellione su per le scale fino all’ufficio presidenziale.

Laguna era in piedi con il viso affondato in un fascicolo mentre parlava con i suoi due consiglieri.

“Zio Laguna, scusa se ti disturbo ma hai visite!” disse la ragazza sorridendo.

L’uomo alzò lo sguardo ed il suo volto si illuminò di colpo alla vista del figlio e dei suoi amici nel suo ufficio.

“Squall! Finalmente sei arrivato!” disse correndo ad abbracciarlo…quasi stritolandolo dalla felicità che aveva in corpo “Ti vedo in forma figliolo! Però dovresti venire più spesso a trovare il tuo vecchio sai? Spero che per lo meno ti fermerai a lungo!”

“Due settimane spero ti bastino. Ci siamo presi tutti una specie di vacanza….tanto in questo periodo non abbiamo mai molto da fare e se proprio ci dovessero essere dei problemi sanno dove rintracciarci!” disse sorridendo ancora più apertamente di quando aveva visto Ellione.

Faceva ancora uno strano effetto vedere Squall sorridere…..e pensare che un paio di anni prima era un ragazzo scorbutico e solitario come pochi!

Adorava suo padre…..anche se era un tipo piuttosto strano ed imprevedibile.

“Perfetto! In due settimane potremmo fare un sacco di cose divertenti tutti assieme!” disse l’uomo entusiasta.

“Laguna….non è che, come al solito, ti stai dimenticando qualcosa?” intervenne Kiros arrivandogli alle spalle assieme a Ward per dare il benvenuto ai ragazzi “Ci dovrebbe essere un presidente in questa stanza sai?”

“Uffa Kiros! Smettila di smontare tutti i miei progetti!” disse mettendo il broncio “Lavoro, lavoro, solo lavoro! Quando pensi che potrò rivedere mio figlio di nuovo!?”

“Non dico di non divertirsi ma hai anche dei doveri…..vedremo di far combaciare tutto ok?” sorrise “Comunque ben arrivati ragazzi. Spero che il viaggio non abbia avuto imprevisti”

“Tutto tranquillo grazie!” disse Quisti mentre alle sue spalle Zell ed Irvine coonstatavano che Laguna non era cambiato di una virgola dall’ultima volta.

“Mi fa piacere….oh…..noto una faccia nuova tra di voi….”

Fu allora che anche Laguna notò la presenza di Seifer…..prima era troppo preso dal figlio per notarlo.

“Hai ragione! Abbiamo un ospite in più ed uno mancante….tu saresti?”

“Il mio nome è Seifer Almasy” rispose il biondino con uno sguardo deciso e fiero negli occhi.

“Oh! Così saresti tu il famoso Cavaliere della Strega eh?….Interessante……” disse lievemente sorpreso mentre passava in rassegna con lo sguardo il ragazzo.

Poi sorrise amichevolmente.

“Beh….benvenuto ad Esthar Seifer! Io sono Laguna Loire, il padre di Squall ed il Presidente della città….ma probabilmente lo sai già! Comunque spero ti troverai bene qui a palazzo!”

Seifer rimase particolarmente colpito.

“Cosa….a voi non interessa che io sia stato un vostro nemico fino a qualche anno fa? Non vi importano tutti i danni che ho causato?”

“Quella ormai è acqua passata ragazzo! Non c’è bisogno di preoccuparsene ancora! E poi mi sembra di ricordare dai racconti di Ellione che tu eri un compagno di orfanotrofio di Squall e gli altri no? Quindi tutti gli amici di mio figlio sono amici miei!”

Ora Seifer era ancora più stupito di fronte ad una tale fiducia e naturalezza….Squall invece tirava mentalmente un sospiro di solievo.

“Ora anche tu hai scoperto che Laguna è un positivista nato! Non devi sorprenderti di nulla!” disse Kiros ridacchiando.

“Beh…che c’è di male? Il positivismo è una delle mie grandi doti! Piuttosto Squall…..che fine ha fatto Rinoa?  Come mai non è con voi?”

Il volto del ragazzo si scurì leggermente.

“Ecco….vedi padre…..io e Rinoa non stiamo più assieme….ci siamo lasciati circa cinque mesi fa….”

“Cosa?! Ma….ma non è possibile! Com’è successo?” chiese Laguna sconvolto.

“Non ti preoccupare, non è successo nulla di grave…..soltanto sia io che lei abbiamo capito di non amarci tanto quanto pensavamo. Il nostro rapporto era più simile ad una profonda amicizia che ad un fidanzamento vero e proprio….e poi…” arrossì imbarazzato “…entrambi ci siamo innamorati di altre persone….”

“Mi dispiace che sia finita così….e pensare che eravate una così bella coppia! Ma l’importante è che siate entrambi felici ora!”

“Lo siamo, ti assicuro che lo siamo” sorrise facendo scivolare lo sguardo per una frazione di tempo impercettibile su una persona “E poi io e Rinoa siamo ancora molto amici….questa è una cosa che non potrà mai cambiare!”

“E’ un solievo! Spero che verrà comunque alla festa!”

“Certo! Ci ha avvertiti qualche ora fa che sarebbe arrivata assieme a Joshua, il suo attuale ragazzo, dopo domani mattina!” intervenne Quistis.

“Molto bene! Mi sarebbe dispiaciuto se non fosse venuta! Ora che ne dite di andare giù a mangiarci un boccone? Non so voi ma io non ho ancora cenato e sto morendo di fame!” disse spingendo tuttti fuori dal suo ufficio.

 

*********************

 

Era finalmente arrivato il giorno del ballo.

Fuori splendeva il sole e l’aria non era particolarmente fredda.

Rinoa era appena arrivata a palazzo assieme al suo ragazzo, Joshua, il figlio di un generale amico del padre della ragazza non che vecchio amico d’infanzia di quest’ultima.

I due ragazzi erano stati accolti calorosamente da Squall ed il resto della compagnia che dopo aver scambiato quattro chiacchere veloci si erano offerti di accompagnare i nuovi arrivati nelle loro camere per poi uscire tutti quanti a fare un giro in città.

Intanto Laguna era ancora nel suo ufficio a sistemare gli ultimi dettagli della festa….che sembravano non terminare mai.

Erano ore che sfogliava fascicoletti di ogni genere, che continuava a ricevere telefonate da tutte le persone possibili ed immaginabili (da quelle dei fornitori all’orchestra che avrebbe suonato quella sera ecc.), per non contare il via vai di gente che entrava e usciva dalla stanza……ottenendo come risultato di tutto questo trambusto un gran mal di testa ed una profonda stanchezza sia mentale che fisica.

“Pieta! Abbiate pietà di me! Non ce la faccio più! La prossima persona che entra da quella porta la prendo a librate in faccia e se sento di nuovo suonare il telefono giuro che lo scaravento fuori dalla finestra!” disse Laguna accasciandosi sulla propria scrivania, esausto.

Kiros non potè evitare di ridacchiare alla scena.

Era davvero un bambino. Gli faceva tenerezza quando si comportava così.

“Forza Laguna, ormai non ti devi più preoccupare! La maggior parte del lavoro è stato sistemato. Rimangono solo alcuni piccoli dettagli a cui possiamo benissimo pensare io e Ward. Tu prenditi il pomeriggio libero e preparati con calma per la festa di sta sera….te lo sei meritato!”

“Dici davvero!?” chiese il presidente con gli occhi colmi di speranza che solo un uomo che da cinque giorni non aveva fatto altro che lavorare senza sosta potrebbe possedere.

“Davvero”

“Evvai!! Kiros sei la mia salvezza! Non ne potevo davvero più!”

Laguna si lasciò stancamente cadere contro lo schienale dalla sua poltrona, sospirando sollevato.

Kiros lo fissava sorridendo.

Era così facile renderlo felice…..bastava un nonnulla…..ma allo stesso modo, essere la causa del sorriso di Laguna gli infondeva una grande soddisfazione.

In fondo quello era il suo scopo, il suo vero ‘lavoro’, anche se il diretto interessato non ne era a conoscenza. Avrebbe fatto in modo che il suo amico fosse felice con ogni mezzo che gli era possibile utilizzare.

Kiros era talmente intento a fissarlo che ci mise un po’ a notare la strana torsione del braccio che Laguna stava compiendo. Si teneva con la mano la spalla sinistra mentre muoveva lentamente in senso orario il braccio.

“Cos’hai Laguna?”

“Niente….è soltanto che tutto questo stress e questa immibilità forzata mi hanno indolenzito i muscoli….sono un tipo dinamico io e non mi piace rimanere più del necessario in quest’ufficio!” disse continuando il suo lavoro.

/Come se non lo sapessi…./ disse fra sè Kiros.

Inconsciamente si avvicinò all’amico posizionandosi alle sue spalle, poi tolse gentilmente la sua mano dalla spalla e vi posò sopra le proprie, imprimendo una lieve pressione con le dita.

“Effettivamente sei un pochino teso” disse in tono assorto, quasi professionale “Ti va di lasciarmi fare? Penso che un bel massaggio potrebbe aiutarti”

“Fai pure….conosco assai bene l’abilità delle tue mani…”

Kiros, a quelle parole, fu percorso da un brivido ma decise di ignorarlo per cominciare il proprio trattamento. Iniziò a premere con decisione ma senza eccessiva forza sui muscoli delle spalle e della cervicale cercando di scioglerli.

Cercò di concentrarsi per svolgere al meglio il proprio lavoro ma dopo qualche minuto venne distratto da dei gemiti provenienti da Laguna.

“Ti ho fatto male per caso?” chiese preoccupato, temendo di aver esercitato troppa forza o di aver toccato un centro nervoso particolarmente sensibile.

“Mmmm….no…anzi, sei troppo bravo….stai facendo un lavoro sublime….continua….”

Laguna chiuse gli occhi e reclinò in dietro la testa tanto da appoggiarla contro il torace dell’amico, in uno stato di assoluto rilassamento.

A Kiros mancò quasi un battitò. Le mani gli tremarono impercettibilmente ma si impose di rimanere calmo.

Non era di certo la prima volta che aveva Laguna così vicino….però la situazione in se rendeva tutto diverso. Sembrava essersi creata un’atmosfera più…intima….che a quanto pare solo lui percepiva. Per non citare i suoi gemiti che lo stavano facendo lentamente impazzire!

Dannata ingenuità!

Possibile che non si rendesso conto dell’effetto che aveva su di lui quel comportamento?

Respirò a fondo e continuò il suo massaggio, al quale ormai stava dando poca importanza. I suoi occhi erano completamente incollati sul suo volto rilassato e sereno, sulle sue labbra leggermente dischiuse dalle quali fuoriuscivano dolci sospiri per le sue orecchie.

Era un vero spettacolo.

Non si sarebbe mai stancato di dirlo….Laguna era di una bellezza impareggiabile…..e modestamente suo figlio aveva preso da lui.

Nonostante i suoi quarant’anni sembrava sempre lo stesso ragazzo del tempo in cui erano ancora soldati di Galbadia.

Senza accorgersene le sue mani avevano smesso di massaggiare i muscoli e si erano, invece, messe ad accarezzare quel corpo perfetto mente si era sporto leggermente in avanti per poterlo fissare meglio.

Laguna non si era mosso di un centimetro, probabilmente si stava godendo così tanto quel massaggio che non si era accorto di nulla.

Kiros fu tentato di chinarsi ancora un po’ fino a sfiorare le labbra di Laguna con le proprie.

Voleva baciarlo con ogni cellula del suo corpo e della sua anima….e lo avrebbe fatto.

Oh se lo avrebbe fatto…..e poi si sarebbe anche pentito di quel gesto, ne era certo….ma fortunatamente non lo fece, il tutto per merito di qualcuno che bussò alla porta.

Kiros scattò di colpo al suo posto mentre Laguna si destava dal suo mondo di sogni e beatitudine.

Si guardò attorno un po’ frastornato per essere stato disturbato in quel momento di profondo relax….poi bussarono di nuovo alla porta e si accorse di avere ospiti.

“Avanti!” disse ed un attimo dopo comparve Squall sulla soglia aperta.

“Scusami padre….ti ho disturbato?”

“Oh no! Ho finito di lavorare per fortuna! Kiros mi stava facendo un bel massaggio per scacciare lo stress….è bravissimo sai!? Dovresti provare anche tu!”

“Forse un’altra volta…”

Kiros lo osservò attentamente e notò nel ragazzo una strana tensione….uno strano nervosismo che lo rendeva irrequieto, tanto che continuava a vagare con lo sguardo sulla stanza senza posarsi su un oggetto in particolare.

“Avevi bisogno di qualcosa Squall?”

“Ecco….veramente si…avrei qualcosa di cui…parlare con te….”

“Ma certo, dimmi pure….sono tutto orecchie!”

Squall non disse nulla ma guardò Kiros con aria imbarazzata.

Il consigliere capì al volo.

“Credo che la vostra dovrebbe essere una conversazione più ‘privata’ Laguna.” disse Kiros togliendo le mani che fino a quel momento erano rimaste sulle spalle dell’amico “Visto che per oggi hai chiuso con il lavoro che ne dici di fare quattro passi in cortile? La giornata è splendida…..ed intanto io e Ward finiamo gli ultimi dettagli per la festa.”

“Magnifica idea! Così mi sgranchisco un po’ le gambe! Andiamo a prenderci una giacca prima di uscire altrimenti ci becchiamo un malanno….e non mi sembra il caso visto che sta sera c’è il ballo!” disse Laguna alzandosi dalla scrivania e dirigendosi verso la porta dell’ufficio.

Squall lo seguì subito dopo aver lanciato uno sguardo di ringraziamento a Kiros, che gli sorride gentilmente e lo ringraziò mentalmente per averlo interrotto prima che fosse troppo tardi.

 

 

“Allora Squall…ora che siamo soli, di cosa volevi parlarmi?”

Padre e figlio stavano camminando tranquillamente nel giardino del palazzo presidenziale. Il prato era interamente coperto da quasi trenta centimetri di neve ma qualcuno aveva spalato alcuni sentieri in modo da poterci passare senza problemi.

Squall non aveva detto una sola parola per ben dieci minuti e Laguna aveva rispettato il suo silenzio, pensanso che avesse bisogno di un po’ di tempo per collezionare le idee, ma ora stava iniziando a diventare piuttosto curioso.

Voleva sapere cosa stesse tormentando il figlio in quel momento….perché era ovvio che qualcosa non andava come dovrebbe!

D’accordo che Squall non era mai stato un tipo socievole ma da quando si erano ritrovati, dopo alcune difficoltà iniziali, avevano stretto un forte rapporto basato sulla fiducia reciproca ed avevano imparato a conoscersi a fondo.

In quel momento, però, il ragazzo si era chiuso di nuovo in se stesso ed era ancora più pensieroso del solito. Era come se fosse tornato il vecchio Squall, quello precedente alla Guerra delle Streghe.

Voleva fare qualcosa per aiutarlo, voleva rendersi utile e dimostrare che in fondo sapeva anche essere un buon padre!

Fu allora che Squall alzò timidamente lo sguardo verso l’uomo, nervoso e con il viso rosso, interrompendo i suoi pensieri.

“Ecco…io….vedi la questione è…è piuttosto delicata ed io non so bene da dove cominciare…..”

I suoi occhi tornarono a fissare la punta delle scarpe mentre con le mani tormentava la cerniera del suo giaccone, cercando in qualche modo di tenersi occupato e distratto.

Vedendolo in quello stato Laguna gli passò un braccio attorno alle spalle e cercò di incoraggiarlo meglio che poteva.

“Squall….non devi preoccuparti……comincia a parlare e poi vedrai che le cose verranno fuori da sé!”

“Si,lo so ma…..non so bene se avrò mai la forza di cominciare a parlare……questa cosa è….ho paura di come la potrai prendere…..” poi ridacchiò “Buffo eh? Il grande Comandante che ha sconfitto la perfida Artemisia ed è al comando di un intero Garden ha paura di confessare una semplice cosa a suo padre! Mi faccio pena!”

“Non dire così!!” rispose prontamente Laguna aumentando la sua presa. Era quasi arrabbiato col figlio per aver pensato una cosa del genere di sé stesso. “Tu sei una persona mervavigliosa quindi non ti voglio più sentir dire una cosa del genere! E poi non sarà così terribile questa ‘rivelazione’! Vieni, sediamoci su questa panchina e raccontami tutto con calma e nella maniera più semplice possibile! Stai cominciando a spaventarmi un po’ sai?”

I due tolsero la neve dalla panchina in metallo e vi si accomodarono sopra.

“Scusami…non volevo farti preoccupare….è solo che temo davvero la tua reazione! Ci ho messo così tanto ad avvicinarmi a te e non puoi immaginare quanto sia felice di averti ritrovato dopo tutto questo tempo…..non vorrei mai perderti per quello che sto per dirti…..”

“Tranquillo, non mi perderai mai……neppure se mi rivelassi di essere un alieno proveniente da un altro pianeta oppure un mostro a tre teste!” disse Laguna sorridendo, sperando di aver messo fine una volta per tutte a quella stupida convinzione che si era insediata nella mente di Squall.

Il ragazzo non potè fare a meno di arricciare leggermente le labbra, poi tornò mortalmente serio e sospirò rassegnato.

“Papà……ti ricordi quando ti ho detto che io e Rinoa ci eravamo lasciati perché avevamo capito di essere innamorati di….beh….di altre persone?”

“Certo”

“Ecco….quello che sto per dirti a che fare con tutto questo…..”

“Riguarda per caso la persona di cui ti sei innamorato? Non è che per caso ti ha ingannato ed ora ti penti di aver lasciato Rinoa per una tipa come quella!? Anche se io ignoro ancora chi sia!”

Laguna stava già cominciando a ribollire di rabbia al pensiero che qualcuno avesse fatto soffrire il suo Squall. Non avrebbe mai perdonato quella ragazza!

“In un certo senso hai beccato il problema……è vero che riguarda quella persona…..ma non perché mi abbia ingannato, tutt’altro! Non sono mai stato più felice in vita mia…….è il ‘LEI’ il vero problema!!” disse arrossendo improvvisamente ed abbassando ancora di più lo sguardo, trovando uno strano interesse nella neve che ricopriva il prato.

“Credo di non aver capito bene…..” disse Laguna un po’ perplesso.

“Vedi……non è una LEI…..bensì un LUI il mio nuovo compagno…..”

Ecco, lo aveva detto! Con un filo di voce ma ce l’aveva fatta! E dallo sguardo sorpreso di Laguna sembrava proprio che lo avesse sentito bene…..comunque l’uomo preferì avere un ulteriore conferma.

“Sei fidanzato con un altro ragazzo?”

Squall si limitò a fare un cenno con la testa senza mai alzare lo sguardo da dove lo teneva inchiodato. Ora non gli restava da fare altro che ascoltare il verdetto del padre.

“Oh….” si limitò a dire quello.

Passarono alcuni minuti e nessuno aveva ancora osato a pronunciare una sola parola. C’era una strana tensione che aleggiava nell’aria e il ragazzo dai capelli nocciola non riusciva più a sopportarla. Avrebbe dato qualsiasi cosa purchè suo padre infrangesse in qualche modo quel silenzio terrificante.

Un segno di disgusto. Di comprensione. Un insulto.

Qualsiasi cosa piuttosto che l’attesa e l’ignoranza!

Lui doveva sapere, doveva conoscere la reazione di suo padre per potersi finalmente togliere un peso dal cuore…..anche se, forse, gli sarebbe costata la sua unica e vera famiglia.

Fu questo che lo spinse a parlare per primo.

“Immagino che sia stato un bel colpo per te scoprire che in realtà tuo figlio è gay! Ora che lo sai ti faccio schifo, vero? Penso che la tua sarebbe una reazione normale….però sappi che io amo davvero questa persona, tanto quanto voglio bene a te! Non vorrei mai dover scegliere tra voi due….io….non avrei la forza e il cuore per farlo…..tengo troppo a voi! Ma forse a te non importa nulla ed ora che hai scoperto la verità non mi vorrai più tra i piedi…..”

I suoi occhi erano bassi e profondamente tristi al solo pensiero di aver perso per sempre l’affetto ed il rispetto di suo padre. Solo i capelli che gli ricadevano dolcemente sul volto impedivano a chiunque di leggere la sua espressione sofferente.

Poi però si riscosse quando sentì un paio di braccia attirarlo a sé ed una voce dolce e gentile sussurrargli parole nell’orecchio.

“Non dire assurdità Squall! Come potrei essere disgustato da te? E’ vero che mi hai sorpreso ma sei mio figlio ed io ti voglio bene per come sei. Non mi importa se sei gay o no…..l’importante è che tu sia felice! A me basta questo!” disse sorridendo affettuosamente, mentre abbracciava il ragazzo e gli accarezzava i capelli, cercando di rassicurarlo “Il mio silenzio non era dovuto al disgusto! Stavo solo cercando di immaginare chi potesse essere questo fantomatico ragazzo che ti ha rubato il cuore!”

“Davvero non ti da fastidio che io….ami un altro ragazzo?”

“Per niente! Non si può resistere all’amore, che sia per una donna o per un uomo. E’ qualcosa che non dipende da te ma che puoi solamente accettare. Fa parte della tua anima ormai.”

“Grazie! Non sai quanto mi sento sollevato ora!” disse il moretto ricambiando l’abbraccio del padre e lasciandosi andare alle spalle tutte le insicurezze e le paure di quegli ultimi giorni.

“Però senti una cosa….mi vuoi dire chi è o lo devo scoprire da solo? Sto cominciando a diventare curioso!”

“Chi è chi, scusa?”

“Dai non fare il finto tonto! Sto parlando del tuo compagno, mi sembra ovvio! Avanti….dillo al tuo vecchio!” chiese con un sorrisetto malizioso sulle labbra.

Squall arrossì di colpo…..una cosa davvero rara, degna di essere immortalata con una fotografia….e non disse nulla.

“Su non farti pregare! Dimmi almeno se lo conosco!”

“Ehm……si lo…lo conosci….” disse timidamente.

“Oh bene! Allora vediamo….Irvine non può essere perché sta ancora con Selphiel….forse Zell? Naaahh….non mi sembra il tuo tipo e poi non sarebbe in grado di tenere nascosta una cosa del genere….è troppo euforico e chiaccherone! Ma allora chi……..non mi sembra di conoscere altri tuoi amici oltre a loro…..a meno che non sia qualcuno del Graden che mi hai presentato una volta e di cui io mi sono dimenticato…..possibile ma….”

“Si tratta di Seifer” lo interruppe Squall arrossendo, se possibile, ancora di più.

“Oh….già…..non ci avevo pensato….mi ero dimenticato che lui in fondo è stato un tuo compagno di orfanotrofio e pure di addestramento nel Garden. Non ci ho fatto ancora l’abitudine scusa.”

“Non ti preoccupare…è una cosa nuova per te…”

“Eh già….comunque ecco spiegato perché hai voluto condividere una camera con lui invece di averne una tutta per te come al solito! Io pensavo che non lo volessi lasciare da solo per farlo sentire più a suo agio in un luogo a lui sconosciuto come questo….ed invece la storia era un’altra….”

Laguna sorrise malizioso mentre Squall arrossiva all’inverosimile.

“Papà” borbottò imbarazzato.

“Eheh….però devo dire che hai buon gusto….è un bel tipo e mi sembra piuttosto in gamba e sveglio! Come padre ti do la mia approvazione…..ma prima di tutto voglio scambiare due paroline con lui in privato! Mi devo assicurare che ti tratti con il massimo riguardo!”

“Papà!!”

“Non fare quella faccia! Sei il mio unico figlio ed è mio compito assicurarmi che tu stia bene e che non soffra!”

Squall fissò ancora qualche istante il padre, indeciso se obiettare o no, poi sospirò rassegnato. Nessuno lo avrebbe distolto dal suo ruolo di ‘Paladino della Giustizia’…..gli stavano già brillando gli occhi al solo pensiero.

L’allarme del suo orologio iniziò a squillare, segnalando lo scoccare di una nuova ora.

“Papà….visto che sono le due ed io devo ancora pranzare…e penso che nemmeno tu abbia avuto il tempo per farlo….che ne dici di andare a mangiare un boccone insieme?”

“Mi sembra un’ottima idea! Gli altri si saranno già abbuffati a quest’ora!” disse balzando in piedi entusiasta “Forza! Andiamo! Conosco un ristorantino in centro che è una favola! In macchina ci mettiamo dieci minuti ad arrivare!”

“Fai strada!” disse il ragazzo sorridendo divertito dall’esuberanza del padre.

 

****************************

 

Alcune ore più tardi il palazzo presidenziale era in grande fermento. Da lì a poco più di mezzora sarebbero iniziati i festeggiamenti e sarebbero arrivati tutti gli ospiti….quindi ogni cosa ed ogni persona doveva essere al proprio posto.

Laguna, Kiros e gli altri erano già raggruppati all’interno dell’enorme salone da ballo, con lo sguardo perennemente fisso sui propri orologi, pronti ad accogliere i primi invitati.

Squall, dopo essere ritornato dal ristorante col padre, si era subito messo alla ricerca di Seifer per rivelargli l’esito del suo incontro con Laguna. Quando il biondino seppe che tutto era andato per il meglio si sentì immensamente sollevato.

La sua peggiore paura, da quando Squall gli aveva confessato di aver ritrovato il suo vero padre, era stata che il ragazzo avrebbe potuto perdere l’affetto e la stima della sua ritrovata famiglia a causa sua….e questo non lo avrebbe mai permesso!

Non dopo aver arrecato già tanto dolore alle persone!

Non proprio alla persona che aveva scoperto, anche se troppo tardi per tornare sui propri passi, di amare alla follia!!

Non proprio a Squall che per non si sa quale grazia divina si era innamorato di lui dopo tutto quel tempo e dopo tutto quello che era succeso fra di loro!!

E non proprio ora che erano finalmente felici!!

Fortunatamente tutto si era risolto. Laguna era davvero una persona straordinaria, per quanto bizzarra, che teneva davvero tantissimo al figlio….questo lo aveva capito fin dalla prima volta che lo aveva visto.

Dopo aver passato qualche altro minuto a raccontare ciò che era successo Squall propose di iniziare a prepararsi per la sera. Ed ora eccoli lì….lui ed i suoi amici vestiti con la divisa ufficiale da Seed per le cerimonie importanti.

Un po’ alla volta gli invitati iniziarono ad arrivare e quando furono più o meno tutti presenti cominciò a tutti gli effetti la festa.

Selphiel e Rinoa trascinarono immediatamente i propri ragazzi sulla pista da ballo non appena sentirono l’orchestra suonare mentre gli altri se ne rimanevano ancora un po’ in disparte.

Kiros, Ward ma soprattutto Laguna furono coinvolti in una serie infinita di discorsi sulla politica. Non appena ne terminavano uno subito spuntava qualcun altro a cominciare un nuovo dibattito.

Laguna stava morendo di noia ma, nonostante questo continuava imperterrito a sorridere cordialmente e a dire la propria opinione….stava facendo bene il suo ruolo di presidente come lo aveva implorato Kiros, anche se aveva un gran voglia di menare qualcuno pur di farlo star zitto e smettere di dire una cazzata dietro l’altra.

Ward si limitava ad ascoltare o, al massimo, ad accennare qualche gesto ogni tanto, subito tradotto da Laguna.

Kirso, invece, sembrava essere il più partecipe di tutti ma la realtà era ben diversa. La sua attenzione era completamente puntata sul suo caro amico presidente.

Non riusciva a staccare gli occhi di dosso da colui che considerava essere una continua visione o meglio la cosa più bella del mondo. Laguna indossava un semplicissimo smocking nero con camicia bianca di seta ed una cravatta bordeaux. I suoi fini capelli castani erano lasciati sciolti e ricadevano dolcemente sulle sue spalle, incorniciandogli il viso perfetto da eterno ragazzino. Non era solo quello, però, che aveva colpito Kiros bensì la strana lucentezza dei suoi occhi.

Il tessuto lucido del suo vestito rifletteva in modo quasi surreale la luce dei lampadari e faceva risplendere ancora di più quei due pozzi azzurri. Per quanto lo riguardava era come se Laguna stesse brillando di luce propria.

Ogni anno che passava diventava sempre più difficile rimanere indifferenti difronte ad una simile bellezza.

Kiros continuava a parlare con i loro ospiti incessantemente ma non poteva evitare di puntare lo sguardo sulla figura del suo amico ogni dieci secondi. Sospirò mentalmente mentre si scolava il suo calice di spumante.

Passò lo sguardo sul resto della sala, nella vana speranza di distrarsi un po’ e cambiare il soggetto della sua attenzione. Vide che Squall era stato trascinato a ballare da Rinoa, che aveva deciso di fare un momentaneo cambio di partner mentre Joshua aveva invitato Quistis. Al povero Seifer era toccata Selphie, visto che Irvine si era preso una piccola pausa per riprendere fiato, e sembrava piuttosto scontento di trovarsi a ballare con quella piccola furia. Zell era seduto, come prevedibile, ad un tavolo ad abbuffarsi.

Kiros accennò un lieve sorriso. Almeno loro si stavano divertendo.

 

I festeggiamenti continuarono per un paio di ore prima che Laguna cominciasse a sentirsi stanco e a lamentarsi. Piombò frustrato su una delle sedie del tavolo attorno al quale erano seduti i suoi due migliori amici, intenti a sorseggiare vino e mangiare una fetta di torta al cioccolato.

“Quando finisce questo benedetto ricevimento!?” piagnucolò il presidente appoggiando i gomiti sul tavolo.

“Non dirmi che ti sei già arreso?” chiese Kiros con una nota di divertimento nella voce.

“Si! Sono stufo! Da quando è cominciata la festa non ho fatto altro che parlare parlare e parlare! E sempre di argomenti barbosi come la politica e l’economia di uno stato!”

Ward sorrise e mosse le mani per dire la sua.

“Questo non è vero! Non sono un chiaccherone!” disse indignato mentre l’altro rideva di gusto.

“Uffa! Belli amici che siete! Non pretendo molto sapete! Solo di divertirmi un po’ alla mia stessa festa!”

“Lo sappiamo Laguna però…”

“Azzardiati a dire che sono il presidente e che questo è il mio lavoro e giuro che ti strangolo Kiros!”

“Ehm….veramente non era mia intenzione farlo….volevo solo dire che tra un po’ comincerà lo spettacolo di fuochi d’artificio…quindi la gente sarà troppo impegnata a guardarli per tartassarti ancora con discussioni ‘noiose’. Potrai respirare un po’ no?”

“Oh….questo è vero…mi stavo quasi dimenticando dei fuochi d’artificio….oh bene! Meglio così!” sorrise, tornando di buon umore e rubando la forchetta dalle mani di Kiros per assaggiare una fetta di torta “Piuttosto….avete visto Squall?”

“No….l’ultima volta che l’ho visto stava ballando con Rinoa…ma è stato più di un’ora fa.”

Ward si limitò a scuotere la testa.

“Capisco….beh pazienza….vorrà dire che ci parlerò dopo!”

“Ehmm…mi scusi Signor Loire….”

I tre uomini si voltarono e si trovarono davanti a loro una giovane donna sui venticinque anni. Aveva corti capelli rosso fuoco leggermente mossi ed occhi castani. Indossava un abito lungo nero ed uno scialle dello stesso colore, tutto ricamato e lavorato con perline argentate.

Era la figlia di uno dei più importanti mercanti del paese. Le sue merci, tutte di ottime qualità, venivano vendute in tutto il mondo ed erano molto apprezzate.

“Oh! Signorina Fay! Posso fare qualcosa per lei?” chiese Laguna sorridendo gentilmente.

“Ecco….mi chiedevo se…le andava di ballare...” chiese un po’ imbarazzata “Mio padre è così preso dai suoi discorsi di lavoro ed io non riesco più ad ascoltarlo!”

“La capisco benissimo, un po’ di svago ci vuole. Sarei felice di farle da cavaliere! A dopo ragazzi!” disse alzandosi e porgendo il braccio alla ragazza.

Fay sorrise e lo afferrò, poi si diressero entrambi verso la pista da ballo, dove stavano suonando un walzer.

Kiros li osservò allontanarsi con un’espressione indecifrabile sul volto. Li vide raggiungere il centro della pista, vide come quella ragazza si avvicinò a Laguna e mise un braccio attorno al suo collo mentre con l’altra mano afferrava quella del suo amico. La cosa che però gli diede più fastidio fu il modo in cui Laguna passò il SUO braccio attorno alla SUA vita….per non parlare di come ballavano appiccicati.

I suoi occhi sembravano lanciare scintille mentre le mani gli si stringevano a pugno. Poi sentì un leggero colpo sulla spalla e si voltò, distogliendo lo sguardo da quella dolorosa scena. Era stato Ward a chiamarlo ed ora lo stava fissando con un’espressione triste mentre scuoteva lentamente la testa.

Kiros sospirò e si calmò.

“Lo so Ward….essere geloso non mi serve a nulla…lo so da molto tempo ormai ma certe volte non posso davvero evitarlo.”

Non poteva sopportare di vedere Laguna tra le braccia di qualche insulsa donnicciola…però non aveva neppure il diritto di impedirglielo. La vita era la sua e poteva farne ciò che voleva.

Questo però non lo faceva di certo sentire meglio.

Avrebbe voluto essere lui al posto di quella ragazza. Avrebbe voluto stringere in quel modo Laguna tra le sue braccia e ballare sensualmente con lui fino al termine della festa. Ma il suo era e sarebbe sempre rimansto solo un sogno ed un desiderio proibito.

Laguna non avrebbe mai visto nulla di più che un amico in lui.

Kiros riempì completamente il proprio bicchiere di vino e si alzò dal tavolo. Doveva allontanarsi da quella cruda realtà.

“Ward….vado a prendere una boccata d’aria in terrazza….”

Ward fece un cenno d’assenso con la testa, fissando poi l’amico allontanarsi con il bicchiere in mano.

Kiros raggiunse distrattamente la porta della terrazza. Poteva chiaramente percepire l’aria pungente proveniente dall’esterno ma perso com’era nei suoi pensieri e problemi non si accorse che quel suo luogo di fuga era già stato occupato da qualcun altro.

Fece qualche passo al suo interno prima di notare le due figure intente a fare altro. I due ragazzi, colti in atteggiamentei ‘intimi’, si voltarono di scatto allarmati, sentendo i suoi passi ed il rumore della neve che veniva schiacciata dal suo peso.

“K-Kiros!”

“Scusate….non avevo intenzione di disturbarvi. Non mi ero accorto di voi...” disse l’uomo sorridendo leggermente mentre fissava Seifer e Squall, che se ne stavano abbracciati dolcemente contro il murettino in marmo della terrazza.

I due si stavano baciando quando Kiros era comparso sulla porta e questo non fece altro che aumentare l’imbarazzo in Squall, che aveva assunto una tonalità rosso intenso per essere stati colti in flagrante.

“Ehm….scusate se vi ho interrotto…..me ne vado subito così vi lascio tranquilli!” aggiunge sempre sorridendo, voltandosi per andarsene.

“Eh? No Kiros! Non devi farlo..ehm...solo per questo....la terrazza è di tutti...” disse Squall sempre più imbarazzato mentre fissava Seifer con lo sguardo alla ricerca di qualche segno di protesta.

Il ragazzo si limitò ad arricciare leggermente le labbra e accarezzare la schiena del compagno con un gesto tranquillizzante.

“Squall ha ragione Mr. Seagill…..rimanga a farci compagnia….si sta bene qua fuori!”

“Se proprio non vi do fastidio rimango volentieri….ma per favore, dammi del tu. Mi fai sentire vecchio in questo modo.”

Kiros raggiunse i due ragazzi e si appoggiò a sua volta al murettino in pietra, appoggiando su di esso il bicchiere di vino. Poi si mise a fissare il giardino del palazzo coperto di neve, che era stato appositamente illuminato per la festa da numerose fiaccole.

“Ma LEI è vecchio!” aggiunse il biondino con un ghignetto sulle labbra.

L’uomo voltò la testa verso il ragazzo con un’espressione divertita sul volto.

“Mai così vecchio da non riuscire a suonartele a dovere, MOCCIOSO!”

Seifer ridacchiò. Quel tipo gli stava simpatico.

“Come mai qua fuori? Già stanco della festa?”

“In un certo senso….” sorseggiò un goccio di vino “A voi non lo domando….mi sembra ovvio…oh suvvia Squall, non farmi quella faccia. Non essere così imbarazzato, sapevo già di voi due!”

“E’ stato mio padre a dirtelo?” chiese mentre si accoccolova contro Seifer, un po’ più tranquillo, schiena contro petto. Il biondino gli circondò gelosamente la vita con le braccia.

“No, l’avevo capito da solo….non era poi così difficile scoprirlo per un osservatore attento! I vostri sentimenti traspaiono dagli occhi.”

Squall arrossì di nuovo mentre Seifer ridacchiò. Faceva quasi impressione vedere l’orgoglioso figlio di Laguna così imbarazzato….ma allo stesso tempo lo stupiva vederlo così sereno e a suo agio tra le braccia del compagno.

Kiros soffocò un sospirò nella sua bevanda. Non poteva evitare di nutrire un po’ di invidia nei loro confronti.

“Mio padre che sta facendo in questo momento?”

“Si sta prendendo una pausa dai discorsi diplomatici. Sta ballando con la figlia di uno degli ospiti.” non potè evitare di inserire una lieve notà di disprezzo nella voce, un accenno quasi impercettibile “Prima ti stava cercando…ma se aspetti un po’ spunterà fuori lui. Tra poco ci sarà lo spettacolo di fuochi d’artificio.”

“Adoro i fuochi d’artificio…quelli che organizzate ogni anno per questa ricorrenza sono meravigliosi!”

“Anche a Laguna piacciono molto….in questo siete simili…solo che lui è talmente sbadato da dimenticarsi pure che erano in programma” disse mentre un piccolo sorriso comparve sulle sue labbra.

“E’ sempre il solito…beh…pensò che andrò a prendermi qualcosa da bere prima che comincino. Vuoi che ti porti qualcosa Seifer?” chiese fissando l’altro ragazzo e liberandosi dalle sue braccia.

“No grazie, sto bene così.”

“Come vuoi…sarò subito da voi!” e si diresse all’interno del salone.

Kiros ritornò a fissare il panorama e a perdersi nei propri pensieri mentre Seifer guardava il suo ragazzo allontanarsi. Poi concentrò la sua attenzione sull’uomo accanto a sé. Kiros, come Laguna, non dimostrava affatto l’età che aveva. A vista gli si potevano dare al massimo 30-32 anni. Forse erano il suo fisico perfettamente allenato ed i suoi movimenti felini a trarre in inganno, o forse l’abito color beije che calzava alla perfezione e metteve in risalto i suoi tratti fini e armoniosi.

“Mi è per caso spuntata una seconda testa?”

“Come prego?”

“Mi stavi fissando”

“Ah…no…di teste ne hai ancora una…stavo solo pensando che ti mantieni bene per essere un vecchietto…”

Kiros rise e si voltò di nuovo a fissare il ragazzo.

“Puoi dirlo forte….fare il consigliere del presidente di una delle più importanti capitali del mondo è più faticoso di quel che sembra…e poi un paio di ore al giorno in palestra sono di prassi. Diciamo che le vecchie abitudini non si perdono facilmente.”

“Già, Squall mi ha raccontato che eravate soldati di Galbadia voi tre”

“I migliori” sorrise.

“Modesto eh?” ricambiò il sorriso.

“No, solo realista”

“Interessante…un giorno o l’altro si potrebbe organizzare un bel duello”

“Quando vuoi….sono sempre pronto ad impartire lezioni a voi mocciosi…”

“Lezioni eh? Si dia il caso che sia riuscito a battere il grande comandante del Garden di Balamb una volta….sono un osso duro…”

“Buono a sapersi….ma per quanto ne so il resto delle volte le hai prese per bene da Squall ma un paio di vittorie te le si può attribuire….una in particolare oserei dire…”

“E sarebbe?”

“Hai conquistato il cuore di Squall no? Premio più raro e ambito di quello direi che non esiste”

Kiros fissò sorridendo Seifer. Sembrava piuttosto sorpreso da quell’osservazione ma subito la sua espressione di addolcì.

“Beh…devo ammettere che quella si è rivelata una vittoria insperata….ancora adesso non capisco come Squall si possa essere innamorato di un tipo come me….”

“L’amore è strano e non lo si può ne prevedere ne comprendere. Però ti posso assicurare che da quando conosco Squall, beh, non l’ho mai visto più raggiante di adesso. Lo hai reso felice e come padrino del ragazzo ti devo ringraziare.”

“Ti assicuro che dovrei essere io ha ringraziare lui….stare con lui mi ha fatto riapprezzare di nuovo la vita.”

“Eh già….a quanto pare è un fattore genetico questo…anche se espresso in modi differenti…” sussurrò distrattamente, più a se stesso che a Seifer.

Seifer scrutò attentamente Kiros e poi sospirò, con un lieve sorriso sulle labbra.

“Ne sei innamorato perso eh?”

“Come scusa?” chiese Kiros perplesso. Si era perso di nuovo nei suoi pensieri e non aveva capito bene.

“Sei innamorato di Laguna” la sua non era una domanda.

Kiros sgranò gli occhi e ci mancò poco che lasciasse cadere a terra il calice di vino che reggeva in mano.

“Tu...come…”

“Non era difficile capirlo per un osservatore attento. Lo si legge perfettamente nei tuoi occhi.” disse Seifer facendo eco alle parole che Kiros aveva pronunciato poco prima “Strano che nessuno lo abbia ancora notato….specialmente Laguna….oppure anche l’ingenuità per certe cose è ereditaria?”

“Temo sia così” sospirò tornando a fissare il giardino innevato.

“Da quanto tempo va avanti questa storia?”

“Da sempre…”

“Accidenti!” disse notevolmente colpito “E perché non glielo hai ancora detto?”

“Per il semplice motivo che Laguna non nutre alcun interesse negli uomini”

“Come fai a dirlo?”

“Il fatto che abbia amato veramente una sola donna in vita sua e che da vent’anni non fa altro che andare a piangere sulla sua tomba penso sia la risposta alla tua domanda. Senza contare che sei fidanzato con suo figlio….chiara la situazione?”

“Sei messo davvero bene…..” sospirò appoggiandosi con la schiena al muretto ed alzando la testa per fissare il cielo sereno “Ma le cose possono sempre cambiare no?”

“Non credo…altrimenti Laguna avrebbe già notato qualcosa…in vent’anni di tempo ne ha avuto…ma si vede che non vede perché NON è interessato a vedere queste cose…” ingerì in un sol colpo il restante vino nel bicchiere “Non so neppure perché ti sto raccontando tutto questo…se Laguna lo scoprisse sarebbe la mia fine temo…”

“Forse perché siamo simili….di sicuro abbiamo gli stessi gusti visto che ci siamo innamorati di due membri della stessa famiglia…tu del padre, io del figlio..” ridacchiò.

“Già…direi di si…”

“Scusate se vi ho fatto attendere!” disse Squall comparendo sulla porta della terrazza con in mano un bicchiere di martini “Di cosa stavate parlando?”

“Di quanto sono fortunato ad avere un ragazzo come te!” disse Seifer con un sorrisino sulle labbra, prima di attirare a sé Squall per un bacio.

Kiros li fissò e sorrise, poi rivolse il volto verso il cielo, con una sensazione di estrema solitudine che gli attanagliava il cuore.

 

****************************

 

La festa era finalmente giunta al termine. Anche l’ultimo degli ospiti se n’era andato o si era sistemato in una delle numerose stanze del palazzo presidenziale.

Nella sala da ballo erano rimasti solo i camerieri e la servitù, intenti a ripulire e a sistemare i tavoli, mentre Laguna e Ward davano le ultime istruzioni prima di andare anche loro a coricarsi.

Il presidente lanciò un occhiata all’orologio e sospirò. Erano quasi le 3.

Si voltò a fissare l’amico con un sorriso stanco.

“Beh…non è andata male come serata, non trovi?”

Ward fece cenno d’assenso col capo, seguito subito dopo da un enorme sbadiglio. Laguna ridacchiò.

“Vai pure Ward…non c’è bisogno che rimanga anche tu…finisco un paio di cose e poi me ne vado a dormire”

L’altro lo fissò con sguardo incerto, riflettendo se era il caso di lasciarlo solo o meno, ma essendo troppo stanco per pensare accettò di buon grado la proposta.

“Bene….buona notte amico mio, ci vediamo domani mattina…non prima delle 11 sperando..”

Ward sorrise e salutò Laguna, poi si voltò e iniziò ad incamminarsi verso l’uscita della sala.

“Ehi Ward! Un’ultima cosa! Sai dov’è finito Kiros? E’ dai fuochi d’artificio che non lo vedo in giro.”

L’uomo scosse la testa.

“Ok grazie, lo cercherò. Forse è già tornato in camera sua…però è strano..”

Dopo che Ward se ne fu andato e dopo aver dato le ultime direttive alla servitù si avviò anche lui verso l’uscita quando, passando davanti alla porta del balcone notò qualcosa.

Si avvicinò e diede un’occhiata fuori…trovando finalmente l’altro suo amico.

Kiros era appoggiato al murettino della terrazza, con lo sguardo rivolto verso il buio della notte. Accanto a lui erano appoggiati un bicchiere di vino semi-pieno e due bottiglie di Cabernet. Non sembrava essersi accorto della sua presenza.

“Ecco dov’eri sparito! Ti stavo cercando da un pezzo Kiros!” disse avanzando verso di lui “Ormai la festa è finita, non pensi sia ora di andarsene?”

“Non ti preoccupare….penso che rimarrò ancora un po’ qua fuori…” rispose senza voltarsi.

“Sei sicuro? Qui si gela e tu hai l’aspetto di averci passato minimo un paio di ore su questo balcone.”

Non ricevette risposta. Allora si avvicinò all’amico con più cautela ed un velo di preoccupazione.

“Kiros…sei sicuro di stare bene? E’ per caso successo qualcosa? Ti sento..come dire, strano.”

“Tranquillo, sto benissimo.” mugugnò.

“Non mi convinci”

Quando Laguna gli fu finalmente accanto, lo fissò attentamente in volto. Sbattè un paio di volte le palpebre incredulo e poi chiese:

“Kiros….non è che sei ubriaco?”

“No…” fu la risposta del moretto, ma si poteva chiaramente distinguere il tono impastato e un po’ goffo con il quale aveva pronunciato quella singola parola, segno che proprio sobrio non era.

Laguna lo fissò ancora qualche istante e poi scoppiò a ridere.

“Invece si! Sei ubriaco! Cavolo, non mi sembra possibile! Pensavo che non avrei mai avuto il piacere di rivederti in queste condizioni!” rise di nuovo “Da quando ti conosco ti ho visto solo una volta completamente sbronzo…ed è stato parecchio tempo fa, al mio addio al celibato se non ricordo male.”

Kiros voltò leggermente il capo e gli lanciò un’occhiataccia, per aver rievocato un simile ricordo, che ovviamente Laguna considerava uno dei migliori e dei più cari che avesse. Non poteva sapere che per l’amico era l’esatto opposto. Quel ricordo era in un certo senso uno dei peggiori che possedesse.

Se da una parte, a quel tempo, aveva cercato di condividere la felicità dei suoi due amici che avevano finalmente deciso di sposarsi….dall’altra quella notizia era stata una pugnalata al cuore, che lo aveva spinto a bere fino a quando quello schifo di vita non gli era parsa un poco migliore del solito. Ciò significa dopo una buona decina di birre e non si sa quanti bicchieri di spumante.

“Questa serata ti deve aver steso per bene per ridurti così! E poi venivi a rimprovare me quando mi lamentavo!”

“Mmm…penso di potermelo permettere una volta ogni tanto…”

“Si si certo!” sorrise “Ora andiamo, ti accompagna alla tua stanza. Non vorrei che crollassi a terra durante il tragitto!”

“Mi sento offeso! Mi sottovaluti Laguna e poi non sono ridotto tanto male!” si allontanò dal murettino e fece qualche passo in direzione della porta che portava alla sala da ballo. L’andatura era stabile anche se un po’ lenta e certe volte un po’ insicura.

“Visto? Ce la posso fare benissimo da solo!”

“Si d’accordo, ma preferirei lo stesso accompagnarti. Lasciami sdebitare per tutte le volte che tu e Ward mi avete riportato al Garden dopo una delle mie solite bevute.” sorrise ingenuamente “Altrimenti un’occasione come questa quando mi ricapita!?”

“Come vuoi” sbuffò.

“Benissimo! Andiamo! In camera tua ti sta aspettando un bel letto morbido e una bella dormita!” disse tutto allegro prendendo sotto braccio l’amico e trascinandolo lentamente all’interno del palazzo.

 

I due riuscirono a giungere alla camera di Kiros senza troppi incidenti. L’unica difficoltà incontrata erano state le scale che portavano al primo piano, ma con un po’ di pazienza erano riusciti ad arrivare in cima.

Laguna aprì la porta e se la richiuse alle spalle con un colpo del piede, poi condusse Kiros verso il letto e ce lo fece sedere sopra.

“Eccoci qua!” disse il presidente soddisfatto “Tu aspettami lì dove sei! Recupero il tuo pigiama e te lo porto.”

Kiros non disse niente, si limitò a fissarlo con occhi leggermente socchiusi, segno che l’alcol stava cominciando ad avere più effetto all’interno dell’edificio dove la temperatura era decisamente più alta.

Poco dopo Laguna ricomparve dal bagno reggendo in mano un pigiama di seta azzurra e lo appoggiò sul letto accanto all’amico.

“Bene, pensi di farcela da solo a vestirti?”

Kirso non rispose ma lo fissò con sguardo un po’ perso. Laguna era sul punto di scoppiare nuovamente a ridere. Un’evento raro come quello di vedere Kiros ubriaco meritava decisamente una foto ricordo. Peccato che non aveva nessuna macchina fotografica o telecamera a portata di mano.

“Posso fidarmi a lasciarti da solo?” disse Laguna piazzando il suo volto davanti a quello dell’amico.

L’altro fece una specie di cenno con la testa, così Laguna si alzò e si stiracchiò i muscoli mezzi addormentati.

“Allora penso proprio che me ne andrò a letto. Sono a pezzi! Buona notte Kiros!” si girò e fece per andarsene quando una mano gli afferrò il polso e lo trattenne.

Laguna si voltò e fissò l’amico perplesso.

“Kiros c’è qualcosa che..?” ma non fece in tempo a finire la domanda.

La mano che lo aveva fermato lo attirò bruscamente verso il letto, facendocelo cadere sopra, e senza che se ne accorgesse si ritrovò le labbra del compagno premute contro le proprie.

Laguna spalancò gli occhi incredulo e shockato. Non riusciva a credere che il suo migliore amico lo stesse baciando. Sul primo momento non riuscì a muoversi, troppo sconvolto per poterlo fare, ma poi cercò di liberarsi dalla sua presa.

Non riuscendo però a liberarsi decise di lasciarlo fare. In fondo Kiros era ubriaco. Probabilemte stava pensando a qualche ragazza che gli piaceva e, nello stato in cui era, aveva creduto che fosse lei.

Kiros cercò di approfondire il bacio e Laguna, sospirando e chiudendo gli occhi, lo lasciò procedere. Qualche minuto dopo tuttò finì. Il moretto si alzò, fissò qualche istante l’amico sotto di lui e poi crollò sul letto mezzo addormentato.

Laguna si mise a sedere e si passò una mano sulle labbra. Passò lo sguardo sul corpo di Kiros e gli assestò una sperla sul fondoschiena, di cui neanche si accorse, prima di alzarsi in piedi.

“Cosa non si fa per gli amici!” sussurrò “Ma credo che questo fatto mi tornerà utile per ricattarlo la prima volta che comincerà con i suoi soliti sermoni!”

Un po’ più sollevato e con l’umore decisamente migliore fece per andarsene, ma di nuovo qualcosa lo trattenne. Gli era sembrato che Kiros lo chiamasse. Si voltò a fissare l’amico e tese le orecchie.

“…guna….” mormorò, probabilmente più addormentato che sveglio ormai “…mmh…Laguna…ti amo….”

Per la seconda volta nel giro di dieci minuti Laguna spalancò gli occhi sconvolto, mentre il sangue gli si gelava nelle vene. Non poteva aver sentito bene. Il suo migliore amico aveva appena detto di amarlo…di amare LUI.

Con questa frase che gli ronzava a non finire nel cervello corse fuori dalla stanza prima che potesse succedere qualcos’altro.

 

****************************

 

Il giorno dopo Kiros si svegliò con un bel mal di testa e assolutamente nessun ricordo di quello che era successo la sera prima. Alzò di malavoglia la testa dal morbido cuscino e lanciò un’occhiata all’orologio digitale sul comodino. Era già passata un’ora dal pranzo….aveva dormito davvero un bel po’.

Si mise lentamente a sedere sul letto e con altrettanta lentezza si alzò in piedi. Rimase immobile qualche istante fino a quando la stanza smise di ondulare e poi si diresse verso il bagno.

Kiros si guardò allo specchio e se fosse stato solo un po’ più sveglio si sarebbe spaventato della sua immagine riflessa. Aveva un’aspetto orribile.

Indosso aveva solamente i pantaloni del pigiama, anche se non aveva la più pallida idea di come ci era finito dentro. Si ricordava vagamente che Laguna lo aveva trovato sul balcone e probabilmente era stato lui a riaccompagnarlo…per il resto vuoto totale.

“Beh…mi sembra il minimo visto che è colpa sua se mi trovo in questo stato…” borbottò mentre si chinava sul lavandino per darsi una lavata alla faccia.

“Ora ricordo perché odio bere troppo….mmhh…...meglio che mi faccia una doccia completa prima di presentarmi in pubblico….”

Aprì l’acqua della doccia e iniziò a sfilarsi i pochi indumenti che aveva addosso. Una volta nudo vi entrò e si lasciò circondare e avvolgere da quel getto d’acqua calda che sembrava capace di cancellare il suo melessere.

Lasciò scorrere le proprie mani sul suo corpo perfettamente scolpito e dalla carnagione scura mentre i lunghi capelli raccolti nelle sottili treccine gli sfioravano i fianchi.

Per un momento gli passò davanti agli occhi l’immagine di lui e Laguna, nudi, sotto quella stessa doccia, occupati a donarsi piacere l’un l’altro, ma la ricacciò subito  nella profondità della sua mente. Non era il caso di torturarsi più del necessario.

Scosse il capo e sospirò sconsolato. Era davvero un caso disperato.

Dopo circa dieci minuti decise di uscire e di prepararsi ad un’altra giornata di lavoro…beh..mezza giornata ormai.

Si asciugò i capelli, indossò la sua solita divisa da consigliere e uscì dalla sua camera per dirigersi nell’ufficio di Laguna.

Durante il tragitto fece una piccola deviazione verso la cucina dove si fece preparare una forte dose di caffè, che cominciò a sorseggiare mentre camminava per i corridoi del palazzo. Incontrò anche Ward, che appena lo vide lo saluto con un sorriso particolarmente largo sul volto.

Kiros sbuffò nella sua tazza di caffè.

“Non prenderti gioco di me….mi sento già abbastanza male di mio…”

L’omone ridacchiò e poi tornò a sorridere, questa volta dolcemente. Mosse abilmente le mani nell’ormai conosciuto alfabeto muto, formando frasi che solo Kiros, Laguna e pochi altri riuscivano a comprendere alla perfezione.

“Si…mi è passata….scusami per la scenata di ieri…non era mia intenzione rattristarti…”

Ward scosse il capo e gli batte sonoramente una mano sulla spalla. Kiros sorrise.

“Grazie…è un solievo sapere che posso contare sempre su di te…” finì di bere il suo caffè e rifilò la tazza alla prima cameriera che incontrò nel corridoio, occupata a trasportare un carrello pieno di piatti e tazze semi-pieni, segno che qualche ospite aveva richiesto quella mattina la colazione in camera.

“Laguna è già in ufficio?”

Ward fece si con la testa.

“Oh bene…speriamo solo di evitare le sue battutine sulla mia misera figuraccia di ieri sera…”

I due arrivarono presto alla porta dell’ufficio del presidente, bussarono e poi entrarono.

“Buon giorno Laguna” disse Kiros, salutando il suo amico seduto dietro alla scrivania. Stava firmando la solita dose di scartoffie giornaliere.

“Oh…buon giorno Kiros..Ward…” disse con uno dei soliti sorrisi.

Kiros scambiò una rapida occhiata con Ward, che ricambiò pienamente, e poi tornò a fissare Laguna con un sopracciglio alzato. Se lui stesso non aveva una bella cera quella mattina…beh….neppure l’amico presidente l’aveva.

Aveva un’aria stanca, mascherata dalla solita vena allegra, e due grosse occhiaie tendenti al nero che gli cerchiavano gli occhi. Anche il suo sorriso sembrava in qualche modo forzato.

“Laguna, è per caso successo qualcosa? Hai un pessimo aspetto.”

Laguna sembrò leggermente sorpreso a quella domanda, ma si riprese in fretta scoppiango a ridere e passandosi una mano tra i fini capelli nocciola.

“Se è per quello neppure tu!” sorrise “Comunque non vi preoccupate, ho soltanto…dormito male, tutto qui!”

I due consiglieri si scoccarono un’altra occhiata incredula.

Laguna? Che non riusciva a dormire? Era impensabile. Era sempre stato capace di addormentarsi ovunque ed in qualsiasi momento: su un camioncino dell’esercito, su un albero durante il turno di guardia, sulla branda della propria tenda proprio durante l’attacco di alcuni soldati nemici.

Stanco o no, quando si doveva dormire lui lo faceva e dopo era un vero dilemma svegliarlo.

Solo una cosa lo avrebbe potuto tenere sveglio….e ciò significava che Laguna era tormentato da qualcosa, qualcosa che non poteva o non voleva dire ai suoi due migliori amici.

Kiros e Ward decisero di lasciare correrre per il momento. Magari non era nulla di serio e loro si stavano solamente preoccupando per nulla.

“Beh, allora ti consiglio di andare a dormire ad un’ora decente questa sera…” sorrise Kiros “Per quanto riguarda Ward e me, penseremo ad alleggerirti il lavoro per quello che rimane del pomeriggio, ok?”

“Grazie…ve ne sarei davvero grato…”

Con questo Ward decise di occuparsi del resto dei documenti che sommergevano la scrivania dell’amico e che non avevano bisogno della sua supervisione mentre Kiros andò ad occuoarsi degli ospiti rimasi, per assicurarsi che tutto fosse andato per il meglio e che facessero un ottimo viaggio di ritorno.

Così, ciò che rimaneva del pomeriggio passò in fretta e in modo non troppo stancante.

Squall e gli altri non si erano praticamente visti. Erano andati in centro a fare shopping sotto pressione delle ragazze e comparvero solamente verso l’ora di cena.

Per quell’ora Kiros ebbe finito di dare ordini a destra e sinistra e si recò nuovamente nell’ufficio di Laguna per recuperare i suoi due amici ed andare insieme a cenare.

Quando entrò vide solo Laguna seduto dietro alla scrivania che fissava con sguardo perso fuori dalle grandi vetrate. Possibile che quell’uomo fosse sempre con la testa fra le nuvole?

Il moretto si avvicinò con passo forse un po’ troppo silenzioso e una volta arrivatogli vicino chiese:

“Ward dov’è andato?”

Laguna, non essendosi minimamente accorto della sua presenza, sentendo una voce poco lontana da lui, fece un balzo dalla sedia e lanciò un urlo. Kiros alla scena scoppiò a ridere.

“K…Kiros!! Che cavolo! Volevi farmi morire d’infarto! Sono ancora troppo giovane sai?”

“Scusami scusami, non volevo! Però guarda che ho bussato parecchie volte prima di entrare!”

Il presidente lo guardò malissimo lo stesso poi scosse la testa.

“Ward è già andato verso la sala da pranzo…io dovevo finire ancora un paio di pratiche così gli ho detto che lo avrei raggiunto subito….”

“Beh…ora mi sembra di notare che hai finito, o sbaglio? Vogliamo andare?” disse Kiros appoggiando una mano sulla spalla dell’amico.

Stranamente Laguna si scostò subito dal suo tocco, quasi innervosito, e si avviò verso la porta, accennando solo qualche parola sul fatto che ora aveva fame.

L’amico lo fissò perplesso ma lo seguì senza dire nulla. Il tragitto tra l’ufficio presidenziale e la sala da pranzo trascorse in un assoluto e teso silenzio, ciò fece rabbrividire involontariamente Kiros. Il comportamento di Laguna era davvero insolito quel giorno….e ciò divenne ancora più evidente quando quest’ultimo, invece di sedersi come sempre a capotavola con i suoi consiglieri a fianco, prese posto tra Quistis e Squall.

Ma quello era solo l’inizio delle stranezze…..

 

Era passata una settima dal Ballo della Strega ed il comportamento di Laguna non era cambiato minimamente. Più il tempo passava più i suoi due amici erano convinti che qualcosa non andasse…e più il tempo passava più Kiros era convinto che la causa di quell’atteggiamento era dovuta a lui. Solo che non riusciva a capire che cosa avesse potuto fare per meritarsi tutta quell’indifferenza.

Infatti se all’inizio Laguna si mostrava in qualche modo irrequieto e nervoso in sua presenza, ora tendeva proprio ad evitarlo ogni volta che gli era possibile….e questo stava lentamente distruggendo Kiros, anche se non lo dava di certo a vedere.

Negli ultimi giorni aveva passato tutte le notti in bianco a tormentarsi e domandarsi che cosa potesse essere successo ma non aveva mai trovato risposta. Non c’era stato nessun incidente, nessun diverbio tra loro….non litigavano da anni!

Se solo Laguna si rendesso conto di quanta sofferenza gli stava arrecando….

“Non capisco….questa situazione mi sta facendo diventare matto….” disse Kiros seduto su una delle poltroncine della sua camera.

Ward era con lui e stava cercando in tutti i modi di tranquillizzarlo e tirargli su il morale, ma l’impresa era ardua. Kiros aveva decisamente l’umore sotto terra.

“Laguna non mi parla quasi più! Tutte le volte che ci troviamo nella stessa stanza evita costantemente il mio sguardo, è sempre nervoso e non appena mi avvicino a lui si allontana! In oltre i suoi sorrisi mi sembrano sempre più falsi e forzati!”

Ward si sedette sulla poltroncina accanto alla sua e gli appoggiò una mano sulla spalla con sul volto l’espressione di chi non sa cosa fare.

“Sembra quasi che abbia paura di me…ma io non gli ho fatto niente! Non potrei mai fare qualcosa in grado di trasformarlo così tanto senza accorgermene! E se anche lo avessi fatto sarei pronto a chiedergli subito scusa…ma Laguna non mi lascia parlare!”

Kiros si portò alle labbra una tazza di tea bollente e cercò di tranquillizzarsi un attimo.

“Ogni volta ha una scusa per svignarsela. Non l’ho mai visto dedicarsi con tanta passione al lavoro….ciò mi renderebbe felice se la situazione non fosse questa….”

Ward cercò di convincerlo che non era certo che Laguna ce l’avesse con lui. Magari stava solamente scaricando il proprio stress per qualcosa sulle persone che lo circondavano senza notarlo.

“Non mi sembra che Laguna si comporti allo stesso modo con te o con Squall o con qualsiasi altro essere vivente! Lui ce l’ha con me per qualche misterioso motivo!”

Kiros sorseggiò qualche istante la propria bevanda godendosi la sensazione di calore che si lasciava alle spalle mentre scendeva giù per la gola.…ma anche quella piccola consolazione spariva subito dopo.

Sospirò appoggiando la tazza sul tavolino e si alzò in piedi per dirigersi verso la finestra che dava sul cortile innevato.

“Certe volte è davvero faticosa da mantenere questa maschera del miglior amico quando non è esattamente questo quello che provi….ma non credo sia possibile ordinare al proprio cuore di smettere di amare una persona, vero? Eppure sarebbe molto più comodo ed indolore….specialmente in situazioni come questa. Se per Laguna nutrissi solo amicizia ci soffrirei, si, ma non come ora.”

Ward imitò l’amico e si alzò in piedi. Una volta raggiunto accanto alla finestra lo fece voltare e si assicurò che lo stesse fissando attentamente mentre muoveva abilmente le mani.

“Parlargli? Ma mi stavi ascoltando quando ti ho detto che non vuole sentire una sola parola che esce dalle mie labbra? Sfugge via con la destrezza di un serpente!”

Il compagno incrociò le possenti braccia al petto e lo fissò con aria grave, quasi lo stesse rimproverando per essersi arreso così facilmente dopo le prime difficoltà. In fondo era proprio quello che stava facendo, no? Non ci stava mettendo abbastanza grinta e non era da lui.

“Mi stai consigliando di obbligarlo ad ascoltarmi?”

Warda fece un cenno d’assenso con la testa.

“Beh…forse hai ragione. Laguna è l’unico che può rispondere alle mie domande…..ok, proverò ancora….questa volta lo legherò alla sedia se necessario, va bene?”

Ward accennò un sorriso e gli diede una manata d’incoraggiamento sulla schiena.

 

Nello stesso momento qualcun altro stava subendo una specie di interrogatorio.

“Papà?”

“Oh Squall! Entra pure! Hai bisogno di qualcosa?” chiese Laguna sorridendo, sempre felice di poter vedere e d’essere d’aiuto al figlio.

“Beh..si e no….ti vorrei parlare.”

“Oh, ma certo! Siediti pure e dimmi tutto! Lo sai che il tuo papino è sempre pronto ad ascoltarti!”

Il ragazzo accennò un sorriso prima di tornare serio e di sedersi difronte alla sua scrivania.

“Volevo sapere cos’è successo tra te e Kiros. Ultimamente ti stai comportando in modo molto strano con lui.”

Laguna rise nervosamente e si passò una mano tra i capelli.

“Ma cosa stai dicendo! Non c’è nulla che non va tra me e Kiros! Va tutto splendidamente!”

“Papà, fai schifo come bugiardo, lo sai?” disse fissandolo intensamente.

L’uomo allora sospirò e si fece serio.

“Che cos’avrebbe che non va il mio comportamento, sentiamo?”

“Lo stai evitando, di proposito sottolineerei. Se è possibile credo tu stia facendo finta che non esista, anche se la considero una cosa assurda visto quanto siete amici. Però ci siamo accorti tutti che qualcosa non va…e non pensare che non se ne sia accorto Kiros. Lo sa benissimo….e come tutti noi non ne capisce il motivo.”

“Non c’è nulla da spiegare.” disse prima di voltarsi a fissare fuori dalla solita finestra.

Il cielo stava cominciando a oscurarsi. Un paio di ore e sarebbe calata la notte.

Squall si limitò per qualche minuto a fissare il padre con sguardo attento, nel tentativo di decifrare una qualche espressione o di leggere qualche turbamento negli occhi che lo potesse aiutare a capire la situazione.

Ma stranamente Laguna, di solito così cristallino, era una porta blindata. Non traspariva nulla e questo lo fece preoccupare. Non potevano andare davvero così male le cose, no?

Provò a scoprire le cose per tentativi. Non aveva scelta.

“Per caso avete litigato?”

“No” fu la risposta un po’ assente del padre.

“Allora forse Kiros ha fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?”

Laguna rimase silenzioso e Squall vide il suo corpo irrigidirsi. Beh…era stato più bravo del previsto ad indovinare.

“Se davvero ha fatto qualcosa non sarà stata intenzionale. Kiros è tuo amico da tanti anni, non ti farebbe mai una cosa del genere. Non può essere così grave quello che ha fatto!”

Seguì di nuovo il silenzio e il ragazzo sospirò sconsolato. Non riusciva proprio a tirargli fuori parola di bocca.

“Sentì papà, ti voglio bene ma ne voglio anche a Kiros. Voi due, Ward, Seifer e i ragazzi siete la mia famiglia ormai….e non mi piace vedere la gente che soffre nella mia famiglia, chiaro?” disse in tono deciso “Quindi cerca di parlarci e di chiarire questa situazione ok?”

Quasi il destino volesse aiutare Squall nel suo progetto qualcuno bussò alla porta proprio in quel momento e dopo qualche attimo comparve sulla suglia Kiros.

“Scusate, vi ho disturbati?”

Lo sguardo del nuovo arrivato cadde subito sull’amico che lo fissava nervosamente.

“Affatto! Stavo giusto per andarmene!” disse Squall alzandosi dalla propria sedia e avviandosi verso la porta dove stava ancora in piedi il consigliere.

“Ed io stavo andando con lui!” disse improvvisamente Laguna “E’ venuto a chiedermi aiuto per…per scegliere un regalo…per Seifer ecco!”

“Oh non ti preoccupare papà…” si voltò a fulminarlo con lo sguardo per aver mentito spudoratamente nel tentativo di svignarsela “…penso di potermela cavare da solo. Mi è giusta venuta in mente una cosa che potrebbe piacergli. Tu rimani qua con Kiros, sembra che debba parlare di qualcosa d’importante con te.”

Squall tornò ad avviarsi verso la porta fino a quando non raggiunse Kiros. L’uomo gli sussurrò un ‘grazie’ mentre gli passava accanto e lui sperò ardentemente che le cose si risolvessero bene per i due.

Kiros avanzò lentamente ma con passo deciso verso l’amico. Ora non gli sarebbe sfuggito.

“Io e te dobbiamo parlare Laguna.”

“Non ne vedo il bisogno”

“Ed invece sì. Lo sai benissimo. Voglio risolvere questa situazione che si è creata tra noi….sinceramente non so neppure per quale motivo è cominciata….”

“Va tutto benissimo, credimi” disse alzandosi in piedi e voltandogli le spalle.

“Benissimo un corno Laguna! Smettila di fare finta di niente! Questo tuo comportamento mi sta facendo impazzire!”

“Cos’è, vi siete messi tutti d’accordo oggi per chiedere spiegazioni?”

“Credo di meritarmele visto visto che ce l’hai con me per un motivo che non conosco neppure!”

Laguna non rispose e ciò fece andare su tutte le furie Kiros, già profondamente stressato e nervoso. Stava cercando di ignorarlo. Voleva evitare di nuovo di rispondere alle sue domande ma questa volta non glielo avrebbe permesso.

Kiros afferrò l’amico per le spalle e lo fece voltare, prima di bloccarlo contro il muro con le braccia.

“Lasciami subito andare!” sibilò il presidente cercando di suonare minaccioso ma non ci riuscì. Kiros rimaneva sempre più alto ed imponente di lui.

“No fino a quando non ti sarai deciso a spiegarmi quello che sta succedendo!” rispose con un tono leggermente più calmo e controllato, fissando il compagno negli occhi.

“E se non volessi farlo?”

Kiros sospirò.

“Ti prego Laguna, ho bisogno di sapere la verità. Così non posso andare avanti.”

“E invece tu quando pensavi di dirmela la verità?”

“Non capisco cosa vuoi dire.” rispose fissandolo perplesso.

“Ah certo! Adesso sei tu che fai finta di niente!” disse liberandosi dal corpo dell’amico che lo bloccava al muro “Tu sei innamorato di me, non è vero? Non negarlo tanto ormai l’ho scoperto!”

Kiros spalancò gli occhi sorpreso a quelle parole e credette quasi di svenire per lo shock. Fece qualche passo indietro fino ad appoggiarsi allo schinale della sedia, in cerca di qualche saldo appiglio.

Non credeva alle sue orecchie. Come poteva averlo scoperto? Perché proprio ora? Era sicurissimo di non essersi lasciato sfuggire nulla di compromettente, era sempre stato attento a quello che faceva. Insomma, erano vent’anni che fingeva di nutrire per lui solo sana amicizia e niente di più! Ormai quel ruolo lo sapeva recitare anche senza pensarci!

“Tu…tu..come….” sussurrò.

“Come l’ho scoperto? Facile! Sei stato tu stesso a dirmelo! Ma forse non te ne ricordi perché eri ubriaco!”

Oh dio! Non posso averlo fatto davvero!

Kiros non sapeva che dire. Si limitava a fissare Laguna, non che questo fosse un bello spettacolo. Non lo aveva mai visto così serio e arrabbiato in vita sua….il suo peggiore incubo si era appena realizzato.

“E’ successo tutto la sera del ballo. Ti ho riaccompagnato in camera perché temevo che, ubriaco com’eri, non ci saresti arrivato da solo e una volta lì tu mi afferri, mi butti sul letto e mi baci.” ridacchiò nervosamente “Sul momento ho pensato che stessi sognando perciò ti ho lasciato fare….ma poco prima che me ne andassi hai detto di amarmi. Eri praticamente addormentato quando lo hai confessato ma il concetto è stato chiarissimo!”

Laguna avanzò di qualche passo verso Kiros.

“Per tutto questo tempo tu hai finto di essere soltanto mio amico mentre in realtà erano altri i tuoi sentimenti eh? Quando pensavi di dirmelo o progettavi di tenermelo nascosto per sempre? Anzi…non voglio neppure saperlo! Non mi interessa!”

Si voltò e cominciò a camminare per la stanza mentre Kiros cercava di mettere assieme le idee e di recuperare la voce che era andata persa in quei pochi minuti.

Ciò che più aveva temuto ora si era avverato….il modo in cui aveva reagito Laguna alla notizia, il suo evidente disgusto per lui, i suoi tentativi di evitarlo….tutto era esattamente come aveva immaginato.

Sembrava ormai evidente che la sua amicizia con Laguna si era irrimediabilmente inclinata se non addirittura distrutta….ma non voleva andarsene senza prima aver fatto un tentativo per rimediare al suo errore….o per lo meno senza avere un’ulteriore conferma a ciò che cià sapeva.

“Allora è questa la causa del tuo comportamento.” la sua era più un’affermazione che una domanda.

“E cos’altro se no?”

“Però quando Squall ti ha confessato di essere innamorato di Seifer non hai reagito allo stesso modo.” disse allontanadosi dal suo appiglio, doveva essere forte o almeno sembrarlo.

“Certo che no! Io sono una persona comprensiva e dalle larghe vedute! E poi Squall è mio figlio, non potrei mai provare disgusto per lui!”

Kiros trattenne il fiato qualche istante prima di parlare. Aveva già ottenuto la sua risposta, anche se in modo indieretto.

Ma il suo cuore che ancora sperava di sbagliarsi lo costrinse ad andare avanti.

“Allora sono io che ti disgusto Laguna? Ti disgusta il fatto che mi sia innamorato proprio di te? Ti disgusta che abbia in qualche modo tradito la tua amicizia infangandola con questo mio corrotto sentimento? E’ così vero?”

Laguna non rispose ma non ce ne fu bisogno. Il suo silenzio valeva più di mille parole ed i suoi occhi che si rifiutavano di fissarlo avevano lo stesso devastante effetto.

“Capisco….beh..mi sembra giusto….Squall lo puoi comprendere perché è tuo figlio, sangue del tuo sangue….io chi sono in confronto? E poi non sei tu l’oggetto dei suoi desideri giusto?” un sorriso triste comparve sul suo volto “Non mi dai nemmeno la possibilità di spiegarti?”

Kiros appoggiò delicatamente una mano sulla sua spalla, nel tentativo di attirare la sua attenzione e farsi ascoltare, ma Laguna l’allontanò bruscamente con un gesto del braccio.

“Non mi toccare!” sibilò con due occhi di ghiaccio.

Il consigliere rimase pietrificato, con’espressione ferita sul volto prima di abbassare il braccio e sospirare. Era davvero finita come aveva temuto.

“Beh…credo che ormai sia inutile restare a parlare.” sorrise appena “E’ meglio che me ne vada. La mia presenza non è più gradita.”

Laguna non disse niente, non provò a fermarlo mentre si voltava e si avviava verso la porta. Non alzò neppure lo sguardo.

Kiros appoggiò la mano sulla maniglia e lì si fermò qualche istante. Voltò appena la testa e lanciò una rapida occhiata all’amico prima di sussurrare un ‘addio’ ed uscire dall’ufficiò.

Si avviò lentamente verso la sua camera, come un fantasma. I suoi occhi erano spenti e la sua mente completamente vuota. Non si accorse neppure di Ward quando lo incrociò lungo il corridoio. Solo quando una mano possente lo afferrò per il braccio e lo fece bloccare si accorse della sua presenza.

Ciò che Ward vide sul volto del compagno però non gli piacque per niente. Lo fissò preoccupato fino a quando Kiros non si decise a parlare.

“E’ finita. E’ davvero finita.”

 

****************************

 

Il giorno dopo Laguna si sentiva un vero verme per come aveva trattato Kiros. Non era stata sua intenzione arrabbiarsi a quel modo e dire tutte quelle cose sgradevoli.

Tutta quella situazione lo aveva innervosito a tal punto da farlo scoppiare come una pentola a vapore una volta raggiunto il limite. Ma purtroppo il momento in cui era esploso non era certamente stato dei migliori.

Lui non ce l’aveva davvero con Kiros, beh forse un pochino per averlo messo in quella delicata posizione, ma non fino al punto da disprezzarlo come aveva lasciato ad intendere. In fondo erano amici da troppo tempo per poter rivinare così il loro rapporto, proprio come aveva detto Squall.

Si era lasciato trasportare dagli eventi e dalle sensazioni, cosa che non avrebbe dovuto fare per il bene di entrambi. L’indecisiona, la paura, il nervosismo e l’imbarazzo aveva preso il sopravvento su di lui ed il frappè che ne era uscito non aveva portato nulla di buono.

Sapeva di aver ferito tremendamente l’amico con le sue parole e le sue azioni ed in qualche modo voleva porvi rimedio…ma non sapeva come fare.

Da quando se n’era andato dal suo ufficio la sera precedente non aveva più visto Kiros in giro. Non si era presentato quella mattina a fargli rapporto come al solito…e come dargli torto!

In oltre sembrava che Ward fosse mortalmente arrabbiato con lui…altro che arrabbiato! Sarebbe stato meglio dire furioso! Non aveva fatto altro che linciarlo con lo sguardo e grugnire. Forse aveva saputo quello che era successo ed ora lo stava rimproverando.

Questo non fece altro che aumentare la sua voglia di scusarsi ma come poteva presentarsi davanti a Kiros dopo tutte le cose che aveva fatto e detto. Si vergognava di sé come mai gli era capitato prima.

Chissà cosa stava facendo in quel momento Kiros. Magari era barricato in camera sua tutto depresso e si rifiutava di farsi vedere in giro. Oppure stava vagando per i corridoi di questo enorme palazzo o per i giardini senza meta.

Laguna aveva sempre più voglia di prendere a testate il muro per punire la sua stupidità.

Stava fissando con grande interessa la penna che aveva in mano quando una figura vestista in bianco e azzurro fece irruzione nel suo uffico di forza.

“Zio Laguna!!!! Si può sapere cosa diavolo hai fatto a Kiros!!??!?”

Ellione era entrata sbattendo letteralmente la porta contro il muro con uno sguardo furioso sul volto.

“C..Ciao Ellione….”

Era la prima volta che vedeva la sua adorata figlioccia così arrabbiata. Di solito lei riusciva a mantenere la calma e la lucidità in ogni situazione.

“Ciao un corno!! Che cosa gli hai fatto!?” si avvicinò con passo spedito alla scrivania prima di sbatterci sopra le mani e fissare Laguna “Pensavo che Squall fosse stato abbastanza chiaro quando ti è venuto a parlare ieri! Mi ha detto che vi ha lasciati da soli a chiarirvi….ma la situazione invece di migliorare è degenerata drasticamente!”

“E’ forse successo qualcosa?” si azzardò a chiedere decisamente preoccupato dal tono della ragazza.

“Kiros se né andato.”

A parlare era stato Squall, che era appena entrato nell’uffio assieme a Seifer. I due ragazzi erano scuri in volto ed anche i loro occhi sembravano rimproverarlo per la piega che aveva preso la situazione.

“A..Andato? Come sarebbe dire ‘andato’?”

“Ha dato le sue dimissioni come consigliere, ha fatto le valigie e ha lasciato il palazzo. Il tutto ieri notte supponiamo…visto che nessuno l’ha visto oggi!” spegò Ellione.

Laguna spalancò gli occhi incredulo mentre il cuore mancò di un battito.

“State…state scherzando..vero?”

“Se non ci credi leggi qui! L’ho trovata poco fa in camera mia…me ne sarei accorta prima se fossi stata a palazzo ma ero scesa in centro a fare delle commissioni!” e gli spatte sotto il naso una busta che di fatto conteneva le sue dimissioni e poche righe di spiegazione.

 

Ormai non posso più restare qui a palazzo, la mia presenza non è più gradita.

Do le mie dimissioni come consigliere…tanto non credo che a Laguna dispiacerà ne sentirà la mia mancanza.

Salutami Squall e gli altri…e ringrazia di cuore Ward da parte mia. Ha fatto molto per me.

Kiros.

 

“No…non può essere…..”

La mani con cui reggeva il foglio iniziarono a tremare.

No. Era tutto sbagliato. Le cose non dovevano andare a quel modo. Kiros non poteva andarsene per colpa sua!

“Allora si può sapere che cosa gli hai fatto!?” richiese Ellione.

Laguna cercò di collezionare le idee mentre fissava con sguardo perso il legno della propria scrivanua.

“Io..ieri sera…lui era venuto per chiarire la situazione ed abbiamo finito per litigare….diciamo che non è stata una conversazione per nulla piacevole…”

“Il motivo della discussione e del tuo strano comportamento di questi ultimi giorni?”

“Ecco….” arrossì paurosamente ma si sforzò di continuare “Avevao scoperto che Kiros…beh….”

“Che Kiros era innamorato di te giusto?” concluse Seifer per lui.

“E tu come…?” iniziò a chiedere Laguna sorpreso ma fu subito interrotto dalla voce di Ellione.

“Non dirmi che lo hai respinto in malo modo! Dimmi solo che non lo hai fatto!” chiese con sguardo supplicante la ragazza.

Laguna in quel momento avrebbe voluto scomparire dalla faccia della terra…..perché era proprio quello che aveva fatto.

Alla fine si ritrovò a raccontare ai tre ragazzi quello che era successo, dalla sera del ballo fino alla sera precedente. Più andava avanti col resoconto più si sentiva uno schifo.

Gli parlò di come aveva riaccompagnato Kiros alla sua stanza, di come l’amico lo avesse baciato e gli avesse confessato i suoi sentimenti mentre era ubriaco…..il suo comportamento di quegli ultimi tempi lo avevano notato tutti quindi non si soffermò più di tanto…..ed infine passò alla loro discussione….

Aveva tradito il suo migliore amico. Lo aveva trattato come il peggiore degli esseri viventi per una sciocchezza ed ora se n’era andato.

“Oh Laguna…come hai potuto fargli questo….” sussurrò sconsolata Ellione gettandosi su una delle sedie.

“Io non volevo….giuro che non volevo…”

“A quanto pare il padre batte il figlio in stupidità! Non lo avrei mai creduto possibile!” disse Seifer passandosi una mano sugli occhi.

“Ehi!! Come sarebbe a dire!?” protesto il moretto, fissando il compagno offeso.

“Scusami amore ma per certe cose devi ammettere che non sei una cima.”

Squall non aggiunse nulla perché in un certo senso aveva ragione ma non gli risparmiò un’occhiataccia.

“Non volevo…giuro che non volevo…” continuò a sussurrare Laguna come un mantra senza fine. Aveva il volto nascosto tra le mani e la voce era colma di dolore e angoscia.

Squall lo fissò alcuno istanti. Voleva disperatamente aiutarlo…aiutare entrambi….ma non sapeva bene come riuscirci.

“Per favore…” disse rivolto a Seifer ed Ellione “..potreste lasciarci da soli?”

I due ragazzi si scambiarono una rapida occhiata ed acconsentirono alla richiesta uscendo dalla stanza. Era meglio così….in quel momento erano convinti che solo Squall potesse fare davvero qualcosa.

Laguna doveva reagire e rimediare al danno fatto….ma prima di tutto doveva chiarirsi le idee riguardo ai sentimenti di Kiros.

Squall si sedette su uno dei divanetti dell’ufficio e fece cenno al padre di andare a sedersi accanto a lui. L’uomo si alzò e raggiunse il figlio, mantenendo sempre lo sguardo basso.

“Papà….non serve a nulla che ti tormenti così….ormai il danno è fatto e non ci puoi fare niente…”

“Lo so….ma non posso evitarlo….mi sento….mallissimo…..”

“Avresti dovuto pensarci prima…” sospirò “Lo sai che le parole possono fare più male delle azioni….specialmente se pronunciate da qualcuno a cui si tiene immensamente….”

Laguna non dise nulla ma si limitò a fare un cenno col capo.

“Cosa avresti fatto se io fossi venuto a dire di odiarti e che non ti volevo più rivedere?”

“Mi sarei sparato….oppure mi sarei dato alla cura della cioccolata per tirarmi su di morale fino a quando non fossi diventato un barilotto di ciccia….”

Il ragazzo sorrise un po’ più sollevato. Almeno il padre non aveva perso il suo solito umorismo….era già un segno di ripresa.

Era tempo di passare al cuore della conversazione. Più tempo passava meno possibilità avevano di ritrovare facilmente Kiros.

“Senti papà…tu vuoi che Kiros torni vero?”

“Certamente!” disse alzando la testa e mostrando uno sguardo convinto e deciso.

“Bene….la domanda è ‘in che modo’ vuoi che torni? Ora conosci i veri sentimenti di Kiros…se vuoi che torni da te devi dargli una risposta sincera su quello che provi. Gli hai fatto credere erroneamente di disprezzarlo…ma hai ammesso che non è così. Quindi cosa provi? Vuoi che torni solo come amico o come qualcosa di più?”

La domanda che gli era stato posta era chiara e diretta ma lui non sapeva davvero come rispondere. Ci aveva pensato molto anche lui a questo problema….ma farlo senza trovare una soluzione era servito solo a stressarlo di più…portandolo alle ormai conosciute conseguenze.

“Sinceramente Squall non lo so bene neppure io….non riesco a fare luce sui miei sentimenti…” sospirò passandosi una mano tra i capelli “Io…quando Kiros mi ha fatto quell’involontaria confessione..beh…non posso negare di essermi…sorpreso, e non poco! Non lo avrei mai sospettato ecco! Così ho cominciato a sentirmi nervoso ed imbarazzato con lui….e alla fine ho cominciato ad avere paura, anche se non so bene di cosa. Sto dicendo cose assurde?”

“No, affatto.” disse Squall accennando un sorriso incoraggiante “Anche io mi sono sentitò così quando ho capito di essermi innamorato di Seifer.”

Laguna alzò la testa e fissò il figlio perplesso, mentre il volto assumeva una tonalita rosso acceso.

“Stai per caso dicendo che io…sarei innamorato di..Kiros?”

“Non lo so…sta a te capirlo….”

“E come posso farlo?”

“Beh….prova ripensare ai momenti felici con Kiros….ma studiali in base ai sentimenti. Che cosa provavi allora? E cosa provi adesso che se n’è andato?”

Laguna riflettè attentamente sulle parole del figlio e poi ripensò a tutte le volte che Kiros lo aveva tirato fuori dai guai, che lo aveva aiutato e consolato se qualcosa lo tormentava, che si era dimostrato un compagno su cui poter sempre contare durente i combattimenti.

Tutto questo gli fece notare che Kiros era sempre stato al suo fianco nei momenti di bisogno. Non lo aveva mai abbandonato ne tradito.

Ma la cosa che lo sconvolse di più fu che Kiros non si era mai lamentato di nulla. Non aveva mai lasciato trasparire i suoi sentimenti e aveva sempre anteposto i suoi desideri ai propri. Lo aveva pure incoraggiato con Raine ed ogni anno, il giorno della sua morte, era con lui a visitare la sua tomba e a sostenerlo.

Già….Raine…..chissà che cosa avrebbe pensato di lui in questo momento la sua adorata moglie. Di sicuro si sarebbe vergongnata del suo comportamento e della sua vigliaccheria. Lei aveva sempre detto di amare la sua capacità di affrontare qualsiasi difficoltà con il sorriso. Ma ora da sorridere c’era davvero poco.

Aveva fatto un torto gravissimo a Kiros e sapeva che Raine ne sarebbe stata dispiaciuta. A Raine era sempre piaciuto Kiros, lo aveva sempre ritenuto una persona seria, responsabile e molto gentile, l’unica che riusciva a ficcargli in testa un po’ di buon senso.

Era sicuro che la sua amata moglie gli avrebbe dato la sua benedizione se fosse stato nuovamente felice con qualcuno….se quel qualcuno poi era Kiros, di sicuro sarebbe stata ancora più tranquilla. In fondo come aveva detto il suo amico più volte aveva tenuto il lutto per troppo tempo….e così aveva finito per ferire gli altri col suo comportamento.

Gli ritornarono in mente l’espressione mortalmente ferita di Kiros e le sue ultime parole.

“E’ meglio che me ne vada. La mia presenza non è più gradita.”

Se n’era andato per davvero alla fine. Lo aveva lasciato solo e la colpa era totalmente sua.

Un profondo senzo di vuoto e tristezza gli attanagliò il cuore mentre una lacrima solitaria cominciò a solcare il suo volto.

No. Non voleva restare solo. Non voleva che Kiros lo abbandonasse. Non poteva restare senza di lui…la sua presenza gli era stata necessaria per andare avanti tutti quegli anni….se n’era accorto solo ora.

Solo ora capiva veramente quanto Kiros contasse per lui.

“Voglio che torni.” disse alla fine “Perché credo di amarlo anche io….”

Squall, che fino a quel momento se n’era rimasto in silenzio mentre il padre metteva in ordine le idee, sorrise soddisfatto e gli appoggiò gentilmente una mano sulla spalla.

“Allora che stiamo facendo ancora qui! Andiamo subito a cercarlo!”

 

****************************

 

Da quel momento partì una ricerca sfrenata e senza sosta. Mentre Laguna e Squall stavano parlando, gli altri ragazzi avevano già dato il via alla caccia all’uomo.

Irvine e Selphie si erano diretti subito alla stazione, sperando di trovare Kiros ed impedirgli di partire. Quistis, Zell, Rinoa e Joshua stavano settacciando la città in lungo in largo….ma purtroppo tutto sembrava essere vano, di Kiros non s’era vista traccia.

Il consigliere aveva già su di loro un notevole vantaggio e con quello era riuscito a volatilizzarsi senza problemi e senza farsi scoprire. Ormai poteva essere ovunque.

Quando Laguna, quella sera, venne a sapere dell’esito fallimentare delle ricerche cadde in una profonda depressione e cominciò nuovamente a colpevolizzarsi  per la fuga dell’amico. A cena non toccò quasi cibo ed il suo sguardo rimase perennemente vacuo e perso nei propri pensieri.

A Squall e gli altri si spezzò il cuore vedendo il perennemente allegro presidente ridotto in quelle condizioni, senza poter fare nulla per aiutarlo, ma non sapevano davvero come fare…..non avevano la più pallida idea di dove si potesse essere cacciato Kiros.

Ward aveva osservato attentamente l’evolversi della situazione ma non aveva ancora dato la propria opione. Sul suo volto spiccava un’espressione seria e controllata, da cui non traspariva alcun sentimento, anche se in realtà era tormentato dall’indecisione.

Quella mattina, appena entrato nell’uffico di Laguna per iniziare un’altra giornata di lavoro, avrebbe voluto spellare vivo il caro presidente per quello che aveva fatto a Kiros. Infatti, dopo essersi scontrato con lui nel corridoio, lo aveva riaccompagnato in camera sua e si era fatto raccontare l’accaduto per filo e per segno.

Più l’amico parlava più gli sembrava impossibile che Laguna si fosse comportato davvero in quel modo e alla fine non riuscì ad opporsi energicamente alla decisione di Kiros di andarsene.

Non era riuscito a trovare degli argomenti validi per farlo restare e poi era talmente depresso che sebrava davvero la cosa migliore per lui. Così lo aiutò a fare i bagagli e a lasciare il palazzo senza essere visto, promettendogli che non avrebbe detto a nessuno il luogo dove era diretto.

Ma ora non sapeva davvero cosa fare. Aveva promesso, vero, ed era anche molto arrabbiato con Laguna per il suo comportamento però ora sembrava essere così disperato….in oltre dai discorsi di Squall aveva intuito che il presidente si era in qualche modo accorto di provare qualcosa per Kiros.

In poche parole si trovava tra due fuochi.

Una parte di lui gli diceva di mantenere il segreto e lasciare che Kiros si liberasse finalmente da tutta quella sofferenza che si portava dietro da anni, l’altra voleva che entrambi i suoi migliori amici avessero la possibilità di essere felici, ma ciò significava venir meno al giuramento.

Dopo ore trascorse a tormentarsi fu la seconda vocina ad avere la meglio, così si alzò dal divano del soggiorno sul quale era seduto a bere un bicchiere di Wisky e si diresse verso la camera di Laguna. Era passato parecchio tempo dalla cena ed era sicuro di trovarlo là.

Bussò alla porta e quando ricevette risposta entrò nella stanza. Laguna era seduto per terra ai piedi del letto, con la schiena appoggiata al legno ed il volto sulle ginocchia.

Ward si avvicinò all’amico e s’inginocchiò accanto a lui.

“Hai bisogno di qualcosa Ward?” chiese il presidente con voce vuote e assente.

Il consigliere mosse lentamente le mani in modo che Laguna non si perdesse un solo segno.

“Certo che voglio indietro Kiros….non so come andare avanti senza di lui….”

Ward sospirò e gli fece la domanda fatale.

“Io…si…credo di amarlo…anzi, so di amarlo….sono solo stato uno stupido….”

Ward non si fece scrupoli a dimostrarsi d’accordo con lui ma poi accennò un sorriso.

“Dici di potermi aiutare? Ma come?” domandò curioso.

Il sorriso si fece ancora più largo.

“Cosa!? Tu…tu sai dov’è Kiros? Non stai scherzando vero?” chiese euforico mentre gli occhi gli si riempivano di nuova speranza.

L’uomo scosse la testa e tornò subito serio.

“Te lo giuro! Se solo dovessi fare di nuovo soffrire Kiros ti do il permesso di picchiarmi, di spararmi, di lanciarmi fuori dalla finestra del mio ufficio! Qualsiasi cosa! Sarò alla tua mercè!”

Ward sembrò essere soddisfatto della risposta e decise di raccontargli tutto.

Cinque minuti dopo Laguna fece irruzione in camera di suo figlio, interrompendo ogni sua ipotetica attività.

“Presto Squall! In piedi! Dobbiamo andare subito! So dove si trova Kiros!”

Con questo Squall, Seifer e Ward furono trascinati sul LagunaRock e costretti a partire alla volta di Deling City, più precisamente della scogliera dove da giovani i tre soldati di Galbadia si erano gettati in mare.

Kiros sembrava intenzionato a visitare quel luogo prima di trasferirsi in città e far perdere definitivamente le sue traccie.

Laguna trascorse tutto il viaggio in uno stato d’ansia accanto al figlio, che si trovava ai comandi dell’astronave, e quando arrivarono a destinazione fu il primo a balzare a terra.

Atterrarono poco distante dalla scogliera in modo da non attirare troppo l’attenzione e lasciarono che Laguna andasse da solo a recuperare Kiros. Il presidente, durante il breve tragitto a piedi, pernsò a cento modi diversi di chiedere scusa e cominciare un discorso sensato, ma non riusciva a mettere a fuoco le idee….era troppo nervoso.

Quando oltrepassò l’uscita della galleria che dava sullo spiazzo della scogliera lo vide ed il suo cuore si fermò dall’emozione. Era seduto in terra e gli voltava la schiena. Aveva lo sguardo rivolto verso il cielo limpido e stellato.

Rimase sulla soglia alcuni istanti a godersi la scena, poi si fece coreggio e decise di farsi avanti.

“Kiros…” disse in un sussurro che però raggiunse perfettamente le oreccie dell’altro uomo.

“La…Laguna!?” chiese incredulo voltandosi nella sua direzione.

Non credeva possibile che fosse davvero lì. Era convinto che non lo avrebbe più rivisto….queste erano le sue intenzioni. Come aveva fatto a trovarlo?

“Come hai fatto a scoprire che ero qui?”

“E’ stato Ward a dirmelo, l’ho praticamente costretto a farlo.”

Continuava ad avanzare lento ma deciso mentre Kiros si alzava in piedi per affrontarlo.

“E cosa ci sei venuto a fare? Pensavo ci fossimo già detti tutto no?” disse con voce colma di tristezza.

A Laguna si spezzò il cuore. Era colpa sua se era scappato, era colpa sua se stava soffrendo, continuava a dirsi.

“Io…non ero in me Kiros….tutto quello che ho detto o fatto io…no volevo credimi…non avrei mai potuto pensare davvero certe cose di te! Ero solo…arrabbiato…”

Abbassò la testa dispiaciuto sinceramente per quello che aveva fatto.

“Già, arrabbiato e disgustato di me e dei miei sentimenti!” disse voltandogli le spalle amareggiato.

“Cos..no!! Non è assolutamente quello il motivo! Non potrei mai essere disgustato di te! Sono venuto qui per chiederti scusa ed implorarti di tornare indietro!!”

Cade un profondo silenzio tra i due. Ormai erano solo ad un paio di passi l’uno dall’altro. Laguna aveva il cuore in gola ed era un fascio di nervi, Kiros era combattuto dai propri sentimenti e dal dolore di un ennesimo rifiuto.

“Tornare? E come potrei! Ormai tu conosci il mio segreto ed io non sono più in grado di continuare a fingere di essere solo un amico! Ormai questo non mi basta più!”

“Io non ti chiedo più di fingere!” gli disse facendolo voltare, in modo da poterlo guardare in volto.

L’espressione di Kiros era sorpresa e forse un po’ perplessa. Laguna arrossì sapendo quello che stava per dire ma si fece coraggio.

“Io…ho riflettuto molto oggi…Squall mi ha aiutato a chiarirmi le idee e, beh, a vedere la situazione da un nuovo punto di vista…”

Si passò nervoso una mano fra i capelli ed inumidì le labbra con la lingua, senza accorgersi dell’effetto che quei semplici gesti avevano su Kiros.

Cavolo! Non era stato così nervoso neppure quando aveva chiesto a Raine di sposarlo.

“Poco fa ho detto che ero arrabbiato ma non lo ero con te, bensì con me stesso. Non riuscivo a capire quello che mi stava succedendo. Mi sentivo strano e nervoso e ho finito per dire cose che non pensavo veramente…mi sono sentito un verme sai?” accennò un sorriso “Il motivo di tutto quel mio comportamento è  che io….ecco…oh non sono mai stato bravo in questo genere di cose…io…io ti amo Kiros!”

Ecco lo aveva detto!

Sul volto di Kiros comparve un’espressione incredula e sconvolta. Non poteva aver sentito bene! Quello doveva senza dubbio essere un sogno….o forse era caduto dalla scogliera, era morto ed ora si trovava in paradiso! Si, doveva essere così….eppure Laguna era reale…possibile che…

“Non scherzare su certe cose”

“Non potrei mai farlo lo sai! Io non avevo ancora compreso i miei sentimenti ma tutto questo mi ha fatto capire quanto tu sei importante per me! Non posso andare avanti senza di te al mio fianco!”

Laguna sembrava essere sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all’altro come un bambino…ma non voleva perdere Kiros.

L’ex-consigliere lo fissò attentamente con occhio severo.

“Come posso crederti?” chiese infine.

Sapeva che la sua era una domanda stupida. Il presidente, come aveva detto lui stesso, non avrebbe mai scherzato su quel genere di cose….eppure era ancora così difficile credere che tutto quello stesse accadendo realmente.

“Chiedimi qualsiasi cosa e io la farò! Sono pronto ad inginocchiarmi ai tuoi piedi ed implorare il tuo perdono…se me lo chiederai sono anche disposto a gettarmi da quella rupe in mare come anni fa!”

“Baciami” fu l’unica cosa che disse.

Laguna fu preso un attimo di sorpresa a quella richiesta, proprio per la sua semplicità. Poi, senza più esitazione, si lanciò verso di lui colmando il poco spazio che li divideva, gli gettò le braccia attorno al collo e posò le sue labbra contro quelle del compagno.

Kiros non si aspettava che lo facesse davvero…diciamo che il suo cervello continuava tenacemente a negare la possibilità che lo amasse sul serio…ma ora, ritrovarselo addosso, essere baciato da lui….non poteva più fingere.

Il suo cuore esultò di una gioia immensa, cominciando a battere a mille. Il suo corpo si mosse per compiere gesti che fino ad allora aveva solo sognato di fare. Gli circondò la vita con le braccia, attirando quel corpo snello e ben modellato contro il suo, mentre le sue labbra risposero al bacio e cominciarono ad approfondire il contatto.

Laguna fu attraversato da un brivido. Le sensazioni che stava provando erano così forti e diverse da quelle che aveva provato per Raine…ma allo stesso tempo simili. Kiros era forte, deciso ma dolce…era lui che dirigeva il gioco, era lui la figura dominante…..a lui non restava altro che lasciarsi andare.  Laguna non era esperto in quel genere di..rapporti…ma sapeva, sentiva, che era giusto che così.

Quando i due si separarono erano entrambi a corto di fiato. Il presidente osò alzare lo sguardo ed arrossì quando incontrò gli occhi neri, ardenti di amore e passione, del compagno.

“Allora, ti ho convinto?” sussurrò per paura di interrompere quel momento magico.

“Forse…” rispose l’altro con un sorriso enigmatico prima di scendere nuovamente ad incontrare le sue labbra.

Laguna chiuse gli occhi e si lasciò nuovamente andare. Come aveva potuto non accorgersene prima? Come aveva potuto Kiros resistere tutti quegli anni, con quel fuoco che gli ardevane nelle vene e che si stava riversando in lui con un semplice bacio?

Era stato davvero uno stupido.

Improvvisamente sentì le mani del compagno farsi strada dentro il lungo soprabito e sotto la sua camicia, fino a sfiorargli delicatamente la pelle della schiena. Un sospirò di piacere si perse nel loro bacio mentre quelle mani continuavano la loro esplorazione.

Laguna sapeva quei gesti dove li avrebbero portati e una parte di lui non chideva nulla di meglio…ma l’altra era spaventata da quella nuova situazione, da quei nuovi e travolgenti sentimenti.

Kiros smise di baciarlo e cominciò a far scorrere le labbra lungo il suo collo candido, mordicchiando e leccando qua e là la pelle.

“Ki..Kiros…non..non mi sembra il luogo adatto…e poi Squall e gli altri ci stanno aspettando sul LagunaRock…” disse con voce tremante, in parte dal piacere, mentre cercava dolcemente di respingerlo.

“Nella caverna ho acceso un fuoco….pensavo di passare qui la notte ed andare in città domani mattina…e gli altri possono aspettare…” disse senza smettere il proprio lavoro sul collo del compagno.

“Si ma io…io…”

“Laguna….” sospirò allontanandosi per fissarlo negli occhi “So che sei spaventato…tutto questo è nuovo per te e l’ultima cosa che voglio è metterti fretta…ma ho aspettato troppo a lungo per questo momento.”

Gli accarezzò dolcemente una guancia e sorrise.

“Ti fidi di me?”

“Si”

“Allora lasciati andare e non farmi aspettare ancora.”

Laguna lo fissò a lungo e alla fine acconsentì ricambiando il sorriso e mettendo da parte la paura. Kiros aveva ragione. Per la sua stupidità e ingenuità lo aveva lasciato soffrire troppo a lungo, glielo doveva….e poi lo amava, non gli avrebbe mai fatto del male.

Il compagno, allora, lo trascinò dolcemente all’interno della caverna fino a raggiungere un angolino appartato dove aveva montato campo. Una volta illuminati e riscaldati dalla luce del fuoco, lo attirò nuovamente a sé e riprese a baciarlo, prima sulle labbra, poi nuovamente sul collo mentre gli sfilava il soprabito e lo faceva cadere a terra. Laguna reclinò leggermente la testa in modo da lasciare via libera alla bocca curiosa di Kiros mentre con le mani giocava con le sue lunghe treccine.

Kiros cominciò ad accarezzargli la schiena ed a sfilare la camicia fuori dai pantaloni. Poi prese a trafficare con i suoi bottoni, aprendoli uno alla volta con movimenti lenti ma decisi.

Laguna cominciò a sentirsi perso nel calore del corpo di Kiros così vicino al suo….ed avevano appena cominciato!

Una volta aperta completamente la camicia, gliela fece scivolare dalle spalle, scendendo contemporaneamente a baciare la nuova pelle esposta. Prese a mordicciargli la spalla, poi giù sul petto fino a raggiungere un capezzolo, che prese delicatamente tra i denti e comincio a stuzzircarlo mentre faceva lo stesso trattamento all’altro con una mano.

Laguna sussurrò il suo nome, travolto da un brivido di piacere, e avvicinò ulteriormente il suo corpo a quello del compagno, facendo aderire i loro bacini. Il membro già eretto di Kiros si scontrò con l’erezione crescente di Laguna e alla fine decise che era tempo di scegliere una posizione più comoda.

Kiros fece lentamente distendere Laguna su una coperta posizionata vicino al fuoco, scendendo poi a coprirlo con il proprio corpo, dopo essersi sfilato anche lui la propria maglia.

“Kiros….” sussurrò quando la pelle bollente dei loro corpi entrò in contatto. Aveva gli occhi socchiusi ed il respiro affannato.

“Dio Laguna….mi stai facendo impazzire solo a guardarti….”

Il presidente non ebbe il tempo di arrossire a quell’osservazione perché Kiros scese a baciarlo con passione. Dischiuse leggermente le labbra e lasciò che le loro lingue si incotrassero e cominciassero un duello sensuale e senza fine.

Le mani di Kiros iniziarono a vagare curiose sul suo petto, sfiorando e stuzzicando i capezzoli già turgidi, mentre quelle di Laguna gli accarezzavano ansiose la schiena. Si inarcò leggermente, generando una dolce frizione tra i loro sessi, cosa che spinse il consigliere a portare una mano verso il basso, fino al bordo dei pantaloni. Lì si fermò ed iniziò a sbottonarli, facendola poi scivolare dentro, oltre l’elastico degli slip, per afferrare l’erezione pulsante del compagno.

Laguna, che non si era accorto del lavoro che stavano compiendo le mani di Kiros, troppo preso dal bacio e dalla sua presenza, lanciò un urlo di piacere misto a sorpresa quando sentì quella presa dolce ma ferrea su di lui.

“..ahh..K…Kiros....cos..a...“

Il compagno nutrì il proprio desiderio con quei sospiri e cominciò a far scendere nuovamente le proprie labbra dal collo verso il petto e poi sempre più giù, muovendo contemporaneamente la mano sull’erezione di Laguna. Quando il suo volto arrivò all’altezza dei pantaloni, li afferrò assieme agli slip e li fece scivolare lungo quelle gambe snelle e muscolose.

I suoi occhi arsero di passione sempre maggiore alla vista di quel corpo perfetto, nudo sotto di lui e alla sua mercè. Laguna aveva le braccia stese sopra la testa, con le dita avvingiate alla stoffa della coperta mentre il suo petto si alzava e abbassava a ritmi irregolari. Gli occhi erano chiusi e la pelle candida e leggermette umida di sudore assumeva dei riflessi quasi perlati grazie alla luce del fuoco.

“Sei stupendo….”

Laguna aprì leggermente gli occhi e non potè evitare di arrossire sotto quello sguardo famelico. Kiros sorrise e tronò a concentrarsi sull’erezione del compagno, ormai completamente in bella vista. Senza esitare si abbassò e ne leccò la punta, facendo sobbalzare e gemere Laguna. Poi la prese completamente in bocca e con una lentezza snervante cominciò a succhiare.

Laguna non ci vide più dall’afflusso di sensazioni che gli martellavano il cervello e i nervi. Si portò una mano alla bocca per non urlare mentre si inarcò con il bacino per cercare di seguire i movimenti del compagno.

Non aveva mai provato delle emozioni così devastanti e travolgenti. Credeva di impazzire.

Kiros cominciò a pompare con più forza sentendo il corpo di Laguna fremere e la presa suoi suoi capelli farsi più insistente. Così qualche minuto dopo Laguna si svuotò nella sua bocca e Kiros bevve avidamente senza lasciarsi sfuggire una sola goccia. Poi si allontanò dal suo membro spento e salì a cospargergli il volto con piccoli baci, fino a soffermarsi sulle labbra.

“Com’è stato?” gli sussurrò in un orecchio.

“Meraviglioso….”

“Bene….perché il meglio deve ancora venire….”

Laguna arrossì e si voltò verso di lui. Un lieve nervosismo balenò nei suoi occhi ma incontrando quelli calmi e dolci di Kiros, così colmi d’amore, si tranquillizzò subito.

“Allora non credi che quei pantaloni siano di troppo?”

Kiros sorrise e lo baciò fugacemente.

“Direi di si…” e con questo si alzò da quel corpo candido quel tanto che bastava per togliere i suoi ultimi indumenti e gettarli lontano.

Una volta nudo si adagiò nuovamente su Laguna, facendo entrare in contatto i loro membri e strappandogli un altro piccolo gemito. Kiros riprese a baciarlo con foga per poi scendere sul collo e sulle spalle mentre portava una mano alla bocca del compagno.

Laguna non esitò a prendere quelle dita dalla pelle scura nella sua bocca, intuendo il loro prossimo utilizzo, ed iniziò a leccarle sensualmente una ad una, simulando quasi quello che Kiros aveva fatto poco prima con la sua erezione.

Questa volta fu il consigliere che non riuscì a trattenere un piccolo gemito, affondando i denti nella morbida carne del collo e lasciando su di esso il suo marchio.

Ad un tratto Laguna aprì maggiormente le gambe, in modo che Kiros si potesse sistemare comodamente tra di esse, e gli fece capire che era pronto a procedere. Allora le dita uscirono dolcemente dalla sua bocca e scesero fino a posizionarsi contro la piccola apertura tra i glutei.

“Rilassati” gli sussurrò a fior di labbra prima di baciarlo ed introdurre lentamente un primo dito in quello stretto passaggio.

Laguna quasi non se ne accorse, sentì solo un lieve fastidio. Con il secondo dito però il fastidio aumentò fino a trasformarsi in un lieve grido di dolore all’entrata del terzo. Allacciò le braccia attorno al collo del compagno e lo strinse a sé, affondando il viso nella sua spalla.

All’inizio Kiros si mosse lentamente, aspettando che il dolore passasse, poi cominciò ad approfondire quell’intimo contatto allargando leggermente le dita per rilassare il muscolo. Quella era la loro prima volta e, nonostante il suo corpo urlasse appagamento, si sarebbe bruciato con le braci del fuoco che aveva accesso piuttosto che causare più dolore del necessario al suo amato.

Voleva che tutto fosse perfetto.

“K…Kiros…ora ti pre..go….”

A quel dolce comando Kiros fece scivolare fuori le dita, sentendo un sospiro di protesta da parte del compagno. Poi si posizionò lentamente tra le sue gambe, la punta della sua erezione che premeva contro la piccola apertura.

“Ti amo Laguna” disse fissando quei meravigliosi occhi azzurri.

“Anche io ti amo…e mi fido di te.” sorrise e gli accarezzò una guancia.

Dopo quella piccola dichiarazione Kiros cominciò ad entrare lentamente nel corpo del compagno. Laguna s’inarcò leggermente mordendosi le labbra per trattenere un urlo di dolore mentre le lacrime gli riempivano gli occhi. Kiros cominciò ad accarezzare l’erezione dell’amato cercando di distrarlo fino a quando non affondò totalmente in lui….poi rimase immobile.

Era una sensazione indescrivibile. Laguna era meravigliosamente stretto, sentiva il suo corpo avvolgerlo totalmente. Allo stesso modo il presidente era combattuto da un’ondata di piacere sempre crescente che lo riempiva e riscaldava ed un dolore che era presto scomparso.

Laguna si mosse leggermente contro di lui e gli afferrò le spalle, dandogli il via libera a continuare. Kiros non se lo fece ripetere, cominciando subito ad uscire ed entrare con lente spinte dal suo corpo. Ma ben presto i suoi movimenti aumentarono di velocità, andando a toccare ogni volta un punto particolare che fece urlare Laguna di puro piacere. Fu costretto a mordere la spalla di Kiros per evitare che le sue urla ed i suoi gemiti rimbombassero per tutte le gallerie di quella caverna mentre assecondava col bacino ogni movimento del compagno.

Se mai esisteva il paradiso, beh, loro due vi erano dentro.

Si muovevano come un solo corpo, cercando di approfondire al massimo il contatto e la penetrazione. Erano persi nel mare infinito dei loro sentimenti e dalla vicinanza delle loro anime.

Non si accorsero quasi di arrivare al limite nello stesso momento, Kiros svuotandosi all’interno del compagno, Laguna sui loro corpi.

Si accasciarono sfiniti sulla coperta, rimanendo abbracciati fino a quando il loro respiro ed il battito del loro cuore non tornarono nella norma. Poi Kiros uscì lentamente da quel corpo accogliente e si distese accanto a Laguna, attirandolo a se e baciandogli i morbidi capelli nocciola.

“Come ti senti?”

“Non ho parole per descriverlo…” sussurrò stanco, accoccolandosi contro di lui.

Kiros sorrise ed afferrò l’altra estremita della coperta per avvolgere i loro corpi nudi. Non poteva ancora crederci. Aveva fatto l’amore con Laguna. Dopo vent’anni di attesa e sofferenza era finalmente riuscito a conquistarlo e a farlo suo. Non riuscì a trattendersi da dire quei pensieri ad alta voce.

“Ora sei mio Laguna. Non ti lascerò più andare.”

“Possessivo?”

“Non sai quanto”

“Bene, perché io non voglio che mi lasci mai.”

Laguna sbadiglò ed appoggiò la testa sulla spalla del compagno, utilizzandola come sostituto del cuscino.

“Non credi sia meglio tornare dagli altri?” chiese, infine, ricordandosi di Squall, Seifer e Ward che li attendevano sull’astronave.

“Non ti preoccupare….li recuperiamo domani…non scappano mica…”

“Lo so ma si staranno preoccupando”

“Ne dubito….e poi sei stanco morto, lo capirebbe anche un cieco, quindi tu da qui non ti muovi fino a mattina chiaro?”

“…ok….” sussurrò, evidentemente già mezzo addormentato.

Kiros sorrise e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal calore di Laguna e dal suo respiro calmo e sereno.

 

Intanto, su un’astronave non molto lontana, Squall stava cominciando ad agitarsi mentre Seifer se ne stava beatamente seduto su una delle poltroncine.

“Mio padre ci sta mettendo un po’ troppo per recuperare Kiros. Non vorrei che fosse successo qualcosa.”

“Qualcosa è di sicuro successo, ma non quello che pensi tu.” rispose il biondino con un sorriso saccente sul volto. Lui aveva più di una mezza idea in mente.

“Cosa intendi?”

“Intendo che quei due stanno benone e che domani mattina li vedremo comparire ai piedi di questa carretta sani e salvi.”

“E tu come fai a saperlo?”

Seifer rise di gusto alzandosi in piedi e raggiungendo il suo ragazzo.

“Squall….tu non cambi proprio mai! Sei sempre il solito ingenuo!” gli circondò le spalle con un braccio e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. L’attimo dopo il viso di Squall assunse una buffissima tonalità pomodoro.

“Adesso hai capito cosa intendo koi? Piuttosto, che ne dici di seguire l’esempio del tuo papino ed andare ad appartarci in una delle stanze di questa astronave?”

Il moretto, se possibile, arrossì ancora di più prima di dare un lieve pugno nello stomaco al suo compagno.

“Stupido!”

Ward intanto assisteva a tutta la scena divertito, felice che le cose si fossero risolte per il meglio.

 

*OWARI*

 

Miyu- finalmente ho finitooooooozzz…..zzzzzzz………zzz…..

Seifer- l’autrice è andata!^^;;;

Squall- vedo….piuttosto….cosa sono quei fumetti che le escono dalle orecchie?

Seifer- credo sia il suo cervello che è andato in surriscaldamento!^_^;;;;

Squall- ah!-_____- *no comment*

Kiros&Laguna-  finalmente qualcuno che pensa anche a noi!*____________*

Squall- mentre a me è toccato il ruolo da psichiatra!-__-

Seifer- io direi da tonto amore!^^

Squall- vuoi morire!?-___-

Seifer- come non detto!^^;;;;;





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