"El Zorro"


VII parte

 

di Hymeko



Don Moichi posò la mano sul capo del bandito, stringendo le dita.
Zorro chiuse gli occhi, preparandosi. Era finito…tutto finito. La sua vita, breve ma intensa…anche se di quella gli importava relativamente poco. Ciò che gli faceva davvero male, era doversi separare da lui.
Si impose di non guardarlo…di non lasciarsi fasciare in quei bellissimi occhi, mentre veniva scoperto. Sarebbe stato meraviglioso, percepire il proprio animo protetto da quello sguardo, ma…non poteva essere tanto crudele, con lui.
Rilassò i muscoli, aspettando il momento imminente.
Ma…L'Alcalde non gli strappò la maschera.
Hanamichi contrasse la mascella…Don Moichi stava facendo di tutto per tormentare Kaede…non gli dava neppure il sollievo di far finire tutto in fretta.
I suoi occhi si velarono, mentre fissava il viso del compagno. Le palpebre abbassate, i muscoli distesi, come al solito senza mostrare tensione…di lì a poco lo avrebbe perso.
'Ed è anche colpa mia…'
Il ricordo della proposta di Kaede gli ustionò l'anima…se avesse accettato, se fosse andato con lui…ora sarebbe salvo.
Era colpa sua…era stato lui a decidere di rimanere lì, non considerando che anche in quel modo esponeva Kaede alla cattura…lui aveva sbagliato, ma le conseguenze…le avrebbe pagate Zorro.
La testa iniziò a girargli, calda…la vista si appannò. La spalla non gli faceva più molto male, se non la muoveva si dimenticava della ferita. Un rivolo di sangue scorse fino alla sua mano…strinse il pugno, costringendo il dolore a risvegliarsi, a ridare lucidità ai suoi pensieri.
Non poteva finire così.
'Pensa…cosa potrebbe spingere l'Alcalde a lasciarlo stare? Chi può avere un potere tanto grande su di lui?
…il Re. Solo il Re potrebbe fermarlo adesso, ma lui non è qui.
………
Cosa posso fare? Sfruttare la sua ambizione? Ci cascherebbe?'
"Guardami"
Zorro non si mosse.
"Guardami maledetto!"
L'Alcalde gli afferrò il mento, costringendolo ad alzare il viso. Il bandito aprì gli occhi, fissando serenamente il volto di Don Moichi.
"È inutile che tu tenga quell'espressione impassibile…non lo sarai più tanto, quando ti trascinerò in catene ai piedi del Re, e lui guarderà in viso la tua brutta faccia e ti condannerà a morte! E ora dì addio alla tua identità segreta!"
"Alcalde aspetti!"
Hanamichi posò la mano sul braccio dell'uomo, trattenendolo.
"Don Hanamichi spero che abbiate una buona ragione per intervenire!"
Un lampo passò negli occhi del ragazzo:
"Io credo che…vi possiate togliere qualche soddisfazione in più, grazie a Zorro. Perché non sfruttare l'occasione?"
Il bandito trattenne il respiro, senza capire le intenzioni dell'altro.
"Che intendete dire? Io voglio la morte di quest'uomo!"
Il rossino annuì, comprensivo:
"L'avrete, l'avrete. Ma voi…siete in forte credito con lui. Zorro…vi ha inflitto molte umiliazioni, molti torti. Non sarebbe completamente appagante se finisse tutto così, non trovate? Io non penso che la vostra sete di giustizia possa essere soddisfatta semplicemente togliendogli la maschera"
L'Alcalde si morse le labbra, interessato:
"…cosa proponete?"
"Bè, come ricompensa per tutte le ingiustizie che avete subito, potreste sfruttarlo per fare carriera, e tornare in un posto più civile di questa città persa in mezzo al deserto, tra serpenti e scorpioni"
"…il vostro discorso mi piace molto…potrei ritornare a Madrid"
"Esatto…oppure Siviglia, Saragozza, o dovunque voi vogliate…"
Don Moichi si leccò le labbra:
"E come proponete di arrivare a questo risultato?"
Hanamichi strinse i denti, imponendosi di non tremare. Allungò una mano verso il viso di Zorro, seguendo i contorni della maschera:
"Bè, è semplice. Vedete, io ho conosciuto di persona il Re…"
Sorrise soddisfatto tra sé, mentre l'Alcalde spalancava gli occhi: sapeva che lui non l'aveva mai visto da vicino…
"…e ho imparato a conoscerlo. E se c'è una cosa che odia…sono i regali di compleanno banali"
Don Moichi sbatté le palpebre:
"Ammetto di essere confuso…cosa c'entra tutto questo? Il compleanno del Re è fra sette mesi"
"Esatto…poco più del tempo che ci metteremmo ad arrivare in Spagna da qui…"
"Non capisco…"
Il rossino sospirò, come se l'altro non comprendesse una cosa davvero ovvia:
"Eccolo qui, il vostro regalo"
e si appoggiò alle spalle del bandito inginocchiato.
L'Alcalde sussultò:
"Zorro? Dovrei regalare Zorro al Re?"
"Esatto. Al posto dei vostri soliti regali così ordinari…"
"I nostri regali sono bellissimi! Il Re li ha sempre graditi!"
Il rossino non si scompose, per l'interruzione dell'altro, ma agitò stancamente la mano:
"Non crederete davvero di essere originale? Ciò che mandate voi, lo inviano centinaia di altre città devote al Re, come potete immaginare di risaltare in mezzo a quella massa coi vostri soliti tessuti, monili d'oro, pietre preziose? Un sacco di altre colonie le hanno! Ma voi…"
E passò una mano sulla mascella di Zorro, sottolineando quelle parole…
"…avete un oggetto unico al mondo, la cui fama ha varcato gli oceani, giungendo in Spagna e oltre…pensate che gli inglesi lo osannano, perché tiene testa ai nostri soldati…"
"Maledetti isolani!"
Hanamichi deglutì, pregando perché le forze lo sorreggessero ancora. Era vicina…la salvezza per Kaede…bastava che lui resistesse.
"Esatto…maledetti inglesi. Pensate che faccia faranno, quando sapranno che l'invincibile bandito è stato consegnato al Re…da voi"
"Fantastico…"
gongolò l'Alcalde
"…ma ancora non capisco perché non vogliate che lo smascheri"
Zorro trattenne il respiro: se aveva capito il piano di Hanamichi, quello era il momento della verità.
"Semplice…ve l'ho detto, il Re ama follemente i regali originali, i pezzi unici…e cosa potrebbe esserci di più esclusivo che…togliere la maschera a Zorro? Il Re gradirebbe moltissimo essere il primo al mondo a guardarlo in faccia, a umiliare questo bandito…"
L'Alcalde impietrì, mentre i suoi occhi si illuminavano.
"…questa città, e soprattutto voi che glielo consegnereste, balzereste in un attimo nel firmamento dei nomi immortali…il Re vi darebbe tutta la sua riconoscenza, e voi…entrereste nelle sue grazie. E poi…il Re gradirebbe moltissimo il vostro gesto anche per un altro motivo: conosce le vostre peripezie, e non potrebbe che essere piacevolmente colpito dal vostro sacrificio…rinunciare alla soddisfazione di smascherarlo per donarla a lui…è una persona sensibile, sapete?"
Don Moichi abbassò gli occhi su Zorro, le pupille dilatate dalla gloria:
"Grazie a te, miserabile, io…diventerò potente…così potente che potrò influenzare il Re…"
scoppiò in una fragorosa risata, che terrificò i presenti.
"Don Hanamichi la vostra idea è fantastica! Siete un vero genio! Sarà un piacere consegnare Zorro al Re…finalmente potrò rivedere Madrid! Però…cosa ci guadagnate voi in tutto questo?"
Il ragazzo si inchinò leggermente:
"La benevolenza di sua Maestà il Re, e quella del suo intimo amico Don Moichi"
L'Alcalde si massaggiò il mento, squadrando con occhi assatanati Zorro:
"Domani partirò personalmente per Santa Fé, a dare la bella notizia al sovrintendente Don Yohei, che venga con noi coi suoi soldati, in una parata trionfale!"
Hanamichi sussultò:
"Parlate di Don Yohei de Mito?"
"Lo conoscete?"
"Sì, eravamo compagni in accademia, è un ottimo mediatore…andavamo d'accordo"
"Non capisco come la scuola che ha formato un eccellente individuo come voi possa aver istruito anche lui…non mi piace assolutamente. Ha sempre dato a me la colpa della mancata cattura di Zorro, ma ora…lo potrò umiliare! Ah, che gioia sarà vedere il suo volto illividirsi d'invidia! Don Hanamichi, lei deve andare a farsi curare! Sergente, porti subito Zorro nella cella peggiore della nostra prigione, e razioni ridotte al minimo!"
L'inviato del Re scosse la testa, spazientito:
"Don Moichi non potete trattare Zorro così. Aggiungete le pene di un viaggio nella stiva puzzolente di una nave alle privazioni cui adesso lo volete sottoporre: quando arriverà in Spagna, sarà un cencio sudicio, pieno di piaghe e zecche! Non vorrete presentare un simile regalo al Re! Ve lo immaginate mentre tenta di strappargli la maschera intanto che le pulci saltellano su di lui? Sarebbe disgustoso!"
L'Alcalde impallidì a quella scena, reprimendo un brivido di terrore:
"Portatelo a fare il bagno, e fate in modo che si lavi per bene"
"E ricordatevi che l'onore di vederlo per primo in faccia deve essere del Re!"
sottolineò il rossino.
Il sergente Takamiya radunò in silenzio i suoi soldati, e scortò verso la prigione il bandito. Dalla piazza salirono grida disperate, mentre il piccolo corteo la attraversava…



{Non sono mai stato bravo a scrivere con la sinistra, ma la spalla destra mi duole ancora troppo, per poterla utilizzare. Mi hanno dato una polvere contro il dolore, ma non ha avuto effetti apprezzabili. Ma non me ne lamento…la mia mente può rimanere lucida.
La notizia della cattura di Zorro ha fatto il giro della città con la rapidità del fulmine, sciami di increduli si sono radunati davanti all'ufficio dell'Alcalde, per vederlo. Zorro non è stato mostrato, ma l'Alcalde ha tenuto un breve discorso in cui ha spiegato le fasi della cattura…tralasciando naturalmente il fatto che un proiettile abbia preso me, e che l'idea di farne un regalo per il Re sia mia. Non fa niente, va bene lo stesso. Ho altro cui pensare: i cittadini di Los Angeles mi odieranno, per ciò che ho fatto. Non credevano lo avrei davvero catturato…dovrò stare attento.
Don Akira è appena uscito…era bianco come un lenzuolo, ma alla fine sono riuscito a rinfrancarlo. Ho bisogno del suo aiuto, dobbiamo dare un alibi a Don Kaede, per giustificare la sua assenza. Stasera prenderà la sua parte, e si farà intravedere con Jin dal sergente Takamiya, ci siamo inventati la scusa di un viaggio a San Diego. Don Akira si fingerà addormentato, col cappuccio calato sugli occhi, nella penombra non lo riconoscerà. Abbiamo anche la complicità della señorita Ayako, lei confermerà di aver visto Don Kaede con Jin, mentre facevano provviste per il viaggio.
Don Akira e io abbiamo deciso di rivelarle tutto, abbiamo bisogno di lei.
L'Alcalde si fida della sua parola, quindi non ci saranno problemi.
In seguito Don Akira si farà vedere in locanda, così anche lui sarà al sicuro.
Domani Don Moichi partirà per andare da Don Yohei…che fortuna inaspettata! Non avrei mai pensato che ci fosse lui, a Santa Fé! Non so se mi posso fidare fino al punto di chiedergli di aiutarci direttamente, ma lui e l'Alcalde non si piacciono molto, da quanto mi ha detto la señorita Ayako, e credo che basterà sfruttare questa loro antipatia per sistemare una volta per tutte Don Moichi. Grazie alla propria abilità, Don Yohei, pur essendo più giovane, è già un superiore dell'Alcalde…le cose iniziano a girare per il verso giusto…forse avremo un alleato inconsapevole…
Vorrei solo…che Kaede fosse qui. Vorrei che mi baciasse…ho bisogno del suo tocco. Mi sento…vuoto. Freddo. E ho tanta voglia di piangere…ma non posso, devo farmi forza. Tocca a me tirarlo fuori dai guai. E proteggerlo, mentre è imprigionato. Penso che per stanotte sia al sicuro, ma da domani, mentre l'Alcalde sarà via, mi occuperò personalmente della sua sicurezza. Non lo lascio solo…anche se non penso che nessuno dei soldati voglia fargli del male, io…vigilerò su di lui}



"Soldato, esci pure. Come inviato del Re, è mio dovere occuparmi della sorveglianza ravvicinata del prigioniero"
"Sì signore"
Il soldato uscì, salutando il rossino e la señorita Ayako, che reggeva un vassoio di cibo.
Hanamichi sospirò: l'Alcalde aveva dato ordine di chiuderlo nella cella speciale.
Era una piccolissima cella nel fondo della prigione, dove i muri erano più spessi; per arrivarcisi bisognava percorrere tutto il corridoio, passando davanti agli altri prigionieri. Era una cella minuscola, tetra e deprimente. L'aria entrava da una finestrella con sbarre, larga una trentina di centimetri, in cui il sole faticava a introdursi. Le mura intonacate di marrone, il letto un pagliericcio su una panca di legno. La cella peggiore, destinata a rodere l'animo dei prigionieri. L'unica consolazione era che era stata ben pulita…l'Alcalde non aveva voluto rischiare.
La porta di legno massiccio, chiusa da robuste serrature, dava su una piccola un'anticamera in cui stava il sorvegliante di turno, appoggiato alla parete di fronte ad essa, col fucile sottomano. L'anticamera era separata dal corridoio da un'altra robusta porta in legno, continuamente sorvegliata da almeno due guardie.
"Andiamo"
Hanamichi aprì la porta, sbattendo le palpebre alla penombra.

Zorro socchiuse gli occhi, riparandosi dalla luce. Il suo cuore accelerò…Don Hanamichi, e la señorita Ayako.
La ragazza appoggiò sul letto il vassoio, passandosi le dita sugli occhi:
"Ecco, m-m-mangiate…"
balbettò, mentre i loro occhi si incontravano, e Zorro nei suoi lesse una profonda angoscia.
"Ah…state attento al pane, è un po' pesante"
aggiunse lei, come ricordandosi di una cosa importante.
Il bandito non capì, ma Ayako lo guardò un'ultima volta, singhiozzando, poi corse fuori.
Hanamichi chiuse a chiave la porta dall'interno…era la prassi, il sergente Takamiya gli aveva spiegato che serviva a diminuire il rischio di fughe.
"Fuori ci sono dei soldati, non ho molto tempo. La señorita ci farà da palo, si è fermata apposta a piangere di là: se si avvicineranno darà un colpetto alla porta"
mormorò.
Zorro annuì, avvicinandosi a lui.
"Come va la ferita?"
chiese a bassa voce.
"Mi dà fastidio, più che dolermi. Ho delle fitte, però…sono sopportabili"
Il bandito allungò le braccia per cingergli la vita, ma si bloccò, scrutando preoccupato la porta.
Il rossino comprese il suo timore, e lo accompagnò fino al letto, dove avrebbero suscitato meno sospetti. Allungò la mano, sfiorandogli le labbra.
"Tu stai bene?"
Il bandito annuì, intrecciando la mano con la sua.
"Don Hanamichi…"
Il rossino gli posò un dito sulle labbra, scuotendo la testa:
"Non posso rimanere qui per molto, perdonami se sarò frettoloso. Immagino tu abbia più o meno compreso il mio piano"
Zorro annuì, e Hanamichi sorrise:
"Don Yohei è un mio vecchio conoscente, penso che grazie a lui troverò un modo per liberarci di Don Moichi. Non lo coinvolgerò direttamente, sarebbe pericoloso, ma credo che ci tornerà utile…ho una mezza idea che segnerà la sua fine, se ben attuata. La señorita Ayako ci farà da complice.
Ieri sera Don Akira si è finto te, e insieme a Jin ha inscenato una vostra partenza per San Diego. Non ti preoccupare, nessuno sospetta di te, tutti pensano che Zorro sia un forestiero. La città è praticamente a lutto…potrebbero anche organizzare un assalto alla prigione.
Mentre l'Alcalde non c'è, di notte ci sarò io qui fuori di guardia, ti giuro non lascerò che nessuno ti si avvicini, riposa tranquillo qui dentro sei al sicuro"
"Stai attento…la tua spalla è ferita a causa mia…"
Hanamichi scosse la testa:
"…è solo colpa mia. Sei io…fossi venuto via con te, a quest'ora non saremmo qui. Perdonami…è a causa mia se sei chiuso in questo buco, è per la mia stupidità se l'Alcalde ti ha catturato"
Zorro si accostò a lui, posandogli un bacio sulle labbra:
"Io ho paura…che l'Alcalde scopra ciò che vuoi fare…ti prego quindi di desistere…me la caverò anche stavolta, in qualche modo. La tua idea di fare di me il regalo per il Re è molto buona, ora…ho tutto il tempo per progettare la mia fuga"
"No! È colpa mia se sei qui, tocca a me tirarti fuori!"
"Idiota…è colpa dell'Alcalde, non tua. Ti ha sparato nella spalla, ti ha ferito davanti ai miei occhi…"
"Se ti avessi detto sì, se non avessi voluto fare l'orgoglioso…"
"…solo il tuo volto contratto mi ha dato la lucidità di non scagliarmi contro di lui, di non trafiggergli il cuore. Tu sei la mia vita, non ho altro, e lui…"
"…tocca a me salvarti. Non solo da questa prigione. Ma soprattutto dalla maschera che sei costretto a portare. È il momento di ridarti la tua libertà, è ora di smetterla con i duelli, le sparatorie…non ce la faccio a pensare per te un futuro di violenza…non voglio che tu viva ancora nel pericolo. La tua è una battaglia nobilissima, però…non la potrai portare avanti in eterno, prima o poi anche tu crollerai. E io…non voglio che accada"
"…non posso smettere di combattere…finché l'Alcalde sarà qui, io lo contrasterò"
"Kaede…per riuscire a trovare un significato al nostro incontro, di sicuro io devo essere…la chiave per la tua libertà…sono convinto che non ci siamo conosciuti solo per amarci, ma…per sfuggire alla prigione in cui entrambi siamo rinchiusi. Prima di venire qui, credevo di non essere più in grado di amare, che non avrei trovato nessuno che accendesse in me la scintilla del desiderio…ma questo luogo, e tu…mi avete ridato la possibilità di essere felice.
E io per te…troverò il modo di non doverti più nascondere, di non dover più vivere nell'ansia di essere scoperto, di dover fingere una vita allegra quando in realtà…dentro di te soffri.
Io…voglio ridarti la tua vera vita, voglio distruggere quei ceppi che ti ghermiscono, voglio…ridare al mondo il vero, bellissimo, Kaede"
"Don Hanamichi…"
Il ragazzo abbassò lo sguardo, arrossendo, soggiungendo in un basso bisbiglio:
"E voglio anche fare l'amore con te. Voglio poterti essere accanto in ogni momento, voglio…essere per sempre…lo scrigno per il tuo corpo"
Zorro spalancò gli occhi, trattenendo il respiro.
Hanamichi alzò il viso, sorridendo timidamente, lui stesso imbarazzato per quelle parole.
"Sono un po' fuori luogo, come discorsi, non trovi?"
"Hn…"
Ma non era dispiaciuto…quella timidezza sensuale, così pura e provocante…gli aveva dato un motivo in più per resistere.
Era talmente confortante l'idea di Hanamichi innamorato di lui…
Chiuse gli occhi, inebriandosi col suo profumo. La sua presenza…gli colmava il cuore…calda, profumata, come una tazza di vino speziato…anche se era prigioniero, il suo animo non poteva evitare di sorridere…
Il pagliericcio frusciò, mentre Hanamichi si alzava.
Zorro si irrigidì, osservandolo sistemarsi tristemente la giacca.
"…scusami, è meglio se vada. Le guardie…potrebbero insospettirsi, se rimanessi troppo qui. Non voglio che alzino la sorveglianza, a causa di un mio comportamento sospetto.
A proposto, i soldati ti hanno dato in qualche modo fastidio, ti hanno maltrattato,  seccato…qualsiasi cosa. Dimmelo, per favore"
Zorro scosse il capo, guardandosi le mani:
"Loro…non condividono le scelte dell'Alcalde, eseguono solo degli ordini. Sono tra i più dispiaciuti, che io sia qui"
Il rossino si rilassò, tornando a sorridere:
"Meno male…ho avuto paura. Se è tutto a posto io torno di là. Mangia tutto, la señorita Ayako ci ha messo tanto impegno…e io non voglio che tu patisca la fame. Ah, mi raccomando…stai sempre attento al pane, anche nei prossimi giorni potrebbe essere pesante come questo. Sai, è per essere sicuri, nel caso qualcuno…non farti troppi scrupoli, capito? E se hai bisogno di qualcosa chiamami, di notte ci sarò sempre io, e di giorno la señorita e Don Akira verranno a chiacchierare un po' coi soldati…non sarai mai solo"
Si abbassò per un bacio frettoloso, e uscì.

Il bandito rimase immobile, a fissare la porta. Si leccò piano le labbra, catturando tutto il gusto lieve di lui che vi era rimasto. Il cuore gli rimbombava tumultuoso nel petto, coprendo ogni altro rumore. Tra loro c'erano così tanti ostacoli…si alzò, andandosi a sedere contro l'uscio. Anche se sapeva che il rossino era seduto da tutt'altra parte, poteva fingere che invece fosse anche lui appoggiato alla porta, che ci fosse solo quello strato di legno, a dividerli…
Rimase così tanto in quello stato di semi-sogno che alla fine fu il suo stomaco a risvegliarlo.
Sospirò, rialzandosi e tornando sul letto, dove la cena s'era raffreddata. Osservando il pane si grattò la testa, senza capire:
"Che ha che non va?"
Prese la grossa pagnotta, e avvertì immediatamente il peso fuori dal normale.
La spezzò cautamente, e nella mollica trovò un pugnale.
Il bandito fischiò, specchiandosi sulla lama lucente:
"Però…"
Saggiò il bilanciamento dell'arma…era perfetto.
"Don Hanamichi…señorita Ayako…"
Nascose il pugnale sotto il cuscino, e mangiò la cena, decisamente sollevato.
Quei tre…avrebbero tirato giù la prigione, pur di salvarlo.



{Chissà se Kaede si è già addormentato…spero si senta al sicuro, con me qui…voglio che il suo sonno sia il più tranquillo possibile.
Durante l'assenza di Don Moichi, userò la mia autorità per impormi a guardia della cella, e quando ci sarà il cambio di turno troverò il modo di far stare qui persone di cui mi fidi, soldati che non oserebbero mai alzare un dito contro di lui.
La señorita Ayako è appena andata, con gli occhi ancora gonfi…ma il suo spirito è forte. Mi ha promesso d'aiutarmi, sono certo farà un ottimo lavoro. Anche se non posso fare a meno di preoccuparmi per lei, Kaede ed io abbiamo le spalle larghe, ma lei…sta rischiando molto, per aiutarci. Anche se col pugnale ha avuto una grande idea, d'impastarlo nella pagnotta.
Ormai lo avrà trovato…spero solo che non debba mai arrivare a usarlo, o sarebbero guai grossi. Auguriamoci che tutto vada bene, se l'idea che sto perfezionando seguirà il mio pensiero, allora…nessuno dovrà più preoccuparsi…dovrò lavorarmi un po' Don Yohei, ma questo non dovrebbe essere un grosso problema.
………
La porta è così scura…la sua cella senza un minimo di luce…vorrei essere di là con lui, a condividere la sua angoscia. Potrei almeno posare le mie labbra sulle sue, e sentire i suoi muscoli rilassarsi.
La mia presenza…lo renderebbe felice…io voglio solo questo. Quasi preferirei che mi scoprissero, e diventare un prigioniero, come lui, piuttosto che vederlo lì da solo, circondato da tenebra, col cuore infreddolito…
Vorrei andare di là, e scaldarlo. Stendermi accanto a lui, e dormire accoccolato al suo fianco, godendoci insieme il semplice calore del corpo dell'altro. Anche senza fare l'amore…solo un abbraccio.
E allora tutto…sarebbe più leggero.
Invece io sono qui, su una poltrona comoda, a scrivere sul mio diario tutti i pensieri che mi passano nella mente, mentre lui è in una cella.
Non posso nemmeno lasciarmi abbattere…tocca a me essere forte…devo essere io a liberarlo.
Nessun altro può farlo…il mio piano deve essere infallibile.
………
Sono cambiato così tanto, dal ragazzo che rifiutava ogni legame. Da quando il mio cuore si è sciolto? Chi è stato a cambiarmi così? Zorro, certo…ma anche Akira, Kazushi, lo stesso Kaede…e in fondo, anche il piano per liberarlo mi spaventa un po'…perché significa che il bel periodo che abbiamo trascorso presto giungerà al suo termine.
Io non so in che modo, ma…la felicità cristallizzata che ho provato finora…s'infrangerà. E ne nascerà…un nuovo futuro. Se sarà bello o brutto, il tempo ce lo dirà…io so solo che devo dire addio a questi giorni, che hanno visto la mia rinascita...o crescita.
Gli altri mi hanno aiutato a sbocciare, ora tocca a me ripagarli…rendendo questo luogo migliore. Per noi}



"Domani arriverà Don Yohei, assieme all'Alcalde"
Zorro sollevò lo sguardo dalla tazza di tè che erano riusciti a fargli avere.
"Mi vorrà togliere la maschera…"
Hanamichi sospirò, appoggiandosi alla parete:
"Non lo so, non ho idea di come prenderà la storia del regalo. Non penso ci cascherà, ma…bisogna vedere cosa gli ha detto l'Alcalde. Se l'ha presentata come una sua pensata, potrebbe venire direttamente qui…e io non potrei fermarlo, non ci sarebbe ragione per una mossa simile.
Se invece gli ha detto che è stato un mio suggerimento, penso che vorrà parlarne prima con me. Eravamo abbastanza legati, in accademia…"
Zorro inarcò un sopracciglio, ma non disse nulla
"…quindi credo che vorrà prima capire il motivo che mi ha spinto a fermare l'Alcalde.
In ogni caso non preoccuparti, troverò il modo d'intercettarlo prima che venga qui, lo convincerò a non smascherarti, te lo prometto"
Il bandito lo fissò, senza dire nulla, e il rossino rispose al suo sguardo pensieroso, tentando di sorridere debolmente, sebbene non si sentisse dell'umore adatto.
Ora che l'arrivo di Don Yohei era così vicino, era stato colto da un riacutizzarsi delle sue paure, i suoi dubbi si erano triplicati, facendogli trovare un sacco di punti deboli, nel suo piano.
Se…non avesse calcolato tutto alla perfezione? Se Don Yohei…non fosse stato più quello di una volta? Sarebbe stata la loro fine…
Si morse le labbra, ripassando mentalmente le fasi del progetto.
Se tutto fosse andato come pensava, non ci sarebbero stati pericoli, ma…c'erano troppi se.
"Se…se…se"
mormorò inconsciamente.
Sentì due braccia forti cingerlo, e una bocca fresca posarsi sul suo collo.
Gemette, appoggiando la schiena a quel petto muscoloso, mentre le labbra correvano sulle sue.
"Sei teso…"
bisbigliò Zorro, accarezzandogli il ventre.
"…ho la testa piena di dubbi…ho paura che il mio piano abbia un sacco di falle…"
"Sarà tutto perfetto"
"…Kaede"
Hanamichi si rigirò nel suo abbraccio, facendo aderire i loro petti.
"…non preoccuparti…mi fido ciecamente di te"
Zorro lo baciò teneramente, senza sciogliere i loro sguardi.
Una lacrima corse lungo la guancia di Hanamichi, e subito la bocca dell'altro si affrettò a raccoglierla.
"Non essere turbato…non voglio che piangi"
"…se qualcosa andrà storto…"
Il bandito gli posò un dito sulle labbra:
"Non dirlo"
"…io mi consegnerò come traditore"
Il rossino avvertì i suoi muscoli divenire di pietra.
"…se verrai condannato, io ti seguirò"
Non tremò davanti alla furia nascente negli occhi blu, alle sue labbra sbiancate.
"…staremo insieme in ogni momento…non mi separerò mai da te"
Zorro si avventò su di lui, baciandolo con la stessa foga della prima volta, quasi volendosi impossessare, attraverso la sua bocca, della sua anima. Lottò con lui, poi lo lasciò libero:
"Non ci provare neppure! Non devi sprecare la tua vita così!"
"…questa vita non mi appartiene più da molto tempo, dalla prima volta che i nostri occhi si sono realmente incontrati. Se tu…io mi lascerei morire. È una promessa, Kaede…non ti lascerò solo…noi affronteremo il destino assieme…"
Zorro si allontanò da lui, scuotendo la testa:
"No…negherò tutto…dirò che ti stai inventando ogni cosa"
La tristezza disegnò il sorriso di Hanamichi:
"Chi ti crederebbe? Mi basterà mostrare il mio diario…"
"…non farlo"
"…non ti chiederò di perdonarmi…anche se adesso stai soffrendo, in fondo al cuore desideri anche tu che venga insieme a te…"
"Idiota! Come puoi pensare che desideri la morte della persona che amo? Non sarebbe amore, solo egoismo!"
"…perché non sarà morte. Sarà vita…eternamente insieme"
Il ragazzo moro scosse la testa, senza neppure tentare di fermare i tremiti del suo corpo:
"Tu stai di nuovo male…esci di qui…e non tornare finché non ti saranno passate certe idee"
"Come vuoi, ma…non permetterò a nessuno di distruggere la nostra felicità…"
Le serrature si chiusero con uno scatto secco, lasciandolo di nuovo solo nell'oscurità.
Attese qualche attimo, aspettando che Hanamichi si rimettesse al suo posto, poi ritornò a letto.
Si raggomitolò su un fianco, affondò il viso nel cuscino e pianse.
Odiandosi.
Perché era vero.
Hanamichi aveva ragione.
Sarebbe stato felice, se fosse morto con lui.
Se fosse rimasto con lui, in quell'ultimo momento.
Se fossero andati assieme, nel luogo dove sarebbero volate le loro anime.
Si disprezzava…se fosse morto…desiderava la morte del suo ragazzo…che non lo lasciasse solo.
'Sono solo un egoista…'
Si strinse a sé, detestandosi.
Lo amava così tanto da accettare un suo sacrificio, pur di non perderlo.
Tremò, al pensiero dei loro cuori che palpitavano in sincronia, un'ultima volta.
Si piantò le unghie nelle carni, causandosi la sofferenza che sapeva di meritare.
'Non voglio…'
Che cosa?
Cosa non voleva?
'…morire…tu devi vivere…devo vivere con te…'
Soffocò un singhiozzo troppo forte…Hanamichi non sarebbe morto.
Bastava che lui riuscisse a sfuggire alla prigionia.
Si asciugò il viso, tentando di fermare le lacrime, ma i suoi occhi si rifiutarono di trattenerle.
"Non…morire…"

Continua....

 

      

  

 


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