Note dell'autrice: per farmi perdonare di tutte le mie fic "agnst"! ^___=
Disclaimer: Slam dunk e quindi i personaggi che lo riguardano appartengono al mitico, insuperabile, sommo, eccelso, ecc. Inoue e agli aventi diritto. Io mi limito a prenderli in prestito per scrivere ff senza scopo di lucro e sognare ad occhi aperti! ^^ 




Erotic Angel

parte I

di Eshty


- K'so! - ringhiò sommessamente.
Giro per la casa come un animale in gabbia. Non va bene, nulla va bene da un po' di giorni a oggi. Cosa è successo? Cosa MI è successo?? Già sentirsi svegliare improvvisamente la propria libido non è stato affatto divertente, anzi. Fino a pochi giorni prima andava tutto come sempre, poi... /Quei/ pensieri e le reazioni ESAGERATE del mio corpo. Ora non riesco più a distogliere la mente da quel chiodo fisso...
- K'so!!! - ripeté, sbattendo la porta della cucina. 
Cosa aveva da essere eccitato? Niente! Era da solo, in casa, non aspettava nessuno, non aveva fatto incontri di alcun genere. Eppure i pantaloni iniziarono a stargli troppo stretti e un'ondata di caldo insopportabile gli stava infiammando il bassoventre.
Si lasciò cadere sul divano, fissando con astio il telefono. Aveva visto quella pubblicità, ecco cosa aveva nuovamente scatenato in lui i suoi ormoni. Eh già, perchè oltre aver scoperto il significato intenso della parola "sesso", si era pure reso conto di essere gay. Ci mancava pure quella! E non poteva certo sfogarsi con qualcuno! Prima cosa: non aveva amici. Seconda cosa: anche se li avesse avuti, mica poteva andare lì e dire "Ehi, da un po' di tempo il mio amico del piano di sotto si è svegliato e ha scoperto che gli piacciono gli uomini!". Scosse il capo, cercando in vano di allontanare dalla mente quei pensieri... ma era del tutto inutile. Come li aveva definiti una volta Mitsui? "Sani appetiti adolescenziali"? Be', sani non molto, non quando iniziano a condizionarti l'intera giornata, non quando continui a sognare cosa vorresti fare ad un tuo certo compagno di squadra dai capelli rossi, non quando la fantasia crea nella tua testa episodi erotici tanto spinti da indurti a pensare che forse potresti fare il regista di film porno invece che il giocatore di basket....
Gettò un'altra rapida occhiata sulla pubblicità che c'era nel quotidiano di quel giorno. Lui di solito si limitava a leggere le notizie sportive, ma quella mattina lo aveva sfogliato tutto, cercando di concentrarsi su ciò che vedeva per distogliere la mente da idee ben poco innocenti, quando quel piccolo rettangolino colorato lo aveva colpito allo stomaco con la stessa potenza di un calcio, solamente che il dolore che sentiva era di altro genere...
"Erotic Angel - Gay Hot Line", così diceva l'intestazione. E il numero di telefono. Nuovamente sentì pulsare il suo membro negli slip, strappandogli un gemito di frustrazione. Non poteva abbassarsi a tanto! Non doveva! Ma allora perchè inconsciamente una sua mano si era mossa e aveva composto il numero?
Ascoltò la suadente voce registrata di un uomo che gli elencava le possibili scelte. Parecchie. Neri, bianchi, adulti, giovani, anziani, atletici, efebici, effemminati, mascolini e così via. Iniziò a pensare di buttare giù, quando si incuriosì per l'ultima frase: "e ora ecco le voci degli ultimi angeli che si sono scivolati dai vostri sogni per giungere qui...". Tre nuovi ragazzi avevano deciso di intraprendere quel mestiere e si chiese cosa potesse spingere qualcuno a farlo. Soldi? Be', non poteva certo dirsi disgustato, lui li aveva chiamati solo perchè stava diventando un hentai peggiore di Sendo! Alcune volte aveva pensato seriamente di andare con lui, sapeva che Akira ne sarebbe stato più che lieto, ma non poteva... non ce la faceva. Quando gli veniva in mente il porcospino, cosa che avveniva di solito in palestra, si metteva a guardare di sottecchi il /suo/ do'aho e qualcosa gli diceva che mettersi con Sendo avrebbe del tutto distrutto ogni benché minima possibilità con il rosso. La registrazione nel frattempo stava andando avanti; stava per riagganciare quando udì la voce dell'ultimo ragazzo e si bloccò. Doveva avere all'incirca la sua età ed era... calda, avvolgente, un po' timida, forse imbarazzata. Si sentì andare a fuoco. Senza pensarci due volte, premette il tasto numero tre. 
- Ciao, sono Kiroe. Tu come ti chiami? - domandò il ragazzo dall'altra parte del telefono.
- Ciao, io.. ehm... -
- Fa lo stesso anche se non vuoi dirmi il tuo vero nome.. inventane uno -
- Toshio -
- Dobbiamo avere la stessa età più o meno. Io ho sedici anni, tu? -
- Anch'io -
- E dimmi... a cosa stavi pensando mentre mi stavi telefonando?... -
A quel punto la voce si era fatta improvvisamente bassa, maliziosa. Rukawa inserì il vivavoce del telefono e, sdraiandosi sul divano, iniziò a far scivolare la mano sul suo corpo.
- A te... a come vorrei averti qui ora... - sussurrò, non sapendo se l'altro lo avesse sentito o meno.
- Ma io posso raggiungerti con le parole Toshio... Sei vestito? -
- Sì -
- E come? -
- Eh? -
- Cosa indossi -
- Ah. Una camicia e un paio di jeans -
- Immagina com'è il tuo uomo ideale... ci riesci? -
- Sì... - E nella sua mente prese forma il corpo di Hanamichi... quel fisico che aveva studiato attentamente ogni giorno sotto la doccia, per ricordarlo poi nei suoi sogni solitari sul letto.
- Immagina che lui sia lì con te... le sue mani stanno accarezzando il tuo petto.... toccati, accarezzati... -
Con gli occhi chiusi, concentrato unicamente sulla voce che sentiva e sulle immagini che riusciva a creare nella sua mente, Rukawa iniziò a toccarsi.
- Con una mano ti sta stuzzicando un capezzolo, lentamente... ci gira vicino, poi lo sfiora.. si allontana ancora, per poi stringerlo con più forza.... Mentre con l'altra ti slaccia un bottone dopo l'altro... la tua camicia si apre e scivola via... -
La kitsune iniziò a sospirare sotto le sue stesse carezze, mentre la calda tonalità con cui gli parlava l'altro ragazzo... la semplicità con cui gli spiegava cosa fare per sentirsi appagato... lo stava letteralmente liquefacendo.
- I suoi baci sul viso, sugli occhi, sulla bocca... poi sempre più giù, leccando lungo la gola... -
- Ahh - Rukawa non riuscì a trattenersi dal gemere leggermente, mentre con la mano con cui aveva sbottonato la camicia stava seguendo il percorso indicato dalle parole dell'altro giovane.
- Togliti lentamente i vestiti... accarezzandoti con la punta delle dita il pene attraverso il tessuto... -
Eseguì l'ordine e dovette mordersi le labbra per non mugolare ancora quando sfiorò la propria virilità attraverso gli slip; ascoltando i sospiri dell'amante telefonico, tolse anche quell'ultima barriera.
- Cosa mi faresti se fossi qui?... - chiese Kaede, con la voce resa roca dall'eccitazione. Quel giochetto iniziava a piacergli molto, ora aveva perso ogni inibizione, ammesso che ne avesse alcuna. 
- Comincerei col baciare e leccare l'interno coscia.... su e giù... lentamente e poi velocemente... ma non toccarlo ancora, aspetta... - disse la voce. In effetti la kitsune stava già per masturbarsi con più decisione, deciso a raggiungere la piena soddisfazione il prima possibile.
- Non... ce la faccio... - gemette il morettino, con gli occhi leggermente inumiditi. Stava diventando una dolce, sensuale, erotica tortura. 
- Sì che puoi... Torna a stuzzicarti un capezzolo.. pensa che sia io a prendertelo tra le labbra, succhiandolo e mordicchiandolo... - sussurrò la voce. Kaede ebbe la netta sensazione che anche l'altra persona si stesse, come dire, lasciando andare. Un piccolo sorriso apparve sul suo volto. 
- Con l'altra mano scendi di nuovo tra le gambe... -
- Sì... -
- Accarezzalo lentamente... dalla punta fino alla base... scendi... scendi, prendi le tue palle tra le mani, accarezzale circolarmente... -
- S-sì... mh...- disse il volpino, mentre iniziò a contorcersi sotto le sue stesse mani.
- Sfiora il sedere... il buco... -
- A..ancora.. sì... -
- .. penetrati con due dita... -
- Ahh.. io non... re..si.. sto... - Ormai il suo corpo era totalmente madido di sudore, i suoi muscoli erano tesi fino allo spasimo e le sue labbra dischiuse in rapidi sospiri.
- e... ahh... con l'al..tra mano... masturbati.. ahhh... - disse la voce, spezzata dai una serie di gemiti rochi.
- Io.. io.. aaaaaah - e, inarcando la schiena, Rukawa venne.
- Mhhh... - come la voce dall'altra parte, d'altronde.
L'unico rumore che si sentiva ora era il respirare affannato dei due giovani, che cercavano di riportare il battito dei loro cuori ad una velocità normale.
Il primo a rompere il silenzio fu la kitsune.
- Tu sei sempre lì? -
- C.. cioè? - chiese l'altro, ancora leggermente affannato.
- Se sei sempre lì a lavoro -
- No, ci sono solo dalle 18 alle 22 -
- Ah -
- Perché? -
- Perché cosa? - chiese il volpino, reclinando il capo verso il telefono.
- Perché me lo chiedi -
- Perché voglio risentirti... voglio rifarlo con te - rispose senza pudore.
- Ma... -
- Niente ma. A domani - e, dopo essersi alzato, chiuse la conversazione.
Quella notte riuscì ad addormentarsi subito, ma in compenso fece dei sogni molto... ehm.. "agitati". 


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