"El Zorro"
parte VIII
di Hymeko
{Sono più lucido di ieri sera,
quindi finalmente trascrivo alcuni pensieri che mi ronzano da un po' per la
testa. Ormai non ci posso fare nulla, è una cosa che non potevo considerare,
quando ho fermato l'Alcalde: Don Yohei sospetterà qualcosa, e potrebbe
decidere di smascherare Zorro…non credo che si sia bevuto la storiella sul
regalo originale…non è tanto sciocco.
Però ormai Don Moichi gliene avrà già parlato, quindi è inutile che mi ci
arroventi sopra. Piuttosto, non cosa accadrà tra noi…come reagirà, quando
capirà che voglio liberarlo? È sempre stato una persona ragionevole,
però…non so fino a che punto potrà arrivare la sua comprensione…non voglio
battermi contro di lui, però…Kaede viene prima di tutto…
La sua liberazione sta diventando pericolosa…ho tentato di far desistere
dall'aiutarmi Don Akira e la señorita Ayako, ma si sono rifiutati.
Don Akira ha puntato sull'amicizia che ci lega, e sul fatto che abbia
bisogno di lui per mettere in atto il piano, mentre la señorita Ayako vuole
essere finalmente lei, in rappresentanza del popolo di Los Angeles, a fare
qualcosa per Zorro, dopo che lui li ha sempre protetti, in tutto questo
tempo. Una sorta di risarcimento, ha detto.
In fondo, sono contento che siano rimasti accanto a me…se fallissi,
prenderebbero il mio posto…}
"Don Yohei, è un piacere rivederti"
Akira squadrò il nuovo arrivato. Aveva circa la loro età, capelli corti
neri, pelle bianca, sguardo fiducioso. Un po' più basso, ma aveva l'aria di
sapere il fatto suo. I suoi occhi…non si lasciavano sfuggire nulla,
assomigliavano a due pozzi scuri che inglobavano tutto…si rese conto che era
una fortuna, che stesse sorridendo.
"Anche per me, Don Hanamichi. È molto che non ci vediamo"
Il rossino ricambiò il sorriso:
"Già, da quando abbiamo esposto lo stesso giorno la relazione su uno dei
nostri successi"
Yohei misurò a lenti passi la stanza, studiando l'intricato disegno del
parquet:
"Io sapevo che ti avevano mandato qui, ma non ho mai avuto il tempo di
contattarti, ti prego di scusarmi"
"Oh, non è nulla…comprendo benissimo"
Il ragazzo si fermò, adocchiando l'amico:
"L'Alcalde mi ha raccontato tutti i particolari della cattura di Zorro…hai
portato a termine il tuo lavoro, ti faccio le mie felicitazioni"
Akira ammirò Hanamichi, mentre questi lo ringraziava per i complimenti.
La sua voce…non aveva minimamente tremato, né le sue mani erano scattate
nervose.
"Bè, che ne dite di farmi vedere questa volpe inafferrabile?"
Il rossino vide Akira sbiancare, e lui stesso dovette afferrarsi a un
bracciolo fuori vista, per non urlargli un secco no in faccia.
"Certo…vieni con noi, Don Akira?"
"Sì…non l'ho ancora visto da vicino"
Aveva compreso lo sguardo che l'altro gli aveva lanciato…lo voleva con sé,
nel caso…dovessero bloccare Don Yohei.
'…qua finisce male…accidenti Don Kaede perché ti sei lasciato catturare?'
I soldati di guardia scattarono sull'attenti, ma il terzetto non vi fece
caso.
Don Hanamichi congedò il soldato nell'anticamera, e aprì le serrature che
bloccavano la porta.
Entrò per primo, fingendo di controllare la situazione, e tenne l'uscio
aperto per gli amici.
Zorro fissò Don Yohei, senza dire una parola. Lo sguardo allarmato che aveva
visto negli occhi castani gli aveva subito fatto comprendere la
situazione…avrebbe incontrato Don Yohei, colui che…poteva decidere della sua
vita, anche più dell'Alcalde.
'Maledizione…'
Non era una persona da sottovalutare. Non molto alto, ma perfettamente
proporzionato, sprigionava energia a ogni movimento. I passi morbidi, le
pupille nere, penetranti…somigliava a uno degli animali africani che aveva
studiato, la pantera. Flessuoso e mortale, micidiale ma bellissimo…e, tra le
sue mani, la sua vita.
"E così finalmente ti incontro, Zorro…"
Il bandito intravide Hanamichi e Akira posizionarsi alle spalle di Yohei,
pronti a intervenire.
"…hai dato molti problemi a Don Moichi, lo sai?"
Yohei si abbassò verso di lui, portandosi a poche decine di centimetri dal
suo viso.
"…è davvero tanto, tanto contento che tu sia qui…non riesco davvero a
credere che non ti abbia ancora tagliato la gola"
"Don Yohei…" mormoro Hanamichi, risentito.
Il moretto girò lentamente il viso, osservandolo con aria birichina:
"Che c'è? Si era parlato di evitare torture fisiche, non psicologiche…"
Prima che il rossino potesse parlare, ritornò a fissare il prigioniero:
"…sai, avrei una gran voglia di vedere il tuo sangue schizzare su queste
lenzuola…"
"Yohei!"
L'altro ridacchiò, leccandosi le labbra:
"Non ti illudere, il mio amico ha il cuore tenero, per questo ha proposto
quella cosa all'Alcalde, spera di trovare il modo di impedire la tua
esecuzione…"
Sakuragi sbiancò, appoggiandosi alla parete della cella, e Akira si affrettò
silenziosamente a raggiungerlo, ignorando i lampi blu che sentiva provenire
dal letto.
"…io penso che sia una gran sciocchezza. Che tu debba essere smascherato al
più presto, e poi impiccato nella piazza centrale della città. Sarebbe lo
spettacolo adatto per dare una bella regolata a questa gente"
Zorro trattenne il respiro, stringendo i denti. La sua mano serrò le
lenzuola, impedendosi a malapena di afferrare il pugnale e affondarlo nel
suo cuore.
Yohei gli passò la mano sulla fronte, scendendo fino al nodo della maschera.
Ne seguì le forme, poi iniziò a scioglierlo con delicatezza, allentando la
tensione della stoffa, che iniziò a scivolare mollemente sulla pelle del
bandito.
"Dì addio alla vita…"
"Adesso basta!"
Hanamichi si liberò di Akira, raggiunse Yohei e lo afferrò per la spalla,
tirandolo lontano da Zorro.
Il bandito scattò per fermare la furia del ragazzo, ma Akira si interpose
fra loro, bloccandolo, e coprendo il suo movimento agli occhi di Yohei.
La tensione regnò palpabile per qualche istante, poi le mani abbronzate si
contrassero, tentando di frenare la rabbia. Yohei, contro il muro, lo guardò
soddisfatto, massaggiandosi la spalla:
"Qui abbiamo finito. Torniamo alla locanda"
Ignorando Zorro, uscì dalla cella, chiamando le guardie.
Hanamichi gettò un ultimo sguardo triste al prigioniero, poi seguì Yohei.
Zorro afferrò un lembo della casacca di Akira, ma questi non poté che
sorridergli asciugandosi una lacrima.
"Non hai alcun diritto di trattarlo così! Don Yohei, cosa ti è successo?"
Il ragazzo non disse nulla, limitandosi a prendersi da bere.
"Come hai potuto fare una cosa simile? Proprio tu, che sei sempre stato
dalla parte dei deboli, invocando clemenza e rispetto anche per i
prigionieri, t-t-ti comporti così? Cosa ti è saltato in mente!"
"Finito?"
"No! Adesso voglio una risposta! La pretendo!"
Yohei studiò il liquore nel bicchiere, ammirandone le sfumature:
"Perché ti arrabbi tanto? È solo un bandito"
"…n-n-non mi arrabbio perché è un fuorilegge! Mi arrabbio per il tuo
comportamento! Perché prima eri una persona deliziosa, e adesso sei…uguale a
Don Moichi!"
Il moro non si scompose, osservando l'amico ansimare, attraverso il
bicchiere ancora pieno:
"A proposito di Don Moichi…credi davvero che io abbia bevuto quella storia
del regalo di compleanno?"
"Non so cosa tu intenda!"
Hanamichi coprì la propria paura urlando…
"Lo sai benissimo! Perché lo proteggi? Perché vuoi che Zorro si salvi?
Cos'hai in mente?"
"Nulla!"
"Dimmelo! Cosa vi lega?"
Il rossino respirò profondamente, asciugandosi il sudore:
"…non so di che tu stia blaterando…tra Zorro e me non c'è assolutamente
nulla, è solo un bandito e io lo porterò al Re. Usarlo come regalo è un modo
per far carriera"
"Ma davvero? E come mai hai messo il suo nome prima del tuo?"
"C-Cosa?"
"Prima hai detto: tra Zorro e me non c'è assolutamente nulla. Ma…per un
inviato del Re che parla della sua preda, sarebbe stato più normale mettere
prima il proprio nome, e poi quello dell'altro. Perché gli porti rispetto? È
solo…un prigioniero"
Gli occhi scuri si strinsero, mentre analizzavano soddisfatti una goccia di
sudore scorrere sulla sua pelle che andava impallidendo:
"…t-ti sbagli…non c'è nulla, tra noi"
"Don Hanamichi…sai benissimo anche tu che non mi puoi nascondere nulla.
Siamo stati compagni di stanza per non so quanti anni, e amici per più tempo
ancora…o sì, lo so che dopo la morte dei tuoi genitori non hai più voluto
affezionarti a nessuno, ma…credi davvero di esserci riuscito? Tu non sei
capace di rimanere solo, ogni volta che avevi un nuovo incarico facevi di
tutto per conquistarti la simpatia di chi collaborava con te…inconsciamente,
te lo concedo, ma dire che non siamo amici è una bugia.
L'amicizia per te è una colonna portante della vita, credere che tu abbia
sempre fatto tutto da solo è un'illusione! Tu sei forte solo perché ogni
volta avevi qualcuno con cui stare bene!"
"Basta!!!! Cosa vuoi saperne tu! Non ci vediamo da secoli, cosa puoi capire
di me!!!!"
"Io sono tuo amico! Ne hai un sacco! La tua indole ti porta naturalmente a
radunare attorno a te molta gente, che ti ammira e che ti rispetta, vedendo
in te una persona cui affidare il proprio cuore! Solo che ti rifiuti di
vederlo, fai di tutto per non accettarlo!"
"Smettila! Io non ho mai voluto amici!!!"
"Stupido! Allora perché pensi sia stato tanto facile per te fare amicizia
con loro, in questa città? Quei tre, Don Akira, Don Kaede e il fuggiasco Don
Kazushi…li hai attirati a te…perché non lo accetti? Pensi sia più facile
così? Avevi intenzione di lasciare la città prima che potessi affezionarti
troppo a loro, come hai fatto con me? Hai così paura di soffrire ancora?"
"Cosa vuoi da me?! Dimmelo cosa vuoi!!!"
Hanamichi sbatté un libro a terra, accasciandosi su un sofà. Non voleva
andarsene…perché Yohei lo torturava così? Non poteva…lui amava Kaede, non
poteva andare via…
"Voglio sentirti dire che lo ami"
Un ansito pesante sfuggì alle labbra socchiuse del rossino:
"Cosa?!"
Yohei non si scompose, passandosi una mano fra i capelli:
"Voglio sentirti ammetterete che ami Zorro…"
Hanamichi riprese a camminare per la stanza, incredulo:
"Tu sei pazzo!"
"…so che hai paura che possa tradirti, ma…in nome della nostra amicizia…"
e calcò sull'ultima parola
"…ti giuro che non intralcerò il tuo piano per liberare Zorro. Ma voglio
avere la certezza che lo ami…che qualcuno finalmente sia riuscito a far
breccia dentro di te"
"Io non amo nessuno!"
"…Don Hanamichi…le tue stesse azioni ti contraddicono. L'Alcalde si è
lasciato sfuggire che sei stato tu a proporre di regalarlo al Re. Ho subito
pensato: com'è possibile che la persona più ligia al dovere esistente sulla
terra, abbia dato una simile possibilità di fuga a un bandito? Non riuscivo
a capire…così mi sono ripromesso di indagare.
Ciò che ho fatto prima, nella cella, aveva il solo scopo di farti reagire.
Di darmi un indizio che mi aiutasse a comprendere il tuo strano
comportamento. Bè, ci sono riuscito. Anche se sarebbero bastati gli sguardi
che vi lanciavate, a farmelo capire…voi siete proprio cotti!"
"Non so di che tu stia parlando"
"Uffa…va bene che la prima regola è negare tutto, anche l'evidenza,
però…inizi ad annoiarmi. Lo so che hai paura, ma…credimi, non ti ostacolerò.
Anzi, posso anche darti una mano. Io odio l'Alcalde, e voglio che sia
allontanato da qui. Non ne posso più di lui, ho sempre sostenuto Zorro, nel
mio cuore. Credimi…io voglio solo che tu sia felice, perché anch'io ti
voglio bene…tu sei sempre stato circondato d'affetto, solo che…eri troppo
preoccupato a proteggerti per accorgertene"
{Alla fine…gliel'ho detto. Ho confessato a Don Yohei di amare Zorro…e di
avere un piano per liberarlo. Non gli ho detto tutto, solo ciò in cui ci
potrebbe aiutare…lui ha accettato, mi ha guardato soddisfatto ed è uscito.
Io sono corso nella mia stanza, rifugiandomi qui a scrivere…non sapevo che
altro fare.
Poco dopo il mio ritorno, sono entrati come due uragani Don Akira e la
señorita Ayako…mi hanno interrogato per molto tempo su quello che ci siamo
detti, e…alla fine la señorita ha fatto portare su, da Haruko, il liquore
più forte che hanno in locanda. Nonostante non li abbia nominati come miei
complici, lui avrà capito che mi aiuta qualcuno…spero solo non arrivi a
loro.
…………
Io…ho messo nelle mani di Yohei…la vita di Kaede, e la mia. Cosa ho fatto…la
testa, prima vuota, ora inizia a riempirsi di piombo…credo proprio di averla
combinata grossa.
La señorita informerà Zorro del mio agire, mentre gli porterà la cena. Io
non credo riuscirei ad arrivare alla prigione…
Non riesco a pensare lucidamente, nel mio cervello si svolge una battaglia
tra i miei pensieri…chi urla che ho fatto bene a fidarmi di lui, e chi…non
mi dice altro che moriremo tutti, che ho condannato a morte Zorro.
E me stesso.
…non avrei dovuto bere tutto quell'alcool…non riesco a trattenere le
lacrime…non ci vedo più…
…Kaede…}
"Allora domani finalmente ci muoveremo! Non vedo l'ora di poter portare
Zorro a Madrid!"
"Esatto Alcalde, da domani…inizia la fine! Di Zorro, e quindi…dei suoi guai,
della vita impolverata in questa città riarsa dal sole!"
Si sentì bussare alla porta, e un soldato riferì che la señorita Ayako
chiedeva il permesso di entrare col vino.
Don Moichi si grattò la testa:
"Vino? E chi l'ha chiesto?"
Hanamichi tossicchiò:
"Mi sono permesso di ordinarlo…in fondo, questa è una data speciale"
"Don Hanamichi, avete fatto benissimo! Bisogna brindare, alla nostra
vittoria! Soldato, introducete la señorita!"
Ayako entrò sorridendo, e dopo un leggera riverenza versò da bere ai
presenti. La luce delle lampade si rifletté come il sole sull'acqua, mentre
il vino scorreva dalla caraffa in ognuno dei tre bicchieri.
Yohei sorrise, alzando il calice:
"Propongo un brindisi, alla fine dell'incubo!"
"Alla fine dell'incubo!"
Ripeterono gli altri due, allegramente.
Bevvero ridendo un paio di bicchieri, poi Hanamichi si stiracchiò,
affacciandosi alla finestra per osservare il cielo tempestato di sfavillii.
"Credo sia ora di andare…devo fare la guardia a Zorro…"
Yohei si grattò il mento, osservando il calendario appeso dietro la
scrivania dell'Alcalde:
"Don Hanamichi, vi vedo un po' stanco. Da quanto passate le notti a
sorvegliare quel criminale?"
Il rossino alzò le spalle, indifferente:
"Da quando Don Moichi è partito per venire da te. Come mai me lo chiedi?"
Il moro scrollò la testa, con noncuranza:
"Mi chiedevo come mai, con tutti i soldati disponibili, proprio tu ti
accollassi la gravosissima responsabilità di sorvegliare Zorro,
nottetempo…ammetto di essere un po' preoccupato per te, non vorrei che
dovessimo rimandare la partenza per un tuo malore"
"Non preoccuparti, sono solo un po' stanco. Vedi, Don Yohei, la mia autorità
me lo impone. Zorro è un sorvegliato speciale, e va trattato come tale,
sottoponendolo a un controllo adeguato"
Don Moichi sussultò, cogliendo l'insulto.
"Per carità Alcalde, non intendevo dire che i vostri soldati siano dei buoni
a nulla, ma semplicemente non sono adatti a sorvegliarlo perché non sono
stati addestrati a farlo. Non è il loro compito…non è colpa loro.
Come inviato del Re e agente perfettamente qualificato, tocca a me prendermi
la responsabilità di sorvegliarlo. Inoltre, a parte te, Don Yohei, di chi
potrei fidarmi a lasciare il mio posto? Tu non sei della città, non potrei
mai farlo, ma…chi altri ha una simile rettitudine unita a una perfetta
conoscenza della legge e delle tattiche di sorveglianza? A chi potrei
azzardarmi a dare le chiavi?"
L'Alcalde tossì, accarezzandosi i capelli.
"Sono certo che potrei senza problemi prendere il vostro posto, per questa
notte. In fondo, sono sempre l'Alcalde della città…non vorrei mai che voi vi
sentiste male per mancanza di riposo…il viaggio deve assolutamente iniziare
domani! Dobbiamo arrivare in tempo!"
"Ma Alcalde…non potrei mai chiedervi una cosa simile!"
"E perché no? Sono perfettamente in grado di badare a una porta chiusa!"
Hanamichi si mordicchiò le labbra, in imbarazzo:
"Don Moichi…posso parlare liberamente?"
"Certamente"
"Bè…non pensiate che io sia scortese, sono semplicemente preoccupato per
voi…data la vostra età…"
L'Alcade arrossì violentemente, frantumando a terra il bicchiere vuoto:
"Ma come vi permettete? Non sono un vecchio rimbambito! Stanotte starò io a
guardia di Zorro, me ne assumo tutte le responsabilità! E domani pretenderò
le vostre scuse, altro che vecchio!"
L'uomo uscì sbattendo forte la porta, facendo tremare i vetri della finestra
lì accanto.
Yohei si passò un fazzoletto sulla fronte, mentre Hanamichi tentava di
riprendere fiato:
"Una è andata…"
mormorò.
Il moro annuì, fissando la schiena che si allontanava:
"Speriamo che vada tutto bene…"
rispose, gli occhi che scintillavano.
Zorro alzò gli occhi, sperando che Hanamichi fosse andato a trovarlo.
Non si era fatto molto vedere, in quei giorni, da quando era arrivato quel
Yohei.
Sospettava che si vergognasse di aver ceduto così facilmente, che non avesse
il coraggio di mostrarsi a lui, certo che lo avrebbe biasimato.
Il primo momento, in effetti, si era arrabbiato parecchio…la señorita Ayako
aveva tremato, davanti al suo sguardo.
Ma non aveva compreso il vero motivo che lo aveva alterato…non era
arrabbiato solo perché Hanamichi aveva parlato…quello aveva scatenato una
minima parte della sua rabbia.
La parte restante, veniva da un'irrazionale, pazza, folle gelosia.
Erano bastate poche azioni del nuovo arrivato perché Hanamichi si
sciogliesse come neve al sole, davanti a lui le sue difese si erano
disgregate, al minimo tocco.
'Mentre da me non si è lasciato raggiungere così facilmente…'
Non gli importava che fossero amici, che si conoscessero da molto tempo.
Era geloso, di quella gelosia quasi malvagia, di quel senso di possesso
totale che lo aveva quasi spinto a strangolare Akira…nessuno doveva
avvicinarsi al rossino.
'Lui è mio!' aveva rabbiosamente mormorato al frammento di luna che riusciva
a vedere, quasi temendo che anche lei potesse tentare di portarglielo via.
La cella…non gli era mai pesata, come in quel momento.
Anche se a quanto pare quel Yohei non li avrebbe ostacolati, non riusciva a
mandarlo giù. Lo odiava per aver imposto al suo ragazzo di parlare.
Lo detestava perché gli stava così vicino.
Dove solo lui aveva il diritto di essere.
"Goditi quest'ultima notte di sonno, maledetto!"
Zorro sussultò: non era Hanamichi…
L'Alcalde rimase nel vano della porta, il volto deformato da un ghigno:
"Oggi starò io di guardia, quindi se pensavi di sfruttare questa notte per
scappare scordatelo! La mia sorveglianza sarà molto più efficace di quella
di quel bamboccio coi capelli rossi!"
Chiuse d'impulso la porta, e Zorro avvertì tutte le serrature chiudersi di
scatto.
Non poteva crederci…l'Alcalde c'era cascato sul serio.
{Don Moichi sicuramente sarà andato da Zorro a tormentarlo…spero che sia
andato tutto bene, che il vino drogato non gli abbia fatto compiere qualche
pazzia.
Ormai il sonnifero che la señorita Ayako ha fatto cadere dall'anello nel suo
bicchiere dovrebbe aver fatto effetto…dovrebbe essere profondamente
addormentato da un po'.
Spero che Kaede si sbrighi, non ha molto tempo. L'effetto è assicurato per
un po', ma…varia da persona a persona.
Don Akira s'è fatto dare quello più potente dallo sciamano della tribù, ma
io avrei sinceramente preferito una bella botta in testa…almeno sarei lì
accanto a lui, adesso! Invece è solo…una volta superato l'Alcalde, se la
dovrà vedere con tutti i soldati della guarnigione…mi sento male al
pensiero…armato solo di un pugnale, contro le spade e i fucili di tutti quei
militari…anche se se l'è sempre cavata…ho paura.
………
Non posso nemmeno rimanere qui a pregare per lui…devo tornare giù in sala
comune, a ridere…nessuno deve sospettare del vino.
Anche se il mio viso risplenderà di gioia, il mio animo…sarà solo
d'angoscia}
Zorro deglutì, assicurandosi che le chiavi non tintinnassero.
Ormai era l'ora…doveva solo sperare che l'Alcalde stesse dormendo davvero.
Altrimenti…sarebbe finita nel sangue.
A causa dei tremiti, la sua mano mancò la toppa, al primo tentativo,
sbattendo contro la maniglia.
Respirò, tentando di calmarsi.
'Non sono mai stato così nervoso, prima…'
La serratura scattò, con un rimbombo troppo forte, per le sue
orecchie…rimase immobile, ascoltando l'atmosfera attorno a sé. Nessun
rumore.
Deglutì, aprendo una dopo l'altra le altre serrature, accompagnando ogni
scatto con un battito pesante del cuore…infilò il mazzo nella cinta,
impugnando il pugnale. Era aperta.
'Se l'Alcalde s'è svegliato, sarà pronto col fucile…'
Socchiuse la porta, tenendosi dietro di essa…dallo spiraglio una lama di
luce sezionò la penombra della cella.
Trattenne il respiro…nulla, nessun rumore. Sentiva solo il tremito dei suoi
muscoli.
Allungò cautamente il volto, sussultando a ogni cigolio naturale del legno,
pregando che i battiti del suo cuore non raggiungessero altre orecchie che
le sue.
Immerso nella semioscurità, l'Alcalde dormiva, come promesso.
Ma il sudore freddo non smise di inzuppare la camicia nera. Non dormiva al
solito posto, dove c'era la sedia quando lo avevano rinchiuso. L'aveva
spostata contro la porta, bloccandola.
Era in trappola…non poteva uscire.
Avanzò a passi felpati nella stanza, chiudendo piano la porta. Non poteva
arrendersi…non dopo tutto quello che Hanamichi aveva rischiato per lui.
Scivolò con lentezza fino alla sedia, esaminando il sonno dell'uomo.
Sembrava fosse profondamente addormentato, la testa cascava svogliatamente
su una spalla.
'Doveva essere davvero forte, quel sonnifero…peccato non russi'
Osservò un attimo la situazione, poi allungò una mano verso il fucile, che
giaceva sulle sue gambe. Lo afferrò saldamente, nonostante il sudore, poi
iniziò a tirarlo verso di sé, accarezzando con il metallo la stoffa dei suoi
pantaloni.
L'Alcalde si mosse, e Zorro si preparò, risolvendosi a colpirlo al volto. Ma
l'uomo mormorò qualcosa, poi riprese a dormire, senza accorgersi di nulla.
Il bandito si appoggiò alla parete, respirando affannosamente. Non era più
sicuro di farcela.
Trasalendo per ogni ombra che la lampada proiettava, scaricò il fucile,
spargendo a terra la polvere da sparo.
'Almeno non sparerà nella schiena di nessuno…'
Infilò l'arma sotto un mobiletto, prendendo tempo per pensare.
Doveva spostarlo, ma come? L'unico modo sarebbe stato quello di sollevarlo e
adagiarlo a terra, ma…poteva rischiare?
Studiò la stanza…non c'era un altro modo per uscire.
'Non ho molta scelta…'
Comprese che doveva agire. Che non poteva deludere la fiducia di Hanamichi.
Ponderò velocemente la stazza dell'Alcalde, valutando il peso, e
convincendosi che poteva farcela.
Lentamente, appoggiò una mano sotto le sue ginocchia, mentre con l'altra gli
circondava le spalle. Aumentò la profondità della respirazione, per
caricarsi d'ossigeno. Lo strinse a sé, cullandolo dolcemente per non turbare
il suo sonno…piegò le ginocchia, tendendo i muscoli, e lo sollevò.
Strinse i denti…pesava troppo…vacillò pericolosamente, rischiando di farlo
cadere. Serrò gli occhi, mentre un velo di sudore gli percorreva la
fronte…doveva riuscirci…l'aveva quasi portato sopra i braccioli, mancava
poco…soffocando un gemito lo appoggiò sulla sedia, respirando faticosamente.
'Sembra che non si svegli…ma perché non riesco a sollevarlo?'
Si accasciò al suolo, guardandosi attorno. Cosa c'era che non andava?
Deglutì, vietandosi di farsi prendere dal panico.
I suoi occhi caddero sulla porta della cella.
'…la prigionia…stare fermo così a lungo, senza poter fare esercizio…m'ha
fiaccato i muscoli…'
L'aria stantia gli annebbiava il cervello, aveva bisogno di uscire e
respirarne di fresca. Si ripulì il viso, cercando freneticamente un'altra
soluzione.
'…se non riesco a sollevarlo…posso farlo scivolare!'
Si rimise nella posizione di prima, ma invece che contrastare la forza di
gravità, si fece aiutare da essa…e in pochi attimi l'Alcalde si ritrovò
accoccolato a terra.
"…Zorro"
Il bandito si voltò di scatto, tirandogli un calcio. La punta dello stivale
si fermò a pochi centimetri dal suo viso…stava parlando nel sonno.
"Maledetto…" mormorò il prigioniero, asciugandosi il viso. Aveva avuto
davvero paura.
'Ma la parte difficile viene adesso…'
Spostò la sedia, e si appoggiò alla porta, tentando di sentire qualcosa.
Dall'altra parte proveniva solo silenzio. I soldati…dormivano o erano fermi?
Non poteva saperlo…ed era obbligato a batterli silenziosamente, o si sarebbe
trovato addosso tutta la caserma in pochi attimi.
'…allora li coglierò di sorpresa!'
Spalancò la porta, deciso a imporre il proprio gioco.
Nessuno dei due soldati ebbe il tempo di parlare. Il primo cadde a terra
immediatamente, colpito alla nuca. L'altro, un novellino, troppo spaventato
per aprir bocca, non poté far altro che lasciarsi colpire dall'ombra nera
che si era avventata su di lui.
Zorro si asciugò la fronte, rilassandosi leggermente. Davanti a lui, si
dipanava il corridoio dritto delle prigioni, su cui s'affacciavano le celle
vuote…accanto a ognuna di essa, uno sgabello su cui i soldati riposavano.
'…questa è fatta'
Scivolò lungo il corridoio, cercando di non provocare rumori che
riecheggiassero. Per uscire, doveva passare dalla…il suo cuore mancò un
battito: un soldato era apparso in cima al corridoio.
Si fissarono immobili, poi un urlo risuonò nella galera:
"Zorro sta scappando!!!"
Il bandito non esitò: prese la mira, e lanciò il pugnale. L'arma sfrecciò
sibilando nell'aria, conficcandosi in profondità nella sua spalla. L'uomo
cadde a terra con un urlo, mollando la spada.
Zorro agì d'istinto: afferrò una sedia, e fece gli ultimi metri di corsa,
prendendo slancio.
I primi soldati che si riversarono nel corridoio, dall'ingresso sulla
sinistra, vennero spazzati via, colpiti duramente sul viso…presto le gambe
della sedia furono sporche di sangue, e a terra frammenti di denti
interrompevano la monotonia del pavimento.
Zorro parò l'assalto di due lame, e infilò un piede sotto la spada del primo
soldato: con un semplice movimento della caviglia la gettò in alto,
afferrandola con la sinistra.
Girò su se stesso, disarmando gli avversari e percuotendoli con la sedia.
Gli uomini caddero a terra, gemendo, e il bandito percuoteva senza pietà chi
tentava di colpirlo dal basso.
Intravide un soldato tentare di prendere la mira, ma non se ne preoccupò,
per il momento: lo stretto corridoio a volta, che fungeva da ingresso per
quello delle prigioni, era pieno di soldati, non avrebbe osato sparare
rischiando di colpirli.
Per ora, quella stessa mancanza di spazio era ciò che gli dava la
libertà…costretti ad affrontarlo al massimo in tre per volta, non potevano
vincerlo grazie alla superiorità numerica. Si gettò un'occhiata alle spalle,
l'unico modo che avevano per riprenderlo era attaccarlo da dietro.
'Non posso permetterlo!'
Si gettò in avanti, colpendo con una spallata un giovane soldato alla sua
destra. Il ragazzo cadde indietro, addosso ai suoi compagni, e Zorro
approfittò del minimo varco per tentare di sfuggire da quel luogo.
Con eleganza, si passò la spada nella destra e la sedia nell'altra mano,
usando ciò che restava del seggio per parare gli attacchi da sinistra. La
punta di una lama gli ferì il braccio, lasciando una striscia carminio dove
passava. Strinse i denti…era quasi libero. Non avrebbe mollato.
Usò le spalle degli uomini caduti come trampolino, superando d'un balzo le
ultime file di soldati. Si girò in volo, atterrando in guardia, pronto ad
affrontare gli avversari.
Con un colpo di sedia i fucili caddero a terra, mentre le cinture cui le
spade erano legate venivano tranciate con precisione.
"Uomini non dovete farvelo scappare!!!"
'L'Alcalde!'
Zorro mollò le spoglie di legno, afferrò un vaso pieno di fiori e gettò
l'acqua sul gruppo di persone, mirando accuratamente agli occhi.
Don Moichi, pallido come un cadavere, tirò un calcio al muro:
"Zorro maledetto torna qui!!!"
Il bandito si voltò, e corse via, uscendo a tutta velocità dalla caserma.
"Rincorretelo!!!"
I soldati gli corsero dietro, ansimando…un fischio acuto tagliò l'aria.
"È là!!!"
Zorro rallentò un po', lasciandosi raggiungere dai soldati…gettò via la
spada, e appena giunse a una sottile trave cementata fra due case saltò,
afferrandosi ad essa. Compì un giro completo, colpendo alle spalle i soldati
che non erano riusciti a frenare lo slancio. Intravedendo gli altri che
sopraggiungevano, decise di continuare: arrivato sulla verticale, rimase
immobile, trovando il perfetto equilibrio.
I soldati si bloccarono, meravigliati, poi spalancarono gli occhi, capendo
ciò che stava succedendo: Zorro si era girato, e lasciandosi trascinare
dalla forza di gravità, era sceso dalla verticale, ricominciato il suo
vorticoso volteggio, arrivando a colpirli sul viso.
Un soldato si portò sotto, sferzando la terra polverosa…la frusta che aveva
in mano mancò di poco le gambe del bandito, che sentì l'aria sibilare
accanto ad esse.
Notò immediatamente che la frusta era parecchio lunga, e che il movimento
del braccio doveva essere molto anticipato, per poterlo prendere alle gambe…
'Ora!'
Mentre arrivava sulla verticale, il braccio dell'uomo scattò, scagliando la
frusta contro di lui. Zorro mollò la presa, salendo alto nell'aria…compì un
giro della morte, stringendo le ginocchia al petto per non sbattere, il
mondo che si era fatto silenzioso per ammirarlo…giunto alla massima altezza
si aprì, afferrando di nuovo la trave e, sfruttando la velocità acquisita,
colpì il militare ormai andato fuori tempo, che non poté far nulla per
difendersi, nemmeno alzare un braccio per attutire il colpo.
"Soldati mirate!!!"
Ansimando, Zorro prese velocità, e mentre gli spari partivano, mollò ancora
la presa. Lo slancio lo portò in alto, ben sopra la traiettoria dei
proiettili…il bandito allungò braccia e gambe, rallentando la rotazione,
volteggiando una sola volta…atterrò senza sforzo in cima a una pigna di
casse, con l'eleganza degna di un artista circense.
Mentre la piazza si riempiva di gente, attirata dagli spari, un nitrito
possente scosse i presenti: un noto cavallo nero arrivò al galoppo, puntando
direttamente sui soldati. Si gettò in mezzo a loro, disperdendoli come
foglie morte, allontanando ogni pericolo dal suo padrone. Zorro saltò giù
dalle casse, afferrò la spada a terra e lo raggiunse, rendendosi conto che
era meglio non tirare troppo la corda. Dando fondo alle ultime energie, si
issò sulla sella, lanciandolo verso Don Moichi.
"Alcalde…" salutò allegramente, prima di disegnargli una zeta sul petto,
stracciandogli i vestiti.
Spronò il cavallo, e salutò la folla festante che lo acclamava…si fermò un
secondo alle porte della città, facendo impennare il cavallo, prima di
voltarsi e sparire nella notte.
Appena sentiti gli spari, Hanamichi era volato fuori dalla locanda, seguito
da Don Akira, Don Yohei e le señorite.
La piazza era nel caos…la gente urlava, indicando la direzione dello
scontro.
Arrivò appena in tempo per vedere Zorro che atterrava sulle casse, e il
cavallo che entrava a folle velocità nella piazza. Il suo cuore accelerò,
mentre Zorro correva verso la sella…riconobbe nei suoi movimenti meno fluidi
del solito la stanchezza, e il suo animo non poté far a meno di tifare per
lui, sostenendolo come meglio poteva…dovette piantarsi le unghie nei palmi,
per non unirsi alla folla festante, e urlare di gioia, mentre galoppava,
accarezzato dalla criniera del suo cavallo…ebbe persino l'impressione che lo
avesse fissato con una luce brillante negli occhi, mentre correva via…
Sospirò languidamente, fissando le tenebre che inghiottivano il ragazzo che
amava, consegnandolo loro perché lo proteggessero…Akira gli tirò una
gomitata nello stomaco, guardandolo male.
"Ah già…"
mormorò stancamente, trasformando la felicità in rabbia mista a delusione.
Yohei si accostò a lui, studiandolo per capire se fosse pronto:
"Andiamo?"
"…sì. Don Yohei…lascio a te la scena"
L'altro annuì, e insieme si diressero verso l'Alcalde.
{Quasi mi spiace, per Don Moichi. Don Yohei è stato davvero duro con
lui…non si è certo risparmiato. Rivedo ancora la scena…e non posso fare a
meno di sghignazzare, adesso come non ho potuto fare prima. Don Yohei…faceva
davvero paura, la sua voce tremava, da quanto era furioso:
"Voi…avete lasciato fuggire Zorro!"
Il povero Alcalde non sapeva più da che parte guardare…
Io non ho detto nulla, ho semplicemente assistito fissando Don Moichi con
l'espressione più delusa e disgustata che riuscissi a tenere…per il resto,
Don Yohei ha fatto una grande interpretazione. Anche se…non penso che stesse
recitando del tutto…immagino che fosse parecchio, che avesse voglia di
trattare così Don Moichi.
Ha radunato tutti i soldati nella caserma, e li ha interrogati uno per
volta, me presente. Alla fine ha sentito l'Alcalde…avrà fatto apposta, a
lasciarlo per ultimo. Sentivo dai commenti dei militari che si era
trasformato in un bambola vuota…finché non è arrivato il suo turno, e allora
a quanto pare è sbiancato, cercando aiuto con lo sguardo. In effetti, ne
avrebbe avuto un po' bisogno…
In poche parole, dopo avergli ricordato gli impegni che s'era preso
offrendosi di sostituirmi, Don Yohei gli ha rinfacciato la sua colpa, avendo
mancato al dovere di sorvegliare Zorro.
Inoltre, non ha saputo piegare come abbia potuto addormentarsi. Uno dei
soldati dietro la porta si era ripreso quasi subito, e era andato a
controllare come stesse il suo superiore, trovandolo beatamente addormentato
sul pavimento, mentre lo scontro infuriava.
Non penso capirà mai come abbia fatto a cadere addormentato…e non può
nemmeno dare la colpa al vino, dato che Don Yohei e io ci siamo fatti vedere
in giro apposta, perfettamente svegli. L'arma disarmata, poi, è stato un
tocco di classe!
Insomma…Don Yohei, dall'alto della sua autorità, e essendosi riconosciuto
Don Moichi colpevole della fuga di Zorro, mi ha nominato Alcalde ad interim
per la città di Los Angeles…ora sono io a comandare, qui! La gente è ancora
un po' diffidente, e posso capirlo, ma…sono certo che presto conquisterò la
loro fiducia.
Don Yohei partirà domani per la Spagna, ha deciso di portare Don Moichi
davanti ai suoi superiori…la notizia che Zorro era stato catturato
probabilmente sarà già arrivata al Re, quindi…ci vuole un capro espiatorio.
Povero Don Moichi…
Non so dove Don Kaede si sia nascosto, ma sono certo che se la caverà…spero
solo di rivederlo presto, mi manca. Mi sono fatto forza, in questi giorni,
perché sapevo che aveva bisogno di me, ma ora che tutto è finito…la mia
carica d'adrenalina è terminata…e mi sto lasciando andare. È davvero dura,
senza lui vicino…ogni notte prego intensamente, perché tutto finisca…perché
io possa di nuovo stare accanto a lui}
Hanamichi si appoggiò alla parete cangiante, ignorando il calore che questa
gli diffondeva attraverso la giacca. Dalla terrazza poteva vedere tutta la
città, impregnata come al solito della frenesia dello scorrere della
giornata.
Appoggiò il capo al muro, lasciando che il vento gli scompigliasse i
capelli, e chiuse gli occhi. Voleva solo…godersi la luce che batteva su di
lui.
Kaede rimase immobile, all'ombra delle scale, ammirandolo. Il volto girato
contro il muro, la guancia accostata all'intonaco…le palpebre abbassate a
proteggersi dal sole, i capelli incendiati…le braccia lunghe rilassate lungo
il corpo, e i palmi appoggiati alla superficie candida…probabilmente si era
messo apposta così, sapeva che sarebbe salito sulla terrazza…gli aveva
confessato di adorare, quando lo accarezzava col suo sguardo blu…
Si morse le labbra, ripensando alla notte appena trascorsa, dopo che era
riapparso sorridente in locanda, quattro lunghissimi giorni dopo la partenza
dell'Alcalde…era stato tutto normale. Avevano riso e scherzato in modo
naturale, recitando una parte perfetta.
Però poi il rossino era andato a dormire da lui, per parlare del futuro
della città, avevano detto…e in effetti avevano parlato un po', prima di
consumarsi nella luce del piacere…
Sospirò, scrollando la testa, scacciando quei pensieri fuori luogo. Lo
raggiunse in fretta, fermandosi a pochi millimetri da lui, accarezzandogli
col fiato il collo.
"Sei in ritardo…"
mormorò il rossino sorridendo.
"…volevo farmi desiderare…"
ribatté l'altro.
"…ci sei perfettamente riuscito…"
Hanamichi allungò il viso, sfiorandogli le labbra e ritraendosi.
Kaede inarcò un sopracciglio, un po' deluso:
"Bè?"
"Il braccio?"
Kaede scosse la testa:
"Era solo un taglio…"
"I soldati mi hanno raccontato ciò che hai fatto…come ci sei riuscito?"
"Te l'ho detto, non era nulla…non ci ho più neppure pensato, da quando sono
uscito dalla caserma"
"…basta che tu stia bene"
Il rossino tornò a guardare la città, abbracciandone con lo sguardo i
confini:
"Don Kaede…Don Kazushi tornerà presto, secondo te?"
L'altro appoggiò le labbra al suo orecchio:
"Appena saprà che hai preso il posto di Don Moichi"
Hanamichi sospirò, accarezzandogli i capelli:
"…io…sarò un buon Alcalde?"
"Idiota…non aver dubbi su te stesso…sarai magnifico"
"Stupida volpe…promettimi una cosa"
Il moro si stupì dal tono serio della sua voce:
"Hn?"
"Che se mi comporterò come Don Moichi, tornerai a vestirti di nero e verrai
a disegnarmi una zeta sulla casacca, in aggiunta a quella che ho sul cuore…"
"…non ce ne sarà bisogno…io credo fermamente in te. Però…"
Il rossino deglutì, riconoscendo la luce piena di malizia che si accese nei
suoi occhi…
"…se vuoi posso tirarlo fuori per stanotte, quel costume…"
Hanamichi rimase a bocca aperta, poi arrossì furiosamente:
"Don Kaede!!!!!"
Fine
Tutti i diritti appartengono agli aventi diritto, non ci sono scopi
di lucro e io sono stufa di scrivere la stessa frase ogni volta.
Non pensavo sarebbe stata così lunga…ammetto che ho sforato di almeno un
capitolo e mezzo…ma non fa nulla, questa fic m'è piaciuta!
a noi in particolare il capitolo cinque, n.d.Ru+Hana *_*
non lo avrei mai immaginato… n.d.Hymeko -_-
era un po' che non ci scrivevi una bella lemon…n.d.Ru+Hana
in effetti…volete che lo faccia più spesso? n.d.Hymeko
secondo te? Forza Hymeko scrivi!!!!!! n.d.Ru+Hana
vedremo vedremo…adesso parto, poi si vedrà…un bacione a tutte!!!!!
n.d.Hymeko
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