Endymion’s sonnet.

 Di IrisAlba.

 

La mia anima non è pura.

 

Il mio spirito non è incontaminato come pensavo o come i miei compagni pensano e questa, credetemi, è una verità che ho appreso con dolore quel maledetto giorno di alcuni mesi fa, quando Homura era ancora vivo e quando ancora eravamo lontani da capire cosa il Dio Della Guerra fosse realmente venuto a fare qui tra i mortali.

 

Quel giorno, Homura mi ha sconfitto nuovamente e mi ha portato via con lui.

Mi ha incatenato in un luogo circondato solo dalle ombre.

Ha voluto parlarmi e le sue parole hanno avuto lo stesso effetto di uno schiaffo, soprattutto perché sapevo che non erano menzogne.

 

Il fatto che Sanzo mi avesse colpito…

Il fatto che Sanzo fosse in quel momento lontano da me…

Il fatto che lui non mi amasse….

…non era una menzogna!!!.

 

Eppure, malgrado ciò, decisi di rimanere con lui, che ancora non sa cosa accadde veramente quel giorno, né tanto meno lo sanno Gojyo e Hakkai.

 

Tutti e tre i miei compagni continuano a guardarmi con lo stesso sguardo che si riserva ad un ragazzino vivace e capriccioso e ancora non hanno capito che ad un ragazzino sono estranei i piaceri dei sensi, estraneo il desiderio di raggiungere l’ oblio perdendosi nel corpo di un altro.

 

Ed io questo ho goduto quel giorno e con tutto me stesso, malgrado la sorpresa iniziale, quando

le fredde e bianche mani del Dio Della Guerra (fredde e bianche…come raggi di luna audaci…) hanno incominciato a farsi largo lungo il mio viso ed il mio corpo.

 

Se davvero…se solo il mio spirito fosse stato puro…

avrei dovuto gridargli il mio disprezzo!!!

avrei dovuto tentare di liberarmi!!!

avrei dovuto reagire con ribrezzo e disgusto e il mio corpo mai si sarebbe dovuto abbandonare al piacere in modo così indecente!!!.

 

Ma io ancor oggi ricordo, ancora oggi la mia pelle ripensa…

…alle sue mani, mentre mi spogliavano.

 

Alle sue labbra sulle mie, sul mio collo, sul mio petto.

 

Al suo sesso spinto con forza contro il mio quando, senza che io tentassi anche solo di fermarlo, ha insinuato le sue mani nei miei jeans e mi ha spinto verso di lui.

 

Si. Io ricordo ancora…

…la sua bocca…

…le sue labbra….

dove mai avrei pensato potessero posarsi.

 

La mia voce mentre gridavo –Ancora!- non so nemmeno io quante volte.

Non so nemmeno io quanto forte.

 

Ricordo ancora la mia voce mentre lo imploravo, affinché permettesse anche a me di capire cosa fosse il peccato.

 

Non volli fermarlo. Non lo feci neanche quando lo sentì farsi largo in me, quando sentì la mia carne che veniva aperta dalla sua, perché mi piaceva spingermi senza pudore verso di lui, cercando di incontrare le sue spinte e lasciando che nel frattempo le sue mani mi accarezzassero, mi stringessero, mi graffiassero, concedendomi di incontrare ciò che lui voleva che incontrassi.

 

Non invocai il suo nome?

Non gli fui grato quel giorno, perché finalmente avevo capito come il mio animo fosse ben lontano dalla purezza?

E allora, perché tornai da Sanzo?

Perché preferì rimanere con lui?

 

Tu non lo sai, Sanzo, Nessuno lo sa, ma ogni volta che mi sgridi o mi colpisci o, peggio ancora, mi tratti con la più completa indifferenza, non posso evitare di farmi queste domande.

Domande, in fondo, sciocche e inutili, perché le notti che hanno seguito quel giorno mi hanno da tempo rivelato i motivi di quella mia scelta.

 

Chissà cosa proverei a violare la tua carne, Sanzo.

 

Chissà che effetto mi farebbe sentirti gridare impudicamente il mio nome.

 

Chissà cosa proverei ad averti, a sentirti sotto di me mentre agonizzi per il piacere, privo finalmente di quell’indifferenza che copre ogni tuo gesto come un manto.

 

Tutto ciò mentre le mie mani e la mia bocca accarezzano la tua pelle sino a permettermi di saziarmi.

 

Tutto ciò mentre si realizzano immagini a cui posso accostarmi solo nella dimensione del sogno.

 

Solo per colpa tua, mio sole, ho ceduto alle voluttuose carezze della luna; solo perché vano è questo mio desiderio e a me nulla resta se non limitarmi ad osservare il tuo volto che si abbandona al sonno senza che possa essere soddisfatto il mio disperato bisogno di averti.

 

 

THE END

 

 

P.S. di IrisAlba: solo una precisazione riguardo al titolo. Nella mitologia greca Endimione era un ragazzo la cui bellezza era tale da aver conquistato perfino la Luna, che ogni sera al suo sorgere si soffermava ad osservarlo, ardendo di desiderio per lui. Quando ho appreso di questa leggenda, mi è tornata subito in mente la puntata 39 della serie animata, e così…^^

Come al solito, rimetto la mia “arte” al vostro giudizio.

Bises&Cià