DISCLAIMERS: I personaggi
non sono miei, ma del mitico papino Inoue che per disfarsene ogni tanto me li presta!!
DEDICHE: Questo giorno è
un giorno speciale!! Oggi è il compleanno della tesora
Tes!!!! Ti auguro un giorno
speciale, splendido e pieno di dolci!!! Ti voglio
tantissimo bene, anche se il destino ci è contro ç////ç, tantissimi auguri e
buona lettura!!^__^
NOTE: La fic avrà una continuazione, prima o poi...
^^""" non chiedetemi quando, ma ci sarà!!!
E SE....
di
La musica lenta cullava l’atmosfera
romantica del locale, il piano suonava tenere note d'amore mentre il resto
della band si riposava. Le luci soffuse ed il dolce bisbigliare, un
luogo intimo e romantico..... un bar per gli
innamorati.
Lì, tra i tavolini più o
meno appartati, un uomo ed una donna parlavano tra di loro, piano, guardandosi
e studiandosi, cercando conferme negli occhi del partner, cercando amore tra di loro....
Sorrisi tenui ed
imbarazzati, solo questo e nulla di più....
Ma
distante da loro degli occhi nocciola fissavano i teneri amanti che si
sfioravano le mani, accarezzandosi.
Gli sembrava impossibile,
eppure sua madre stava flirtando con un uomo... la sua
mamma stava con un uomo.... era normale, ma per quale motivo non gliel’aveva
detto??
Sbuffò.
"Do'aho!!
Fai piano che altrimenti ci vedranno!!" mormorò
l'altro ragazzo che, in disparte, guardava suo padre amoreggiare con una donna.
"Non chiamarmi do'aho!!! Baka
kitsune!!" ringhiò in risposta, trattenendosi a
mala pena dal saltargli alla gola.
Già a scuola non lo sopportava,
ma proprio lui doveva essere il figlio di quell'uomo??
Quale mente malata gli aveva giocato tale scherzo?? Se lo chiese
per la milionesima volta, guardando il suo compagno d'avventura.
Gli occhi blu socchiusi,
quasi addormentati, la frangia a coprire quello sguardo freddo e penetrante,
mentre le luce soffusa giocava spietatamente con la
camicia bianca sbottonata per i primi bottoni.
Doveva ammettere che era splendido.
Il suo sguardo si posò sulla neo coppia, notando che entrambi si stavano alzando per
uscire dal locale. Anche lui si alzò, seguito subito a
ruota dalla kitsune, la quale, non perse tempo
iniziando a seguire l'uomo.
Entrambi i ragazzi si
guardarono attorno.
Non capivano dove
stessero andando....
Le strade ora erano più
affollate, piene specialmente di coppiette....
Le luci intermittenti dei
love hotel rischiaravano le strade, facendo capire ai due ragazzi dove si stesse
recando la coppia di adulti.
Incredibile a dirsi,
videro i loro genitori entrare ‘nella casa del piacere’,
per un attimo Kaede e Hanamichi si osservarono.
Cosa
dovevano fare??
Entrare oppure aspettare
fuori??
"Do'aho,
andiamo... voglio sapere la verità...." incitò la volpe, entrando per primo nel love hotel,
attirando su di sé da subito gli occhi adoranti della giovane inserviente.
"Mi di...dica??" chiese la donna, mangiandoselo con gli occhi.
"Nh,
una camera..." mormorò freddo e glaciale, non
guardando minimamente la ragazza che stava per disidratarsi davanti alla sua
prestanza.
"T...t....t...tenga...
e grazie per aver scelto il nostro hotel...." pigolò
rossa come un peperone, osservando incantata l'andatura di Rukawa.
Il moretto si avviò verso le scale, arrivato a metà si girò verso il suo
compagno di squadra e... restò affascinato.
Hanamichi
rosso d'imbarazzo si guardava attorno, confuso e vergognoso di quella
situazione.
Gli occhi bassi, le
guance arrossate ed un timido sorriso a ricoprire le labbra rosse come le
ciocche dei capelli che, delicatamente, baciavano il volto volitivo.
Rukawa
ritornò indietro e preso per un polso del rossino si
fece seguire su per le scale.
Come arrivarono
in corridoio videro la coppietta, di colpo il moretto si nascose dietro
ad una colonna trascinando con sé il rossino. Si
appiattirono contro di essa, Rukawa
osservò il padre accarezzare amorevolmente il collo della donna che arrossì,
lusingata da quella corte. Il volpino sbuffò, pensando che anche il do'aho era così.... di colpo si
girò verso l'altro ragazzo e per poco non ebbe un infarto.
Si ritrovò a pochi
millimetri il volto arrossato dell'altro.
I respiri si
confondevano, i corpi stretti e pressati nel piccolo spazio mentre le mani
abbronzate si erano strette alla sua camicia.... si
sentì la bocca piena di saliva.
I loro occhi così vicini,
come le labbra... solo pochi centimetri a dividerli....
Restarono ad osservarsi
ancora qualche secondo quando sentirono la porta aprirsi e chiudersi, di colpo
Kaede guardò verso il corridoio, notando l’assenza della coppia che seguivano.
"Cosa
facciamo adesso??" domandò Hanamichi,
osservando con occhi tristi quella porta chiusa.
"Aspettiamo, ma
andiamo nella nostra camera!"
"Va bene..."rispose
tristemente l'altro, consapevole che sua madre avrebbe avuto da fare per
molto...
Il moretto,
stranito dal comportamento dell'altro, lo guardò si di
sottecchi e lo trovò molto giù di corda, ma era più che naturale... loro due
non si assomigliavano per niente.
Lui era menefreghista e
più di tanto non gli importava se il padre si vedeva
con una donna, ma la cosa che gli dava fastidio era che non gliel'avesse detto.
E
il do'aho??
Cosa
provava il do'aho??
Si chiese, facendo
scattare la serratura.
Appena entrarono
restarono shockati dalla stanza.... insomma, capivano
che li lì le coppiette si trovavano per amoreggiare, ma da qui a pensare ad un
letto così, ce ne voleva!!
Infatti
il letto in questione era matrimoniale, molto ampio, a forma circolare.
Occupava il centro della
stanza, mentre delle candele a varie forme erano accese tutte intorno, le
fiammelle rossastre splendevano riflettendosi sulla grande finestra
che dava sulla città. Era una camera semplice, ma molto carina pensò Hanamichi, avvicinandosi alla grande
finestra e guardando le luci della città. Faceva uno strano contrasto vedere la
città di notte eppure illuminata dalle insegne, dai fari delle automobili che
impazzite sfrecciavano da ogni parte, dai lampioni che rischiaravano come
stelle le strade più lontane. E in alto, nel cielo, vi erano invece piccoli
punti, poco luminosi, quasi invisibili al di sopra delle
luci della città... eppure sempre
splendidi.
Kaede lasciò il compagno
di squadra a guardare il panorama, mentre con indolenza entrava nella stanza da
bagno, aveva bisogno di rilassarsi e di distogliere i suoi pensieri dal perché sentiva il suo cuore impazzito.
Aprì il getto dell'acqua
calda e poi la miscelò con quella fredda, ottenendo una temperatura adatta,
solo allora si spogliò degli abiti, appoggiandoli sopra al grande
mobile che occupava la stanza. Si guardò un attimo allo specchio, la sua figura
intera era splendida: il viso sensuale con due occhi da mozzare il fiato, il
torace largo e confortevole, le braccia forti e lunghe, la vita elegante e le
gambe lunghe e sode....
Ma
i suoi occhi si soffermarono su un particolare: un bruscolino!!
"Cazzo,
no!!" sbottò irritato il moretto, iniziando a schiacciare via quell'infame dalla sua spalla sinistra.
Per sua fortuna ci riuscì
subito, poi si immerse sotto il getto tiepido della
doccia.
L'acqua baciava,
accarezzava e venerava la sua pelle, rilassandola come un esperto
massaggiatore... piano iniziò ad accarezzarsi il corpo cercando di dimenticare
la tensione provata, di dimenticare lo sguardo triste di Sakuragi.
A quell’immagine,
però, nella mente del ragazzo si sovrapposero altre immagini.
Visioni dove il dolce
sorriso del suo compagno di squadra era rivolto solo a lui, dove quegli occhi
nocciola si riempivano di gioia quando i loro sguardi
si incontravano, dove un lieve imbarazzo imporporava le guance quando le sue
mani lo accarezzavano....
Aprì di scatto gli occhi.
Cosa diavolo aveva
pensato???
Di colpo chiuse l'acqua
ed uscì, indossò l'accappatoio bianco che era sulla gruccia e con un
asciugamano iniziò a tamponarsi i capelli.
Così uscì dal bagno.
Rientrando nella stanza
restò senza fiato nel trovare il rossino disteso sul grande letto, di fianco, con una mano accanto al volto e
l'altra appoggiata morbidamente sugli addominali.
Si fermò ad osservalo.
I semplici blu jeans
modellavano dolcemente le gambe, celando anche troppo la loro perfetta forma,
eppure vederlo così.... era tremendamente sexy.... e
poi quella maglietta bianca a maniche lunghe, gli dava un candore da
sconvolgere chi lo guardava.
E quelle candele…… che
donavano alla stanza un’intimità eccelsa, che ne facevano
un luogo tutto loro dove poter scoprire finalmente i loro veri volti... già, il
vero volto del rossino....
.... un angelo vestito da
diavolo.
Ecco cos'era per Rukawa il rossino.
Piano si avvicinò al
letto.
Si sedette accanto a lui,
iniziando a guardarlo meglio.
Studiando il volto sempre
volitivo e allegro.... ora sereno, quasi.... dolce....
Le sue mani si mossero
prima che la sua ragione le fermasse.
I polpastrelli
assaggiarono i contorni del viso, passando e ripassando sulle labbra socchiuse
dove il soffio di vita faceva capire la splendida realtà. Piano scese lungo il
collo, accarezzando avido la pelle sensibile dietro l'orecchio poi la spalla,
ma non gli bastava, voleva sentire il calore di quella pelle. Così pensando
portò le mani alla maglietta, con cautela gliela tirò su, lasciando scoperti
gli addominali ed il ventre piatto.... posò l’intera
mano su quei muscoli e sentì il tepore riscaldargli le membra, appiccare un
fuoco nel suo profondo.
Massaggiò con attenzione
quella pelle, fino a quando un sospiro incendiò l'aria, mentre, ancora
addormentato, Hanamichi si girava supino.
Splendido, pensò Kaede
portando entrambe le mani su quel punto caldo e scoperto.
Scese verso l'inguine,
giungendo alla stoffa dei jeans... doveva fermarsi
o....???
Purtroppo la sua mente,
intossicata da quel calore, lo fece desistere dal fermarsi e così risalì il
torace, aggrovigliando la maglia poco più sopra dei capezzoli che si stavano
inturgidendo.
Sorrise maliziosamente.
Si portò la mano sinistra
alla bocca e leccò piano due polpastrelli, inumidendoli, poi li riportò su un
capezzolo, prima lo accarezzò ed infine lo strinse piano. Giocò ancora qualche
secondo per poi stringerlo forte, facendo inarcare il corpo del rossino che si svegliò di botto.
Gli occhi nocciola si
piantarono sulla volpe che ancora giocava piano con il piccolo capezzolo,
l'altra sua mano invece accarezzava il ventre piatto, scendendo fino al bottone
dei jeans per slacciarlo.
"MA CHE DIAVOLO STAI
FACENDO!!!???!!" gridò Hanamichi,
cercando di alzarsi, ma venne bloccato da una
carezza intima sul proprio sesso.
Anche
attraverso la stoffa si sentì bruciare.
Gemette, ricadendo sul
letto.
"Calmati.... lasciami fare..." bisbigliò
Kaede contro le labbra socchiuse.
Poi un desiderio folle.... baciarlo.
Un tocco leggero.
Poi l'esplosione dei
sensi.
Le mani abbassarono anche
la zip e nel frattempo le lingue lottavano nelle loro
bocche, invadendo più spazio possibile, giocando ad un gioco pericoloso,
intossicante.
Le labbra del moretto si
separano, ma Hanamichi non voleva lasciarle, non
poteva.... era come drogato dalla loro dolcezza
infinita. Così le rincorse fino a riuscire a sedersi, incollando
nuovamente le loro bocche.
Non gli importava nulla
se non quella lingua che, birichina, lo eccitava, facendolo impazzire.
Le mani dorate si
posarono sulle spalle coperte dalla spugna morbida dell'accappatoio, senza
riuscire a fermarsi si infilarono nella scollatura,
saggiando con i polpastrelli la cute candida e calda di Kaede, il quale, preso
da quella mossa infilò direttamente una mano nei boxer ormai stretti del rossino.
Si separano ansanti.
Le bocche a pochi
millimetri.
Uno sguardo e nuovamente
erano affondati nel loro piacere.
Piano Hanamichi
spostò la spugna candida, esponendo la pelle alabastrina all'aria ormai carica di dolce promesse, la stoffa scese lungo le spalle per poi
aggrovigliarsi sul gomito di un braccio, la cui mano accarezzava impudentemente
il fianco dell'altro. Altre dita invece si posarono sul nodo dell'accappatoio,
iniziando a slacciarlo.......
Nuovamente la necessità
d'aria li fece separare.
"Aspetta...." bisbigliò Kaede, posando entrambe le mani sulla maglietta e
tirandola su, spogliando il compagno da quella tortura che non gli permetteva
di vedere il totale splendore dell'altro.
Poi con irruenza liberò
le braccia dall'accappatoio, appoggiò le mani accanto alla testa dell'altro e
si mise a gattoni accanto al rossino.
Si chinò a baciarlo piano sulla fronte, sugli occhi, sugli zigomi, facendo
cadere una dolce pioggerellina di baci delicati, arrivando al collo dove succhiò
avidamente il pomo d'Adamo. Intanto le mani si prodigavano ad abbassare insieme
pantaloni e boxer, non riuscendoci si posizionò sopra
l'altro e scese con la bocca lungo il torace, leccando e baciando quella pelle
sempre più bollente.
Scese lungo
tutto il corpo.
Giunto all'inguine alzò
la testa ed osservò ammaliato il ragazzo disteso.
Gli occhi
socchiusi, il respiro affannoso, il volto arrossato dall'imbarazzo e dal
piacere.
Sorrise.
Abbassò il volto e
continuò la sua opera di svestizione.
I
jeans accarezzarono ogni lembo di pelle che, scoperta, si lasciava baciare dall'aria
calda della stanza.
Le labbra volpine, nel
frattempo, baciarono le cosce, le ginocchia, i polpacci... infine con una strattone lo spogliò con ardore dei jeans e della biancheria e nella foga portò via anche i
calzini.
Ancora accucciato ai
piedi di Hanamichi si alzò e, gattonando sul
materasso, raggiunse il volto dell'altro.
"Ehi... sei tutto
rosso..." bisbigliò piano, temendo di rovinare
l'atmosfera carica di elettricità.
"Baka..."
rispose con affanno il rossino.
Il suo corpo scottava da
morire, come se una colata di oro liquido gli si
rovesciasse addosso.
Non ce la faceva più.
"Do'aho,
non farmi arrabbiare.... altrimenti ti lascio
qui..."
Nonostante
quelle parole Hana sorrise sinistramente.
"Sul serio??
Strano... perché mi sembra che anche il tuo amichetto sia....
in tensione..."
Rukawa
sorrise.
"Vero. Che ne dici,
ci diamo da fare???"
"Ok..."
Così dicendo le mani del rossino si posarono sulla schiena di Kaede ed iniziarono ad
accarezzarlo. Le dita assaggiarono ogni piccolo muscolo, cercando i punti dove
i gemiti si intensificavano, giungendo finalmente ai
glutei sodi del moretto, il quale, non era stato di certo con le mani in mano. Infatti la sua bocca era incollata ai capezzoli rosei e duri
del ragazzo sotto di lui, mentre le mani si davano da fare, accarezzando il
sesso turgido. Le dita candide passavano dalla punta all'asta fremente,
sfiorandola piano solo per torturare la sua vittima. Poi le dita di una mano
scesero lungo il pene, giù dritto sui testicoli, giocandoci un attimo e poi
verso quell'apertura invitante.
Una carezza in quel punto
ed il ragazzo si contorse.
"Haaa...
Kae.... de... dai..."
"Calmo... non posso
pene… trarti... anf.... anf... senza prepararti...."
"D... dai...."
Il suo corpo si inarcò offrendo senza remore la sua piccola, vergine,
apertura a quelle dita meravigliose.
Le dita si spostarono.
Un gemito di
disapprovazione.
"Shhh.... calmati..." disse Kaede
portandosi le dita alla bocca, iniziando ad inumidirle mentre l'altra mano
impugnò il sesso del rossino, vezzeggiandolo più
profondamente.
"Ah... così...
Kit... mhhh... siiii...."
Perso nel peccato del
piacere non si accorse del dito che lo penetrò piano, senza difficoltà quella
mano accarezzò la prima volta il suo interno, rilassando le pareti.
Gli occhi blu si posarono
sul volto dell'altro, ma non notando cambiamenti decise
di inserirne un altro, ma un mugolio di dolore rovinò quella voce calda.
"Ahi.... piano... fa male...."
"Scusa...."
Detto ciò Kaede abbassò il suo volto fino alla virilità e di colpo la prese
in bocca.
"AHAAAAAAAAA...."
gridò impreparato a quel calore Hanamichi,
che da subito si era mosso verso quel calore.
La bocca iniziò a suggere lentissimamente, facendo scorrere al suo interno
la virilità, gustandola piano.
Rukawa
proseguì nei suoi giochi eccitanti, accarezzando con
la mano i testicoli gonfi mentre la sorella si occupava dall'apertura.
Un terzo dito violò il rossino, il quale, troppo perso nel piacere, si impalò su quelle dita, prendendole in profondità,
cercando di darsi il piacere assoluto.
Eppure
sapeva bene che esso sarebbe arrivato solo con Rukawa…………
La bocca volpina lasciò
la sua presa, scatenando un gemito di disapprovazione nell'altro, raggiungendo
l'orecchio e soffiandoci piano sopra.
"S... sei... p...
pronto...???" domandò, sfilando le dita da quel nucleo di calore.
"S... sì....ma...."
"Ma....?"
"Non...
abbiamo... il... preser... anf
anf...vativo..." bisbigliò senza forze.
Kaede cercò di calmarsi e
rispose con fatica.
"Io sono vergine...
e tu??"
"S... sì...."
"Allora non ci sono
problemi..."
Hanamichi
divaricò meglio le gambe, creando uno spazio per il bacino dell'amante, Kaede
portò il suo sesso verso l'apertura, aspettò un attimo e lentamente si fece
accogliere da quell'antro caldo.
Millimetro per millimetro
entrò, scatenando gemiti di dolore, che si trasformarono in piacere misto a dolore
quando una sua mano iniziò ad accarezzare l'intimità fremente del do'aho.
Carezze...
Piacere...
Dolore...
E
poi la completezza.
Finalmente i corpi uniti.
I respiri affannati.
Attimi di tensione, dolore
e quant’altro.
Eppure
quella grossa presenza in sé lo portava in paradiso, un piacere immenso, dolce
e.... bello.
Così si sentiva Hanamichi.
Per un attimo si domandò
se la stessa identica cosa la provasse anche il ragazzo che lo possedeva, se
anche lui provasse quel senso di appartenenza...
"Ha... Hana...."
Gli occhi nocciola si
piantarono in quelli blu.
Una domanda in quelle
iridi ora scure di passione.
Il rossino
strinse le mani sulle spalle dell'altro
e con un tremulo sospiro mormorò.
"Prova a muoverti...."
Kaede baciò le sue labbra
e si ritirò da quel calore intossicante, per poi rientrare di colpo con potenza,
ma quando vide il rossino mordersi le labbra per
trattenere il dolore.... si pentì di non essere
riuscito a controllarsi.
Baciò quelle lacrime che bagnavano
il viso del rossino, una piccola scusa sussurrata con
i gesti.
Lentamente si ritrasse e
piano si inabissò in lui.
Un mugolio.
Ripeté l'azione.
Un gemito distinto.
Altra spinta.
Due parole gridate.
"Kae,
spingiii!!!!"
Il moretto capì di
potersi lasciare andare.
Si ritrasse e di colpo
rientrò con prepotenza, forza e ardore, come se non avesse mai fatto altro. Il
ritmo era equilibrato, ogni spinta giusta, non troppo
forte o debole, ma giusta.... poi avvenne il miracolo.
La volpe trovò il punto
magico dentro al rossino, lo
sfiorò con la punta del suo sesso,
assaggiando in profondità quel corpo che ora gli veniva incontro. Anticipando
le sue spinte, cercando una reciproca appartenenza, un
senso di pace dei sensi, solo quello importava.... e allora si spingeva
incontro all'altro, cercandolo quando usciva ed avvicinandosi quando rientrava.
"Di piùùù!!!!" gridò Hana, in
preda al piacere squassante che gli faceva sbattere la testa sul cuscino.
A quelle parole Rukawa iniziò a spingere più forte, affondando di più ad
ogni colpo, cercando quel calore,.
Ancora un colpo ed uscì.
"N...nooo!! Entra, entraaa!!!!" gridò isterico Hanamichi
che non ebbe il tempo di capire che si sentì girare, sbattere contro il
materasso e nuovamente fu pieno, completo.
Ora che veniva preso di schiena sentiva ancora meglio quel pene
possederlo, spaccarlo in due, entrare con forza e colpire sempre più forte.
E quando una mano candida
si fece spazio tra lui e il materasso si inarcò,
lasciandola alla sua dolce tortura sul proprio sesso.
I colpi aumentarono, così
come le carezze.
Strinse le
mani al guanciale, stava per raggiungere
l'orgasmo... lo sentiva.
Non sapeva cosa fare, ma
quando il sesso giunse al suo limite gridò, gridò con
tutto il fiato in gola, alzando la testa e guardando il soffitto, non vedendolo
realmente, ma fissando una luce accecante.
Per poi ricadere esausto
tra le coltri arruffate.
Mentre,
con un ultimo gesto di possesso, Kaede usciva e rientrava in lui, svuotandosi
in quel dolce calore.
Restarono fermi per
alcuni attimi poi, lambendogli una spalla, Kaede uscì, stando attento a non
fargli male... solo allora si accorse del sangue che macchiava quelle cosce e
dello sperma che colava piano dai glutei sodi. Si avvicinò al sedere sodo e
leccò via le ultime tracce del suo piacere, ma prima di spostarsi baciò i due
glutei.
Si distese nel letto e
solo in quell'istante si rese conto che il suo amante
era svenuto.
In qualche modo prese il
copriletto e coprì entrambi, ben sapendo che al loro risveglio ci sarebbero
state delle parole o forse una bella rissa.
Un’ora dopo Hanamichi aprì gli occhi e in un
attimo si ricordò ciò che era accaduto: lui e Rukawa
avevano fatto... cosa??
L'amore??
Sesso???
Non lo sapeva.
Piano si rialzò dal letto e, senza badare alla sua nudità, entrò nel
bagno per farsi una doccia. L'acqua calda gli avrebbe fatto bene al corpo e
alla mente. Pochi minuti dopo uscì, coperto da un accappatoio e si accorse di
essere osservato da Rukawa, il quale, immobile, lo
stava aspettando nel letto.
"Nh.... come va???" chiese il moretto, senza badare tanto
al rossore del do'aho.
"Bene...."
Il silenzio circondò i
due giovani, era inevitabile, eppure odiarono quell'attimo
di palpabile tensione che, come una coltre, li avvolgeva nel suo abbraccio.
"Hana, io...."
Il rossino
lo fermò, non doveva parlare.
Toccava a lui.
"Non dire nulla. E'
stata solo una passione passeggera, noi ci siamo sempre odiati e quello che è accaduto
oggi è stato solo un atto di passione."
"Sì , un atto di passione che ci ha fatto incontrare.... e
basta."
Queste frasi furono dette pianissimo, eppure sembravano così false, ma nessuno
dei due voleva ancora addentrarsi nel proprio cuore. Avevano paura di scoprire
la verità, una verità inaccettabile eppure reale.
"E' meglio
prepararci."
"Nh!"
Rukawa
si alzò ed iniziò a vestirsi, guardando di sottecchi il do'aho
che, lentamente, stava facendo la stessa cosa.
Era preoccupato per le
sue condizioni.
Incredibile, ma vero.
Appena uscirono dalla
stanza per loro fortuna uscì anche la coppia che
seguivano.
Restando in disparte
scesero e subito dopo si separarono per seguire i rispettivi genitori con una
sola certezza nel cuore: le loro strade prima o poi si
sarebbero incrociate nuovamente.
E cosa sarebbe successo.... solo Kami lo poteva sapere.
FINE (per ora!!!^^)