Bene bene…..questa volta è il turno di una
bella ficci di FF8!! Non scappate via intesi?
I personaggi, come
al solito, non sono miei ma della Square Soft….anche se ho convinto Kiros ad
entrare nel mio harem! Nessuno può resistere al mio fascino! Eheh!^___^ (ma
non ditelo a Laguna che se no diventa geloso….anche se potrei convincere
pure lui ad entrare a far parte del mio harem….non sarebbe una cattiva
idea!^^)
In oltre, non sapendo
la data esatta della morte di Raine, l’ho fatta cadere in inverno…..per il
semplice fatto che mi piace la neve e l’atmosfera che crea!^^
Eternal
Loneliness
di Miyuki
Oggi per la gente
comune è una giornata come tante altre.
Il suolo è coperto da un
candido manto di neve mentre il vento soffia gelido sulla città. Pure il
cielo è oscurato da nuvole minacciose e scommetto che tra qualche ora
riprenderà a nevicare.
Sembra quasi che la
natura ti sia solidale in questo momento di lutto e voglia condividere con
te la tua tristezza ed il tuo dolore.
Proprio come me.
Perché per te questo non
è un giorno qualunque. E’ il giorno della sua morte, della morte di Raine…tua
moglie.
So benissimo che stai
soffrendo per quello che le è accaduto e che non ti sei mai perdonato di non
essere stato al suo fianco nel momento in cui ha esalato l’ultimo respiro.
Ma ormai dovresti anche sapere che non c’era nulla che tu avresti potuto
fare per salvarla. Il suo destino era segnato……e so con certezza che lei non
avrebbe voluto che ti tormentassi così.
Eravamo partiti proprio
per suo ordine, ricordi? Per salvare la vostra ‘figlioletta adottiva’……e lei
era serena perché era certa che l’avremmo riportata in dietro sana e salva.
Raine è sempre stata
felice al tuo fianco e pure nel momento della sua morte lo era, perché aveva
dato alla luce vostro figlio, Squall. La sua vita si è spenta con il sorriso
sulle labbra, così ti hanno detto le anziane che l’avevano accudita.
Ma nonostante tutto,
nonostante tutti gli anni che sono passati, continui a tormentarti e a
soffrire…..ed io con te.
Perché sono impotente di
fronte a tutto questo. Non posso far altro che starti vicino come amico e
farti avere il mio sostegno, anche se da te vorrei molto di più della
semplice amicizia….ma so che non potrò mai ottenere nulla di diverso da te.
E mi basta…..me lo faccio
bastare.
Anche se in certi momenti
è difficile tenere nascosto questo mio amore per te. Momenti come questo
dove vorrei stringerti tra le mie braccia e cancellare con le labbra tutte
le lacrime silenziose che stanno solcando il tuo viso.
Ma non posso farlo!
Mi limito a starti
accanto mentre tu, inginocchiato sulla neve, fissi la lapide di Raine e
preghi silenziosamente la sua memoria.
Quando riuscirai a
dimenticare e a perdonarti? Ormai sono troppi anni che ti vedo soffrire in
questa triste ricorrenza.
Sei sempre stato una
persona allegra e solare e mi si spezza il cuore a vederti in questo stato.
Tutt’ora non hai perso quell’aria da eterno ragazzino che ti fa sembrare
molto più giovane dell’età che hai realmente e quasi inaffidabile. Ma Ward
ed io, che ti conosciamo da una vita, sappiamo bene che dietro l’apparenza
si nasconde un grande uomo dall’animo nobile e coraggioso che riesce a
governare alla perfezione una città ed a farsi amare da tutto il suo popolo.
Non esiste nessuno che
non ti voglia bene dopo averti conosciuto.
Neppure tuo figlio Squall
ha saputo resisterti, nonostante cercasse in tutti i modi di mantenere un
atteggiamento distaccato ed indifferente nei tuoi confronti.
D’altro canto io mi sono
innamorato di te dal primo momento che ti ho visto. E’ stato un vero colpo
di fulmine…ed io che non avevo mai creduto in queste cose!
Mi ricordo quel momento
come se fosse accaduto ieri.
Ero seduto con Ward nella
sala di ritrovo delle truppe di Galbadia a parlare della nostra missione.
Avremmo dovuto scortare un certo ministro (non mi ricordo il nome, so solo
che era una persona odiosa) da Dollet fino a Deling City poiché temeva di
essere aggredito durante il viaggio a causa di alcune lettere minatorie
ricevute la settimana precedente. Diciamo che come molti uomini politici non
era un santo e che quindi molte persone lo avrebbero volentieri visto morto.
L’unico problema è che
alla nostra piccola squadra speciale mancava un uomo, visto che Drake si era
ritirato dalla milizia dopo un brutto incidente. Così eravano in attesa che
ci mandassero un rimpiazzo.
Fu allora che comparvi
tu.
Un ragazzo dai fini
capelli color nocciola, dagli occhi color del cielo e dai lineamenti
delicati ma non per questo troppo effemminati.
Una visione in poche
parole.
Entrasti nella sala con
quella tua aria da novellino, ti guardasti un po’ intorno e poi ti diressi
automaticamente verso il nostro tavolo con un sorriso allegro sulle labbra.
“Salve ragazzi! Voi siete
Kiros e Ward, giusto? Piacere di conoscervi, sono Laguna Loire! Da oggi sarò
il vostro nuovo compagno di squadra!” dicesti con la tua voce squillante
sedendoti davanti a noi.
Tutto qui. Bastò questo a
mandare il mio cervello in tilt.
Rimasi a fissarti
incantato come una stupida ragazzina alla sua prima cotta. Se solo ripenso
all’espressione da babbeo che avevo mi viene da ridere. Ward al contrario ti
fissò con sospetto, chiedendosi come mai ci avessero mandato una matricola
per una missione del genere. Ma ben presto lo feci ricredere con la tua
abilità nel maneggiare le armi da fuoco e divenisti un membro indispensabile
del nostro team, non che nostro grande amico.
Da quel momento noi tre
diventammo inseparabili. Affrontavamo tutto insieme….missioni, qualche
scazzottata, le tue immancabili figuraccie…tutto. E quando ci perdemmo di
vista dopo esserci buttati giù dalla scogliera….beh….per me fu una soferenza
atroce.
Non sapevo se eri ancora
vivo oppure no, se eri ferito e magari avevi bisogno di aiuto. Ero talmente
disperato al solo pensiero di averti perso per sempre che partii alla tua
ricerca. O forse dovrei dire che è stato Ward a scaraventarmi in mezzo alla
strada gesticolando freneticamente con le mani facendomi capire di non
tornare fino a quando non ti avessi trovato.
Lo avevo esasperato,
poverino, con la mia aria perennemente depressa e preoccupata.
Ovviamente lui sapeva che
ero innamorato perso di te…..gli ci era voluto appena un mese dal tuo arrivo
per capirlo…..mi sa che l’unico a non aver mai notato nulla eri proprio tu.
Te e la tua ingenuità…..la
tua innocenza…..
Vagai per un anno
nell’angoscia fino a quando non mi giunse voce che un certo Laguna si era
preso il compito di proteggere il piccolo villaggio di Winhill dai mostri
che abitavano la zona.
Con la speranza nel cuore
mi recai in quel villaggio e non puoi immaginare la gioia che provai nel
vederti sano e salvo…ma dovetti trattenermi. Non volevo certo scoprirmi e
farti capire i miei sentimenti….mi sarei rovinato da solo…..e poi intuii
subito la situazione.
Mi bastò uno sguardo per
capire che ti eri innamorato di quella ragazza, Raine, che sembrava
ricambiarti pienamente, anche se voi due eravate un po’ troppo ingenui per
accorgervene.
Fui subito geloso, anche
se non ne avevo il diritto. In fondo a te erano sempre interessate le
ragazze, di questo ne avevo avuto la conferma più volte, ed avevo imparato
ad accettare il fatto che non sarei mai stato ricambiato da te….nonostante
ti amassi più della mia stessa vita…..però questo non mi evitava certo di
soffrire.
All’inizio fu difficile
rimanere con te a Winhill, limitandomi come sempre ad esserti amico, ma più
passava il tempo più imparavo ad apprezzare Raine e le sue qualità. Capii
che era diversa dalle altre ragazze di cui ti eri innamorato in precedenza e
che era degna di diventare la tua compagna. Avevate entrambi un animo dolce
e gentile. Fu un piacere seppellire l’ascia di guerra e stringere amicizia
con lei.
Così, quando decideste
finalmente di sposarvi, non ci rimasi tanto male…..in fondo sapevo che prima
o poi sarebbe successo….e sapere che Raine sarebbe diventata tua
moglie…beh….in un certo senso fu un solievo. Chissà chi ti saresti sposato
se non avessi incontrato lei!
Forse speravo in questo
modo di riuscire a dimenticarti, di smettere di tormentarmi inutilmente….ma
si rivelò tutto inutile.
Non riuscivo a smettere
d’amarti….ne smetterò mai di farlo….mi sei entrato troppo in profondità
nell’anima perché possa cancellarti dal mio cuore.
Ed ora eccoci qui. Raine
è morta. Tu sei il presidente di Esthar. Io e Ward siamo i tuoi consiglieri.
Ellione è cresciuta ed è diventata una donna stupenda. Squall è cresciuto ed
è diventato il comandante del Garden di Balamb e l’eroe che ha sconfitto la
perfida strega Artemisia.
Nonostante tutti siano
felici, tu non riesci ad esserlo completamente.
Torno a focalizzare il
mio sguardo sulla tua schiena. Chissà da quanto tempo siamo qui fuori!? Ward
si starà spazientendo ad aspettarci in macchina.
Mi avvicino lentamente e
ti poso una mano sulla spalla per attirare la tua attenzione e per farti
coraggio allo stesso tempo.
“Laguna, ormai si sta
facendo tardi. Abbiamo parecchio da fare a palazzo ricordi?”
Ti volti leggermente e mi
guardi, poi accenni un sorriso.
“Hai ragione Kiros. C’è
un ballo da organizzare” ti alzi scuotendoti la neve dai pantaloni “Andiamo
pure”
E così ci incamminiamo
entrambi verso la macchina mentre silenziosamente ribadisco il mio
giuramento.
Continuerò per sempre ad
amarti da lontano e a proteggerti.
************************************
Il Palazzo Presidenziale
di Estar era in subbuglio.
Due giorni dopo si
sarebbe tenuto un grande ballo commemorativo in onore della liberazione
della città e della sconfitta di Artemisia e tutta la popolazione era
emozionata al pensiero di un simile avvenimento. Centinaia di persone tra
cuochi, camerieri, artigiani e fiorai si stavano dando un gran da fare per
organizzare il tutto e abbellire il palazzo. Anche le strade erano state
addobbate e circolava un aria di festa.
Laguna era chiuso nel suo
ufficio assieme ai suoi due consiglieri cercando di dare un po’ di ordine a
quel caos. Non si sarebbe mai fatto nulla di decente senza una degna
supervisione
Sembrava passata un
eternità dalla fine di quella guerra senza senso ma invece erano trascorsi
soltanto due anni. Due anni pieni di pace che avevano ridato la serenità e
la speranza a tutte le persone.
Il mondo ormai non era
più in pericolo.
“Ho ricevuto la lista
completa e confermata degli ospiti. In totale saranno 400 tra politici,
ambasciatori, ministri, le loro famiglie ed invitati di vario genere.” disse
Kiros sfogliando un fascicolo di documenti che aveva in mano.
“Che bello….dovrò passare
un intera serata circondato da persone noiose, arroganti e con manie di
grandezza…” sbuffò il presidente seduto dietro la sua scrivania ricoperta di
carte.
“Lo sai benissimo che è
un tuo compito quello di intrattenerli e far in modo che si divertano!”
“Ma questo non diverte
me!” disse mettendo il broncio come un bambino.
“Laguna!” disse il suo
amico con un tono ammonitore mentre Ward scuoteva esasperato la testa. Certe
cose non cambieranno mai.
“Va bene! Tranquillo!
Tanto lo sai che lo farò! Ho sempre svolto alla perfezione i miei compiti e
lo farò pure sta volta….anche se sarà più dura che mai resistere all’impulso
di prendere a pugni qualcuno.Quei boriosi politiconi mi danno sui nervi
certe volte….”
“Laguna!”
“Ok ok non parlo più!”
I due consiglieri si
guardarono e sospirarono dalle loro poltroncine poste di fronte alla
scrivania.
“Ci sono altre notizie
deprimenti o posso ritenermi soddisfatto?”
“Beh….qualcosa di da
riferirti ce l’ho ancora ma nulla di così tremendo. Il signor Winkinson,
l’esperto di fuochi d’artificio, verrà sabato mattina per allestire lo
spettacolo. Poi ha telefonato Squall per avvertirci che lui e gli altri
saranno qui questa sera e…”
“Coosa?? Squall ha
telefonato? Perché diavolo non me lo avete passato?” disse balzando in piedi
come una molla.
“Per il semplice fatto
che eri stato trascinato giù nelle cucine per decidere il menù della cena”
“Si ma potevate
disturbarmi! Mio figlio ed i suoi amici arriveranno qui tra qualche ora ed
io lo vengo a sapere solo adesso! Dovrò mandare un paio di macchine a
prenderli alla stazione!”
“Laguna calmati! Abbiamo
già pensato a tutto noi. Oggi hai avuto una giornata molto impegnativa e le
prossime non saranno da meno quindi lascia le piccole cose a noi….altrimenti
che consiglieri saremmo!” disse Kiros sorridendo. Era davvero uno spettacolo
vedere come Laguna si agitava non appena veniva nominato il nome di Squall.
Si stava rivelando un padre davvero apprensivo.
“Grazie ragazzi. Non
saprei come fare senza di voi! Siete unici!”
Ward gesticolò con le
mani sorridendo divertito.
“Già hai ragione, chissà
quanti danni combinerebbe se non lo tenessimo sotto controllo!” acconsentì
Kiros.
“Non fatemi rimangiare
quello che ho appena detto!” disse Laguna offeso.
Poi qualcuno bussò alla
porta.
“Presidente, scusi se la
disturbo ma le cameriere e la governante volevano sapere la disposizione
delle camere degli ospiti in modo da cominciarsi ad organizzare…..”
“Si arrivo subito” disse
sospirando “A quanto pare non posso stare seduto nel mio ufficio per più di
quindici minuti di fila….pazienza….già che ci sono farò preparare anche le
stanze di Squall e gli altri. Ci vediamo dopo ragazzi!”
Con questo uscì dalla
stanza lasciando i suoi due consiglieri ai loro rispettivi compiti.
Quella stessa sera, alle
otto e mezza in punto il treno partito da Balamb arrivò alla stazione di
Esthar.
Sei persone scesero dalla
carrozza riservata ai Seed con in mano i propi bagagli.
Si diressero allegramente
verso l’uscita dove trovarono due auto pronte ad accompagnarli al Palazzo
Presidenziale ed Ellione.
La ragazza appena vide il
‘fratello’ ed i suoi amici avvicinarsi corse subito loro incontro.
“Squall! Sono felice che
tu sia arrivato! Com’è stato il viaggio?” chiese abbracciando calorosamente
il ragazzo.
“Il viaggio è stato
tranquillo ed anch’io sono felice di rivederti Sis!” rispose ricambiando il
gesto.
Una volta che si furono
separati Ellione iniziò a salutare anche gli altri quando notò un piccolo
particolare che all’inizio le era sfuggito.
“Seifer! Ma che bella
sorpresa!” disse la ragazza sorridendo.
“Ciao Ellione! E’ un po’
di tempo che non ci si vede, eh?” rispose lui ricambiando il sorriso.
“Più di due anni direi.
Anche se neppure all’ora ci siamo incontrati nel vero senso della parola.
Comunque sono davvero felice che tu e gli altri vi siate finalmente chiariti
e riuniti…..il gruppo non era al completo senza di te!”
“Il merito è mio!! Sono
stata io a trovarlo ed a convicenrlo a tornare!! Sono stata brava, eh?”
disse Selphie saltellando allegra e orgogliosa di se.
“Sei stata bravissima!”
disse Ellione “Ottimo lavoro….conoscendo Seifer scommetto che lo hai dovuto
trascinare al Garden con la forza!”
“Infatti non è stato per
nulla facile! Lui non ci voleva proprio venire! Si sentiva ancora in colpa
per quello che aveva fatto sotto il potere di Artemisia….ma noi sapevamo
bene che lui non centrava nulla! Sapevamo che era stato controllato da
quella brutta stregaccia proprio come era successo con Edea e lo avevamo
perdonato da tempo e lo volevamo di nuovo con noi! Pure Squall era
d’accordo, sai? Così gli ho fatto una bella ramanzina per averci fatto
preoccupare tutto questo tempo e per non essersi mai fatto vivo con noi….”
“Per favore Selphie,
fermati un momento a riprendere fiato….altrimenti ci rimani secca per
mancanza d’ossigeno!” disse Irvine alla sua ragazza che stava sparando una
parola dietro l’altra ad una velocità incredibile.
“Sarebbe una liberazione!
Almeno si potrebbe finalmente stare in pace senza dover sentire le sue
continue chiacchere!” disse Seifer esasperato.
Perché doveva sempre
andare in giro a raccontare i fatti suoi?
“Antipatico!” rispose lei
mostrandogli la lingua.
“Avanti Selphie….la
storia è la sua quindi lascia che sia lui a raccontarla” disse Quistis.
“Grazie….tu si che sei
intelligente!” disse il biondino commosso.
“Ehi!!”
protestò Selphie.
“Ragazzi!! Ci vogliamo
schiodare da qui!? Non so voi ma io sto morendo di freddo!” disse Zell
stringendosi addosso il giaccone di lana e la sciarpa.
“Zell ha ragione. Non
rimaniamo qui al freddo. Mi racconterete tutto strada facendo…..Laguna non
vede l’ora di rivederti Squall!”
Il Comandante dei Seed
accennò un lieve sorriso.
Su decisione quasi
unanime Zell, Selphie e Irvine salirono sulla seconda auto mentre Squall,
Seifer, Quistis ed Ellione sulla prima. In questo modo potevano parlare
tranquillamente senza interruzioni.
Ellione non vedeva Squall
da quasi otto mesi e c’erano molte cose su cui doveva essere aggiornata…..specialmente
sulla questione Seifer.
Anche se era parecchio
tempo che non si vedevano la ragazza era comunque rimasta in contatto con
il ‘fratello’ e le sembrava strano che non le avesse mai accennato il
ritorno dell’ex cavaliere della strega.
In oltre le sembrava
strana anche l’assenza di Rinoa.
Chissà che fine aveva
fatto?!
Ma una cosa per volta…..
“Allora ragazzi, ora che
siamo tranquilli vi va di raccontarmi la storia per intero?” chiese Ellione
seduta accanto a Quistis nel retro della macchina mentre di fronte a loro
sedevano i due ragazzi.
“Beh, non c’è molto da
dire…..dopo la sconfitta di Artemisia mi sono trasferito a Fisherman’s
Horizon…” iniziò Seifer “Ho pensato che stare lontano per un po’ di tempo
dai luoghi dove…beh….dove ho combinato più danni fosse la scelta migliore.
In questo modo la gente avrebbe avuto il tempo di lasciare andare un po’ del
rancore che nutriva nei miei confronti…..non è per nulla divertente girare
per le strade ed avere continuamente gli occhi puntati addosso e doversi
guardare le spalle per timore che qualcuno ti voglia attaccare alla spalle
per vendicarsi di qualcosa!”
Seifer fissò qualche
istante fuori dal finestrino la città che scorreva veloce. Probabilmente il
peso dei suoi involontari crimini pesava ancora molto sulla sua coscienza.
Negli occhi di Squall,
Ellione poteva notare una vena di tristezza e preoccupazione. Le era quasi
sembrato di vedere un impercettibile movimento della mano del ragazzo nel
tentativo di raggiungere quella dell’ex rivale, che giaceva sul sedile poco
distante dalla sua…..ma probabilmente si era sbagliata.
“Ho scelto Fisherman’s
Horizon proprio per quello. Lì la maggior parte della popolazione non mi
conosceva….almeno non di aspetto…..e così sono riuscito a vivere
tranquillamente. Poi un giorno, meno di un anno fa, mi trovo davanti quella
furia scatenata di Selphie che inizia a farmi un terzo grado ed una
predicozza che non dimenticherò mai…..” sorrise leggermente.
“Mi disse di volermi
riportare a Balamb e fece di tutto per convincermi…..ci mancava poco che
chiamasse un intera squadra di Seed! Comunque, alla fine, ho ceduto e l’ho
seguita al Garden dove ho incontrato di nuovo tutti…..ed erano davvero
felici di rivedermi! Devo ammettere che la cosa mi ha fatto parecchio
piacere….non me lo sarei mai aspettato dopo tutte le grane che ho dato
loro!”
Ora era il turno di
Squall e Quistis di sorridere.
“Il resto del Garden però
non era molto contento del mio ritorno, non che li possa biasimare! Comunque
nessuno osò ribellarsi agli ordini del grande Comandante Squall!” sul suo
volto era comparso il solito ghignetto “Poi col tempo le cose si sono
sistemate. Hanno tutti accettato il fatto che fossi sotto il controllo di
Artemisia e che le mie azioni non erano volute……per di più ora sono un Seed
a tutti gli effetti!”
“Non sai quanto sono
felice per te Seifer! Te lo meriti davvero dopo tutto quello che hai
passato!” disse Ellione.
“Ed era anche ora che li
passassi quei benedetti esami!” disse Quistis.
“Ecco che ritorna la
maestrina!”
“Comunque sono davvero
arrabbiata con voi ragazzi!” li interruppe Ellione “Specialmente con te
Squall! Perché non mi hai avvertito che era tornato!?”
“Scusami Sis…..io l’avrei
anche fatto ma Seifer mi ha vietato categoricamente di sapergere troppo la
voce. Voleva rimanere ancora un po’ nell’ombra…..e poi non ti è piaciuta la
sorpresa?”
“Certo ma se lo avessi
saputo prima era meglio….”
Ellione stava per
chiedergli che fine avesse fatto Rinoa ma proprio in quel momento le due
auto arrivarono davanti al Palazzo Presidenziale di Esthar.
Scesero tutti dalle
macchine e si diressero con i bagagli in mano all’interno dell’enorme
edificio.
“Complimenti Squall…..non
si può dire che tuo padre non si tratti bene!” scherzò Seifer.
Lui non aveva mai visto
Laguna ed era curioso di scoprire che tipo fosse il padre di Squall…..magari
era musone come lui. In oltre non poteva evitare di essere un po’ nervoso,
anche se all’apparenza non sembrava.
Sulla reazione di Ellione
non aveva avuto dubbi….sapeva bene che la ragazza non gli avrebbe mai
rinfacciato nulla del suo passato come Cavaliere della Strega e che gli
voleva bene…..ma chissà come avrebbe reagito Laguna!?
“Non per nulla è il
presidente di Esthar!” rispose lui.
“Venite, Laguna dovrebbe
ancora essere nel suo ufficio con Kiros e Ward. L’organizzazione di questo
ballo gli sta dando un gran da fare!”
I ragazzi diedero le
valigie al maggiordomo, che le avrebbe sistemate nelle loro stanze, e
seguirono Ellione su per le scale fino all’ufficio presidenziale.
Laguna era in piedi con
il viso affondato in un fascicolo mentre parlava con i suoi due consiglieri.
“Zio Laguna, scusa se ti
disturbo ma hai visite!” disse la ragazza sorridendo.
L’uomo alzò lo sguardo ed
il suo volto si illuminò di colpo alla vista del figlio e dei suoi amici nel
suo ufficio.
“Squall! Finalmente sei
arrivato!” disse correndo ad abbracciarlo…quasi stritolandolo dalla felicità
che aveva in corpo “Ti vedo in forma figliolo! Però dovresti venire più
spesso a trovare il tuo vecchio sai? Spero che per lo meno ti fermerai a
lungo!”
“Due settimane spero ti
bastino. Ci siamo presi tutti una specie di vacanza….tanto in questo periodo
non abbiamo mai molto da fare e se proprio ci dovessero essere dei problemi
sanno dove rintracciarci!” disse sorridendo ancora più apertamente di quando
aveva visto Ellione.
Faceva ancora uno strano
effetto vedere Squall sorridere…..e pensare che un paio di anni prima era un
ragazzo scorbutico e solitario come pochi!
Adorava suo padre…..anche
se era un tipo piuttosto strano ed imprevedibile.
“Perfetto! In due
settimane potremmo fare un sacco di cose divertenti tutti assieme!” disse
l’uomo entusiasta.
“Laguna….non è che, come
al solito, ti stai dimenticando qualcosa?” intervenne Kiros arrivandogli
alle spalle assieme a Ward per dare il benvenuto ai ragazzi “Ci dovrebbe
essere un presidente in questa stanza sai?”
“Uffa Kiros! Smettila di
smontare tutti i miei progetti!” disse mettendo il broncio “Lavoro, lavoro,
solo lavoro! Quando pensi che potrò rivedere mio figlio di nuovo!?”
“Non dico di non
divertirsi ma hai anche dei doveri…..vedremo di far combaciare tutto ok?”
sorrise “Comunque ben arrivati ragazzi. Spero che il viaggio non abbia avuto
imprevisti”
“Tutto tranquillo
grazie!” disse Quisti mentre alle sue spalle Zell ed Irvine coonstatavano
che Laguna non era cambiato di una virgola dall’ultima volta.
“Mi fa piacere….oh…..noto
una faccia nuova tra di voi….”
Fu allora che anche
Laguna notò la presenza di Seifer…..prima era troppo preso dal figlio per
notarlo.
“Hai ragione! Abbiamo un
ospite in più ed uno mancante….tu saresti?”
“Il mio nome è Seifer
Almasy” rispose il biondino con uno sguardo deciso e fiero negli occhi.
“Oh! Così saresti tu il
famoso Cavaliere della Strega eh?….Interessante……” disse lievemente sorpreso
mentre passava in rassegna con lo sguardo il ragazzo.
Poi sorrise
amichevolmente.
“Beh….benvenuto ad Esthar
Seifer! Io sono Laguna Loire, il padre di Squall ed il Presidente della
città….ma probabilmente lo sai già! Comunque spero ti troverai bene qui a
palazzo!”
Seifer rimase
particolarmente colpito.
“Cosa….a voi non
interessa che io sia stato un vostro nemico fino a qualche anno fa? Non vi
importano tutti i danni che ho causato?”
“Quella ormai è acqua
passata ragazzo! Non c’è bisogno di preoccuparsene ancora! E poi mi sembra
di ricordare dai racconti di Ellione che tu eri un compagno di orfanotrofio
di Squall e gli altri no? Quindi tutti gli amici di mio figlio sono amici
miei!”
Ora Seifer era ancora più
stupito di fronte ad una tale fiducia e naturalezza….Squall invece tirava
mentalmente un sospiro di solievo.
“Ora anche tu hai
scoperto che Laguna è un positivista nato! Non devi sorprenderti di nulla!”
disse Kiros ridacchiando.
“Beh…che c’è di male? Il
positivismo è una delle mie grandi doti! Piuttosto Squall…..che fine ha
fatto Rinoa? Come mai non è con voi?”
Il volto del ragazzo si
scurì leggermente.
“Ecco….vedi padre…..io e
Rinoa non stiamo più assieme….ci siamo lasciati circa cinque mesi fa….”
“Cosa?! Ma….ma non è
possibile! Com’è successo?” chiese Laguna sconvolto.
“Non ti preoccupare, non
è successo nulla di grave…..soltanto sia io che lei abbiamo capito di non
amarci tanto quanto pensavamo. Il nostro rapporto era più simile ad una
profonda amicizia che ad un fidanzamento vero e proprio….e poi…” arrossì
imbarazzato “…entrambi ci siamo innamorati di altre persone….”
“Mi dispiace che sia
finita così….e pensare che eravate una così bella coppia! Ma l’importante è
che siate entrambi felici ora!”
“Lo siamo, ti assicuro
che lo siamo” sorrise facendo scivolare lo sguardo per una frazione di tempo
impercettibile su una persona “E poi io e Rinoa siamo ancora molto
amici….questa è una cosa che non potrà mai cambiare!”
“E’ un solievo! Spero che
verrà comunque alla festa!”
“Certo! Ci ha avvertiti
qualche ora fa che sarebbe arrivata assieme a Joshua, il suo attuale
ragazzo, dopo domani mattina!” intervenne Quistis.
“Molto bene! Mi sarebbe
dispiaciuto se non fosse venuta! Ora che ne dite di andare giù a mangiarci
un boccone? Non so voi ma io non ho ancora cenato e sto morendo di fame!”
disse spingendo tuttti fuori dal suo ufficio.
*********************
Era finalmente arrivato
il giorno del ballo.
Fuori splendeva il sole e
l’aria non era particolarmente fredda.
Rinoa era appena arrivata
a palazzo assieme al suo ragazzo, Joshua, il figlio di un generale amico del
padre della ragazza non che vecchio amico d’infanzia di quest’ultima.
I due ragazzi erano stati
accolti calorosamente da Squall ed il resto della compagnia che dopo aver
scambiato quattro chiacchere veloci si erano offerti di accompagnare i nuovi
arrivati nelle loro camere per poi uscire tutti quanti a fare un giro in
città.
Intanto Laguna era ancora
nel suo ufficio a sistemare gli ultimi dettagli della festa….che sembravano
non terminare mai.
Erano ore che sfogliava
fascicoletti di ogni genere, che continuava a ricevere telefonate da tutte
le persone possibili ed immaginabili (da quelle dei fornitori all’orchestra
che avrebbe suonato quella sera ecc.), per non contare il via vai di gente
che entrava e usciva dalla stanza……ottenendo come risultato di tutto questo
trambusto un gran mal di testa ed una profonda stanchezza sia mentale che
fisica.
“Pieta! Abbiate pietà di
me! Non ce la faccio più! La prossima persona che entra da quella porta la
prendo a librate in faccia e se sento di nuovo suonare il telefono giuro che
lo scaravento fuori dalla finestra!” disse Laguna accasciandosi sulla
propria scrivania, esausto.
Kiros non potè evitare di
ridacchiare alla scena.
Era davvero un bambino.
Gli faceva tenerezza quando si comportava così.
“Forza Laguna, ormai non
ti devi più preoccupare! La maggior parte del lavoro è stato sistemato.
Rimangono solo alcuni piccoli dettagli a cui possiamo benissimo pensare io e
Ward. Tu prenditi il pomeriggio libero e preparati con calma per la festa di
sta sera….te lo sei meritato!”
“Dici davvero!?” chiese
il presidente con gli occhi colmi di speranza che solo un uomo che da cinque
giorni non aveva fatto altro che lavorare senza sosta potrebbe possedere.
“Davvero”
“Evvai!! Kiros sei la mia
salvezza! Non ne potevo davvero più!”
Laguna si lasciò
stancamente cadere contro lo schienale dalla sua poltrona, sospirando
sollevato.
Kiros lo fissava
sorridendo.
Era così facile renderlo
felice…..bastava un nonnulla…..ma allo stesso modo, essere la causa del
sorriso di Laguna gli infondeva una grande soddisfazione.
In fondo quello era il
suo scopo, il suo vero ‘lavoro’, anche se il diretto interessato non ne era
a conoscenza. Avrebbe fatto in modo che il suo amico fosse felice con ogni
mezzo che gli era possibile utilizzare.
Kiros era talmente
intento a fissarlo che ci mise un po’ a notare la strana torsione del
braccio che Laguna stava compiendo. Si teneva con la mano la spalla sinistra
mentre muoveva lentamente in senso orario il braccio.
“Cos’hai Laguna?”
“Niente….è soltanto che
tutto questo stress e questa immibilità forzata mi hanno indolenzito i
muscoli….sono un tipo dinamico io e non mi piace rimanere più del necessario
in quest’ufficio!” disse continuando il suo lavoro.
/Come se non lo
sapessi…./ disse fra sè Kiros.
Inconsciamente si
avvicinò all’amico posizionandosi alle sue spalle, poi tolse gentilmente la
sua mano dalla spalla e vi posò sopra le proprie, imprimendo una lieve
pressione con le dita.
“Effettivamente sei un
pochino teso” disse in tono assorto, quasi professionale “Ti va di lasciarmi
fare? Penso che un bel massaggio potrebbe aiutarti”
“Fai pure….conosco assai
bene l’abilità delle tue mani…”
Kiros, a quelle parole,
fu percorso da un brivido ma decise di ignorarlo per cominciare il proprio
trattamento. Iniziò a premere con decisione ma senza eccessiva forza sui
muscoli delle spalle e della cervicale cercando di scioglerli.
Cercò di concentrarsi per
svolgere al meglio il proprio lavoro ma dopo qualche minuto venne distratto
da dei gemiti provenienti da Laguna.
“Ti ho fatto male per
caso?” chiese preoccupato, temendo di aver esercitato troppa forza o di aver
toccato un centro nervoso particolarmente sensibile.
“Mmmm….no…anzi, sei
troppo bravo….stai facendo un lavoro sublime….continua….”
Laguna chiuse gli occhi e
reclinò in dietro la testa tanto da appoggiarla contro il torace dell’amico,
in uno stato di assoluto rilassamento.
A Kiros mancò quasi un
battitò. Le mani gli tremarono impercettibilmente ma si impose di rimanere
calmo.
Non era di certo la prima
volta che aveva Laguna così vicino….però la situazione in se rendeva tutto
diverso. Sembrava essersi creata un’atmosfera più…intima….che a quanto pare
solo lui percepiva. Per non citare i suoi gemiti che lo stavano facendo
lentamente impazzire!
Dannata ingenuità!
Possibile che non si
rendesso conto dell’effetto che aveva su di lui quel comportamento?
Respirò a fondo e
continuò il suo massaggio, al quale ormai stava dando poca importanza. I
suoi occhi erano completamente incollati sul suo volto rilassato e sereno,
sulle sue labbra leggermente dischiuse dalle quali fuoriuscivano dolci
sospiri per le sue orecchie.
Era un vero spettacolo.
Non si sarebbe mai
stancato di dirlo….Laguna era di una bellezza impareggiabile…..e
modestamente suo figlio aveva preso da lui.
Nonostante i suoi
quarant’anni sembrava sempre lo stesso ragazzo del tempo in cui erano ancora
soldati di Galbadia.
Senza accorgersene le sue
mani avevano smesso di massaggiare i muscoli e si erano, invece, messe ad
accarezzare quel corpo perfetto mente si era sporto leggermente in avanti
per poterlo fissare meglio.
Laguna non si era mosso
di un centimetro, probabilmente si stava godendo così tanto quel massaggio
che non si era accorto di nulla.
Kiros fu tentato di
chinarsi ancora un po’ fino a sfiorare le labbra di Laguna con le proprie.
Voleva baciarlo con ogni
cellula del suo corpo e della sua anima….e lo avrebbe fatto.
Oh se lo avrebbe fatto…..e
poi si sarebbe anche pentito di quel gesto, ne era certo….ma fortunatamente
non lo fece, il tutto per merito di qualcuno che bussò alla porta.
Kiros scattò di colpo al
suo posto mentre Laguna si destava dal suo mondo di sogni e beatitudine.
Si guardò attorno un po’
frastornato per essere stato disturbato in quel momento di profondo
relax….poi bussarono di nuovo alla porta e si accorse di avere ospiti.
“Avanti!” disse ed un
attimo dopo comparve Squall sulla soglia aperta.
“Scusami padre….ti ho
disturbato?”
“Oh no! Ho finito di
lavorare per fortuna! Kiros mi stava facendo un bel massaggio per scacciare
lo stress….è bravissimo sai!? Dovresti provare anche tu!”
“Forse un’altra volta…”
Kiros lo osservò
attentamente e notò nel ragazzo una strana tensione….uno strano nervosismo
che lo rendeva irrequieto, tanto che continuava a vagare con lo sguardo
sulla stanza senza posarsi su un oggetto in particolare.
“Avevi bisogno di
qualcosa Squall?”
“Ecco….veramente si…avrei
qualcosa di cui…parlare con te….”
“Ma certo, dimmi
pure….sono tutto orecchie!”
Squall non disse nulla ma
guardò Kiros con aria imbarazzata.
Il consigliere capì al
volo.
“Credo che la vostra
dovrebbe essere una conversazione più ‘privata’ Laguna.” disse Kiros
togliendo le mani che fino a quel momento erano rimaste sulle spalle
dell’amico “Visto che per oggi hai chiuso con il lavoro che ne dici di fare
quattro passi in cortile? La giornata è splendida…..ed intanto io e Ward
finiamo gli ultimi dettagli per la festa.”
“Magnifica idea! Così mi
sgranchisco un po’ le gambe! Andiamo a prenderci una giacca prima di uscire
altrimenti ci becchiamo un malanno….e non mi sembra il caso visto che sta
sera c’è il ballo!” disse Laguna alzandosi dalla scrivania e dirigendosi
verso la porta dell’ufficio.
Squall lo seguì subito
dopo aver lanciato uno sguardo di ringraziamento a Kiros, che gli sorride
gentilmente e lo ringraziò mentalmente per averlo interrotto prima che fosse
troppo tardi.
“Allora Squall…ora che
siamo soli, di cosa volevi parlarmi?”
Padre e figlio stavano
camminando tranquillamente nel giardino del palazzo presidenziale. Il prato
era interamente coperto da quasi trenta centimetri di neve ma qualcuno aveva
spalato alcuni sentieri in modo da poterci passare senza problemi.
Squall non aveva detto
una sola parola per ben dieci minuti e Laguna aveva rispettato il suo
silenzio, pensanso che avesse bisogno di un po’ di tempo per collezionare le
idee, ma ora stava iniziando a diventare piuttosto curioso.
Voleva sapere cosa stesse
tormentando il figlio in quel momento….perché era ovvio che qualcosa non
andava come dovrebbe!
D’accordo che Squall non
era mai stato un tipo socievole ma da quando si erano ritrovati, dopo alcune
difficoltà iniziali, avevano stretto un forte rapporto basato sulla fiducia
reciproca ed avevano imparato a conoscersi a fondo.
In quel momento, però, il
ragazzo si era chiuso di nuovo in se stesso ed era ancora più pensieroso del
solito. Era come se fosse tornato il vecchio Squall, quello precedente alla
Guerra delle Streghe.
Voleva fare qualcosa per
aiutarlo, voleva rendersi utile e dimostrare che in fondo sapeva anche
essere un buon padre!
Fu allora che Squall alzò
timidamente lo sguardo verso l’uomo, nervoso e con il viso rosso,
interrompendo i suoi pensieri.
“Ecco…io….vedi la
questione è…è piuttosto delicata ed io non so bene da dove cominciare…..”
I suoi occhi tornarono a
fissare la punta delle scarpe mentre con le mani tormentava la cerniera del
suo giaccone, cercando in qualche modo di tenersi occupato e distratto.
Vedendolo in quello stato
Laguna gli passò un braccio attorno alle spalle e cercò di incoraggiarlo
meglio che poteva.
“Squall….non devi
preoccuparti……comincia a parlare e poi vedrai che le cose verranno fuori da
sé!”
“Si,lo so ma…..non so
bene se avrò mai la forza di cominciare a parlare……questa cosa è….ho paura
di come la potrai prendere…..” poi ridacchiò “Buffo eh? Il grande Comandante
che ha sconfitto la perfida Artemisia ed è al comando di un intero Garden ha
paura di confessare una semplice cosa a suo padre! Mi faccio pena!”
“Non dire così!!” rispose
prontamente Laguna aumentando la sua presa. Era quasi arrabbiato col figlio
per aver pensato una cosa del genere di sé stesso. “Tu sei una persona
mervavigliosa quindi non ti voglio più sentir dire una cosa del genere! E
poi non sarà così terribile questa ‘rivelazione’! Vieni, sediamoci su questa
panchina e raccontami tutto con calma e nella maniera più semplice
possibile! Stai cominciando a spaventarmi un po’ sai?”
I due tolsero la neve
dalla panchina in metallo e vi si accomodarono sopra.
“Scusami…non volevo farti
preoccupare….è solo che temo davvero la tua reazione! Ci ho messo così tanto
ad avvicinarmi a te e non puoi immaginare quanto sia felice di averti
ritrovato dopo tutto questo tempo…..non vorrei mai perderti per quello che
sto per dirti…..”
“Tranquillo, non mi
perderai mai……neppure se mi rivelassi di essere un alieno proveniente da un
altro pianeta oppure un mostro a tre teste!” disse Laguna sorridendo,
sperando di aver messo fine una volta per tutte a quella stupida convinzione
che si era insediata nella mente di Squall.
Il ragazzo non potè fare
a meno di arricciare leggermente le labbra, poi tornò mortalmente serio e
sospirò rassegnato.
“Papà……ti ricordi quando
ti ho detto che io e Rinoa ci eravamo lasciati perché avevamo capito di
essere innamorati di….beh….di altre persone?”
“Certo”
“Ecco….quello che sto per
dirti a che fare con tutto questo…..”
“Riguarda per caso la
persona di cui ti sei innamorato? Non è che per caso ti ha ingannato ed ora
ti penti di aver lasciato Rinoa per una tipa come quella!? Anche se io
ignoro ancora chi sia!”
Laguna stava già
cominciando a ribollire di rabbia al pensiero che qualcuno avesse fatto
soffrire il suo Squall. Non avrebbe mai perdonato quella ragazza!
“In un certo senso hai
beccato il problema……è vero che riguarda quella persona…..ma non perché mi
abbia ingannato, tutt’altro! Non sono mai stato più felice in vita mia…….è
il ‘LEI’ il vero problema!!” disse arrossendo improvvisamente ed abbassando
ancora di più lo sguardo, trovando uno strano interesse nella neve che
ricopriva il prato.
“Credo di non aver capito
bene…..” disse Laguna un po’ perplesso.
“Vedi……non è una LEI…..bensì
un LUI il mio nuovo compagno…..”
Ecco, lo aveva detto! Con
un filo di voce ma ce l’aveva fatta! E dallo sguardo sorpreso di Laguna
sembrava proprio che lo avesse sentito bene…..comunque l’uomo preferì avere
un ulteriore conferma.
“Sei fidanzato con un
altro ragazzo?”
Squall si limitò a fare
un cenno con la testa senza mai alzare lo sguardo da dove lo teneva
inchiodato. Ora non gli restava da fare altro che ascoltare il verdetto del
padre.
“Oh….” si limitò a dire
quello.
Passarono alcuni minuti e
nessuno aveva ancora osato a pronunciare una sola parola. C’era una strana
tensione che aleggiava nell’aria e il ragazzo dai capelli nocciola non
riusciva più a sopportarla. Avrebbe dato qualsiasi cosa purchè suo padre
infrangesse in qualche modo quel silenzio terrificante.
Un segno di disgusto. Di
comprensione. Un insulto.
Qualsiasi cosa piuttosto
che l’attesa e l’ignoranza!
Lui doveva sapere, doveva
conoscere la reazione di suo padre per potersi finalmente togliere un peso
dal cuore…..anche se, forse, gli sarebbe costata la sua unica e vera
famiglia.
Fu questo che lo spinse a
parlare per primo.
“Immagino che sia stato
un bel colpo per te scoprire che in realtà tuo figlio è gay! Ora che lo sai
ti faccio schifo, vero? Penso che la tua sarebbe una reazione normale….però
sappi che io amo davvero questa persona, tanto quanto voglio bene a te! Non
vorrei mai dover scegliere tra voi due….io….non avrei la forza e il cuore
per farlo…..tengo troppo a voi! Ma forse a te non importa nulla ed ora che
hai scoperto la verità non mi vorrai più tra i piedi…..”
I suoi occhi erano bassi
e profondamente tristi al solo pensiero di aver perso per sempre l’affetto
ed il rispetto di suo padre. Solo i capelli che gli ricadevano dolcemente
sul volto impedivano a chiunque di leggere la sua espressione sofferente.
Poi però si riscosse
quando sentì un paio di braccia attirarlo a sé ed una voce dolce e gentile
sussurrargli parole nell’orecchio.
“Non dire assurdità
Squall! Come potrei essere disgustato da te? E’ vero che mi hai sorpreso ma
sei mio figlio ed io ti voglio bene per come sei. Non mi importa se sei gay
o no…..l’importante è che tu sia felice! A me basta questo!” disse
sorridendo affettuosamente, mentre abbracciava il ragazzo e gli accarezzava
i capelli, cercando di rassicurarlo “Il mio silenzio non era dovuto al
disgusto! Stavo solo cercando di immaginare chi potesse essere questo
fantomatico ragazzo che ti ha rubato il cuore!”
“Davvero non ti da
fastidio che io….ami un altro ragazzo?”
“Per niente! Non si può
resistere all’amore, che sia per una donna o per un uomo. E’ qualcosa che
non dipende da te ma che puoi solamente accettare. Fa parte della tua anima
ormai.”
“Grazie! Non sai quanto
mi sento sollevato ora!” disse il moretto ricambiando l’abbraccio del padre
e lasciandosi andare alle spalle tutte le insicurezze e le paure di quegli
ultimi giorni.
“Però senti una cosa….mi
vuoi dire chi è o lo devo scoprire da solo? Sto cominciando a diventare
curioso!”
“Chi è chi, scusa?”
“Dai non fare il finto
tonto! Sto parlando del tuo compagno, mi sembra ovvio! Avanti….dillo al tuo
vecchio!” chiese con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
Squall arrossì di colpo…..una
cosa davvero rara, degna di essere immortalata con una fotografia….e non
disse nulla.
“Su non farti pregare!
Dimmi almeno se lo conosco!”
“Ehm……si lo…lo conosci….”
disse timidamente.
“Oh bene! Allora
vediamo….Irvine non può essere perché sta ancora con Selphiel….forse Zell?
Naaahh….non mi sembra il tuo tipo e poi non sarebbe in grado di tenere
nascosta una cosa del genere….è troppo euforico e chiaccherone! Ma allora
chi……..non mi sembra di conoscere altri tuoi amici oltre a loro…..a meno che
non sia qualcuno del Graden che mi hai presentato una volta e di cui io mi
sono dimenticato…..possibile ma….”
“Si tratta di Seifer” lo
interruppe Squall arrossendo, se possibile, ancora di più.
“Oh….già…..non ci avevo
pensato….mi ero dimenticato che lui in fondo è stato un tuo compagno di
orfanotrofio e pure di addestramento nel Garden. Non ci ho fatto ancora
l’abitudine scusa.”
“Non ti preoccupare…è una
cosa nuova per te…”
“Eh già….comunque ecco
spiegato perché hai voluto condividere una camera con lui invece di averne
una tutta per te come al solito! Io pensavo che non lo volessi lasciare da
solo per farlo sentire più a suo agio in un luogo a lui sconosciuto come
questo….ed invece la storia era un’altra….”
Laguna sorrise malizioso
mentre Squall arrossiva all’inverosimile.
“Papà” borbottò
imbarazzato.
“Eheh….però devo dire che
hai buon gusto….è un bel tipo e mi sembra piuttosto in gamba e sveglio! Come
padre ti do la mia approvazione…..ma prima di tutto voglio scambiare due
paroline con lui in privato! Mi devo assicurare che ti tratti con il massimo
riguardo!”
“Papà!!”
“Non fare quella faccia!
Sei il mio unico figlio ed è mio compito assicurarmi che tu stia bene e che
non soffra!”
Squall fissò ancora
qualche istante il padre, indeciso se obiettare o no, poi sospirò
rassegnato. Nessuno lo avrebbe distolto dal suo ruolo di ‘Paladino della
Giustizia’…..gli stavano già brillando gli occhi al solo pensiero.
L’allarme del suo
orologio iniziò a squillare, segnalando lo scoccare di una nuova ora.
“Papà….visto che sono le
due ed io devo ancora pranzare…e penso che nemmeno tu abbia avuto il tempo
per farlo….che ne dici di andare a mangiare un boccone insieme?”
“Mi sembra un’ottima
idea! Gli altri si saranno già abbuffati a quest’ora!” disse balzando in
piedi entusiasta “Forza! Andiamo! Conosco un ristorantino in centro che è
una favola! In macchina ci mettiamo dieci minuti ad arrivare!”
“Fai strada!” disse il
ragazzo sorridendo divertito dall’esuberanza del padre.
****************************
Alcune ore più tardi il
palazzo presidenziale era in grande fermento. Da lì a poco più di mezzora
sarebbero iniziati i festeggiamenti e sarebbero arrivati tutti gli
ospiti….quindi ogni cosa ed ogni persona doveva essere al proprio posto.
Laguna, Kiros e gli altri
erano già raggruppati all’interno dell’enorme salone da ballo, con lo
sguardo perennemente fisso sui propri orologi, pronti ad accogliere i primi
invitati.
Squall, dopo essere
ritornato dal ristorante col padre, si era subito messo alla ricerca di
Seifer per rivelargli l’esito del suo incontro con Laguna. Quando il
biondino seppe che tutto era andato per il meglio si sentì immensamente
sollevato.
La sua peggiore paura, da
quando Squall gli aveva confessato di aver ritrovato il suo vero padre, era
stata che il ragazzo avrebbe potuto perdere l’affetto e la stima della sua
ritrovata famiglia a causa sua….e questo non lo avrebbe mai permesso!
Non dopo aver arrecato
già tanto dolore alle persone!
Non proprio alla persona
che aveva scoperto, anche se troppo tardi per tornare sui propri passi, di
amare alla follia!!
Non proprio a Squall che
per non si sa quale grazia divina si era innamorato di lui dopo tutto quel
tempo e dopo tutto quello che era succeso fra di loro!!
E non proprio ora che
erano finalmente felici!!
Fortunatamente tutto si
era risolto. Laguna era davvero una persona straordinaria, per quanto
bizzarra, che teneva davvero tantissimo al figlio….questo lo aveva capito
fin dalla prima volta che lo aveva visto.
Dopo aver passato qualche
altro minuto a raccontare ciò che era successo Squall propose di iniziare a
prepararsi per la sera. Ed ora eccoli lì….lui ed i suoi amici vestiti con la
divisa ufficiale da Seed per le cerimonie importanti.
Un po’ alla volta gli
invitati iniziarono ad arrivare e quando furono più o meno tutti presenti
cominciò a tutti gli effetti la festa.
Selphiel e Rinoa
trascinarono immediatamente i propri ragazzi sulla pista da ballo non appena
sentirono l’orchestra suonare mentre gli altri se ne rimanevano ancora un
po’ in disparte.
Kiros, Ward ma
soprattutto Laguna furono coinvolti in una serie infinita di discorsi sulla
politica. Non appena ne terminavano uno subito spuntava qualcun altro a
cominciare un nuovo dibattito.
Laguna stava morendo di
noia ma, nonostante questo continuava imperterrito a sorridere cordialmente
e a dire la propria opinione….stava facendo bene il suo ruolo di presidente
come lo aveva implorato Kiros, anche se aveva un gran voglia di menare
qualcuno pur di farlo star zitto e smettere di dire una cazzata dietro
l’altra.
Ward si limitava ad
ascoltare o, al massimo, ad accennare qualche gesto ogni tanto, subito
tradotto da Laguna.
Kirso, invece, sembrava
essere il più partecipe di tutti ma la realtà era ben diversa. La sua
attenzione era completamente puntata sul suo caro amico presidente.
Non riusciva a staccare
gli occhi di dosso da colui che considerava essere una continua visione o
meglio la cosa più bella del mondo. Laguna indossava un semplicissimo
smocking nero con camicia bianca di seta ed una cravatta bordeaux. I suoi
fini capelli castani erano lasciati sciolti e ricadevano dolcemente sulle
sue spalle, incorniciandogli il viso perfetto da eterno ragazzino. Non era
solo quello, però, che aveva colpito Kiros bensì la strana lucentezza dei
suoi occhi.
Il tessuto lucido del suo
vestito rifletteva in modo quasi surreale la luce dei lampadari e faceva
risplendere ancora di più quei due pozzi azzurri. Per quanto lo riguardava
era come se Laguna stesse brillando di luce propria.
Ogni anno che passava
diventava sempre più difficile rimanere indifferenti difronte ad una simile
bellezza.
Kiros continuava a
parlare con i loro ospiti incessantemente ma non poteva evitare di puntare
lo sguardo sulla figura del suo amico ogni dieci secondi. Sospirò
mentalmente mentre si scolava il suo calice di spumante.
Passò lo sguardo sul
resto della sala, nella vana speranza di distrarsi un po’ e cambiare il
soggetto della sua attenzione. Vide che Squall era stato trascinato a
ballare da Rinoa, che aveva deciso di fare un momentaneo cambio di partner
mentre Joshua aveva invitato Quistis. Al povero Seifer era toccata Selphie,
visto che Irvine si era preso una piccola pausa per riprendere fiato, e
sembrava piuttosto scontento di trovarsi a ballare con quella piccola furia.
Zell era seduto, come prevedibile, ad un tavolo ad abbuffarsi.
Kiros accennò un lieve
sorriso. Almeno loro si stavano divertendo.
I festeggiamenti
continuarono per un paio di ore prima che Laguna cominciasse a sentirsi
stanco e a lamentarsi. Piombò frustrato su una delle sedie del tavolo
attorno al quale erano seduti i suoi due migliori amici, intenti a
sorseggiare vino e mangiare una fetta di torta al cioccolato.
“Quando finisce questo
benedetto ricevimento!?” piagnucolò il presidente appoggiando i gomiti sul
tavolo.
“Non dirmi che ti sei già
arreso?” chiese Kiros con una nota di divertimento nella voce.
“Si! Sono stufo! Da
quando è cominciata la festa non ho fatto altro che parlare parlare e
parlare! E sempre di argomenti barbosi come la politica e l’economia di uno
stato!”
Ward sorrise e mosse le
mani per dire la sua.
“Questo non è vero! Non
sono un chiaccherone!” disse indignato mentre l’altro rideva di gusto.
“Uffa! Belli amici che
siete! Non pretendo molto sapete! Solo di divertirmi un po’ alla mia stessa
festa!”
“Lo sappiamo Laguna
però…”
“Azzardiati a dire che
sono il presidente e che questo è il mio lavoro e giuro che ti strangolo
Kiros!”
“Ehm….veramente non era
mia intenzione farlo….volevo solo dire che tra un po’ comincerà lo
spettacolo di fuochi d’artificio…quindi la gente sarà troppo impegnata a
guardarli per tartassarti ancora con discussioni ‘noiose’. Potrai respirare
un po’ no?”
“Oh….questo è vero…mi
stavo quasi dimenticando dei fuochi d’artificio….oh bene! Meglio così!”
sorrise, tornando di buon umore e rubando la forchetta dalle mani di Kiros
per assaggiare una fetta di torta “Piuttosto….avete visto Squall?”
“No….l’ultima volta che
l’ho visto stava ballando con Rinoa…ma è stato più di un’ora fa.”
Ward si limitò a scuotere
la testa.
“Capisco….beh
pazienza….vorrà dire che ci parlerò dopo!”
“Ehmm…mi scusi Signor
Loire….”
I tre uomini si voltarono
e si trovarono davanti a loro una giovane donna sui venticinque anni. Aveva
corti capelli rosso fuoco leggermente mossi ed occhi castani. Indossava un
abito lungo nero ed uno scialle dello stesso colore, tutto ricamato e
lavorato con perline argentate.
Era la figlia di uno dei
più importanti mercanti del paese. Le sue merci, tutte di ottime qualità,
venivano vendute in tutto il mondo ed erano molto apprezzate.
“Oh! Signorina Fay! Posso
fare qualcosa per lei?” chiese Laguna sorridendo gentilmente.
“Ecco….mi chiedevo se…le
andava di ballare...” chiese un po’ imbarazzata “Mio padre è così preso dai
suoi discorsi di lavoro ed io non riesco più ad ascoltarlo!”
“La capisco benissimo, un
po’ di svago ci vuole. Sarei felice di farle da cavaliere! A dopo ragazzi!”
disse alzandosi e porgendo il braccio alla ragazza.
Fay sorrise e lo afferrò,
poi si diressero entrambi verso la pista da ballo, dove stavano suonando un
walzer.
Kiros li osservò
allontanarsi con un’espressione indecifrabile sul volto. Li vide raggiungere
il centro della pista, vide come quella ragazza si avvicinò a Laguna e mise
un braccio attorno al suo collo mentre con l’altra mano afferrava quella del
suo amico. La cosa che però gli diede più fastidio fu il modo in cui Laguna
passò il SUO braccio attorno alla SUA vita….per non parlare di come
ballavano appiccicati.
I suoi occhi sembravano
lanciare scintille mentre le mani gli si stringevano a pugno. Poi sentì un
leggero colpo sulla spalla e si voltò, distogliendo lo sguardo da quella
dolorosa scena. Era stato Ward a chiamarlo ed ora lo stava fissando con
un’espressione triste mentre scuoteva lentamente la testa.
Kiros sospirò e si calmò.
“Lo so Ward….essere
geloso non mi serve a nulla…lo so da molto tempo ormai ma certe volte non
posso davvero evitarlo.”
Non poteva sopportare di
vedere Laguna tra le braccia di qualche insulsa donnicciola…però non aveva
neppure il diritto di impedirglielo. La vita era la sua e poteva farne ciò
che voleva.
Questo però non lo faceva
di certo sentire meglio.
Avrebbe voluto essere lui
al posto di quella ragazza. Avrebbe voluto stringere in quel modo Laguna tra
le sue braccia e ballare sensualmente con lui fino al termine della festa.
Ma il suo era e sarebbe sempre rimansto solo un sogno ed un desiderio
proibito.
Laguna non avrebbe mai
visto nulla di più che un amico in lui.
Kiros riempì
completamente il proprio bicchiere di vino e si alzò dal tavolo. Doveva
allontanarsi da quella cruda realtà.
“Ward….vado a prendere
una boccata d’aria in terrazza….”
Ward fece un cenno
d’assenso con la testa, fissando poi l’amico allontanarsi con il bicchiere
in mano.
Kiros raggiunse
distrattamente la porta della terrazza. Poteva chiaramente percepire l’aria
pungente proveniente dall’esterno ma perso com’era nei suoi pensieri e
problemi non si accorse che quel suo luogo di fuga era già stato occupato da
qualcun altro.
Fece qualche passo al suo
interno prima di notare le due figure intente a fare altro. I due ragazzi,
colti in atteggiamentei ‘intimi’, si voltarono di scatto allarmati, sentendo
i suoi passi ed il rumore della neve che veniva schiacciata dal suo peso.
“K-Kiros!”
“Scusate….non avevo
intenzione di disturbarvi. Non mi ero accorto di voi...” disse l’uomo
sorridendo leggermente mentre fissava Seifer e Squall, che se ne stavano
abbracciati dolcemente contro il murettino in marmo della terrazza.
I due si stavano baciando
quando Kiros era comparso sulla porta e questo non fece altro che aumentare
l’imbarazzo in Squall, che aveva assunto una tonalità rosso intenso per
essere stati colti in flagrante.
“Ehm….scusate se vi ho
interrotto…..me ne vado subito così vi lascio tranquilli!” aggiunge sempre
sorridendo, voltandosi per andarsene.
“Eh? No Kiros! Non devi farlo..ehm...solo per
questo....la terrazza è di tutti...” disse Squall sempre più imbarazzato
mentre fissava Seifer con lo sguardo alla ricerca di qualche segno di
protesta.
Il ragazzo si limitò ad
arricciare leggermente le labbra e accarezzare la schiena del compagno con
un gesto tranquillizzante.
“Squall ha ragione Mr.
Seagill…..rimanga a farci compagnia….si sta bene qua fuori!”
“Se proprio non vi do
fastidio rimango volentieri….ma per favore, dammi del tu. Mi fai sentire
vecchio in questo modo.”
Kiros raggiunse i due
ragazzi e si appoggiò a sua volta al murettino in pietra, appoggiando su di
esso il bicchiere di vino. Poi si mise a fissare il giardino del palazzo
coperto di neve, che era stato appositamente illuminato per la festa da
numerose fiaccole.
“Ma LEI è vecchio!”
aggiunse il biondino con un ghignetto sulle labbra.
L’uomo voltò la testa
verso il ragazzo con un’espressione divertita sul volto.
“Mai così vecchio da non
riuscire a suonartele a dovere, MOCCIOSO!”
Seifer ridacchiò. Quel
tipo gli stava simpatico.
“Come mai qua fuori? Già
stanco della festa?”
“In un certo senso….”
sorseggiò un goccio di vino “A voi non lo domando….mi sembra ovvio…oh suvvia
Squall, non farmi quella faccia. Non essere così imbarazzato, sapevo già di
voi due!”
“E’ stato mio padre a
dirtelo?” chiese mentre si accoccolova contro Seifer, un po’ più tranquillo,
schiena contro petto. Il biondino gli circondò gelosamente la vita con le
braccia.
“No, l’avevo capito da
solo….non era poi così difficile scoprirlo per un osservatore attento! I
vostri sentimenti traspaiono dagli occhi.”
Squall arrossì di nuovo
mentre Seifer ridacchiò. Faceva quasi impressione vedere l’orgoglioso figlio
di Laguna così imbarazzato….ma allo stesso tempo lo stupiva vederlo così
sereno e a suo agio tra le braccia del compagno.
Kiros soffocò un sospirò
nella sua bevanda. Non poteva evitare di nutrire un po’ di invidia nei loro
confronti.
“Mio padre che sta
facendo in questo momento?”
“Si sta prendendo una
pausa dai discorsi diplomatici. Sta ballando con la figlia di uno degli
ospiti.” non potè evitare di inserire una lieve notà di disprezzo nella
voce, un accenno quasi impercettibile “Prima ti stava cercando…ma se aspetti
un po’ spunterà fuori lui. Tra poco ci sarà lo spettacolo di fuochi
d’artificio.”
“Adoro i fuochi
d’artificio…quelli che organizzate ogni anno per questa ricorrenza sono
meravigliosi!”
“Anche a Laguna piacciono
molto….in questo siete simili…solo che lui è talmente sbadato da
dimenticarsi pure che erano in programma” disse mentre un piccolo sorriso
comparve sulle sue labbra.
“E’ sempre il
solito…beh…pensò che andrò a prendermi qualcosa da bere prima che comincino.
Vuoi che ti porti qualcosa Seifer?” chiese fissando l’altro ragazzo e
liberandosi dalle sue braccia.
“No grazie, sto bene
così.”
“Come vuoi…sarò subito da
voi!” e si diresse all’interno del salone.
Kiros ritornò a fissare
il panorama e a perdersi nei propri pensieri mentre Seifer guardava il suo
ragazzo allontanarsi. Poi concentrò la sua attenzione sull’uomo accanto a
sé. Kiros, come Laguna, non dimostrava affatto l’età che aveva. A vista gli
si potevano dare al massimo 30-32 anni. Forse erano il suo fisico
perfettamente allenato ed i suoi movimenti felini a trarre in inganno, o
forse l’abito color beije che calzava alla perfezione e metteve in risalto i
suoi tratti fini e armoniosi.
“Mi è per caso spuntata
una seconda testa?”
“Come prego?”
“Mi stavi fissando”
“Ah…no…di teste ne hai
ancora una…stavo solo pensando che ti mantieni bene per essere un
vecchietto…”
Kiros rise e si voltò di
nuovo a fissare il ragazzo.
“Puoi dirlo forte….fare
il consigliere del presidente di una delle più importanti capitali del mondo
è più faticoso di quel che sembra…e poi un paio di ore al giorno in palestra
sono di prassi. Diciamo che le vecchie abitudini non si perdono facilmente.”
“Già, Squall mi ha
raccontato che eravate soldati di Galbadia voi tre”
“I migliori” sorrise.
“Modesto eh?” ricambiò il
sorriso.
“No, solo realista”
“Interessante…un giorno o
l’altro si potrebbe organizzare un bel duello”
“Quando vuoi….sono sempre
pronto ad impartire lezioni a voi mocciosi…”
“Lezioni eh? Si dia il
caso che sia riuscito a battere il grande comandante del Garden di Balamb
una volta….sono un osso duro…”
“Buono a sapersi….ma per
quanto ne so il resto delle volte le hai prese per bene da Squall ma un paio
di vittorie te le si può attribuire….una in particolare oserei dire…”
“E sarebbe?”
“Hai conquistato il cuore
di Squall no? Premio più raro e ambito di quello direi che non esiste”
Kiros fissò sorridendo
Seifer. Sembrava piuttosto sorpreso da quell’osservazione ma subito la sua
espressione di addolcì.
“Beh…devo ammettere che
quella si è rivelata una vittoria insperata….ancora adesso non capisco come
Squall si possa essere innamorato di un tipo come me….”
“L’amore è strano e non
lo si può ne prevedere ne comprendere. Però ti posso assicurare che da
quando conosco Squall, beh, non l’ho mai visto più raggiante di adesso. Lo
hai reso felice e come padrino del ragazzo ti devo ringraziare.”
“Ti assicuro che dovrei
essere io ha ringraziare lui….stare con lui mi ha fatto riapprezzare di
nuovo la vita.”
“Eh già….a quanto pare è
un fattore genetico questo…anche se espresso in modi differenti…” sussurrò
distrattamente, più a se stesso che a Seifer.
Seifer scrutò
attentamente Kiros e poi sospirò, con un lieve sorriso sulle labbra.
“Ne sei innamorato perso
eh?”
“Come scusa?” chiese
Kiros perplesso. Si era perso di nuovo nei suoi pensieri e non aveva capito
bene.
“Sei innamorato di
Laguna” la sua non era una domanda.
Kiros sgranò gli occhi e
ci mancò poco che lasciasse cadere a terra il calice di vino che reggeva in
mano.
“Tu...come…”
“Non era difficile
capirlo per un osservatore attento. Lo si legge perfettamente nei tuoi
occhi.” disse Seifer facendo eco alle parole che Kiros aveva pronunciato
poco prima “Strano che nessuno lo abbia ancora notato….specialmente
Laguna….oppure anche l’ingenuità per certe cose è ereditaria?”
“Temo sia così” sospirò
tornando a fissare il giardino innevato.
“Da quanto tempo va
avanti questa storia?”
“Da sempre…”
“Accidenti!” disse
notevolmente colpito “E perché non glielo hai ancora detto?”
“Per il semplice motivo
che Laguna non nutre alcun interesse negli uomini”
“Come fai a dirlo?”
“Il fatto che abbia amato
veramente una sola donna in vita sua e che da vent’anni non fa altro che
andare a piangere sulla sua tomba penso sia la risposta alla tua domanda.
Senza contare che sei fidanzato con suo figlio….chiara la situazione?”
“Sei messo davvero
bene…..” sospirò appoggiandosi con la schiena al muretto ed alzando la testa
per fissare il cielo sereno “Ma le cose possono sempre cambiare no?”
“Non credo…altrimenti
Laguna avrebbe già notato qualcosa…in vent’anni di tempo ne ha avuto…ma si
vede che non vede perché NON è interessato a vedere queste cose…” ingerì in
un sol colpo il restante vino nel bicchiere “Non so neppure perché ti sto
raccontando tutto questo…se Laguna lo scoprisse sarebbe la mia fine temo…”
“Forse perché siamo
simili….di sicuro abbiamo gli stessi gusti visto che ci siamo innamorati di
due membri della stessa famiglia…tu del padre, io del figlio..” ridacchiò.
“Già…direi di si…”
“Scusate se vi ho fatto
attendere!” disse Squall comparendo sulla porta della terrazza con in mano
un bicchiere di martini “Di cosa stavate parlando?”
“Di quanto sono fortunato
ad avere un ragazzo come te!” disse Seifer con un sorrisino sulle labbra,
prima di attirare a sé Squall per un bacio.
Kiros li fissò e sorrise,
poi rivolse il volto verso il cielo, con una sensazione di estrema
solitudine che gli attanagliava il cuore.
****************************
La festa era finalmente
giunta al termine. Anche l’ultimo degli ospiti se n’era andato o si era
sistemato in una delle numerose stanze del palazzo presidenziale.
Nella sala da ballo erano
rimasti solo i camerieri e la servitù, intenti a ripulire e a sistemare i
tavoli, mentre Laguna e Ward davano le ultime istruzioni prima di andare
anche loro a coricarsi.
Il presidente lanciò un
occhiata all’orologio e sospirò. Erano quasi le 3.
Si voltò a fissare
l’amico con un sorriso stanco.
“Beh…non è andata male
come serata, non trovi?”
Ward fece cenno d’assenso
col capo, seguito subito dopo da un enorme sbadiglio. Laguna ridacchiò.
“Vai pure Ward…non c’è
bisogno che rimanga anche tu…finisco un paio di cose e poi me ne vado a
dormire”
L’altro lo fissò con
sguardo incerto, riflettendo se era il caso di lasciarlo solo o meno, ma
essendo troppo stanco per pensare accettò di buon grado la proposta.
“Bene….buona notte amico
mio, ci vediamo domani mattina…non prima delle 11 sperando..”
Ward sorrise e salutò
Laguna, poi si voltò e iniziò ad incamminarsi verso l’uscita della sala.
“Ehi Ward! Un’ultima
cosa! Sai dov’è finito Kiros? E’ dai fuochi d’artificio che non lo vedo in
giro.”
L’uomo scosse la testa.
“Ok grazie, lo cercherò.
Forse è già tornato in camera sua…però è strano..”
Dopo che Ward se ne fu
andato e dopo aver dato le ultime direttive alla servitù si avviò anche lui
verso l’uscita quando, passando davanti alla porta del balcone notò
qualcosa.
Si avvicinò e diede
un’occhiata fuori…trovando finalmente l’altro suo amico.
Kiros era appoggiato al
murettino della terrazza, con lo sguardo rivolto verso il buio della notte.
Accanto a lui erano appoggiati un bicchiere di vino semi-pieno e due
bottiglie di Cabernet. Non sembrava essersi accorto della sua presenza.
“Ecco dov’eri sparito! Ti
stavo cercando da un pezzo Kiros!” disse avanzando verso di lui “Ormai la
festa è finita, non pensi sia ora di andarsene?”
“Non ti
preoccupare….penso che rimarrò ancora un po’ qua fuori…” rispose senza
voltarsi.
“Sei sicuro? Qui si gela
e tu hai l’aspetto di averci passato minimo un paio di ore su questo
balcone.”
Non ricevette risposta.
Allora si avvicinò all’amico con più cautela ed un velo di preoccupazione.
“Kiros…sei sicuro di
stare bene? E’ per caso successo qualcosa? Ti sento..come dire, strano.”
“Tranquillo, sto
benissimo.” mugugnò.
“Non mi convinci”
Quando Laguna gli fu
finalmente accanto, lo fissò attentamente in volto. Sbattè un paio di volte
le palpebre incredulo e poi chiese:
“Kiros….non è che sei
ubriaco?”
“No…” fu la risposta del
moretto, ma si poteva chiaramente distinguere il tono impastato e un po’
goffo con il quale aveva pronunciato quella singola parola, segno che
proprio sobrio non era.
Laguna lo fissò ancora
qualche istante e poi scoppiò a ridere.
“Invece si! Sei ubriaco!
Cavolo, non mi sembra possibile! Pensavo che non avrei mai avuto il piacere
di rivederti in queste condizioni!” rise di nuovo “Da quando ti conosco ti
ho visto solo una volta completamente sbronzo…ed è stato parecchio tempo fa,
al mio addio al celibato se non ricordo male.”
Kiros voltò leggermente
il capo e gli lanciò un’occhiataccia, per aver rievocato un simile ricordo,
che ovviamente Laguna considerava uno dei migliori e dei più cari che
avesse. Non poteva sapere che per l’amico era l’esatto opposto. Quel ricordo
era in un certo senso uno dei peggiori che possedesse.
Se da una parte, a quel
tempo, aveva cercato di condividere la felicità dei suoi due amici che
avevano finalmente deciso di sposarsi….dall’altra quella notizia era stata
una pugnalata al cuore, che lo aveva spinto a bere fino a quando quello
schifo di vita non gli era parsa un poco migliore del solito. Ciò significa
dopo una buona decina di birre e non si sa quanti bicchieri di spumante.
“Questa serata ti deve
aver steso per bene per ridurti così! E poi venivi a rimprovare me quando mi
lamentavo!”
“Mmm…penso di potermelo
permettere una volta ogni tanto…”
“Si si certo!” sorrise
“Ora andiamo, ti accompagna alla tua stanza. Non vorrei che crollassi a
terra durante il tragitto!”
“Mi sento offeso! Mi
sottovaluti Laguna e poi non sono ridotto tanto male!” si allontanò dal
murettino e fece qualche passo in direzione della porta che portava alla
sala da ballo. L’andatura era stabile anche se un po’ lenta e certe volte un
po’ insicura.
“Visto? Ce la posso fare
benissimo da solo!”
“Si d’accordo, ma
preferirei lo stesso accompagnarti. Lasciami sdebitare per tutte le volte
che tu e Ward mi avete riportato al Garden dopo una delle mie solite
bevute.” sorrise ingenuamente “Altrimenti un’occasione come questa quando mi
ricapita!?”
“Come vuoi” sbuffò.
“Benissimo! Andiamo! In
camera tua ti sta aspettando un bel letto morbido e una bella dormita!”
disse tutto allegro prendendo sotto braccio l’amico e trascinandolo
lentamente all’interno del palazzo.
I due riuscirono a
giungere alla camera di Kiros senza troppi incidenti. L’unica difficoltà
incontrata erano state le scale che portavano al primo piano, ma con un po’
di pazienza erano riusciti ad arrivare in cima.
Laguna aprì la porta e se
la richiuse alle spalle con un colpo del piede, poi condusse Kiros verso il
letto e ce lo fece sedere sopra.
“Eccoci qua!” disse il
presidente soddisfatto “Tu aspettami lì dove sei! Recupero il tuo pigiama e
te lo porto.”
Kiros non disse niente,
si limitò a fissarlo con occhi leggermente socchiusi, segno che l’alcol
stava cominciando ad avere più effetto all’interno dell’edificio dove la
temperatura era decisamente più alta.
Poco dopo Laguna
ricomparve dal bagno reggendo in mano un pigiama di seta azzurra e lo
appoggiò sul letto accanto all’amico.
“Bene, pensi di farcela
da solo a vestirti?”
Kirso non rispose ma lo
fissò con sguardo un po’ perso. Laguna era sul punto di scoppiare nuovamente
a ridere. Un’evento raro come quello di vedere Kiros ubriaco meritava
decisamente una foto ricordo. Peccato che non aveva nessuna macchina
fotografica o telecamera a portata di mano.
“Posso fidarmi a
lasciarti da solo?” disse Laguna piazzando il suo volto davanti a quello
dell’amico.
L’altro fece una specie
di cenno con la testa, così Laguna si alzò e si stiracchiò i muscoli mezzi
addormentati.
“Allora penso proprio che
me ne andrò a letto. Sono a pezzi! Buona notte Kiros!” si girò e fece per
andarsene quando una mano gli afferrò il polso e lo trattenne.
Laguna si voltò e fissò
l’amico perplesso.
“Kiros c’è qualcosa
che..?” ma non fece in tempo a finire la domanda.
La mano che lo aveva
fermato lo attirò bruscamente verso il letto, facendocelo cadere sopra, e
senza che se ne accorgesse si ritrovò le labbra del compagno premute contro
le proprie.
Laguna spalancò gli occhi
incredulo e shockato. Non riusciva a credere che il suo migliore amico lo
stesse baciando. Sul primo momento non riuscì a muoversi, troppo sconvolto
per poterlo fare, ma poi cercò di liberarsi dalla sua presa.
Non riuscendo però a
liberarsi decise di lasciarlo fare. In fondo Kiros era ubriaco. Probabilemte
stava pensando a qualche ragazza che gli piaceva e, nello stato in cui era,
aveva creduto che fosse lei.
Kiros cercò di
approfondire il bacio e Laguna, sospirando e chiudendo gli occhi, lo lasciò
procedere. Qualche minuto dopo tuttò finì. Il moretto si alzò, fissò qualche
istante l’amico sotto di lui e poi crollò sul letto mezzo addormentato.
Laguna si mise a sedere e
si passò una mano sulle labbra. Passò lo sguardo sul corpo di Kiros e gli
assestò una sperla sul fondoschiena, di cui neanche si accorse, prima di
alzarsi in piedi.
“Cosa non si fa per gli
amici!” sussurrò “Ma credo che questo fatto mi tornerà utile per ricattarlo
la prima volta che comincerà con i suoi soliti sermoni!”
Un po’ più sollevato e
con l’umore decisamente migliore fece per andarsene, ma di nuovo qualcosa lo
trattenne. Gli era sembrato che Kiros lo chiamasse. Si voltò a fissare
l’amico e tese le orecchie.
“…guna….” mormorò,
probabilmente più addormentato che sveglio ormai “…mmh…Laguna…ti amo….”
Per la seconda volta nel
giro di dieci minuti Laguna spalancò gli occhi sconvolto, mentre il sangue
gli si gelava nelle vene. Non poteva aver sentito bene. Il suo migliore
amico aveva appena detto di amarlo…di amare LUI.
Con questa frase che gli
ronzava a non finire nel cervello corse fuori dalla stanza prima che potesse
succedere qualcos’altro.
****************************
Il giorno dopo Kiros si
svegliò con un bel mal di testa e assolutamente nessun ricordo di quello che
era successo la sera prima. Alzò di malavoglia la testa dal morbido cuscino
e lanciò un’occhiata all’orologio digitale sul comodino. Era già passata
un’ora dal pranzo….aveva dormito davvero un bel po’.
Si mise lentamente a
sedere sul letto e con altrettanta lentezza si alzò in piedi. Rimase
immobile qualche istante fino a quando la stanza smise di ondulare e poi si
diresse verso il bagno.
Kiros si guardò allo
specchio e se fosse stato solo un po’ più sveglio si sarebbe spaventato
della sua immagine riflessa. Aveva un’aspetto orribile.
Indosso aveva solamente i
pantaloni del pigiama, anche se non aveva la più pallida idea di come ci era
finito dentro. Si ricordava vagamente che Laguna lo aveva trovato sul
balcone e probabilmente era stato lui a riaccompagnarlo…per il resto vuoto
totale.
“Beh…mi sembra il minimo
visto che è colpa sua se mi trovo in questo stato…” borbottò mentre si
chinava sul lavandino per darsi una lavata alla faccia.
“Ora ricordo perché odio
bere troppo….mmhh…...meglio che mi faccia una doccia completa prima di
presentarmi in pubblico….”
Aprì l’acqua della doccia
e iniziò a sfilarsi i pochi indumenti che aveva addosso. Una volta nudo vi
entrò e si lasciò circondare e avvolgere da quel getto d’acqua calda che
sembrava capace di cancellare il suo melessere.
Lasciò scorrere le
proprie mani sul suo corpo perfettamente scolpito e dalla carnagione scura
mentre i lunghi capelli raccolti nelle sottili treccine gli sfioravano i
fianchi.
Per un momento gli passò
davanti agli occhi l’immagine di lui e Laguna, nudi, sotto quella stessa
doccia, occupati a donarsi piacere l’un l’altro, ma la ricacciò subito
nella profondità della sua mente. Non era il caso di torturarsi più del
necessario.
Scosse il capo e sospirò
sconsolato. Era davvero un caso disperato.
Dopo circa dieci minuti
decise di uscire e di prepararsi ad un’altra giornata di lavoro…beh..mezza
giornata ormai.
Si asciugò i capelli,
indossò la sua solita divisa da consigliere e uscì dalla sua camera per
dirigersi nell’ufficio di Laguna.
Durante il tragitto fece
una piccola deviazione verso la cucina dove si fece preparare una forte dose
di caffè, che cominciò a sorseggiare mentre camminava per i corridoi del
palazzo. Incontrò anche Ward, che appena lo vide lo saluto con un sorriso
particolarmente largo sul volto.
Kiros sbuffò nella sua
tazza di caffè.
“Non prenderti gioco di
me….mi sento già abbastanza male di mio…”
L’omone ridacchiò e poi
tornò a sorridere, questa volta dolcemente. Mosse abilmente le mani
nell’ormai conosciuto alfabeto muto, formando frasi che solo Kiros, Laguna e
pochi altri riuscivano a comprendere alla perfezione.
“Si…mi è passata….scusami
per la scenata di ieri…non era mia intenzione rattristarti…”
Ward scosse il capo e gli
batte sonoramente una mano sulla spalla. Kiros sorrise.
“Grazie…è un solievo
sapere che posso contare sempre su di te…” finì di bere il suo caffè e
rifilò la tazza alla prima cameriera che incontrò nel corridoio, occupata a
trasportare un carrello pieno di piatti e tazze semi-pieni, segno che
qualche ospite aveva richiesto quella mattina la colazione in camera.
“Laguna è già in
ufficio?”
Ward fece si con la
testa.
“Oh bene…speriamo solo di
evitare le sue battutine sulla mia misera figuraccia di ieri sera…”
I due arrivarono presto
alla porta dell’ufficio del presidente, bussarono e poi entrarono.
“Buon giorno Laguna”
disse Kiros, salutando il suo amico seduto dietro alla scrivania. Stava
firmando la solita dose di scartoffie giornaliere.
“Oh…buon giorno Kiros..Ward…”
disse con uno dei soliti sorrisi.
Kiros scambiò una rapida
occhiata con Ward, che ricambiò pienamente, e poi tornò a fissare Laguna con
un sopracciglio alzato. Se lui stesso non aveva una bella cera quella
mattina…beh….neppure l’amico presidente l’aveva.
Aveva un’aria stanca,
mascherata dalla solita vena allegra, e due grosse occhiaie tendenti al nero
che gli cerchiavano gli occhi. Anche il suo sorriso sembrava in qualche modo
forzato.
“Laguna, è per caso
successo qualcosa? Hai un pessimo aspetto.”
Laguna sembrò leggermente
sorpreso a quella domanda, ma si riprese in fretta scoppiango a ridere e
passandosi una mano tra i fini capelli nocciola.
“Se è per quello neppure
tu!” sorrise “Comunque non vi preoccupate, ho soltanto…dormito male, tutto
qui!”
I due consiglieri si
scoccarono un’altra occhiata incredula.
Laguna? Che non riusciva
a dormire? Era impensabile. Era sempre stato capace di addormentarsi ovunque
ed in qualsiasi momento: su un camioncino dell’esercito, su un albero
durante il turno di guardia, sulla branda della propria tenda proprio
durante l’attacco di alcuni soldati nemici.
Stanco o no, quando si
doveva dormire lui lo faceva e dopo era un vero dilemma svegliarlo.
Solo una cosa lo avrebbe
potuto tenere sveglio….e ciò significava che Laguna era tormentato da
qualcosa, qualcosa che non poteva o non voleva dire ai suoi due migliori
amici.
Kiros e Ward decisero di
lasciare correrre per il momento. Magari non era nulla di serio e loro si
stavano solamente preoccupando per nulla.
“Beh, allora ti consiglio
di andare a dormire ad un’ora decente questa sera…” sorrise Kiros “Per
quanto riguarda Ward e me, penseremo ad alleggerirti il lavoro per quello
che rimane del pomeriggio, ok?”
“Grazie…ve ne sarei
davvero grato…”
Con questo Ward decise di
occuparsi del resto dei documenti che sommergevano la scrivania dell’amico e
che non avevano bisogno della sua supervisione mentre Kiros andò ad
occuoarsi degli ospiti rimasi, per assicurarsi che tutto fosse andato per il
meglio e che facessero un ottimo viaggio di ritorno.
Così, ciò che rimaneva
del pomeriggio passò in fretta e in modo non troppo stancante.
Squall e gli altri non si
erano praticamente visti. Erano andati in centro a fare shopping sotto
pressione delle ragazze e comparvero solamente verso l’ora di cena.
Per quell’ora Kiros ebbe
finito di dare ordini a destra e sinistra e si recò nuovamente nell’ufficio
di Laguna per recuperare i suoi due amici ed andare insieme a cenare.
Quando entrò vide solo
Laguna seduto dietro alla scrivania che fissava con sguardo perso fuori
dalle grandi vetrate. Possibile che quell’uomo fosse sempre con la testa fra
le nuvole?
Il moretto si avvicinò
con passo forse un po’ troppo silenzioso e una volta arrivatogli vicino
chiese:
“Ward dov’è andato?”
Laguna, non essendosi
minimamente accorto della sua presenza, sentendo una voce poco lontana da
lui, fece un balzo dalla sedia e lanciò un urlo. Kiros alla scena scoppiò a
ridere.
“K…Kiros!! Che cavolo!
Volevi farmi morire d’infarto! Sono ancora troppo giovane sai?”
“Scusami scusami, non
volevo! Però guarda che ho bussato parecchie volte prima di entrare!”
Il presidente lo guardò
malissimo lo stesso poi scosse la testa.
“Ward è già andato verso
la sala da pranzo…io dovevo finire ancora un paio di pratiche così gli ho
detto che lo avrei raggiunto subito….”
“Beh…ora mi sembra di
notare che hai finito, o sbaglio? Vogliamo andare?” disse Kiros appoggiando
una mano sulla spalla dell’amico.
Stranamente Laguna si
scostò subito dal suo tocco, quasi innervosito, e si avviò verso la porta,
accennando solo qualche parola sul fatto che ora aveva fame.
L’amico lo fissò
perplesso ma lo seguì senza dire nulla. Il tragitto tra l’ufficio
presidenziale e la sala da pranzo trascorse in un assoluto e teso silenzio,
ciò fece rabbrividire involontariamente Kiros. Il comportamento di Laguna
era davvero insolito quel giorno….e ciò divenne ancora più evidente quando
quest’ultimo, invece di sedersi come sempre a capotavola con i suoi
consiglieri a fianco, prese posto tra Quistis e Squall.
Ma quello era solo
l’inizio delle stranezze…..
Era passata una settima
dal Ballo della Strega ed il comportamento di Laguna non era cambiato
minimamente. Più il tempo passava più i suoi due amici erano convinti che
qualcosa non andasse…e più il tempo passava più Kiros era convinto che la
causa di quell’atteggiamento era dovuta a lui. Solo che non riusciva a
capire che cosa avesse potuto fare per meritarsi tutta quell’indifferenza.
Infatti se all’inizio
Laguna si mostrava in qualche modo irrequieto e nervoso in sua presenza, ora
tendeva proprio ad evitarlo ogni volta che gli era possibile….e questo stava
lentamente distruggendo Kiros, anche se non lo dava di certo a vedere.
Negli ultimi giorni aveva
passato tutte le notti in bianco a tormentarsi e domandarsi che cosa potesse
essere successo ma non aveva mai trovato risposta. Non c’era stato nessun
incidente, nessun diverbio tra loro….non litigavano da anni!
Se solo Laguna si
rendesso conto di quanta sofferenza gli stava arrecando….
“Non capisco….questa
situazione mi sta facendo diventare matto….” disse Kiros seduto su una delle
poltroncine della sua camera.
Ward era con lui e stava
cercando in tutti i modi di tranquillizzarlo e tirargli su il morale, ma
l’impresa era ardua. Kiros aveva decisamente l’umore sotto terra.
“Laguna non mi parla
quasi più! Tutte le volte che ci troviamo nella stessa stanza evita
costantemente il mio sguardo, è sempre nervoso e non appena mi avvicino a
lui si allontana! In oltre i suoi sorrisi mi sembrano sempre più falsi e
forzati!”
Ward si sedette sulla
poltroncina accanto alla sua e gli appoggiò una mano sulla spalla con sul
volto l’espressione di chi non sa cosa fare.
“Sembra quasi che abbia
paura di me…ma io non gli ho fatto niente! Non potrei mai fare qualcosa in
grado di trasformarlo così tanto senza accorgermene! E se anche lo avessi
fatto sarei pronto a chiedergli subito scusa…ma Laguna non mi lascia
parlare!”
Kiros si portò alle
labbra una tazza di tea bollente e cercò di tranquillizzarsi un attimo.
“Ogni volta ha una scusa
per svignarsela. Non l’ho mai visto dedicarsi con tanta passione al
lavoro….ciò mi renderebbe felice se la situazione non fosse questa….”
Ward cercò di convincerlo
che non era certo che Laguna ce l’avesse con lui. Magari stava solamente
scaricando il proprio stress per qualcosa sulle persone che lo circondavano
senza notarlo.
“Non mi sembra che Laguna
si comporti allo stesso modo con te o con Squall o con qualsiasi altro
essere vivente! Lui ce l’ha con me per qualche misterioso motivo!”
Kiros sorseggiò qualche
istante la propria bevanda godendosi la sensazione di calore che si lasciava
alle spalle mentre scendeva giù per la gola.…ma anche quella piccola
consolazione spariva subito dopo.
Sospirò appoggiando la
tazza sul tavolino e si alzò in piedi per dirigersi verso la finestra che
dava sul cortile innevato.
“Certe volte è davvero
faticosa da mantenere questa maschera del miglior amico quando non è
esattamente questo quello che provi….ma non credo sia possibile ordinare al
proprio cuore di smettere di amare una persona, vero? Eppure sarebbe molto
più comodo ed indolore….specialmente in situazioni come questa. Se per
Laguna nutrissi solo amicizia ci soffrirei, si, ma non come ora.”
Ward imitò l’amico e si
alzò in piedi. Una volta raggiunto accanto alla finestra lo fece voltare e
si assicurò che lo stesse fissando attentamente mentre muoveva abilmente le
mani.
“Parlargli? Ma mi stavi
ascoltando quando ti ho detto che non vuole sentire una sola parola che esce
dalle mie labbra? Sfugge via con la destrezza di un serpente!”
Il compagno incrociò le
possenti braccia al petto e lo fissò con aria grave, quasi lo stesse
rimproverando per essersi arreso così facilmente dopo le prime difficoltà.
In fondo era proprio quello che stava facendo, no? Non ci stava mettendo
abbastanza grinta e non era da lui.
“Mi stai consigliando di
obbligarlo ad ascoltarmi?”
Warda fece un cenno
d’assenso con la testa.
“Beh…forse hai ragione.
Laguna è l’unico che può rispondere alle mie domande…..ok, proverò
ancora….questa volta lo legherò alla sedia se necessario, va bene?”
Ward accennò un sorriso e
gli diede una manata d’incoraggiamento sulla schiena.
Nello stesso momento
qualcun altro stava subendo una specie di interrogatorio.
“Papà?”
“Oh Squall! Entra pure!
Hai bisogno di qualcosa?” chiese Laguna sorridendo, sempre felice di poter
vedere e d’essere d’aiuto al figlio.
“Beh..si e no….ti vorrei
parlare.”
“Oh, ma certo! Siediti
pure e dimmi tutto! Lo sai che il tuo papino è sempre pronto ad ascoltarti!”
Il ragazzo accennò un
sorriso prima di tornare serio e di sedersi difronte alla sua scrivania.
“Volevo sapere cos’è
successo tra te e Kiros. Ultimamente ti stai comportando in modo molto
strano con lui.”
Laguna rise nervosamente
e si passò una mano tra i capelli.
“Ma cosa stai dicendo!
Non c’è nulla che non va tra me e Kiros! Va tutto splendidamente!”
“Papà, fai schifo come
bugiardo, lo sai?” disse fissandolo intensamente.
L’uomo allora sospirò e
si fece serio.
“Che cos’avrebbe che non
va il mio comportamento, sentiamo?”
“Lo stai evitando, di
proposito sottolineerei. Se è possibile credo tu stia facendo finta che non
esista, anche se la considero una cosa assurda visto quanto siete amici.
Però ci siamo accorti tutti che qualcosa non va…e non pensare che non se ne
sia accorto Kiros. Lo sa benissimo….e come tutti noi non ne capisce il
motivo.”
“Non c’è nulla da
spiegare.” disse prima di voltarsi a fissare fuori dalla solita finestra.
Il cielo stava
cominciando a oscurarsi. Un paio di ore e sarebbe calata la notte.
Squall si limitò per
qualche minuto a fissare il padre con sguardo attento, nel tentativo di
decifrare una qualche espressione o di leggere qualche turbamento negli
occhi che lo potesse aiutare a capire la situazione.
Ma stranamente Laguna, di
solito così cristallino, era una porta blindata. Non traspariva nulla e
questo lo fece preoccupare. Non potevano andare davvero così male le cose,
no?
Provò a scoprire le cose
per tentativi. Non aveva scelta.
“Per caso avete
litigato?”
“No” fu la risposta un
po’ assente del padre.
“Allora forse Kiros ha
fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?”
Laguna rimase silenzioso
e Squall vide il suo corpo irrigidirsi. Beh…era stato più bravo del previsto
ad indovinare.
“Se davvero ha fatto
qualcosa non sarà stata intenzionale. Kiros è tuo amico da tanti anni, non
ti farebbe mai una cosa del genere. Non può essere così grave quello che ha
fatto!”
Seguì di nuovo il
silenzio e il ragazzo sospirò sconsolato. Non riusciva proprio a tirargli
fuori parola di bocca.
“Sentì papà, ti voglio
bene ma ne voglio anche a Kiros. Voi due, Ward, Seifer e i ragazzi siete la
mia famiglia ormai….e non mi piace vedere la gente che soffre nella mia
famiglia, chiaro?” disse in tono deciso “Quindi cerca di parlarci e di
chiarire questa situazione ok?”
Quasi il destino volesse
aiutare Squall nel suo progetto qualcuno bussò alla porta proprio in quel
momento e dopo qualche attimo comparve sulla suglia Kiros.
“Scusate, vi ho
disturbati?”
Lo sguardo del nuovo
arrivato cadde subito sull’amico che lo fissava nervosamente.
“Affatto! Stavo giusto
per andarmene!” disse Squall alzandosi dalla propria sedia e avviandosi
verso la porta dove stava ancora in piedi il consigliere.
“Ed io stavo andando con
lui!” disse improvvisamente Laguna “E’ venuto a chiedermi aiuto per…per
scegliere un regalo…per Seifer ecco!”
“Oh non ti preoccupare
papà…” si voltò a fulminarlo con lo sguardo per aver mentito spudoratamente
nel tentativo di svignarsela “…penso di potermela cavare da solo. Mi è
giusta venuta in mente una cosa che potrebbe piacergli. Tu rimani qua con
Kiros, sembra che debba parlare di qualcosa d’importante con te.”
Squall tornò ad avviarsi
verso la porta fino a quando non raggiunse Kiros. L’uomo gli sussurrò un
‘grazie’ mentre gli passava accanto e lui sperò ardentemente che le cose si
risolvessero bene per i due.
Kiros avanzò lentamente
ma con passo deciso verso l’amico. Ora non gli sarebbe sfuggito.
“Io e te dobbiamo parlare
Laguna.”
“Non ne vedo il bisogno”
“Ed invece sì. Lo sai
benissimo. Voglio risolvere questa situazione che si è creata tra
noi….sinceramente non so neppure per quale motivo è cominciata….”
“Va tutto benissimo,
credimi” disse alzandosi in piedi e voltandogli le spalle.
“Benissimo un corno
Laguna! Smettila di fare finta di niente! Questo tuo comportamento mi sta
facendo impazzire!”
“Cos’è, vi siete messi
tutti d’accordo oggi per chiedere spiegazioni?”
“Credo di meritarmele
visto visto che ce l’hai con me per un motivo che non conosco neppure!”
Laguna non rispose e ciò
fece andare su tutte le furie Kiros, già profondamente stressato e nervoso.
Stava cercando di ignorarlo. Voleva evitare di nuovo di rispondere alle sue
domande ma questa volta non glielo avrebbe permesso.
Kiros afferrò l’amico per
le spalle e lo fece voltare, prima di bloccarlo contro il muro con le
braccia.
“Lasciami subito andare!”
sibilò il presidente cercando di suonare minaccioso ma non ci riuscì. Kiros
rimaneva sempre più alto ed imponente di lui.
“No fino a quando non ti
sarai deciso a spiegarmi quello che sta succedendo!” rispose con un tono
leggermente più calmo e controllato, fissando il compagno negli occhi.
“E se non volessi farlo?”
Kiros sospirò.
“Ti prego Laguna, ho
bisogno di sapere la verità. Così non posso andare avanti.”
“E invece tu quando
pensavi di dirmela la verità?”
“Non capisco cosa vuoi
dire.” rispose fissandolo perplesso.
“Ah certo! Adesso sei tu
che fai finta di niente!” disse liberandosi dal corpo dell’amico che lo
bloccava al muro “Tu sei innamorato di me, non è vero? Non negarlo tanto
ormai l’ho scoperto!”
Kiros spalancò gli occhi
sorpreso a quelle parole e credette quasi di svenire per lo shock. Fece
qualche passo indietro fino ad appoggiarsi allo schinale della sedia, in
cerca di qualche saldo appiglio.
Non credeva alle sue
orecchie. Come poteva averlo scoperto? Perché proprio ora? Era sicurissimo
di non essersi lasciato sfuggire nulla di compromettente, era sempre stato
attento a quello che faceva. Insomma, erano vent’anni che fingeva di nutrire
per lui solo sana amicizia e niente di più! Ormai quel ruolo lo sapeva
recitare anche senza pensarci!
“Tu…tu..come….” sussurrò.
“Come l’ho scoperto?
Facile! Sei stato tu stesso a dirmelo! Ma forse non te ne ricordi perché eri
ubriaco!”
Oh dio! Non posso
averlo fatto davvero!
Kiros non sapeva che
dire. Si limitava a fissare Laguna, non che questo fosse un bello
spettacolo. Non lo aveva mai visto così serio e arrabbiato in vita sua….il
suo peggiore incubo si era appena realizzato.
“E’ successo tutto la
sera del ballo. Ti ho riaccompagnato in camera perché temevo che, ubriaco
com’eri, non ci saresti arrivato da solo e una volta lì tu mi afferri, mi
butti sul letto e mi baci.” ridacchiò nervosamente “Sul momento ho pensato
che stessi sognando perciò ti ho lasciato fare….ma poco prima che me ne
andassi hai detto di amarmi. Eri praticamente addormentato quando lo hai
confessato ma il concetto è stato chiarissimo!”
Laguna avanzò di qualche
passo verso Kiros.
“Per tutto questo tempo
tu hai finto di essere soltanto mio amico mentre in realtà erano altri i
tuoi sentimenti eh? Quando pensavi di dirmelo o progettavi di tenermelo
nascosto per sempre? Anzi…non voglio neppure saperlo! Non mi interessa!”
Si voltò e cominciò a
camminare per la stanza mentre Kiros cercava di mettere assieme le idee e di
recuperare la voce che era andata persa in quei pochi minuti.
Ciò che più aveva temuto
ora si era avverato….il modo in cui aveva reagito Laguna alla notizia, il
suo evidente disgusto per lui, i suoi tentativi di evitarlo….tutto era
esattamente come aveva immaginato.
Sembrava ormai evidente
che la sua amicizia con Laguna si era irrimediabilmente inclinata se non
addirittura distrutta….ma non voleva andarsene senza prima aver fatto un
tentativo per rimediare al suo errore….o per lo meno senza avere
un’ulteriore conferma a ciò che cià sapeva.
“Allora è questa la causa
del tuo comportamento.” la sua era più un’affermazione che una domanda.
“E cos’altro se no?”
“Però quando Squall ti ha
confessato di essere innamorato di Seifer non hai reagito allo stesso modo.”
disse allontanadosi dal suo appiglio, doveva essere forte o almeno
sembrarlo.
“Certo che no! Io sono
una persona comprensiva e dalle larghe vedute! E poi Squall è mio figlio,
non potrei mai provare disgusto per lui!”
Kiros trattenne il fiato
qualche istante prima di parlare. Aveva già ottenuto la sua risposta, anche
se in modo indieretto.
Ma il suo cuore che
ancora sperava di sbagliarsi lo costrinse ad andare avanti.
“Allora sono io che ti
disgusto Laguna? Ti disgusta il fatto che mi sia innamorato proprio di te?
Ti disgusta che abbia in qualche modo tradito la tua amicizia infangandola
con questo mio corrotto sentimento? E’ così vero?”
Laguna non rispose ma non
ce ne fu bisogno. Il suo silenzio valeva più di mille parole ed i suoi occhi
che si rifiutavano di fissarlo avevano lo stesso devastante effetto.
“Capisco….beh..mi sembra
giusto….Squall lo puoi comprendere perché è tuo figlio, sangue del tuo
sangue….io chi sono in confronto? E poi non sei tu l’oggetto dei suoi
desideri giusto?” un sorriso triste comparve sul suo volto “Non mi dai
nemmeno la possibilità di spiegarti?”
Kiros appoggiò
delicatamente una mano sulla sua spalla, nel tentativo di attirare la sua
attenzione e farsi ascoltare, ma Laguna l’allontanò bruscamente con un gesto
del braccio.
“Non mi toccare!” sibilò
con due occhi di ghiaccio.
Il consigliere rimase
pietrificato, con’espressione ferita sul volto prima di abbassare il braccio
e sospirare. Era davvero finita come aveva temuto.
“Beh…credo che ormai sia
inutile restare a parlare.” sorrise appena “E’ meglio che me ne vada. La mia
presenza non è più gradita.”
Laguna non disse niente,
non provò a fermarlo mentre si voltava e si avviava verso la porta. Non alzò
neppure lo sguardo.
Kiros appoggiò la mano
sulla maniglia e lì si fermò qualche istante. Voltò appena la testa e lanciò
una rapida occhiata all’amico prima di sussurrare un ‘addio’ ed uscire
dall’ufficiò.
Si avviò lentamente verso
la sua camera, come un fantasma. I suoi occhi erano spenti e la sua mente
completamente vuota. Non si accorse neppure di Ward quando lo incrociò lungo
il corridoio. Solo quando una mano possente lo afferrò per il braccio e lo
fece bloccare si accorse della sua presenza.
Ciò che Ward vide sul
volto del compagno però non gli piacque per niente. Lo fissò preoccupato
fino a quando Kiros non si decise a parlare.
“E’ finita. E’ davvero
finita.”
****************************
Il giorno dopo Laguna si
sentiva un vero verme per come aveva trattato Kiros. Non era stata sua
intenzione arrabbiarsi a quel modo e dire tutte quelle cose sgradevoli.
Tutta quella situazione
lo aveva innervosito a tal punto da farlo scoppiare come una pentola a
vapore una volta raggiunto il limite. Ma purtroppo il momento in cui era
esploso non era certamente stato dei migliori.
Lui non ce l’aveva
davvero con Kiros, beh forse un pochino per averlo messo in quella delicata
posizione, ma non fino al punto da disprezzarlo come aveva lasciato ad
intendere. In fondo erano amici da troppo tempo per poter rivinare così il
loro rapporto, proprio come aveva detto Squall.
Si era lasciato
trasportare dagli eventi e dalle sensazioni, cosa che non avrebbe dovuto
fare per il bene di entrambi. L’indecisiona, la paura, il nervosismo e
l’imbarazzo aveva preso il sopravvento su di lui ed il frappè che ne era
uscito non aveva portato nulla di buono.
Sapeva di aver ferito
tremendamente l’amico con le sue parole e le sue azioni ed in qualche modo
voleva porvi rimedio…ma non sapeva come fare.
Da quando se n’era andato
dal suo ufficio la sera precedente non aveva più visto Kiros in giro. Non si
era presentato quella mattina a fargli rapporto come al solito…e come dargli
torto!
In oltre sembrava che
Ward fosse mortalmente arrabbiato con lui…altro che arrabbiato! Sarebbe
stato meglio dire furioso! Non aveva fatto altro che linciarlo con lo
sguardo e grugnire. Forse aveva saputo quello che era successo ed ora lo
stava rimproverando.
Questo non fece altro che
aumentare la sua voglia di scusarsi ma come poteva presentarsi davanti a
Kiros dopo tutte le cose che aveva fatto e detto. Si vergognava di sé come
mai gli era capitato prima.
Chissà cosa stava facendo
in quel momento Kiros. Magari era barricato in camera sua tutto depresso e
si rifiutava di farsi vedere in giro. Oppure stava vagando per i corridoi di
questo enorme palazzo o per i giardini senza meta.
Laguna aveva sempre più
voglia di prendere a testate il muro per punire la sua stupidità.
Stava fissando con grande
interessa la penna che aveva in mano quando una figura vestista in bianco e
azzurro fece irruzione nel suo uffico di forza.
“Zio Laguna!!!! Si può
sapere cosa diavolo hai fatto a Kiros!!??!?”
Ellione era entrata
sbattendo letteralmente la porta contro il muro con uno sguardo furioso sul
volto.
“C..Ciao Ellione….”
Era la prima volta che
vedeva la sua adorata figlioccia così arrabbiata. Di solito lei riusciva a
mantenere la calma e la lucidità in ogni situazione.
“Ciao un corno!! Che cosa
gli hai fatto!?” si avvicinò con passo spedito alla scrivania prima di
sbatterci sopra le mani e fissare Laguna “Pensavo che Squall fosse stato
abbastanza chiaro quando ti è venuto a parlare ieri! Mi ha detto che vi ha
lasciati da soli a chiarirvi….ma la situazione invece di migliorare è
degenerata drasticamente!”
“E’ forse successo
qualcosa?” si azzardò a chiedere decisamente preoccupato dal tono della
ragazza.
“Kiros se né andato.”
A parlare era stato
Squall, che era appena entrato nell’uffio assieme a Seifer. I due ragazzi
erano scuri in volto ed anche i loro occhi sembravano rimproverarlo per la
piega che aveva preso la situazione.
“A..Andato? Come sarebbe
dire ‘andato’?”
“Ha dato le sue
dimissioni come consigliere, ha fatto le valigie e ha lasciato il palazzo.
Il tutto ieri notte supponiamo…visto che nessuno l’ha visto oggi!” spegò
Ellione.
Laguna spalancò gli occhi
incredulo mentre il cuore mancò di un battito.
“State…state scherzando..vero?”
“Se non ci credi leggi
qui! L’ho trovata poco fa in camera mia…me ne sarei accorta prima se fossi
stata a palazzo ma ero scesa in centro a fare delle commissioni!” e gli
spatte sotto il naso una busta che di fatto conteneva le sue dimissioni e
poche righe di spiegazione.
Ormai non posso più restare qui a palazzo, la
mia presenza non è più gradita.
Do le mie dimissioni come consigliere…tanto
non credo che a Laguna dispiacerà ne sentirà la mia mancanza.
Salutami Squall e gli altri…e ringrazia di
cuore Ward da parte mia. Ha fatto molto per me.
Kiros.
“No…non può essere…..”
La mani con cui reggeva
il foglio iniziarono a tremare.
No. Era tutto sbagliato.
Le cose non dovevano andare a quel modo. Kiros non poteva andarsene per
colpa sua!
“Allora si può sapere che
cosa gli hai fatto!?” richiese Ellione.
Laguna cercò di
collezionare le idee mentre fissava con sguardo perso il legno della propria
scrivanua.
“Io..ieri sera…lui era
venuto per chiarire la situazione ed abbiamo finito per litigare….diciamo
che non è stata una conversazione per nulla piacevole…”
“Il motivo della
discussione e del tuo strano comportamento di questi ultimi giorni?”
“Ecco….” arrossì
paurosamente ma si sforzò di continuare “Avevao scoperto che Kiros…beh….”
“Che Kiros era innamorato
di te giusto?” concluse Seifer per lui.
“E tu come…?” iniziò a
chiedere Laguna sorpreso ma fu subito interrotto dalla voce di Ellione.
“Non dirmi che lo hai
respinto in malo modo! Dimmi solo che non lo hai fatto!” chiese con sguardo
supplicante la ragazza.
Laguna in quel momento
avrebbe voluto scomparire dalla faccia della terra…..perché era proprio
quello che aveva fatto.
Alla fine si ritrovò a
raccontare ai tre ragazzi quello che era successo, dalla sera del ballo fino
alla sera precedente. Più andava avanti col resoconto più si sentiva uno
schifo.
Gli parlò di come aveva
riaccompagnato Kiros alla sua stanza, di come l’amico lo avesse baciato e
gli avesse confessato i suoi sentimenti mentre era ubriaco…..il suo
comportamento di quegli ultimi tempi lo avevano notato tutti quindi non si
soffermò più di tanto…..ed infine passò alla loro discussione….
Aveva tradito il suo
migliore amico. Lo aveva trattato come il peggiore degli esseri viventi per
una sciocchezza ed ora se n’era andato.
“Oh Laguna…come hai
potuto fargli questo….” sussurrò sconsolata Ellione gettandosi su una delle
sedie.
“Io non volevo….giuro che
non volevo…”
“A quanto pare il padre
batte il figlio in stupidità! Non lo avrei mai creduto possibile!” disse
Seifer passandosi una mano sugli occhi.
“Ehi!! Come sarebbe a
dire!?” protesto il moretto, fissando il compagno offeso.
“Scusami amore ma per
certe cose devi ammettere che non sei una cima.”
Squall non aggiunse nulla
perché in un certo senso aveva ragione ma non gli risparmiò un’occhiataccia.
“Non volevo…giuro che non
volevo…” continuò a sussurrare Laguna come un mantra senza fine. Aveva il
volto nascosto tra le mani e la voce era colma di dolore e angoscia.
Squall lo fissò alcuno
istanti. Voleva disperatamente aiutarlo…aiutare entrambi….ma non sapeva bene
come riuscirci.
“Per favore…” disse
rivolto a Seifer ed Ellione “..potreste lasciarci da soli?”
I due ragazzi si
scambiarono una rapida occhiata ed acconsentirono alla richiesta uscendo
dalla stanza. Era meglio così….in quel momento erano convinti che solo
Squall potesse fare davvero qualcosa.
Laguna doveva reagire e
rimediare al danno fatto….ma prima di tutto doveva chiarirsi le idee
riguardo ai sentimenti di Kiros.
Squall si sedette su uno
dei divanetti dell’ufficio e fece cenno al padre di andare a sedersi accanto
a lui. L’uomo si alzò e raggiunse il figlio, mantenendo sempre lo sguardo
basso.
“Papà….non serve a nulla
che ti tormenti così….ormai il danno è fatto e non ci puoi fare niente…”
“Lo so….ma non posso
evitarlo….mi sento….mallissimo…..”
“Avresti dovuto pensarci
prima…” sospirò “Lo sai che le parole possono fare più male delle
azioni….specialmente se pronunciate da qualcuno a cui si tiene
immensamente….”
Laguna non dise nulla ma
si limitò a fare un cenno col capo.
“Cosa avresti fatto se io
fossi venuto a dire di odiarti e che non ti volevo più rivedere?”
“Mi sarei sparato….oppure
mi sarei dato alla cura della cioccolata per tirarmi su di morale fino a
quando non fossi diventato un barilotto di ciccia….”
Il ragazzo sorrise un po’
più sollevato. Almeno il padre non aveva perso il suo solito umorismo….era
già un segno di ripresa.
Era tempo di passare al
cuore della conversazione. Più tempo passava meno possibilità avevano di
ritrovare facilmente Kiros.
“Senti papà…tu vuoi che
Kiros torni vero?”
“Certamente!” disse
alzando la testa e mostrando uno sguardo convinto e deciso.
“Bene….la domanda è ‘in
che modo’ vuoi che torni? Ora conosci i veri sentimenti di Kiros…se vuoi che
torni da te devi dargli una risposta sincera su quello che provi. Gli hai
fatto credere erroneamente di disprezzarlo…ma hai ammesso che non è così.
Quindi cosa provi? Vuoi che torni solo come amico o come qualcosa di più?”
La domanda che gli era
stato posta era chiara e diretta ma lui non sapeva davvero come rispondere.
Ci aveva pensato molto anche lui a questo problema….ma farlo senza trovare
una soluzione era servito solo a stressarlo di più…portandolo alle ormai
conosciute conseguenze.
“Sinceramente Squall non
lo so bene neppure io….non riesco a fare luce sui miei sentimenti…” sospirò
passandosi una mano tra i capelli “Io…quando Kiros mi ha fatto quell’involontaria
confessione..beh…non posso negare di essermi…sorpreso, e non poco! Non lo
avrei mai sospettato ecco! Così ho cominciato a sentirmi nervoso ed
imbarazzato con lui….e alla fine ho cominciato ad avere paura, anche se non
so bene di cosa. Sto dicendo cose assurde?”
“No, affatto.” disse
Squall accennando un sorriso incoraggiante “Anche io mi sono sentitò così
quando ho capito di essermi innamorato di Seifer.”
Laguna alzò la testa e
fissò il figlio perplesso, mentre il volto assumeva una tonalita rosso
acceso.
“Stai per caso dicendo
che io…sarei innamorato di..Kiros?”
“Non lo so…sta a te
capirlo….”
“E come posso farlo?”
“Beh….prova ripensare ai
momenti felici con Kiros….ma studiali in base ai sentimenti. Che cosa
provavi allora? E cosa provi adesso che se n’è andato?”
Laguna riflettè
attentamente sulle parole del figlio e poi ripensò a tutte le volte che
Kiros lo aveva tirato fuori dai guai, che lo aveva aiutato e consolato se
qualcosa lo tormentava, che si era dimostrato un compagno su cui poter
sempre contare durente i combattimenti.
Tutto questo gli fece
notare che Kiros era sempre stato al suo fianco nei momenti di bisogno. Non
lo aveva mai abbandonato ne tradito.
Ma la cosa che lo
sconvolse di più fu che Kiros non si era mai lamentato di nulla. Non aveva
mai lasciato trasparire i suoi sentimenti e aveva sempre anteposto i suoi
desideri ai propri. Lo aveva pure incoraggiato con Raine ed ogni anno, il
giorno della sua morte, era con lui a visitare la sua tomba e a sostenerlo.
Già….Raine…..chissà che
cosa avrebbe pensato di lui in questo momento la sua adorata moglie. Di
sicuro si sarebbe vergongnata del suo comportamento e della sua
vigliaccheria. Lei aveva sempre detto di amare la sua capacità di affrontare
qualsiasi difficoltà con il sorriso. Ma ora da sorridere c’era davvero poco.
Aveva fatto un torto
gravissimo a Kiros e sapeva che Raine ne sarebbe stata dispiaciuta. A Raine
era sempre piaciuto Kiros, lo aveva sempre ritenuto una persona seria,
responsabile e molto gentile, l’unica che riusciva a ficcargli in testa un
po’ di buon senso.
Era sicuro che la sua
amata moglie gli avrebbe dato la sua benedizione se fosse stato nuovamente
felice con qualcuno….se quel qualcuno poi era Kiros, di sicuro sarebbe stata
ancora più tranquilla. In fondo come aveva detto il suo amico più volte
aveva tenuto il lutto per troppo tempo….e così aveva finito per ferire gli
altri col suo comportamento.
Gli ritornarono in mente
l’espressione mortalmente ferita di Kiros e le sue ultime parole.
“E’ meglio che me ne
vada. La mia presenza non è più gradita.”
Se n’era andato per
davvero alla fine. Lo aveva lasciato solo e la colpa era totalmente sua.
Un profondo senzo di
vuoto e tristezza gli attanagliò il cuore mentre una lacrima solitaria
cominciò a solcare il suo volto.
No. Non voleva restare
solo. Non voleva che Kiros lo abbandonasse. Non poteva restare senza di
lui…la sua presenza gli era stata necessaria per andare avanti tutti quegli
anni….se n’era accorto solo ora.
Solo ora capiva veramente
quanto Kiros contasse per lui.
“Voglio che torni.” disse
alla fine “Perché credo di amarlo anche io….”
Squall, che fino a quel
momento se n’era rimasto in silenzio mentre il padre metteva in ordine le
idee, sorrise soddisfatto e gli appoggiò gentilmente una mano sulla spalla.
“Allora che stiamo
facendo ancora qui! Andiamo subito a cercarlo!”
****************************
Da quel momento partì una
ricerca sfrenata e senza sosta. Mentre Laguna e Squall stavano parlando, gli
altri ragazzi avevano già dato il via alla caccia all’uomo.
Irvine e Selphie si erano
diretti subito alla stazione, sperando di trovare Kiros ed impedirgli di
partire. Quistis, Zell, Rinoa e Joshua stavano settacciando la città in
lungo in largo….ma purtroppo tutto sembrava essere vano, di Kiros non s’era
vista traccia.
Il consigliere aveva già
su di loro un notevole vantaggio e con quello era riuscito a volatilizzarsi
senza problemi e senza farsi scoprire. Ormai poteva essere ovunque.
Quando Laguna, quella
sera, venne a sapere dell’esito fallimentare delle ricerche cadde in una
profonda depressione e cominciò nuovamente a colpevolizzarsi per la fuga
dell’amico. A cena non toccò quasi cibo ed il suo sguardo rimase
perennemente vacuo e perso nei propri pensieri.
A Squall e gli altri si
spezzò il cuore vedendo il perennemente allegro presidente ridotto in quelle
condizioni, senza poter fare nulla per aiutarlo, ma non sapevano davvero
come fare…..non avevano la più pallida idea di dove si potesse essere
cacciato Kiros.
Ward aveva osservato
attentamente l’evolversi della situazione ma non aveva ancora dato la
propria opione. Sul suo volto spiccava un’espressione seria e controllata,
da cui non traspariva alcun sentimento, anche se in realtà era tormentato
dall’indecisione.
Quella mattina, appena
entrato nell’uffico di Laguna per iniziare un’altra giornata di lavoro,
avrebbe voluto spellare vivo il caro presidente per quello che aveva fatto a
Kiros. Infatti, dopo essersi scontrato con lui nel corridoio, lo aveva
riaccompagnato in camera sua e si era fatto raccontare l’accaduto per filo e
per segno.
Più l’amico parlava più
gli sembrava impossibile che Laguna si fosse comportato davvero in quel modo
e alla fine non riuscì ad opporsi energicamente alla decisione di Kiros di
andarsene.
Non era riuscito a
trovare degli argomenti validi per farlo restare e poi era talmente depresso
che sebrava davvero la cosa migliore per lui. Così lo aiutò a fare i bagagli
e a lasciare il palazzo senza essere visto, promettendogli che non avrebbe
detto a nessuno il luogo dove era diretto.
Ma ora non sapeva davvero
cosa fare. Aveva promesso, vero, ed era anche molto arrabbiato con Laguna
per il suo comportamento però ora sembrava essere così disperato….in oltre
dai discorsi di Squall aveva intuito che il presidente si era in qualche
modo accorto di provare qualcosa per Kiros.
In poche parole si
trovava tra due fuochi.
Una parte di lui gli
diceva di mantenere il segreto e lasciare che Kiros si liberasse finalmente
da tutta quella sofferenza che si portava dietro da anni, l’altra voleva che
entrambi i suoi migliori amici avessero la possibilità di essere felici, ma
ciò significava venir meno al giuramento.
Dopo ore trascorse a
tormentarsi fu la seconda vocina ad avere la meglio, così si alzò dal divano
del soggiorno sul quale era seduto a bere un bicchiere di Wisky e si diresse
verso la camera di Laguna. Era passato parecchio tempo dalla cena ed era
sicuro di trovarlo là.
Bussò alla porta e quando
ricevette risposta entrò nella stanza. Laguna era seduto per terra ai piedi
del letto, con la schiena appoggiata al legno ed il volto sulle ginocchia.
Ward si avvicinò
all’amico e s’inginocchiò accanto a lui.
“Hai bisogno di qualcosa
Ward?” chiese il presidente con voce vuote e assente.
Il consigliere mosse
lentamente le mani in modo che Laguna non si perdesse un solo segno.
“Certo che voglio
indietro Kiros….non so come andare avanti senza di lui….”
Ward sospirò e gli fece
la domanda fatale.
“Io…si…credo di
amarlo…anzi, so di amarlo….sono solo stato uno stupido….”
Ward non si fece scrupoli
a dimostrarsi d’accordo con lui ma poi accennò un sorriso.
“Dici di potermi aiutare?
Ma come?” domandò curioso.
Il sorriso si fece ancora
più largo.
“Cosa!? Tu…tu sai dov’è
Kiros? Non stai scherzando vero?” chiese euforico mentre gli occhi gli si
riempivano di nuova speranza.
L’uomo scosse la testa e
tornò subito serio.
“Te lo giuro! Se solo
dovessi fare di nuovo soffrire Kiros ti do il permesso di picchiarmi, di
spararmi, di lanciarmi fuori dalla finestra del mio ufficio! Qualsiasi cosa!
Sarò alla tua mercè!”
Ward sembrò essere
soddisfatto della risposta e decise di raccontargli tutto.
Cinque minuti dopo Laguna
fece irruzione in camera di suo figlio, interrompendo ogni sua ipotetica
attività.
“Presto Squall! In piedi!
Dobbiamo andare subito! So dove si trova Kiros!”
Con questo Squall, Seifer
e Ward furono trascinati sul LagunaRock e costretti a partire alla volta di
Deling City, più precisamente della scogliera dove da giovani i tre soldati
di Galbadia si erano gettati in mare.
Kiros sembrava
intenzionato a visitare quel luogo prima di trasferirsi in città e far
perdere definitivamente le sue traccie.
Laguna trascorse tutto il
viaggio in uno stato d’ansia accanto al figlio, che si trovava ai comandi
dell’astronave, e quando arrivarono a destinazione fu il primo a balzare a
terra.
Atterrarono poco distante
dalla scogliera in modo da non attirare troppo l’attenzione e lasciarono che
Laguna andasse da solo a recuperare Kiros. Il presidente, durante il breve
tragitto a piedi, pernsò a cento modi diversi di chiedere scusa e cominciare
un discorso sensato, ma non riusciva a mettere a fuoco le idee….era troppo
nervoso.
Quando oltrepassò
l’uscita della galleria che dava sullo spiazzo della scogliera lo vide ed il
suo cuore si fermò dall’emozione. Era seduto in terra e gli voltava la
schiena. Aveva lo sguardo rivolto verso il cielo limpido e stellato.
Rimase sulla soglia
alcuni istanti a godersi la scena, poi si fece coreggio e decise di farsi
avanti.
“Kiros…” disse in un
sussurro che però raggiunse perfettamente le oreccie dell’altro uomo.
“La…Laguna!?” chiese
incredulo voltandosi nella sua direzione.
Non credeva possibile che
fosse davvero lì. Era convinto che non lo avrebbe più rivisto….queste erano
le sue intenzioni. Come aveva fatto a trovarlo?
“Come hai fatto a
scoprire che ero qui?”
“E’ stato Ward a dirmelo,
l’ho praticamente costretto a farlo.”
Continuava ad avanzare
lento ma deciso mentre Kiros si alzava in piedi per affrontarlo.
“E cosa ci sei venuto a
fare? Pensavo ci fossimo già detti tutto no?” disse con voce colma di
tristezza.
A Laguna si spezzò il
cuore. Era colpa sua se era scappato, era colpa sua se stava soffrendo,
continuava a dirsi.
“Io…non ero in me Kiros….tutto
quello che ho detto o fatto io…no volevo credimi…non avrei mai potuto
pensare davvero certe cose di te! Ero solo…arrabbiato…”
Abbassò la testa
dispiaciuto sinceramente per quello che aveva fatto.
“Già, arrabbiato e
disgustato di me e dei miei sentimenti!” disse voltandogli le spalle
amareggiato.
“Cos..no!! Non è
assolutamente quello il motivo! Non potrei mai essere disgustato di te! Sono
venuto qui per chiederti scusa ed implorarti di tornare indietro!!”
Cade un profondo silenzio
tra i due. Ormai erano solo ad un paio di passi l’uno dall’altro. Laguna
aveva il cuore in gola ed era un fascio di nervi, Kiros era combattuto dai
propri sentimenti e dal dolore di un ennesimo rifiuto.
“Tornare? E come potrei!
Ormai tu conosci il mio segreto ed io non sono più in grado di continuare a
fingere di essere solo un amico! Ormai questo non mi basta più!”
“Io non ti chiedo più di
fingere!” gli disse facendolo voltare, in modo da poterlo guardare in volto.
L’espressione di Kiros
era sorpresa e forse un po’ perplessa. Laguna arrossì sapendo quello che
stava per dire ma si fece coraggio.
“Io…ho riflettuto molto
oggi…Squall mi ha aiutato a chiarirmi le idee e, beh, a vedere la situazione
da un nuovo punto di vista…”
Si passò nervoso una mano
fra i capelli ed inumidì le labbra con la lingua, senza accorgersi
dell’effetto che quei semplici gesti avevano su Kiros.
Cavolo! Non era stato
così nervoso neppure quando aveva chiesto a Raine di sposarlo.
“Poco fa ho detto che ero
arrabbiato ma non lo ero con te, bensì con me stesso. Non riuscivo a capire
quello che mi stava succedendo. Mi sentivo strano e nervoso e ho finito per
dire cose che non pensavo veramente…mi sono sentito un verme sai?” accennò
un sorriso “Il motivo di tutto quel mio comportamento è che io….ecco…oh non
sono mai stato bravo in questo genere di cose…io…io ti amo Kiros!”
Ecco lo aveva detto!
Sul volto di Kiros
comparve un’espressione incredula e sconvolta. Non poteva aver sentito bene!
Quello doveva senza dubbio essere un sogno….o forse era caduto dalla
scogliera, era morto ed ora si trovava in paradiso! Si, doveva essere
così….eppure Laguna era reale…possibile che…
“Non scherzare su certe
cose”
“Non potrei mai farlo lo
sai! Io non avevo ancora compreso i miei sentimenti ma tutto questo mi ha
fatto capire quanto tu sei importante per me! Non posso andare avanti senza
di te al mio fianco!”
Laguna sembrava essere
sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all’altro come un bambino…ma
non voleva perdere Kiros.
L’ex-consigliere lo fissò
attentamente con occhio severo.
“Come posso crederti?”
chiese infine.
Sapeva che la sua era una
domanda stupida. Il presidente, come aveva detto lui stesso, non avrebbe mai
scherzato su quel genere di cose….eppure era ancora così difficile credere
che tutto quello stesse accadendo realmente.
“Chiedimi qualsiasi cosa
e io la farò! Sono pronto ad inginocchiarmi ai tuoi piedi ed implorare il
tuo perdono…se me lo chiederai sono anche disposto a gettarmi da quella rupe
in mare come anni fa!”
“Baciami” fu l’unica cosa
che disse.
Laguna fu preso un attimo
di sorpresa a quella richiesta, proprio per la sua semplicità. Poi, senza
più esitazione, si lanciò verso di lui colmando il poco spazio che li
divideva, gli gettò le braccia attorno al collo e posò le sue labbra contro
quelle del compagno.
Kiros non si aspettava
che lo facesse davvero…diciamo che il suo cervello continuava tenacemente a
negare la possibilità che lo amasse sul serio…ma ora, ritrovarselo addosso,
essere baciato da lui….non poteva più fingere.
Il suo cuore esultò di
una gioia immensa, cominciando a battere a mille. Il suo corpo si mosse per
compiere gesti che fino ad allora aveva solo sognato di fare. Gli circondò
la vita con le braccia, attirando quel corpo snello e ben modellato contro
il suo, mentre le sue labbra risposero al bacio e cominciarono ad
approfondire il contatto.
Laguna fu attraversato da
un brivido. Le sensazioni che stava provando erano così forti e diverse da
quelle che aveva provato per Raine…ma allo stesso tempo simili. Kiros era
forte, deciso ma dolce…era lui che dirigeva il gioco, era lui la figura
dominante…..a lui non restava altro che lasciarsi andare. Laguna non era
esperto in quel genere di..rapporti…ma sapeva, sentiva, che era giusto che
così.
Quando i due si
separarono erano entrambi a corto di fiato. Il presidente osò alzare lo
sguardo ed arrossì quando incontrò gli occhi neri, ardenti di amore e
passione, del compagno.
“Allora, ti ho convinto?”
sussurrò per paura di interrompere quel momento magico.
“Forse…” rispose l’altro
con un sorriso enigmatico prima di scendere nuovamente ad incontrare le sue
labbra.
Laguna chiuse gli occhi e
si lasciò nuovamente andare. Come aveva potuto non accorgersene prima? Come
aveva potuto Kiros resistere tutti quegli anni, con quel fuoco che gli
ardevane nelle vene e che si stava riversando in lui con un semplice bacio?
Era stato davvero uno
stupido.
Improvvisamente sentì le
mani del compagno farsi strada dentro il lungo soprabito e sotto la sua
camicia, fino a sfiorargli delicatamente la pelle della schiena. Un sospirò
di piacere si perse nel loro bacio mentre quelle mani continuavano la loro
esplorazione.
Laguna sapeva quei gesti
dove li avrebbero portati e una parte di lui non chideva nulla di meglio…ma
l’altra era spaventata da quella nuova situazione, da quei nuovi e
travolgenti sentimenti.
Kiros smise di baciarlo e
cominciò a far scorrere le labbra lungo il suo collo candido, mordicchiando
e leccando qua e là la pelle.
“Ki..Kiros…non..non mi
sembra il luogo adatto…e poi Squall e gli altri ci stanno aspettando sul
LagunaRock…” disse con voce tremante, in parte dal piacere, mentre cercava
dolcemente di respingerlo.
“Nella caverna ho acceso
un fuoco….pensavo di passare qui la notte ed andare in città domani
mattina…e gli altri possono aspettare…” disse senza smettere il proprio
lavoro sul collo del compagno.
“Si ma io…io…”
“Laguna….” sospirò
allontanandosi per fissarlo negli occhi “So che sei spaventato…tutto questo
è nuovo per te e l’ultima cosa che voglio è metterti fretta…ma ho aspettato
troppo a lungo per questo momento.”
Gli accarezzò dolcemente
una guancia e sorrise.
“Ti fidi di me?”
“Si”
“Allora lasciati andare e
non farmi aspettare ancora.”
Laguna lo fissò a lungo e
alla fine acconsentì ricambiando il sorriso e mettendo da parte la paura.
Kiros aveva ragione. Per la sua stupidità e ingenuità lo aveva lasciato
soffrire troppo a lungo, glielo doveva….e poi lo amava, non gli avrebbe mai
fatto del male.
Il compagno, allora, lo
trascinò dolcemente all’interno della caverna fino a raggiungere un angolino
appartato dove aveva montato campo. Una volta illuminati e riscaldati dalla
luce del fuoco, lo attirò nuovamente a sé e riprese a baciarlo, prima sulle
labbra, poi nuovamente sul collo mentre gli sfilava il soprabito e lo faceva
cadere a terra. Laguna reclinò leggermente la testa in modo da lasciare via
libera alla bocca curiosa di Kiros mentre con le mani giocava con le sue
lunghe treccine.
Kiros cominciò ad
accarezzargli la schiena ed a sfilare la camicia fuori dai pantaloni. Poi
prese a trafficare con i suoi bottoni, aprendoli uno alla volta con
movimenti lenti ma decisi.
Laguna cominciò a
sentirsi perso nel calore del corpo di Kiros così vicino al suo….ed avevano
appena cominciato!
Una volta aperta
completamente la camicia, gliela fece scivolare dalle spalle, scendendo
contemporaneamente a baciare la nuova pelle esposta. Prese a mordicciargli
la spalla, poi giù sul petto fino a raggiungere un capezzolo, che prese
delicatamente tra i denti e comincio a stuzzircarlo mentre faceva lo stesso
trattamento all’altro con una mano.
Laguna sussurrò il suo
nome, travolto da un brivido di piacere, e avvicinò ulteriormente il suo
corpo a quello del compagno, facendo aderire i loro bacini. Il membro già
eretto di Kiros si scontrò con l’erezione crescente di Laguna e alla fine
decise che era tempo di scegliere una posizione più comoda.
Kiros fece lentamente
distendere Laguna su una coperta posizionata vicino al fuoco, scendendo poi
a coprirlo con il proprio corpo, dopo essersi sfilato anche lui la propria
maglia.
“Kiros….” sussurrò quando
la pelle bollente dei loro corpi entrò in contatto. Aveva gli occhi
socchiusi ed il respiro affannato.
“Dio Laguna….mi stai
facendo impazzire solo a guardarti….”
Il presidente non ebbe il
tempo di arrossire a quell’osservazione perché Kiros scese a baciarlo con
passione. Dischiuse leggermente le labbra e lasciò che le loro lingue si
incotrassero e cominciassero un duello sensuale e senza fine.
Le mani di Kiros
iniziarono a vagare curiose sul suo petto, sfiorando e stuzzicando i
capezzoli già turgidi, mentre quelle di Laguna gli accarezzavano ansiose la
schiena. Si inarcò leggermente, generando una dolce frizione tra i loro
sessi, cosa che spinse il consigliere a portare una mano verso il basso,
fino al bordo dei pantaloni. Lì si fermò ed iniziò a sbottonarli, facendola
poi scivolare dentro, oltre l’elastico degli slip, per afferrare l’erezione
pulsante del compagno.
Laguna, che non si era
accorto del lavoro che stavano compiendo le mani di Kiros, troppo preso dal
bacio e dalla sua presenza, lanciò un urlo di piacere misto a sorpresa
quando sentì quella presa dolce ma ferrea su di lui.
“..ahh..K…Kiros....cos..a...“
Il compagno nutrì il
proprio desiderio con quei sospiri e cominciò a far scendere nuovamente le
proprie labbra dal collo verso il petto e poi sempre più giù, muovendo
contemporaneamente la mano sull’erezione di Laguna. Quando il suo volto
arrivò all’altezza dei pantaloni, li afferrò assieme agli slip e li fece
scivolare lungo quelle gambe snelle e muscolose.
I suoi occhi arsero di
passione sempre maggiore alla vista di quel corpo perfetto, nudo sotto di
lui e alla sua mercè. Laguna aveva le braccia stese sopra la testa, con le
dita avvingiate alla stoffa della coperta mentre il suo petto si alzava e
abbassava a ritmi irregolari. Gli occhi erano chiusi e la pelle candida e
leggermette umida di sudore assumeva dei riflessi quasi perlati grazie alla
luce del fuoco.
“Sei stupendo….”
Laguna aprì leggermente
gli occhi e non potè evitare di arrossire sotto quello sguardo famelico.
Kiros sorrise e tronò a concentrarsi sull’erezione del compagno, ormai
completamente in bella vista. Senza esitare si abbassò e ne leccò la punta,
facendo sobbalzare e gemere Laguna. Poi la prese completamente in bocca e
con una lentezza snervante cominciò a succhiare.
Laguna non ci vide più
dall’afflusso di sensazioni che gli martellavano il cervello e i nervi. Si
portò una mano alla bocca per non urlare mentre si inarcò con il bacino per
cercare di seguire i movimenti del compagno.
Non aveva mai provato
delle emozioni così devastanti e travolgenti. Credeva di impazzire.
Kiros cominciò a pompare
con più forza sentendo il corpo di Laguna fremere e la presa suoi suoi
capelli farsi più insistente. Così qualche minuto dopo Laguna si svuotò
nella sua bocca e Kiros bevve avidamente senza lasciarsi sfuggire una sola
goccia. Poi si allontanò dal suo membro spento e salì a cospargergli il
volto con piccoli baci, fino a soffermarsi sulle labbra.
“Com’è stato?” gli
sussurrò in un orecchio.
“Meraviglioso….”
“Bene….perché il meglio
deve ancora venire….”
Laguna arrossì e si voltò
verso di lui. Un lieve nervosismo balenò nei suoi occhi ma incontrando
quelli calmi e dolci di Kiros, così colmi d’amore, si tranquillizzò subito.
“Allora non credi che
quei pantaloni siano di troppo?”
Kiros sorrise e lo baciò
fugacemente.
“Direi di si…” e con
questo si alzò da quel corpo candido quel tanto che bastava per togliere i
suoi ultimi indumenti e gettarli lontano.
Una volta nudo si adagiò
nuovamente su Laguna, facendo entrare in contatto i loro membri e
strappandogli un altro piccolo gemito. Kiros riprese a baciarlo con foga per
poi scendere sul collo e sulle spalle mentre portava una mano alla bocca del
compagno.
Laguna non esitò a
prendere quelle dita dalla pelle scura nella sua bocca, intuendo il loro
prossimo utilizzo, ed iniziò a leccarle sensualmente una ad una, simulando
quasi quello che Kiros aveva fatto poco prima con la sua erezione.
Questa volta fu il
consigliere che non riuscì a trattenere un piccolo gemito, affondando i
denti nella morbida carne del collo e lasciando su di esso il suo marchio.
Ad un tratto Laguna aprì
maggiormente le gambe, in modo che Kiros si potesse sistemare comodamente
tra di esse, e gli fece capire che era pronto a procedere. Allora le dita
uscirono dolcemente dalla sua bocca e scesero fino a posizionarsi contro la
piccola apertura tra i glutei.
“Rilassati” gli sussurrò
a fior di labbra prima di baciarlo ed introdurre lentamente un primo dito in
quello stretto passaggio.
Laguna quasi non se ne
accorse, sentì solo un lieve fastidio. Con il secondo dito però il fastidio
aumentò fino a trasformarsi in un lieve grido di dolore all’entrata del
terzo. Allacciò le braccia attorno al collo del compagno e lo strinse a sé,
affondando il viso nella sua spalla.
All’inizio Kiros si mosse
lentamente, aspettando che il dolore passasse, poi cominciò ad approfondire
quell’intimo contatto allargando leggermente le dita per rilassare il
muscolo. Quella era la loro prima volta e, nonostante il suo corpo urlasse
appagamento, si sarebbe bruciato con le braci del fuoco che aveva accesso
piuttosto che causare più dolore del necessario al suo amato.
Voleva che tutto fosse
perfetto.
“K…Kiros…ora ti pre..go….”
A quel dolce comando
Kiros fece scivolare fuori le dita, sentendo un sospiro di protesta da parte
del compagno. Poi si posizionò lentamente tra le sue gambe, la punta della
sua erezione che premeva contro la piccola apertura.
“Ti amo Laguna” disse
fissando quei meravigliosi occhi azzurri.
“Anche io ti amo…e mi
fido di te.” sorrise e gli accarezzò una guancia.
Dopo quella piccola
dichiarazione Kiros cominciò ad entrare lentamente nel corpo del compagno.
Laguna s’inarcò leggermente mordendosi le labbra per trattenere un urlo di
dolore mentre le lacrime gli riempivano gli occhi. Kiros cominciò ad
accarezzare l’erezione dell’amato cercando di distrarlo fino a quando non
affondò totalmente in lui….poi rimase immobile.
Era una sensazione
indescrivibile. Laguna era meravigliosamente stretto, sentiva il suo corpo
avvolgerlo totalmente. Allo stesso modo il presidente era combattuto da
un’ondata di piacere sempre crescente che lo riempiva e riscaldava ed un
dolore che era presto scomparso.
Laguna si mosse
leggermente contro di lui e gli afferrò le spalle, dandogli il via libera a
continuare. Kiros non se lo fece ripetere, cominciando subito ad uscire ed
entrare con lente spinte dal suo corpo. Ma ben presto i suoi movimenti
aumentarono di velocità, andando a toccare ogni volta un punto particolare
che fece urlare Laguna di puro piacere. Fu costretto a mordere la spalla di
Kiros per evitare che le sue urla ed i suoi gemiti rimbombassero per tutte
le gallerie di quella caverna mentre assecondava col bacino ogni movimento
del compagno.
Se mai esisteva il
paradiso, beh, loro due vi erano dentro.
Si muovevano come un solo
corpo, cercando di approfondire al massimo il contatto e la penetrazione.
Erano persi nel mare infinito dei loro sentimenti e dalla vicinanza delle
loro anime.
Non si accorsero quasi di
arrivare al limite nello stesso momento, Kiros svuotandosi all’interno del
compagno, Laguna sui loro corpi.
Si accasciarono sfiniti
sulla coperta, rimanendo abbracciati fino a quando il loro respiro ed il
battito del loro cuore non tornarono nella norma. Poi Kiros uscì lentamente
da quel corpo accogliente e si distese accanto a Laguna, attirandolo a se e
baciandogli i morbidi capelli nocciola.
“Come ti senti?”
“Non ho parole per
descriverlo…” sussurrò stanco, accoccolandosi contro di lui.
Kiros sorrise ed afferrò
l’altra estremita della coperta per avvolgere i loro corpi nudi. Non poteva
ancora crederci. Aveva fatto l’amore con Laguna. Dopo vent’anni di attesa e
sofferenza era finalmente riuscito a conquistarlo e a farlo suo. Non riuscì
a trattendersi da dire quei pensieri ad alta voce.
“Ora sei mio Laguna. Non
ti lascerò più andare.”
“Possessivo?”
“Non sai quanto”
“Bene, perché io non
voglio che mi lasci mai.”
Laguna sbadiglò ed
appoggiò la testa sulla spalla del compagno, utilizzandola come sostituto
del cuscino.
“Non credi sia meglio
tornare dagli altri?” chiese, infine, ricordandosi di Squall, Seifer e Ward
che li attendevano sull’astronave.
“Non ti preoccupare….li
recuperiamo domani…non scappano mica…”
“Lo so ma si staranno
preoccupando”
“Ne dubito….e poi sei
stanco morto, lo capirebbe anche un cieco, quindi tu da qui non ti muovi
fino a mattina chiaro?”
“…ok….” sussurrò,
evidentemente già mezzo addormentato.
Kiros sorrise e chiuse
gli occhi, lasciandosi cullare dal calore di Laguna e dal suo respiro calmo
e sereno.
Intanto, su un’astronave
non molto lontana, Squall stava cominciando ad agitarsi mentre Seifer se ne
stava beatamente seduto su una delle poltroncine.
“Mio padre ci sta
mettendo un po’ troppo per recuperare Kiros. Non vorrei che fosse successo
qualcosa.”
“Qualcosa è di sicuro
successo, ma non quello che pensi tu.” rispose il biondino con un sorriso
saccente sul volto. Lui aveva più di una mezza idea in mente.
“Cosa intendi?”
“Intendo che quei due
stanno benone e che domani mattina li vedremo comparire ai piedi di questa
carretta sani e salvi.”
“E tu come fai a
saperlo?”
Seifer rise di gusto
alzandosi in piedi e raggiungendo il suo ragazzo.
“Squall….tu non cambi
proprio mai! Sei sempre il solito ingenuo!” gli circondò le spalle con un
braccio e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. L’attimo dopo il viso di
Squall assunse una buffissima tonalità pomodoro.
“Adesso hai capito cosa
intendo koi? Piuttosto, che ne dici di seguire l’esempio del tuo papino ed
andare ad appartarci in una delle stanze di questa astronave?”
Il moretto, se possibile,
arrossì ancora di più prima di dare un lieve pugno nello stomaco al suo
compagno.
“Stupido!”
Ward intanto assisteva a
tutta la scena divertito, felice che le cose si fossero risolte per il
meglio.
*OWARI*
Miyu- finalmente ho
finitooooooozzz…..zzzzzzz………zzz…..
Seifer- l’autrice è
andata!^^;;;
Squall-
vedo….piuttosto….cosa sono quei fumetti che le escono dalle orecchie?
Seifer- credo sia il suo
cervello che è andato in surriscaldamento!^_^;;;;
Squall- ah!-_____- *no comment*
Kiros&Laguna- finalmente
qualcuno che pensa anche a noi!*____________*
Squall- mentre a me è
toccato il ruolo da psichiatra!-__-
Seifer- io direi da tonto
amore!^^
Squall- vuoi
morire!?-___-
Seifer- come non
detto!^^;;;;;
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