Tanti auguri, divina Najka. Sono certa che presto il suo compleanno verrà celebrato come festa internazionale!



El Zorro

Side Story

di Hymeko


{Lo so, dovrei chiederti scusa, mio diario. È molto che non mi confido con te…spero che mi possa perdonare. Sono solo in grado di tentare di portare una scusa…non avevo più tempo, da dedicarti. I miei impegni di Alcalde, hanno assorbito molte delle mie energie.
La mia felicità, tutto il resto del tempo. Kaede.
Eppure, adesso sono qui, con una piuma d'oca in mano, e la mente lontana. Il mio sguardo si volge spesso alla finestra, e vola oltre le distese sabbiose attorno alla città, per raggiungerlo.
Kaede è partito stamattina. È andato a "incontrare" Don Kenji de Fujima, colui che prenderà il mio posto. Ho abbandonato il mio incarico…mi portava via troppo tempo, impedendomi di stare con lui.
Non ce la facevo più…amo troppo Kaede, per dovermene staccare così di frequente. Sono un debole, quando si tratta di lui.
E adesso Zorro è via, in sella al suo cavallo nero, a informarsi sul nuovo incaricato. Io non lo conosco, quindi è dovuto partire…era tanto, che non indossava la sua maschera.
Ammetto di aver rabbrividito di piacere, appena l'ho visto di nuovo vestito così. È veramente magnifico, avvolto in quel mantello nero. Un figlio della notte, più limpido del sole. E ama me.
Basta basta basta!!! Se continuo a pensare a lui, riempirò un'altra volta una pagina, col suo nome. E non è ciò che voglio…desidero solo raccontarti le mie emozioni. La solitudine che sto provando, adesso…da quando stiamo assieme, nessuno ci aveva mai separati. La mancanza della sua presenza, che mi fa boccheggiare, come non potessi respirare. Il freddo che mi avvolge, senza lui che mi cinge le spalle. Ho voglia di lui…ho bisogno di lui. Non riesco più a vivere…
Eppure non posso biasimarlo…è giusto che sia partito, in fondo è lui, il difensore di questa città. Deve sempre essere pronto a intervenire, ed è meglio raccogliere più informazioni possibili.
Anche se non trovo corretto, che non mi abbia portato con sé. Il motivo è ottimo: non posso farmi vedere in giro con un bandito, anche se Don Moichi è trattenuto in Spagna, qualcuno potrebbe sospettare. Ma lo ribadisco: non è giusto!!! Volevo andare con lui!!! Non abbiamo mai cavalcato di notte noi due, soli, mentre la luna illumina le dune. Mi sarebbe piaciuto.
………
Perché no? Perché non farlo? Ho un'idea! E se andrà tutto secondo i miei piani…ti farò un resoconto molto dettagliato…}


Un lampo nel buio, la lama sottile di un fioretto puntata alla gola.
"Sei distratto, ti sei lasciato catturare facilmente"
Una voce, nella notte. Un morbido nastro avvolgente.
"Stavo pensando ad altro"
Una risposta altrettanto calma, imperturbabile.
"I banditi assorti non fanno una bella fine…vengono presi prigionieri, come adesso"
Un tono sarcastico, spruzzato di vittoria.
"Immagino di non poter implorare pietà"
"No, certo che no…adesso ti porterò dritto dritto in prigione"
"Come volete, io non mi ribellerò"
Hanamichi sorrise, annuendo piano. Non spostò la punta del fioretto dalla gola di Zorro, ma fece girare il cavallo attorno a lui, perché si portasse alle sue spalle.
"Vedi quel sentiero là?"
"Sì"
"Bene, andiamo al piccolo trotto"
"Hn"
Zorro colpì i fianchi del cavallo, e lo spinse in avanti, seguito da Hanamichi.
"Dista molto?"
"Da quando i prigionieri hanno il diritto di parlare?"
Il bandito sorrise fra sé. Il suo compagno, aveva in mente chissà quale bel gioco, per comportarsi così. Sembravano tornati ai tempi in cui erano nemici…non li rimpiangeva certo, ma quel pizzico sottile di paura un po' gli mancava. Il gusto potente della sfida, del più forte, della vittoria e della fuga col vento che fischiava sotto il mantello…il batticuore di vederlo, e non poterlo avere…i sogni, sul momento in cui si sarebbero potuti appartenere…
Era bello, stare con Hanamichi. Finalmente, era felice. Completo, realizzato...degno di vivere.
Anche se era da troppo, che non sfidavano assieme il pericolo. La quiete dei loro ruoli, un ricco ereditiere e l'Alcalde, aveva tolto troppi brividi al loro rapporto…da tempo, pensava a qualche avventura che potesse ridare pepe alla loro vita.
Ed era molto contento, che fosse stato il suo compagno a prendere in mano la situazione. Non era dunque solo lui, a desiderare nuove emozioni.
Gli zoccoli dei cavalli affondavano leggermente nella sabbia ancora calda, producendo un rumore sordo che non disturbava la quiete della notte. La luna, una sottile lama ricurva, scintillava alta fra le stelle, illuminando il loro sentiero.
Dietro di lui, Hanamichi proseguiva nel suo ostinato silenzio, continuando quella recita in cui erano prigioniero e carceriere…non gli dispiaceva molto, a dir la verità, essere in suo potere…al pensiero del suo sguardo sulla schiena, sentiva tremiti graditi solleticargli la pelle delle scapole, e il cuore che rombava forte nel petto.
"Siamo quasi arrivati...fermati qui"
"Hn"
Il bandito obbedì, tirando leggermente le redini…Hanamichi si accostò a lui, abbassando la spada e legandogli una benda attorno agli occhi.
Il volto di Zorro si contrasse in una smorfia:
"Sei stato avventato…hai spostato la punta della spada. Potresti essere morto…"
"Davvero?"
gli sussurrò l'altro in un orecchio, prima di mordicchiargli il lobo.
Zorro gridò piano, scuotendosi sulla sella…incurante delle sue sensazioni, il compagno continuava nella sua feroce tortura, succhiandogli la pelle delicata del collo.
Le sue dita guantate di nero si strinsero sulle redini, perché non volassero fino al viso dell'altro e lo trascinassero alla mercé delle sua bocca…era la serata del rossino, non doveva intralciarlo, qualsiasi difficoltà avesse dovuto sopportare…
"Brava volpe…ora continuiamo…farlo qui non è nelle mie intenzioni"
"…è questo che hai in mente? "
replicò la volpe, fingendosi impaurita.
"Esatto…una lunghissima notte di sesso sfrenato"
Hanamichi sottolineò quelle parole passandogli la lingua sulla giugulare, per poi succhiarla avidamente…le sue mani scesero contemporaneamente lungo la sua schiena e il suo petto, spostandosi però prima di giungere in fondo…un gemito astioso evase dalle labbra sottili, chiedendo pietà alla luna.
"Povero cucciolo, ti hanno tolto il divertimento?"
"Bastardo…"
mugolò l'altro, stringendo sempre più forte le briglie.
"Andiamo…tra poco ci fermeremo"
Zorro avvertì Hanamichi trottare accanto a lui, e una mano che si sovrapponeva alle sue, per guidare il cavallo. Cavalcarono ancora per qualche minuto, immersi nel silenzio della notte, seguendo una via piena di curve e di ripidi pendii…il tempo si sciolse, mentre si addentravano nel nulla.
"Eccoci arrivati…scendi"
Zorro scivolò giù cautamente dal cavallo, gli occhi ancora bendati…una mano si serrò sul suo polso, e lo portò a distendersi su un giaciglio precedentemente preparato.
"In alto le braccia…"
"Siamo a questo punto?"
"Esatto…sei il mio prigioniero, il mio giocattolo, il mio gioiello…tu sei mio"
"Lo so…"
Gli sfuggì un sorriso…il rossino non aveva bisogno di simili rassicurazioni, ma gli faceva piacere che comunque affermasse quel possesso, su di lui. Lo faceva sentire in qualche modo completo.
"Brava volpe…"
Un sussurro sulle sue labbra, e un bacio leggero…poi il nulla. Solo il rumore della natura, e di un fuocherello che iniziava a scoppiettare.
"Ehi?!"
"Buona volpe…non ti ho dimenticato"
"Hn"
"Ssshhh…adesso ti tolgo la benda"
Lentamente, Hanamichi sciolse la fascia che gli copriva gli occhi…ammirò le palpebre chiare sbattere velocemente, schiarendo lo sguardo velato dal buio, attendendo che fosse l'altro a cercare i suoi occhi.
Non ci volle molto…i limpidi scorci di cielo, che avevano scelto gli occhi di Zorro come dimora, corsero a raggiungere i suoi, della stessa tonalità castana della terra di quelle zone…il cielo e il mondo, si univano negli sguardi dei due.
"Dove siamo?"
mormorò il bandito, senza interrompere il contatto.
"In una conca, a sud della città…"
mormorò Hanamichi, accarezzandogli una ciocca corvina che sfuggiva alla maschera.
"…e tu sei il mio prigioniero"
"E dimmi…quale crimine ho commesso?"
Il rossino sorrise, e lentamente si abbassò sul suo petto, baciandogli il cuore:
"Mi hai rubato l'anima…"
"Allora sei colpevole quanto me…hai commesso lo stesso delitto"
gli fece notare candidamente la volpe, mentre allungava la testa per tentare di sfiorargli la capigliatura.
"Cosa proponi, allora?"
sussurrò l'altro, gli occhi che scintillavano.
"Liberami…"
suggerì Zorro, tentando di mordere l'aria, per avvicinarsi alla sua meta.
"…no. Sei troppo bello, così"
Il bandito inarcò un sopracciglio, le labbra soavemente socchiuse, in un bacio rivolto al vento:
"Non lo sono sempre?"
"…volpaccia orgogliosa!"
Hanamichi si alzò di scatto, allontanandosi dal giaciglio dove Zorro giaceva ancora legato.
"Hana…"
tentò di richiamarlo, un lamento che si perse fra i granelli di sabbia.
"Hn?"
replicò questi, facendo il verso al compagno.
"Torna qui…"
Il rossino inclinò la testa, soppesando la situazione…Zorro era legato su un giaciglio, immobilizzato ai suoi desideri…le sue fantasie, potevano prendere corpo, la realizzazione di un vecchio sogno, scaturito dalla loro prima volta…
"Sì…"
si ritrovò a rispondere, ancora prima di essersene reso conto…rovistò in una delle bisacce, poi si accoccolò accanto a lui.
"…ma non ti slego"
puntualizzò, lanciandogli un'occhiata divertita.
"Ve bene, va bene lo stesso…"
si piegò l'altro, appoggiando la testa sul giaciglio…la sabbia sotto di lui emanava ancora calore, che filtrava attraverso la sottile coperta…gli sembrava di giacere su un morbido materasso riscaldato.
"Datteri o uva?"
"…entrambi"
Hanamichi annuì, e porse alle labbra dell'altro un acino d'uva. Zorro lo ingoiò in fretta, allungando di nuovo le labbra, per mangiare dalla sua mano…le dita abbronzate lo nutrirono anche con datteri snocciolati, gherigli di noci e mandorle…non ci furono giochetti maliziosi, solo la dolcezza del mangiare assieme, il dipendere l'uno dall'altro…la sua forza frenata, per una volta, per far piacere al proprio amore…per vederlo felice, contro la luna sottile che correva verso il fianco della montagna.
"Com'è andata la tua missione?"
"Hn…sembra un tipo a posto. Si è fermato a soccorrere dei contadini che avevano rotto il carro, li ha aiutati lui stesso"
L'altro annuì, scegliendo gli acini migliori:
"Quindi non ci saranno più pericolose avventure notturne?"
"Non posso promettertelo, ma non credo. Senti…lo so che te l'ho già chiesto, ma…perché hai abbandonato il ruolo di Alcalde? Sei molto bravo, tutti ti apprezzano"
I denti candidi mordicchiarono le labbra, rosse come ciliegie…
"Troppi impegni, troppe preoccupazioni, troppe incomprensioni…troppi compromessi, troppa meschinità…ma sopra ogni altra cosa, troppo tempo da dedicare agli altri, e non a te"
"Eppure…avresti potuto arrivare molto in alto…"
"Non mi importa…posso vivere di rendita, con tutto quello che ho guadagnato. Non mi importa la carriera"
"Non è questione di soldi…ciò che ho io ci sarebbe bastato per più di una vita…tutto ti appartiene, io per primo. Pensavo solo…"
"Che mi stia tarpando le ali, che stia rinunciando a una vita mia?"
Un sospiro sfuggì alle labbra di Zorro, che annuì:
"Ho paura che un giorno te ne pentirai, che…non sarai felice, di aver lasciato tutto"
Hanamichi chiuse gli occhi, e annuì:
"Lascia che ti spieghi una cosa: la mia vita, sei tu. E io ho pensato a questa notte, per dimostrartelo"
Lentamente, si abbassò su di lui e, presa la maschera fra i denti, la tolse.
"Io amo te, Kaede. Tu sei la mia vita, il mio avvenire…e se c'è una cosa di cui mi pentirò in eterno, è di non aver mollato prima il mio ruolo"
E calò sulle sue labbra divorandone la perfezione, appropriandosi del loro sapore, assaporandone la consistenza…si impresse per la milionesima volta la loro morbidezza nella mente, perché mai rischiasse di scordarla.
"Io ti amo"
e si tolse la camicia, gettandola lontano.
"Non posso più stare senza di te"
Buttò lontano gli stivali, e si alzò in piedi, la sabbia tiepida che gli solleticava le piante dei piedi.
"Il pensiero di non poterti stare sempre accanto mi ustiona più del fuoco"
Pantaloni e biancheria intima scivolarono a terra, e Hanamichi rimase nudo nella luce morente del fuoco, sotto la rugiada di luna che cadeva dal cielo, nella carezza del vento che baciava ogni curva armoniosa del suo essere.
Kaede deglutì, tentando inconsciamente di liberarsi. Solo un muro d'aria eterea li separava, ma il compagno non accennava ad avvicinarsi a lui…immobile sotto il cielo, col capo coronato di stelle, si limitava a bearsi del suo sguardo che lo riveriva, carezzando la cute che fremeva all'aria della notte.
"Vieni…"
lo implorò, perché ricongiungesse i loro esseri…la minima distanza, incolmabile, sembrava quasi prenderlo in giro…così vicino, così distante…interdetto, anche se il tocco delle sue mani era ciò che Hanamichi più desiderava…
"…vieni"
Il rossino annuì, e calpestò la sabbia morbida…affondò un po' fra i granelli levigati, che si tesero ad abbracciarlo, a tentare di tenerlo per loro…la pelle abbronzata permise loro di accarezzarlo, però liberandosi subito dalle loro invisibili catene. L'aveva impresso profondamente in sé…l'unico che poteva toccarla, giaceva legato lì vicino.
Il moro esalò un lento respiro, il fiato che scappava via veloce dalle sue labbra, per unirsi a quell'aria che poteva scatenare piccoli brividi sulla pelle di Hanamichi…il compagno s'era steso accanto a lui, appoggiandosi su un gomito…e lo guardava, con lo sguardo che solo un innamorato è in grado di donare alla persona che ama.
Sì sentì arrossire, mentre un incredibile calore si spandeva dentro di lui…non avevano detto nulla, eppure quel silenzio comunicava i loro sentimenti più di qualsiasi dichiarazione…carico di comprensione, complicità, scintille…li racchiudeva in un mondo nuovo, fatto di sensazioni e non di parole, trascendentale a quello che avevano sperimentato finora…la dimensione della purezza intoccata dalla realtà.
Lentamente, simile a un furetto silenzioso, Hanamichi si mise a cavalcioni su di lui, il viso a un respiro da quello dell'altro, gli occhi immersi in quelli blu del compagno…senza che Kaede potesse emettere un suono, si abbassò fulmineamente sulla sua bocca, rubando un bacio profondo, veloce come il palpitare di un cuore, più ardente del calore di un incendio. E subito si staccò, per non dare soddisfazione totale al ragazzo imprigionato sotto di lui, che lo fissava ansimando, spaventosamente eccitato dall'avere quel corpo nudo su di sè.
"Hai detto che Don Kenji è una brava persona, gusta?"
"Hn"
rispose la volpe, senza il fiato per parlare.
"Allora questa non ti serve più?"
Hanamichi gli fece capire che intendeva la camicia passando la lingua sul suo sterno.
"N-N-No…non credo"
biascicò Kaede, inarcando la schiena verso la sua bocca.
"Bene"
commentò Hanamichi, prendendo un bottone fra le labbra…con un colpo secco, lo strappò e lo gettò via, un piccolo specchio nero nella sabbia.
La pelle bianchissima si offriva pudicamente alla sua bocca…incapace di resistere, la succhiò come fosse acqua nel deserto, mangiucchiandola come si fa col dolce preferito…i gemiti di Kaede evaporavano verso il cielo, mentre il sapore del suo corpo sbaragliava gli ultimi residui di lucidità del rossino. In pochi attimi, tutti gli altri bottoni riposavano sulla sabbia, e la camicia completamente aperta rivelava la perfezione del corpo allenato del bandito.
Hanamichi si sollevò, ammirando quella seta diafana, incantevole come non l'avesse mai vista prima…i capezzoli rosa, piccole corolle che non sarebbero mai potute mai sbocciare, spiccavano inturgiditi reclamando un po' di affetto, mentre il petto su cui s'innalzavano galoppava frenetico…il ragazzo si chinò, attirato dalla fonte della sua felicità, e li baciò uno per volta, tastandone la consistenza con la punta della lingua.
La voce di Kaede si fece strozzata, roca…la sua erezione, intrappolata nei pantaloni, lo stava portando a sciocche lacrime, totalmente inadatte a quel momento di passione…eppure il lungo rimandare lo feriva, la lontananza dal momento della loro unione sovrastava il piacere che Hanamichi tentava di donargli. Non c'era ancora la perfezione…
"Che c'è?"
Gli occhi di Hanamichi, così vicini ai suoi…le labbra preoccupate, che correvano a asciugare le lacrime non ancora nate…le mani che gli carezzavano i fianchi, tentando di cancellare quella tristezza, subito notata…
"…non siamo una cosa sola…voglio fare l'amore con te, non essere così distanti…."
La palpebre si strinsero, mentre il capo si inclinava dolcemente, osservando i segni che aveva lasciato sul suo petto:
"La sto tirando troppo lunga?"
"Un po'…"
confermò con flebile voce il volpino, tentando di alzare il bacino…accettava che l'altro lo volesse avere per sé, legato in sua totale balia, però…quella lontananza era troppo, perché potesse sopportarla. Lo voleva penetrare, sentire il suo corpo che si apriva alle sue spinte era il suo feroce tormento, vedere Hanamichi godere lo scopo della sua vita…e quello non era la strada per rendere felici entrambi.
"Va bene…"
Il rossino scivolò di lato, allungando le mani verso i pantaloni…lentamente, massaggiando con cura il membro ancora racchiuso, Hanamichi li slacciò, abbassandoli poi fin sotto le ginocchia. Lì circondò con entrambe le mani uno stivale, e le fece scorrere fino alla caviglia…lentamente, lo tolse e lo gettò lontano, mentre la sabbia sollevata dall'atterraggio contribuiva a soffocare gli ultimi respiri affannosi del fuoco. Ripeté l'operazione con l'altro, e presto sia pantaloni che biancheria giacquero lontani.
Hanamichi si inginocchiò accanto a lui, ammirando il corpo eccitato che sembrava scintillare, alla luce della luna morente…steso su una coperta scura, coperto solo sulle braccia dalla camicia slacciata, sembrava appartenere al mondo delle fate, tant'era diverso dalla sabbia riarsa di quella contrada. Tanta bellezza, apparteneva solo a lui…sembrava impossibile, per un ragazzo che se era sempre mantenuto lontano da tutti, che una simile meraviglia avesse scelto proprio lui. Rabbrividì, inconsciamente…ancora incredulo che fosse finalmente riuscito a trovare un posticino anche per sé…
"Hai freddo?"
Al compagno non era sfuggito il suo brivido…il rossino scosse la testa, posizionandosi a cavalcioni, su di lui, giungendo a sfiorare con la sua apertura il sesso eretto di Kaede.
"Era per il pensiero che noi due ci apparteniamo…spesso non ci credo ancora…"
"Hn. Non è meglio che prima riaccendiamo il fuoco?"
"Non preoccuparti…non ho freddo"
"Non è solo per quello…ci sono io, per scaldarti. Ma potrebbero arrivare scorpioni o serpenti"
Il rossino scosse la testa…l'altro si sforzava di parlare, anche se lo sentiva fremere sotto di sé, e sfiorargli insistentemente l'ano con la punta del pene.
"Sono andato da un vecchio sciamano, e mi ha dato dei talismani…siamo protetti. Ma soprattutto, voglio che mi guardi alla sola luce della luna e delle stelle"
"Hana…"
"È da tantissimo che ho questa fantasia, da quando mi hai preso per la prima volta…voglio far l'amore con te nel deserto, usare la sabbia come cuscino, e il cielo come lenzuolo trapuntato di stelle"
La luna stava tramontando, ma l'ultimo guizzo della sua luce impreziosì gli occhi spalancati di Kaede, che sollevò il viso per implorare un bacio. Hanamichi annuì, e gli sfiorò dolcemente le labbra, prima di tornare sul suo sesso:
"Voglio che guardi mentre sparisci dentro di me…guarda mentre affondi nel mio corpo"
Lentamente, si portò una mano alle natiche, e le aprì…Kaede deglutì, trattenendo il fiato…il corpo su di lui s'era abbassato, la punta del suo pene si era introdotta nell'apertura di Hanamichi, e stava scivolando in lui…sentiva il corpo dell'altro sbocciare, accogliendolo in sé, mentre la sua asta spariva lentamente…Hanamichi gemeva, troppo eccitato per provare dolore, masturbandosi con una mano e con l'altra accompagnando la sua penetrazione…solo quando tutto il suo sesso fu completamente circondato dal suo intestino, si permise di riprendere a respirare.
Hanamichi lo stava guardando, immobile, la mano ferma sul suo membro:
"Hai guardato?"
Col viso arroventato, Kaede annuì, senza parlare.
"Guarda ancora"
Il rossino si sollevò, e lo riprese di colpo in sé.
Il loro grido si fuse, come uniti erano i loro corpi. Kaede percepiva l'anima di Hanamichi che lo abbracciava, che lo avvolgeva col suo calore…Hanamichi avvertiva tutto l'essere di Kaede concentrarsi nel suo sesso, e unirsi a lui attraverso quello…le sue spinte, la via attraverso cui raggiungere l'unità.
I loro corpi si mossero contemporaneamente, per incontrarsi…il bacino della volpe saettava verso l'alto, ogni volta che l'altro si impalava su di lui, per raggiungere gli abissi del suo corpo…le loro urla echeggiavano fra le rocce, correndo leggere sulla sabbia mentre le stelle fremevano d'invidia, consapevoli di non poter far altro che riflettersi sulle gocce di sudore che ingioiellavano le loro pelli. Una bianca come le nuvole, l'altra abbronzata come la sabbia rossa del deserto…grazie ai due amanti, cielo e terra potevano finalmente fondersi.
Hanamichi venne per primo, con un grido più forte degli altri…l'ennesima pressione del sesso dell'altro nel punto che ben conosceva, aveva distrutto il sigillo che teneva imprigionato il suo piacere, permettendogli di liberarlo…sentì ancora Kaede spingersi in lui per qualche attimo, poi il suo seme lo invase, strappandogli un gemito più roco rispetto a quello del compagno.
………
Kaede socchiuse le palpebre, gli occhi appannati dal fiato che si affrettava a lasciare il suo corpo. Sentiva il calore di Hanamichi che ancora lo circondava…il ragazzo era a testa china, le braccia abbandonate lungo i fianchi, il petto che si alzava e s'abbassava con la sua stessa frenesia…la stanchezza che inglobava il moro non gli impediva di vedere i brividi che percorrevano la sua pelle.
"Hana…"
Mosse le braccia: nulla. Il nodo era troppo stretto, non sarebbe riuscito a slegarlo in fretta.
"Arrivo"
rispose meccanicamente l'altro, sollevandosi piano, con un brivido…il corpo di Kaede scivolava lentamente fuori di lui, lasciando un vuoto incolmabile. Lentamente, si stese accanto a lui, e con le ultime forze, slegò il nodo.
Immediatamente, la volpe lo tirò contro di sé, coprendolo col mantello che giaceva lì accanto:
"Sei gelato…sei un idiota"
"N-Non sei contento?"
Hanamichi sollevò la testa, gli occhi appannati che rilucevano di paura.
"Idiota…sono preoccupato che tu ti sia preso qualcosa…"
poi il suo volto si addolcì, e gli concesse un raro sorriso
"…certo che sono contento"
Il rossino annuì, e si adagiò contro la sua spalla, nascondendo il viso contro il suo collo…Kaede lo avvertì sospirare, rilassandosi…lo circondò col mantello, lo strinse a sé, riscaldandolo…il corpo fra le sue braccia si sistemò, come un cucciolo fra le braccia di un bimbo, e si addormentò.
"Grazie, amore mio"
gli sussurrò Kaede, prima di chiudere gli occhi e raggiungerlo nel mondo dei sogni…

Fine


Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions